18

LLEANA SCHIPANI MARTA CHINCARTNT

Studio di un biotopo lungo il fiume () tra esigenze di conservazione della biodiversità e gestione del rischio idraulico

Introduzione il pm In fretta possibile, si è dimostrato ambientalmente insostenibile (BROO KES , Gli ambienti acq uati ci sono tra i pill mi ­ 1988). nacciati al mondo perché soggetti a conti­ Anche nel nostro Paese è stato ormai ri­ nue alterazioni, quali il sovrasfruttamento conosciuto che occorre affrontare il tema della ri sors a idrica, la perdita di habi tat, dell'assetto dci corsi d'acqua e del territorio l'inquinamento e l'invas ione incontro 11 ata con un approccio di tipo integrato e multi­ di specie esotiche, solo per citarne alcune obiettivo , considerando cioè contemporane­ (MALMQVIST E RUNDLE, 2002). Ecosistemi e amente, oltre ag li aspetti ambientali , anche specie continuano a scomparire a velocità quelli geomorfo logici ed idraulici (CTRF, allarmanti (JENKI NS, 2003) ed è urgente met­ 2006). tere in campo azioni mirate ed efficaci, se si In questo lavoro viene presentato un caso vuole contrastare e invert ire la loro tenden­ di studio in cui ci si è confrontati con alcu­ za al declino. ne delle problematiche appena descritte. Lo A partire dagli anni '90 sono stati svi­ studio, da ClÙ è stato estrapolato il lavoro luppati in Europa strumenti nonnativi fo n­ qui presentato, è nato dall'esigenza di re­ damentali per assicurare la conservazione cuperare e tutelare un biotopo - un tratto di e il ripri stino di habitat, specie ed ecosiste­ corso d'acqua con la sua pianura allu viona­ mi acquatici. Tra essi, la Direttiva Habitat le - e di misurarsi al contempo con l'annoso (43/92/CE) e la Direttiva Quadro sull e Ac­ problema del ri schio idraulico cui è sotto­ que (2000/60/CE) hanno rappresentato una posta l'area, individuando, in via preli min a­ svolta storica nelle politiche ambientali del­ re, possibili altern ative di gestione dell'am­ la Comunità Europea. biente flu viale (SCHI PANI et al., 2007). Tuttavia, tali politiche potranno trovare Al fine di evidenziare gli aspetti salienti un'effi cace attuazione solo se la gesti one emersi dallo studio, sebbene nell 'area di in­ dei corsi d'acqua si mi surerà in modo inno­ teresse siano state condotte analisi ambien­ vativo con altre esigenze, in particolare con tali ad ampi o spettro, nel presente contribu­ quella riguardante la mitigazione del ri schi o to si concentra l' attenzione sull e indagini idrauli co. inerenti il comparto ftoristico-vegetazionale L' approccio "classico" al rischio idrau­ e si propone un ragionamento circa le mo­ lico che si è consolidato negli ultimi due dalità di gesti one del corso d'acqua sulla secoli, ispirato all'idea di contenere le pie­ base dell e valutazioni ed ipotesi maturate ne entro argini stretti e allontanare l' acqua nel corso dell e ricerche. 19

Area di studio siane ecologica con il territorio circostante (s iepi , filari, boschetti, rete irrigua, ecc.). Il caso di studio qui presentato si inserisce In figura 1 sono riportati i confini del bio­ nel contesto territoriale della Valle Peligna, in topo analizzato, esteso per circa 70 ha: esso Abruzzo, un'area dalla tipica morfologia di è situato tra le località Cm'aieta e Capo Ca­ conca intermontana, circondata dai massicci nale, che ne costituiscono rispettivamente montuosi carbonatici appenninici ed incisa la porzione settentrionale e meridionale; ad dai fiumi Velia, Gizio, Sagittario ed Aterno. occidente, fa da confine naturale il versante La valle è caratterizzata da una diffusa pre­ di raccordo tra la pianura alluvionale attual­ senza antropica, ma custodisce ancora ampie mente incisa dal fiume e quella originaria; porzioni di territorio di interesse ambientale~ ad oriente, il limite dell 'area è segnato dal tra queste, va certamente menzionato il bio­ percorso stradale che lambisce il margine topo ubicato nel Comune di (AQ), della pianura. ltlngo il corso del fiume Sagittario. Nell'estremo sud-orientale dell' area rica­ L'area studiata comprende un tratto di de una porzione del SIC 117 110097 Fiumi ca. 2 km di corso d'acqua e, in sinistra idro­ Giardino Sagittario Aterno Sorgenti del Pe­ grafica, una vasta porzione di pianura allu­ scara, comprendente un tratto del corso del vionale; quest'ultima si caratterizza per la Sagittario ed una zona umida ad esso ad ia­ presenza di ambienti peculiari, quali zone cente. umide e lembi di bosco ripario di interesse L'assetto morfologico del fiume Sagit­ naturalistico, in un paesaggio rurale che ha tario in Valle Peligna è completamente ar­ conservato importanti elementi di connes- tificiale sin da epoca storica: il tracciato e

