Ottobre 2013 - 11 ccittàittà ffutureutureqquadrimestraleuadrimestrale ddii ppoliticaolitica onlineonline

Indice DOPO RENZI PRESENTAZIONE DEL NUMERO (pag. 3)

CHE COS’È UN LUOGO? (pag. 5) a cura della Redazione

Esperienza e rappresentazione COSA SIGNIFICA SENTIRE? (pag. 7) Giulio Trapanese

Esperienza e rappresentazione IL LESSICO DELLA CRISI E LA CRISI DELLE PASSIONI (pag. 14) Annelise D’Egidio

Esperienza e rappresentazione INSTAGRAM, LA COMMUNITY E IL PIACERE CONDIVISO (pag. 18) Massimiliano Di Leva

Esperienza e rappresentazione UN (O)MAGGIO CRITICO A L’ BIANGO DI E LE STORIE TESE (pag. 24) NerioJamil Palumbo

La città dell’uomo LA DECOSTRUZIONE DELLA CITTÀ (pag. 29) Alessandro D’Aloia

cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org Transizione LA TRANSIZIONE DELL’ITALIA INTERNA E IL CROLLO DELLE SOCIETÀ COMPLESSE (pag. 33) Massimo Ammendola Per uno studio del marxismo L’ODIERNO SISTEMA DI SFRUTTAMENTO DEI MIGRANTI NELL’ITALIA MERIDIONALE (pag. 36) Vincenzo Fiano Inchieste EVACUATECI (pag. 41) Massimo Ammendola Inchieste IL GIAPPONE E IL CONSUMISMO CHE VERRÀ IMPRESSIONI DI VIAGGIO (pag. 46) Rogerio Gonfrei Il Commento IL COMMENTO II (pag. 50) Guido Cosenza

ALL’OMBRA DELLA «CASA DI SALOMONE» PARTE II (pag. 54) Ermenegildo Caccese Recensioni MANUEL CASTELLS, GALASSIA INTERNET (pag. 61) Annelise D’Egidio

Città Future - Rivista politica quadrimestrale 2013. Anno IV num. III Periodico registrato presso il Tribunale di Napoli, autorizzazione n.25 del 12/4/2010

Sede dell’Associazione culturale Città Future: Via Salvator Rosa, 253, 80136 Napoli (NA)

Redazione: Massimo Ammendola (direttore responsabile) Alessandro D’Aloia Giulio Trapanese Poste Italiane SpA - Spedizione Postatarget in abbonamento postale (autorizzazione: S/NA390/2013)

Stampato da: La Scuola di Pitagora Editrice, Via Monte di Dio, 54, 80132 Napoli (NA) www.cittafuture.org - [email protected]

cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org Dopo Renzi Presentazione del numero Redazione

Che viviamo uno dei periodi più bui della storia re- se nella forma in sostanza ancora televisiva (la fa- pubblicana è una convinzione espressa da più parti mosa coscienza dei vecchi marxisti in ritardo rispetto e che condividiamo. Ma non staremo qui ad appro- alla realtà…). fondirla. Come rivista, dunque, ci tocca pensare non tanto il Come rivista «Città future» siamo interessati, infat- presente che, in un modo o nell’altro, è qui, ed è di ti, ad osservare e a discutere quanto socialmente, Renzi, quanto, invece, il dopo Renzi: ciò che Renzi sa- ed è il caso di dire antropologicamente, sta acca- rà in futuro, ovvero quale sarà il nostro futuro dopo dendo sotto i nostri occhi: ovvero ciò che sta per Renzi. accadere. E non è detto, infatti, che sia peggio di oggi, o più Al di là del declino del personaggio Berlusconi, e renziano dell’oggi (ci sono a riguardo molte variabili della lenta inerzia di questa storia che non vuol fi- che entrano in gioco. E queste sì che non hanno mol- nire, dobbiamo dire (e non saremo originali nean- to a che fare con la persona Renzi, le sue presunte che in questo) che il nostro presente e il nostro capacità, e le circostanze che lo portano ad essere il immediato futuro hanno il nome di colui che tiene titolo dei giornali di queste settimane). banco nello spettacolo della politica di queste ulti- Se crediamo che la velocità della politica di oggi, in- me settimane: Renzi. sieme a tante altre cose, farà passare celermente Il giovane intraprendente – molti traducono intelli- anche Renzi, d’altro canto ciò che rende possibile gente – sindaco di Firenze che si presenterà come Renzi, invece, siamo convinti che rimarrà. Rimarrà, nuovo segretario al prossimo congresso del PD e, al ad esempio, l’efficienza come unico criterio della po- contempo, come futuro leader d’una possibile coa- litica, e rimarrà sicuramente questa nostra politica lizione di governo. piccola piccola e così a suo agio nel riscoprirsi de- Potrà anche perdere, infatti, Renzi – perché la sto- mocristiana. ria non si sviluppa mai lungo strade troppo sempli- Ed è a questo, non ad altro, a cui vale la pena comin- ci ed univoche; potrà anche il PD, infatti, muovere al ciare a pensare, se vogliamo essere in anticipo sul proprio interno meccanismi analoghi a quelli che futuro, diciamo pure, più presenti del nostro presen- hanno permesso a Bersani di vincere le primarie; te: dandoci la possibilità di battere sul tempo il nuovo potrà, infatti, anche non essere così radicata quan- che avanza. to, invece, appariscente la tendenza efficientista e nuovista (in definitiva neo nichilista) incarnata dal Il numero 11, che qui presentiamo, propone, invece giovane rampante primo cittadino. del consueto editoriale, un testo a più voci su Che Ma quello che bisogna dire è che Renzi è già la po- cos’è un luogo? La domanda, che potrebbe anche litica italiana. Il suo modo della politica, al di là di sembrare stramba, ha tra i diversi significati impliciti tutte le possibili sfumature, è già il modo della no- quello dell’interrogarsi se in una società che pensa stra politica. di poter fare a meno dei suoi luoghi possa infine ave- E non sarà un caso che tutti invidiano Renzi al PD; re luogo una politica. lo invidia il PDL, che prima o poi dovrà trovare, se Aprono il numero gli articoli della rubrica «Esperien- vorrà, una strada alternativa al Berlusconi fuori za e rappresentazione», il primo dei quali, Cosa si- tempo massimo, e la cercherà nella direzione di gnifica sentire?, è la parte iniziale della trascrizione Renzi; lo invidia il centro (a cui starebbe benissimo del seminario intitolato Esperienza e rappresenta- Renzi tout court); lo invidiano anche SEL e sicura- zione nel mondo senza tempo, tenutosi l’11 Giugno mente anche ciò che è rimasto del partito di Di Pie- 2013 all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici a cura tro, da poco rifondato. di G. Trapanese. In esso si tratta il “sentire” come fe- D’altro canto, il fatto che Renzi possa non avere la nomeno connaturato allo scorrere temporale, riflet- maggioranza al congresso, per via della resistenza tendo sul suo destino in un mondo senza tempo. dei circoli, o della residua forma partito, è solo la Il secondo articolo, di A. D’Egidio, Il lessico della crisi prova che egli costituisce già il nuovo, un nuovo che e la crisi delle passioni, riflette sulla natura spassio- potrebbe anche non imporsi definitivamente, ma nata di una società in crisi non solo economica, dove che, proprio per questo, oggi ha vinto già. l’unica passione superstite ha ormai la forma della Renzi, insomma, è l’alta velocità della politica, o se paura. si preferisce, l’esperienza della politica 2.0 anche

cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 3 Nel terzo articolo Instagram, la Community e il Pia- stiamo pensando anche di aprire uno spazio apposito cere condiviso: una lettura benjaminiana ottimista, sul sito, per offrire la possibilità di un dibattito a M. Di Leva fa un’interessante disamina dei social stretto giro anche in forma di brevi risposte o, meglio network, focalizzandosi sull’ultimo fenomeno in or- ancora, di organizzare i prossimi numeri a mo’ di dine di tempo, Instagram, come strumento di inda- raccolte monografiche su cui tutti sono chiamati a gine e costruzione del Sé attraverso il potere pro- intervenire. Cogliamo anche l’occasione per chiedere iettivo delle immagini che sopprimono le parole. ai lettori della rivista cosa pensano di quest’ultima Chiude la rubrica di «Esperienza e rappresentazio- idea. ne» l’articolo di J. Palumbo, Un (o) maggio critico a L’ultimo articolo di E. Caccese, All’ombra della «Ca- L’Album Biango di , che inter- sa di Salomone». L’influenza delle grandi fondazioni preta l’ultimo Lp della band milanese quale traccia sulla Scienza nel XX secolo (parte II), continua il per- musicale della crisi che attraversiamo. corso intrapreso nello scorso numero sulla storia Segue la rubrica «La città dell’uomo», aperta e critica del rapporto tra scienza e potere in occidente, chiusa dall’articolo La decostruzione della città, di analizzando, questa volta, l’età delle accademie. A. D’Aloia, sorta di provocazione utopistica sull’uti- Chiude il numero la recensione, di A. D’Egidio, Ma- lizzo del vuoto come principale materiale da co- nuel Castells, «Galassia Internet». struzione quale estremo atto d’amore verso l’ormai archeologico concetto di città. Buona lettura a tutti. Per la rubrica «Transizione», l’articolo di M. Am- La Redazione. mendola, La transizione dell’Italia interna e il crollo delle società complesse. Alla ricerca dell’umane- simo delle montagne e del Mediterraneo interiore, riflette sulle relazioni tra transizione e paesologia a partire dall’esperienza del festival La luna e i ca- lanchi organizzato da F. Arminio, dal 29 al 31 agosto dell’estate appena conclusa, ad Aliano (paese del confino di C. Levi). Nella sezione «Per uno studio del marxismo», l’articolo di V. Fiano L’odierno sistema di sfrutta- mento dei migranti nell’Italia meridionale, prose- gue il percorso dei precedenti numeri sul tema del- le dinamiche della migrazione nel capitalismo. Te- ma di tragica attualità, dopo l’ennesimo disastro umanitario figlio della Bossi-Fini-Maroni, vera leg- ge vergogna, di una penisola infelice che svende il proprio ruolo di cuore del Mediterraneo, per un po- sto da sentinella di confine di un’Europa post-civile. Per la sezione «Inchieste» un articolo di bruciante attualità di M. Ammendola intitolato Evacuateci. Il genocidio della Terra dei Fuochi ovvero Il piano na- zionale di smaltimento dei rifiuti industriali, nel quale la cronaca dei dati si fa storia del lutto di una regione e critica di un sistema produttivo. La sezione «Inchieste» si chiude con l’articolo di R. Gonfrei, Il Giappone e il consumismo che verrà. Impressioni di viaggio, che apre una finestra su un estremo oriente zeppo di contraddizioni tra il suo passato e il suo presente, possibile nostro futuro. Segue l’articolo Il commento II, di G. Cosenza, no- stro ormai assiduo collaboratore, assurto a co- scienza critica della rivista. La sua vivisezione dei nostri scritti mette in evidenza le debolezze d’ana- lisi che sorgono dalle imprecisioni lessicali e me- todologiche con cui si cerca di maneggiare certe idee, nell’intento di dare vita ad un processo di chiarificazione in seno alla rivista. In tale ottica

4 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org Che cos’è un luogo? A cura della Redazione

Alessandro D’Aloia sfondo, ma il contenuto vero e proprio d’una relazio- ne umana. Un luogo è uno spazio depositario di significati. IV. Dunque chiamo luogo ciò che rende possibile Uno spazio i cui elementi sono intrisi di patina so- l’instaurazione di un senso, ovvero l’alfabeto con cui cio-temporale. si può intendere e contribuire al discorso sulla vita. Questa patina è un velo sottile di memoria che par- V. A nuove forme di spazio corrispondono così nuovi la delle persone attraverso i segni delle loro civiltà uomini e nuove donne, scale e gerarchie nuove di va- anche quando esse non ci sono più. Uno spazio che lori e di senso. parla di persone presenti o passate. Un posto in cui VI. Cambiamento dell’uomo e cambiamento dello si sentono presenze anche stando da soli. Un regi- spazio sono sinonimi. stro di passaggi, di tracce sedimentate, posate sui VII. Un luogo è il modo storico in cui vive o ha vissuto pavimenti, sui muri, affacciate alle finestre. Scene una certa umanità. che senti essere appartenute a diverse epoche, in VIII. Alla questione sui non luoghi di oggi (centri cui si percepisce almeno un tempo in cui qualcuno commerciali, aeroporti, ma anche luoghi virtuali in ha lasciato un po’ di sé proprio lì. Un luogo si può senso stretto) è difficile rispondere. Essa implica che leggere e capire, ti lascia immaginare le faccende siano esistiti luoghi veri e propri, e che oggi questi che vi accadono o che vi accadevano facendoti par- non esistano più. tecipare alla sua storia. IX. C’è un’intera filosofia dietro al modo in cui si con- Un luogo è un ritaglio di mondo eletto a proprio ri- sidera il destino attuale dei luoghi: io non credo esi- fugio da qualcuno. Un paese, un quartiere, un vico- stano oggi non luoghi, ma piuttosto luoghi molto di- lo, una piazza, ma anche un pezzo di paesaggio op- versi da quelli di prima. pure un albero dove si possono leggere, incise nel- X. Nel senso che oggi esistono luoghi molto diversi, la corteccia, le iniziali di amanti ignoti, un sentiero così come uomini e donne molto diverse dal passato. in montagna, uno slargo naturale, una fontana di XI. Si può criticare il mondo presente. Ma accettando pietra. I luoghi sono complementi umani sulla car- ciò che è divenuto: il corso della storia, infatti, rende ne della terra, sono finiture, giuste conclusioni, diverso anche chi gli si oppone. prolungamenti della natura, compensazioni di sca- XII. I “nostri” non uomini e non luoghi sono comun- vo e riporto, un gradino intagliato nella roccia viva, que gli uomini e i luoghi del presente. E il “non” è un sottratto dove in eccesso aggiunto dove in difetto. limite non per il futuro, ma per noi che guardiamo Essi hanno un’atmosfera, una loro luce, che intes- dal passato. se taluni rapporti cromatici con i suoi materiali. I luoghi hanno odori, si lasciano annusare. Nei luo- ghi una finestra dialoga con la luce, un balcone con Franco Arminio la piazza, una parete con la via, un cortile con Essere significa essere in un luogo. Solo Dio, se esi- l’ombra, il pavimento con i muri, i terrazzi con il ste, sembra possa fare a meno di un sito. Non so co- cielo, i tetti con le nuvole. I luoghi ti invitano a re- sa sia un luogo, non so parlarne dal punto di vista fi- stare, almeno a fermarti. Nei luoghi riesci a fare losofico. Sento semplicemente che i luoghi sono mi- tardi. In questi posti vorresti i tuoi amici più intimi, nacciati, che i luoghi stanno per finire. Sento anche, quelli con i quali non servono parole. Non sempre almeno in occidente, un senso di morte in ogni resi- si tratta di posti al di fuori di te. Essi possono occu- denza. Non abitiamo luoghi morti, ma siamo morti pare spazio nella tua anima. Nei luoghi conosci gli che abitano luoghi vivi. La mia idea è che i luoghi altri e forse anche te stesso. possano essere una farmacia. La paesologia è una sorta di terapia affidata ai luoghi. Considero il mondo Giulio Trapanese esterno un grande possedimento per ognuno di noi, un possedimento più sicuro del nostro corpo e più I. Intanto mi domanderei cosa è uno spazio. E direi ancora della nostra anima. Insomma, possiamo dire che uno spazio non è solo e semplicemente qual- che questo è il tempo dei luoghi. E non importa se cosa in cui si è, ma qualcosa che si è. non sappiamo bene cosa possa significare. II. Un luogo, in più, è uno spazio a cui si attribuisce un certo valore in un dato momento della nostra vi- ta, con determinate persone e in date circostanze. Dario Malinconico III. Il luogo è la verità di ciò che noi siamo in un cer- È molto facile, parlando di un luogo, cadere nella di- to frammento della nostra esistenza. Esso non è lo cotomia del dentro o fuori. Essere, appartenere, abi- cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 5 tare, prendersi cura: sono tutte prerogative di un col mal di testa e un senso di inquietudine soggetto che si ritrova in un luogo e senza pretese nell’anima. In effetti, quelli che ho poco fa elencato, di alcun tipo, con naturalezza, prova a imposses- sono tutti spazi creati dall’uomo: è quindi più facile sarsene nei modi in cui l’essere umano ha sempre che un luogo sia naturale. La natura è portatrice di tentato di fare. Al contrario: allontanarsi, partire, bellezza per eccellenza. Davanti ad un tramonto è lasciare e disincarnarsi sono tutte azioni che por- semplice commuoversi. Ma con questo non voglio di- tano “fuori” da un luogo colui che decide di uscirne. re che i luoghi antropici non possano esistere, anzi. Dentro o fuori. Che il luogo sia fisico, mentale o Ma la bellezza nelle città, ad esempio, non è proprio simbolico ha un’importanza relativa. Perfino i ovunque al giorno d’oggi. Un luogo è tale se abbiamo non/luoghi tipici delle nostre città – private di storia voglia di starci. Dove stiamo a nostro agio, da soli o in e percorse da anonimo cemento – sono in realtà comunità. E se la comunità è sotto l’attacco di un si- continuamente in bilico tra differenti tentativi di ap- stema economico che ci vuole separati come tanti propriazione, centimetro per centimetro, da parte consumatori compulsivi, ecco allora che i luoghi belli di gruppi che intendono escluderne altri, seppure e comunitari faticano a resistere. per lo spazio di una serata, oppure da architetti di Ha ragione Marc Augé, antropologo francese, quando grido e da politici con spiccata vocazione urbanisti- definisce non-luoghi molte delle costruzioni dove si ca. L’idea generale è che il luogo deve avere una svolge la nostra vita, quegli spazi costruiti per un fine sua “destinazione”, associata a una determinata specifico (di trasporto, transito, commercio, tempo antropologia stanziale. Nel caso in cui il luogo si libero e svago1). E i nonluoghi connoti invece come luogo di passaggio, anche qui il passaggio è sempre finalizzato ad un’azione pre- sono in contrapposizione ai luoghi antropologici, quindi cisa: consumare, divertirsi, visitare in modi e con tutti quegli spazi che hanno la prerogativa di non essere finalità determinate. Mi sembra, in definitiva, che identitari, relazionali e storici. Fanno parte dei nonluoghi ogni luogo possieda un “dentro”, rappresentato sia le strutture necessarie per la circolazione accelerata delle persone e dei beni (autostrade, svincoli e aeropor- dalle azioni che vi sono socialmente consentite e ti), sia i mezzi di trasporto, i grandi centri commerciali, accettate, e un “fuori”, ovvero ciò che lì non si fa, gli outlet, i campi profughi, le sale d’aspetto, gli ascen- non perché proibito, ma perché altri luoghi vi sono sori eccetera. Spazi in cui milioni di individualità si in- predisposti in maniera più comoda all’uso. C’è però crociano senza entrare in relazione, sospinti o dal desi- un’umanità, anch’essa molto varia ma di minoran- derio frenetico di consumare o di accelerare le opera- za, che percorre luoghi su luoghi poggiando i piedi, zioni quotidiane o come porta di accesso a un cambia- come fanno gli equilibristi al circo, lungo le linee di mento (reale o simbolico). confine che stanno a separarli, senza conoscere bene la destinazione di ciascun luogo, il suo “den- Ritrovare i luoghi, raccogliere i frammenti di bellezza tro” e il suo “fuori”. Sono coloro che migrano, gli sparsi per il mondo, e soprattutto ricreare i luoghi: stranieri, ma anche quelli che nel Settecento ci si questa è una delle sfide del futuro. compiaceva di chiamare semplicemente “viaggiato- ri”. Coloro che “oggi arrivano e domani restano”, SETTEMBRE-OTTOBRE 2013 scriveva George Simmel, però spesso inconsapevoli dei luoghi in cui hanno deciso di approdare. Mi pia- ce pensare, forse in maniera un po’ immaginifica, che siano i soli da cui posso attendermi qualcosa di simile all’irrequietezza che sento in me: ovvero, che i luoghi restino sospesi tra il “dentro” e il “fuo- ri”, che altri si scannino per possederli e noi, il passo leggero dell’acrobata, si possa attraversarli con occhi pieni e mente libera.

Massimo Ammendola Per focalizzare cos’è un luogo ho dovuto immagi- nare prima cosa non lo fosse. E ho avuto una sorta di illuminazione: un luogo è qualcosa di bello. La caratteristica che deve avere principalmente è la bellezza. I luoghi brutti, tristi, spaventosi, sono non-luoghi. Una zona industriale, un assembra- mento di pale eoliche, un centro commerciale. Non fanno bene, non hanno una buona energia, ci esci 1 https://it.wikipedia.org/wiki/Nonluogo 6 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org Cosa significa sentire? Giulio Trapanese

Trascrizione della prima parte del seminario tenuto mondo. Se ne possono avere le più svariate opinioni, l’11 Giugno 2013 all’Istituto Italiano per gli Studi Filo- ma è innegabile che viviamo una trasformazione ra- sofici. dicale. Ho provato in passato, ed insisto, a circoscri- vere tale trasformazione in modo particolare alla Anzitutto non posso esimermi dal ringraziare il prof. sfera della temporalità del nostro esperire il mondo Gargano che ha voluto quest’iniziativa ed ha messo e noi stessi. su questo calendario di appuntamenti dal titolo La Dico questo perché pur non essendo sicuro forza dell’età. dell’adeguatezza di ciascuna delle riflessioni che vi Per quanto mi riguarda, intendo dare valore a proporrò, sono tuttavia convinto del fatto che l’og- quest’occasione che mi è stata concessa presen- getto che propongo alla vostra riflessione sia un og- tandovi il discorso della filosofia come un modo per getto importante, forse l’unico autentico oggetto de- pensare il nostro presente, anche se questo può vo- gno di riflessione al giorno d’oggi. ler dire perdere una precisione filologica assoluta. Due anni fa ho tenuto un seminario presso la Brau Dopo il prof. Gargano, sento di dover ringraziare dal titolo Esperienza e rappresentazione nel mondo sinceramente chi è venuto oggi qui, dovendo pren- senza tempo, e Raffaele Di Stasio, forse l’unica per- dere anche dei treni. Infine un ringraziamento im- sona presente al seminario di due anni fa che vedo portante va a chi con me condivide il progetto della anche oggi in sala, si ricorderà del quadro teorico rivista «Città future», su tutti, coloro che lavorano al presentato in quella circostanza. tema di Esperienza e rappresentazione. In buona sostanza, l’idea era che in conseguenza di Come si dice in questi casi, il merito di molte cose una radicale trasformazione del nostro rapporto con che dirò è da condividere con loro, ma la responsa- il tempo e lo spazio del nostro esistere quotidiano, bilità delle imprecisioni e delle avventatezze del mio venivano a trasformarsi anche i connotati dei con- discorso dovranno essere addebitate a me e alla cetti del nostro esperire e del nostro rappresentare mia fretta argomentativa. il mondo, con una netta sopravvalutazione di que- Vorrei fare, adesso, una breve premessa. st’ultima dimensione rispetto alla prima. È chiaro a molti di noi come ci troviamo a vivere le Se, da un piano superficiale, la moltiplicazione degli nostre esperienze culturali in un modo a dir poco stimoli procurata dai nuovi mezzi di comunicazione frammentario, e, per questa ragione, le nostre ri- aumentava la nostra ricettività sensibile, d’altro flessioni acquisiscono una forma rapsodica, molto canto essa finiva con immobilizzare il piano concre- accidentale. to della temporalità soggettiva. Diciamo che quel Personalmente ho cominciato a dedicarmi a questi seminario si reggeva fondamentalmente sulla con- studi da almeno due anni, ma sono costretto ad in- trapposizione imposta ai due termini di esperienza e terromperli continuamente. Credo che uno studio e rappresentazione. Nell’evoluzione di questa ricerca un confronto più continui potrebbero generare risul- si sono ovviamente presentati dei problemi e delle tati molti più fruttuosi di quanto si riesca a fare in nuove riflessioni. Proverò così adesso a presentar- questa dimensione che definirei, con un termine vene alcune, cercando di rendere quest’appun- molto in voga, assolutamente precaria. tamento una sorta di laboratorio aperto alla discus- Qualche giorno fa, discutendo con Dario della con- sione di chi sia interessato a dare un contributo a nessione che esiste fra la precarietà che interessa tale ricerca. tanti aspetti della nostra esistenza e il quadro strut- Il punto da cui parte questo seminario è il seguente: turale costituito dalla terza rivoluzione industriale che cosa significa fare un’esperienza? basata sull’informatica, condividevamo il fatto che Se infatti, negli ultimi anni, nel gruppo di ricerca, ci siano veramente pochi coloro che intuiscono tale siamo abbastanza chiariti su cosa intendere per connessione. rappresentazione, molta meno strada siamo riusciti In un certo senso, è questo ciò di cui oggi vi vorrei a fare rispetto al tema dell’esperienza e delle sue parlare, attraverso alcune chiavi di lettura di stampo trasformazioni nel mondo di oggi. E non credo che filosofico. Il tema di cui vorrei parlarvi, infatti, non è sia un caso. un tema di storia della filosofia. Come dicevo, si Ciò che allora proverò a discutere oggi, riguarda es- tratta di discutere filosoficamente una delle più senzialmente un’interpretazione di questo concetto grandi trasformazioni che riguardano noi e il nostro attraverso la categoria del sentire. presente. Vi indico come intendo procedere. Il seminario si Negli ultimi decenni è cambiato, infatti, qualcosa di fonderà principalmente su tre riflessioni filosofiche essenziale nella sfera della nostra esperienza con il e avrà come base un testo di letteratura. Le tre que-

cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 7 stioni sono: il concetto di simulazione, il rapporto fra grazie alle sue conoscenze tecnologiche, a costrui- le categorie di sentire, essere ed appartenere, la re, da un lato, androidi, dall’altro, animali artificiali. rappresentazione come traccia d’assenza dell’esse- Gli androidi, in particolare, sono oggetti artificiali re. D’altro canto, invece, il testo da cui partiremo e costruiti dagli uomini, secondo il principio di somi- che potrà offrirci non pochi spunti sarà Ma gli an- glianza. Tuttavia, ciò che ad essi manca per costitu- droidi sognano pecore elettriche? di P. Dick, edito zione (ovvero per fabbricazione) è la capacità di pro- nel 1968. vare empatia, ovvero la capacità di sentire l’altro. Per presentarvi brevemente questo grande romanzo P. Dick ci presenta così, nel suo romanzo, due tipi di di Dick, posso dirvi che in esso ci troviamo proiettati esperienze che coesistono nello stesso scenario in una società del futuro (futuro rispetto all’anno in spazio-temporale: quella degli uomini e quella degli cui fu scritto). È il 1992, infatti, e ci troviamo a San androidi. Il tratto autenticamente originale del ro- Francisco. Si tratta d’un romanzo edito alla fine de- manzo è tuttavia la dimensione di confusione che si gli anni sessanta, ed è stato scritto, per chi non lo viene a creare tra le due, dove agli androidi che vor- conoscesse o non avesse mai letto Dick, da un auto- rebbero essere come gli uomini si affiancano gli re statunitense che ha saputo, tra gli altri suoi meri- uomini che finiscono con l’accettare un’esistenza ti, descrivere in modo acuto la trasformazione sempre più simile a quella dei nuovi soggetti an- dell’esperienza umana in rapporto al fenomeno cre- droidi. scente della robotizzazione e della meccanizzazione Il titolo del romanzo, Ma gli androidi sognano pecore della stessa. elettriche?, che corrisponde così a “Ma gli androidi, Il motivo principe per cui assumeremo un testo di che non sono vivi, sognano qualcosa di vivo o di non Dick come riferimento è che attraverso il suo scritto vivo?”, al termine della lettura del romanzo può es- potremo spostare l’angolo della nostra visuale in un sere tradotto in “Ma gli uomini sognano ancora altri luogo e in un tempo dove il nostro presente ha co- uomini, o sognano anche loro qualcosa di elettrico, minciato ad esistere prima di quando non sia dive- ovvero di artificiale?”. nuto attuale anche per noi. Molte cose, in questa Ho selezionato per voi alcune brevi parti del roman- maniera, ci potranno essere più visibili e potremo zo. La prima che vi sottopongo presenta il protago- discuterle più agevolmente. nista, il cacciatore di androidi Rick Deckard, nel Una volta ricostruita la trama e il contesto del ro- proprio appartamento in compagnia della moglie I- manzo, introdurrò la prima delle tre riflessioni che ran. Al centro è chiaramente il tema del rapporto vi ho anticipato. con il sé e con la manipolazione delle proprie emo- Nel romanzo di Dick la terra, dopo una guerra mon- zioni e del proprio sentire. diale, si presenta spopolata di uomini e di animali, Nella prima pagina del testo che vi ho dato, subito dei quali la maggior parte delle specie si sono estin- dopo leggiamo: te. Al contempo molti esseri umani sono emigrati su altri pianeti sotto l’invito dell’ONU, che ha promosso «Me ne stavo seduta qui in un pomeriggio, disse Iran, diverse campagne di colonizzazione. La dimensione come al solito ero sintonizzata su Buster Friendly e i è quella di una profonda desolazione, materiale e suoi simpatici amichetti e lui stava parlando di una psicologica, che interessa più o meno tutti: sia chi è grande notizia che era sul punto di dare, quando si è in- rimasto sulla terra, perché non ha potuto fare altri- serita quell’orribile pubblicità, quella che odio, quella della braguette in piomb Montiblanc. Così per un minu- menti, sia chi è andato via, ma si è condannato ad to ho tolto l’audio, e ho sentito il palazzo, ho sentito una vita apparentemente più sana ma, al contempo, gli…», fece un gesto per indicare tutto intorno a sé. più fredda e desolata. L’umanità dispersa mantiene «appartamenti vuoti», completò la frase Rickard. A vol- un tratto in comune, la nostalgia. In forme diverse, e te anche lui li sentiva di notte, quando avrebbe dovuto più o meno coscienti, ciascuno avverte che una cer- essere già addormentato, eppure a quell’epoca un con- ta stagione dell’umano è tramontata, non se ne dapp (cioè un appartamento condominiale) abitato a sanno dare una vera spiegazione e, tutto sommato, metà, si collocava nella parte alta della classifica della accettano passivamente il nuovo stato di cose. densità abitativa. Fuori, in ciò che prima della guerra Lo stesso sentimento della nostalgia non è sentito era stata la fascia suburbana si potevano trovare edifici in modo chiaro. Appare solo in alcuni momenti, e in completamente vuoti, almeno, così aveva sentito dire. Aveva lasciato che quell’informazione rimanesse di se- forme camuffate. Nelle parole di Dick, la nostalgia conda mano, come la maggior parte della gente, non ci stessa è qualcosa che può essere intuita, pensata, teneva a farne esperienza diretta1. ma non sentita sinceramente. Di tale nostalgia si danno evidentemente una serie Qui comincia la scena su cui, in particolare, intendo di tentativi di compensazione. Della vita e delle rela- soffermarmi: zioni, che non ci sono più, si cercano forme di sosti- tuzione nelle forme artificiali di vita, che siano uma- 1 Le citazioni del romanzo sono tratte da Ma gli androidi sogna- ne o animali. La società del futuro è giunta infatti, no pecore elettriche? In P. Dick, Visioni dal futuro, Fanucci, Ro- ma 2006. 8 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org «In quell’istante», continuò Iran, «quando ho tolto E il marito le risponde: «ma in uno stato d’animo l’audio, ero di umore 182. Avevo appena composto il così finisci che ci rimani dentro, non digiti più un co- numero. Benché percepissi intellettualmente quel vuo- dice per uscirne. Una disperazione del genere sulla to, non lo sentivo». realtà globale si auto-perpetua». Ma lei dice: «io programmo un codice automatico L’umore, in questo caso, può essere prodotto attra- per tre ore dopo [...]. Consapevolezza delle moltepli- verso ciò che noi oggi chiameremmo un software. ci possibilità che mi si aprono davanti per il futuro; Questi programmi infatti, collegandosi all’orga- nuova speranza che…». nismo umano, ne riconoscono l’umore in una scala La situazione in cui ci troviamo è, dunque, quella per decodificata e sono in grado di trasformarlo, attra- cui ad ogni stato d’umore può poi seguirne un altro verso l’inserimento di appositi codici. solo, a patto che venga programmato in anticipo La scena che segue è di una sottile drammaticità: perché, d’altro canto, dal di dentro diventa quasi impossibile cambiare la situazione. «La prima reazione è stata ringraziare il cielo che ci po- In questo modo si prova ad operare una program- tevamo permettere un modulatore d’umore Penfield. Poi mi sono resa conto di quanto fosse malsano perce- mazione di ciò che, nel rapporto tradizionale pire l’assenza di vita, non solo in questo palazzo, ma dell’uomo con sé, era considerato non preventivabi- ovunque, e non reagire, capisci? Credo di no. Questo le a priori, ovvero la propria relazione con il mondo 2 una volta veniva considerato segno di malattia menta- circostante . le». La scena termina poi con Rick che accende la tele- visione e con lei che gli dice: «non sopporto la tele- In passato dunque, era considerata una malattia visione prima di colazione»; e lui le risponde: «fai mentale il percepire intellettualmente qualcosa, l’888, desiderio di guardare la TV, qualsiasi cosa tra- senza che esso venisse in qualche modo sentito. smetta»; e lei: «Adesso non ho voglia di fare un bel Quindi aspirare a sentire, voler sentire, ma non pro- niente»; e lui: «E allora scegli il 3» e infine lei: «Non priamente sentire. posso digitare un numero che stimola nella cortec- «… segno di malattia mentale. La chiamavano as- cia cerebrale il desiderio di comporre un codice». senza di affetto adeguato…». In alcuni saggi, trascrizione di alcune conferenze di Introdotto così il romanzo di Dick, credo si possa quegli anni settanta, Dick scriverà che considera passare alla seconda parte del seminario, una parte questa una malattia mentale di forma schizoide; con più densa e in cui vi proporrò alcune tesi filosofiche. tale categoria, egli precisa, intende la tendenza ad La prima si riferisce al tema della simulazione. Il intellettualizzare il mondo, senza la capacità di far- romanzo di Dick è stato scritto nella seconda metà ne effettivamente un’esperienza sensibile. degli anni sessanta, ed in esso si presenta in forma Vi invito a tenere presente quest’ultima frase perché chiara il problema relativo alla scissione fra sentire costituirà la base per la prima delle nostre riflessio- e agire. In particolare, nel quinto capitolo del ro- ni: «Così ho lasciato l’audio a zero, e mi sono messa manzo, Rick Deckard compie un test volto a diagno- alla tastiera del modulatore per fare qualche espe- sticare di una persona se si tratta di un essere u- rimento». mano o di un androide. Nel romanzo questo test è La sottile drammaticità di questa parte continua an- indicato con il nome dei suoi artefici Voigt-Kampff che nelle righe seguenti: «alla fine ho trovato la (si tratta, infatti, di un test d’origine russa legato alla combinazione della disperazione». psicologia pavloviana). La peculiarità della personalità di Iran è che intuisce Dal momento in cui l’androide del modello Nexus 6 il vuoto, molto più, ad esempio, di Rick, ma la sua è stato progettato per conoscere perfettamente esperienza rimane, in ogni caso, un’esperienza fon- quali siano le risposte che dà un umano (anche me- damentalmente intellettuale. Intuendo il vuoto pre- glio di un umano), la questione per chi compie il sente alla base della propria condizione, pur non test, più che segnare la risposta data, è valutare al- riuscendo a sentire la disperazione, Iran mental- tri elementi di tipo psicometrico, relativi al tempo di mente vuole essere disperata. In questo modo, gra- risposta e alle variazioni fisiologiche3. zie all’aiuto della macchina, programma la dispera- zione come proprio stato emotivo. 2 Dico così, come sottotitolo a questo discorso, che Dick è sta- Il volto scuro, spavaldo mostrava soddisfazione come to un grande osservatore delle dinamiche di psichiatrizzazio- se avesse conseguito un grande risultato. «E così l’ho ne, medicalizzazione, reificazione della malattia mentale, an- messa in agenda due volte al mese. […] Ritengo sia un che, ad esempio, rispetto all’uso degli psicofarmaci. Va detto, lasso di tempo ragionevole per disperarsi di tutto, di tuttavia, come qui non c’è solo il tema dello psicofarmaco, ma essere rimasti qui, sulla terra, dopo che chiunque fosse quello più generale, e più subdolo, della manipolazione di sé sufficientemente sveglio è emigrato. Non credi?». nella sfera dei sentimenti. 3 Sottolineo come non si tratti solo di una questione di an- droidi, quando oggi parliamo di verità e rappresentazione di cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 9 Aggiungo, per inciso, che risulta interessante come rante famoso per il pesce. Uno di loro ordina nel romanzo (un romanzo, in questo senso, molto un’aragosta e lo chef tuffa il crostaceo in una pentola americano), il discrimine fra verità e finzione possa bollente sotto gli occhi di tutti». «Oddio!», esclamò Ra- essere individuato solo in chiave psicometrica e fi- chael. «Facevano davvero così? Che orrore, che perver- siologica4. si. Ma davvero un’aragosta viva?», le lancette, però, non reagirono. Dal punto di vista formale, una risposta e- In questo modo, se il soggetto ci impiega troppo satta, ma simulata. tempo a rispondere, o se la sua risposta è troppo impersonale, oppure alla risposta non corrisponde Un’aragosta, ovvero un animale cotto vivo, suscita un’adeguata dilatazione o contrazione della pupilla, una certa sensazione. La risposta, dunque, può es- ciò sta a significare che al di là della rappresenta- sere annoverata fra quelle giuste, tuttavia, secondo zione verbale di ciò che dice, quanto è espresso dal lo strumento, non presenta una corrispondenza con soggetto non gli appartiene effettivamente. Questo il sentire. perché, non essendo umano, non avverte dal punto L’ultima domanda di questo test, in realtà la più in- di vista sensibile ciò che dice, ma lo esprime in mo- teressante, è divisa in due parti: do astratto, solo attraverso delle parole che intellet- tualmente si confanno alla domanda fatta. «Sta guardando un vecchio film alla televisione, un film Ora vi leggo velocemente questa parte, prima di prima della guerra. Siamo nel pieno del banchetto, e gli proporvi la prima riflessione: cosa significa simula- ospiti degustano delle ostriche crude». «Che schifo!», re? esclamò Rachael, e gli aghi scattarono veloci. «Il piatto principale», continuò Rick, «era cane bollito con ripieno Rick, scelta la domanda numero 3 disse all’androide (a di riso» e gli aghi si mossero poco stavolta, meno che quella che poi si rivelerà un androide): «Per il suo com- per le ostriche crude. E lui le dice allora: «per lei le o- pleanno le regalano un portafoglio di cuoio [il cuoio do- striche crude sono più accettabili di un piatto di cane vrebbe generare ribrezzo in quanto pelle di animali]». bollito? Evidentemente no». Entrambi i quadranti registrarono una risposta che su- perava il settore verde e arrivarono nel rosso. Gli aghi Il punto, dunque, è che qualcosa di crudo, soltanto sventagliavano con violenza e poi si fermarono. dal punto di vista del suo concetto, richiama l’inumano. Cuocere un animale crudo è un fatto così Dunque, sembra esserci una risposta emotiva. da considerare scabroso, ma è evidente come si tratti di un discorso astratto, dal momento che nella Rachael, l’androide, risponde: «non l’accetterei, e poi consuetudine l’ostrica è mangiata anche cruda, denuncerei alla polizia, la persona che me lo ho dato». mentre il cane, per quanto possa essere bollito, non Dopo aver buttato un appunto, Rick continuò passando è considerato dalla maggior parte della popolazione all’ottava domanda del questionario di Voigt-Kampff. «Suo figlio le mostra una collezione di farfalle ed anche mondiale un animale da servire a tavola. il barattolo che usa per ucciderle». Lei risponde: «Lo Questo scollamento dalla convenzione sociale e porterei dal dottore». questo mancato riconoscimento di una certa con- venzionalità dei costumi umani, interpretato quale Uccidere degli animali, dunque, secondo un ragio- segno di automatismo, fa decidere Rick per la clas- namento un po’ semplicistico, è considerato tout sificazione di Rachael come un androide. La sua ri- court segno di inumanità5. gidità è considerata così un segno di inumanità. Detto questo, la prima riflessione che vi propongo, La voce di Rachael era bassa, ma ferma. Di nuovo le suggeritaci da Dick, riguarda la differenza qualitati- due lancette registrarono una risposta, ma stavolta non va essenziale tra ciò che si dice sentendolo e ciò andarono altrettanto lontano. E annotò anche questo. che, invece, viene espresso o rappresentato, ma in «Ok», disse lui annuendo. «Vediamo quest’altra. Sta modo astratto ed esteriore. Con le categorie del leggendo un romanzo scritto ai vecchi tempi prima del- vecchio seminario, possiamo dire che l’androide, la guerra. I personaggi sono al Ficherman‘s market di San Francisco. Hanno fame, e così entrano in un risto- pur non avendo un’esperienza propriamente umana, sa e può rappresentarsela e, dunque, simulare di verità. Si tratta d’una questione che senz’altro riguarda il no- averla. L’androide, quindi, può imitare l’uomo. stro demandare tutto alla sfera dell’informatica. P. Dick ha posto così, a modo suo, e attraverso una In questa riproduzione di umano, quale l’androide, sembra grande vena narrativa e un estro immaginativo, al- che qualcosa ci sia sufficiente a distinguere cosa sia umano, e cune questioni poste anche da filosofi della nostra cosa non lo sia. contemporaneità. 4 Criterio di discernimento, infatti, è quello della dilatazione Dicevo l’altro giorno con Dario Malinconico, Sartre della pupilla e dei tempi di reazione delle risposte verbali che vengono date. stesso in Essere e nulla affronta questo tema; si 5 Questi criteri sono indubbiamente anche risibili, e tutti in- tratta del celebre passo in cui ci descrive l’at- terni ad un punto di vista americano di verità, di rappresenta- teggiamento d’un cameriere che gioca a fare il ca- zione dell’umano. Il problema,. tuttavia, non è quello. Il pro- meriere. La descrizione che ci offre Sartre è quella blema è se possano esserci dei criteri. 10 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org di un individuo che si muove in modo pronto ed agi- darò una risposta in chiave negativa. Credo anzitutto le, che sembra avere un’immagine di sé definita e che egli non senta, e, in modo particolare, non senta netta. È fin troppo cameriere e sa, perfettamente, di sentire il vuoto, cioè di sentire di non trovarsi af- come agisce e come dovrebbe agire un cameriere. fatto a suo agio dove si trova. Non arrivando a senti- Tuttavia non è un cameriere, nel senso che non è re questo, finisce con il rifugiarsi nella rappresenta- naturalmente un cameriere. Piuttosto gioca a farlo, zione di una certa immagine di sé. imita un cameriere. In questo caso, pur essendo di fatto un cameriere, il suo ruolo nel mondo non cor- Giuseppe Di Stefano: Ma il cameriere deve essere risponde all’interiorità. La sua immedesimazione è cameriere… con qualcosa d’altro: egli è talmente immedesimato con quello che fa, che la sua immedesimazione ri- Sì, ma soltanto nel senso che se lo autoimpone, poi- sulta forzosa, ostentata. ché non è certo costretto da qualcosa di esterno ad Dunque, la domanda che pongo è: cosa significa si- esserlo. Riducendo, però, l’autocoscienza sensibile mulare di essere? Cosa significa agire ma senza di ciò che prova o di ciò che non prova – ricordate sentire ciò che si fa? l’introduzione al romanzo di Dick – si rifugia in Se il cameriere di Sartre gioca a fare il cameriere, un’immagine che gli è esterna. c’è evidentemente qualcosa in lui che manca rispet- Con questo terminiamo lo spazio dedicato a questa to a chi è cameriere senza giocare a farlo. prima riflessione e, se non ci sono altri interventi, L’interesse di questo discorso credo risieda nel fatto possiamo andare avanti con la seconda, che costi- che la nostra condizione odierna ci porta ad essere tuisce il punto di riflessione più denso di questo se- molto preparati su cosa debba essere fatto, o debba minario. essere detto, secondo un certo canone normativo. Abbiamo costruito, d’altro canto, macchine che de- Introdurrò ora alcuni personaggi del romanzo di cui codificano ciò che è umano (dunque, ciò che deve non vi ho ancora fatto menzione. Il primo è Isidore, esserlo) rispetto a ciò che non lo è. Con l’intel- uno “speciale” (cioè dotato di un’intelligenza inferio- ligenza artificiale abbiamo astratto l’intelligenza re per via della polvere radioattiva) il quale lavora in dalla base naturale della vita, creando così della una ditta che costruisce animali artificiali. macchine che, se pur non vive, riteniamo comunque L’altro è invece Mercer, personaggio con caratteri intelligenti e alle quali lasciamo decidere cosa può reali affiancati ad altri più fantastici, rappresentante essere accettato come umano e cosa no. della capacità empatica di cui ancora una parte L’intelligenza artificiale è divenuta oggi il modello dell’umanità si sente detentrice. Nuova figura di implicito d’ogni altra intelligenza. Cristo in forma post moderna, rappresenta il model- D’altro canto, osservando l’evoluzione delle specie lo di chi si sacrifica per gli altri: egli, infatti, è impe- animali, e in particolare della specie animale che è gnato in un proprio percorso di ascesi e di sofferen- l’uomo, possiamo riconoscere come l’intelligenza si za, grazie al quale tutti gli altri, collegati con lui at- vada presentando come una funzione della vita: es- traverso una scatola empatica, possono sentire le sa sorge cioè all’interno del circolo di senso e di va- emozioni degli altri, in un’esperienza che si oppone 6 lore costituito dalla dimensione vita e, dunque, non al vuoto che li sovrasta quotidianamente . può essere astratta da tale base naturale senza che Il titolo che ho dato questa seconda parte è il se- si modifichi sostanzialmente. guente: Non è possibile resuscitare i morti, cioè 7 Proiettare l’intelligenza in qualcosa di non vivo ren- sentire, essere, appartenere . de l’intelligenza stessa qualcosa di diverso e, forse, Partiamo ancora dal romanzo. In questa scena del di non vivo. romanzo R. Deckard, dopo aver concluso il suo lavo- L’androide stesso, dunque, rappresenta una forma ro di ritiro degli androidi, si trova lontano, sperduto assai evoluta di intelligenza. D’altro canto le mac- in un qualche angolo della costa Ovest degli Stati chine dei nostri giorni sono, almeno da un certo Uniti. punto di vista, più capaci di noi, nel senso che hanno più memoria, sono più veloci dell’intelligenza che le ha generate. 6 D’altro canto, anche Rick (per quanto solo alla fine del ro- Questo piano di sviluppo dell’intelligenza, in qualche manzo), sua moglie Iran, lo stesso Isidore sono adepti di que- modo, si regge quindi su di una rappresentazione di sta sorta di nuova religione. Chi segue l’esperienza di Mercer , una modalità d’essere originaria dell’uomo cui non diviene così presto sintonizzato non più solo sulle frequenze corrisponde però, necessariamente, un sentire di della televisione o della radio, ma anche con quelle che lo essere. Dunque, alla base del suo aumento non si conducono, attraverso la scatola, a questo tipo di esperienza presenta una maggiore pienezza di questo essere collettiva, fondata su di una risonanza emotiva. 7 La prima parte è tratta dal romanzo stesso, anche se l’ho tra- stesso. dotta con parole diverse, ma il senso rimane quello sostan- Devo, tuttavia, dare ancora la mia risposta alla do- zialmente. È una frase pronunciata da W. Mercer, riportata da manda relativa a cosa senta il cameriere di Sartre; Iran. cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 11 «Rimisi a posto il ricevitore senza togliere gli occhi dal so, che egli abbia perso tale capacità a causa di una punto oscuro che si era mosso fuori dalla macchina. sorta di maledizione. Nel terreno, in mezzo alle pietre, c’era come un rigon- «Perciò ora non può fare altro che lasciarsi trasci- fiamento. Un animale», disse fra sé. E il suo cuore per- nare dalla vita, e andare dove lo porta, cioè verso la se qualche colpo, sotto il peso eccessivo, lo shock del morte. E gli assassini gli tirano le pietre, sono loro riconoscimento. «So che cosa è», si rese conto all’improvviso. «Non ne ho mai visto uno prima, ma lo che gliele tirano e lo inseguono ancora. In realtà in- riconosco da uno di quei vecchi documentari naturali- seguono anche tutti noi. È stato uno di loro a farti stici che mandano in onda sulla rete del governo. Ma quel taglio sulla guancia, vero?» sono estinti!», esclamò dentro di sé. Tirò subito fuori la Siamo ormai alla fine del romanzo, e mi sembra copia ormai consunta del Sidney8. «Rospo Bufonidae che, arrivati a questo punto della lettura, si possa tutte le varietà». Era estinto ormai da anni. La bestiola già sostenere – come ho scritto nell’introduzione più cara a W. Mercer, insieme all’asino. Ma il rospo ve- che vi ho distribuito – che il motore del romanzo sia niva prima di tutti. la ricerca di una qualche manifestazione residua della vita, rappresentata dal desiderio di possedere Dopo aver preso e portato via con sé questo rospo, un animale vivo. Di certo non può essere considera- una volta giunto a casa, scopre, con l’aiuto della ta una scelta casuale da parte di Dick quella di apri- moglie, che il rospo non è vivo, ma artificiale. So- re e chiudere il romanzo con la rappresentazione praggiunge così una grande delusione. della modulazione dell’umore. Nelle ultimissime righe del romanzo, così, Iran La delusione s’impossessò pian piano della sua faccia. «Ah beh, adesso capisco, hai ragione tu». Avvilito, scru- chiama il negozio di animali artificiali e ordina del tò in silenzio l’animale finto, lo tolse dalle mani di lei e cibo per il rospo artificiale che hanno deciso di tene- giocherellò perplesso con le zampe, sembrava non ca- re. Dunque il sogno originario di Rick, relativo pire bene quello che era successo. Poi lo ripose con cu- all’acquisto di un animale vivo, a confronto con la ra nella scatola. «Chissà come ci è andato a finire in realtà, si ridimensiona, orientandosi al possesso di quella parte isolata della California. Qualcuno deve a- qualcosa di artificiale. Dunque, alla conclusione del vercelo portato, non c’è modo di sapere come o per- percorso del romanzo sembra che l’autore ci voglia ché». «Forse non avrei dovuto fartelo vedere che era suggerire come non siano solo gli androidi a sogna- artificiale», disse Iran. Iran gli allungò la mano, gli toc- re pecore elettriche, ma gli stessi uomini a farlo, tra cò un braccio. Si sentiva un po’ in colpa, per via cui Rick, accontentandosi di un rospo di fattura u- dell’effetto, il cambiamento che la rivelazione aveva a- vuto su di lui. Rick risponde, tuttavia, con coraggio: «È mana. Ormai il mondo va in una direzione nuova, in meglio sapere. O piuttosto... ». Tacque per un attimo. parte imprevista agli stessi personaggi del romanzo, «Insomma, preferisco saperlo». la direzione di una radicale trasformazione di certi aspetti dell’esperienza umana. Qui adesso troviamo la frase che vi ho riportato, che Si possono avere reazioni differenti rispetto a tale a me sembra introdurre una riflessione importante nodo storico. Quella dell’autore (attraverso il prota- quanto al rapporto fra la vita e il sentire. gonista Rick Deckard) si riassume nell’invito di Mer- «”Non ho più quella impressione”, disse lei. “Sono cer, la figura del nuovo Cristo: bisogna andare avan- solo contenta, accidenti, di averti di nuovo qui, dove ti, seguire la direzione del flusso temporale. dovresti essere”, riferita al marito. Lo baciò, e la co- Dunque, la riflessione filosofica di questa seconda sa sembrò fargli piacere. Il volto gli si illuminò, qua- parte riguarda il tema della vita e dell’univocità del si quanto prima». Prima di capire cioè che il rospo verso del tempo. Mercer, infatti, sostiene come or- fosse artificiale. mai non sia possibile resuscitare i morti, riportarli «”Secondo te ho sbagliato”, chiese lui, “a fare quello in vita. Dopo aver perso queste sue capacità sovran- che ho fatto?”» – si riferisce al ritiro degli androidi – naturali, anche ai suoi occhi il tempo non può che «”No. Mercer ha detto che era sbagliato, ma che a- scorrere in un unico verso. vrei dovuto farlo lo stesso. Però è strano, a volte è La riflessione che vi propongo si fonda a partire da meglio fare la cosa sbagliata, piuttosto che quella questi tre termini: sentire, essere ed appartenere. giusta. È la maledizione che incombe su di noi”, Cercherò di stabilire fra questi una certa relazione, spiegò Iran. “Quella di cui parla sempre Mercer”. spiegando in quali termini ci sia lecito stabilire fra di “Vuoi dire la polvere?” chiese lui – s’intende la pol- essi una relazione di identità. Quando ne ho parlato vere radioattiva – “no, gli assassini che lo hanno tro- privatamente due settimane fa con Annelise D’Egi- vato quando lui aveva solo sedici anni, quando gli dio e Jamil Palumbo, ho sostenuto come ci sono dissero che non poteva far tornare indietro il tempo una serie di ragioni per le quali, nella dimensione e riportare in vita le cose». dell’esperienza umana, fra sentire ed essere, esse- Sembra, infatti, che nel suo passato Mercer avesse re ed appartenere, e appartenere e sentire sussista il dono di far resuscitare i morti ma, al tempo stes- una circolarità di senso, che porta all’identificazio- ne, secondo un certo rispetto, di questi termini. 8 Manuale, oltre che prezzario degli animali finti. 12 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org Credo, tuttavia, che si debba procedere ad una chia- ovvero dell’effetto della mediazione di sé con il pro- rificazione preliminare delle ragioni. prio sentire. Cominciamo dal termine del sentire, che forse si In ciascuna delle dimensioni di vita, noi siamo sem- presenta come quello di più difficile interpretazione. pre senzienti. Lo siamo ovviamente quando siamo Si tratta, infatti, di un termine che utilizziamo comu- su Facebook, e lo saremo anche quando fra duemila nemente nella nostra quotidianità, ma su cui ab- anni saremo così accelerati da essere estremamen- biamo difficoltà a soffermarci con il pensiero. Cosa te diversi da quelli di oggi. Fin quando saremo vivi, e vuol dire, infatti, che sentiamo qualcosa? In che mo- cioè la nostra vita avrà un inizio, noi saremo nella do questo qualcosa si rapporta al nostro essere? In dimensione del tempo. In questo ambito, l’ambito che senso noi siamo implicati in ciò che sentiamo? del tempo. Sentire è, infatti, sentire qualcosa nel D’altro canto è il nostro stesso presente che ci con- tempo; la fissazione di qualcosa in modo stabile ha duce a queste riflessioni. a che fare più con la capacità di rappresentare. Se io Nella nostra società, infatti, ci troviamo di fronte ad mi rappresento un qualcosa ciò può anche rimanere una moltiplicazione dei livelli del sentire nel senso identico a sé, perché la posso fissare, dentro o fuori che siamo di fronte alla moltiplicazione del numero di me; mentre sentire ha a che fare con la finitezza di stimoli, immagini, informazioni che giungono ai dell’esperienza in questione. Potrà durare un minu- nostri sensi9. to, un’ora, un giorno, un anno, o anche tutta la vita, Dunque, da questo punto di vista, a chi come me so- ma quell’esperienza rimane comunque legata a dei stiene che ci troviamo di fronte ad un assottiglia- momenti. Essa sarà sempre in via di trasformazio- mento della capacità del sentire, si potrebbe ri- ne. Quindi sentire, da un certo punto di vista, è fini- spondere che viviamo piuttosto una condizione con- re. traria10. Se noi, dunque, sentiamo di sentire, ci immettiamo Il modo in cui vi propongo, tuttavia, di intendere il in modo autocosciente nel flusso di sentire. Io ri- concetto di sentire, non s’identifica con una mera conduco quest’esperienza ad un mondo pre-virtuale sensazione11. Considero il sentire come qualcosa di (o pre-androide, se vogliamo dirlo con le parole di connaturato alla vita, ancor prima di essere un’es- Dick). Non dobbiamo immaginare l’uomo che verrà pressione specifica dell’animalità12. Dunque il senti- come un’entità del tutto scollegata dall’uomo che è re può essere considerato il trovarsi in accordo con stato, bisognerà piuttosto definire l’elemento che quanto è esterno a sé. sta cambiando di più (rispetto a tanti altri che, inve- Sulla base di ciò, devo adesso proporvi una distin- ce, non stanno cambiando, come ad esempio le re- zione che considero importante: la distinzione fra il lazioni di parentela, la costituzione della famiglia semplice sentire, ed il sentire di sentire. che, per quanto in crisi, oggi mantiene la sua forma Se con il sentire tout court noi possiamo intendere tradizionale). Nella superficie della coscienza degli per l’appunto ciò che prima dicevo, con il sentire di individui in società, invece, qualcosa cambia; ciò ha sentire dobbiamo orientarci a quella capacità di es- a che fare con l’esperienza soggettiva del sentire di sere autocoscienti, di ritornare su ciò che si è senti- sentire, cioè con la possibilità di questa possibilità di to. Risuonare con ciò che risuona in noi. riconoscersi per quello che si è nella propria natura. Affermare di sentire implica, in verità, il sentire di Per quanto ci riguarda, come esseri viventi ed esseri sentire. Nel secondo caso si tratta di un processo, umani, questo significa riconoscerci come essere finiti. La citazione che vi ho riportato di P. Dick. che 9 Lessi una volta che il numero di informazioni che un uomo l’autore attribuisce a W. Mercer, mi sembra possa del 1820 riusciva ad avere in tutta una vita, noi oggi riusciamo essere inserita nel nostro discorso. «Non è possibile ad averlo in una sola giornata, attraverso la lettura di un gior- nale. Non so se sia proprio così, tuttavia, mi sembra evidente resuscitare i morti»: cioè, neanche un nuovo Cristo che assistiamo alla moltiplicazione di informazioni e, dunque, può resuscitare i morti. Perché? Perché non è nella anche di sensazioni in modo più o meno correlato. dimensione umana il resuscitare ciò che è morto, 10 Una condizione tale per cui ciò che i nostri nonni impiega- far retrocedere il flusso temporale dell’esistenza vano una vita intera a fare, oggi lo si riesce a fare in un solo delle cose. In altre parole non è possibile astrarre mese. dal sentire che è un flusso temporale. Sentire di 11 La sensazione, infatti, ha sempre a che fare con degli stimoli ben circoscritti legati a degli oggetti. Il sentire è uno stato sentire è anche un sentire di morire. d’essere, base soggettiva entro cui si colloca la nostra espe- Ed è questo, infatti, che i personaggi di Dick non rie- rienza. scono più a fare. Essi non riescono più a sentire la 12 Da un certo punto di vista, arriverei a dire che se lo inten- disperazione legata alla fine e all’estinzione della vi- diamo in qualche modo come l’essere in risonanza con il con- ta e degli animali, alla solitudine. testo, anche le pietre, i minerali, avrebbero forse uno spazio nel capitolo nel sentire. La pietra non sente, come intendiamo noi generalmente il sentire, però una pietra si riscalda, si tra- AGOSTO 2013 sforma. In un certo rispetto, essa ha una vita. Non sente come sente un animale, però è ricettiva. cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 13 Il lessico della crisi e la crisi delle passioni Annelise D’Egidio

Dopo il Secolo Breve, capace di scatenare la rabbia L’attenzione e la dedizione con cui l’Occidente gre- cieca, un grande desiderio di rivalsa, una furia omi- co-romano si è dedicato al controllo delle passioni cida incontrollabile, l’Europa sembra aver imparato non verrà meno neppure successivamente, nell’Eu- la lezione, divenendo immune da passioni tanto vio- ropa cristiana. Ciò che noi siamo oggi, altro non è lente. Tuttavia, considerando l’enorme quantità di che il risultato della sedimentazione di pratiche di spazio occupata dalle notizie sulla crisi economica autogoverno, correzione e costrizione. Lo aveva det- negli ultimi anni e come lo spauracchio della crisi to già Freud, sanzionando il disagio della civiltà co- abbia influenzato le scelte e gli umori degli europei, me il più consistente tributo pagato dal genere u- senza contare il gergo adoperato da politici, giorna- mano alla civilizzazione. E, prima di Freud, anche listi ed esperti – un gergo che spesso insisteva con Nietzsche, secondo cui la morale è un colpo al cuo- paragoni bellici, fino poi a stabilire l’identità tra gli re alla ferinità dell’uomo, alla sua spontaneità vitale. effetti della crisi e gli effetti della guerra – vale la Inibire la passioni, soffocandole o dirigendole verso pena di investigare meglio cosa la crisi abbia scate- obiettivi leciti, è ciò che assicura la stabilità di una nato a livello passionale. certa comunità o la fa nascere e qui non si può non Quest’ultimo termine, per la verità, si adopera spes- pensare ad Hobbes: la paura reciproca degli uomini so e il più delle volte impropriamente: ad esempio, li spinge a consorziarsi. Se la paura fonda la sociali- si attribuisce al carattere di una persona come si- tà umana e si placa attraverso leggi e contratti, non nonimo di veemente, irruento. Ma cos’è passione? è affatto detto che sparisca all’atto di nascita della L’etimologia latina indica una passività, cioè un su- nazione. Anzi, la Storia mostra il contrario: la paura bire: patisce dunque chi è il termine di un’azione ha sempre giocato un ruolo di primo piano nel- compiuta dall’agente. Generalizzando, si patisce l’indirizzare le scelte degli uomini e, con esse, la lo- tutto ciò che non si fa e l’etica antica – in piena coe- ro stessa storia. Esistono degli istinti primari che renza con l’etimo – giudicava le affezioni come pas- nessun dispositivo di controllo e disciplinamento sività e, di qui, il termine passioni. Platone, Aristote- può rimuovere. Sono le nevrosi a dimostrarlo: la le, Seneca, Cicerone, Marco Aurelio, Epitteto, Epicu- psicanalisi ha fatto ampia luce sulla diffusione delle ro (e l’elenco potrebbe continuare ancora per pa- patologie psichiche dovute all’interdizione del desi- recchie righe) si sono occupati delle passioni, as- derio2, componente grezza, cioè inconsapevole e ir- sumendo posizioni diverse ma, nel complesso, sono ragionevole, che il soggetto patisce. Il complesso stati concordi nel rilevare la pericolosità delle pas- edipico è solo la prima delle interdizioni a cui il sog- sioni per l’equilibrio dell’animo umano. Minaccia getto deve sottostare; in altri termini, la fonte pri- che la Modernità declina, fin dal dramma di Amleto maria del disagio della civiltà, una civiltà in cui le ed il suo celebre monologo, in impossibilità tragica passioni sono avvertite come minacce all’equilibrio di risolversi ad agire, in stridente contrasto con soggettivo e all’ordine sociale. In un certo senso, è l’allora predominante modello antropologico del- 1 l’homo faber fortunae suae . 2 Vi è anche un’altra possibile sorte per il desiderio, la sua cri- Gli stoici hanno maggiormente insistito sulla con- minalizzazione. È ciò che capita al sorgere dell’istituzione giu- trapposizione tra passione e ragione, producendo ridica moderna, quando medicina e legge si incontrano, raf- tutto un sistema di regole e pratiche per la medicina forzandosi e legittimandosi a vicenda sulla pelle – letteralmen- te – dei soggetti anormali. Essi divengono pericolosi a partire dell’anima “impossessata”; ma – e la cosa si fa an- dalla loro stessa natura di individui non normalizzabili, avulsi cor più interessante dal momento che la morale dalla norma, a-normali dunque. La risposta del Potere al peri- stoica è per intero confluita nel cristianesimo – le colo che per la sua stessa vita essi rappresentano è non terapie dell’anima o, come le ribattezza Foucault, le l’espulsione, ma un ancor più massiccio inglobamento degli tecnologie dell’anima, avevano principalmente una anormali nella norma. Tale dinamica consiste nella criminaliz- zazione dell’individuo patologico e del suo desiderio che, in funzione di prevenzione, dunque erano pedagogica- quanto desiderio del soggetto patologico, altro non può essere mente destinate all’autogoverno dei neofiti. che desiderio patologico, desiderio a-normale per essenza. Siccome l’anormale è percepito come pericoloso per la nor- malità, allora il desiderio del patologico è desiderio criminale. 1 Sono interessanti le considerazioni che sviluppa sull’Amleto Ma, come opportunamente sottolinea Foucault, quest’ultimo shakespeariano e, in generale, sul teatro inglese, relativamente corrisponde, soddisfa per essere precisi, il desiderio del cri- alla rappresentazione dell’eroe tragico e del suo dolore, Nadia mine che anima la solerzia dei giudici e dei medici. Cfr. Fusini nel saggio L’eroe tragico ovvero la passione del dolore, nel- M.Foucault, Gli anormali – Lezioni al College de France 1974- la raccolta dal titolo Storia delle passioni, Laterza, Roma-Bari 1975, in particolare, per un inquadramento generale del pro- 1995. blema, le prime tre lezioni. 14 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org vero che le passioni possono turbare gli animi fino re, all’austerità, ai tagli alla spesa pubblica. E se in- allo sconvolgimento dell’ordine costituito. La Rivo- vece fossero proprio i tagli, l’austerità e il rigore ad luzione Francese ne offre una riprova. Quando il di- aggravare e prolungare la crisi? Se, in altri termini, sagio ed il malcontento popolare si catalizzano ver- vi fosse la volontà politica di lasciare immutata la si- so un punto di non ritorno, allora accade qualcosa di tuazione, così da poter continuare ad insistere con inimmaginabile. Ogni rivoluzione dal basso si pro- questo lessico del sacrificio? duce sull’onda di forti emozioni che producono uno spazio di rivendicazione da cui si ricava altro spazio, A prima vista, sembrerebbe che il disciplinamento quello dell’alternativa allo status quo. Alternativa delle passioni abbia ben poco a che fare con la più non solo più immaginata, dunque, ma anche con- grande crisi economica dell’Occidente dal 1929. E cretamente progettabile. Nello iato tra la realtà e invece le due cose sono strettamente concatenate. l’utopia, le emozioni scoprono il possibile, come Se, come ha ampiamente dimostrato Foucault3, la possibilità dell’altrimenti. La progressiva separazio- civiltà occidentale ha proceduto nella strutturazione ne dell’uomo dalle sue passioni, l’incivilimento del del soggetto tralasciando uno dei due principi cardi- desiderio, ha operato per la soppressione dell’al- ne dell’antichità classica – la cura di sé – e dando ternativa all’esistente. Se la fantasia non è al potere, ampio spazio all’altro – il conosci te stesso – non è ma perennemente in esilio, chiaramente a tenere azzardato sostenere che con la Modernità, inaugu- banco nel discorso pubblico è il vocabolario grigio e rata da Cartesio e dal suo Cogito, una importante apatico dei tecnici e dei burocrati. Come sempre av- componente della vita dell’individuo – cioè le pas- viene, una certa supremazia culturale, un pensiero sioni, il mondo degli affetti – è forclusa, rimossa, per dominante, vive solo se elabora un suo specifico lin- dirla con Freud. Dato che le passioni sconvolgono guaggio e lo impone all’altra parte, affinché la sud- l’equilibrio interiore di ognuno, è necessario ripor- ditanza sia anzitutto espropriazione linguistica, de- tarle al controllo razionale (Cartesio) o addirittura siderio irrappresentabile, e su questo punto Orwell estirparle (stoicismo). Ma cos’è un uomo senza i ha dato un contributo impagabile. Un esempio prati- suoi sentimenti, le sue emozioni, la sua immagina- co: prima della crisi, erano davvero in pochi – stu- zione? Nulla, o meglio, un automa pronto ad essere denti, addetti ai lavori e cultori della materia – a co- indottrinato, sfruttato, piegato ad orari di lavoro noscere il significato dello spread e dei meccanismi massacranti. Vi è della schizofrenia nel controllo finanziari che lo regolano. Allo stato attuale, dopo delle passioni: una parte dell’individuo, la ragione, è cinque anni di bombardamento mediatico, lo spread aizzata contro un'altra parte di sé, i sentimenti. Il è diventato un termine molto frequentato, attorno al lutto derivante dalla perdita di una parte del Sé si quale si è addensata la paura collettiva. Responsa- perpetua con l’interiorizzazione del divieto che con- bile del suo aumento, e quindi di un quasi certo fal- cede praterie al senso di colpa e stimola l’at- limento italiano, la speculazione condotta da non si taccamento alla Legge. La schizofrenia melanconi- sa bene quali pescecani della finanza internaziona- ca del soggetto si approfondisce e si divarica in una le. Il timore dello spread – come paura dello spread frattura tutt’ora irrisolta dall’Occidente. È per que- e paura per lo spread – misurato in apertura e chiu- sto che si finisce per sopravvivere nonostante la sura dei mercati, come si fa con l’influenza al ca- mutilazione della propria identità, cui colpevolmente pezzale del malato, è diventato lo spettro che aleg- si collabora, e a non poter più fare a meno dei vinco- gia sulle nostre teste. A causa della crisi si licenzia, li e delle prescrizioni della Legge. Il prezzo da paga- aumenta la cassa integrazione, i consumi si con- re è la “criminalizzazione” del corpo, la sua continua traggono. Ora, sebbene tutto ciò sia incontestabil- mortificazione, che porta presto al disprezzo della mente e tristemente vero, non è possibile limitarsi a carne e dei suoi appetiti. Ciò che il corpo reclama è questo superficiale livello d’analisi. Scavando più a fonte di pericolo per l’anima, perché induce alla ten- fondo, si può osservare che, come capita nelle più tazione: di qui la castità, i digiuni, le penitenze cor- grandi catastrofi – che si tratti della ricostruzione porali che rendono, per citare Foucault, il corpo pri- postbellica o di uno sconvolgente terremoto poco gioniero dell’anima. L’ascesi dei gesuiti si serve importa – per molti la crisi è stata un’opportunità dell’immaginazione per costruire nel soggetto la ghiotta. Più o meno quel che succede quando i pro- ferma volontà di non peccare. Prefigurandosi le prietari di una bella e immensa villa danno un rin- fiamme dell’Inferno e le punizioni tremende che fresco con centinaia di invitati. I ladri, approfittando toccano ai peccatori nell’altra vita, si “solletica” della distrazione, si intrufolano in casa e ne escono dall’interno la paura, per ottenere la cieca obbe- con un bottino sostanzioso. In altri termini, agitando la paura, si catalizza l’attenzione dell’opinione pub- 3 blica su un solo aspetto della questione. Si finisce Il riferimento è alla trascrizione delle lezioni tenute al College de France tra il 1981 ed il 1982 pubblicata da Feltri- così per (far) credere che non c’è alternativa al rigo- nelli col titolo L’ermeneutica del soggetto. cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 15 dienza al magistero. L’uso dei sensi negli Esercizi spierre: «Questa gloriosa rivoluzione dovrà far tre- spirituali di Ignazio di Loyola evidenziano quanto e mare il mondo per rigenerarlo»6. come il corpo venga investito dal potere in età mo- Anche lo spread per molto tempo ha fatto tremare derna. Il processo di soggettivazione, inaugurato dal le vene ai polsi di politici, banchieri e finanche quelle Cogito cartesiano e paradigmaticamente assunto dell’attonito ed impreparato pubblico dei notiziari. È come inizio della modernità filosofica, finisce col quindi all’orizzonte una rigenerazione del mondo? coincidere sempre più con un assoggettamento dei Spesso, come un mantra, ci hanno ripetuto che in corpi, ottenuto dall’insinuarsi del potere nelle men- greco crisi ha anche il significato di opportunità. Ri- ti. Celebri sono le analisi di Marcuse a riguardo e corrervi come possibile risposta per questa doman- non è certo per un caso che all’origine della psichia- da è banale. Mentre gli esperti si affannano a ripete- tria vi sia stata la diagnosi della follia come un di- re che la ripresa si intravede e dobbiamo cercare in sordine delle passioni4. Il pregiudizio plurisecolare, ogni modo di agganciarla, si tralasciano le deva- millenario, contro le passioni – per Aristotele, la stanti ricadute sociali della crisi, fingendo di non ve- tragedia doveva produrre la catarsi delle passioni dere cosa e chi ha lasciato a terra. Qui non si agita nello spettatore, dapprima mettendolo a conoscen- più la paura, ma una flebile speranza che deve invo- za delle vicende tragiche dell’eroe, col quale finiva gliare i consumi delle famiglie e la fiducia degli in- per identificarsi, e poi, a conclusione dello spettaco- vestitori. Per cinque anni il mondo del capitalismo lo, quando tutto aveva trovato una spiegazione ra- avanzato è stato in guerra e quella guerra l’ha per- zionale, sollevandolo dalla tensione, allontanando la duta: è questo quello che si vuole ignorare. Ma non paura – le ha relegate in uno spazio marginale, poco possiamo permettercelo. Continuare a illudere gli frequentato dalla filosofia, molto più praticato dalla elettori che esistono ricette miracolose per riporta- letteratura. Eppure, la storia, quella passata e quel- re il consumismo ai suoi anni ruggenti serve a ben la più recente, dimostrano quanto ne abbia abusato poco: la coperta è corta. Ciò che occorre davvero sa- la politica. Sotto questo aspetto, la Rivoluzione rebbe iniziare a dire la verità. Paradossalmente, una Francese è illuminante: l’uso della violenza dal bas- società così incline alla misura – nel senso greco di so al fine di realizzare la Grande Nation, il cui mo- moderazione – delle passioni, così avvezza all’uso dello è la Roma repubblicana, non si limita solo alla della ragione, vive di superstizione – nel senso ori- lotta, ma prova a costruire un orizzonte, attraverso ginario del termine – e menzogne. La capacità di dei veri e propri shocks emotivi che risveglino quella calcolare i rischi, prevedendo le perdite e ottimiz- parte di popolo abituata alla prostrazione e alla zandole, non è servita a molto nel mondo dell’eco- sudditanza. Ma esercizi spirituali collettivi, rappre- nomia reale e non ha evitato lo sconquasso sociale. sentazioni teatrali di opere che promuovano le virtù Se pure ancora vi fosse stato, fino a pochi anni fa, civiche, esecuzioni pubbliche dei nemici del popolo, qualcuno disposto a sostenere che la Storia procede l’annuncio quasi profetico di un futuro di libertà, e- verso il progresso, non sarebbe più dello stesso av- guaglianza e fraternità naufragheranno prima nel viso. È in atto una regressione cruenta che la mag- Termidoro e poi nella repressione che affilerà le gioranza sta subendo proprio come una passione armi dei reazionari. Eppure quell’afflato universali- improvvisa, senza riuscire a trovare la lucidità ne- stico, che aveva animato la Francia fino al 18 bruma- cessaria per organizzare un’altra via, per tratteggia- io 1799, lungi dall’essersi esaurito, continuerà ad a- re un nuovo orizzonte, disegnare un’alternativa pos- nimare le rivolte delle “passioni rosse”5 che verran- sibile. È il sonno delle passioni ad aver generato i no. Perché se la politica è passione per la cosa pub- mostri di oggi! Riprendere in mano il futuro è possi- blica e le passioni sono le sfumature di senso con bile a patto di affrontare il presente: l’immagina- cui ciascuno colora a modo suo la realtà, allora ogni zione, come sosteneva Spinoza, non è solo fantasia, passione ha una insostituibile funzione positiva. ma lo stadio iniziale delle conoscenza. La felicità è Ricercando lo shock emotivo e con esso la contami- un diritto di tutti ed è felicità solo se sono tutti a be- nazione – il contagio della virtù repubblicana – i gia- neficiarne: stimolare gli affetti, lasciando che arric- cobini furono capaci di disegnare e dare inizio ad un chiscano il conatus vivendi, per transitare verso co- progetto politico che è tutt’oggi vivo, come loro la- stellazioni di possibilità non preventivate né preven- scito alle generazioni future. Con parole di Robe- tivabili dalla mera ratio, consente al saggio di perfe- zionare il proprio stato e scoprire la gioia autentica, quella che non fluttua, non passa e non si consuma. In tal modo, indica la strada alla comunità, la libera 4 Si veda in merito R. Bodei, Geometria delle passioni, Feltrinel- dalla tirannia di sentimenti contrapposti e oscillanti li, Milano 2003, pp. 211-214. (il metus incostans e la spes incostans) che inibi- 5 L’espressione, come anche molte suggestioni presenti nell’articolo, è tratta da R. Bodei, Il rosso, il nero e il grigio: il co- lore delle moderne passioni politiche, in Storia delle passioni, cit. 6 Ibidem, p. 462. 16 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org scono la vis existendi collettiva. Tutto questo al co- sto di nessuna rinuncia, anzi, all’opposto, al prezzo di non rinunciare mai neppure ad una ed una sola passione.

