Progetto di restauro conservativo dei manufatti architettonici di Ninfa _Relazione Paesaggistica

Responsabile Unico del Procedimento Arch. Armandina Antobenedetto

Progettazione Arch. Elisabetta Ricci

Coordinatore della sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione Arch. Pasquale Loffarelli

Indagine geognostica e rapporto geologico-tecnico Geologo dott. Massimo Amodio, Latina

Consulenza scientifica e supervisione del progetto Prof. ssa Arch. Daniela Esposito, membro del Consiglio della Fondazione R. Caetani, Direttore della Scuola di specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio di Roma

Si ringrazia per il coordinamento per la redazione della “Carta del rischio dell’antica città medioevale” : Archh. D. Esposito - A. Viscogliosi - G. Tarasco - L. Pennacchia - M. G. Putzu, Dipartimento di Storia, Disegno e Restauro dell’ Architettura, Università La Sapienza di Roma, Facoltà di Architettura Valle Giulia

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Progetto di restauro conservativo dei manufatti architettonici di Ninfa _Relazione Paesaggistica

Sommario A ANALISI DELLO STATO ATTUALE ...... 4 A1. DESCRIZIONE DELL’AREA DI INTERVENTO...... 4 A1.1 Inquadramento territoriale, geografico e idrogeologico ...... 4 A1.2 Aspetti paesaggistici ...... 4 A1.3 Aspetti storici, culturali e architettonici ...... 5 A2. INDICAZIONE E ANALISI DEI LIVELLI DI TUTELA ...... 8 a. strumenti urbanistici e vincoli presenti ...... 8 b. vincoli paesaggistici ...... 8 c. altri vincoli ...... 9 A3 DOCUMENTAZIONE CARTOGRAFICA E FOTOGRAFICA ...... 10 A3.1 Cartografia e vincoli ...... 10 A3.2 Stato attuale dell'area d'intervento ...... 16 A3.3 Stato di progetto – esempi di restauro già realizzato ...... 22 B ELABORATI DI PROGETTO ...... 24 B1- TIPOLOGIE DI INTERVENTO già realizzate - “simulazione” delle tipologie di intervento ...... 24 B1. PROGETTO ...... 26 B1.1 Inquadramento area di progetto ...... 26 B1.2 Area di intervento ...... 26 B1.3 Criteri metodologici ...... 27 B1.4 Obiettivi ...... 28 B1.5 Opere di progetto ...... 28 a) Il trattamento delle superfici murarie ...... 28 b) Il consolidamento strutturale ...... 29 c) L’intervento di rifacimento della copertura del Palazzo Comunale ...... 30 B1.6 Elementi per la valutazione di compatibilita' paesaggistica ...... 30 C CONCLUSIONI ...... 31

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La presente relazione paesaggistica correda l'istanza di richiesta di autorizzazione paesaggistica relativamente al progetto di “ Restauro conservativo dei manufatti architettonici, presso il Giardino di Ninfa”. Il contesto e il manufatto di particolare pregio paesaggistico, storico e naturalistico hanno imposto un approccio progettuale particolarmente rispettoso dei caratteri tipologici e costruttivi del manufatto oltre che del contesto dell’antica città di Ninfa allo stato di rudere. Il progetto è di tipo conservativo e non modifica in nessun modo lo stato dei fatti se non valorizzando e consolidando l’esistente e rendendolo più fruibile. Esso è infatti costruito a partire dalla conoscenza delle condizioni peculiari dei manufatti esistenti e risponde all’attenta analisi e allo studio che hanno preceduto la progettazione dell’intervento sui quali esso è profondamente radicato.

E’ impostata in modo da costituire per l'Amministrazione competente la base di riferimento essenziale per la verifica degli interventi ai sensi dell'art. 146, del dlg 22 gennaio 2004, n. 42 recante "Codice dei beni culturali e del paesaggio" e permette di accertare la conformità dell’intervento alle prescrizioni contenute nei piani paesaggistici e ne accerta (c. 5): a) “la compatibilità rispetto ai valori paesaggistici riconosciuti dal vincolo; b) la congruità con i criteri di gestione dell'immobile o dell'area c) la coerenza con gli obiettivi di qualità paesaggistica.”

Al fine di verificare gli aspetti suddetti la relazione paesaggistica, unitamente alla documentazione tecnica allegata, descrive e specifica: - lo stato dei luoghi (contesto paesaggistico e area di intervento) prima dell'esecuzione delle opere previste - le caratteristiche progettuali dell'intervento - lo stato dei luoghi dopo l'intervento con le motivazioni che hanno determinato gli aspetti e le scelte progettuali.

A tal fine, ai sensi dell'art. 146, commi 4 e 5 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.lgs n. 42/04), quale parte integrante della presente relazione, è allegata tutta la documentazione che evidenzia: - lo stato attuale del bene paesaggistico interessato; - gli elementi di valore paesaggistico in esso presenti; - gli eventuali impatti sul paesaggio delle trasformazioni proposte e gli elementi di mitigazione e di compensazione necessari.

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A ANALISI DELLO STATO ATTUALE