Carta di uso del suolo e della vegetazione

DC .~_•• _ (._...... _ ...... , _ ... . C~ ...... '· cOl D ... · ....' ....• .. ,· I'..~ ...,_ .. .Ii·.""'" ...... ~'.<\o ,...... ,'.,...... ~ Il.'...... , ••'''', ...... ,, , ::':;,'::::"'" " ...... <\ou ...... " ...... ·.,...... '! ...... , ...... o<".~ .... '"IIo.' ... ..", ...... n·...... ,.,, "' ...... "".v ....._ . __ ....._,

Fig. l . Carta di uso del suolo dell 'area indagata, riportante i confini e le tipologie di vegetazione naturale, seminaturale ed antropica rilevate durante l'attività di campo. 20

la configurazione dell'alveo sono stati pro­ È stata inoltre effettuata una ri cognizione fondamente modificati a partire dal ISSO, in di dettaglio delle informazioni ri guardanti concomitanza delJa costruzione della linea il fiume Sagittario, corredando il set di dati felToviaria Pescara-. ambientali con analisi della pianificazione Alla contemporanea presenza su l terri­ territoriale e delle trasformazioni socio­ tono di caratteristiche ambientali peculiari economiche av venute nel comprensorio nel e di un contesto antropico importante so no secolo scorso. ovviamente associate esigenze diverse: da Unitamente a tali approfondimenti cono­ un lato, la necessità di tutelare aree di ele­ scitivi, le indagini di campo han no permes­ vato pregio ambientale in cui è compre­ so di: so anche un Sito della Rete Natura 2000; va lutare qualitativamente le interferenze dall'altro, la richiesta di continui interventi provocate sul comparto abiotico e bioti­ di manutenzione idraulica sul fiume Sagit­ co dagli interventi di manutenzione or­ tario per la "messa in sicurezza" di impor­ dinaria delle opere idrauliche effettuati tanti infrastrutture viari e e ferroviarie. Ne periodicamente sul Sagittario; consegue la difficoltà di coniugare obiettivi • formulare proposte gestionali per il trat­ diversi e che rischiano di entrare in conflit­ to di fiume indagato c per le aree ad esso to: la manutenzione idraulica del fiume Sa­ limitrofe; gittario provoca inevitabilmente impatti fisi­ sviluppare un ' ipotesi progettuale per ci e biologici sul corso d'acqua e sulle aree affrontare in modo integrato i problemi perilluviali; la protezione e il ripristino di della tutela dell'ecosistema fluviale e del questi ultimi, e, ancor di più la salvaguardia ri schio idraulico. del SIC, richiederebbe per contro, modalità di gestione difficilmente compatibili con le opere idrauliche esistenti. Risultati

Ambiente fluviale Metodi L'assetto morfologico del Sagittario nel Nella fase preliminare del lavoro sono tratto di studio ha subito profonde trasfor­ stati sistematizzati dati e studi pregressi mazioni nel tempo: il tracciato è stato de­ riguardanti la Valle del Sagittano nel terri­ viato e spostato dalla sua sede naturale a torio peligna e reperite infolmazioni e te­ partire dalla line deIl'SOO, l'alveo è stato stimonianze storiche riguardanti il sistema rettifi cato e la sezione resa artificiale con rurale e gli usi dell 'acqua nel territorio. presenza di argini e difese spondali. Nell'at­ La fase di analisi vera e propria è con­ traversamento dell 'area, il fondo della se­ sistita in una sene di sopralluoghi effettuati zione dell'alveo risulta in parte pensile, con nel periodo primaverile-estivo del 2007; in argini sopraelevati fino a 3-4 m, in parte particolare sono stati reali zzati: completamente in cassato ne] piano di cam­ elenco fl oristica dell' area di studio; pagna. • transetti della vegetazione nelle princi­ Per contro, e quasi paradossalmente, il pali fo rm azioni del biotopo per eviden­ SIC 117 Il 0097 che comprende questo trat­ ziare le variazioni di composizione e dj to di Sagittario e una zona umida ad esso smutura della vegetazione lungo i gra­ adiacente, è caratterizzato da lIna notevole dienti influenzati sia da fattori naturalj varietà di habitat e di specie, influenzati cer­ sia da fattoli antropi ci; tamente daJl'elevata eterogeneità am bien­ • rilievi fitosociologici, al fine di Cat·alle­ tale e ricchezza di ri sorse idriche, tra corsi rizzare le si tuazionj più significati ve; d'acqua e sorgenti, che contraddistinguono carta degli habitat e degli usi del suolo il territorio peligno. presenti nell'area su base cartografica e Questo tratto di fiume, così come gran con l'ausi li o di ortofoto. parte dell'asta flu viale del Sagittario nella 21