SETTEMBRE 2013

Bibliografia

- R. Bodei, Geometria delle passioni, Feltrinelli, Milano 2003. - J. Butler, La vita psichica del potere, Meltemi, Roma 2005. - M. Foucault, Gli anormali, Feltrinelli, Milano 2009. - M. Foucault, L’ermeneutica del soggetto, Feltri- nelli, Milano 2011. - S. Freud, Il disagio della civiltà, Bollati Borin- ghieri, Torino 1985. - A. Touraine, Critica della modernità, Net, Milano 2005. - S. Vegetti Finzi (a cura di), Storia delle passioni, Laterza, Roma-Bari 1995.

cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 17 Instagram, la Community e il Piacere condiviso: una lettura benjaminiana ottimista1 Massimiliano Di Leva va e il bisogno è soddisfatto. La risposta esterna Tutto il mondo è un palcoscenico, rappresenta una prima connessione tra lui e il e uomini e donne son solo degli attori “mondo”, che egli non riconosce in quanto tale. che hanno le loro uscite e le loro entrate; Qualora questa risposta esterna dovesse non arriva- e una stessa persona, nella sua vita, recita diverse parti re, l’unica possibilità per lui di sfuggire all’aumento e gli atti sono le sette età. della tensione generato dal suo bisogno è un pro- (Shakespeare, Come vi piace [Atto 2, scena 7, 139-143]) cesso allucinatorio. Il bambino associa la soddisfa- 1 zione del bisogno ad una immagine mnestica. Ogni Nel suo Sociologia, pubblicato nel 1908, Georg Sim- qual volta tornerà a sperimentare la crescita del mel sposta il paradigma essenziale di qualunque ri- proprio eccitamento, dovuta al sopraggiungere di un cerca sociologica sulla società dalla essenza di que- bisogno, egli cercherà subito di richiamare quelle sta ai suoi principi. Il centro delle sue analisi sulle percezioni soddisfacenti proiettando il proprio biso- gno dentro un’immagine sullo “schermo” della pro- moderne associazioni urbane non è più “cosa è una 3 società?” bensì, più efficientemente, “cosa rende pria mente . Questo è ciò che Freud chiama Wunsch possibile una società?”. La sua risposta a tale do- (aspirazione, tensione), e che è stato erroneamente manda è che l’impulso germinale di ogni forma di tradotto con il termine “desiderio”. Il processo psi- conglomerazione sociale sta nella pura presenza chico che soprintende questa risposta è da lui del Tu, nel chiaro apparire dell’Altro. chiamato Principio di Piacere. La sola strada che il Un’associazione (Vergesellschaftung), citando le pa- bambino conosce per tenere il proprio bisogno sotto role dello stesso Simmel, è un gioco di reciproche controllo è il “piacere” che egli è in grado di soddi- rappresentazioni nella socievolezza (Geselligkeit als sfare utilizzando questa soddisfazione proiettiva. die Spielform der Vergesellschaftung). L’immagine che mi creo dell’Altro interagisce con l’immagine Il fenomeno della proiezione sembra essere una che l’Altro si crea di me. È molto interessante sotto- delle prime modalità attive di usare il materiale psi- lineare questa dimensione rappresentativo-imma- chico. Per la prima volta, questa massa indifferen- ginativa delle relazioni umane. L’instaurarsi di qual- ziata di voleri cerca di tirare le proprie fila e di edifi- siasi interazione reciproca è resa possibile dall’abi- care una rappresentazione “oggettiva” di sé. Questo lità degli esseri umani di creare immagini mentali. È è, secondo me, il più fondamentale – quasi primor- proprio questa basilare facoltà umana dell’imma- diale – processo nella formazione dell’Io. Freud, in- ginare (intesa appunto come dare forma ad imma- vece, individuerà tale processo formativo nella suc- cessiva evoluzione del Sé, con lo stabilirsi del Prin- gini) che cercheremo di analizzare in questo breve 4 lavoro. cipio di Realtà . Secondo la teoria freudiana2, nei primissimi stadi La proiezione di immagini diventa, quindi, il proces- della sua vita il bambino galleggia in un mondo in- so essenziale attraverso il quale piacere e desiderio differenziato di bisogni ed istinti. Il pianto è l’unica sono esperiti, ovvero i domini psichici in cui siamo maniera che egli conosce per esprimere il conflitto veramente noi stessi. I primi passi che il bambino tra quei bisogni e l’incapacità di soddisfarli. Comin- compie nella realtà saranno ancora parte di un pro- cia così a piangere, la madre immediatamente arri- cesso proiezionale, anche se in questo periodo si tratta di una proiezione “alienata”: questo è quanto 1 Il presente lavoro non vuole essere né una critica positiva né afferma Lacan nella sua teoria dello specchio di cui negativa dell’evoluzione del concetto di Arte e della soggettivi- parleremo più avanti. Solo creando una distanza tra tà stessa nell’era virtuale. È piuttosto una dichiarazione di in- il proprio desiderio proiettato e la rappresentazione tenti riguardo ad un percorso che va approfondito a più livelli. Nel testo, vengono prese in considerazione teorie che hanno vissuto una evoluzione che spesso ha teso a contraddirne i 3 «Freud usa i sogni per ricavare sia la sua prima topografia principi basilari, come ad esempio le recenti ricerche in ambi- che un modello dell’apparato psichico che definiva il deside- to psicanalitico che hanno modificato la concezione freudiana rio come 'cathexis' (in tedesco Besetzung = occupazione, riem- ortodossa sul rapporto Io-mondo nell’infante. Ci tengo a pre- pimento) di una immagine mnemica collegata alla soddisfa- cisare che, in questa sede, m’interessa utilizzare le teorie espo- zione di un bisogno» (Patrick Delaroche, Subject's Desire in In- ste semplicemente al fine di creare un vocabolario che aiuti ternational Dictionary of Psychoanalysis, 2005). l’analisi del rapporto che l’uomo digitale ha instaurato con il 4 Cfr. S.Freud, Tre saggi sulla teoria sessuale, BUR, Milano 2010 proprio mondo e le immagini che lo rappresentano. (in particolare il secondo saggio sull’evoluzione della sessuali- 2 S. Freud, Ad di là del Principio di Piacere, Bollati Boringhieri, tà infantile); ma anche S.Freud, L' io e l'Es, Bollati Boringhieri, Torino 1986. Torino 1986. 18 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org che egli ha di sé stesso, il bambino apre lo spazio di Consideriamo l’espressione «il suo corpo perde la cui ha bisogno per erigere la “realtà” esterna. Da sua corporeità», che è la traduzione della frase in questo punto di vista, il suo Sé profondo sperimenta francese «leur corps est presque subtilisé». Sebbe- se stesso come entità riflessa, forzata nella “illusio- ne sia solo concentrandoci sulla traduzione tedesca ne”, per così dire, del reale. Freud afferma che una che si scopre un’interessante invenzione terminolo- volta che questa “illusione” è stabilita, agli esseri gica. Nella versione tedesca, Benjamin usa un parti- umani restano pochi esempi di processi allucinatori colare vocabolo per esprimere l’idea del corpo che quali sogni, fantasie, sintomi, repressione e Arte. perde la propria corporeità. Egli scrive, infatti: «sein Körper [wird] zur Ausfallserscheinung». Il termine Il processo di immaginazione è senza dubbio alla Ausfallserscheinung risulta dalla combinazione del- base del fenomeno artistico. L’invenzione di nuove la parola Ausfall, che significa “mancanza, perdita”, tecnologie quali fotografia e cinema ha realizzato e della parola Erscheinung, che deriva dal verbo er- tale fondamentale processo molto più di quanto a- scheinen, che significa “apparire”. vesse fatto ogni altra forma artistica precedente. La Possiamo, dunque, affermare che Ausfallserschei- pittura è, infatti, una ri-presentazione del mondo re- nung è da considerarsi come una perdita di appa- ale, mentre la fotografia è una eccezionale pura renza, la disintegrazione dell’immagine in cui presentazione di esso, alla quale il cinema aggiunge l’attore rappresenta se stesso. La perdita di appa- financo il movimento: la realtà in quanto tale. È pro- renza corporea corrisponde alla perdita di realtà. babilmente così che, con l’invenzione della fotogra- Sebbene ciò che l’attore perde sia piuttosto la con- fia e del cinema, l’arte perde il suo originale orien- nessione tra la propria immagine e la realtà fisica tamento classico. Per esempio, nuovi movimenti ar- della stessa immagine. Si ritrova dinanzi a se stesso tistici come Surrealismo e Dadaismo hanno com- osservando la propria realtà “privata di realtà”, sen- pletamente modificato le intenzioni profonde del- za voce, rumore o vita. L’immagine dinanzi alla qua- l’Arte, spostando l’attenzione sull'attività fantasma- le si trova non è la “sua” immagine. Non gli appar- gorica del Sé. Il sopraggiungere delle nuove tecno- tiene. È soltanto un’immagine che logie ha rivelato il gioco di rappresentazioni in cui vi- sta al suo posto. Immagine (Bild) e apparenza6 (Er- viamo come la mise en scène di noi stessi, ma ha scheinung) sono in questo caso disconnesse. Non anche posto gli spettatori drammaticamente dinanzi ci riconosciamo nell’immagine, perché tra di noi e il al loro stesso spettacolo. riflesso di noi stessi riposa l’illusione del reale, come se vivessimo dall’altro lato dello specchio. Le intricate dinamiche della rappresentazione del Sé – che è enfatizzata da fotografia e cinema – sono A questo punto, l’importanza dello specchio specificamente affrontate da Benjamin ne’ L’opera nell’evoluzione del Sé, suggerita da Lacan, è certa- d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. mente degna di essere menzionata. Nella sua fa- Nei capitoli IX e X, egli si concentra su questa speci- mosa conferenza Lo stadio dello Specchio come fica forma di auto-rappresentazione a partire da una formativo della funzione dell’Io, Lacan mette in evi- citazione di Luigi Pirandello: «L’attore […] si sente in denza come durante i primi mesi di vita il bambino esilio – esilio non solo dal palcoscenico, ma anche non riconosca la propria immagine riflessa nello da sé stesso. Con un vago senso di sconforto, egli specchio. L’Io distinto è essenzialmente costruito vive un’inesplicabile vuoto: il suo corpo perde la sua dal bambino nel corso della successiva fase evoluti- corporeità, evapora, è privato della propria realtà, va, che Lacan chiama appunto “fase dello specchio”. vita, voce, del rumore causato dal suo movimento, Durante questa fase, il bambino non si identifica con per trasformarsi in un’immagine muta, che trema sé stesso, ma con la propria immagine riflessa. La un istante sullo schermo per poi svanire nel silen- percezione della propria identità è possibile solo zio»5. grazie all’attuazione di un processo di alienazione. L’Io entra nella sua fase “immaginaria”. Vi è, tutta- via, una consistente differenza tra l’immagine rifles- 5 «Les acteurs de cinéma [...] se sentent comme en exil. En exil sa e quella proiettata, di cui si parlava prima in rife- non seulement de la scène, mais encore d'eux-mêmes. Ils re- marquent confusément, avec une sensation de dépit, d'indéfi- rimento alla teoria freudiana del desiderio. La diffe- nissable vide et même de faillite, que leur corps est presque renza sta nella connessione tra il volere e queste subtilisé, supprimé, privé de sa realité, de sa vie, de sa voix, du immagini. L’immagine riflessa (la Bild, per collegar- bruit qu'il produit en se remuant, pour devenir une image muette qui tremble un instant sur l'écran et disparaît en silen- ce» [Luigl Pirandello, On tourne, cité par Léon Pierre-Quint, traduzione in francese di Pierre Klossowski, supervisionata Signification du cinéma (L'art cinématographique, 11, Paris 1927, dallo stesso Benjamin. pp.14-15)]. La citazione e il suo riferimento bibliografico sono 6 Apparenza come apparire e non come simulazione. Appa- presi dalla seconda versione de’ L’opera d’arte pubblicata nel renza qui è il rivelarsi nel presentarsi. Si potrebbe quasi tra- n.5 della rivista «Zeitschrift für Sozialforschung» (1936) nella durre il termine Erscheinung con “apparizione”. cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 19 ci a quanto detto in riferimento a Benjamin), che è il tonoma, ma emerge alla percezione e attraverso ta- luogo di attuazione dell’alienazione, è soggetta in le processo si fa visibile, riceve la sua apparen- ogni caso ad una qualche forma di astrazione dal za/parvenza. Questa è la ragione per cui ci sentiamo momento che il bambino ha bisogno di uno sforzo estraniati da essa, perché la percepiamo come razionale per identificarsi. L’immagine proiettata qualcosa che non ci appartiene, lo svelamento di (diremo qui Erscheinung) è una incarnazione diretta un’alterità che ci assomiglia, ma non è immediata- del mondo interiore profondo in una rappresenta- mente connessa con il nostro profondo. Possiamo zione che non viene riconosciuta come esterna. immaginare che è da qui che proviene la percezione Queste immagini fluttuano in una non identificata della finzione. essenza, percepita come un tutto. Esse diventano parte del volere dell’individuo come presentazioni È molto interessante sottolineare l’ambito in cui tale interiori di tali istinti a se stesso. Questo è il motivo analisi si svolge: il teatro, spazio dell’illusione per per cui tendiamo a collegarle molto più all’Arte che eccellenza, un luogo nella realtà in cui la realtà è non alla Razionalità. Ciò che emerge, seguendo le simulata. Questa condizione di costante rappresen- successive analisi lacaniane7, è che proprio questa tazione del Sé richiama l’immagine della maschera. evoluzione della razionalità nel linguaggio costitui- A questo punto, siamo doppiamente autorizzati ad sce la nostra identità attraverso un nuovo processo evocare la maschera proprio a causa di Pirandello, di alienazione. Questa volta, il nostro Io “immagina- che ha basato la sua analisi teatrale della società rio” – che è di per sé stesso già un’alienazione del proprio su tale concetto. Tutti noi indossiamo una nostro Sé profondo – evolve verso il suo stadio maschera, ci ricorda Pirandello. Siamo tutti spezzati “simbolico”. Questa doppia alienazione, che parte in una fondamentale duplicità che è lo scarto tra la dal Sé profondo, passa attraverso un Io immaginario nostra realtà oggettiva, dovuta alla nostra esistenza e giunge ad un Io simbolico, porta l’individuo al fisica, e la nostra consistenza soggettiva, che è col- completo stadio razionale di Individuo. Lacan identi- legata al nostro sviluppo psicologico. Tuttavia, an- ficherà successivamente la psicosi nel rifiuto dello che la nostra soggettività si divide e sbriciola. La no- stadio simbolico, che porta all’incapacità di discer- stra natura si traveste continuamente sotto la ma- nere tra mondo immaginario e realtà. La follia è schera che collochiamo sulla nostra faccia e le ma- quello stato in cui una persona vive in una specie di schere attraverso le quali l’intera società ci percepi- magica esistenza a metà strada tra il mondo che sce. Il soggetto pirandelliano si infrange in centomi- essa immagina e quello che percepisce. È la stessa la pezzi. Pirandello sostiene che il soggetto è allo sorta di connessione “magica” che il bambino stabi- stesso tempo una singola unità, dovuta alla rappre- lisce con le proprie immagini interiori e che qui ri- sentazione che egli ha di se stesso, e quei centomila chiama alla nostra attenzione una delle più primor- pezzi, dovuti alle innumerevoli rappresentazioni che diali forme di arte che si conoscano: le figure dipinte gli altri hanno di noi e che a loro volta sono usate delle cave di Lascaux. Parimenti, in queste prime dallo stesso individuo per presentarsi dinanzi all'as- rappresentazioni “artistiche” riconosciamo immagi- semblea sociale. Il risultato finale è che l’individuo ni che incarnano il mondo che sono chiamate a rap- finisce col non essere nessuno, completamente di- presentare. Durante la propria infanzia, l’umanità si sintegrato in quel gioco eterno che è l’essere con gli esprime in maniera proiezionale. Non vi è alienazio- altri e per gli altri. Una delle massime preoccupa- ne in questo processo dal momento che essa si zioni dei critici moderni dei mass media è l’eme- sente in un ambito totalmente familiare. L’umanità rgente introiezione della contingenza nelle nostre non ha ancora esperito la straziante presenza di se esistenze che autori quali Benjamin e Kracauer stessa come Altro da sé. hanno evidenziato, analizzando l’impatto della foto- grafia e delle nuove tecnologie sulle nostre società. Questo è forse il sentimento che Benjamin porta Ma non è forse questa celebrazione rituale del con- dentro di sé quando scrive: «Il sentimento di estra- diviso mascheramento sociale un primo riconosci- neità che assale l’attore dinanzi alla camera [...] è mento di questo evento? Cos’è l’Ulisse di Joyce se essenzialmente simile allo straniamento avvertito non una suprema asettica elegia di tale riconosciuta dinanzi alla propria immagine allo specchio (seiner contingenza? Erscheinung im Spiegel)». Qui l’immagine riflessa è Erscheinung (apparenza svuotata della propria ap- Il concetto di maschera ci riporta al tema discusso parizione). È qualcosa che non ha una essenza au- all’inizio del presente lavoro: l’identificazione sim- meliana della società come costante gioco di reci- 7 Lacan tratta estesamente dell’evoluzione dall’Io immaginario proche rappresentazioni. L’intera conglomerazione al Soggetto simbolico nei primi due Seminari: Seminario 1 sociale diventa un pubblico dinanzi al quale ogni (Gli scritti tecnici di Freud, 1953-1954) e Seminario 2 (L'Io nella singolo individuo si mette in scena. L’Io appare così teoria di Freud e nella tecnica della psicoanalisi, 1954-1955). 20 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org come una rappresentazione inevitabile per essere Da questo punto di vista, Instagram rappresenta una insieme, non solo come rappresentazione dell’Altro delle applicazioni più interessanti del Web 2.010. Per rispetto al singolo, ma anche dello stesso singolo organizzare il complesso fenomeno immaginario verso se stesso. rappresentato da Instagram, è necessario partire da Nel romanzo di Pirandello Uno, Nessuno e Centomi- un’essenziale separazione delle modalità di approc- la, il protagonista Vitangelo Moscarda prende co- cio alla community da parte del singolo in due cate- scienza della propria maschera solo nel momento in gorie distinte: “sharing” e “following”. La vicinanza cui questa entra in conflitto con quella che sua mo- al modello simmeliano di società come gioco di re- glie presenta di lui. Egli riconosce la propria ma- ciproche rappresentazioni diviene ad ogni passo più schera come un riflesso negativo di una immagine evidente. Seguendo la teoria di Simmel, lo sharing è riflessa. Una volta che la solidità dell’individuo è ri- la categoria con la quale l’individuo presenta se conosciuta come un’illusione, l’unità del sistema stesso agli altri users, il teatro sociale in cui indossa collassa, l’Io si ritrova disciolto in migliaia di fram- la propria maschera e l’attività di interpretazione, menti, e il gioco sociale emerge in tutta la sua ordi- che gli altri inevitabilmente finiranno con l’applicare naria evidenza. in maniere molto differenti. La categoria del follo- wing è più legata alla maniera in cui il singolo uten- La creazione di nuovi media come Internet, predi- te rappresenta gli altri, partendo dalle rappresenta- spone una nuova arena in cui il gioco sociale può zioni che essi danno di se stessi. Grazie al fatto che svolgersi. L’evoluzione dal Web 1.0 al Web 2.08 – dal- tale gioco è svolto nel dominio del puro immagina- la ricezione passiva del Net 1.0 alla comunicazione a rio, è sicuramente un’eccezionale opportunità per doppio senso del Net 2.0 – ha dato ai Netizen 9 approfondire il gioco di rappresentazioni e quale l’opportunità di interagire ampiamente con il resto ruolo giochi il principio di piacere in esso. Le nuove del mondo digitale. La creazione di comunità digitali tecnologie stanno contribuendo in maniera eccezio- ha aperto nuovi punti di incontro. Il quadro dell’as- nale a rendere il processo sociale perfettamente sociazione si è fatto improvvisamente globale e l’Io “visibile”. Le immagini sono diventate “trasportabi- disintegrato è caduto in un ambiente spaesante. Il li”. Dove? «Davanti al pubblico! (Vor das Publikum). Web 2.0 incarna la deflagrazione della realtà, la pol- Dinanzi alla camera egli sa che si trova in ultima verizzazione del mondo concreto. In tale scenario analisi dinanzi al pubblico» 11 , che è esattamente privo di riferimenti certi, in questa sorta di giurassi- quanto accade utilizzando Instagram, laddove coloro ca, primordiale terra impalpabile, nuove comunità si che stanno scattando una foto la stanno scattando sono costituite. La costruzione di social network per un pubblico. “Sharing the imaginary” diviene co- rappresenta la “reificazione” della sottigliezza del sì la linea guida di un incredibile ed intricato feno- moderno, che equivale a quella stessa Ausfallser- meno “sociale”. scheinung che Benjamin riconosce come un ele- mento essenziale del Cinema. Lo schermo del com- Tentando di leggere tale fenomeno attraverso gli puter e il grande schermo costituiscono lo stesso strumenti linguistici che abbiamo sviluppato nella ambito fenomenico. Tuttavia, mentre nella sala di tabella12, possiamo affermare quanto segue: lo sha- proiezione gli individui sono solo osservatori, sul ring, il condividere, è legato a due processi differenti palcoscenico del web sono anche attori. di elaborazione dell’immagine, ovvero espressione di “Identità” o “Personalità”. Il termine “Identità” si riferisce al mondo delle immagini riflesse. Quelle postate dagli utenti sono la traccia della loro pre- senza fisica nel mondo e possono includere rappre- 8 La differenza principale tra Web 1.0 e Web 2.0 risiede nella sentazioni di se stessi (Corpo), o dell’ambiente cir- possibilità per gli utenti di interagire, che nel Web 1.0 era una prerogativa molto limitata. Il Web 1.0 è stato uno stadio pri- mordiale nell’evoluzione concettuale del World Wide Web, 10 Creato da Kevin Systrom e Mike Krieger, Instagram è un centrato su un approccio dall’alto dell’uso del web e servizio di condivisione online di immagini e un social network dell’interfaccia con l’utente. Gli utenti potevano unicamente che permette all’utente di fare una foto, applicarvi un filtro visionare pagine web, ma non contribuire ad esse. Al contra- digitale (se vuole) e condividerla su vari social networks come rio, un sito Web 2.0 può dare ai propri utenti la possibilità di Facebook o Twitter. È stato lanciato nell’ottobre 2010 ed ha interagire e collaborare con tutti gli altri in un dialogo “socia- immediatamente conquistato grande popolarità con più di 100 le”, come creatori di contenuti generati dall’utente in una co- milioni di utenti in tutto il mondo. La componente ‘social’ di munità virtuale. Esempi di Web 2.0 includono i social ne- questa applicazione è fondamentale. Instagram è stato capace tworks, blogs, wikis, siti di condivisione di video, hosted services, di vincere sui propri competitori perché ha creato prima un applicazioni per il web, mashups and folksonomies. social network e poi una community. 9 M. Hauben; R. Hauben; T. Truscott, (27-04-1997). Netizens: 11 Cfr. W.Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproduci- On the History and Impact of Usenet and the Internet (Perspec- bilità tecnica, Einaudi, Torino 1991, cap. X. tives), Wiley-IEEE Computer Society P. 12 Vedi tabella in fondo all’articolo [N.d.r.]. cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 21 costante che è parte della loro rappresentazione, della personalità di un individuo, «il culto della come ad esempio il cibo che si mangia, gli abiti che star», come il modello che il mondo cinematografi- si indossano, i luoghi che si visitano (Mondo). La ca- co utilizza per sostituire il declino dell’aura. Da que- tegoria “Personalità” riguarda, invece, il dominio sto momento in poi, tale processo di edificazione delle immagini proiettate. L’utente proietta “Pensie- della personalità sembra essere diventato una spe- ri” (come, ad esempio, brevi frasi e poesie di autori cie di modello per la massa alienata. Nella Dialetti- famosi o anonimi) o “Emozioni” (come, ad esempio, ca dell’Illuminismo, Adorno e Horkeimer parlano di immagini che non presentano semplicemente il “pseudoindividualità”, che corrisponde all’idea di mondo così com’è, ma in una personale rappresen- creare la “originalità” dell’individuo combinando e- tazione artistica). Nella categoria dei “Pensieri”, lo lementi preconfezionati: «si riduce ai baffi, all’ac- stesso linguaggio si fa immagine. La struttura men- cento francese, alla voce rauca e profonda della tale profonda dell’utente è proiettata nell’imma- donna vissuta, al ‘Lubitsch touch’: che sono come gine/parola di qualcun altro. I brevi versi e frasi altrettante impronte digitali sulle tessere altrimenti hanno, in questo contesto, lo stesso senso visivo di uguali in cui si trasformano, di fronte al potere un’istantanea che viene riempita con i propri pen- dell’universale, la vita e i lineamenti di tutti i singoli, sieri e desideri. L’immagine dell’utente non è rifles- dalla stella cinematografica all’ultimo detenuto»13. sa in quella di un altro. L’utente si appropria della Nonostante ciò, la ridefinizione del concetto di real- citazione di qualcun altro “come un’imma-gine”. tà che stiamo cercando d’identificare cambia per noi Nella categoria delle “Emozioni”, tutto questo fe- la relazione tra queste due parole. La rappresenta- nomeno si intensifica, approfondisce e complica. zione di noi stessi attraverso immagini sembra pos- Siamo probabilmente dinanzi al puro processo sedere un doppio livello che è opportuno considera- proiezionale, come bambini abbandonati al centro re. Vi è, naturalmente, il livello sociale nel quale co- del proprio desiderio. Quando Instagram fu inventa- struiamo le nostre immagini come «centri in cui si to, una nuova categoria fotografica fu creata, la co- incontrano le tendenze generali»14, ma c'è anche, siddetta iPhoneography. attraverso il processo proiezionale, una consistenza Il Bello non è più il risultato di un processo volonta- ben più profonda. Non stiamo falsificando il nostro rio di ricerca, ma è supportato da un processo e- Io mettendo una maschera sul suo volto. Stiamo, sterno involontario. L’uso del filtro amplifica l’og- piuttosto, incorporando il nostro profondo nella ma- gettivazione del soggetto (come la potremmo chia- schera in una maniera a nostra portata. Ovviamente mare con Adorno), sebbene in una maniera “rego- non è sempre così, tuttavia, possiamo affermare lamentata”, “predefinita”, “predeterminata”, nella certamente che la maschera come rappresentazio- quale l’idea stessa di creatività si trasforma. ne artistica delle nostre emozioni mostra una parte L’automatismo dell’uso del filtro enfatizza il valore della nostra realtà profonda. dell’atto creativo in sé. Vi è una volontà creativa che Anche muovendo dalla categoria dello sharing a è indipendente da ogni ricerca tecnologica. Sce- quella del following, l’intera analisi della relazione gliendo un particolare filtro, l’utente compie una tra immagine ed individualità mantiene la sua validi- scelta estetica e in se stessa creativa. La ricerca tà. Following, “seguendo” per utenti, ricadiamo nel tecnica è standardizzata nel filtro, che funziona co- dominio delle immagini riflesse. Questa volta è il me una traccia mnestica che l’utente riempie con le mondo delle immagini che gli altri presentano di se proprie emozioni. Il processo estetico-creativo cam- stessi ad un altro utente, che le interpreta dal suo bia, si proceduralizza e diviene un fenomeno di punto di vista personale. “Seguire” per hashtag a- massa. L’uso distinto delle due parole – identità e pre, invece, un campo di estremo interesse. Un ha- personalità – è stato ovviamente intenzionale, dal shtag è una parola o un gruppo di parole che momento che la dialettica tra ciò che una persona è l’utente collega alle proprie immagini per comple- e quello che una persona vuole essere non è per tarne (forse aumentarne) il significato. Queste im- nulla estinta. Il termine personalità deriva dal latino magini sono strettamente connesse alle parole, ma persona, che veniva utilizzata nel teatro antico per in una maniera differente rispetto a quanto accade- riferirsi alla maschera (vale a dire, la dramatis per- va nella categoria “Pensieri”. È come muovere dal- sona). A questo punto, è necessario compiere una l’immaginario al simbolico senza lasciare l’imma- distinzione essenziale tra la nostra materialità fisi- ginario. Se nella “connessione linguistica diretta” ca, che sembra definirsi indipendentemente dal no- non registriamo nulla di particolare (una parola è stro volere, e la nostra consistenza psicologica, che fortemente legata all’immagine da una referenza di- cerchiamo di formare e presentare agli altri. Ben- retta), è probabilmente nella “connessione linguisti- jamin ha rappresentato perfettamente l’importanza di questo processo in relazione al Cinema. Ne' L'o- 13 M. Horkheimer, T. W. Adorno, Dialettica dell’Illuminismo, pera d’arte, egli presenta la costruzione artificiale Einaudi, Torino 2010, p.166. 14 Ibidem, p.167. 22 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org ca indiretta” che la nostra intera analisi in un certo Non stiamo solo liberando il nostro principio di pia- senso quadra. Nella “connessione linguistica indi- cere, stiamo anche istituendo una modalità quasi retta”, il mondo non si connette perfettamente con meccanica per riprodurlo. I nuovi media offrono – l’immagine, e nella maggior parte dei casi è molto insieme alla possibilità di numerose indagini sul Sé difficile giustificare la scelta dell’utente consideran- – anche una straordinaria opportunità di ritornare a do il problema dal punto di vista puramente raziona- quella specie di uso “magico” delle immagini, che le. La razionalità della connessione mondo/realtà è Georges Bataille identificò come il centro della pro- sgretolata. Parole come amore, odio e vita non han- duzione artistica di Lascaux15. Seguendo l’evoluzione no più riferimento universale. Cade l’autorità della del segno da Lascaux (immagini proiettate) al primo Razionalità. Per esempio, è possibile trovare passo verso l’astrazione del linguaggio, in cui que- l’hashtag #Art sotto l’autoritratto di un ragazzo di- sto è ancora legato all’immagine – come nel caso nanzi allo specchio del suo bagno, e giustificare la dei geroglifici egizi (immagini riflesse riferite scelta da un punto di vista strettamente personale. all’immaginario) – ad un passo più astratto come Vengono stabilite nuove connessioni: l’incontro tra con gli ideogrammi cinesi e giapponesi (primo passo parole e immagini apre a nuove possibilità creative nel simbolico), quindi alla completa astrazione co- per una evoluzione di massa del linguaggio, che vie- me nei moderni linguaggi non ideogrammatici (im- ne respinto in una sorta di dimensione proiezionale. magini riflesse in puro simbolico), possiamo ricono- Questa è la follia, come la intende Lacan, in cui scere che le tecnologie moderne ci stanno condu- l’individuo rifiuta le convenzioni del linguaggio e cendo verso una rappresentazione più visuale del crea una rappresentazione totalmente personale mondo. Seguendo questi pensieri fino in fondo, pos- del mondo, dove financo la parola stessa finisce con siamo assumere che non useremo più lo schermo l’essere un gruppo di immagini, riempite con biso- come uno spazio vuoto da riempire con le nostre gni personali incarnati in forme visuali. L’uso speci- rappresentazioni fittizie, come affermato da Žižek in fico del linguaggio, che si colloca fuori da qualsiasi riferimento al Cinema: «abbiamo bisogno della scu- connessione simbolica, apre il campo ad una nuova sa di una finzione per mettere in scena ciò che noi modalità di comprensione del fenomeno. Di conse- siamo realmente». Al contrario, stiamo riafferman- guenza, la radicalità di questa nuova modalità im- do il potere delle immagini come incarnazioni del maginativa di usare l’immagine ne esce rinforzata. nostro Sé, come rappresentazioni pure di ciò che La bacheca di Instagram si trasforma in una versio- siamo. Siamo alla fine dell’era della scrittura? Da ne moderna della parete delle caverne di Lascaux. quanto emerso fino ad oggi, ci stiamo preparando Ciò ridefinisce l’idea stessa di Arte e la rende dispo- ad un nuovo scivolamento nell’immaginario in cui la nibile per tutti. Abbiamo finalmente raggiunto lo parola non sarà più mezzo privilegiato della comu- stadio in cui – come diceva il grande artista tedesco nicazione, sopravanzata dalla potenza dell’imma- Joseph Beuys – ogni uomo è un artista, o se non al- gine. tro può essere una artista. AGOSTO 2013 Il corpo e la realtà fisica sono “private della realtà”. Tuttavia, in un mondo dove il linguaggio è una co- struzione illusoria del simbolico, l’estesa riappro- priazione di questo processo proiezionale sembra essere ancor più una riappropriazione del Sé pro- fondo.