A1. DESCRIZIONE DELL’AREA DI INTERVENTO

A1.1 Inquadramento territoriale, geografico e idrogeologico Il Giardino di Ninfa si trova in provincia di Latina, a cavallo dei tre territori comunali di Cisterna, Norma e Sermoneta. La sua posizione ricade su un punto di passaggio morfologico dove la piana pontina sale velocemente verso la ripida cinta di monti calcarei, propaggini dei Lepini, dai quali si affaccia l’abitato di Norma. E’ racchiuso nel perimetro delle mura dell’antica città di Ninfa circondata oggi da territori agricoli o incolti che si sviluppano oltre il fiume Ninfa e il lago da esso formato, che a loro volta circondano quasi per intero la cinta muraria. Il suddetto assetto geografico del territorio corrisponde alla presenza in affioramento di due unità geologiche molto differenti. Verso nord nord-est, a poche centinaia di metri di distanza dal sito in oggetto, affiorano i litotipi che costituiscono la struttura della dorsale dei Monti Lepini, successione di termini calcarei e calcareo-dolomitici in ambiente di piattaforma carbonatica e di età mesozoica. In direzione opposta, la struttura carbonatica, ribassata da tali faglie, è ricoperta dai terreni recenti della pianura, prevalentemente terreni tardo-pleistocenici ed olocenici di ambiente limnopalustre, con intercalazioni di terre organiche e di terre derivanti dal rimaneggiamento di depositi di origine piroclastica collegati all'attività tardiva dell'apparato vulcanico dei Colli Albani. Tra Doganella e Cori essi affiorano diffusamente, riferibili alla IV colata piroclastica del -Artemisio (“pozzolanelle” auct.) forse riconducibili a cave di pozzolana “storiche”; mentre in direzione di Ninfa, sfumano nei depositi recenti della pianura essendo a tratti attraversati da corpi canalizzati di depositi epivulcanici riconoscibili sino alla profondità di circa 50 ml dal p.c. con una sequenza di termini piroclastici . Si rileva inoltre la caratteristica di scarsa permeabilità dei terreni affioranti ospitanti una falda epidermica dello spessore di circa 3 metri, fortemente influenzata dall'andamento morfologico sub-pianeggiante e dalla presenza del fiume Ninfa. Per i tratti terminali dei collettori di bonifica principali, i livelli idrici sono direttamente legati alle variazioni di livello del fiume Ninfa, collegato a sua volta anche all'azione di regolazione dei livelli imposta dal Consorzio di Bonifica. Da un punto di vista geotecnico benché sia ipotizzabile che i terreni sottoposti al sovraccarico di opere in elevazione abbiano avuto modo di raggiungere, nell’arco di tempo intercorso tra la realizzazione delle opere ed ora, un livello definitivo di consolidamento, la natura dei terreni (granulometria medio-fine) e la naturale dinamica delle acque sotterranee (variazioni stagionali ed annuali della profondità del pelo libero dell’acqua di falda) possono dar luogo a fenomeni di rammollimento periodico dei terreni di fondazione, a causa della variazione del loro contenuto naturale d’acqua.

A1.2 Aspetti paesaggistici Dal punto di vista paesaggistico il sito dell’antica città di Ninfa è tuttora circondato dalle antiche mura allo stato di rovina che insieme al pittoresco lago racchiudono il noto giardino e lo 4

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separano oggi da territori agricoli o incolti, una volta paludosi e oggi in parte oggetto di un importante progetto di rinaturalizzazione di proprietà della stessa Fondazione Roffredo Caetani, sul versante sud ovest della cinta muraria (Area di Pantanello). A diretto contatto si trovano importanti emergenze storico-culturali e naturali del territorio circostante, e in particolare, per quanto riguarda il settore sud orientale in oggetto, il castello di Sermoneta, l’abitato di Norma, sovrastante sui monti Lepini e gli Ausoni, più lontani, oltre al paesaggio agricolo collinare. Entro le mura sono racchiusi i principali edifici storici tra cui la torre e le mura dell’antico castello, il municipio, diverse chiese ed altri edifici utilizzati prima dalla famiglia Caetani e poi dalla Fondazione per le proprie esigenze organizzative. Oltre a questi edifici si trovano le strutture murarie di chiese, torri ed altri complessi diruti, attorno a cui è stato impiantato il caratteristico giardino “all’inglese” . Si tratta quindi di un bene complesso, dalle molteplici valenze, costituito dalla città medievale, con le sue mura, allo stato di rudere; il giardino “all’inglese” dell’inizio XX sec.; il fiume e il lago con lo specialissimo ecosistema; un contesto territoriale di estremo interesse culturale, paesaggistico e ambientale, che deve considerarsene complementare. Il giardino di Ninfa è stato dichiarato Monumento Naturale dalla Regione e Oasi faunistica al fine di tutelare il giardino storico di fama internazionale, ma anche lo speciale habitat di cui si è detto con le aree circostanti che costituiscono la naturale cornice protettiva dell’intero complesso.

A1.3 Aspetti storici, culturali e architettonici

Il contesto storico territoriale La città di Ninfa, acquisita dai Caetani sul finire del XIII secolo, è un antico insediamento, abbandonato sul finire del Trecento dai suoi abitanti e giunto fino a noi allo stato di rudere. Essa giace ai piedi dell’antico monte Mirteto, presso Norma, sulle sponde di un piccolo lago e del suo emissario. La regione in cui sorge la città di Ninfa è stata interessata fin dall’epoca romana da notevoli flussi di traffico, che contribuirono allo sviluppo di numerosi centri abitati, utilizzati come luoghi di sosta lungo la via Appia, uno dei principali collegamenti fra Roma ed il sud d’Italia. Probabilmente, invece, Ninfa in epoca romana era solamente un luogo di culto caratterizzato dalla presenza di un tempio dedicato alle ninfe, i cui pochi resti possono essere identificati con i massi squadrati rinvenuti sul fondo del fiume durante i lavori del 1908. Il sito si trasformò in centro abitato solamente quando, all’inizio dell’VIII secolo, con l’abbandono d’un tratto, ad essa limitrofo, della via Appia, divenne punto di passaggio obbligato, da Roma, per raggiungere il litorale presso Foce Verde. La zona era dominata, nel X secolo, dalla famiglia dei Conti Tuscolani, i quali tenevano il controllo della via Appia fuori dal suburbio, avendo fortificato la tomba di Cecilia Metella. Essi, dopo aver acquisito Torre Astura ed il Circeo, occuparono Ninfa, creando così, tra il 1064 ed il 1068, un triangolo difensivo a tutela del dominio pontino.

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Col passare degli anni la città accrebbe la sua importanza tanto che, nel 1299, la sua giurisdizione si estendeva “dai piedi del monte di Norma sin alla spiaggia e cento miglia entro il mare, comprendeva la selva maggiore di Ninfa nonché quella di Cerritello, (Cerreto) e tutto il litorale da Foceverde sin oltre l’estremità meridionale del lago di Caprolace” (G. Caetani, Domus Cajetana, Sancasciano Val di Pesa 1927, II, p.115).