piana peligna, è stato indicato come tratto di dilavamento del territorio; la perdita del­ a rischio R3-R4 (da elevato a molto elevato) la varietà di habitat in alveo (buche, raschi, su ll a base della perimetrazione delle aree barre, ecc); la ridotta scabrezza e l'accele­ a rischio idraulico effettuata dalla Regio­ razione della corri vazione delle acque con ne Abruzzo (in applicazione dell a legge n. conseguente incremento dei picchi di piena 267/(998). Per questi motivi, periodicamen­ ( P ETERSEN el al., 1992). te, vengono realizzati sul fiume interventi di Sulla base delle osservazioni raccolte in sistemazione dell'alveo con l'obiettivo di campo, il taglio e l'eradicazione della vege­ ripristinarne la sezione idraulica ed impedi­ tazione riparia sono state totali (fig. 2), con re pericoli di inondazioni o allagamenti di probabili drammatiche ripercussioni sulla importanti infrastrutture. funzionalità flu viale e sulle specie presenti Anche recentemente (anno 2006/2007) nel src. Se l'identificazione delle interfe­ il tratto di Sagittario in esame è stato inte­ renze sulla vegetazione è più immediata ed ressa to da lavori di manutenzione idraulica, oggettiva, più complessa è la valu tazione consistiti sostanzialmente nella "ripulitura" delle alterazioni sulla componente faunisti­ e riprofilatura della sezione d'alveo attra­ ca. In linea generale, alla distruzione della verso il rifacimento di protezioni spondali fascia ripari a è associata la compromissio­ (gabbionate e scogliere) e l'asportazione dei ne della funzionalità del conidoio fluviale, detriti legnosi, cui si è associato il taglio a che rappresenta un complesso di aree ri ­ raso della vegetazione arborea ed arbustiva. fugiali per mlcromall1111iferi, uccelli ed in ­ Oltre alla perdita di integrità ambientale setti (GREGORY et al., 1991). L'interruzione avvenuta con le modifiche imposte ormai del corridoio innesca inoltre un processo di da lungo tempo al corso d'acqua, tali inter­ frammentazione degli habitat che porta di venti, attuati sistematicamente, comportano norma alla segregazione di popolazioni ani­ ulteriori drastiche conseguenze ecologico­ ma li in piccolc aree disgiunte e inten·ompe funzionali sul comparto biotico, tra cui il flu sso genico tra popolazioni. L'aumento vanno ricordate: la riduzione della stabilità dell 'i,Taggiamento solare e il conseguente delle sponde e del controllo dei fenome­ incremento termico, dovutl alla scomparsa ni erosivi; la riduzione degli apporti di so­ della vegetazione ripari a, possono compor­ stanza organica; l'eliminazione di rifugi per tare significative variazioni giornaliere di l' ittiofauna; la perdita della capacità di filtro temperatura a danno delle specie animali delle fasce riparie nei confronti delle acque stenoterme. La ripulitura dell 'alveo, inol-

Fig. 2 - Confronto tra la si tua 7.ionc con spontaneo sviluppo della vege ta zione riparia (sinistra) e quella che si presenta dopo gli interventi cosiddetti di "pulizia dell 'al veo" (destra). Vis11l del fiume Sagittario dal ponte tlella S.S. 5 TibUl1ina-Yaleria presso Corlìnio (AQ). 22

tre, con asportazione del detrito leg noso e antropico presentano percentuali non molto rimaneggiamento del fondo, può determina­ elevate rispetto a contesti terri toriali simili. re l'alterazione dell a composizione e della Nell'area non sono state rilevate specie sO'uttura delle comunità macrobentoniche endemiche e neppure specie protette ad e iporreiche fluviali (GILBERT, 1994). Attra­ esclusione di Ruscus aeulealus, rinvenu­ verso tali operazioni vengono al contempo to sporadicamente. Numerose sono però eliminati raschi e pozze, superfici ghi aiose e le specie d'interesse conservazlonistico; è anfratti spondali, tutti habitat preziosi per la noto, infatti , come ormai le zone umide sia­ fauna ittica (J UNGWIRTH et al., 1993). no sempre più rarefatte, soprattutto a causa delle trasformazioni antropiche. Pertanto il corteggio di specie che le accompagna flora e vegetazione risu lta costituito generalmente da specie L'elenco flori stica ottenu to è composto altrettanto rare e minacciate. Tra le specie di 152 specie; sono stati reali zzati lo spet­ igrofile ed acquatiche del sito d'indagine tro biologico e corologico, oltre ad alcuni le più significative, oltre alle arboree Alnus spettri di valutazione in base ad indici au­ glutinosa e Populus alba e all 'arbustiva Vi­ toecologici (umidità e tenore in nutrienti nel burnum opulus, sono le erbacee: Iris pseu­ terreno). Emerge nel complesso una buona daearus, Alisma plal1taga-aquatica, Typha qualità della vegetazione, testimoniata ad latifolia, Carex acutiformis, Carex pene/ula, esempio dall'alta percentuale di geofite e di Carex riparia, Veronica anagallis-aquatica, igrofile e dalla discreta percentuale di spe­ luneus artieLllalus, oltre ad altre specie più cie idrofite; le specie indicatrici di disturbo comuni come Filipendula a/maria, Apium

TRANSETTO 2 - località Capo Canale

.-fiume

ronr::o mare.