15 Cfr. G.Bataille, Lascaux. La naissance de l'art, Mimesis, Mila- no 2007. cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 23 Un (o)maggio critico a L’Album Biango di Elio e le Storie Tese NerioJamil Palumbo

Comunque agisca, l’intellettuale sbaglia. Egli sperimenta rigine ogni discorso a tematica musicale in quanto radicalmente, come una questione di vita, l’umiliante al- tale – il problema dello scritto che segue è piuttosto ternativa di fronte alla quale il tardo capitalismo mette nella sostanziale incompetenza musicologica di chi segretamente tutti i suoi sudditi: diventare un adulto co- scrive. me tutti gli altri o restare un bambino. In questo senso, non vi si troverà un’analisi puntuale (T. Adorno, Minima Moralia, Einaudi, Milano 2005, p. 155) delle strutture dei pezzi, né delle modalità di com-

posizione di essi, ma piuttosto un ingenuo tentativo 1. Una critica da bar baro di verbalizzazione delle sensazioni provocate dal lo- Beatles o Rolling Stones? Eric Clapton o Jimi ro ascolto e soprattutto un’analisi di parti della loro Hendrix? Pink Floyd o Genesis? Si chiedevano. dimensione testuale, necessariamente priva di un Metallica o Iron Maiden? Massive Attack o Rage giudizio puntuale sugli arrangiamenti che la sosten- Against the Machine? Björk o Sinead O’Connor? Ci gono. Una critica da bar insomma, ma con qualche chiedevamo alle superiori. Tutt’ora mi ritrovo a tentativo d’astrazione e di contestualizzazione stori- chiedere ad alcuni dj se preferiscono Bob Marley o ca. Stevie Wonder. Mi mandano a quel paese.

Sospetto da qualche tempo che, in generale, parlare 2. L’Album Biango. Dal gossip a Gunther Anders e scrivere di musica con reale cognizione di causa (come al solito) siano cose impossibili, o quanto meno inutili. Per rimanere in tema, e per cominciare ad introdur- Non c’è bisogno di spolverare le grandi estetiche del re l’oggetto della nostra critica irresponsabile (nel passato per capire come l’eterno fastidio di ogni ar- senso che giammai potrebbe rispondere di se stes- tista per il suo “arcigno fratello” – il critico, lo scrit- sa di fronte ad una qualsivoglia auctoritas, o peggio tore – sia assolutamente ben fondato. authority), ho sempre pensato che la musica del Ricordo Bene... vivere e contestualizzare (critica- complessino milanese Elio e le Storie Tese riuscisse mente!) questo fastidio in modo ben più convincen- a realizzare il mirabile paradosso di un’arte total- te, nonché più prosaico... ma tutto sommato era ed mente razionale, totalmente fondata sugli spunti e i è un problema di mezzi. rilievi critici dei suoi creatori. Thomas Mann li a- Esistono critiche letterarie che – nell’irripetibile vrebbe definiti «figli dello spirito»1, «alfieri del bel commistione di fondatezza filologica ed eleganza canto e dell’uomo del Giappone», di un’arte sempre espositiva che le contraddistingue – divengono lette- figlia di un’esasperazione grottesca, autoironica, ma ratura a loro volta, probabilmente perché il mezzo è inequivocabilmente razionale di se stessa. lo stesso, e così l’interazione e i rimandi tra i due Se la provocazione picassiana per cui il grande arti- oggetti (critica e oggetto criticato) funzionano. sta ruba ha un qualche fondamento, gli EELST sono Esistono anche narrazioni, o descrizioni scritte di certamente dei grandi artisti: tutta la loro produzio- eventi artistici d’altra natura che possono risultare ne può essere letta come un imponente détourne- gradevoli o notevoli al punto da diventare oggetti ment2 del passato, un inestricabile mosaico di cita- d’arte a loro volta: ma anche in questi casi è proprio l’aspetto distruttivo (ma architettonico) di una critica degna di questo nome a dover venire meno. 1 Il riferimento è a un importante saggio manniano del 1924 Il giudizio struttura le personalità che si dedicano al dal titolo modesto: Goethe e Tolstoj. Frammenti sul problema complesso mondo del creare, ma ne resta inesora- dell’umanità. In esso viene stabilito un discrimen tra una sana arte della natura, splendidamente rappresentata dai suoi bilmente ai margini. Romanticamente. sereni, ingenui figli – Goethe e Tolstoj appunto – ed una Per criticare un musicista bisogna suonarci assie- malata arte dello spirito, arte di situazioni e personaggi me. eternamente esasperati e portati ai limiti dalla razionalità Criticare un pittore significa rispondergli con un di- ipertrofica e paradossale dei suoi autori – in quel caso Schiller pinto, come nella lunga serie delle Bagnanti che at- e Dostoevskij. 2 La scelta del termine non è assolutamente casuale. La traversano la contemporaneità, da Courbet a Picas- presenza e l’assidua collaborazione nel collettivo milanese di so. un colto e attento architetto, il poliedrico clown urbano Luca Ad ogni modo possiamo guadagnare ancora in pro- Mangoni, testimonia la vicinanza dell’assetto teorico degli saicità, e forse anche in modestia poiché, pur te- EELST a certi spunti ‘architettonici’ del situazionismo, nendo a mente le considerazioni testé accennate e i nonostante la loro produzione si situi in anni in cui il situazionismo stesso era ormai ampiamente secolarizzato e loro infiniti risvolti – che potrebbero invalidare ab o- detournato. 24 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org zioni che ha il sapore, spesso un po’ amaro, di una la verità sul lavoro del gruppo negli ultimi anni, sen- disillusa secolarizzazione. Finis musicae... una risa- za lasciare a bocca asciutta gli aficionados delle ta la seppellì! vecchie sonorità e dei vecchi contesti: se brani come Coerentemente, anche l’ultimissimo lavoro del Amore amorissimo e Dannati forever sembrano un complessino, L’Album Biango – comparso in frutto diretto delle bagarres politico-televisive degli un’epoca in cui «nessuno fa più l’album»3 – è una ultimi due anni (anche musicalmente), altri come caustica raccolta di nostalgie in cui, come è ben Enlarge (your penis) e Il Tutor di Nerone sembrano detto in una recensione di Michele Boroni su Ro- usciti dagli album di quindici anni fa: ricchi di riferi- ckol.it 4 (di cui diremo qualcos’altro), domina «un menti non immediatamente fruibili, complessi e amarcord di fondo». stratificati nella struttura musicale e sintattica, me- Ascoltandolo con l’attenzione dovuta ad ogni album ticolosamente attenti ai dettagli dei fenomeni di co- degli EELST, sembra di scorgere questo tono persino stume che vanno ad isolare e a mettere alla berlina. nelle modalità di registrazione e missaggio dei pezzi L’impressione complessiva è dunque quella di una che, rispetto alla luminosa nettezza del non lontano release un po’ frettolosa ma non priva di classe e di (2008), sembrano più posati, più chiusi, personalità, come invece vorrebbero alcune recen- a tratti abbozzati, come provenienti da una camera sioni critiche che addirittura consigliano al com- volutamente ovattata male, magari proprio quella plessino di chiudere con gli LP per dedicarsi esclusi- disadorna sala prove oggetto di una delle canzoni. vamente all’ormai familiarissimo mondo dei media6. Eppure l’Album Biango è spalancato sul mondo, in Prima di inoltrarci in una disamina più specifica dei certe cose dà addirittura la fastidiosa impressione di singoli brani, però, dobbiamo provare a focalizzare esserne uno specchio fedele, come tutto sommato è un aspetto importante: perché L’Album Biango7? uno specchio fedele del destino degli artisti oggi quello che è avvenuto a molti componenti del com- C’è chi dice che ci siamo ispirati all’album bianco dei plessino (uno su tutti Elio stesso), impegnati ormai Beatles, chi ci trova dei riferimenti all’albume dell’uovo in una costante (superflua?) e spesso compromet- cotto (perché quello crudo è trasparente), ma la rispo- tente ricerca di visibilità attraverso i mezzi di comu- sta esatta è: “Così”. Una caratteristica dell’album bian- nicazione più vari (tra tutti la televisione più main- go è che se provi a scriverlo su un computer moderno diventa “L’album bianco”. Tu credi di aver sbagliato, in- stream5 e la rete, il WWW). È un album che vuole dire vece è stato il correttore automatico. Allora tu lo riscrivi e scopri che “biango” è sottolineato da una linea rossa 3 L’espressione – diventata caposaldo delle varie (variamente tratteggiata come a dire: «OK se proprio insisti scriverò valide) critiche all’album comparse in giro per il WWW – è “biango”, ma sappi che non mi è andata giù». Non mi è parte dell’interessante skit che introduce Il ritmo della sala prove (traccia n.4)... il riferimento è originariamente all’album di “figu” (figurine): elemento lessicale ricorrente nel temps donabile la presenza di Elio ad X Factor, non solo per la perdu del gruppo (Cfr. gli Adolescenti a colloquio della prima volgarità del contesto in sé – che somiglia più ad una mostra traccia di Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu (1989) nonché pornografica di schiavi ammaestrati che ad una scuola di Supergiovane, traccia dello storico LP del 1992: Italyan, Rum musica – ma proprio per il ruolo da lui assunto in quel Casusu Çikti). contesto: freddo selezionatore dei suddetti schiavi, ma dalla 4 http://www.rockol.it/recensione-5270/elio-e-le-storie-tese-l- facciata empatica ed estrosa. Esca allettante per schiavi album-biango. fantasiosi, nota dolce della sinfonia del dominio. Menzione a 5 Estremamente intricati i rapporti tra la band milanese e i parte meritano i contributi del complessino al mondo della grandi mezzi di comunicazione e distribuzione. Complesso in pubblicità: se è straziante sentire gli autori di pezzi come generale è lo sviluppo storico della musica da quando esistono Sabbiature e Supergiovane cantare jingles della Vodafone® i video musicali... nel 1979 Video killed the radio stars. Ancor travestiti da pinguini, è ancor più demoralizzante sentire un più complesso il discorso sui rapporti tra le arti in generale – e pezzo straordinario come Gargaroz nella sua rivisitazione per la musica in particolare – e la loro fruizione di massa e il Cynar®. distribuzione su larga scala. Mi limiterei quindi a dire che 6 Inquietante a riguardo il giudizio del citato Boroni su l’elemento visivo, teatrale è onnipresente ed estremamente Rockol.it: «da sincero estimatore del complessino, mi auguro rilevante in tutta la produzione degli Elii (basti pensare ai che L’album biango sia il loro ultimo , e questo vuole costumi e ai continui exploits visivi che utilizzano ai loro essere un augurio per il continuo della loro carriera e l’inizio concerti), e che quindi l’elevazione a potenza di questo di un percorso originale verso nuove dimensioni artistiche (e elemento costituita dalla televisione non può essere per questi sì, anche un programma tv tutto loro)». artisti che una straordinaria occasione espressiva (e infatti lo è Da sincero estimatore, da affezionato fanatico direi, spero che stata sin dalle origini). Tuttavia molto vari sono stati i contesti gli Elii non vogliano giungere a simili conclusioni, ma che anzi televisivi che hanno visto la loro attiva partecipazione e la mancanza di un’oggettiva necessità economica (!) li possa proprio sulla selezione di essi, col passare degli anni, è stato spingere verso l’abbandono di certi contesti che non possono fatto forse qualche compromesso di troppo. Creative e che deteriorare l’autenticità e l’originalità delle loro creazioni. artisticamente feconde furono le collaborazioni dei compo- La storia dell’industria culturale è piena di trionfi, è proprio nenti della band con Radio Deejay e con le trasmissioni della necessario anche questo? Gialappa’s, come interessante e tutto sommato politically 7 Per informazioni dettagliate sul disco, rimandiamo alla sua correct è stata la presenza del gruppo a Parla con me della tutto sommato esaustiva pagina di Wikipedia: Dandini; mentre ad esempio mi è sempre sembrata imper- http://it.wikipedia.org/wiki/L%27album_biango. cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 25 andata giù? Ma che cazzo vuoi, correttore automatico di cattolica italiana. Qui la cosa prende una piega un merda che continui a correggermi parole che non vo- tantino più mondana e da gossip, con riferimenti e- glio correggere unicamente per cercare di giustificare videnti ai papy e alle mamy delle cene eleganti dove la tua esistenza, ringrazia Dio che non riesco a disatti- si fornica, agli esodati e alla gente che commette varti.8 omicidi accidentalmente. . Mono-nota, poli-edrica. Si I riferimenti ai Beatles, all’albume, al bianco dei ca- potrebbe cominciare un lungo discorso sulla sem- pelli o al più malizioso bianco dello sperma, sono plificazione della musica e dell’espressività in gene- tutti corretti e probabilmente presenti nelle inten- rale come elemento fondamentale del loro impove- zioni della band, corrispondono ai diversi tipi di pub- rimento e della loro nociva massificazione11, si po- blico che gli Elii sanno ormai di avere e di dover ac- trebbe aggiungere il fatto che non a caso il brano è contentare... ma il vero punto è un altro, o almeno è stato portato provocatoriamente al Festival di San un altro il punto che interessa il nostro tipo (nonché Remo vincendo, non a caso, tutto tranne il Festival. i nostri tipi!). Ma noi per questa volta seguiremo il suggerimento, Guarda un po’... «tu credi di aver sbagliato, invece è e quindi ci limiteremo a dire che Jobim non ha avuto stato il correttore automatico». Viene da pensare a 9 le palle, invece loro sì. Gunther Anders, alla sua «vergogna prometeica» . Il ritmo della sala prove. Probabili cenni autobiogra- Ma andiamo con ordine. fici nascosti nella vicenda del bassista e non solo. Non c’è testo di Elio e le Storie Tese che, tra le pie- Molte le curiosità e i riferimenti rintracciabili nel ghe dei suoi lazzi enigmistici ed enigmatici, non sia brano, ma forse ancor più degno di nota è per noi lo calato magistralmente nei suoi anni... anni di crisi, skit iniziale, nel quale ricompaiono gli adolescenti questi ultimi, in cui molte cose sono giunte ormai al del lontano Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu loro tramonto, mentre molte altre sembrano «veni- che non fanno più l’album di “figu” ma, un po’ cre- re per le montagne del tempo», in queste ultime a- sciuti, si preparano alle prove pomeridiane della lo- bilmente nascoste, e quindi difficili da notare ad uno ro band. Interessante è l’incontro del gruppo di ado- sguardo frettoloso. lescenti con il noleggiatore della sala prove: Spenderemo dunque qualche parola sulle tracce che più delle altre ci sembrano prendere parte a Noleggiatore:«Avete dalle sette alle nove nella uno, ve- quest’ennesima – anche se un po’ stanca – opera di nite qui un attimo: patti chiari, amicizia lunga. Nove critica e decostruzione del gruppo milanese cercan- meno cinque non vola una mosca, voglio vedere i jack do così di coglierne natura e limiti, probabilmente arrotolati, amplificatori messi a posto e niente stronza- non riscontrabili in un semplice problema di ana- te, d’accordo?» cronismo come alcuni critici vorrebbero10. Adolescente (Faso): «Eh, tranqui, eh!» N: «No, tranqui un cazzo! Quanti anni hai tu?» 3. Tracce di crisi A: «E cosa c’entra, scusa?» N: «Eh, c’entra sì! Tu eri all’Isola di Wight?» Dannati Forever. La boutade anticlericale non è co- A: «No, ma... » sa nuova per il complessino: da N: «Eri a Woodstock?» a Pagàno, passando per Urna e per i numerosi rife- A: «No, ma... » rimenti allegorici di Supergiovane, c’è sempre stata N: «Io SÌ! Silenzio, andare a provare!» una parola per l’ipocrisia della tradizione cristiana e Perfetto scontro generazionale tra arroganze. Da un lato una generazione (la nostra?) che ha avuto il 8 Questo un estratto delle pochissime parole sul disco succulento piatto della fine di ogni autorità e di ogni pubblicate dalla band... la versione completa è reperibile un po’ ovunque, ad esempio su: riverenza formale senza esserselo conquistato mi- http://www.marok.org/Elio/Discog/biango.htm, pagina che nimamente: «tranqui!». contiene anche una serie di curiosità interessanti sui singoli Dall’altro la generazione che a Woodstock c’è stata, brani, nonché la trascrizione completa di tutti i testi. che quella riverenza l’ha abbattuta con la gran 9 Cfr. G. Anders, L’uomo è antiquato, 2 voll., Bollati Boringhieri, pompa rumorosa della sua rivoluzione culturale, ma Torino 2003 (in particolare la parte prima). che sembra fatalmente pretenderla dai nuovi “gio- 10 Così ancora Boroni su Rockol.it: «Gli Elii sono famosi e assai apprezzati per la loro capacità di leggere i fenomeni sociali vani” una volta giunta alle posizioni di potere che fu- appena si presentano e trovare subito la chiave per ironizzarci rono dei suoi padri. intelligentemente: è evidente però che uscire nel 2013, con Una volta era la guerra, oggi è l’Isola di Wight. una canzone sui messaggi spam email (Enlarge (your penis)), sulle pubblicità sessuale di donne dell’est (Lettere dal www), sull’uso compulsivo delle fotocamere digitali (Lampo) o basare 11 A riguardo mi permetto di rimandare al terzo paragrafo del un pezzo sulla Milano che pulsa e “sui milanesi che corrono mio articolo Placetexperiri. Un’altra sfogliata (riccia) a “Minima come pazzi” (Il Tutor di Nerone) rappresenta per gli EELST una moralia”, sul numero 9 di «Città Future»: perdita di colpi». http://www.cittafuture.org/09/04-Placetexperiri.html. 26 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org Lettere dal WWW – Enlarge (your penis). L’attenzione «Una volta un mio amico / Ha enlargiato il suo penis ai fenomeni antropologici sorti dall’uso più o meno / Oggi è più felice di me»15. compulsivo del web non è una novità per la band Pare che il pinguino della Vodafone® la pensi come milanese12. i più pessimisti tra i ‘filosofi della tecnica’ dell’ulti- Questa volta però la questione è posta in maniera mo secolo, e che la sua risposta alla nostra doman- ben più esplicita e, chiaramente, è subito la sfera da sia positiva... la citata “vergogna prometeica” è sessuale ad essere presa in esame come oggetto ovviamente dietro l’angolo: tutti credono di dover privilegiato della trasformazione. Ascoltando le Let- somigliare, nella propria vita sessuale, a quelle a- tere dal WWW 13 ci si immagina l’ormai tipico nerd nonime macchine del sesso16 che si possono vedere che, cercando sul mondo virtuale le esperienze ero- nelle migliaia di video circolanti gratuitamente e tiche che il mondo reale gli nega, s’imbatte magi- senza alcuna efficace misura di controllo su camente in una «donna dell’est europa» (magica- Internet. Semplicemente si cerca di rimodellare la mente residente nella stessa città) curiosissima propria esperienza personale imitando le perfette d’incontrarlo. (?!) rappresentazioni virtuali della sessualità pre- Due tristi attitudini sessuali di massa degli ultimi senti sul vuvuvù, a cominciare dalle dimensioni del quindici anni in un sol colpo: la ricerca di relazioni penis che, ovviamente, va ‘enlargiato’17. sul web e di donne provenienti dell’est Europa dopo Lampo. Ormai è un morire. Persone di tutte le età e cocenti delusioni sentimentali «dai paesi tuoi»14. di ogni appartenenza sociale e politica non possono Discorso ancor più profondo e complesso per quan- esimersi dall’aggiornare continuamente i propri to riguarda Enlarge (your penis): apparentemente la profili sui social network con testimonianze fotogra- canzone narra di una persona che decide di rinun- fiche delle loro attività. Non esiste più un momento ciare ai suoi filtri anti-spam per ricevere tutta la po- della vita che sia degno d’essere ricordato senza sta che il gargantuesco mondo della pubblicità on- l’ausilio di un dispositivo tecnico di qualche tipo e, line spedisce ogni giorno; e tuttavia tra i tanti c’è un chiaramente, nella nostra società dello spettacolo attachment fondamentale, cui il nostro protagonista 2.0 sono quelli visivo-fotografici ad avere la meglio, non ha alcuna intenzione di rinunciare... Enlarge specie da quando un database come Instagram è in your penis: formula ben nota ai frequentatori di siti grado di diffonderli capillarmente in tutto il mondo pornografici, sui quali – per ovvia continuità temati- nel giro di pochi secondi. Il risultato di questa tra- ca e di target – si pubblicizzano usualmente prodotti sformazione è visibile a chiunque, ovunque. farmaceutici in grado di trasformare radicalmente Il Tutor di Nerone. Il progressivo adeguamento dei le prestazioni sessuali degli acquirenti. Il tema non corpi umani ai tempi e ai ritmi delle macchine è an- è per nulla obsoleto, ed è forse tra i più urgenti nella cora argomento centrale in questo brano dai riferi- piccola opera di decostruzione e critica di cui ci menti un po’ eruditi. L’immagine è proprio quella di stiamo occupando: affidarsi od anche solo utilizzare due mondi e di due modi contrapposti: la lentezza la rete per operazioni che riguardano la sfera eroti- languida e antica di un otium philosophicum ormai ca della nostra vita, significa mutuarne gradual- in disuso si contrappone alla velocità maniacale dei mente le attitudini ed il linguaggio? ritmi lavorativi contemporanei, costitutivamente e sempre più privi di ogni riguardo per le deviazioni 18 astratte ed umanistiche . La «Milano che pippa» e 12 Già Gargaroz, nel 2008, conteneva accenni al «dannato vuvu- che corre come una matta verso la fiera fuori città è vù» che fa danni. ovviamente solo un’occasione come tante per met- 13 Riportiamo il breve testo della canzone per intero: tere in evidenza il fenomeno, di cui d’altra parte dif- «Oggi mi è arrivata una mail di una ragazza ucraina ficilmente vedremo la fine. Che mi vuol conoscere, mi ha visto su un sito Scrive: “Sono una donna bravo, Che non cerca avventure corte, bensì una relazione fisso”. 15 Parte del testo di Enlarge (your penis). Provo un’istintiva fiducia verso le donne dell’est Europa 16 Lontani i tempi dell’amatissima pornografia in VHS (a Grazie a questa cosa dell’Internet». pagamento!) e di John Holmes, cui il complessino dedicò 14 Obbiettivo privilegiato del colonialismo sessuale in versione addirittura una canzone del citato Elio Samaga Hukapan 2.0 sono ovviamente, visibilmente, le donne dell’est Europa, Kariyana Turu. in gran parte non ancora avvezze ai livelli di emancipazione 17 Per uno spunto letterario a riguardo si cerchi anche Il delle nostre parti: in realtà sorge il sospetto che l’obbiettivo Supermaschio di Alfred Jarry, non a caso di recente polemico della breve canzone sia proprio questo, e che il ca- ripubblicazione presso i tipi di Bompiani. nale d’incontro virtuale sia solo un pretesto e un modo per ac- 18 È l’Elio nostalgico ed ironicamente conservatore a venir centuare l’assoluta mancanza di reciprocità e spontaneità della fuori, come veniva fuori da pezzi più o meno vecchi come cosa; le relazioni di uomini centro-europei di terza età (e non!) Gargaroz, Farmacista, Cassonetto differenziato e altri. Qui inol- con giovani donne dei paesi dell’ex Unione Sovietica sono tre, con il leggero cambiare delle sonorità, comincia ad emer- ormai frequentissime, tutti alla caccia di «donne bravo», in gere a mio avviso uno dei temi cardine del concept: quella len- cerca di una tranquilla «relazione fisso», senza particolari am- tezza è anche la lentezza dell’artista, una lentezza che costa bizioni di lavoro o d’indipendenza. sempre di più. cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 27 Come gli Area. Con questo brano comincia la sfida vo disincanto. Era una cosa che andava detta, e che più impegnativa del disco... andava detta chiaramente: quella festa sta perden- «Come tutti sanno il pubblico fascista / Non ha mai do il suo senso... è tutto fatto di stereotipi, tutti vec- capito un cazzo di musica / Sì, però i compagni chi e quindi ormai tutti falsi, addirittura falsanti: la quando c’è da tirar fuori i soldi / Tutto tace»19 tipa col piercing, il tipo con lo zaino, il gruppo del Dovevano cominciare ad avere i capelli bianchi, Mezzogiorno, la musica balcanica, il metalmeccani- bianghi, per raccontare di un sospetto che proba- co, le masse operaie, le bandiere rosse eccetera. bilmente hanno da sempre: la cultura italiana di si- Unica grande assente: la musica. nistra s’è riconosciuta troppo a lungo in una facciata La chitarra acustica è scordata (calante!), ma «il ti- pauperistica20 che probabilmente, in quanto ipocrita, po che balla a torso nudo neanche la sente»: la mu- estetizzante e completamente fine a se stessa, ne sica, sembra voler provocare il complessino, è pro- ha inficiato lo sviluppo e le prospettive... a un certo tagonista del grande evento romano solo per la sua punto la scelta è stata necessariamente quella che, energia e capacità di coesione ma fondamentalmen- secondo l’Adorno citato in esergo, viene imposta ad te – non avendola pagata direttamente – non la a- ogni individuo della nostra epoca: diventare adulti scolta nessuno22, e forse è sempre stato così. come tutti gli altri o restare bambini, incamminarsi lungo la strada pre-scritta dall’industria culturale o Il discorso, in sintesi, è lo stesso accennato tra le ri- continuare ad immaginarne una indipendente, un- ghe del pezzo dedicato agli Area: l’arte si paga, ed è derground, come si continua a ripetere stancamen- giusto che sia così. Continuare a immaginare gli ar- te. I talentuosi Area di Demetrio Stratos (quelli che tisti (e i ‘lavoratori dell’immateriale’ in genere) come probabilmente finiscono con la sua voce vibrante eterni bambini privi di necessità materiali significa nell’estate del 1979) sono dipinti nel brano come e- costringerli a diventare «adulti come tutti gli altri» sempio eminente del secondo caso: il loro tentativo nel giro di pochi anni: volendo continuare a creare, di rimanere organici a certi contesti ha – tipicamen- dovranno infatti rivolgersi al “nemico”, alle majors, te – limitato la diffusione delle loro creazioni, atte- ai produttori discografici e (sempre più spesso) ai nuandone così il potenziale rivoluzionario nell’ambi- peggiori format televisivi, diventando un utilissimo to del panorama musicale dell’epoca... eppure, strumento nelle mani della cultura dominante23; in sembra suggerire il complessino, la cosa sarebbe alternativa potranno trasformare il suddetto creare potuta andare diversamente fin dall’inizio se i com- in un semplice hobby, e guardare dopo qualche an- pagni avessero tirato fuori i soldi (e se li avessero no le foto della loro band giovanile con anni e anni di investiti nei contesti giusti)! un lavoro che non gli assomiglia sulle spalle, il pene Forse Stratos morì prima di diventare un adulto co- ben enlargiato e un po’ d’amarezza. La purezza è un me tutti gli altri. lusso. A Piazza San Giovanni – Complesso del primo Mag- gio. L’ultima traccia del disco rincara la dose. Pub- SETTEMBRE 2013 blicata in anticipo il 12 aprile del 2013 sul canale Youtube ufficiale della band, essa può essere consi- derata come la più esplicita presa in giro mai con- cepita del più importante evento pubblico organizza- to annualmente dalla sinistra italiana. Il palco del concertone di Piazza San Giovanni ha un ricordo in- delebile di Elio e le Storie Tese: nel 1991 la band fu censurata dalla RAI in piena diretta quando trasfor- mò il testo della sua Ti Amo in un martellante e do- cumentatissimo j’accuse contro alcuni membri del- la classe politica e imprenditoriale italiana21. Stupido pensare ad una vendetta con vent’anni di ri- tardo, troppo difficile pensare che quel primo mag- gio non sia parte integrante del grande e progressi-

19 Parte del testo di Come gli Area, terzultima traccia del disco. 20 Pauperismo che sfociò spesso in un atteggiamento anti- artistico, annoverante il gusto per l’arte ed il rispetto per gli artisti (quindi anche il loro sostentamento) tra i lussi borghesi 22 O, provocazione ancora peggiore: non la ascolta come da estirpare: «CE LO CACHI CHE SEI UN ARTISTA!!!!» dovrebbe perché la musica non si può ascoltare così! 21 La registrazione dell’evento sarà pubblicata solo l’anno 23 E se la cosa è vera per personaggi ormai ben noti e agiati dopo nel singolo Pipppero® e successivamente nell’album come gli EELST, figurarsi come può esserlo per un gruppo di Peerla del 1998. ventenni emergenti! 28 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org La decostruzione della città Alessandro D’Aloia

È tempo di mettere al centro il vuoto, di capire come a porre fine a questo tipo di storia (anti)urbana, dal togliere, come sottrarre. Un grande maestro momento che la proliferazione di un’estetica dell’architettura moderna affermò che “il meno è dell’orrido non potrà mai generare una sensibilità più (less is more)”. Mentre in anni più recenti e adeguata al compito. post-moderni, l’idea del togliere si è affacciata nuo- In questi termini, decostruire potrebbe essere vamente nella discussione, ma solo per essere su- l’ultimo appiglio per passare da una modernità su- bito negata in modo distorto in uno dei movimenti bita ad una modernità agita e per trasferire architettonici più alla moda degli ultimi decenni: il l’attenzione dal monumento al suo contesto, cioè decostruttivismo, ispirato al filone filosofico derri- dall’oggetto architettonico al suo ambiente. diano del decostruzionismo. Bisogna notare come, nell’epoca post-moderna, i principi fondativi delle 2. Liberare lo sguardo (dal brutto) nuove tendenze architettoniche si siano sempre tra- Se d’ora in poi si invertisse il punto di vista comin- dotti sostanzialmente in un credo estetico, piuttosto ciando a pensare in termini di de-costruzione, si po- che strutturale, con effetti anche opposti sul piano trebbe guardare alla città con occhi nuovi. Invece di della forma, ma sempre nella medesima assiomati- cercare gli ultimi vuoti da riempire, si tratterebbe di ca della crescita urbana. In sostanza non si riesce individuare i troppi pieni da svuotare. Per farlo sa- mai a cogliere un significato urbanistico delle teorie rebbe necessario acquisire una consapevolezza del del costruire e ci si limita a trattazioni sempre più brutto. Saper vedere ciò che è brutto, mapparlo at- sofisticate con ricadute inessenziali per un’idea del- tentamente ed immaginare lo spazio liberato da la città che sia anche idea di una società. È forse questi depositi alluvionali cementati. De-costruire lo questo vuoto programmatico a conferire un caratte- spazio urbano esterno ai perimetri primo-nove- re alieno alla stragrande maggioranza degli inter- centeschi, a partire da una mappa del brutto venti contemporanei, che sono esibizioni di bulimia nell’esercizio di una critica storica attiva. tecnologica molto efficaci sul piano della spettaco- Liberare spazio dove se ne sente il bisogno, sceglie- larità, ma anche molto lontane dalla vita quotidiana. re cosa lasciare in piedi, per quali scopi e con quali modifiche. Avviare una contestuale opera di re- 1. Decostruttivismo o decostruzione? migrazione della popolazione nelle parti più vecchie Il termine “decostruttivismo” è più interessante del- e strutturate delle città e dei paesi. Svuotare le peri- la sua traduzione architettonica, nella quale esso ferie e riempire i centri. non significa de-costruire ma, all’opposto, costruire Ristrutturare il rapporto tra spazio domestico e pub- in stile de-costruttivista. Se invece, più semplice- blico, rendendolo più interdipendente. Questo può mente, fosse preso alla lettera, assumerebbe un va- significare meno spazio chiuso e più spazio aperto. lore molto più pregnante in relazione alla città attu- Ripensare il modulo abitativo minimo, riducendolo ale. Allora lo si potrebbe intendere come necessità agli spazi necessari al riposo, la riflessione e la toi- di tornare sul costruito per decostruirlo fisicamente. lette. Eliminare soggiorni e cucine dalle case al fine La decostruzione potrebbe intendersi come un’azio- di togliere all’appartamento la sua dimensione di ne programmatica sul costruito volta a togliere in- unità autonoma e, per questo, indifferente a ciò che vece che ad aggiungere, a ridefinire il carattere avviene fuori. Cioè portare la propria casa in città dell’esistente non in termini stilistici, ma di diversi piuttosto che cercare di replicare la città in ogni ca- rapporti tra pieno e vuoto nello scacchiere urbano. sa. Quest’idea di avere a casa tutte le comodità ur- La decostruzione implicherebbe un approccio critico bane, la palestra, la piscina, il bar, il teatro, il cine- nei confronti del costruito attuale, critica che, stante ma, la sala concerti e quant’altro è semplicemente l’assioma della crescita continua, non può che re- autistica. Sventrare i condomini, aumentando gli stare sospesa fino a quando la città continuerà a spazi condominiali e diminuendo quelli privati. At- crescere senza perché. È quando si decide cosa to- trezzarli con grosse cucine dove poter preparare i gliere che si esercita una critica. Verrà forse un pranzi e le cene tutti insieme e con adeguati spazi di tempo in cui si percepirà chiaramente che quanto mensa e soggiorno, in cui passare il tempo in com- realizzato negli ultimi decenni non è all’altezza dello pagnia e conoscersi. Pensare i terrazzi delle costru- spazio che occupa. Forse la modernità potrà avere zioni come isole di socialità, dove organizzare quoti- coscienza di se stessa solo attraverso un’opera di dianamente banchetti serali per le cene estive. Tra- ripulitura senza precedenti, anche se probabilmente sformare gli ultimi piani in terrazzi coperti per i con- sarà la distruzione e non la decostruzione della città vivi invernali. Togliere un palazzo ogni dieci per cre-

cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 29 are dei cortili intercondominiali dove spostare la so il quale si aggiunge una certa qualità allo spazio mensa almeno una volta al mese, dove organizzare esistente. In una certa misura essa è un moltiplica- il mercato dei prodotti locali e le attività ludiche dei tore dello spazio abitabile, data la sua capacità tec- bambini e dove discutere sul come decostruire il re- nica di trasformare lo spazio indifferenziato in spa- sto della città. Si pensi alla situazione assurda per zio dove vivere e la sua capacità di ripetizione modu- la quale l’inquilino tipo di un condominio non sa lare, ma sostanzialmente essa non crea spazio, niente di chi abita sul suo medesimo pianerottolo. Si mentre lo occupa. Essa produce trasformazioni in pensi alla solitudine delle casalinghe e degli anziani, senso antropologico, ma lo spazio a disposizione è ma anche dei bambini, rintanati nei loro apparta- limitato. Decostruire la città deve anche significare menti. Si pensi anche alla bruttezza di un termine la coscienza di questo limite, la consapevolezza che come appartamento, dispositivo del vivere appartati. ciò che si va a trasformare è già prezioso, per cui la Trasformare un palazzo ogni nove rimasti, in un trasformazione deve quanto meno aggiungere virtù parcheggio multilivello per gli altri otto. Ricavare allo spazio che si va a produrre. delle biblioteche comuni traslocando i propri libri in La città storica era sempre un complemento speci- uno spazio accessibile a tutti, dove anche i tomi pos- fico di un certo paesaggio di origine. La sua forma, sano incontrarsi. Ricavare spazi per la musica e il ma anche i materiali di cui era fatta, non erano mai teatro ogni mille abitanti, dove insegnare ed ap- indifferenti al paesaggio. Essi lo continuavano senza prendere le arti. Formare bande musicali di quartie- la presunzione di ricrearlo. Per questo motivo le cit- re per intrattenersi e ballare nelle strade. Rendere tà della storia erano tutte diverse ed uniche, a diffe- centrale il vuoto ed instaurare con esso rapporti renza delle loro attuali periferie indifferenziate. abitativi, relazioni immediate a portata di vista. E- Quello che è saltato con la modernità è il rapporto stendere all’esterno la propria abitazione e abitare virtuoso tra costruito e paesaggio, entrati irrimedia- producendo spazio. Si produce spazio anche attra- bilmente in conflitto. verso la propria presenza fisica. I corpi sono ele- menti dello spazio, in grado di renderlo luogo del 4. Architetture invisibili presente. L’assenza di corpi nello spazio è ciò che Se questo rapporto deve essere in qualche modo consegna un luogo al passato. Se lo spazio si oppo- recuperato, allora la nuova urbanistica è un’ope- ne al tempo come manifestazione autonoma, il luo- razione di sottrazione. Essa ha bisogno di architet- go è uno spazio non leggibile in assenza della di- ture invisibili, fatte di metri cubi con il segno meno mensione temporale, cioè al di là del movimento dei davanti, in cui l’ingegneria è al servizio dello smon- corpi al suo interno. Il vuoto permettendo questo tare, fondata su una vera e propria teoria e tecnica movimento, permette agli elementi materiali di cui della de-costruzione. La rimozione della carcassa si compone lo spazio di partecipare alla definizione della Concordia alluvionata sulla costa del Giglio di un luogo, alla sua nascita e alla sua vita. può essere un esempio concreto della difficoltà tec- nica della rimozione di un deposito accidentale da 3. Abitare il vuoto un paesaggio in sé concluso. Davvero questa vicen- Ma cosa può significare abitare il vuoto? Intanto un da è doppiamente metaforica, simbolo dell’inca- vuoto per essere abitato deve essere delimitato, al- gliamento megalomane del tardo capitalismo e di trimenti è un vuoto indifferenziato, senza dentro e un possibile nuovo inizio a partire dal rimuovere. senza fuori. Abitare il vuoto, implica lo starci dentro. Trasformare lo spazio attuale attraverso architettu- Il costruito è il suo limite. Il costruito è architettura. re invisibili che producano nuove visioni, prospettive Ma abitare il vuoto non può significare semplice- inedite. Ridurre gli ambiti privati, aumentare quelli mente scorrerci dentro inseguendo un altrove. Abi- pubblici. Ridurre le distanze fisiche tra le occupa- tare un vuoto deve indicare una condizione di appro- zioni, ma interdire il lavoro domestico attraverso i do. Il vuoto è uno spazio in cui stare, diverso da una contratti di fornitura elettrica. Al massimo dodici ore infrastruttura dell’andare. Una città è una pietrifica- di corrente per uso domestico e solo per la notte. Si zione della dialettica tra andare e stare in cui, salvo lavora fuori casa, con gli altri. poche eccezioni, i vuoti risolvono la prima necessità Programmare i computer perché non funzionino più e i pieni, il costruito, la seconda. Allora decostruire di quattro ore al giorno, meglio, fare in modo che non può non significare anche cambiare i termini di possano funzionare solo in luoghi appositi in cui si questa dialettica storica. Ma affinché la decostru- recano tutti coloro che devono lavorare con un com- zione risulti efficace, al punto in cui siamo giunti, puter. Stare insieme mentre si lavora, anche se si fa essa deve materializzarsi per difetto, non per addi- qualcosa di individuale. Chiedere agli altri cosa zione. stanno facendo, organizzare collaborazioni su attivi- Lo spazio non è una creazione dell’architettura. Es- tà simili. Concepire una spazialità urbana che inviti so esiste già. L’architettura è lo strumento attraver- ad assumere comportamenti collaborativi. Aprire