Il contesto storico, architettonico e culturale di Ninfa Il complesso del Giardino di Ninfa è un pregevole esempio di città murata di pianura del XII- XIII secolo, sua caratteristica è infatti la doppia cinta muraria con torri interne che si ergeva tutt’intorno a proteggerla dalle minacce esterne. La storia del sito ha avuto inizio in epoca romana quando, nei pressi dell'attuale lago, fu costruito un tempio dedicato alle divinità delle acque sorgive, le Ninfe Naiadi, da cui l’omonimo fiume Ninfa. A partire dal VIII-IX secolo, quest’area assume un ruolo strategico grazie alla vicinanza della via Pedemontana che trovandosi ai piedi dei Monti Lepini, era l’unico collegamento che da Roma conduceva al sud della penisola durante le fasi di allagamento della Via Appia sulla Piana Pontina. Il territorio di Ninfa, ricco d’acqua e non distante da mare, ha visto per secoli avvicendarsi interessi di famiglie baronali romane e della Chiesa. E’ proprio nel VIII secolo che l’Imperatore Costantino V Copronimo concede a Papa Zaccaria questo fertile territorio, chiamato Marittima, che al tempo contava solo pochi abitanti. La città ebbe poi importanza nei primi secoli a partire dal XII-XIII secolo quando l’antico percorso della via Appia divenne impraticabile per l’impaludamento della pianura e il diffondersi della malaria. Fu al centro di lotte tra famiglie papali per il suo possesso. Luogo di incoronamento di un papa e sede di diverse chiese dalla tipologia costruttiva di particolare interesse architettonico. Subì diverse volte distruzioni e ricostruzioni, fino a divenire di definitivo possesso della famiglia Caetani. Quest’ultima effettuò un tentativo di ripopolamento nel XVIII secolo che andò fallito. Rimase spopolata allo stato di rudere, ai margini della palude, per lungo tempo, periodicamente luogo di produzione e svago per la famiglia proprietaria. Durante l’Ottocento esercitò uno speciale fascino sui viaggiatori che affrontavano il Grand Tour riscoprendo l’antico, come testimoniato dai ritratti e dalle descrizioni del tempo che la dipingono come un luogo spettrale e magico, una vera e propria “Pompei del Medievo”, come la definì Gregorovius . E’ all’inizio del XX secolo che i Caetani tornano nei possedimenti da tempo abbandonati. Ada Bootle Wilbraham con i suoi due figli, Gelasio e Roffredo, supervisiona il programma di rinnovamento di Ninfa con l’idea di crearvi un giardino in stile anglosassone. Per iniziativa di Don Gelasio, in particolare, l’antica città fu oggetto di un programma organico di bonifica del sito dalla palude e dalla vegetazione infestante e di restauro dei manufatti allo stato di rudere con il recupero di alcune strutture tra cui il municipio, che divenne la casa della famiglia. E’ in questo contesto che prende forma la concezione del giardino integrato ai ruderi, portato avanti dalle generazioni successive fino a Donna Lelia Caetani. Marguerite Chapin, 6

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moglie di Roffredo Caetani, proseguì la cura del giardino e aprì le porte di Ninfa all’importante circolo di letterati ed artisti legato alle riviste da lei fondate, “Commerce” e “Botteghe Oscure”, come luogo ideale in cui ispirarsi. A questo proposito il XX secolo ha tra l’altro visto Ninfa come importante cenacolo di riferimento oltre che per letterati anche per artisti, musicisti, personaggi di cultura, che si sono incontrati nel grande salone dell’ex municipio dove ancora si trovano gli arredi originali. Lelia Caetani, ultima discendente della famiglia, ha impresso la sua personalità sul giardino, così come lo vediamo oggi, attraverso lungo tempo dedicato allo studio delle diverse parti del giardino mediante quadri realizzati nel giardino come testimoniato dal testo impresso sulla sua tomba: “pittrice e giardiniera”.

La Fondazione proprietaria Dopo la scomparsa di Donna Lelia (1977), per iniziativa del marito Hubert Howard, fu costituita la Fondazione Roffredo Caetani, con la finalità di gestire il Giardino (e il resto del patrimonio di famiglia, tra cui anche l’azienda agricola di ca. 450 ha), promuovendone la conservazione e la tutela, anche grazie all’attento mantenimento degli accessi in forme compatibili. La fragilità dell’assetto del Giardino, e la necessità di mantenere gli equilibri ambientali che ne preservino e garantiscano l’alto interesse, hanno infatti, fin dall’inizio stabilito il rigoroso controllo dell’accesso che deve mantenersi entro limiti di presenza e frequenza ben definiti. La Fondazione Roffredo Caetani è un organizzazione non lucrativa di utilità sociale ONLUS, istituita con atto pubblico del 14 luglio 1972 e riconosciuta con DPR n.311 del 3 maggio 1978. La Fondazione ha lo scopo di realizzare le seguenti attività istituzionali: a) tutelare e valorizzare, sotto l’aspetto storico, artistico, ambientale, anche in relazione agli esistenti vincoli, e in particolare quelli ex L1089/39 (L42/ 04), i complessi costituiti dal Castello di Sermoneta, dal Giardino e dalle storiche rovine di Ninfa, assicurando il mantenimento, il potenziamento, il restauro e la rigorosa applicazione dei vincoli di salvaguardia dei due complessi e dell’ambiente in cui sorgono; b) assicurare la tutela e la valorizzazione dell’Oasi faunistica di Ninfa e del territorio circostante; c) garantire, nei modi e nei termini più idonei alla loro salvaguardia, l’accesso del pubblico ai due complessi e favorire in essi, e in genere nella Provincia di Latina, attività culturali, artistiche, scientifiche, nonché di istruzione ed educazione sociale, con particolare riferimento a quanto attiene a: - la conservazione, valorizzazione e restauro dei beni culturali; - la salvaguardia e valorizzazione dei beni ambientali, paesistici e naturalistici; - la promozione, nel Castello e nella Provincia, della musica orchestrale e da camera in memoria di Roffredo Caetani, musicista e compositore, e alla diffusione della sua opera, in collaborazione con la Fondazione Camillo Caetani che conserva nell’archivio i manoscritti della sua musica;

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d) prendere ogni altra iniziativa di carattere culturale, educativo e sociale, con riferimento agli specifici campi di attività indicati nei punti precedenti, anche in collaborazione con la Fondazione Camillo Caetani, il Centro Internazionale per la conservazione ed il restauro dei Beni Culturali, l’Istituto Centrale del Restauro, ed altri Enti od Organismi pubblici o privati, italiani o stranieri, non aventi fini di lucro.