A-1O-11m A1-1D-11 m C-10·11 m C1-13-14 m D - 5-6m E

Spe<:ie prindpall e caratterizzanti riportate nel transetto: 5 a-Salixalba A9 - Alnus glutiMsa 5 n - Sambucus nigra Cm - ùataegus mcoogyna l v -ligustrum vulgare Ee - Etmymus europaeus C5 - Coroos sanguinea Ud-l..IrOCadioKa Hh - Hederil heIix R- Ra""""" lanugilasus Et - E1juisetum telmateja Ca - Carex acutiformis S- Scrophularia umbrosa Cp - Carex peodula Ap-.o.go,xxm ~ AP - Petasites hybridus

Fig. 3 - Esempio di transelto realizzato nella porzione meglio conservata dell'ontaneta; emerge la composizione e la struttu­ ra della vegetazione e l'esistenza di un gradiente idrico in relazione alla distanza dal fiume. 23

llodiflorum, Lysimachia vulgaris, Scrophu­ Phragmites australis tra un campo e l'al­ laria umbrosa, Eupatorium cannabinum, tro, lungo le linee di divisione. Essi sono GaliWll elongatum e alcuni equiseti (Equi­ quasi sempre monospecifici e molto fitti, setum telmateja, Equisetum hyemale, Equi­ sviluppati lungo la rete di fossati o canali setum ramosissimum, Equisetwn alflense). presenti tra i campi. Da interviste effettua­ Generalmente le zone umide sono mol­ te alla popolazione locale si è appreso che to vulnerabili all'invasione di specie esoti­ un tempo il canneto era molto più diffuso che o avventizie naturalizzate, che sfrutta­ e che tali filari rappresentano oggi quanto no la disponibilità idrica e di nutrienti per rimasto in seguito all 'asportazione del can­ diffondersi notevolmente a scapito di altre neto dalle superfici da coltivare; sono sta­ specie autoctone. Fortunatamente il sito di ti lasciati in posto al fine di delimitare le indagine si presenta abbastanza povero di proprietà, poiché la loro eradicazione non specie esotiche; tuttavia, vi sono alcuni casi risultava conveniente. di specie alloctone e soprattutto sinantro­ piche (ruderali, nitrofile, ecc.) relativamen­ Ontaneta te diffuse nell' area, concentrate nelle zone È la formazione certamente più interes­ maggiormente rimaneggiate e più "mar­ ginali" (ai bordi delle strade, ecc.). Nello sante dal punto di vista ftoristico-vegeta­ zionale, degna di azioni di conservazione strato arboreo, le principah specie esotiche sono Robinia pseudoacacia e Ailanthus al­ e in grado da sola di giustificare un prov­ tissùna, diffnse soprattutto lungo il corso vedimento di tutela ambientale dell'area. È d'acqua. Tra le erbacee, sono presenti, tra le bene ricordare come le formazioni ad on­ altre, alcune specie legate alla vegetazione tana (Alnus glutinosa), sia residuali sia di di margine, ruderale e alle coltivazioni: ad origine più recente, siano da considerarsi esempio Helianthus tuberosus, Amaranthus habitat prioritario ai sensi della Direttiva retroflexus, Artemisia verlotorum. Habitat (codice 9IEO), foreste alluviona­ T transetti e i rilievi eseguiti hanno per­ li di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior, messo di caratterizzare i diversi stadi del inquadrabili nell'Alno-Padion, Alnivn in­ gradiente meso-igrofilo presente in alcune canae o Sa/icion albae). Finora non erano parti del biotopo, in particolare le ontanete state segnalate e cartografate all'interno del (fig. 3). È stata inoltre realizzata una carta SIC nel quale l'area di indagine è parzial­ dell' uso del suolo e della vegetazione pre­ mente compresa. sente (fig. I); ci si limita qui a riportare una L'ontaneta principale è quella rappresen­ sintetica descrizione di alcune tipologie di tata in figura 4; nelle porzioni più strutturale vegetazione naturale o seminatura1e ntenute si accompagna ad un sotto bosco a magno­ di maggiore interesse. cariceto (dominato da Cara acutifvrmis); taLi formazioni non manifestano di per sé Filari un'elevata biodiversità complessiva (intesa La maggior parte dei filari presenti è rap­ come numero di specie totali), ma sono im­ presentata da file di salici bianchi, spesso portanti per l'abbondanza e la rarità di spe­ capitozzati e piuttosto bassi, a intervalli re­ cie igrofile, oltre che affascinanti dal punto golari più o meno radi. Negli strati inferiori di vista estetico. Dalle interviste effettuate è (arbustivo ed erbaceo) si possono incontrare emerso che tali formazioni ad ontano nero specie igrofile abbastanza comuni e/o spe­ sono relativamente recenti sul territorio di cie sinantropiche, nei casi più complessi e Corfinio: non più di 50 anni fa, infatti, quei strutturati anche specie igrofile più rare e di terreni a ridosso del fiume Sagittario erano un certo interesse. ancora coltivati. A partire dagli anni '60, con l'abbandono progressivo delle colture, Filari erbacei a Phragmites si è insediato molto velocemente i I bosco ad Una peculiarità dell 'area di indagine ontano nero. è la presenza di bordure/filari erbacei a 11 nucleo principale di ontaneta appare 24