30 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org varchi, togliere muri, non solo di pietre, tra le per- per leggerli il computer impiega molto più tempo sone. Studiare i dispositivi di isolamento e le loro del normale. Allora l’applicazione interviene e rias- possibilità di essere utilizzati in modi opposti, altri- sembla ciò che è stato frammentato, e tutto ripren- menti eliminarli. de a girare meglio. È una metafora meravigliosa di Rendere illegale la detenzione di televisori. Riaprire ciò che servirebbe al territorio e non solo ad esso: le sale di proiezione e discutere di cosa proiettare. una vasta, colossale opera di deframmentazione. Discuterne molto anche a costo di non proiettare Bisogna immaginare questa grossa spazzola che e- nulla. limina il pulviscolo cementificato sul proprio sup- Procedere con mente sgombra e non per rappre- porto fisico, rendendo ambiente ciò che è vuoto e sentazioni. Non modificare gli spazi con idee pre- città ciò che è costruito, rimettendo le cose al loro concette, solo perché si vuole replicare in un luogo posto e non sparse in giro senza ragione. ciò che si è osservato in un altro. Ogni luogo ha di- Anche le mappe catastali sono troppo piene, è risa- ritto alla sua propria forma. Pensare allo spazio nel- puto. De-frammentare il catasto è un’operazione vi- le sue quattro dimensioni, come qualcosa da riem- tale per il corretto funzionamento della città. pire con i corpi e non alla sua resa in due dimensio- Bisogna chiedersi come possano funzionare bene le ni come soggetto fotografico per riviste. città, se non lo fanno neanche i computer quando il Concentrare gli sforzi sulla città e lasciare in pace il loro contenuto è frammentato, oltre a chiedersi se il paesaggio superstite. Curare gli alberi e le vecchie pianeta ce la può ancora fare a continuare a girare pietre. Riflettere sulla grandiosa capacità micro- su se stesso con tutto questo peso addosso. climatica delle piante. Pensare architetture vegetali. Mettere fuori legge i condizionatori. Uno spazio 6. Forme del vuoto troppo caldo è sbagliato. Aggiustare tutto ciò che Non è semplice capire come maneggiare il vuoto. merita la nostra attenzione. Utilizzarlo come principale materiale da costruzione Disporre le attività nello spazio urbano in modo da richiede un approccio fortemente progettuale. Il rendere superflui gli spostamenti fuori dalla portata vuoto di cui si parla è quello relativo al costruito. È, del camminare. Rendere illegali tutte le attività e- per così dire, un vuoto architettonico, non un vuoto sterne al proprio comune di residenza e di conse- umano. La decostruzione si chiede semplicemente guenza superflui gli arsenali privati di lamiera verni- dove lasciare il vuoto e dove aggiungerlo. Essa evita ciata su quattro ruote. Prendere una strada ogni sempre di chiedersi dove toglierlo. dieci e interdirla al traffico motorizzato. Ricordarsi Con la stessa regola, tuttavia, si può anche passare dell’esistenza delle biciclette. Organizzare gite fuori nella dimensione temporale. Ognuno dovrebbe fare porta in autobus. Visitare il paesaggio. un’opera di de-costruzione anche della propria quo- tidianità. Le nostre giornate sono troppo accelerate, 5. Deframmentare il territorio hanno bisogno di pause. Bisogna prendere una con- Potrebbe sembrare facile, ma ci vuole un gran lavo- sistente dose di vuoto e piazzarla da qualche parte ro per decostruire. Se ne può avere un’idea quando nella propria giornata. Non ha molto senso de- capita di essere costretti ad eliminare grandi quan- costruire la città senza fare la stessa cosa con le tità di file dalla memoria rigida del proprio PC. Non proprie giornate. C’è bisogno di alleggerire l’esi- ci vuole niente ad aggiungere, ad ammassare dati e stenza. file anche inutili sul proprio hard disk vergine. È Anche i discorsi di scala sono importanti. Se si quando è pieno che comincia il lavoro vero, quello guarda un paesaggio esso deve essere libero fin do- dell’archiviazione e della contestuale riscoperta di ve lo sguardo lo può abbracciare. Se si guarda una qualche perla dimenticata, tra la folla di giga-byte città è più interessante osservare una chiara diffe- che ottunde ormai anche il processore. Anche se la renza tra vuoti e pieni, una giusta dialettica tra le metafora è inappropriata – dato che lo spazio reale due dimensioni. Se si guarda un quartiere e non si non possiede supporti fisici esterni in cui poter tra- intravede un vuoto, che è anche un centro, un pol- sferire ciò che non si usa più – può dare l’idea. Dopo mone, allora si capisce subito che qualcosa non va. aver liberato anche solo metà hard disk, una certa Lo stesso accade se si guarda un isolato, comple- sensazione di leggerezza pervade le giornate a se- tamente pieno. Alla scala del singolo manufatto guire, in cui sembra che si possa ripartire più forti di l’osservazione si fa chirurgica fino ad individuare i prima. De-costruire è salutare. C’è un’altra opera- muri di troppo, gli ostacoli alle prospettive e ai per- zione informatica che sembra suggerircelo: la de- corsi in un condominio, ma anche in una casa. Le frammentazione. Ognuno dovrebbe ogni tanto de- Corbusier immaginava città su pilotis il cui piano frammentare i propri hard disk. C’è un’utilità di si- terra fosse completamente permeabile. A Bologna stema apposita che permette di farlo. Dopo un po’ di avevano già abbozzato l’idea con largo utilizzo di utilizzo i file si frammentano, diventano pulviscolo e portici, infatti Bologna è bella. Ci si deve chiedere

cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 31 come mai la globalizzazione delle città abbia pro- sogno di ritrovare un senso alla loro esistenza, il dotto una ripetizione del brutto piuttosto che del progetto ha bisogno di ritrovare la propria autorevo- bello, e perché anche gli architetti siano così schiavi lezza. Bisogna democratizzare le istituzioni di go- del costruire, invece che profeti dell’abitare. Il cen- verno del territorio a partire da quelle statali, come no alla storia è fondamentale. La storia del mondo è le Soprintendenze. Ogni tecnico di conformazione una storia urbana, è storia di città. Il disurbanismo spaziale deve partecipare alla sovrintendenza terri- non è una teoria del costruttivismo sovietico di inizio toriale di appartenenza, a turno, e in un quadro di secolo, è una pratica del capitalismo agente in mo- regole discusse chiaramente ed esplicitate formal- do pervasivo da più di mezzo secolo, che se non ha mente. È necessario spersonalizzare le direzioni i- ancora completamente distrutto le città ha cambia- stituzionali al fine di eliminare le collusioni con le to il modo di fare città, sostituendolo con il fare del- pressioni politico-economiche e rimettere al centro le non-città, il cui principale elemento costitutivo è il le ragioni del paesaggio. Urbanistica e tutela del pa- non-luogo. Si deve imparare da ciò che è sopravvis- esaggio devono diventare una sola cosa e non posi- suto a questa immensa onda alluvionale con epi- zioni di potere differenti e in crescente conflitto tra centro in America e ancora attiva da molti decenni. loro. Quest’idea che ogni regione si fa la propria Una nazione nata dalla distruzione dei luoghi prece- legge urbanistica è distorta, come lo è quella per cui denti, non ha saputo che concepire anche se stessa i Comuni e le loro popolazioni non debbano parteci- come negazione. A ben vedere tutto ciò che l’Ame- pare a svolgere la principale opera di salvaguardia rica esporta è intimamente distruttivo nei confronti del loro territorio. Bisogna trovare nuovi equilibri tra della storia e del pianeta. Gli altri nel migliore dei istanze locali e sovra-locali, e la popolazione resi- casi stanno a guardare, nel peggiore cercano di imi- dente deve avere un ruolo determinante in que- tare. Ed è ciò che è successo in Europa, che ad un st’opera de-costruttiva. tratto, senza neanche rendersene conto, ha consi- È necessario rivalutare termini come conservazione, derato non moderne le sue antiche città, assumen- imparare ad essere dei conservatori molto esigenti, do lo stesso metro di giudizio dell’unica nazione che selezionano scrupolosamente l’oggetto delle lo- cresciuta sulla negazione dei luoghi. ro attenzioni, mettendo al primo posto il territorio e i suoi paesaggi, al secondo posto le calcificazioni ur- 7. Vuoti disciplinari bane della storia e al terzo posto le poche espres- Gli architetti dovrebbero avere qualcosa da dire sul sioni architettoniche nobili del novecento. Conserva- territorio, sulla città, sulle politiche urbane e sui re come limite del de-costruire. De-costruzione modi di vivere, e non solo dispensare consigli sulla come la possibilità stessa di conservare con co- ringhiera di un balcone, sul colore della facciata, scienza. sull’armonia della disposizione di un volume e dei pieni e dei vuoti in una partitura muraria, o peggio SETTEMBRE 2013 ancora su quale tappeto scegliere per il soggiorno. L’urbanistica come disciplina normativa va anch’es- sa decostruita complessivamente. Essa era grande quando significava “disegnare la città” e il Mediter- raneo ne era la culla, non quando è divenuta puro complesso di norme volte a dire ai privati quanto possono costruire. Vanno abolite le distanze minime tra edifici, reso illegale il modello dell’abitazione in mezzo al lotto di terreno. Dire che in campagna, o in ciò che ne resta, non si costruisce per niente. C’è già abbastanza da riparare. È necessario interdire l’iniziativa privata sul territorio. Il pubblico non deve solo mettere le regole, ma deve progettare lo spazio urbano. I privati se vogliono possono realizzare, e scegliere cosa realizzare, ma non come. Bisogna e- liminare la professione libera. I professionisti devo- no lavorare per il pubblico su progetti urbani, stabi- lendo regole condivise e lavorando in gruppo, non stare al soldo dei capricci di grossi e piccoli privati. Si lavora per la comunità nel suo complesso, non per i suoi componenti facoltosi ad uno alla volta, né per il successo personale. Le professioni hanno bi-

32 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org La transizione dell’Italia interna e il crollo delle società complesse Alla ricerca dell’umanesimo delle montagne e del Mediterraneo interiore Massimo Ammendola

La luna e i calanchi, un anno di azioni paesologiche: tenza spirituale del paesologo, fervente credente ad Aliano, in provincia di Matera, in mezzo al silen- della bellezza. zio chiaro e surreale dei calanchi, formazioni argil- Il festival di Aliano è infatti la poesia che si fonde al- lose di rara bellezza che regalano un aspetto lunare la politica. Ogni scelta è politica, e quindi anche a quell’angolo di Basilicata. scegliere la bellezza è una scelta politica, dalla for- Un festival di paesologia, un potpourri di musica, za sorprendente. poesia, silenzi, comizi, racconti. Tanto belli e tanto In mezzo a incessanti rappresentazioni di ogni for- ricchi da farti stare seduto per un giorno intero su ma d’arte, il centro della tre giorni sono stati una poltroncina di un auditorium, senza troppe diffi- senz’altro i Parlamenti comunitari sull’Italia interna, coltà, affascinato dallo strano mix di versi, note e di- nell’Auditorium dei calanchi. scorsi. Tanto coinvolgenti e tanto potenti da tenerti Franco li ha voluti perché tutti portassero la loro vi- incollato per terra nelle notti umide di fine estate sione, la loro testimonianza. C’erano grandi nomi, per parecchie ore. E c’è chi ha resistito fino all’alba, come lo storico dell’ambiente Piero Bevilacqua, il davanti alla tomba di Carlo Levi. Una comunità prov- sociologo Franco Cassano e l’ex ministro Fabrizio visoria, quella di Aliano. Guidata dal suo vate, il ma- Barca, e c’erano nomi sconosciuti ai più, intellettuali estro elementare, poeta e paesologo Franco Armi- del Sud, più o meno consapevoli di esserlo, di esser nio. Ma cos’è la paesologia? Un mix di poesia, an- precursori di qualcosa di nuovo. tropologia e geografia, una materia «inesistente Tutti lì, pungolati dalla riflessione politico-paeso- quanto necessaria», oggigiorno. logica al centro degli ultimi libri del poeta, in parti- Da quando si è inventato la paesologia, tutti si avvi- colare Geografia commossa dell’Italia interna 1 e cinano a lui come se fosse uno scienziato importan- Terracarne2: i paesi interni si svuotano, muoiono. te: i sindaci dei paesini gli vanno a stringere la ma- Nelle grandi e mostruose città invece non si vive, a no, lui è “Il paesologo”. malapena si sopravvive, da soli, in un chiassoso si- Ma sotto sotto è uno specchietto per le allodole. La lenzio. paesologia è solo un modo di guardare al mondo e alla vita, cercando la bellezza, cercando di costruire La situazione non è più sostenibile, non solo perché comunità, in ogni momento della giornata. È un mo- non ci sono prospettive di lavoro per le nuove genera- do di girare e dare attenzione a paesi e città, cam- zioni e perché il pianeta con questo modello economico pagne e periferie, con occhi nuovi, sensibili, critici, rischia di avere non più di due secoli di vita. La situa- zione è insostenibile dentro la testa delle persone. compassionevoli, senza filtri, «senza ansie di de- L’inferno più grande è lì dentro, è nella enorme confu- nuncia». Camminare in questi luoghi per cogliere i sione che ha preso le coscienze, nella labilità e volatili- segni della “peste” e dell’“autismo corale”, ma an- tà dei desideri, nell’impazienza che è diventata il vero che quelli di una futura guarigione. Recuperare il governo delle cose. E nello scontento che domina ogni rapporto con la terra, con le radici, col Sud. Portan- scelta3. do con se l’apertura mentale e la nuova sensibilità che sta fiorendo in queste generazioni post-tutto, E lo sentiamo tutti ormai, che le nostre vite, i nostri per vivere meglio, per vivere davvero. Il mondo è ritmi, sono diventati insostenibili. Sopravviviamo, morto, ma possiamo ricostruirlo. E serve la poesia, correndo stressati a destra e a manca. La vita vola la fotografia, la scrittura, l’arte. E ci vogliono proget- via così, freneticamente, e non ce ne accorgiamo. ti, collegamenti. Ci vogliono persone, sinergie. Non Succede anche che fai un figlio, ed all’improvviso ti dobbiamo perderci, una volta che ci siamo incontra- accorgi che è diventato adulto. Sprechiamo la vita a ti. Per tornare a riempire il paese, la piazza, per ac- lavorare, sperando ogni mattina che sia domenica. cudire il mondo, per essere partigiani della buona Invece di sfruttare le macchine per liberarci il tempo vita. E perché fa bene allo spirito. Questo dice Fran- dal lavoro, la tecnologia è servita per tenerci ancora co Arminio. Ed io sottoscrivo. più sotto torchio, sempre reperibili e produttivi, an- Ad Aliano è stato ribattezzato “Padre Pio” da almeno che quando non siamo propriamente in servizio. È due dei bambini presenti, che guardando statue e statuette del santo presenti nelle piazze e nelle case 1 F. Arminio, Geografia commossa dell’Italia interna, Mondadori, di Aliano, vi notavano una certa mistica somiglianza: Milano 2013. «Ho capito chi è quello della statua in piazza! È 2 F. Arminio, Terracarne, Mondadori, Milano 2011. FrancArminio!». La voce della verità, come si suol 3 F. Arminio, La luce che c’è oggi, dire. Questi bambini avranno di certo sentito la po- http://comunitaprovvisorie.wordpress.com/2011/10/20/la-luce- che-c%E2%80%99e-oggi/ cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 33 aumentata l’efficienza, a discapito del riposo e della Solo noi abitiamo il Mediterraneo interiore, la colonna vita sociale, logorando ancor di più i già vacillanti vertebrale che è il nostro Appennino. Da qui può partire legami comunitari. A che serve lavorare e basta? un nuovo modo di vivere i luoghi, radicalmente ecologi- co, improntato a un’idea di comunità inclusiva del re- Per guadagnare soldi che ci servono per consumare 8 sprecando, in un modello che non produce benesse- spiro degli uomini e dell’ambiente . re, perdendo di vista la nostra vita, il tempo, le rela- Questa potrà essere la nostra transizione. L’Italia zioni, ma anche l’ambiente?4 interna potrebbe diventare una galassia composta Si sente ovunque, ormai, una profonda insofferenza, da paesi somiglianti alle Transition Towns immagi- ci pare che non ci sia un’alternativa, proseguiamo a nate da Rob Hopkins, il fondatore del movimento testa bassa. Ma dobbiamo cambiare prima noi stes- 9 della Transizione , che nell’epoca degli sconvolgi- si, le nostre abitudini e pigrizie, avviare una radicale menti climatici e delle possibili crisi petrolifera ed trasformazione personale, un cammino di liberazio- agricola, mira a creare un’autosufficienza alimenta- ne. Battiato lo diceva già decenni fa: ci vuole un’altra re ed energetica, per staccarsi dalla grande distri- vita. buzione, partendo proprio dai piccoli centri. È da lì E allora possiamo tornare nell’Italia interna, non che si riparte, incontrandosi, formando delle piccole farla morire, dobbiamo svuotare i grandi centri in- e calorose comunità. Le città sono le brutte figlie quinati, dove la vita non è più ospite gradita5, «dob- del capitalismo, del consumo e dello sviluppo infini- biamo svuotare le coste e riportare le persone in to, sono stracolme di persone, inquinamento e ce- montagna. L’Italia interna può diventare il laborato- mento, hanno nascosto la terra e il verde in isolati e rio di un umanesimo delle montagne: basta che ter- piccoli parchi, mentre l’aria ovunque è irrespirabile. ra e cultura siano più rilevanti di cemento e uffici, E non possono autoprodursi più il cibo, per mancan- canti e teatro al posto delle betoniere»6. Nello scor- za di terra, visto che dove ce n’è ancora, ormai è in- so secolo le persone si sono mosse dalle campagne, quinata e non più fertile. Sono grandi moloch co- dalle colline e dalle montagne, abbagliate dalle luci stretti ad esser attaccati alle flebo della grande di- delle città grandi della costa e dal consumismo na- stribuzione, che per farci cibare succhiano dalle scente, lasciando un mondo di fatica e di terra, ma campagne imbottite di fertilizzanti chimici, antipa- anche una cultura contadina e una vita associata, rassitari e fitofarmaci, che tengono alta la produtti- mentre i nuovi luoghi urbani, spesso brutti, si sono vità, ma abbassano la fertilità della terra, inquinan- rivelati inadatti a costruire una cultura collettiva, dola, mineralizzandola, molto spesso fino alla steri- anzi si sono dimostrati proprio il contrario, distrut- lità. tori di comunità. L’agricoltura industriale produce deserti, oltre a

Il futuro forse non arriverà da fuori, ma sbucherà dalle frutta e verdura gonfia e senza sapore. La terra ha nostre vene. Dobbiamo immaginare che qui ed ora bisogno di nutrimento organico, ha bisogno di piante siamo in un luogo nevralgico, perché viviamo contem- per fare il sovescio, leguminose, crucifere e grami- poraneamente il fallimento della modernità e quello nacee da fare appassire nel terreno, per restituire della civiltà contadina. È da questo doppio fallimento materia organica, azoto, potassio e fosforo. E la ter- che può uscire l’idea per un nuovo umanesimo delle ra ha bisogno di letame, tanto letame, e quindi ab- montagne. Qui dove non è mai riuscito niente può acca- biamo bisogno di animali. Pare che ce ne siamo di- 7 dere l’impensato . menticati, non vogliamo più sporcarci le mani, forse non sappiamo neanche più com’è fatta una vacca o E come diceva Piero Bevilacqua dobbiamo rimettere una capra. Lo sfruttamento della terra non deve es- al centro lo star bene, il cibo, la cultura, le feste, la sere forsennato, non si può prendere sempre senza comunità; in una società che esalta i mezzi e dimen- mai dare. tica i fini, andiamo ai fini, resistiamo così. Sono que- ste le idee per il nuovo Umanesimo delle montagne, Nella terra dovrebbe avvenire una nuova alleanza. I gio- per il Mediterraneo interiore. Intrecciare politica e vani insieme agli anziani, gli uomini e le donne. Bisogna poesia, economia e cultura, scrupolo e utopia. dare alla parola contadino un prestigio che non ha mai avuto. In televisione oltre all’andamento della borsa si 4 Cfr. M. Ammendola, «Il lavoro rende liberi»?, in «Città Future» dovrebbe parlare dello stato del raccolto. L’unica av- n. 8, Ottobre 2012, http://www.cittafuture.org/08/10-Il-lavoro- vertenza che mi sento di introdurre è che la terra non rende-liberi.html deve diventare una nuova retorica e così pure l’ecologia 5 Cfr. M. Ammendola, Evacuateci. Il genocidio della Terra dei o lo sviluppo sostenibile o la decrescita. Lavorare in a- Fuochi ovvero Il piano industriale nazionale di smaltimento dei ri- fiuti industriali in questo stesso numero. 6 F. Arminio, L’Italia di dentro, 8 F. Arminio, Idee per il Mediterraneo interiore, http://comunitaprovvisorie.wordpress.com/2013/07/13/litalia- http://www.cittafuture.org/articoli%20home/12-idee-per-il- di-dentro/ Mediterraneo-interiore.html 7 F. Arminio, Per un umanesimo delle montagne, 9 Cfr. M. Ammendola, Transition towns, le città di trasizione, in http://comunitaprovvisoria.wordpress.com/2010/04/04/per-un- «Città Future» n. 9, Gennaio 2013, umanesimo-delle-montagne/ http://www.cittafuture.org/09/08-Tranzition-towns.html 34 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org gricoltura non risolve niente se l’idea di fondo rimane no, anzi distrussero l’agricoltura con tasse e sovra- quella del ricavo, se l’economia rimane il centro di tut- sfruttamento del suolo. Ma c’è una differenza so- to. Quando parlo di nuovo umanesimo delle montagne stanziale tra Impero romano d’Occidente e Impero vagheggio una società in cui l’uomo si decentra, di- romano d’Oriente: il primo è imploso completamen- smette vecchie e nuove arroganze, facendosi creatura te ed è finito sotto la pressione dei “barbari”, il se- tra le creature e non velleitario padrone di tutto10. condo invece è stato capace di reinventarsi e resi- E l’idea di decentramento, di decomplessificare, di stere per altri mille anni, in forme diverse rendere più semplice, che è a mio parere il punto di dall’originaria, anche perché decise di affidare le raccordo tra la visione di Franco Arminio e la transi- terre da coltivare ai soldati rientrati dalle zone di zione. Una transizione verso un altro modello di so- confine. Sfruttarono quindi la resilienza, concetto ri- cietà ci dovrà essere per forza, questa è insostenibi- portato in auge dalle Transition Towns, che implica le e in crisi; sta a noi scegliere se provare ad attuare la riscoperta della capacità di vivere più con l’ausilio questa transizione dolcemente, o subirla violente- di risorse locali che con l’ausilio di risorse prove- mente. Ce lo dice anche la storia, ce lo dice il crollo nienti da lontano. La prospettiva del Transition delle società complesse, in particolare Joseph Tain- Network è proprio quella di mettere al centro i pic- ter11, nel suo The Collapse of Complex Societies12, ha coli paesi, le comunità locali, ripensare la struttura mostrato come una società crescendo tende ad au- edilizia, con le case passive, materiali ecologici lo- mentare il suo livello di complessità: ad ogni crisi cali, decentralizzare la produzione energetica me- crescono tutte le strutture economiche, sociali, bu- diante eolico e fotovoltaico in rete, accorciare la fi- rocratiche e militari. Ovviamente la complessità ha liera alimentare basandola sul concetto di “cibo lo- un costo. Più strutture complesse si creano, più si cale” e naturale, oltre ad aumentare le capacità lo- mette sotto stress l’economia della società che deve cali di curare le malattie, secondo un concetto di supportarle. autonomia rispetto ai grandi centri urbani e alla Il punto cruciale della faccenda, secondo Tainter, è grande distribuzione organizzata. Queste possono la contraddizione che si crea quando il problema da essere le idee da cui ripartire: tornare ad amare la risolvere è la scarsità di risorse. La società cerca di terra e noi stessi, e produrre ciò che davvero ci ser- risolvere il problema della scarsità creando struttu- ve localmente, sul territorio, a partire dal cibo. re che lo aggravano. A lungo andare, è questa con- L’economia parte, alla base, da un’eccedenza di e- traddizione che genera il collasso, un destino co- nergia fornita dal sole. Da lì inizia tutto: il cibo nasce mune a tutte le società che conosciamo nella storia combinando l’azione di sole, acqua e terra. Per tor- umana13. Ma la cosa interessante è che il collasso si nare all’unità: umanità e natura sono falsamente risolve spesso in forme più semplici di società, ovve- scissi, da troppo tempo. Per tornare ad esser i veri ro proprio ciò di cui avremmo bisogno noi oggi. Per creatori della nostra vita, per non esser più schiavi e salvarci, come suggerisce il chimico Ugo Bardi, do- distruttori, ma creatori di luce. vremmo al più presto sostituire la nostra base eco- Ci sarà un giorno in cui stare al mondo per arricchirsi nomica, passando da un’economia basata sui com- sembrerà una cosa volgare, una cosa per spiriti malati. bustibili fossili, a una basata su risorse rinnovabili. E allora la desolazione che c’è adesso nei paesi diven- Un modello esemplificativo del collasso è quello terà un’altra cosa. Il mondo vivrà un’altra globalizza- delle bolle che si staccano: ad esempio il distacco zione, una globalizzazione lirica. Avremo, come sem- delle città coloniali dalle città madre nell’epoca an- pre, motivi di gioia e motivi di sofferenza, ma non sare- tica. Quando il sistema delle città-stato greche si mo tanto soli come adesso, impareremo di nuovo a approssimava al proprio limite, una parte di esse si sentire la terra su cui poggiamo i piedi e a provare una 14 staccava e colonizzava altri territori. sincera simpatia per tutte le creature del creato . Fattori come l’esaurimento delle risorse, l’elevarsi del grado di inquinamento e l’aumento del costo E allora ognuno immagini, racconti ed inizi a costru- della macchina sociale, sono indizi del collasso inci- ire la sua Italia interna futura, così come sta facen- piente: lo sfaldamento dell’Impero romano ne è un do e ci invita a fare Franco Arminio. Scambiamoci esempio. In tempo di crisi, i Romani provarono a visioni, creiamo un nuovo lessico politico, immagi- passare da un’economia basata sulle conquiste mi- niamo nuove forme di vita, ed osiamo, sperimentia- litari a una basata sull’agricoltura. Non ci riusciro- mole. Immaginare ciò che non c’è, l’utopia, sognar- la, e partorirla, viverla. E può darsi che insieme la creiamo, una nuova “Italia Interiore”. O meglio, la 10 F. Arminio, La religione della terra, postfazione in Ritorno al- la terra. Guida alla cooperazione per i giovani [titolo provvisorio], nostra Terra “Interiore”. La Scuola di Pitagora editrice, Napoli 2014. 11 Santa Fé Institute e Utah State University. SETTEMBRE 2013 12 New York & Cambridge, 2003. 13 U. Bardi, Le cassandre di Barcellona: Joseph Tainter e il collasso della società, http://ugobardi.blogspot.it/2010/10/le-cassandre- di-barcellona-tainter-e-il.html 14 F. Arminio, Geografia commossa dell’Italia interna, cit., p.76. cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 35 L’odierno sistema di sfruttamento dei migranti nell’Italia meridionale Vincenzo Fiano

Il seguente articolo è tratto dai paragrafi 4 e 5 del IV Il Ghana e la Liberia sono chiaramente i Paesi di capitolo della tesi in Filosofia politica intitolata provenienza preponderanti, ma bisogna tener pre- «L’officina delle migrazioni, movimenti migratori e sente che questo dato è ricavato da un’indagine sviluppo capitalistico». svolta in una dimensione interregionale e in una ca- tegoria specifica di lavoro: quella dei braccianti; al- Definiamo la “Castel Volturno Area” come un vasto cune percentuali non trovano riscontro nella dimen- quadrilatero tra le province di Caserta e Napoli che sione meno estesa della “Castel Volturno Area”, do- sulla costa collega Napoli e Mondragone, mentre il ve la componente nigeriana, completamente assen- lato interno va da San Felice a Cancello fino al terri- te nella precedente tabella, è invece molto forte; il torio a nord di Capua. Comune denominatore del dato più interessante, comunque, è che gli immigra- territorio è un’alta concentrazione di forza lavoro ti presenti in questo circuito di lavoro provengono immigrata di diverse nazionalità, titolare di vari sta- prettamente da aree del pianeta flagellate da fame, tus giuridici, impiegata per lo più in lavori giornalie- povertà, dittature militari, guerre e conflitti etnico- ri, prevalentemente nell’agricoltura, nell’edilizia e, tribali, carestie; da paesi, dunque, dove lo scambio ultimamente, anche nei grandi centri di stoccaggio e diseguale produce più regressione che sviluppo in smistamento di ogni tipo di merci. proporzione ai paesi imperialisti: «L’Africa sub- In questo articolo non intendiamo riferirci alla pre- sahariana – stretta nella morsa dei piani di aggiu- senza migratoria complessiva nel meridione, ma a stamento e degli aiuti umanitari – ha registrato, a quel segmento particolare che si inserisce in queste partire dagli anni Ottanta, una diminuzione del 2% mansioni, tentando di delinearne con più precisione annuo del reddito, ritornando ai livelli precedenti il profilo, le condizioni e soprattutto i perché e le l’indipendenza»2. modalità della loro concentrazione nella suddetta Dal rapporto di MSF emerge che più della metà degli area. immigrati implicati in questo circuito di lavoro a Nel 2005 Medici Senza Frontiere ha steso un puntu- “nero” è clandestina, il 23,4% ha un permesso di ale rapporto intervistando ben 770 lavoratori stagio- soggiorno per richiesta di asilo, il 18,9% invece de- nali rintracciati nelle regioni della Campania, Puglia, tiene il PDS per altri motivi (lavoro, studio, cure me- Basilicata, Calabria e Sicilia. Dato il tipo di mansione diche) e solo il 6,3% ha ottenuto la protezione inter- entro cui si snoda l’indagine, la maggior parte degli nazionale nelle forme che allora erano il PDS per intervistati (91,40%) sono uomini e, in totale, il 67,1% “Motivi Umanitari” e lo status di rifugiato politico, proviene dall’Africa sub-sahariana, il 20% dal Ma- quindi precedentemente alla definizione dello status ghreb, dall’Europa dell’Est il 12,5% e dal Medio O- “intermedio” definito dalla protezione sussidiaria i- 1 riente solo lo 0,4% . stituita dall’UE e disciplinata dal D.Lgs 251/20073. C’è Nella seguente tabella, si indicano le specifiche na- da tener presente, però, che il permesso di soggior- zionalità più ricorrenti: no per richiesta di asilo, al mese di marzo del 2005, era ancora soggetto alla legge 39/90, comunemente Grafico 1 – Paesi D’origine Legge Martelli, che non lo considerava “valido per lavoro”, quindi, di fatto, almeno il 75% degli immi- grati intervistati non era giuridicamente nelle condi- zioni di stipulare un regolare contratto di lavoro. La situazione cambiò poco dopo col Decreto Legislativo n.140/05 che attuò il recepimento della direttiva eu- ropea 2003/9/CE sugli standard minimi di accoglien- za, rendendo il PDS per richiesta di asilo valido per lavorare qualora entro i primi sei mesi dalla presen- tazione della domanda il richiedente non fosse an-