A2. INDICAZIONE E ANALISI DEI LIVELLI DI TUTELA a. strumenti urbanistici e vincoli presenti Da un punto di vista urbanistico i manufatti architettonici oggetto d’intervento, di proprietà della Fondazione Roffredo Caetani, (foglio catastale di Cisterna n°26, mappale n°41, particelle 31 e 32) ricadono a cavallo dei tre territori comunali di Cisterna, Norma e Sermoneta, in particolare al limite del comune di Cisterna, normato dal PRG vigente dello stesso comune (delibera GR 893/76) che definisce l’area oggetto del progetto come zona A3 Agricola Vincolata.. Le tipologie di intervento previste sono compatibili con le previsioni del Piano.

b. vincoli paesaggistici 1) VINCOLO PAESAGGISTICO, DM 5 /01/1957, vincolo di tutela riguardante le bellezze naturali ed il paesaggio, ai sensi della L1497/39. Disciplinato dal Dlgs 42/ 2004, art.142, c.1, c) i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, (…) e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna” (già L. 431/85 art. 1/c).

2) PTP: L’intervento ricade nell’ambito territoriale del PTP n°10, provincia di Latina, approvato con LL.RR. 6 luglio 1998 nn. 24 e 25, sub ambito 10/2, Sermoneta, Norma, . La tavola E/1-1 – “vincoli ex L 1497/39” – riporta per l’area interessata dall’intervento “vincolo paesaggistico” ex L1497/39 in quanto vincolata dal DM 5 /01/1957, e vincolo di inedificabilità temporanea ai sensi della L431/85, adiacente ad una parte di giardino tutelata come bosco, L431/85, artt. 1ter e 1 quinquies); La tavola E/ 3-2) – “classificazione ai fini della tutela” – stabilisce che i manufatti oggetto dell’intervento ricadono in zone paesaggistiche con tutela di tipo A, “beni integri” “tutela di aree e beni di particolare pregio, ancora integri, di notevole valore ambientale e paesistico (Tipo A)”, ai margini di un ambito A1 “aree di particolare pregio – tutela integrale” coincidente con il giardino di Ninfa in un contesto tutelato con categoria A2.2 “aree di consistente pregio: conservazione dello stato dei luoghi” e tutelato verso la Piana Pontina da una fascia A4 “aree di paesaggio agrario“ che costituiscono fasce di avvio alle aree paesistiche di più alto valore.

3) PTPR: Per quanto riguarda gli aspetti ambientali il Piano Territoriale Paesistico adottato con Deliberazioni G.R. n. 556/07 e 1025/07 e pubblicato sul BURL n. 6 del 14.02.08 Supplemento Ordinario n. 14 classifica l’area come segue:

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Tavola A: Sistemi e Ambiti di paesaggio: - Paesaggio naturale. Tavola B: Beni Paesaggistici: - Beni d’insieme (D.L.vo 42/04 art. 136 lett. c) e d)) - Corsi delle acque pubbliche (L.R. 24/98 art. 7) - Parchi e Riserve Naturali (L.R. 24/98 art. 9) Le Norme Tecniche del P.T.P.R. per quanto riguarda le varie tipologie di vincolo prevedono la possibilità di realizzare le opere previste in quanto all’Art. 22. Paesaggio Naturale si consentono le opere di restauro.

c. altri vincoli Si tratta inoltre di un territorio in cui sono stati riconosciuti diversi aspetti di valore culturale, paesaggistico, storico e ambientale, istituiti nel tempo con i seguenti vincoli:

4) VINCOLO MONUMENTALE come “bene culturale”, (DM 14/10/’65, ai sensi della L1089/39) ai sensi del dlgs 42/ 2004, articolo 10, c. 1), e c.4), f, “cose immobili e mobili appartenenti….a persone giuridiche private senza fini di lucro, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico”, “f) le ville, i parchi e i giardini che abbiano interesse artistico o storico” ;

5 6 e 7) VINCOLI NATURALISTICI come “Oasi di protezione e rifugio”, (delibera Regione Lazio n°399/73, vigente dal ‘76) e come “Monumento Naturale” (DPR 125/2000 ai sensi della LR 29/97), come SIC, Sito di Interesse Comunitario, a tutela e salvaguardia delle specie e degli habitat di interesse comunitario (DM 3 aprile 2000, direttiva 92/43/CEE del Consiglio, IT6040002 ai sensi della Direttiva CEE n. 43/1992 – Ninfa (ambienti acquatici).

Inoltre il territorio è normato dalla LR 7 ottobre 1996, n. 39 “Disciplina Autorità dei bacini Regionali” (P.A.I., Piano per l’Assetto Idrogeologico).

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A3 DOCUMENTAZIONE CARTOGRAFICA E FOTOGRAFICA

A3.1 Cartografia e vincoli A) ELABORATI DI ANALISI DELLO STATO ATTUALE, con individuazione del manufatto oggetto dell’intervento Cartografia e foto aerea: A1) Estratto stradario con la località oggetto dell’intervento ricadente ai margini settentrionali della Pianura Pontina

A2) estratti cartografici a. Stralcio IGM - Borgo Podgora Foglio 158, ISE e Sermoneta Foglio 159, IV SO – scala 1:1.25000

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b. Stralcio carta CTR: sezione n. 400040, Latina – riduzione da scala 1:10.000

A3) FOTO AEREA, individuazione area oggetto dell’intervento.