siti in cui domina ancora l'ontano nero ad altri in cui co-dominano o dominano altre essenze come il sali ce bianco e il pioppo. Complessivamente lo strato arboreo è dominato da Aillus glutinosa o da Salix alba e Populus canadensis, in molti casi si trova anche freq uen temente l'olmo (UI­ mus minor) e qualche esemplare giovane di roverella (QuerclIs pubescells); sono stati rilevati anche piccoli gruppi di pioppo bianco (Populu", alba) . Lo strato arbustivo è ricco di specie e generalmente abbas tanza sviluppato, al contrario di quanto avviene nell' ontaneta più pura, con C01'nus sangui­ Fig. 4 - Porzione di onlanela con magnocariceto sotto­ stante, rilevata nel tran setto n. 2. nea, Euonymus europaeus, Sambueus nigra, Crataegus monogyna, Ligustrum vulgare, raro Vib urnul11 opulus e abbondan te Rubus sp. Frequenti sono anche le Iianose, come oggi abbastanza ben conservato e poco ili­ Clematis vitalba, Hl/Inulus lupulus e Bryo­ sturbato; probabilmente non è attualmente nia dioica. Lo strato erbaceo è solitamente oggetto di tagli né di altre forme di utiliz­ dominato da un tappeto d'edera (Hedera zo, grazie anche alla posizione più protet­ he/ix), accompagnata da altre specie meso­ ta rispetto ad altre formazioni più accessi ­ igrofile come Arwn ilalieunI, Ranullculus bili. La composizione specifica di questa lanuginosus; laddove vi è maggior accumu­ ontaneta, ed in particolare l'abbondanza lo di nutrienti e maggior disturbo antropico di Carex acutiformis nello strato erbaceo, si trovano U rlica dioica, Alliaria petiolala, può richiamare l'associazione del Carex Galium aparine ed Equisetwn telmateja; aClltifonnis-Alnetwn glutinosae dell 'Euro­ all'ombra degli ontani e nei mi croavvalla­ pa orientale (Soò, 1973), citata da Pifone menti del terreno, ricompaiono le specie et al. (1997) come possibile att.ribu zione propriamente igrofile, in parti colare Carex di alcuni lembi ili ontaneta dell a Valle Peli­ pelIdula, oppure Pe/asi/es hybridus, Eupa­ gna. Le ontanete più mescolate ad altri ele­ toriwn cannabinum, Cucubalus baccife/; menti , anche mesofi li, riportate di seglùto, Carex acutifarmis. In queste formazioni il sembrano invece ri cordare maggiormente terreno è soli tamente meno paludoso e più l'Aro italici-Alnetum glutinosae (G AFTA E asciutto, anche se con oscillazioni della PEOROTTI, 1995) che descrive le ontanete falda che giustificano la presenza di specie appenniniche ad antano nero come carat­ igrofile. Complessivamente vi è un maggior teri zzate da una maggiore diversificazione apporto di specie mesofile e mesoigrofile ri­ delle specie in tutti gli strati e dalla presen­ spetto alle igrofile pure, forse anche a causa za di altre specie erbacee come Arum itali­ della maggior distanza dal fiume. cum e RanuncuLus. Vegetazione riparia Formazioni arboreo-arbustive igrojile rniSle La vegetazione riparia del fiume Sagitta­ In questa categori a sono riunite la mag­ rio presenta alcune problematiche peculiari; gior parte delle altre fo rmazioni arboreo­ nel tratto di fiume ricadente nel biotopo i re­ arbustive, limitrofe alle ontanete più pure o centi interventi di contenimento del rischio distri bnite in prossimità del fiume Sagitta­ idraulico hanno causato l'asportazione dell a rio. Sono state distinte e raggruppate insie­ vegetazione ri paria; si è venuta così a creare me perché rappresentano vegetazioni fo re­ un 'ulteriore interruzione spaziale ed ecolo­ stali di origine ancora più recente: insieme gica tra l'alveo e le aree alluvionali (con i ad individui arborei più giovani, si alternano loro boschi ) circostanti , discontinuità ag- 25 gravata dalla presenza di argini che corro­ longitudina!e e laterale, il rapporto con la no lungo l'intera asta fluviale. Tipicamente, piana. Inoltre, la pesante opera di artificia­ negli anni che seguono agli interventi di lizzazione subita dal corso d'acqua ha oggi "pulizia della vegetazione" a fini idraulici, implicazioni notevoli per la sua gestione il fiume SCotTe praticamente privo di una fa­ dal punto di vista idraulico ed ambientale. scia riparia, con vegetazione costituita pre­ Prima dei recenti interventi di manutenzio­ valentemente dal solo strato erbaceo, domi­ ne idraulica, era in atto una dinamica che, nato da specie pioniere e ruderali, favorite seppur all'interno di un alveo artificiale, nel loro in sediamento dal terreno nudo la­ aveva portato all'innesco di alcuni processi sciato dagli interventi. Nello strato erbaceo (es. formazione della sequenza di buche e dominano tra gli altri Artemisia verlotaruln, raschi) e allo sviluppo di strutture idonee ai Chenopodium spp., Saponaria officinalis, cicli vitali delle comunità biologiche (ete­ Lactuca seriola, Agropyron repens, Verbena rogeneità del substrato, accumuli di detriti officil1alis, oltre a Vrfica dioica, Calystegia legnosi). Gli interventi eseguiti hanno eli­ sepium, Humulus lupulus. Tali macchie di minato i processi flu viali che erano in atto e specie erbacee non costituiscono una ve­ di strutto le strutture riparie e interne all'al­ getazione omogenea ma sono soggette a veo, con pesanti interferenze sugli habitat e micro-fattori locali, come la disponihilità di sulle specie. nutrienti , di acqua, la quantità di sabbie nel A fronte di danni ambientali consistenti e terreno, ecc. Nello strato arbustivo si trova di investimenti pubblici notevoli, il reiterar­ praticamente solo rovo (Rubus sp.), oltre ad si degll interventi di manutenzione idraulica esemplari giovani di Robinia pseudoacacia non sembra finora aver risolto né migliora­ e di Ailanthlls altissima, specie eliofile e to, se non parzialmente (per un temporaneo pioniere. L'interruzione ecologica non av­ aumento della sezione di deflusso), la con­ viene solamente tra l'argine del nume e le dizione di ri schio formazioni boschive nel piano di campagna Per quanto riguarda la piana alluviona­ sottostante, ma anche nell' area strettamente le, nel complesso l'area presenta un'este­ riparia. A causa infatti della presenza di di­ sa matrice agricola ed antropizzata; anche fese spondali, nella sottile fascia ecotonale laddove sono presenti formazioni boschive, a ridosso del fiume, riescono ad instaurarsi queste sono di origine relativamente recente solo alcune specie igrofile, soprattutto erba­ e presentano ancora alcune influenze deri­ cee (ad es. Polygol1um persicaria, Lythrum vanti dall'uso del suolo cui erano vocati i salicaria, Ellpatorium cannabinll1n, Sola­ teneni in precedenza. Ciò nonostante, sono num dulcamara, Bidens tripartita e persino presenti alcuni elementi di indubbio interes­ Vemnica anagallis-aquatica) ma non riesce se naturalistico e conservazionisti co, sia a a svilupparsi un gradiente vegetazionale più livello di specie che a livello di habitat, ad completo esteso dalla riva all'argine. esempio un nucleo ben conservato di onta­ neta e altre formazioni igrofile miste con 11 loro corteggio tipico di specie. Discussione e proposte gestionali Inoltt'e, le specie esotiche e sinantropiche presenti non costituiscono per ora un pro­ TI biotopo studiato vanta presenze natura­ blema diffuso e possono essere facilmente listiche degne di nota, ma è afflitto da alcu­ controllate attraverso interventi gestionali ne importanti criticità ambientali, a causa di relativamente semplici. alterazioni significative degli habitat natura­ Il problema principale dell'area, invece, li avvenute sin da epoca stori ca. Nel fiume dal punto di vista vegetazionale, è la man­ Sagittario risultano modificate da tempo le canza totale di una fascia riparia a ridosso condizioni abiotiche primarie indispensa­ del fiume Sagittario, che rimane ecologi­ bili al sostentamento delle comunità biolo­ camente isolato dal contesto circostante; giche, quali l'equilibrio geomorfologico, la la presenza dell'alveo pensile e di argini connessione fiume-acquifero, la continuità crea un notevole distacco dalle formazio- 26