1 Medici Senza Frontiere – Missione Italia, I Frutti 2 L. Pradella, L’attualità del Capitale, Il Poligrafo, Padova 2010, dell’ipocrisia. Storie di chi l’agricoltura la fa. Di nascosto, 2005, p. p. 346. 6, in: 3 Decreto legislativo n. 251/2007, in: http://www.medicisenzafrontiere.it/Immagini/file/pubblicazion http://www.programmaintegra.it/modules/dms/file_retrieve.ph i/RAPPORTO_frutti_ipocrisia.pdf p?function=view&obj_id=1653 . 36 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org cora stato intervistato dall’allora Commissione Cen- Gervasio in Basilicata come a Foggia in Puglia, i mi- trale per il Riconoscimento dello Status di Rifugia- granti vivono la stessa condizione. Anzi di più: sono to4. In ogni caso, dei lavoratori intervistati, il 95% proprio gli stessi volti, le stesse braccia»7; sceglia- non aveva comunque un regolare contratto. mo di focalizzarci sulla “Castel Volturno Area”, però, Abbiamo quindi nel meridione alcuni fulcri produttivi anche per il motivo inverso, e cioè che mentre nelle che specialmente nell’agricoltura, possono disporre altre aree e regioni del Sud la presenza di questa di una manodopera flessibile geograficamente e so- forza lavoro immigrata conosce dei picchi solamen- cialmente, assolutamente vulnerabile dal punto di te in occasione delle “raccolte”, in Campania la pre- vista sociale ed economico, sotto la pressione co- senza resta stabile per tutto l’anno. stante di un esercito di riserva variabile. Ogni matti- na questi immigrati si recano sulle rotonde, agli in- Grafico 2 – Tempo di permanenza nell’area di lavoro croci delle strade e nelle campagne offrendosi “in vetrina” alla scelta dei caporali e dei datori di lavoro che li portano con sé a lavorare per quella giornata. È il sistema dei kalifoo ground, la piazza degli schia- vi: kalifoo in Libia, dove sono passati quasi tutti gli immigrati dell’Africa sub-sahariana presenti in que- sti territorio, significa “schiavo a giornata”. Qui non ci sono garanzie, spesso non si pattuisce a priori il salario e talvolta il risultato della contrattazione vie- ne anche disatteso; l’orario medio di lavoro è sulle 12 ore, mentre per quanto riguarda il salario, nella “Castel Volturno Area” il 76% ha dichiarato di rice- Fonte: Medici Senza Frontiere – Missione Italia, I Frutti vere meno di 25 euro al giorno. Ritagliarsi un rap- dell’ipocrisia. Storie di chi l’agricoltura la fa. Di nascosto. porto di lavoro più stabile molto spesso significa riu- scire ad assicurarsi di portare a termine il lavoro La “Castel Volturno Area” si afferma, sotto questo specifico che si sta portando avanti, ma è quasi im- aspetto, sia come un centro di smistamento di una possibile che da questa forma di incontro tra do- parte della manodopera impegnata del lavoro sta- manda ed offerta possano scaturire dei contratti. gionale, fermo restando che quest’ultimo si trova La modalità lavorativa più diffusa è quella a giornata anche nella stessa Campania, che al tempo stesso da cui, secondo Marx, fuoriesce «la forma di salario come un sistema produttivo in grado di valorizzare il più insicura»5; in alcune zone particolari rinveniamo lavoro vivo degli immigrati non solo per parziali fra- anche il salario a cottimo: nelle raccolte stagionali il zioni temporali ma per l’intero anno, grazie al loro lavoro viene ricompensato con pochi spiccioli per impiego in altri tipi di mestieri che vanno oltre ogni cassa di frutta, verdure, ortaggi, agrumi raccol- l’agricoltura, come l’edilizia, lo stoccaggio e distri- ti. Questa forma particolare di salario buzione di merci, nonché in piccole fabbriche che vi- vono di subappalti potendo offrire prezzi altamente dà al capitalista una esatta misura dell’intensità del la- vantaggiosi proprio grazie agli immigrati. voro. Solo il tempo di lavoro che s’incorpora in una Ebbene, la peculiarità di questi ultimi nella “Castel quantità di prodotti precedentemente determinata e Volturno Area” è una sorprendente capacità di valo- fissata in base all’esperienza, viene considerato tempo rizzazione continua e generale, che li rende detento- di lavoro socialmente necessario e come tale viene re- ri del leggendario potere di Re Mida, in grado di tra- tribuito. […] Quando l’operaio non esplica un certo ren- sformare in oro tutto ciò che tocca. L’applicazione di dimento medio, quando non è capace di produrre un tale capacità verso le cose che gli sono attorno è di- certo minimo di lavoro giornaliero, viene licenziato6. rettamente proporzionale però all’impoverimento fi-

sico, materiale e spirituale a cui va incontro, e alla A questo punto focalizziamo ulteriormente il nostro conseguente alienazione che subisce. sguardo sulla “Castel Volturno Area” per due motivi: Precedentemente 8 abbiamo fatto riferimento alla innanzitutto perché non perdiamo comunque il con- crescente alienazione nella totalizzazione del rap- tatto con gli altri centri di questo sfruttamento me- porto di capitale teorizzata da Officina, che appro- ridionale, dato che molto spesso i migranti in esso fondisce la teorizzazione dell’Individuo Sociale Pro- risucchiati seguono la produzione in base alle sta- duttivo come il grande pilastro della produzione e gioni: «In Campania come in Sicilia, a Palazzo San

4 Decreto legislativo n. 140/05, in: 7 ReteRADICI, Dossier Radici / Rosarno, 2011, p. 22, in: http://www.parlamento.it/parlam/leggi/deleghe/05140dl.htm. http://www.stopndrangheta.it/file/stopndrangheta_1084.pdf . 5 K. Marx, Il Capitale, Newton Roma, 1996, p. 511. 8 Cfr. La totalizzazione del rapporto di capitale, dello stesso au- 6 Ibidem, pp. 402-403. tore, pubblicato sul numero 09 della rivista [N.d.R]. cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 37 della ricchezza e la perdita della concretezza del la- le, in Italia, al Villaggio Coppola Pinetamare. Niente voro, risucchiata nel capitale costante in favore di di così grande e niente di così abusivo», a tal punto un’astrazione sempre maggiore. Ebbene, questo da definirlo «un paradigma dello scempio» che «ha processo non interessa solamente la forza lavoro a devastato cinque chilometri di un delicato cordone contatto col sistema macchinino, coi computer e di dune ricoperte di vegetazione e adagiate sullo con gli altri strumenti ad alta tecnologia, ma con- sfondo di un’immensa pineta, costretta a cedere al quista anche quei settori dell’economia, come cemento persino il suo nome»10. l’agricoltura o l’edilizia, dove, nella sua applicazione, L’abusivismo edilizio avviatosi verso la fine degli an- il lavoro concreto sembra ancora egemonizzare ni ’50 ha prodotto innumerevoli palazzi, poi rimasti quello astratto. Invece, non è così: gli africani della vuoti, che furono utilizzati per ospitare le vittime del “Castel Volturno Area” sono la punta più avanzata terremoto del 1980 e quelle del fenomeno del bradi- dell’estensione in profondità del rapporto di capitale sismo di Pozzuoli; poi «molti di questi sono rimasti, applicata a questo tipo di settori: essi quando rag- altri se ne sono andati portandosi via tutto quello giungono le rotonde non sono contadini, piastrellisti, che potevano: water, porte, termosifoni»11. muratori, carpentieri ecc., ma barattoli di forza lavo- Sono questi gli alloggi in cui oggi risiedono gli im- ro congelata che quotidianamente il capitale decide migrati. La vocazione turistica del litorale, negli anni dove svuotare. È il trionfo del lavoro astratto su ’60 e ’70 fu molto sviluppata, ma dopo queste tristi quello concreto, la sconfitta delle determinazioni e parentesi della storia campana la valutazione turi- delle abilità particolari del lavoratore in favore del stica complessiva scese parecchio, le condizioni valore-lavoro che va ad alimentare la potenza delle case rimaste vuote erano pietose e difficilmen- dell’Individuo Produttivo Sociale, che a sua volta si te sarebbero potute essere nuovamente abitate adopera, come sistema complessivo, per impoverire senza seri lavori di ristrutturazione. sempre di più questi proletari. Per questo, qualun- Qui entrano in ballo gli immigrati: la loro valorizza- que sia il tipo di lavoro che l’immigrato compie, egli zione del “patrimonio” edilizio è talmente alta che vi scioglie il suo enorme valore lavoro congelato e lo ristrutturando le abitazioni, farne palazzi lussuosi e trasforma in oro non avendo la possibilità di denun- fittarli a prezzi esorbitanti non sarebbe mai ugual- ciare il suo datore di lavoro senza rischiare di esse- mente redditizio. Essi abitano in queste catapecchie re a sua volta denunciato per clandestinità, né di sovraffollate, spesso senza luce, acqua o gas, pa- pretendere soldi o di contrattare sulle condizioni e gando un fitto mensile a persona che mediamente è sugli orari, non andando in ospedale in caso di inci- sopra i 50 euro: anche Re Mida si dovrebbe inchina- dente sul lavoro, non usufruendo dell’assistenza re di fronte questa straordinaria capacità di tra- sanitaria: dal Rapporto di MSF emerge che il 90,1% sformazione dei ruderi in oro! Infatti in case di pochi degli intervistati ne è privo. mq si affollano cinque, otto, dieci e più persone che Ma non finisce qui: il suo potere simile a quello di re versano la quota mensile per l’affitto ad un padrone Mida si estende anche ad altri livelli, come quello di casa senza che quest’ultimo abbia mai stipulato degli alloggi. un contratto e pagato dovute le tasse. Perciò, aldilà La situazione edilizia sul litorale domitio è molto della retorica e dei messaggi razzisti, se gli africani complessa: dopo la Seconda Guerra Mondiale si ri- lasciassero Castel Volturno sarebbe un disastro e- costruirono le infrastrutture bombardate e la Domi- conomico e sociale senza precedenti, forse anche tiana fu ultimata nel 1954; da allora fenomeni come peggio di quello causato dai bombardamenti subiti l’abusivismo edilizio senza scrupoli divennero abitu- nella guerra. dinari. Il caso più clamoroso è sicuramente quello L’ultimo aspetto su cui ci soffermiamo è quello ge- del Villaggio Coppola, sorto negli anni ’60 e cono- nerale del duplice movimento che da un lato questi sciuto anche come “Pinetamare”: una speculazione migranti percorrono dal loro Paese fino alla “Castel torbida iniziata con la declassificazione della foce Volturno Area”, dall’altro sulle rimesse che fanno il vecchia, cioè nel passaggio dal demanio indisponibi- percorso a ritroso: quasi la totalità di questi immi- le a quello disponibile di 160.000 mq e con una stima grati, infatti, rappresenta un investimento compiuto dell’UTE di soli 14.800.000 delle vecchie lire9. Scrisse dalla famiglia che aspetta fiduciosa i proventi. Francesco Erbani su «La Repubblica» del 9 luglio L’immigrato quando era nel suo Paese era inserito 2002 che «più della metà del villaggio è abusiva- in uno scarso contesto produttivo, pertanto il suo mente edificato su terreni del demanio statale o di quello comunale, il resto su suoli privati, ma co- 10 munque senza concessioni o con concessioni illegit- F. Erbani, «La Repubblica», 9 luglio 2002, in : http://caffenews.wordpress.com/2008/02/08/ilvillaggio- time». Secondo il giornalista «non c’è niente di simi- coppola-la-citta-degli-abusi/. 11 G. Poletti (Missionari Comboniani di Castel Volturno), “Ca- 9 A. De Jaco, Inchiesta su un Comune meridionale , Editori Riuni- stel Volturno: inferno o laboratorio del futuro?”, 07/11/ 2006, in: ti, Roma 1972, p. 42. italy.peacelink.org . 38 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org valore corrispondeva ad un’alta quota del valore- palpiti è il battito del mio proprio cuore»12. Ritenia- lavoro complessivo del proprio paese; le sue erano mo importante sottolineare, oltre alle innovazioni ore povere, esattamente come il sistema che ali- che si esprimono in questo segmento del proletaria- mentavano. Perciò, la migrazione che lo porta nella to nell’attuale stadio di sviluppo capitalistico, anche “Castel Volturno Area” corrisponde a una sua matu- le continuità con le fasi precedenti, segnali inequi- razione che ne rende possibile una spremitura più vocabili di una battaglia sul valore che ancora non si fruttuosa dal punto di vista del capitale attraverso la spegne: perdita della sua caratterizzazione umana, con la clandestinità, e lavorativa, perché in Italia que- Al capitale non interessa nulla quanto duri la vita della st’immigrato non ha più il suo lavoro che lo caratte- forza lavorativa. Quel che gli sta esclusivamente a cuo- rizzava in Africa, ma un giorno sarà carpentiere, re è il massimo di forza lavorativa che può rendere flui- da in una giornata di lavoro. Raggiunge il suo scopo ac- l’altro falegname, l’altro ancora muratore e poi rac- corciando la durata della forza lavorativa, al pari di un coglierà pomodori. In sostanza, egli diventa puro va- avido agricoltore che ottiene dalla sua terra una rendita lore-lavoro, e poco importa dove e come andrà a re- maggiore rapinandone la fertilità.13 alizzarsi. L’evoluzione della sua capacità di valorizzazione è Il valore prodotto dall’immigrato, alla fine, si divide direttamente proporzionale anche al peggioramento in due parti, una, quella maggiore, che passa per il del suo stato di salute: «Tra tutti gli stranieri visitati coefficiente rappresentato dall’IPS e si concretizza da MSF» soltanto «il 5,6% è risultato sano, cioè con infine nelle merci prodotte; una che tiene per sé e diagnosi di “buon stato di salute”»; esiste un luogo per la sua riproduzione, a volte completamente in- comune razzista che ritiene che questi immigrati «si sufficiente: secondo il Rapporto di MSF portino dall’Africa le malattie», ma i dati di MSF smentiscono anche questa ipotesi: molti stranieri hanno dichiarato di non avere denaro sufficiente per comprare cibo regolarmente […] Grafico 3 – Diagnosi di malattia infettiva/non infettiva in l’apporto calorico” nella normalità “è gravemente infe- relazione al tempo di permanenza in Italia riore alle 2100 kcal al giorno indicate come fabbisogno giornaliero dell’intervistato-tipo incontrato in Campa- nia: maschio, giovane e impiegato in agricoltura.14

L’ultima parte del valore viene indirizzata alla pro- pria famiglia, nel proprio paese d’origine, il cui si- stema produttivo e nettamente più arretrato e meno abile a sfruttarlo: è così che questo valore, sotto forma di denaro, subisce la stessa metamorfosi de- stinata alla merce coinvolta nello scambio diseguale Grafico 4 – Numero di sospetti diagnostici acuti, cronici e totali in relazione al tempo di permanenza in Italia tra i diversi paesi; con ciò non si vuol sostenere l’inutilità di questo denaro per le famiglie che lo ri- cevono, ma esse, così come il loro paese, rispetto al valore prodotto in Italia e alla sua moltiplicazione ad opera dell’ IPS italiano, hanno ceduto molta più ric- chezza di quanta ne abbiano avuta in cambio.

Conclusioni La conclusione che possiamo delineare è il supera- mento della fase suprema del capitalismo teorizzata da Lenin e al tempo stesso la permanenza, seppure in forme innovative e sempre più sofisticate, dello sfruttamento capitalistico e dello scontro sul valore. Ritenendo quest’ultimo ormai superato, molti mo- vimenti, associazioni ed organizzazione antirazziste Più l’immigrato dedica i suoi sforzi alla vita del capi- si spendono sulla questione della cittadinanza; non tale e alla sua riproduzione, più volta le spalle alla a caso, tra le battaglie maggiormente diffuse in Ita- sua vita e alla sua riproduzione: anche la sua voce lia negli ultimi anni c’è stata quella sui CPT e, suc- va ad unirsi a quella dell’operaio che accusava il ca- pitale: «la cosa che tu rappresenti davanti a me non ha cuore nel petto che le palpiti. Quel che sembra vi 12 K. Marx, cit., p. 182. 13 Ibidem, p. 203. 14 Medici Senza Frontiere – Missione Italia, cit., p. 50. cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 39 cessivamente, sui CIE. Queste stesse organizzazioni 1844 descrive l’alienazione, che scegliamo di ripor- sono solite deridere pubblicamente l’importanza del tare qui in buona parte: permesso di soggiorno, considerato se non un limite «Quanto più l’operaio si consuma nel lavoro, tanto quantomeno un “pezzo di carta inutile”; in realtà, più potente diventa il mondo estraneo, oggettivo, più che un cittadino non ancora riconosciuto, ci pia- che egli si crea dinanzi […]. L’operaio ripone la sua ce pensare l’immigrato ancora come un soggetto di vita nell’oggetto; ma d’ora in poi la sua vita non ap- classe, e precisamente come uno degli spezzoni del partiene più a lui, ma all’oggetto» che «diventa di proletariato maggiormente vittime dell’odierno fronte a lui una potenza per se stante; significa che sfruttamento capitalistico. Il permesso di soggiorno, la vita che egli ha dato all’oggetto, gli si contrappone per i migranti della “Castel Volturno Area”, così co- ostile ed estranea […] quanto più l’operaio produce, me per tutti gli altri, è un argine alle pretese sem- tanto meno ha da consumare; quanto maggior valo- pre più massacranti e alienanti del capitale e quindi re produce, tanto minor valore e minore dignità egli uno strumento di contrattazione sul lavoro che può possiede». Tale lavoro «produce palazzi, ma per riflettersi positivamente sulle condizioni dell’intera l’operaio spelonche. Produce bellezza, ma per classe lavoratrice. Nella fase della totalizzazione del l’operaio deformità. Sostituisce il lavoro con mac- rapporto di capitale, in cui i confini della produzione chine, ma ricaccia una parte degli operai in un lavo- si dissolvono nell’intera vita sociale e viceversa, non ro barbarico e trasforma l’altra parte in macchina ha più senso tener alti gli steccati che hanno sepa- […] Se prodotto del lavoro è l’alienazione, la produ- rato la lotta economica da quella politica; ciò non zione stessa deve essere alienazione attiva […]. per un anacronismo della prima che sposta tutto lo L’attività dell’operaio non è la sua propria attività. scontro nella dimensione della seconda, ma perché Essa appartiene ad un altro; è la perdita di sé». Infi- ne, «il lavoro estraniato strappando all’uomo l’og- c’è un tenersi insieme delle due cose. […] la lotta politi- getto della sua produzione, gli strappa la sua vita di ca è null’altro che la lotta economica del proletariato, essere appartenente ad una specie». In conclusione, condotta però coerentemente, in tutta la sua estensio- «L’appropriazione si presenta come estraniazione, ne; così come la lotta economica è null’altro che la lot- come alienazione, e l’alienazione come appropria- ta politica nel suo nocciolo fondamentale, ovvero quan- 15 zione, la condizione di straniero come la vera citta- do parte dalla materialità stessa della contraddizione . 17 dinanza» . In quest’ottica il permesso di soggiorno è sicura- Il significato specifico che Marx attribuisce qui ai mente una rivendicazione economica, strumento di termini che utilizza sarà sicuramente mutato e da contrattazione e di miglioramento delle condizioni aggiornare, ma il senso generale della citazione an- dei migranti e dell’intera classe, ma al tempo stesso cora inquadra bene il rapporto di alienazione che esprime una capacità di ricomposizione di que- colpisce il proletariato attuale e quel suo segmento st’ultima che, nella fase in cui stiamo, può sembra- particolare che sono gli immigrati. L’in sé del prole- re difficile ricondurre ad una lotta per il potere, ma tario immigrato su cui ci siamo soffermati è al tem- va comunque nella direzione della crescita anche po stesso un essere per il capitale nelle sue deter- politica del proletariato e della difficile conquista minazioni più immediate, come il datore di lavoro, la della legittimazione del per sé: casa dove risiede in affitto, il prodotto della sua atti- vità e gli arnesi che eventualmente usa; ma anche se si considera l’insieme delle lotte economiche stori- nelle sue astrazioni più generali, come l’Individuo camente prodottesi e il processo generale dell’auto- Produttivo Sociale. difesa dell’in sé operaio, allora non sarà difficile rinve- La dialettica tra l’in sé e il per altro non porta mai nire in questo movimento storico il formarsi faticoso di alla risoluzione totale della contraddizione ma al più quel per sé che corrisponde al “porsi della classe e del- al ridimensionamento temporaneo di un elemento lo schieramento di classe, della lotta di classe e più su rispetto all’altro; d’altra parte è da questi processi della teoria rivoluzionaria, delle rotture rivoluzionarie, rivendicativi che partono da bisogni reali, dalla ri- del comunismo”16. vendicazione di un permesso di soggiorno all’ac- Siamo dunque su una linea ben lontana sia dal rite- cesso a forme di reddito, e non solamente dai mo- nere vinta la battaglia sul valore che dall’esaltazione vimenti della coscienza, che possono nascere len- della soggettività migrante di Negri ed Hardt; per tamente i meccanismi di affermazione del per sé certi aspetti si ritengono molto più attuali le parole come negazione del per altro e come superamento con cui Marx nei Manoscritti economico filosofici del dell’in sé. LUGLIO 2013

15 Due o tre cosette da ripensare insieme, in Officina n. 9, marzo 1993, p. 2. 17 K. Marx, Manoscritti economico filosofici del 1844, in: K. Marx, 16 Dialettica dell’antagonismo, in Officina n. 8, marzo – aprile Le opere che hanno cambiato il mondo, Newton Roma, 2011, pp. 1992, p. 21. 85-92. 40 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org Evacuateci Il genocidio della Terra dei Fuochi ovvero Il piano nazionale di smaltimento dei rifiuti industriali Massimo Ammendola Più tardi, dopo aver approfondito questi temi, capii Questa fine dell’utopia […] possiamo concepirla come la che i rifiuti urbani erano strettamente legati al traf- fine della storia, cioè che le nuove possibilità di una so- fico di rifiuti tossici: molte discariche di rifiuti urbani cietà umana e del suo ambiente non possono essere im- e le stesse ecoballe contengono anche scarti tossi- maginate come prolungamento delle vecchie […]. Schie- ci; in alcuni casi, come la discarica di Lo Uttaro, in rarsi era necessario e ciò rendeva ben individuabile il provincia di Caserta, coprono totalmente vecchi nemico fuori, il nemico da combattere ed abbattere. (Herbert Marcuse, La fine dell’utopia, Manifestolibri, Ro- sversamenti di scarti industriali. Lo Stato ha occul- ma 2008). tato le prove di un reato, in pratica. Questi scarti (solidi, liquidi, fanghi) tossici, ed anche nucleari, da Questo articolo era nei miei pensieri da diversi mesi. oltre vent’anni vengono però anche gettati nelle ca- Dopo tanti anni, non era facile tornare a scrivere di ve dismesse, nei laghetti, o utilizzati come fertiliz- un argomento che mi fa diventare letteralmente zante per terreni agricoli, o come sottofondo strada- pazzo, talmente è assurdo ed incredibile ciò che ac- le, provocando in ogni caso un avvelenamento pro- cade nella mia terra. Devo quindi ringraziare Clau- gressivo delle falde acquifere, delle acque di irriga- dio Velardi, ex assessore regionale e consigliere di zione dei campi e dell’aria. Ma soprattutto venivano D’Alema, e Mario Adinolfi, ex deputato e giornalista, e vengono buttati e bruciati nelle campagne e peri- che hanno fatto alcuni ridicoli commenti sul tema ferie a nord di Napoli e a sud di Caserta, in quello dei roghi tossici, sulla presunta indifferenza dei cit- che venne chiamato il Triangolo della morte, Acer- tadini negli anni passati e sui fini non chiari delle ul- ra-Nola-Marigliano, e molto oltre, a formare un lar- time manifestazioni 1 2 . Mi hanno così innervosito, go corridoio tossico che arriva fino al mare, passan- che sono riuscito a scrivere, provando a mettere or- do per Marcianise, Caivano, Afragola, Casoria, Aver- dine in questa tremenda storia. sa, Giugliano, Qualiano, Casal di Principe, Villa Li- Sono fiero di dire che ho iniziato a pre-occuparmi di terno, Castelvolturno, solo per citare alcuni dei co- sversamenti illegali di rifiuti tossici in Campania nel muni maggiori. 2006, quando conobbi, per poi entrarne a far parte Basta prendere la A3 da Roma in auto, alla barriera tramite le Assise della Città di Napoli3, il Comitato Napoli Nord, all’altezza dello svincolo per Caserta Allarme Rifiuti Tossici4. Avevo 21 anni, volevo cam- Sud: specialmente di sera l’aria è nera, fetida e più biare il mondo. Ed iniziai dal mio mondo. Non ero o meno irrespirabile, a seconda dei venti. mica il primo: una delle testimonianze di denuncia Non solo: scoprii che lo Stato faceva e fa finta di non più “datate” è un documento del 1988 dei consiglieri vedere in maniera sistematica quando si trattava di comunali del Partito Comunista Italiano di Casal di sversamenti illegali. Innumerevoli le testimonianze Principe (Ce), che denunciavano la presenza di rifiuti di chiamate a Carabinieri, Vigili del Fuoco, Polizia, e fusti nelle cave della zona. Dopo 18 anni, la situa- che si risolvevano in un nulla di fatto o in un susse- zione non era per niente cambiata, ce n’erano di co- guirsi di trasferimenti di chiamata da un centralino se da capire e di lavoro da fare: per primi ascoltai in all’altro. Indifferenza, spalle voltate. Ogni tanto un’assemblea alcuni attivisti e medici dell’Istituto qualche confessione di impotenza, “che cosa pos- Tumori “Pascale” di Napoli, e mi resi conto che siamo fare?”. Per non parlare del carrozzone l’Emergenza rifiuti urbani di Napoli e Campania5 era dell’Agenzia regionale protezione ambientale Cam- la punta dell’iceberg di qualcosa di enorme e spa- pania, l’Arpac, che non ha poteri di polizia giudizia- ventoso. ria, e che spesso è stata criticata per le analisi com- piute. E le denunce delle Assise e dei comitati, le