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A4) CARTA GEOLOGICA (1878) - formazioni parallele alla costa: fascia dunale, retro duna torbe e alluvioni (paludi pontine), formazioni calcaree in verde, ad ovest si notano in arancio le formazioni vulcaniche dei colli albani. Ninfa nel punto di incontro di tre formazioni geologiche nei pressi di una sorgente.

A5) CATASTO COMUNE DI CISTERNA DI LATINA - foglio catastale n°26 (mappale n°41, particelle 31-32, scala 1:2.000

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Strumenti urbanistici e vincoli vigenti a. PRG e PAI

A6) Stralcio PRG vigente del Comune di Cisterna (delibera GR 893/76) che definisce l’area oggetto del progetto come zona “A3 Agricola Vincolata” – Agricoltura

A7) a. Stralcio PAI (Piano per l’Assetto Idrogeologico) LR 7 ottobre 1996, n. 39 “Disciplina Autorità dei bacini Regionali” “Aree sottoposte a tutela per dissesto idrogeologico” e inondazione – da scala 1:25.000

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A8) Stralcio PTP , ambito territoriale n° 10 Latina – estratto, approvato dalla Giunta Regionale con LL.RR. 6 luglio 98 nn.24 e 25, riduzione dalla scala 1:25.000: a) tav. E/1 “vincoli ex L431/85” - L’area interessata dall’intervento è sottoposta a vincolo “paesaggistico” ex L1497/39 e vincolo di inedificabilità temporanea ai sensi della L431/85, adiacente ad una parte di giardino tutelata come bosco, L431/85, art.1

b) tav. E/ 3-2 “classificazione ai fini della tutela” - I manufatti oggetto dell’intervento si trovano in zone paesaggistiche con tutela di tipo A, “beni integri” “tutela di aree e beni di particolare pregio, ancora integri, di notevole valore ambientale e paesistico (Tipo A)”, ai margini di un ambito A1 “aree di particolare pregio tutela integrale” tutelato da una fascia A4 “aree di paesaggio agrario“ e dove anche ricade una fascia individuata come cat. A6, “arenili” con vincolo di inedificabilità

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A9) Stralcio PTPR - Foglio 400 - riduzione da scala 1:25.000: a. Tav. A35 – “Sistemi e ambiti di paesaggi”, riporta “ville e giardini storici in rosso” per il giardino di Ninfa, oltre alle “fasce di rispetto di coste lacuali e fluviali” sul fiume e il lago Ninfa, in un contesto territoriale circostante caratterizzato da “paesaggio agrario naturale“ “paesaggio agrario di rilevante valore” verso valle e di “paesaggio naturale” verso i Lepini, si notano a nord e a sud i centri storici di Norma e Sermoneta “Paesaggio dei Centri e Nuclei Storici con relativa fascia di rispetto di 150 metri”;

b. Tav. B35 - ”beni paesaggistici - immobili e aree di notevole interesse pubblico”, riporta con campitura rossa per l’area circostante l’oggetto dell’intervento prescrizioni come bene paesaggistico “lett. c) e d) beni d’insieme: vaste località con valore estetico tradizionale, bellezze panoramiche” ai sensi dell’art. 136 del D.lgs 42/04; aree tutelate per legge: “b) costa dei laghi; c) corsi delle acque pubbliche” e “f) parchi e riserve naturali “, campitura verde per Ninfa e il limite del Monumento Naturale.

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A3.2 Stato attuale dell'area d'intervento B) DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

AREA 1_ PALAZZO COMUNALE

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Planimetria con coni di visuale documentazione fotografica

STATO ATTUALE

Foto 1 – MUNICIPIO_vista prospetto nord-ovest Foto 2 – MUNICIPIO_vista prospetto nord-est

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Foto 3 – MUNICIPIO_vista prospetto est Foto 4– MUNICIPIO_vista ovest

Foto 5 -6 – stato di fatto struttura portante copertura

AREA 2_ RETRO ABSIDE CHIESA S. MARIA MAGGIORE

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Planimetria con coni di visuale documentazione fotografica STATO ATTUALE 17

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Foto 7 – vista sud –est retro abside SMM Foto 8 – vista prospetto sud retro abside SMM

Foto 9 – vista prospetto sud retro abside SMM Foto 10 – vista prospetto est

AREA 3_ DOGANA

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Planimetria con coni di visuale documentazione fotografica STATO ATTUALE 18

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Foto 11 – vista prospetto sud Foto 12 – vista da sud-ovest

Foto 13 – vista da sud-ovest Foto 14 – vista interna

Foto 15 – vista dal Ponte del Macello Foto 16– vista dal Ponte del Macello AREA 4_ CASA A SCHIERA

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Planimetria con coni di visuale documentazione fotografica

STATO ATTUALE

Foto 17 – vista prospetto nord-est Foto 18 – vista interna prospetto nord-est

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Foto 19 – vista interna Foto 20– vista interna

Foto 21– vista prospetto nord - ovest

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A3.3 Stato di progetto – esempi di restauro già realizzato

Foto 22-23_ restauro e reintegrazione muraria muratura laterale e facciata Chiesa di S. Maria Maggiore PRIMA E DOPO l’ intervento (2015)

Foto 24-25_ restauro e reintegrazione muraria muratura laterale e facciata Chiesa di S. Maria Maggiore PRIMA E DOPO l’ intervento (2015)

Foto 26-27_ restauro campanile Chiesa di S. Maria Maggiore PRIMA E DOPO l’ intervento (2015) 22

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Foto 28-29_ restauro e consolidamento controfacciata Chiesa di S. Maria Maggiore PRIMA E DOPO l’ intervento (2015)