ni boschive, ontanete ed igrofile miste, Gli ma procedere a operazioni di ceduazio­ stessl boschi igrofili presenti nell'area non ne o potatura); sembrano essere "alimentati" dal corso • possibilità di inserimento di strutture in d'acqua, ma da appOlti idrici di falda, Essi alveo volte a migliorare l'idoneità di ha­ inoltre rappresentano stadi già piuttosto bitat per le comunità biologiche (deflet­ evoluti della serie dinamica delle zone utni­ tori di corrente, massi sparsi e cumuli di de, cioè legati ad un interramento piuttosto tt'onchi ancorati in alveo). avanzato; ne è testimone la ricchezza di ele­ Per quanto riguarda il resto del biotopo si menti mesofili, soprattutto nel1e formazioni potrebbero ipotizzare, valutando opportune arboreo-arbustive igrofile miste. Sembrano localizzazioni e tempistica: mancare gli stadi meno evoluti della serie • interventi di "ringiovanimento" del1e dinamica di progressivo interramento del­ aree umide (ad es., attraverso escavazio­ le zone umide: non sono presenti specchi ni localizzate), al fine di ricostituire al ­ d'acqua liberi con il loro tipico accompa­ cuni stadi della serie umida in gran parte gnamento di piante galleggianti, sommerse assenti o poco rappresentati nell' area; o radicanti al fondo, né fragmiteti o tifeti o • interventi di contenimento della vegeta­ canceti privi di coperture arboreo-arbustive. zione sinantropica ed esotica; Lo stato attuale sembra indicare, quindi , un interventi di riqualificazione della rete di progressivo prosciugamento dell'area che siepi e filari attualmente esistente lungo potrebbe condurre in tempi brevi anche alla i fossi e i campi. scomparsa di alcuni habitat e specie d' inte­ resse, anche se per verificare tale ipotesi oc­ correrebbe approfondire maggiormente gli Un 'ipotesi progettuale per il Sagittario aspetti idrogeologici, Per poter affrontare le problematiche de­ scritte per il fiume Sagittario è necessario ripensare in modo completamente diverso il Prime indicazioni gestionali per il biotopo suo assetto fisico: in particolare, ai fini del­ L'alveo del Sagittario, con sezione ridotta la riduzione del rischio idraulico e del mi­ e artificiale e soggetto a continui interventi glioramento delle condizioni ecologiche del di manutenzione idraulica, rende assai limi­ corso d'acqua, è indi spensabile recuperare tate, allo stato attuale, le opzioni di gestione spazi da destinare alla laminazione dei pic­ dell'ambiente fluviale. Ad esempio, sarebbe chi di piena, individuando aree della piana poco sensato progettare interventi di inge­ che si prestano a fungere da bacini di invaso gneria naturalistica per la ricostituzione della delle acque di piena. vegetazione di ripa, quali la messa a dimora Ciò consentirebbe al contempo di con­ di talee di salice negli argini, quando l'ado­ tribuire efficacemente alla mitigazione del zione di tali soluzioni tecniche risulterebbe rischio idraulico e di innescare dinamiche in contrasto con l'ordinaria manutenzione evolutive di primaria importanza per il man­ idraulica. A nostro avviso, per il fiume Sa­ tenimento degli aspetti idromorfologici e gittario, in questo tratto, oggi sono possibili biologici del corso d'acqua e delle aree ad solo interventi Iim.itati, volti a migliorare, nei esso adiacenti. limiti del possibile, la funzionalità fluviale. Si tratta ovviamente di un'ipotesi proget­ Essi si riducono esclusivamente al1e: tuale da sottoporre ad opportuna analisi di • modalità di gestione della vegetazione fattibilità (i n particolare per la compatibilità riparia che si sviluppa naturalmente su­ idraulica) e che prevedrebbe una serie di in­ gli argini (effettuare tagli selettivi dei terventi arditi, quali: soli esemplari che costituiscono un ef­ l'eliminazione della pensilità d' alveo at­ fettivo pericolo; preservare la continuità traverso operazioni di dragaggio volte a delle formazioni arbustive tenacemente ricongiungere il profilo longitudinale del radicate e flessibili al passare della pie­ corso d'acqua ri spetto al tronco a monte na; non rimuovere gli apparati radicali, e a valle; 27