assemblee, le manifestazioni, i volantinaggi, gli e- 1http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/crona ca/2013/5-ottobre-2013/terra-fuochi-popolo-mbufera-blogger- sposti, i convegni, le segnalazioni (su tutti il sito adinolfi-2223431731700.shtml www.laterradeifuochi.it di Angelo Ferrillo, che map- 2http://napoli.repubblica.it/cronaca/2013/10/09/news/velardi_ac pa costantemente i roghi tossici segnalati dai citta- cusa_don_patriciello_e_un_piccolo_sciacallo-68262292/ dini)? Tutto è stato ignorato da coloro che avrebbero 3 http://www.napoliassise.it/ 4http://www.allarmerifiutitossici.org/rifiutitossici/indices/index dovuto invece ascoltare, rispondere ed intervenire, _11.html così come ha fatto anche buona parte della cittadi- 5 Per saperne di più sull’emergenza rifiuti urbani: nanza... Ma ora che ci si ammala e si muore così fa- http://www.cittafuture.org/articoli%20home/08- cilmente, la gente sta finalmente prendendo co- L%27emergenza-rifiuti-in-meno-di-2000-parole.html cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 41 scienza e manifestando in massa. E se ora queste Non si sapeva come smaltirli, poiché farlo legal- denunce sono tornate alla ribalta, lo si deve anche mente costa, e allora hanno trovato questa brillante all’operato di Don Maurizio Patriciello, parroco di soluzione per aiutare le industrie a risparmiare, e Caivano che è riuscito ad ottenere attenzione media- per fare arricchire ancor di più i clan: l’assurdo è tica, dopo alcuni anni di disinteresse. Nel frattempo, che i clan hanno fatto risparmiare cifre astronomi- però, comitati e parrocchie sono in guerra perma- che alle imprese del nord Italia. Probabilmente se nente tra loro, sospettosi e divisi, ognuno detentore non si fosse sversato illegalmente in Campania e della propria verità, al punto che saranno organizza- nelle altre regioni del sud Italia (in particolare anche te due manifestazioni diverse e separate a Napoli, Puglia e Calabria), molte industrie non avrebbero una il 26 ottobre e una il 16 novembre... Proprio ora potuto sostenere i costi di smaltimento e quindi che le coscienze delle masse si stanno risveglian- reggere la concorrenza internazionale, specie quel- do? È un caso? Sembra il solito ed abusato divide et la cinese, a bassissimo costo. E così abbiamo paga- impera. to noi sulla nostra pelle. Intanto si continua a morire, è un’epidemia di tumo- In questa storiaccia è tutto molto chiaro e banale, ri e malformazioni. E stanno morendo di tumori e basta leggere dietro le righe, unire i puntini e anne- leucemie, con una frequenza terrificante, i bambini. rire gli spazi, La Settimana Enigmistica docet. Tutti sanno tutto. Politici, giornalisti, magistrati e È chiaro il ruolo delle logge massoniche, captato cittadini. Ferrillo lo definisce come «il più grande nelle intercettazioni: è storia che Licio Gelli era in avvelenamento di massa di un Paese occidentale, la contatto con Gaetano Cerci, nipote di Francesco Bi- più grande catastrofe ambientale a partecipazione dognetti, che gestiva il traffico dei rifiuti tossici per pubblica». conto dei Casalesi, insieme al broker e avvocato Ci- Secondo Giovan Giacomo Giordano, ex primario priano Chianese. La massoneria esiste per evitare anatomo-patologo presso l’Istituto Pascale di Napo- eventuali danni legislativi piuttosto che investigativi li, già dagli anni ‘70 la Campania patisce gli effetti o giudiziari, come ha affermato Roberto Mancini, nocivi per la salute pubblica causati da smog e rifiuti sostituto commissario della Polizia di Stato, in tossici: è del 1977 il suo libro bianco, Salute e am- un’intervista di Sky8. biente in Campania. Così come è letteratura giudiziaria la “riunione di Il figlio, Antonio, patologo e genetista, oggi parla di Villaricca”, uno degli incontri chiave che hanno san- cito il destino tossico della Campania, nel 1989, un laboratorio di cancerogenesi dove le cavie non sono presso il ristorante-albergo La Lanterna, in cui si topi, ma i napoletani ed i campani. […] Le posso dire riunirono vari soggetti: con la certezza dell’osservazione dei dati statistici, del- le mappe dell’inquinamento e dai tipi di sostanze ritro- ci sono i camorristi di Pianura e dell’area flegrea, tra cui vate, che il 60% dei residenti svilupperà tumori od altre Perrella. C’è Ferdinando Cannavale, nel ruolo di massone gravi patologie. […] Mutazioni, trasmissibili genetica- amico dei politici locali e nazionali. Ci sono i proprietari mente. Negli animali, nelle piante e negli uomini. Dei 6 delle discariche […]. C’è Gaetano Cerci, il titolare ceppi genetici pericolosissimi . dell’azienda “Ecologia ‘89”, che trasporta e smaltisce ri- fiuti, ma è anche nipote di Francesco Bidognetti, braccio Come Chernobyl e Fukushima. destro di Francesco Schiavone ‘Sandokan’. Cerci è inoltre Ma questa è solo la base della piramide di silenzio e il tramite tra il clan dei casalesi e Licio Gelli9. connivenza. Se su un territorio esteso (grossolana- mente misurato su Google Maps parliamo di circa Quest’ultimo, capo della Loggia Massonica P2, era 2 2000 km , anche se per il presidente della regione una figura di snodo: il contatto con gli imprenditori 7 Campania Caldoro è solo un 1%, ben perimetrato ), del nord che avevano un problema da risolvere, ol- ogni giorno ed ogni notte, molto spesso negli stessi tre ad avere i giusti contatti col potere romano. punti isolati, vengono incendiati rifiuti nocivi prodotti «Delle 25 lire che gli industriali pagavano in media da industrie locali e del Nord Italia, recuperati dai per liberarsi di ogni chilo di rifiuti affidati alla mala- clan tramite dei “broker” che li dirottano in queste vita, 15 lire andavano alla camorra e 10 lire alla poli- zone: allora è evidente che ci troviamo davanti ad un tica». grande piano nazionale di smaltimento degli scarti Una grande alleanza Stato-Mafie-Industriali. Per industriali, elaborato da politici, industriali, clan, questo è impossibile pensare di eliminare le mafie, servizi segreti deviati, massonerie. che sono la base del sistema capitalistico. Ci dovrà essere sempre, se continua ad esistere questo si- 6http://www.ilmattino.it/napoli/antonio_giordano_intervista/no tizie/302821.shtml 8http://video.sky.it/news/cronaca/rifiuti_le_indagini_del_polizi 7 http://www.webnapoli24.com/2013/10/16/legge-speciale- otto_colpito_da_tumore/v173386.vid caldoro-a-la7-con-giovani-e-chiesa-nuova-speranza-adesso ri- 9 Alessandro Iacuelli, Le vie infinite dei rifiuti - Il sistema campa- sposte/ no, Edizioni Rinascita, Roma 2008. 42 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org stema economico, qualcuno che fa il “lavoro spor- vedere in Campania nei luoghi del disastro ambien- co”, e che facendolo produce grandissimi profitti, tale12. tutti in nero: così come lo smaltimento dei rifiuti E molte falde e pozzi sono già compromessi. Le tossici, anche la gestione del ciclo dei rifiuti, la ge- stesse fonti d’acqua contaminata sono utilizzate per stione delle cave e delle discariche, l’edilizia selvag- annaffiare i campi che producono frutta e verdura gia, le privatizzazioni, le grandi opere, gli impianti che viene poi venduta in tutta Italia: i prodotti agri- sportivi, tutto è finalizzato al riciclaggio di un inim- coli vengono comprati a prezzi stracciati dalla gran- maginabile fiume di denaro “sporco”. de distribuzione multinazionale, che è strafelice di Tornando ai rifiuti industriali, in effetti, pur volendo, lucrare, non interessandosi minimamente della non si può smaltire tutto, perché solo il 50% dei ri- qualità13. Il cerchio del profitto si chiude. E se le fal- fiuti industriali prodotti in Italia può essere trattato de si inquinano così gravemente, si inquinano gra- legalmente, e allora l’altro 50% non si sa dove fic- vemente anche mari, laghi e fiumi, con annesse flo- carlo. Secondo un rapporto del prof. Venosi, ex vice ra e fauna... presidente della commissione del ministero del- Insieme all’aria e all’acqua, quindi anche la terra e il l’Ambiente sulla produzione dei rifiuti industriali, cibo sono inquinati. Sta morendo tutto. l’85% dell’intera produzione appartiene a quattro Chi annaffia con quell’acqua contaminata lo fa per regioni italiane con uno smaltimento che mette in ignoranza, che a volte si lega alla necessità di arri- evidenza una marcata differenza (decine di milioni di vare a fine mese, ma diventa anche avidità. tonnellate) tra i rifiuti prodotti e quelli dichiarati10. Avidità ed ignoranza che muovono anche chi sversa Le industrie, per produrre ciò che consumiamo nei campi il cloruro di metilene, un pericoloso sver- compulsivamente, sputano fuori parecchia robaccia niciante, uno dei solventi utilizzati nella produzione tossica: quando compriamo qualcosa, stiamo acqui- in nero di scarpe e borse: ecco allora che i carnefici stando anche una porzione di rifiuti tossici. Faccia- diventano quasi sicuramente vittime, attuando un mocene un’idea concreta, grazie all’ottimo docu- folle suicidio in nome del profitto. mentario scritto da Annie Leonard, The story of Tra le vergognose frasi sparate dai politici e dagli stuff11: per ogni sacchetto della spazzatura che pro- industriali: “evitare inutili allarmismi” (Paolo Gra- duciamo (due kg circa), ce ne sono settanta di roba ziano, presidente degli industriali napoletani); “qui si tossica che escono dalle industrie! Settanta! Quindi, muore di più per lo stile di vita non sano, a causa del anche se riciclassimo il 100% dei nostri rifiuti urba- fumo di sigaretta” (vizio tipico dei bambini secondo il ni, non risolveremmo il problema vero, quello dei ri- ministro Lorenzin e tanti altri) e della “cattiva ali- fiuti industriali. E delle materie prime che si utiliz- mentazione” (mangiando frutta e verdura); non è zano per fare le cose che compriamo cosa ci resta? dimostrabile che qui si muore per i rifiuti, manca il L’un per cento. Il 99% dei materiali diventa rifiuto. È nesso di causalità, la relazione causa-effetto: ma le un sistema folle, che ci sta uccidendo, senza farce- “prove” epidemiologiche non sono sufficienti a sta- ne accorgere. bilire un nesso di causalità, costituiscono solo ele- Ma torniamo in Campania: il geologo Giovanni Bale- menti circostanziali14. Pare quindi che il mancato stri nel 2010 depositò, per conto della DDA di Napoli, nesso venga utilizzato come scusa per non interve- la relazione sulla Resit, la discarica fra Giugliano e nire mai davvero, visto che non è mai stato cercato Parete che ha inghiottito veleni industriali del Nord davvero, quando è poi più che evidente la devasta- Italia dalla fine degli anni ‘80. Nella perizia scrisse zione dell’ambiente, il disagio, la puzza tossica dei che il percolato delle centinaia di migliaia di tonnel- roghi, le malattie, oltre alla esposizione perenne ad late di rifiuti speciali interrati in quell’area penetrerà un cocktail di cancerogeni certi, la cui genotossicità nelle falde acquifere contaminando gran parte della non è negabile. Tutto ciò dovrebbe bastare, ma ove Regione, profetizzando il 2064 come anno in cui si non fosse riconosciuto il nesso di causalità, esiste il consumerà il dramma. Inoltre afferma che il biogas “principio di precauzione” del-l’Unione Europea, ov- viaggia sotto il suolo, ad alte temperature, brucian- vero la strategia di gestione del rischio nei casi in do ed indebolendo quindi le radici delle piante e del- cui si evidenzino indicazioni di effetti negativi le coltivazioni che incontra nel suo cammino di mor- sull’ambiente o sulla salute degli esseri umani, de- te e provocando le fumarole che siamo abituati a 12 http://retenews24.it/articolo-bonifiche--profezia-del- geologo-nel-2064-falde- contaminate_755.html#.UmF96CTAD48 13http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/crona ca/2013/24-settembre-2013/generale-forestale-ho- sequestratotonnellate-verdura-piena-veleni- 10 http://paralleloquarantuno.com/2013/08/01/ragazzi-andate- 2223269409275.shtml via-da-napoli-e-una-citta-inquinata-dalle-lobby/ 14 http://paoladama.blogspot.it/2013/07/il-nesso-di-casualita- 11 La storia delle cose, http://vimeo.com/17262810 ed-i-ministri.html cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 43 gli animali e delle piante, ma i dati disponibili non vere bonifiche dove è possibile, e non il movimento- consentano una valutazione completa del rischio. terra che fanno i clan, cioè lo spostare la terra in- Eppure pare che il rapporto di causa/effetto tra tu- quinata da un luogo all’altro, dobbiamo chiedere le mori e malformazioni e la presenza di rifiuti tossici migliori e più avanzate tecnologie, dalle alghe e alle in queste zone sia stato poi scientificamente dimo- produzioni agricole no-food, per recuperare terreni strato già nel 2008 grazie ad una indagine dell’Isti- e falde, ma ci vorranno anni, si parla di oltre tuto Superiore di Sanità, commissionato dal contin- vent’anni. E ci vorrà la supervisione dello Stato e gente militare americano di stanza in provincia di dell’esercito, affinché non si ripetano le false bonifi- Caserta: dopo la pubblicazione dei risultati, tutte le che a cui si è già assistito in passato, fatte solo per famiglie americane presenti nell’area sono state lucrare. Ma la cosa che più mi lascia perplesso, è trasferite altrove, così come venne vietato di bere come sfugga che sia necessaria per le bonifiche una l’acqua del rubinetto agli stessi militari (nei comuni quantità di denaro enorme: tanto da far dire ai com- di Arzano, Marcianise e Villa Literno). Così il rias- ponenti della Commissione parlamentare d’inchie- sunto dell’indagine: sta sui rifiuti (2000–2001) che loro sapevano degli sversamenti e non potevano far nulla poiché i soldi Sono stati evidenziati cluster con eccessi significativi per le bonifiche non ci sarebbero mai stati. Questo della mortalità per tumore del polmone, fegato, stoma- equivale a dire che una vera bonifica costa tantissi- co, rene e vescica e di prevalenza delle malformazioni mo, più di quello che uno Stato può sborsare. E ora, congenite totali, degli arti, del sistema cardiovascolare nel 2013, quando ormai lo Stato italiano si è piegato e dell’apparato urogenitale. I cluster sono concentrati in una sub-area a cavallo delle due province nella quale e denudato davanti alle Banche europee e mondiali, sono più numerosi i siti di smaltimento illegale dei ri- accettando di inserire nella costituzione il pareggio fiuti tossici. di bilancio, e quindi non ci sono più i soldi per fare nulla, da dove prendere una montagna di soldi che Tutti sanno, e nessuno fa nulla. Da sempre. Com’è non c’era già nel 2001? È quindi evidente che se ora possibile? Svegliamoci. È perché così devono andare si parla di bonifiche e lo si fa proponendo ancora le cose, così è stato deciso. Il sistema deve produrre leggi speciali ed emergenziali, si vuole solo mangia- denaro, per farlo esternalizza, cioè regala ad altri i re altri soldi pubblici. Oltre alle lucrose bonifiche, si costi che da solo non può reggere, come gli scarti, immagina un goloso modello di sviluppo per il futu- ad esempio. E conta solo il profitto, conta solo chi ro della Campania basato sulla speculazione indu- consuma tanto. Immaginate quanto poco potesse striale ed energetica: una nuova riconversione d’uso contare chi ancora faceva parte di una cultura ibrida della regione, trasformando i terreni agricoli inqui- città/campagna, ed ancora si autoproduceva le ver- nati in terreni industriali, magari con l’installazione dure nell’orto, senza acquistarle dalla grande distri- di inceneritori a biomasse per bruciare le colture buzione... E crea ricchezza anche una valanga di inquinate, facendo comunque ricadere sul territorio tumori, il Pil aumenta. Non contiamo nulla. Ce ne le sostanze tossiche, sotto forma di fumi che spute- vogliamo render conto? Trattati peggio degli schiavi, ranno i camini. E che potrebbero anche servire per per una vita di sofferenze. bruciare qualche ecoballa... Quindi bisogna stare E allora non c’è più tempo: va chiesta l’evacuazione molto attenti quando i movimenti fanno le loro ri- di queste zone compromesse, questa è la cosa più chieste di aiuto a una classe dirigente che ha sem- urgente da fare: non si può continuare più a vivere pre lucrato sui problemi, e che ora pare se ne voglia così, anzi a morire così. Per alcune zone infatti la fare carico: dati gli enormi interessi economici in bonifica non è possibile. Ad esempio, per i 20 chilo- gioco, il rischio è quello di dare il fianco a specula- metri quadrati morti dell’area ex Resit, a Giugliano, tori e aguzzini che non aspettano altro che cavalcare pari a 2600 campi di calcio, secondo il commissario le proteste dei cittadini per i loro interessi. di governo: «Realisticamente la bonifica appare im- E si parla tanto di fare qualcosa per la Terra dei possibile. Per legge, infatti, bisognerebbe raccoglie- Fuochi... ma nulla accade in verità. Lo Stato faccia re tutti i materiali, rimuoverli e trasportarli altrove. mea culpa, si lavi la faccia e cambi registro, rompa Stesso discorso vale per le acque. Un’impresa proi- lo scellerato patto: fermi i roghi e gli sversamenti, bitiva». immediatamente! Altro che emergenza, questa è Quindi dobbiamo avere paura di ciò che si nasconde una guerra, e allora ci vuole l’esercito in ogni stra- dietro l’enorme attenzione mediatica dedicata in da, in ogni contrada, in ogni angolo. Ci vorrebbe la quest’ultimo periodo alle bonifiche, coi soliti nomi legge marziale per controllare davvero il territorio, che prima sversavano ed che ora vogliono ripulire, qua serve l’esercito che spara a vista chi sversa e dato che ora va di moda il capitalismo verde, brucia. E vanno poi aperti nuovi fronti: i controlli sa- l’affarismo speculatore definito come “green eco- tellitari dei camion possono addirittura dirci cosa nomy”. Dobbiamo allora richiedere solo dopo delle trasportano; va fatto un censimento dei rifiuti indu-

44 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org striali italiani, di ogni industria bisogna sapere cosa "rifiuta" e come lo smaltisce. Va quindi colmato il gap per quanto riguarda l’impiantistica per i rifiuti tossici. Ed ancora: analizzare i suoli agricoli e le ac- que, esaminare l’assorbimento degli inquinanti da parte delle varie tipologie di colture vegetali, trac- ciando seriamente i prodotti agro-alimentari15. E poi bisogna guardarsi in faccia ed ammettere che finché il modo di produrre e consumare sarà que- sto, la situazione rischia di rimanere tragica. Biso- gna esigere che ci sia totale possibilità di smaltire tutta la merda prodotta da questo sistema folle, ed ancora meglio, bisognerà esigere che non si produ- ca più tutta la roba inutile che si produce, con an- nessi rifiuti tossici, ma si produca ciò di cui vera- mente abbiamo bisogno. C’è un intero sistema produttivo ed economico da ri- vedere, l’intero stile di vita occidentale. Possiamo e dobbiamo aspirare a una vita migliore, che abbia come fine la felicità, e non il consumo.. tossico. È il momento di svegliarci dal torpore delle comodità dei falsi bisogni consumistici, ognuno di noi deve diventare responsabile. Inquinati di tutto il mondo, unitevi!

OTTOBRE 2013

15 https://www.facebook.com/notes/francesco-bassini/la- verit%C3%A0-scientifica-sulla-terra-dei-fuochi-prof- benedetto-de-vivo-repubblica-n/10153315969405162 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 45 Il Giappone e il consumismo che verrà Impressioni di viaggio Rogerio Gonfrei

1. Premessa scendeva in campo per la ricostruzione delle città Il paese del Sol Levante è un interessante laborato- devastate dalla guerra. Mi è stato possibile cono- rio sociologico. Tuttavia il mio racconto, così come scere la vicenda in una visita al Museo della Pace a tutte le impressioni di viaggio, è di per sé molto li- Hiroshima, che racconta come il bombardamento mitato dal punto di vista della categoria impressio- nucleare abbia totalmente distrutto un’intera città. È ne. Le impressioni sono soltanto una ricerca circo- stato così che ho avuto modo di conoscere meglio scritta della realtà, hegelianamente parlando, un come la parola disciplina sia centrale per questo puro possibile. Essendo così, la situazione già mi popolo, sia per la riedificazione del paese che per procura qualche difficoltà, nella misura in cui si una filosofia della vita quotidiana cristallizzata tratta di provare a raccontare quei fenomeni, politici all’interno della cultura nipponica. La famosa disci- o economici, che ho riscontrato durante il mio sog- plina dei giapponesi riguarda la cultura filosofica dei giorno in Giappone. Difficile è anche esprimersi in samurai: una specie di militare del Giappone feuda- termini sociologici, soprattutto perché le categorie le che risale al periodo Edo (1603-1868) e che comin- sociologiche, che spesso si utilizzano, sono delle ca- cia a declinare con la restaurazione Meiji, che ha tegorie marcate di paradigmi centrati sulla nostra cambiato la struttura politica e sociale del Giappo- cultura individualizzata e occidentalizzata. Ecco al- ne. Alcuni termini come: Mononofu (もののふ) oppu- lora un primo problema: come esprimersi effetti- re Tsuwamono (兵) indicano il Samurai come un vamente su un argomento relativo ad una cultura soldato e una persona valorosa, competente, uomo diversa della mia, ma utilizzando i miei propri rife- delle arti marziali. Esiste anche, come classico sim- rimenti metodologici d’analisi? bolo del Samurai, il fiore del ciliegio che rappresen- All’interno della suddetta contraddizione esistono ta bellezza e grandiosità. Uno degli antichi versi più però, per la nostra salvezza o delusione, alcune do- conosciuti racconta l’importanza del guerriero: mande, che si possono porre ricercando una via «Come il fiore del ciliegio è il migliore tra i fiori, così, d’uscita da questa problematica metodologica. Per il guerriero è il migliore tra gli uomini». E’ nella tra- chiarire meglio ci si può domandare: fino a che pun- dizione culturale del Giappone che il contributo del- to si può indagare un paese la cui tendenza tra- la storia diventa importante per la legittimazione di sformatrice presenta, nel piano del reale, somi- un habitus che accompagna la vita di questo popolo. glianze globali nelle sfere dell’economia e della cul- E fu nell’epoca più drammatica della storia del tura? Si potrebbe subito pensare alla filosofia Giappone che i suoi abitanti hanno dovuto adattarsi dell’organizzazione del lavoro Just in Time (di for- a situazioni che hanno richiesto molta disciplina e diana memoria), adottata dai giapponesi nella se- anche una certa sottomissione, dallo Shintoismo di conda metà degli anni cinquanta del secolo scorso, Stato dell’era Meiji all’atteggiamento del governo con lo scopo di massimizzare la produzione. È allora dopo la Seconda Guerra Mondiale, che sottoponeva nel contesto dell’organizzazione del lavoro e sulla la popolazione ad un regime crudele di austerità. Il quotidianità della cultura giapponese che farò delle comportamento attivo delle persone per restaurare considerazioni, in modo da sottolineare i vari limiti il paese è stato esemplare e ha comportato, ad e- che ho incontrato nel descrivere le mie impressioni. sempio, la donazione di padelle allo Stato da parte Cercherò di raccontare situazioni che mi hanno fatto della popolazione, per mancanza di metallo per la riflettere su un paese dove il cambiamento e costruzione di un serbatoio militare, oppure l’adat- l’habitus della cultura convivono contraddittoria- tamento a una dieta a base di patate nel dopoguer- mente nella medesima dimensione del reale. ra. Questioni come quelle citate mi hanno fatto ri- flettere su alcuni aspetti del modo di vivere dei 2. La cultura della storia e la storia della cultura di giapponesi che mi hanno profondamente colpito una un popolo volta che sono arrivato lì. Aspetti come la pulizia, la Il Giappone è un paese che ha sofferto molto. Qui, il puntualità dei trasporti pubblici, i grattacieli, l’orga- 6 agosto del 1945 alle ore 08:15, l’inferno scese sulla nizzazione, il comportamento delle persone, i saluti, terra. Il possibile si è trasformato nel reale, il mon- che sembrano meccanici, e così via. Per fare un e- do ha constatato la dimostrazione della favolosa po- sempio banale, una semplice fetta di torta acquista- tenza creata dall’irrazionalità umana. Nelle prime ta lì, fa subito emergere l’attenzione dei giapponesi settimane dopo che Hiroshima aveva conosciuto la riguardo il dettaglio, l’attenzione, l’organizzazione e Little Boy, incredibilmente il popolo giapponese

46 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org il controllo. È incredibile come preparano i pacchi di Perduto in una cultura abbastanza diversa della consegna della torta. Sono belli e perfetti. Il con- mia, continuavo a interessarmi al diverso e allo sco- trollo totale della qualità di un prodotto pare non nosciuto. Accadeva che, durante i miei viaggi appartenere soltanto al mondo delle macchine, ma all’interno del Giappone, il controllore del treno anche al mondo della pasticceria. s’inchinasse verso i passeggeri ogni volta che entra- Dal controllo all’organizzazione, continuando a par- va o usciva del vagone. Intendeva dire, a mio avviso: lare di cibo. Sapevo quanto la cucina orientale fosse “con permesso!”. Mi sembrava veramente una cosa deliziosa: sushi, sashimi, tamagoyaki, udon e così assurda. Irrazionale. Senza senso. Innanzitutto per- via… ma non mi ero ancora accorto di un suo aspet- ché era un gesto meccanico, poi perché quasi nes- to particolare: l’organizzazione dei piatti. Tutto ordi- sun passeggero lo guardava. Per una persona come nato in modo che il cibo possa essere perfettamente me, non abituata a un tale comportamento, si trat- presentato. Un’organizzazione perfetta. Si dice che tava certamente di un gesto strano, difficile da com- in Giappone prima di ingerire un cibo, si deve man- prendere. Sembra che i nipponici ricorrano ad una giarlo con gli occhi, ossia, è bene apprezzare prima razionalità comunicativa invece che ad una raziona- la bellezza del cibo e soltanto dopo mangiare. La lità puramente strumentale. Anche se spesso può domanda che mi sono fatto è stata: esiste una rela- sembrare l’estremo opposto. zione stretta tra il cibo e l’organizzazione della vita quotidiana? Ho cominciato allora a fare attenzione 3. L’insolita lezione di sociologia del lavoro al funzionamento delle cose. Dalle persone che fa- Continuavo ad interrogarmi sul quotidiano di quel cevano la pulizia in cucina, nelle vie, nelle fermate paese, finché non mi sono interessato a capire me- (in quasi tutte) dei treni ad alta velocità (Shinkan- glio la situazione del mondo del lavoro giapponese, sen), alla puntualità degli altri mezzi di trasporto. ed ecco uno dei momenti più importanti del mio vi- Un’altra situazione interessante mi è capitata quan- aggio nella terra del Sol Levante. Ho conosciuto un do, appena arrivato a Tokyo, sono salito sull’auto- lavoratore che, pur non avendo una laurea in socio- bus: la prima cosa che mi ha consigliato l’autista è logia o in economia, mi ha spiegato benissimo il stata di indossare la cintura di sicurezza. In vita mia, modello toyotista. Il suo modo di spiegarsi era per- non avevo mai indossato la cintura di sicurezza fettamente chiaro. Mi rendeva comprensibile come viaggiando su un autobus. Sembrava un suggeri- il quotidiano, la vita privata delle persone, si sia ra- mento senza necessità, considerata l’organizzazio- dicalmente adeguata alla filosofia dei nuovi rapporti ne del traffico in quel paese. di produzione, intensificati soprattutto a partire del- Dopo queste prime impressioni mi è stato veramen- la crisi degli anni settanta. Rapporti di produzione in te difficile capire determinati comportamenti dei cui l’utilizzazione di diverse macchine allo stesso nipponici. Racconto, adesso, il loro atteggiamento tempo, con il proposito di massimizzare la produ- educato nei confronti dell’altro. Il modo in cui rivol- zione e ridurre le spese (in questo caso il capitale gono una critica, esprimono contrarietà su un de- variabile) si collega con i cambiamenti nelle relazio- terminato argomento o la semplice esposizione di ni di lavoro. Questo lavoratore mi spiegava che le una determinata idea. Nel parlare, i giapponesi non occupazioni che si trovano oggi in Giappone sono dimostrano mai che ci stanno criticando. Prima di nella maggior parte dei casi a tempo determinato e tutto viene l’ascolto assoluto del contenuto e, solo in senza diritti, cioè precarie. Per essere ammesso seguito, la critica, che in realtà sembra più una me- nelle fabbriche o in un’azienda, il lavoratore è obbli- diazione. Ho avuto l’opportunità di parlare con alcu- gato a fare una serie di colloqui. Essere polivalente, ne persone di temi delicati come la religione, la po- qualificato e adatto a lavorare in più di una funzione litica, la questione dell’energia nucleare e il disastro è la regola del gioco. La mia testimone privilegiata ambientale. In generale, la risposta di un giappone- lavora in una fabbrica di produzione di pezzi per se arriva dopo una pausa cechoviana. Alla fine, sono computer. Mi diceva che il ritmo del lavoro in quella giunto a pensare che il linguaggio è, per i giappone- fabbrica è orribile. Agli operai sono imposti turni di si, la categoria centrale della ragione comunicativa lavoro estenuanti, che possono arrivare fino a venti- habermasiana e che, nonostante le rappresentazioni quattro ore al giorno. In quella fabbrica, non sono che si danno dei giapponesi – spesso etichettati co- pochi i casi di follia sul luogo di lavoro. Quel giorno me chiusi, freddi e di poche parole – il loro modo di ho assistito ad una bellissima lezione di sociologia comunicare è molto più ampio di quanto si pensi. da parte di un lavoratore con pochi anni di studio. Considero, allora, come l’elemento del linguaggio La chiacchierata con questo operaio mi ha fatto ri- non possa cadere in riduzionismi, ma anche come la flettere su come storicamente, a partire dalla metà sua componente non verbale, ricca di segni e di si- dagli anni ’70 – grazie alla cattura della soggettività gnificati, sia sicuramente un elemento da privilegia- dei lavoratori da parte delle imprese, da un lato, e al re quando si tratta di capire i giapponesi. collaborazionismo di un sindacalismo di tipo azien-

cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 47 dale dall’altro – l’uso sempre maggiore di lavoratori nel piano della moralità, perché il sistema stesso irregolari e part time sia diventato la regola in quel del capitale conserva ancora il fondamento ontolo- paese. Secondo Makoto Itoh, docente di economia gico della contraddizione tra il capitale e lavoro, tra presso l’Università Kokugakuin di Tokyo, in quel- le forze produttive e i rapporti di produzione, tra la l’epoca si è verificato un forte attacco ai diritti dei la- merce e le sue riproduzioni socio-metaboliche. Le voratori. I salari sono stati congelati per una parte conseguenze di un consumismo senza freni (anche importante della classe lavoratrice. Con la crisi a- se il Giappone ancora oggi è in recessione) come, siatica del 1997-98, e poi con le politiche di Junichiro per esempio, l’ossessione per le ultime novità tec- Koizumi (primo ministro tra il 2001 e il 2006) che ha nologiche, cellulari d’ultima generazione e così via, provato a contenere il crescente debito pubblico, si sembrano affermare ancora di più l’imperativo ca- è avuto l’avanzare del processo di deregulation e lo tegorico del consumo, segno dello spirito del nostro tsunami delle privatizzazioni. Secondo lo Statistics tempo. Bureau1, organo ufficiale del governo giapponese, il La cultura del consumo, vuota di significati, pare luglio del 2013 ha registrato circa 2.55 milioni di di- trasformare spesso le abitudini producendo sensa- soccupati (anche se pare che il numero complessivo zioni costanti di malessere. Un caso particolarmen- sia diminuito rispetto allo scorso anno), mentre il te rilevante, che riprende il tema del tempo libero numero di lavoratori irregolari copre ormai il 40% della solitudine, è la copertina di una rivista quindi- della forza lavoro. Riflettendo sui dati del mercato cinale fatta specialmente per gli immigranti brasi- del lavoro giapponese e su quella lunga conversa- liani. Si trattava dell’edizione di dicembre. Sulla co- zione, in una notte fredda nella città di Shiga (nel pertina erano stampati temi relativi alle commemo- sud del Giappone) – città conosciuta soprattutto per razioni natalizie di fine anno. L’interessante è che in il suo “ospitare” molti migranti brasiliani, conosciuti Giappone non si commemora ufficialmente il Nata- come dekasegui (che per i discendenti dei giappo- le. Ha richiamato la mia attenzione una testimo- nesi significa letteralmente lavorare lontano di casa) nianza via internet d’una ragazza brasiliana dekase- – mi sono ricordato di un testo del 1997 di Bourdieu2, gi che parlava sulla stessa copertina della rivista, dove egli affermava che la precarietà è dappertutto. raccontando la sua esperienza come lavoratrice precaria in una fabbrica giapponese e il suo stato 4. Il consumismo come caratteristica dello svuota- d’animo nel periodo natalizio. Raccontava cosa si- mento umano gnifica stare lontano da casa, la sua giornata lavora- Non potevo non parlare di un aspetto che è stato tiva e la solitudine. centrale in questo mio viaggio attraverso il Giappo- La giovane lavoratrice piangeva davanti alla teleca- ne, cioè del rapporto tra vita quotidiana e consumo. mera guardando la rivista. Diceva che non aveva Se la disciplina e l’abnegazione compongono la re- senso commemorare quel giorno, soprattutto da so- gola della struttura burocratica e formativa del la. Diceva che per compensare lo stato di solitudine Giappone, e se in alcuni casi i giapponesi sono di- non solo degli immigranti ma dei giapponesi in ge- sposti o costretti a lavorare 24 ore al giorno e 7 nerale, il sotterfugio è quello del consumismo. Una giorni alla settimana, nel paese del Sol Levante il fe- via contro la disperazione. ticcio della forma merce che movimenta la dimen- In tutte le città che ho visitato ho potuto vedere degli sione del consumismo avanza in maniera sorpren- annunci dei saldi di fine anno. Ad esempio, paghi dente. Questo sviluppo a mio parere dovrebbe esse- 5000 yen – circa 38 euro – e poi puoi prendere una re analizzato sul piano della morale e, a questo pro- busta piena di vestiti, però non puoi scegliere tutti i posito, mi ricordo di come Kosik3 affermi, in una sua vestiti che ti piacciono, devi comprare la busta già opera sulla crisi dei tempi moderni, che esiste confezionata. Un altro tipo di follia consumistica è un’antinomia tra la legge della storia e l’attività u- quella della busta di calzini. Si tratta di pagare 1000 mana e che il processo storico è stato disumanizza- yen e portare la quantità massima di calzini che rie- to. Egli parla di una crisi dei nostri tempi che si at- sci a mettere nella tua busta in un tempo di circa 10 tua solamente nel complesso delle manifestazioni minuti. Le persone che partecipano alla “gara dei del capitalismo contemporaneo. Crisi che scende calzini” devono arrivare ai negozi alle 5 di mattino. È possibile vedere, prima dell’apertura dei negozi, 1 Statistics Bureau. Ministry of Internal Affairs and Communi- centinaia di persone in attesa fuori ai templi del cations. 2013, consumo. Ho saputo che, a seconda della grandezza http://www.stat.go.jp/english/data/roudou/results/month/index della busta, si possono acquistare fino a circa 400 .htm paia di calzini di diversi colori e misure. Non ho ca- 2 P. Bourdieu, La précarité est aujourd'hui partout, Intervention lors des Rencontres européennes contre la précarité, Greno- pito una cosa: perché una corsa per acquisire così ble, 12-13 décembre 1997. tanti calzini in un solo giorno? 3 K. Kosik, La crise des temps modernes: dialectique de la morale, Les Editions De La Passion, Paris 2003. 48 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org La ricerca e l’urgenza del consumo immediato mi- 5. L’ultima immagine naccia il genuino valore del pensiero. Quando la L’ultima immagine del viaggio che è rimasta nella compulsione diventa un vizio, già non è più una mia testa, e che mi è sembrata anche un gesto di compulsione, è una normalità. E quest’apparente resistenza individuale e culturale, è stata quella di normalità colpisce patologicamente migliaia di per- un signore vestito da Samurai 侍. L’aspetto di quel sone in tutto il mondo, attraverso la sindrome vecchio samurai non era del periodo Edo, e nem- dell’acquisito compulsivo, più conosciuta come “o- meno dei samurai che conoscevano l’arte della spa- niomania”. Non è difficile vedere questo fenomeno da (kenjutsu) o della manipolazione dell’arco. A dif- in Giappone. Il movimento di persone, nelle vie di ferenza dei guerrieri giapponesi, vedevo un uomo in Tokyo e di altre grandi città del Giappone, sembra età abbastanza avanzata, sembrava essere un ultra- quello delle grandi processioni di fedeli alla ricerca settantenne. Invece di portare la sua bella spada, di templi del consumo, per praticare la preghiera possedeva soltanto un piccolo barattolo di porcella- giornaliera del comprare, acquisire e ottenere. Gli na, in cui si sentiva ogni tanto il suono delle moneti- spazi del consumo sono pieni di persone, l’ap- ne di yen che cadevano, senza provocare nessuna parenza del fenomeno ci fa pensare che esista una espressione di allegria in quell’uomo. Indossava un collettività, una socialità tra le persone, ma, come vecchio cappello di samurai e aveva uno sguardo di dice Bauman4, in questi spazi non esiste mai il col- stanchezza infinita. Il suo indebolimento fisico non lettivo, l’individuo è chiamato a sospendere i rappor- era solo della sua condizione di mendicante, ma si ti e a scartare le lealtà. Gli incontri occasionali de- sentiva così perché nello sguardo di chi passava non vono essere superficiali e brevi e, in generale, questi si trovava compassione e neanche nostalgia dei vec- templi sono sempre protetti con la massima sicu- chi tempi. L’uomo chiedeva spiccioli vicino al Parco rezza da coloro che vogliono fermare il grande ri- Ueno, dove si trova il Museo Nazionale d’Arte ed Ar- tuale, come per esempio i barboni, i disoccupati, i cheologia nel centro commerciale di Tokyo. ladri e le altre categorie di “indifesi” della nostra Quell’immagine del signore che indossava il vestito contemporaneità. di Samurai rappresenta per me la sintesi di tutte le Alla fine della riflessione sulla questione del con- contraddizioni di un Giappone che molte volte, sotto sumismo, sono arrivato al punto di chiedermi se c’e il segno della modernità, si dimentica della vita e qualcosa in Giappone che resiste alla logica del pre- dell’ambiente, ma che sempre ricorda la poesia del stabilito. La risposta è stata che il partito che gover- passato: «Come il fiore del ciliegio è il migliore tra i na il paese (Partito Liberale Democratico – PLD), fiori, così il guerriero è il migliore tra gli uomini». razzista e conservatore, insieme al sindacalismo a- ziendale, frenano frequentemente la possibilità di SETTEMBRE 2013 protesta anti-egemonica. L’unico movimento di re- sistenza al sistema che ho visto è stato il movimento ambientale che lotta contro gli impianti nucleari. Era un pomeriggio e, mentre stavo visitando i grat- tacieli nel centro di Tokyo, non mi ero accorto di sta- re di fronte al palazzo centrale dell’energia nuclea- re, quando a un tratto ho visto una dozzina di perso- ne con uno striscione in un sit-in permanente che diceva: NO NUKES. Una settimana prima e due set- timane dopo la mia visita in Giappone si sono tenute due grandissime manifestazioni contro il funziona- mento delle installazioni nucleari in tutto il territorio nazionale. Sono circa il 79,6% i giapponesi che si oppongono agli impianti nucleari, secondo il Japan Association for Public Opinion Research, e purtrop- po il governo neoliberista giapponese continua a sottoporre gli interessi dei cittadini ad un’ideologia fallita di sviluppo industriale ed economico che sta portando alla rovina l’ambiente, la salute e il benes- sere di una grande parte della popolazione.