Foto 30-31_ pulitura e consolidamento Chiesa di S. Maria Maggiore PRIMA E DOPO l’ intervento (2015)

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B ELABORATI DI PROGETTO

B1- TIPOLOGIE DI INTERVENTO già realizzate - “simulazione” delle tipologie di intervento

Foto 32-33_ RABBOCCATURA LETTI DI MALTA, PRIMA E DOPO l’ intervento

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Progetto di restauro conservativo dei manufatti architettonici di Ninfa _Relazione Paesaggistica

Foto 34-35_ RECUPERO CROLLI D’ANGOLO, PRIMA E DOPO l’ intervento

Foto 36-37_ RESTAURO FESSURE STABILI, PRIMA E DOPO l’ intervento

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Foto 38 – restauro delle sommità: 1.pulizia dallla terra e rimozione pietre mobili; 2. posizionamento delle pietre e riempimento giunti di malta; 3. trattamento del giunto di malta stretto e sottosquadro al fine di curare il deflusso dell’acqua , PRIMA E DOPO l’ intervento

B1. PROGETTO

B1.1 Inquadramento area di progetto L’intervento è collocato al limite nord est del comune di Cisterna di Latina, al confine con i due comuni limitrofi di Norma e Sermoneta. Nella Carta d’Italia dell’I.G.M.: Foglio 158, ISE, Borgo Podgora e Foglio 159, IV SO, Sermoneta in scala 1:25.000 e nella Carta Tecnica Regionale 1:10.000, il settore interessato dall’intervento è chiaramente posto ai limiti della Pianura Pontina sotto le propaggini dei Monti Lepini su cui sorge l’abitato di Norma. Si riconosce il punto di passaggio morfologico tra la piana pontina e la ripida cinta calcarea, ai piedi dell’antico monte Mirteto, propaggine dei Lepini, su cui sorge Norma.

B1.2 Area di intervento I ruderi oggetto della presente proposta d’intervento sono 4 e sono localizzati in tre aree del giardino lungo il percorso di visita: 1) Copertura del Palazzo comunale della città di Ninfa (All. tav1) 2) Retro dell’abside della Chiesa di S. Maria Maggiore (All. tav1) 3) La dogana, in prossimità del Ponte del Macello (All. tav1) 4) Casa a schiera in prossimità della Chiesa di S. Maria Maggiore (All. tav1) Le aree di intervento risultano interne al Giardino di Ninfa, in prossimità del percorso di visita.

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Ninfa (Lt), planimetria della città con evidenziate le aree d’intervento

B1.3 Criteri metodologici Il presente progetto intende focalizzarsi sulla conservazione dei ruderi, nel pieno rispetto del rapporto simbiotico con il giardino. Il criterio del minimo intervento, dunque, è stato assunto come imperativo categorico. Il principio scelto è quello di tenere sempre presente nell’affrontare il progetto di restauro, e in particolare di consolidamento e di miglioramento statico, criteri di compatibilità con le strutture murarie e i materiali esistenti, nel rispetto delle peculiarità costruttive ed architettoniche antiche, nonché dello spirito del luogo. L’intervento non potrà prescindere dal forte carattere paesaggistico del manufatto parte di un complesso naturalistico unico nel suo genere. Dovrà essere, infatti, il più possibile contenuto nel rispetto dello spirito del luogo e dell’immagine del manufatto nel giardino, dovrà garantire la possibilità eventuale di rimuovere le aggiunte e le integrazioni introdotte, qualora si prospettassero, con il progredire delle tecnologie, soluzioni più adatte alla natura dell’edificio e allo stesso tempo dovrà essere realizzato con materiali idonei rispetto alla compatibilità fisico- chimica, in modo che ogni congiunzione tra vecchio e nuovo avvenga senza turbare l’equilibrio esistente. Inoltre ogni integrazione dovrà essere facilmente riconoscibile senza infrangere

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l’unità che si intende ricostituire, ossia essere invisibile a distanza, ma immediatamente riconoscibile da vicino. Particolare attenzione andrà posta al rapporto con la vegetazione che a Ninfa rappresenta, insieme principalmente all’azione degli agenti atmosferici, una delle maggiori componenti di degrado, tramite l’azione disgregante delle radici che spesso sono un tutt’uno con la muratura e che contribuiscono alla creazione di lesioni, dissesti e ad occultare le strutture di estremo interesse dal punto di vista storico-architettonico. D’altra parte la speciale simbiosi paesaggistica tra ruderi e natura è la principale caratteristica del sito, che dovrà quindi essere risolta con una accurata selezione delle specie vegetali non dannose, da poter accogliere al cospetto del monumento.

B1.4 Obiettivi L’obiettivo primario è la conservazione e la messa in sicurezza di alcuni dei principali ruderi collocati lungo il percorso di visita del giardino, ruderi che si trovano in uno stato di degrado avanzato, conseguenza di decenni di sporadica cura. I principali obiettivi possono essere sintetizzati come segue: a. rallentare il degrado in atto; b. la conservazione e la messa in sicurezza dei manufatti in oggetto; c. la valorizzazione dei manufatti, cruciali in termini paesaggistici e storici per l’antica città, ad oggi quasi completamente trascurati; d. innescare e favorire un circolo virtuoso di attenta manutenzione dei manufatti.

B1.5 Opere di progetto Gli interventi relativi i ruderi (area 2-3-4 )sono principalmente dedicati al restauro delle superfici murarie e al consolidamento delle murature, mentre l’intervento relativo il Palazzo Comunale (area1), consiste nel rifacimento e nell’ impermeabilizzazione di parte della copertura, quindi nello smontaggio della struttura esistente e nella sostituzione dell’orditura principale e secondaria, del pianellato e del manto di copertura laddove necessario.

a) Il trattamento delle superfici murarie

Per quanto riguarda le murature innanzitutto si prevedono delle operazioni di pulizia che dovranno essere condotte con la massima cautela. Si prevede poi la rimozione dei depositi superficiali incoerenti o parzialmente aderenti, con particolare attenzione alla fragilità dei materiali, quindi si prevede la rimozione degli arbusti e delle alberature radicati nelle murature, con l’accorgimento di non estirpare totalmente le radici quando queste sono insinuate in profondità. Si prevede poi la sarcitura di grosse lesioni strutturali da 2 a 5 cm di murature, mediante estrusione in profondità di malta premiscelata avente capacità espansiva senza potere di spinta e che garantisca il riempimento delle cavità senza fenomeni di ritiro in fase idraulica. La malta dovrà essere a base di leganti idraulici opportunamente addizionati e inerti impalpabili e a presa rapida per ridurre al minimo la fuoriuscita del materiale e le successive fasi di pulitura.