la demolizione degli argini esistenti per alla ricerca di un nuovo punto d'equilibrio ricostituire il gradiente trasversale tra tra esigenze diversificate. In quest'ottica è il corso d'acqua, le sponde e la piana stata formulata un'ipotesi progettuale per inondabile e garantire libertà di movi­ il caso studiato che vuole rappresentare un mento al corso d'acqua entro uno spa­ primo tentativo teso al raggiullgimento di zio ben definito; un rapporto armonioso tra la conservazio­ la localizzazione e la costruzione deUe ne degli habitat e delle specie e l'uso so­ opere necessarie al funzionamento del ­ stenibile del territorio. la vasca di laminazione naturale (soglia sfiorante, rilevati arginali a ridosso del­ Si ringrazia "Amministrazione comu­ le infrastrutture da proteggere durante nale di Corfinio (AQ) ed in particolare il l'invasamento delle acque di piena nel­ Sindaco sig. Massimo Col angelo per aver le aree di laminazione); sostenuto la ri cerca illustrata nell'articolo. •. la definizione e il confinamento di una fascia di mobilità fluviale, cioè lo spa­ zio necessario per mantenere l'equili­ brio dinamico nel tempo (PIÉGAY et al. Ileana Schipani 1994, 1996; MALAvOI el al., 1998). Natumlistu, ecologa fluviale e-mai!: [email protected]

Conclusioni Marta Chincarini Naturalista, botanica In questo lavoro si è cercato di dimo­ e-mai!: [email protected] strare come la comprensione e la soluzione di alcune problematiche - nello specifico l'esigenza di conciliare la conservazione della biodiversità conia mitigazione del ri ­ schio idraulico lungo il fiume Sagittario, in Abruzzo - debbano necessariamente parti­ BIBLIOGRAFIA re dall'approfondimento delle conoscenze tecnico-scientifiche. Sono state studiate le BROOKES A., 1988 - Clu/llI/elized riverso Per~peclives fol' caratteri stiche ambientali di un biotopo - enviIV1IIIlelifai ma/U/gcmclII. J. Wiley and Sons, New flora, vegetazione e ambiente fluviale - e York/Brishane. ToroncoiSingapore, 326 pp. individuati i principali disturbi in grado di CIRF, 2006 - La riq//alific(lZiQl1e fluviale in Ire/lia. linee g/lida, strllll/ellli ed esperienze per gestire i corsi d'acqua compromettere la biodiversità e gli habitat e il/erri/orio. A. Nardini, G. Sansoni (curatori) e collabo­ presenti. Queste conoscenze hanno consen­ ratori. Mazzanti Editori, Venezia. tito di definire alcune preliminari misure di GAFfA D., PEDHOrn E, 1995 - Tipificazione di due nuove tutela e di identificare soluzioni gestionali associazioni fore.stali n'pariali per la Peni.w/a Itl/liall(l. idonee alla specifi ca realtà territoriale. Doc. PhylUSOC., n.s. 15: 413-415. La quantità e la complessità dei temi GmERT J. , STEORD l .A., DOLl:::-OuvIFR M.-l. E WAItO l .V., chiamati in causa - ri duzione del rischio 1994 - Basic alfriblltes of grOlllldwater ecosyslems e 1'1'0- idraulico, normativa ambientale, pianifica­ spects for research. In: J. Giben. D.L. Danie1opol, J.A. Stanford eds., Grolllldwater Ec%g)'. Academic Press, zione territoriale e strategie di conservazio­ San Diego, CA, pp. 7-40. ne della natura - rend ono il fiume Sagitta­ rio un caso emblematico, che ben evidenzia GI{F.{;ORY S. V., SWANSON P.J.. M c KEE W.A. E CUMMINS K., 199 [ - Ali eco:.ystelll perspective of ripariall ZOlle. Bio­ come occorra affrontare il tema dell' asset­ Science, 4 1: 540-55 [. to dei corsi d'acqua e del territorio con un J ENKlNS M., 2003 - Prospecls for biodiversity. SCiCIlCC, approccio di tipo integrato e multi-obiet­ 302, 1175· 11 77. tivo; mettere ciò in pratica richiede però lUNGWIRllI M., Mooo O. E MUIIAR S., 1993 - l:.1fecrs oJ di modificare i metodi di pianificazione, river bed recollst/'llctillR 011 fisll e benthos 01 a firll order progettazione e gestione dei corsi d'acqua, Slrealll. Rcgulated Rivers, Melk, Austria, 8: 195-204. 28

MALAVOI l.R., BRAVARD I.P., PIÉGAY H., HEROIN E., R A­ Summary MEZ P., 1998 - DeterminatiO/I de /'espace de liherlè des cOllrs d'emi. Bassin Rhone Mediterranee Corse. Guide Freslllvaler ecos)'stel1/s CWI sl/pporl tremendOlls Tcchnique, 2, 39 pp. habi/al a/ld species diversi I)', ait/wi/gh flley are ofren slIhjecl lO lIeavy impllcis. For tIJis reason conjf/cts over MAI.MQVIST, B. & RUNOLE, S., 2002. - Threl/IS ro file river resol/rce Il.se are quite COli/mOli, like tlwse arising /"Iml/illg watel" ecosystems o[ fhe world. Environmental from flnnd risk reduCliOIi limi fre::,·Jnvlller biodiversi/y Conservation, 29: 134-153. cOllservaliolllleeds. PETERSEN R.C, Pr:TERSEN L.B.-M. , L ACOURsrÉRE J., 1992 In Iltis pape/; we presenl a case sll/d)' dealillg wilh - A bui/ding hlock modelfol' streW/l resforalion.ln: P.J. Ihese isslles iII a hiofope along Ille Sagittario river (Peli­ Baoll, P. Calow, G.E. Petts (eds.), River conservatiO/I gITa valley, Abruzzo). SllId)' resl/lls ShOlV li good envùvn­ and ml/nagcmcllI, J. Wiley and Sons, Chichester, pp. mental pOlenfial, in particl/larfo/" the presence ofalder 293-309. woods (Alnl/s glutinosa) alld wellonds, lVIJich coexisls witll crilical river condilions due /0 hydlVlIlorph%gical PIRONE G., C ORBITT'A E , FR A'lTAROU A.R., TAMMARO E , sfallls alld fo Ihe hard engineering flood defel/ce measll­ 1997 - Ricerche sI/Ila vl/lle Peligna. 5. La copertI/m ve­ res slill beillg implemenred iII rhis river sfretch. We pro­ getale. In: Quaderni di Provincia Oggi , L'Aquila, 23, p. pose some preliminary mallagement gllidelines for rlle l, pp.75-S0. hinfope alld sllggesr an alremofille river managemenl PIÉGAY H., BARGE O., L ANDON N., 1996 - Slreamway Il)'pmhesis aimed al combilling Ilahilalllnd species pro­ cOl1cept applied lo riVe/" lIlobility/llulI1al1 lise cOllflict leclion lVi/h /lla1 offiood risk miligation. managemenl. Tn: Firsl Imemuliol/ul COl/ferel/ce olll/ew/ emerging cOllcepls for riverso Proceedings Riverlech 96, Key wO/ds: hiorope, riLJer mallagemellf, biodiversi/y Inlcrnational Water Resources Association :681-688. conservaliO/I, riparian vegela/ioll, flood risk reducfiol1. SANSONI G. , 1993 - La rinaturafizzaziol1e degli ambien­ li fluviali. Lezione tenuta presso !'Istituto Agrario di S. Michele all' Adige (TN), 78 pp.

SCHIPANI I., CIlINCARINT M., AUDrslo P. , 2007 - Studio /Ja­ f/lmlistico ambienlale preliminare del biotopo iII locali­ tà Caraieta-Capo CallaIe lIel COlliulle di Corfinio (AQ). Relazione tecnica inedita, 106 pp. Soò R., 1973 - A magyarjfora ès vegetacio' rendszerta­ ni-nol'él1yfoldraizi kézikollylle V. Akadimia Kiadò, Bu­ dapest.

Riassunto

J fiumi sono ambienti in grado di ospitare una straor­ dinaria ricchezza di habitat e di specie, nonostante l'alta concentrazione di pressioni antropiche cui sono spesso sottoposti. Pcr questo attorno ad essi gravano importanti conflitti, come quelli che possono derivare da esigenze di contenimento del rischio idraulico da una parte e di conservazione della biodiversità dell'ambiente fluviale dall'altra. Viene presentato un caso di studio naturali­ stieo-ambientale in un biotopo lungo il fiume Sagittario (Valle Peligna, Abruzzo). I risultati evidenziano notevoli potenzialità ambientali, in particolare per la presenza di ontanete residuali e di aree umide, che però coesisto­ no con alcune criticità, dovute soprattutto alle caratte­ ristiche morfologiche di quel tratto di corso d'acqua c ai periodici interventi di manutenzione idraulica che lo illleressano. Vengono suggerite alcune preliminari indi­ cazioni per la gestione del biotopo e proposta un'ipotesi progeuuale tesa a c(miugare la necessità di salvaguardia della biodiversità e degli habitat con quella di riduzione del rischio idraulico.