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Il colore dovrà essere grigio chiaro in modo da semplificare le operazioni di pulitura mediante lavaggio e/o spazzolatura. Si prevede la rimozione delle parti di malta di allettamento gravemente erose e/o decoese su superfici, successiva risarcitura e stilatura delle parti mancanti delle malte di allettamento con malta a base di legante idraulico miscelata con inerti mineralogicamente e cromaticamente simili agli originali, ma distinguibili, provenienti da coltivazioni della zona dove è situato il monumento . L'applicazione della malta di stuccatura verrà eseguita con spatolini metallici e la stilatura sarà puntuale e molto accurata. La malta verrà applicata se necessario in più strati successivi. Dopo un periodo di tempo sufficiente a consentire un primo indurimento dello strato finale ma prima del fine presa della malta, si provvederà alla spazzolatura a secco delle superfici con spazzole di saggina o metalliche al fine di porre in risalto l'aggregato, la sua dimensione e la sua specifica colorazione. Particolare cura dovrà essere posta nella individuazione della composizione e colorazione specifica della malta la cui cromia e granulometria dovrà uniformarsi, una volta applicata ed essiccata, alle diverse sfumature cromatiche e caratteristiche tessiturali presenti sulla muratura e dovute all'orientamento, all'esposizione, alla presenza di materiali dannosi e componenti diversi. L'intervento di stilatura dovrà essere eseguito senza sporcare le superfici lapidee o laterizie dei conci. Successivamente si prevede quindi la protezione e l’impermeabilizzazione delle creste murarie, con la sistemazione del bordo superiore con bozze e malta idraulica simili agli originali, montate a imitazione della cortina e del nucleo murario con l’accorgimento di conferire alla sommità la corretta inclinazione per evitare il ristagno delle acque piovane, evitando di conferire un’innaturale regolarità al profilo murario.

b) Il consolidamento strutturale

Come prima operazione si dovrà procedere alla puntellatura e alla messa in sicurezza delle parti a rischio crollo, poi si prevede la stuccatura delle fessurazioni e dei distacchi con reintegrazioni della malta mancante con malta a base di legante idraulico miscelata con inerti mineralogicamente e cromaticamente simili agli originali, ma distinguibili, e la ricostruzione di piccoli brani di muratura, laddove strettamente necessario per la stabilità dell’apparecchio, con le stesse bozze recuperate dai crolli. Si prevede la reintegrazione di lacune, in modo tale da per rendere l'intervento distinguibile: preventiva eliminazione degli eventuali residui nel foro, pulizia e lavaggio con acqua da residui e polvere; infilaggio in opera del concio con malta della stessa composizione di quelle antiche già esistenti, (di calce, sabbia e pozzolana) e messa in opera secondo gli spessori già esistenti, a sottosquadro rispetto al paramento originario, con stilatura dei giunti. Si prevedono quindi iniezioni con malta premiscelata a base di leganti idraulici e inerti impalpabili, pronta all’uso con solo l’aggiunta di acqua per consolidamento strutturale in profondità, per restituire compattezza alle strutture indebolite, con particolare attenzione all’esecuzione dei fori e al lavaggio del muro prima dell’esecuzione dell’iniezione.

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c) L’intervento di rifacimento della copertura del Palazzo Comunale

La copertura del Palazzo Comunale presenta uno stato di degrado e richiede un intervento di sostituzione dell’orditura lignea principale e secondaria del tetto, oltre che un intervento di impermeabilizzazione e di revisione e sostituzione del manto di copertura antico, laddove necessario. La copertura è stata suddivisa idealmente in tre parti, poiché presenta caratteristiche ed esigenze differenti: la copertura A si presenta a due falde, con struttura lignea e tavelloni, e si trova sopra gli ambienti delle stanze di Lelia Caetani; la copertura B, con struttura lignea e tavelloni , presenta un’unica falda ed è localizzata sopra l’ufficio dell’amministrazione del Giardino; la copertura C è in corrispondenza del salone di Roffredo, e richiede esclusivamente un intervento di revisione del manto di copertura. Nello specifico, nel caso della copertura A e B, si propone una struttura portante sempre lignea, garantendo così lo stesso peso e gli stessi valori di rigidezza in fase di sollecitazione della struttura e della muratura portante sottostante.

B

A C

Ninfa (Lt), foto aerea copertura Palazzo Comunale

B1.6 Elementi per la valutazione di compatibilita' paesaggistica

Paesaggio Potenziali effetti negativi Il progetto proposto è costituito da una serie di interventi che, come si è visto dai criteri metodologici, non comportano cambiamenti nello stato dei luoghi se non in funzione della valorizzazione dei manufatti storici presenti. Al fine di poter elaborare il progetto si è proceduto con operazioni propedeutiche di eliminazione della vegetazione spontanea, prettamente arbustiva, che ricopriva, a tratti completamente, i manufatti storici, occultandone la vista e pesando sulle strutture anche in modo distruttivo attraverso l’azione delle radici. Si è valutato tuttavia che in un contesto territoriale di estrema ricchezza ecologica e naturalistica, oltre che paesaggistica, ai margini di uno tra i più ricchi giardini al mondo, riconosciuto come monumento naturale e oasi faunistica, la fauna e la vegetazione possono trovare velocemente un nuovo equilibrio. Potenziali effetti positivi La valorizzazione e la messa in sicurezza di alcuni dei ruderi più significativi del giardino di Ninfa, che permette di rafforzare il quadro delle conoscenze sulla città dal punto di vista storico architettonico .

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Simulazione dello stato dei luoghi Al fine di illustrare lo stato dei luoghi a progetto terminato si rimanda alla consultazione della documentazione fotografica che riporta nella sezione STATO DI PROGETTO - ESEMPI DI RESTAURO GIA’ REALIZZATO, immagini relative il cantiere concluso di recente (2015), relativo il restauro della Chiesa di S. Maria Maggiore. Come si vede particolare attenzione è volta alla conservazione delle sagome e dei profili caratteristici dei manufatti di Ninfa, oltre che del tipico giunto di malta consumato in profondità, a concorrere allo speciale cromatismo tipico del luogo che si è cercato, in seguito a diverse prove (saggi di prova della lavorazione della malta in situ e prove di laboratorio della malta di restauro), di riprodurre. Il presente progetto, il cui intervento è rappresentato dalle fotografie suddette, si ritiene possa essere ben simulato con le immagini all’allegato B1, poichè sarà condotto con gli stessi criteri e i risultati saranno analoghi a quanto illustrato.

Previsione degli effetti delle trasformazioni La conservazione dello stato dei luoghi e dei manufatti è, come si è visto, alla base della filosofia del progetto. L’intervento prevede il mantenimento della morfologia attuale. Inoltre, sia la progettazione sia lo studio delle modalità di cantiere, sono state improntate alla riduzione degli impatti, in considerazione della sensibilità ambientale del contesto coinvolto. Si è considerata anche l’esigenza di arrecare il minor disturbo possibile al giardino e ai visitatori se il cantiere si protrarrà in periodo di visite al giardino. L’intervento non richiede opere di mitigazione visto il suo carattere prettamente conservativo.

C CONCLUSIONI Il progetto è compatibile dal punto di vista paesaggistico con le prescrizioni e i vincoli vigenti. In merito ai lavori previsti, si evidenzia che tali scelte rientrano nei criteri prescritti dalle norme di cui al PTPR. a. Tav. A35 – “Sistemi e ambiti di paesaggi”, riporta “Ville e giardini storici”, in rosso, per il giardino di Ninfa, oltre alle “Fasce di rispetto di coste lacuali e fluviali” sul fiume Ninfa, in un contesto territoriale circostante caratterizzato da “Paesaggio agrario naturale”, “Paesaggio agrario di rilevante valore”, verso valle e di “Paesaggio naturale” verso i Lepini. Si notano a nord e a sud i centri storici di Norma e Sermoneta “Paesaggio dei centri e Nuclei Storici con relativa fascia di rispetto di 150 metri”; b. Tav. B35 – “Beni paesaggistici – immobili e aree di notevole interesse pubblico”, riporta, con campitura rossa, per l’area circostante l’oggetto dell’intervento, prescrizioni come bene paesaggistico “lett. c) e d) beni di insieme: vaste località con valore estetico tradizionale, bellezze panoramiche” ai sensi dell’art. 136 del D.lgs 42/04; aree tutelate per legge:

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“b) costa dei laghi; c) corsi delle acque pubbliche” e “f) parchi e riserve naturali”, campitura verde per Ninfa e il limite del Monumento Naturale.

Secondo la normativa, nelle aree classificate dal PTPR, Capo II, art.30 delle Norme “Parchi, ville e giardini storici”, Tab. A, tra gli obiettivi di qualità paesistica la tutela è volta al “mantenimento e conservazione del patrimonio culturale e architettonico storico”, che è l’obiettivo del presente progetto. Nessuna delle componenti indicate come fattori di rischio e elementi di vulnerabilità del paesaggio viene infatti in alcun modo danneggiata, piuttosto valorizzata: • Modificazioni della morfologia dei luoghi • Modificazione della compagine vegetale • Deterioramento dei manufatti e delle varietà botaniche • Modificazioni dell’assetto percettivo, scenico e panoramico • Eliminazione delle relazioni visive, storico-culturali, simboliche

Alla luce della normativa e di quanto descritto, l’intervento proposto, per natura e caratteristiche, ha proprio l’obiettivo di tutelare e conservare i manufatti architettonici e valorizzare il loro ruolo tra giardino e paesaggio. Come rappresentato dalla documentazione completa allegata alla richiesta, inoltre, considerato nel suo insieme, non reca pregiudizio per la tutela dell'ambiente, così come previsto dal D.lgs 42/2004, e dai vincoli imposti sul territorio comunale di Cisterna di Latina, in quanto opera nel massimo rispetto delle peculiarità e sensibilità naturalistiche e paesaggistiche dello stato esistente. La compatibilità rispetto ai valori paesaggistici riconosciuti dal vincolo e alle finalità di tutela e miglioramento della qualità del paesaggio individuati dalla dichiarazione di interesse pubblico è completamente rispettata dall’intervento previsto in quanto l’intervento: - non prevede elementi estranei al paesaggio agricolo a forte componente naturale perché si mantiene lo stato di fatto; - non prevede volumetrie aggiuntive tali da modificare l’aspetto percettivo, scenico e panoramico dei manufatti; - non prevede alcuna modificazione ai caratteri tipologici, dei materiali, dei colori e costruttivi. Il progetto appare dunque congruo con i criteri di gestione dell’area, indicati dalla dichiarazione di notevole interesse pubblico, in quanto lo stesso è compatibile sotto il profilo delle motivazioni contenute nella dichiarazione di imposizione del vincolo paesistico, con esecuzione di opere compatibili con la “conservazione e fruizione del paesaggio storico e archeologico”. In conclusione l’intervento è compatibile dal punto di vista paesaggistico in quanto l’intervento non modifica in nessun modo, se non valorizzandolo, lo stato dei luoghi, come risulta in allegato B1.

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Latina, 30-07-2019 il progettista

Arch. Elisabetta Ricci

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