4 Z. Bauman, Modernidade Líquida, Jorge Zahar, Rio de Janeiro 2001. cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 49 Il commento II Guido Cosenza *

Sulla sinistra e sulla destra Anche l’affermazione «capace di fornire un “esito È difficile formulare in modo preciso, univoco e logi- politico” ai “movimenti sociali» non precisa meglio il camente consistente i termini “destra” e “sinistra”, concetto che si intende esprimere. spesso in tale contesto vengono presentate proposi- Analizziamo la seconda formulazione: zioni a cui è problematico dare un senso compiuto. «la sinistra prima ancora di essere organizzazione Tuttavia in un testo in cui s’intenda approfondite un politica è un sentimento, prima ancora di essere argomento è d’obbligo precisare i termini del di- un’appartenenza di classe, è un’empatia con una scorso, cioè l’oggetto della discussione. Nel caso parte della società». specifico il significato che si dà alle espressioni de- Questa proposizione appare ancora più emblemati- stra e sinistra. ca e priva di connotazione univoca. Il termine sini- Bisogna imparare a essere precisi, peraltro la scuo- stra sarebbe equivalente alla disposizione a compa- la e la pratica corrente hanno svolto un’azione dis- tire i meno privilegiati, ad augurarsi che settori suasiva a questa prassi. svantaggiati della società possano migliorare la Dopo la redazione di un articolo non sarebbe inop- propria condizione, allora la verifica dell’appar- portuno analizzare proposizione dopo proposizione e tenenza alla sinistra sarebbe di competenza dello chiedersi se questa o quella frase esprimono com- psicologo, magari dello psicanalista. piutamente un qualche concetto. Per affrontare la problematica della sinistra e della Riguardo alla definizione del termine “sinistra” destra a me sembra che bisogna procedere oltre la nell’articolo Tecno-purgatorio sussistono due rife- confusa analisi cui spesso siamo stati esposti e par- rimenti, nessuno per il termine “destra”, comunque tire dalla considerazione che nella dinamica sociale quest’ultimo lo si potrebbe intendere per opposizio- che si è sviluppata all’interno della società capitali- ne al primo. sta matura si delineò sempre più marcatamente Iniziamo dal prendere in considerazione la prima in- una contrapposizione di classe fra i detentori del dicazione esplicativa dovuta a un autore che non mi capitale e la forza lavoro che entrava nel processo è noto, A. Badiou, e che è condivisa dagli autori produttivo. Ambedue le classi avevano una rappre- dell’articolo: sentanza politica, spesso sgranata in vari raggrup- pamenti più o meno validi e coscienti degli interessi Chiamiamo “sinistra” l’insieme del personale politico di classe da difendere. Un elemento risultava decisi- parlamentare che si dichiara il solo capace di assume- vo: la linea di demarcazione che separava chi inten- re le conseguenze generali di un movimento politico deva preservare la condizione presente di privilegio popolare singolare. O, in un lessico più contemporaneo, di un settore della società da chi concepiva un cam- il solo capace di fornire un “esito politico” ai “movimen- biamento radicale di modello produttivo per abolire ti sociali”. lo sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo. Le due rappresentanze politiche si fronteggiavano in un In altri termini la proposizione dichiara che con arco di posizioni che sfumavano dal radicalismo al l’espressione “sinistra” vada inteso l’insieme costi- compromesso. tuito dai parlamentari che autocertifichino di essere Radicalismo da una parte significava dittatura, re- gli unici in grado di assumere le conseguenze gene- pressione spietata, dall’altra rivoluzione, presa del rali di un movimento politico popolare singolare. In potere a seguito di uno scontro armato. Compro- definitiva la composizione dell’insieme sarebbe le- messo per un verso si esprimeva nella concessione gata all’esito di un sondaggio fra i parlamentari. di accesso più o meno limitato alle risorse prodotte, A parte che non è chiaro il significato dell’espres- per un altro in accordi di rinuncia almeno tempora- sione “assumere le conseguenze generali di un mo- nea a obiettivi rivoluzionari. vimento politico” e inoltre del termine “singolare”, Di volta in volta si è assistito al prevalere dell’uno o ciò nonostante è ovvio che tale autocertificazione sia dell’altro aspetto della lotta di classe. suscettibile d’essere sottoscritta da qualsiasi par- In tale contesto è chiara la distinzione fra destra e lamentare in riferimento al proprio movimento poli- sinistra. tico. Quindi la proposizione è vuota, salvo che non si Con la vittoria del capitale e sua diffusione a livello voglia intendere che per essere incluso in un insie- planetario la classe operaia è stata sussunta a me denominato sinistra occorra essere eletto al comprimaria nel modello capitalista, con potere parlamento. Suona bizzarro che la sinistra sia circo- pressoché nullo. La sua rappresentanza politica si scritta alla categoria dei parlamentari. distingue ben poco nella partecipazione all’espan-

50 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org sione del modello capitalista dagli altri soggetti poli- si esplica nel campo manifatturiero, ma anche in tici. quello edilizio, in quest’ultimo l’eccesso produttivo Se per sinistra intendiamo, come ai primordi, la si presenta nella forma di fabbricati invenduti o sfit- rappresentanza politica di una classe che propugna ti, per coloro che li hanno acquistati e intendono uti- il superamento del sistema capitalista allora, a par- lizzarli per ricavarne profitti. I prodotti nel campo te sparuti gruppi d’opinione, la sinistra non esiste dell’edilizia fanno parte delle merci immobilizzate. più. Esistono solo varie sfumature di destra a partire Nel contempo esiste anche una massa di capitale da i comunisti italiani, rifondazione comunista e via che non riesce a essere valorizzato produttivamente procedendo. a causa della crisi di sovrapproduzione. Il cambiamento se avverrà si svolgerà secondo una I due aspetti della crisi si sposano perfettamente, dinamica diversa da quella congetturata dai primi per un verso, il capitale produttivo si trasforma in fondatori della teoria marxista. capitale finanziario e va ad alimentare il credito, per Se viceversa per sinistra si vuol intendere una for- un altro, buona parte del flusso creditizio consente mazione politica che orienta la propria azione per lo smaltimento delle merci invendute. In tale opera- ridurre le immani disparità di accesso alle risorse, zione nascono investimenti spericolati che alimen- allora c’è un’ampia scelta di formazioni e si può di- tano la crisi, il ciclo si chiude riversando le perdite scutere per i distinti soggetti politici di una loro più o sulle spalle dei cittadini, come si è visto anche nella meno impegnativa propensione ad accordi che san- presente congiuntura. zionino la salvaguardia dei privilegi inerenti al pre- La caduta del saggio di profitto è legata al processo sente modello di sviluppo in nome di entità apparen- produttivo e non all’impiego del capitale in forma fi- temente neutrali come le banche, il PIL, lo spread e nanziaria. Al declino del saggio di profitto contribui- via cantando. scono in maniera molto più rilevante i settori in cui I grillini possono facilmente essere sistemati nel- di continuo aumenta la composizione organica del l’arco delle destre secondo il mio primo schema, capitale piuttosto che quello edilizio per il quale che poi è quello che propugno, anche se è apprez- l’aumento di valore del capitale fisso è meno accen- zabile e condivisibile la loro lotta contro il degrado tuato. raggiunto nel nostro paese dal complesso delle for- Il carattere precipuo del settore edilizio è semmai ze politiche. Di loro è facile delineare il comporta- legato al valore d’uso del prodotto come bene rifu- mento. Si sono autoesclusi dalla lotta politica par- gio il che fa sì che pur in regime generale di sovrap- lamentare pur avendo scelto come strategia la par- produzione il rallentamento dei consumi si faccia tecipazione alle competizioni elettorali. In definitiva sentire con ritardo rispetto agli altri settori, ma il hanno dimostrato loro malgrado l’equivalenza fra corso della crisi è comune ed è dovuto alla dinamica votarli e disertare la frequentazione dei seggi eletto- disfunzionale del congegno produttivo. rali. Allora gli elettori disponibili al voto per quel Ciò che complica l’analisi del tema esposto nell’arti- movimento hanno convenuto per le successive con- colo deriva dall’intreccio fra il meccanismo in atto sultazioni elettorali che tanto valga restare a casa e nel ramo edilizio e i fenomeni socio-econo-mici ge- navigare in rete. nerati dalle anomalie connesse con lo sviluppo delle città. Le contraddizioni di un sistema in espansione Il capitalismo contro il diritto alla città libera indefinita si materializzano nel fenomeno pa- Non mi è noto alcun dato da cui si possa evincere tologico rappresentato dalla città, in tale ambito alla che il processo produttivo nel settore edilizio abbia crisi della struttura produttiva si sovrappone l’ina- connotati che lo differenzino in modo rilevante dagli deguatezza sempre più dirompente della architettu- altri settori produttivi. La circostanza che si generi ra sociale. Concepire la confluenza delle attività un ritardo fra l’operazione di investimento del capi- produttive urbane, a cominciare da quella edilizia, in tale e la collocazione a destinazione della merce un corpo unitario in cui tutti i protagonisti si presen- prodotta è comune un po’ a tutti i rami produttivi. tino alla stregua degli operai della fabbrica tipica del L’edificazione di un fabbricato e la messa a punto capitalismo primigenio non è realistico. La fabbrica tecnologica di una struttura manifatturiera hanno col racchiudere in uno spazio unitario i soggetti su- tempi paragonabili di ultimazione, col vantaggio per bordinati nel processo produttivo ha rappresentato l’impresa edilizia di poter spesso porre il prodotto un elemento di coesione e nel contempo un modello sul mercato prima ancora di averne terminato la la- organizzativo in cui inquadrare le forze. vorazione. L’ambito più ampio della città potrà viceversa offrire L’intero articolato produttivo segue la logica ciclica lo spunto per la germinazione di areole di tessuto della crisi che riassumerei come segue: sociale rigenerato. Un processo di trasformazione La produzione in espansione in regime capitalista va del modello produttivo inizialmente circoscritto, lo- incontro a crisi di sovrapproduzione. La produzione calmente rilevante, che s’irradi anche dai centri ur-

cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 51 bani producendo nel propagarsi una profonda muta- In conclusione il capitalismo non contempla lo zione generale. schiavismo, non c’è compatibilità fra i due sistemi Non vale ricorrere a forme di lotta mutuate da un produttivi. Di più, è il modo di produzione capitalista passato non più riproponibile, va attuata una strate- che ha portato all’eliminazione pressoché totale gia congrua a una trasformazione graduale e pro- della schiavitù dal mondo industrializzato e certa- gressiva come già verificatosi in altre condizioni sto- mente non per ragioni morali ma puramente eco- riche che talvolta hanno impiegato secoli per giun- nomiche, sia pure mascherate da intenti etici. gere a compimento. Lo scontro frontale che fu pro- È vero che il capitalismo ha convissuto e magari at- pizio, anche se non vincente, nel passato non ha più tualmente in qualche parte del globo convive, con lo le basi materiali per essere realizzato. schiavismo ma ciò è fenomeno transitorio dovuto al- Non bisogna lasciarsi tentare ad assumere acriti- la non completa assimilazione produttiva del territo- camente conclusioni tratte in un differente contesto rio in questione. Tipico esempio sono gli Stati Uniti storico. dell’ottocento in cui l’economia agricola del sud im- Va osservato che la posizione della classe operaia, piegava schiavi, ma quando il nord capitalista scon- che si è accresciuta nell’ambito del processo e- fisse la coalizione ad economia arretrata ecco che spansivo del sistema capitalista, ha subito un pro- immediatamente lo schiavismo fu soppresso. gressivo mutamento. Essa ha ottenuto un accesso, Il caso del nazismo non fa testo, gioca anzi nella di- sia pure estremamente esiguo, al prodotto sociale. rezione opposta, proprio il tema dello schiavismo fu Il capitale ha acquisito la cognizione che per stabi- uno degli argomenti per cui la coalizione capitalista lizzare il sistema sia proficuo puntare sull’opera- dichiarò di voler combattere quel regime. zione di associazione della classe operaia al proget- Non c’è costituzione di stato capitalista che non to di espansione della produzione e sul versante op- classifichi per crimine e persegua lo schiavismo. posto le rivendicazioni si sono trasportate dal piano In secondo luogo devo contestare la seguente af- della lotta per la modifica dei rapporti di produzione, fermazione: un obiettivo rivoluzionario, alla contrattazione per aumentare l’accesso alle risorse prodotte, un obiet- la massa e l’efficienza del capitale costante rendono il tivo riformista. valore dell’ora di lavoro potenzialmente enorme, ma la Non si può allora mutuare dal passato il progetto concretizzazione nelle merci di questa energia è sem- politico che indicò come protagonista della transi- pre inferiore alle aspettative, sempre minore dell’estra- zione la classe operaia. La transizione se ci sarà a- zione potenziale di valore dal lavoro. vrà una dinamica differente in cui anche la classe operaia avrà un ruolo, ma in posizione diversa da Il concetto di valore in Marx rappresenta una qualità come fu ipotizzato nel passato. Di questa dinamica di origine sociale che inerisce alle merci, la misura si è discusso altrove e ne vanno approfondite le pro- della grandezza del valore di una merce è data dal blematiche. (è proporzione al) tempo medio socialmente impie- gato a produrla, per cui non riesco a dare un senso Migrazioni all’epoca della totalizzazione alla frase virgolettata. Reputo l’articolo interessante anche per la sua co- L’ora di lavoro rappresenta prima e dopo l’incre- piosa documentazione e vorrei proporre alcune con- mento tecnologico del processo produttivo il valore siderazioni nel merito. delle merci prodotte in quell’intervallo temporale. La prima riguarda la schiavitù, in particolare l’affer- Formulerei come segue il concetto che intuisco si mazione in cui si nega che tale rapporto di dipen- volesse esprimere con quella proposizione: denza sia inidoneo a realizzare la valorizzazione del con l’aumento della composizione tecnica (altre vol- capitale e quella per cui si confuta che la sua aboli- te indicata nel testo Il Capitale come organica) del zione sia avvenuta in conseguenza del consolidarsi capitale, cioè con l’incremento dell’incidenza delle dell’economia capitalista. Intendo contestare tali macchine nel processo produttivo, diminuisce il asserzioni. tempo di lavoro per la manifattura della singola Il capitale per valorizzarsi ha bisogno del lavoro sa- merce e quindi cala il valore dell’unità di merce e di lariato. Lo schiavo se presente nel ciclo produttivo conseguenza per sostenere il volume dei profitti oc- viene assimilato alla macchina (che è molto più effi- corre produrre sempre più merci, il tasso di profitto ciente di lui) e con le sole macchine non si produce poi cade in conseguenza dell’aumento della rilevan- valore. Lo sviluppo della tecnologia è connesso col za delle macchine, con tutte le conseguenze che tramonto dello schiavismo. C’è tutto un filone di a- sappiamo. nalisi che spiega come mai la tecnologia non si sia Anche sul concetto di lavoro nero occorre fare chia- sviluppata nel mondo schiavista greco che pure era rezza. enormemente avanzato nel campo scientifico. Intanto è opportuno stabilire cosa si intenda con questo termine.

52 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org Dopo gli anni del capitalismo selvaggio i principali settori industriali hanno valutato che occorresse de- volvere una quota parte dei profitti alla realizzazione di un’azione di stabilizzazione dell’assetto socio- economico. Le turbolenze sociali oltre a mettere in forse la so- pravvivenza del sistema comportavano un’elevata dissipazione di risorse. Conveniva allora destinare parte – ovviamente esigua – dei ricavi per ridurre le tensioni rendendo meno acute e intollerabili le con- dizioni di indigenza della classe operaia. Da queste esigenze sono nate le operazioni legisla- tive che hanno regolamentato le retribuzioni, che hanno istituito gli ammortizzatori sociali, che hanno introdotto il regime pensionistico. Per realizzare tali adempimenti è occorso provvede- re alla copertura finanziaria dei provvedimenti posti in atto operando un prelievo fiscale a carico dei da- tori di lavoro proporzionato al lavoro erogato. Sottrarsi al prelievo, cioè ricorrere al lavoro nero, conduce a una riduzione dei costi di produzione ed è pertanto considerato un metodo di competizione commerciale sleale, ossia illegale. Tale pratica è nociva al modello di sviluppo vigente, non solo non viene favorita ma è perseguita col pieno consenso della classe imprenditoriale. La tendenza del capitale è certamente quella di di- minuire la quota parte di risorse destinate al lavoro, non più però nell’attuale congiuntura esacerbando le condizioni della classe operaia al limite della so- pravvivenza o perfino al di sotto, come ai tempi dell’accumulazione primitiva, ma piuttosto operando sul versante della flessibilità, dell’aumento delle ore lavorative ecc.

LUGLIO 2013

* Dipartimento di Scienze Fisiche, Università di Napoli Federico II. È autore di La Transizione. A- nalisi del processo di transizione a una società postin- dustriale ecocompatibile, Feltrinelli, Milano 2008; Il nemico insidioso. Lo squilibrio dell'ecosistema e il falli- mento della politica, Manifestolibri, Roma 2010; e con Chiesa Giulietto e Sertorio Luigi, La menzogna nucleare. Perché tornare all'energia atomica sarebbe gravemente rischioso e completamente inutile, Ponte alle Grazie, Milano 2010.

cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 53 All’ombra della «Casa di Salomone» L’influenza delle grandi fondazioni sulla Scienza nel XX secolo (parte II) Ermenegildo Caccese*

Il presente articolo continua, senza esaurire, il per- l’idea, declinata in vari modi dai filosofi di questo pe- corso sul rapporto tra scienza e potere, inaugurato riodo – tra cui Francis Bacon – che lo Stato sia il so- con lo scorso numero della rivista e al quale per lo veicolo del progresso umano. Che questo sforzo completezza si rimanda. di coscienza razionale sia o no la sovrastruttura ide- ologica della politica di egemonia e delle conse- 3. Il doppio legame nell’età dello Stato Nazionale guenti necessità belliche del nuovo quadro europeo Dio ti benedica, figlio mio e Dio benedica questa relazione – innescate dalla ricchezza sottratta al Nuovo Mon- che ho fatto. do – oppure dell’alleanza del Potere del Sovrano Io ti do il permesso di renderla pubblica per il bene di al- con la classe emergente mercantile-imprenditrice, tre nazioni; ché noi resta un fatto che è in questo periodo che lo Stato qui siamo nel grembo di Dio, terra sconosciuta. trova il suo consolidamento e le sue elaborazioni (F. Bacon. Nuova Atlantide) dottrinarie.

In questo lavoro chiamo Età dello Stato Nazionale, il La scienza moderna ha la sua origine nell’arco di periodo della storia europea che inizia con la forma- tempo tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo. Ov- zione dello Stato, a valle del Rinascimento, prose- viamente non tutte le teorie, le scoperte o le prati- gue per tutto il XVIII secolo e culmina in quello che E. che sperimentali che formano l’ossatura del pensie- Hobsbawm ha definito il Secolo Lungo, 1789-19143. In ro scientifico moderno sono nate in questo periodo: tutto quest’arco di tempo gli stati dell’Europa occi- bastino gli esempi del modello eliocentrico di Nicco- dentale formarono una configurazione più o meno lò Copernico (1473-1543) o l’approccio di Andrea Ve- stabile e ciascuno di essi – o almeno quelli che era- salio (1514-1564) allo studio del corpo umano. La na- no dotati dei mezzi per assurgere al ruolo di grandi scita della scienza moderna è intesa dalla maggio- potenze4 – perseguì una propria politica di potenza o ranza degli storici come una rivoluzione, come il cercò il proprio ‘spazio’, in modo indipendente dagli formarsi di uno specifico campo del sapere, che e- altri. Rispetto all’ordine europeo emerso a metà del stende quello tradizionale della filosofia naturale. E XVII secolo, dopo il ridimensionamento del tentativo tuttavia, a fronte di questo ampliamento senza pre- di egemonia da parte degli Asburgo, una grande di- cedenti storici, la rivoluzione nella scienza è di pro- scontinuità fu provocata dalle due rivoluzioni che blematica spiegazione, almeno finché ci si limita al- aprirono il Secolo Lungo: la rivoluzione politica e la storia delle idee e delle scoperte, o quella delle quella economica, ossia la Rivoluzione Francese e realizzazioni tecniche. Se invece si tiene conto an- la rivoluzione industriale in Inghilterra. Se la confi- che dell’aspetto politico, è facile trovare le condizio- gurazione degli stati europei non fu alterata in modo ni che consentirono la rivoluzione scientifica e la re- sostanziale dalle due rivoluzioni, salvo il breve peri- alizzazione della comunità scientifica moderna. odo napoleonico, la struttura del Potere nei singoli Queste vanno cercate nel processo di consolida- stati subì un cambiamento destinato a radicarsi ed mento dello Stato Nazionale, e in particolare nel ri- espandersi a tutto il mondo occidentale. conoscimento della scienza da parte del Potere1. Questa discontinuità corrispondente al primo mu- Secondo l’opinione degli storici, la configurazione, tamento di forma del Patron, determina nella storia diciamo, secolare degli stati che formano l’Europa politica della scienza due ‘età’, diverse per l’orga- moderna si consolida tra il 1450 e tutto il XVII secolo. nizzazione della ricerca, la partizione disciplinare e È però nel secolo della genialità2, il XVII, che si deve le istituzioni: l’età delle Accademie (dal principio del cercare la prima presa di coscienza, sul piano della ‘600 al 1789), e l’età della Scienza Nazionale (dal teoria politica, dello Stato Moderno. Si tratta del- 1789 al 1914).

1 Per ciò che concerne l’origine della scienza moderna faccio 3.1. L’età delle Accademie riferimento principalmente al testo di A. Rupert Hall, La rivo- luzione nella Scienza, 1500-1750, Feltrinelli, Milano 1986. Fin dalle sue origini, a valle del Rinascimento, la fi- L’Autore elenca una serie di cause della rivoluzione, e approda losofia naturale manifestò la tendenza a crescere in alla conclusione che vi è una molteplicità di cause. Egli tutta- via non pone alcun particolare accento al riconoscimento uffi- ciale della scienza da parte dei vari sovrani, avvenuto comples- 3 Crf. nota 2 dell’introduzione nella parte I, sul precedente sivamente nella seconda metà del XVII secolo. numero della rivista. 2 L’espressione si trova in Alexandre Koyré, Studi newtoniani, 4 L’espressione è dedotta dal testo di Paul Kennedy, Ascesa e Einaudi, Torino 1972. declino delle grandi potenze, Garzanti, Milano 2001. 54 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org modo autonomo rispetto alle istituzioni culturali, le singoli filosofi naturali, sia dalle accademie, influen- università, e ai sistemi di pensiero consolidati dalla zarono in modo decisivo le comunità di filosofi degli tradizione medievale. La crescita si avvalse di nuovi altri paesi europei. Tuttavia l’Italia era anche la sede strumenti di osservazione e della diffusione di libri della Chiesa della Controriforma, e non esistevano, stampati, oltre che di nuovi punti di vista filosofici. come nell’Europa del Nord, autorità sufficientemen- Va aggiunto che anche i campi di indagine si amplia- te forti da perseguire politiche autonome rispetto al- rono in modo che la partizione disciplinare della la Chiesa. tradizione medievale non poteva inquadrare, né era A Roma S. Ignazio di Loyola, fondatore dell’Ordine in grado di riportare al denominatore filosofico co- dei Gesuiti, aveva istituito il Collegio Romano nel mune della Scolastica. 1551, con un programma di insegnamento a tutto Un’altra importante caratteristica della filosofia na- campo, che veniva inteso come una particolare for- turale post-rinascimentale fu la tendenza alla for- ma di missione. Nel 1584 il Collegio divenne mazione di circoli ed organizzazioni in cui, con il so- l’Università Gregoriana. I Gesuiti svolsero il ruolo di stegno dei mezzi di un mecenate, i filosofi potessero insegnanti e conservatori del sapere, che si erano svolgere le loro attività, e soprattutto confrontarsi in assegnati con il sostegno del Papa, in tutta l’Europa discussioni periodiche. Con questa pratica venivano della Controriforma ed anche nei paesi con una for- di fatto aggirate l’università e l’influenza dell’au- te comunità cattolica, come la Francia. I Gesuiti torità religiosa, e si realizzava un canale di sostegno hanno sempre manifestato una ‘doppia anima’: in- diretto ai nuovi modi di pensare e indagare i feno- coraggiamento dell’innovazione, da una parte, e di- meni naturali. Questi gruppi, le Accademie, sono più fesa dell’ordine costituito, dall’altra parte. Per que- o meno coevi all’opera di Bacon. Essi non furono sto la loro funzione nel contesto della rivoluzione tentativi di realizzazione concreta dell’utopia di scientifica fu ambivalente. Come fu ambivalente la Bacon più di quanto Nuova Atlantide non fosse la lo- loro politica culturale più generale. È probabile che ro versione ideologica, tuttavia i due piani, come ve- molti tra loro perseguissero lo scopo di rinvigorire dremo, tendevano a convergere. l’alleanza tra ragione e fede che era stata uno dei Vale la pena di ricordare gli esempi principali 5 . pilastri della Scolastica e della rinascita culturale L’Accademia dei Lincei fu fondata a Roma nel 1603 tra il XII e il XIII secolo. Ma la loro ubbidienza da Federico Cesi di Acquasparta (1585-1630), appar- all’autorità del Papa e la preoccupazione controri- tenente all’aristocrazia dello Stato della Chiesa, ma formista che nelle nuove dottrine ci fosse il varco non sopravvisse molto alla morte del suo fondatore. per il materialismo o, peggio, che esse favorissero i Cessò infatti la sua attività nel 16516. Nel 1657 Leo- riformati8, fecero dei Gesuiti anche i campioni della poldo de’ Medici, fratello dell’Arciduca Ferdinando reazione cattolica alle nuove dottrine, e dunque alla II, fondò a Firenze l’Accademia del Cimento, la quale scienza moderna. Non a caso il più influente mem- ebbe vita fino al 1667. È possibile che la chiusura di bro della Compagnia di Gesù, Roberto Bellarmino questa accademia sia stata la condizione imposta (1542-1621), rettore del Collegio Romano dal 1592 al dal Papa per l’elezione di Leopoldo a Cardinale7. 1594 e consultore del Sant’Uffizio dal 1596, ebbe il Dell’Accademia dei Lincei fu membro Galileo Galilei ruolo decisivo nei processi a Giordano Bruno e a Ga- (1564-1642), mentre dell’Accademia del Cimento fe- lileo Galilei. cero parte Vincenzo Viviani (1622-1703) ed Evangeli- L’esperienza delle accademie dei Lincei e del Ci- sta Torricelli (1608-1647), allievi di Galilei, e Giovanni mento offrono l’occasione di un confronto utile alla Alfonso Borelli (1608-1679). tesi principale di questo lavoro. La prima non rice- L’Italia della prima metà del XVII secolo era ricca di vette mai il riconoscimento del Potere. potenzialità, tanto che le opere realizzate sia dai L’atteggiamento di Cesi e degli altri Lincei era per scelta libero da ogni vincolo di sottomissione nei 5 Per le informazioni sulle vicende storiche delle accademie confronti dell’autorità dei classici, principalmente europee faccio riferimento a Rupert Hall, cit., e M. Ornstein, Aristotele, sebbene rispettoso della religione e The rolê of scientific societies in the seventeenth century, The dell’autorità del Papa. Questo fece sì che le attività University of Chicago Press, Chicago 1928. dell’Accademia venissero scoraggiate, se non osta- 6 Nel 1847 venne fondata la Pontificia Accademia dei Nuovi Lin- cei, ispirata all’Accademia di Cesi. Nel 1870 venne invece fon- colate, perfino dai familiari del principe Cesi. data l’Accademia Nazionale Italiana, anch’essa ispirata all’Accademia dei Lincei. Non vi è continuità tra le due acca- demie ottocentesche e quella seicentesca, e vale la pena notare 8 Il riconoscimento che tra la ricostruzione razionale dei fe- come questo sdoppiamento rifletta le istanze presenti nomeni naturali e l’interpretazione che di questi dava la Sco- nell’originaria Accademia dei Lincei: tra un patrocinio da par- lastica esiste una contraddizione insanabile, può dar luogo al te della Chiesa che non fu mai accordato, ma certamente au- materialismo o al deismo. Questa contraddizione può tuttavia, spicato, ed il carattere essenzialmente laico che animava i pro- assieme al rispetto per la religione positiva e alla fede cristia- grammi di ricerca dei Lincei. na, trovare soluzione anche nel contesto del cristianesimo ri- 7 Ornstein, cit. formato, più adatto al confronto diretto con le Scritture. cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 55 L’Accademia del Cimento, nacque invece per volontà londinese, consigliere finanziario della Corona e politica e per la passione per le scienze di Leopoldo fondatore della borsa delle merci di Londra. Al Gre- de’ Medici. Anch’essa però non visse a lungo come sham si tenevano – e si tengono tuttora – lezioni le altre grandi accademie europee che sarebbero pubbliche settimanali impartite da professori del nate di lì a poco, direttamente influenzate dall’espe- College9. Fu nell’ambito di queste lezioni che il 28 rienza italiana. La causa sta in quella che con ter- novembre 1660 un gruppo di persone decise di fon- mine contemporaneo si chiama sovranità limitata: il dare l’accademia destinata a diventare, dopo due Granducato di Toscana e tutte le altre realtà politi- anni, la Royal Society. Nel 1662 la società ricevette che italiane erano troppo vincolate al Potere del Pa- infatti il riconoscimento, il nome e lo statuto dal Re pa, come dimostra la vicenda del processo a Gior- d’Inghilterra, Carlo II. Il Royal Charter con il quale dano Bruno in relazione alla Repubblica di Venezia. vengono stabilite le regole del funzionamento della Ogni attività esposta al rischio di divenire un perico- Royal Society sembra riecheggiare le pagine di Nuo- lo per questo vincolo non poteva essere tollerata. va Atlantide, e di fatto molti dei primi Fellows della Ciò valeva in particolare per l’attività di un’accade- società erano influenzati da Francis Bacon. Tra que- mia di filosofi naturali che volesse interrogare la na- sti, il primo segretario della Società, Henry Olden- tura con esperimenti e osservazioni dirette, metten- burg (1618-1677). do così a rischio l’autorità dottrinaria della Chiesa. E Il gruppo che formò la Royal Society, oltre che dalle comunque, a parte l’aspetto di difesa dottrinaria, la opere e dall’organizzazione dell’Accademia del Ci- sovranità limitata si esercitava anche attraverso le mento, era influenzato dalle attività che si svolgeva- stesse strutture della Chiesa, che avevano un carat- no in Francia. Qui, nel convento alla Place Royale di tere sovranazionale ereditato dalla tradizione me- Parigi, il Padre Marin Mersenne (1588-1648) dagli dievale. Le carriere ecclesiastiche, per esempio, anni ’20 del XVII secolo presiedeva regolari riunioni non erano regolate dal Principe ma dipendevano dal informali. Per la vastità dei suoi contatti personali e Papa. Che la nomina a cardinale di Leopoldo de’ la capacità di individuare e diffondere le idee nuove, Medici sia stata condizionata alla chiusura dell’Ac- Mersenne si può ritenere uno degli ispiratori della cademia, o che ne sia stata la causa, resta comun- comunità scientifica internazionale, egli tuttavia non que il fatto che la fine di un’istituzione di enorme fondò alcuna società. L’attività di Mersenne fu ripre- potenziale scientifico fu conseguenza del vincolo di sa e proseguita da uno dei frequentatori delle riu- fedeltà alla Controriforma cui aderivano tutte le re- nioni, Henry-Louis Habert de Montmor (1600c.-1679), altà politiche italiane. ricco aristocratico, il quale fondò un’accademia con il suo nome nel 1657. L’Accademia Montmor fu per Durante lo stesso periodo, la situazione nell’Europa molti versi l’equivalente francese del gruppo dei settentrionale era molto diversa da quella italiana. fondatori della Royal Society. Samuel Sorbière (1615- Di fronte al medesimo fenomeno della formazione 1670), segretario dell’accademia, ed altri membri, spontanea di accademie e società dedicate all’in- influenzati a loro volta da quanto avveniva in Inghil- dagine sui fenomeni naturali, l’atteggiamento del terra, esercitarono pressioni su J. Baptiste Colbert Potere fu diverso. Nel corso del XVII secolo furono (1619-1683), ministro delle finanze di Luigi XIV, perché fondate la Royal Society in Inghilterra e l’Académie fosse realizzata un’accademia delle scienze, analo- des Sciences in Francia: entrambe le società si era- ga a quella letteraria promossa da Richelieu. Il rico- no formate in modo autonomo, e solo in seguito fu- noscimento reale fu concesso e la prima riunione rono riconosciute dai rispettivi sovrani. dell’Académie des Sciences si svolse il 22 dicembre Più in generale, in tutti gli stati europei, indipenden- del 1666. temente dalla forma del governo, assolutistica o La Royal Society e l’Académie des Sciences differi- parlamentare, nel corso del XVII secolo il Potere vano dalle altre organizzazioni di filosofi naturali per prestò sempre maggiore attenzione allo sviluppo la stessa caratteristica che rese l’Accademia del tecnico e alla formazione di competenze specifiche Cimento diversa da quella dei Lincei: il riconosci- nei settori in cui queste erano necessarie, come la mento da parte del Sovrano – e cioè del Potere. Non navigazione, le discipline militari, e tutti gli altri in cui le nuove conoscenze scientifiche erano decisive. 9 È interessante notare che era il Gresham College ad aver L’atmosfera era dunque favorevole alla filosofia na- stabilito quali fossero le discipline da insegnare (originaria- turale. mente Teologia, Musica, Astronomia, Geometria). Vediamo La Royal Society fu creata da un gruppo di persone dunque, in questo esempio concreto, che l’abbozzo di parti- che si incontravano regolarmente al Gresham zione disciplinare contenuto nella lista delle cattedre è deter- minato dal Patron, ed è una delle condizioni per l’esistenza stessa College, a Londra. Il Gresham College era stato rea- della struttura. Oggi, a distanza di più di quattrocento anni, le lizzato nel 1597 per disposizione testamentaria di lezioni del Gresham sono conferenze divulgative centrate sugli Thomas Gresham (1519-1579), un ricco mercante argomenti più di moda. Per farsene un’idea è sufficiente visi- tare il sito ufficiale del College. 56 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org si può certo dire che Carlo II o Luigi XIV avessero tra i regolata ma non sostenuta finanziariamente, o per loro progetti la realizzazione dell’utopia di Francis lo meno non in modo completo e diretto, ma appog- Bacon. Il riconoscimento è però un fatto sul quale la giandola ampiamente alla ricchezza prodotta dalle storia avrebbe edificato quella che oggi chiamiamo attività dei privati. scienza moderna. Per l’Académie des Sciences il sostegno da parte Vi erano delle differenze nella struttura delle due del Sovrano venne a determinarsi in modo diverso, a accademie, la più importante delle quali non con- causa delle diverse condizioni politiche della Fran- cerneva le regole di funzionamento ma la modalità cia. In un regime ancora assolutista, sebbene attra- del sostegno finanziario e materiale. Questa diffe- versato da enormi contraddizioni e gravi problemi renza derivava dalle differenti condizioni politiche finanziari, le politiche perseguite dal Sovrano erano della Francia e dell’Inghilterra nel XVII secolo. caratterizzate dall’accentramento e dal controllo. In Inghilterra, ancor prima della rivoluzione indu- Fu dunque del tutto naturale che alla richiesta del striale era venuto a determinarsi un patto tra il So- riconoscimento da parte dei futuri accademici, Col- vrano e la classe mercantile-imprenditrice. Il Re bert rispondesse ideando una struttura controllata non solo tollera, ma incoraggia e regola le iniziative dal Potere non solo attraverso lo statuto – il quale economiche, indipendentemente dal censo dei loro stabiliva anche le discipline rappresentate nell’Aca- promotori. In questo modo viene favorita l’accu- démie – ma provvedendo anche a una pensione rea- mulazione di grandi ricchezze per l’iniziativa di sud- le per gli accademici, e stabilendo che questi usu- diti dotati di mezzi e capacità imprenditoriali. Queste fruissero di strutture e attrezzature di proprietà del- ricchezze sostengono e arricchiscono a loro volta il la Corona. Il Re di Francia e il suo Ministro, con le Re e la nazione (quei gruppi sociali che nella nazio- loro politiche centraliste, sembrano dunque più vici- ne erano in grado di usufruirne), attraverso il fisco ni all’utopia di Bacon che non Carlo II d’Inghilterra. ma anche con la realizzazione di infrastrutture pri- Adoperando ancora l’anacronistica analogia con vate. Va aggiunto che a partire dalla seconda metà l’economia politica attuale, possiamo chiamare mo- del XVII secolo, anche il ricorso al debito della Coro- dello renano, quello realizzato in Francia. La ragio- na, regolato dall’emissione di titoli, si rivelò un mo- ne del termine renano è nel fatto che le altre acca- tore sia per la potenza dello stato sia per la prospe- demie dell’Europa continentale (segnata dal corso rità delle attività economiche10. del reno), per prima l’Accademia Prussiana, segui- Quello di Thomas Gresham è solo un esempio parti- rono il modello francese piuttosto che quello ingle- colarmente eloquente del patto tra Sovrano e classe se. Nel XVII e nel XVIII secolo, escluse Inghilterra e imprenditrice, realizzato in Inghilterra e destinato Paesi Bassi, la forma di governo comune in Europa ad essere il motore di tutta l’età successiva della era infatti l’assolutismo, fu dunque naturale che in storia europea. Un esempio che coinvolge anche la tali realtà politiche, ogni infrastruttura venisse di- scienza: il Gresham College infatti non aveva biso- retta dal centro del Potere. gno del sostegno del Sovrano. Per pagare i costi In questa prima stipulazione del patto con la scien- della struttura e delle cattedre erano più che suffi- za, concretizzato negli statuti della Royal Society e cienti le risorse finanziarie del lascito del fondatore. dell’Académie des Sciences, è già riconoscibile il Ciò che ancora mancava, al Gresham come ad altre doppio legame, il quale funziona da condizione per iniziative scientifiche sostenute da capitali privati, l’esistenza ‘ufficiale’ della scienza. Vi è però un po- era il riconoscimento del Sovrano. tenziale ‘disequilibrio’ tra i due modelli, quello libe- Arriviamo così a individuare il nucleo del modo di rale e quello renano, in relazione al Potere. Questo, sostegno ufficiale alla scienza realizzato in Inghil- nei regimi assolutisti, si identifica nel Sovrano, ma terra, che possiamo chiamare modello liberale, in Inghilterra vi è ambiguità nell’identificazione, per- prendendo a prestito il termine dall’economia politi- ché il Sovrano è un Patron più nella forma che nella ca. Il riconoscimento della scienza, o meglio, del- sostanza. Il sostegno materiale proviene infatti da l’organizzazione dell’attività scientifica, percorre la altri soggetti, destinati a divenire il nuovo Patron. strada che era stata aperta dal patto tra il Sovrano e Ciò avverrà tuttavia non prima che lo Stato Naziona- la classe mercantile-imprenditrice. L’atto di fonda- le, prodotto dalla Rivoluzione Francese, sia entrato zione della Casa di Salomone si serve cioè di un pat- in crisi, al principio del XX secolo. to analogo a quello che ha fatto dello Stato moderno Modello liberale e modello renano si manterranno l’incubatore del capitalismo. Riconoscimento e re- in equilibrio, come modi di sostegno alla scienza, golazione delle attività economiche, che portarono per tutta l’età delle Accademie, e per tutta la suc- alla ricchezza delle nazioni, vengono estesi anche cessiva età della Scienza Nazionale. A fronte di que- all’attività scientifica. Questa viene riconosciuta e sta differenza, ciò che accomuna le due esperienze è la creazione di un’infrastruttura politica ufficial- mente riconosciuta finalizzata all’indagine dei fe- 10 P. Kennedy, cit. cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 57 nomeni naturali. Una infrastruttura indipendente zione in Lapponia, del 1736, fu guidata da Pierre- dalle università, nelle quali dominava ancora il cle- Louis Moreau de Maupertuis (1698-1759) e confermò ro, e formalmente al servizio del Sovrano. È su que- la teoria della gravitazione di Newton12. sta infrastruttura che si è sviluppata la scienza che Dal punto di vista politico l’importanza della disputa, conosciamo oggi, soprattutto dall’età post-rivolu- e la conseguente diffusione del paradigma newto- zionaria. niano, è duplice. Nella comunità dei filosofi naturali determinò la stabilizzazione di un sistema di pensie- In tutta l’età delle Accademie furono realizzati pro- ro i cui fondamenti non furono rimessi in discussio- gressi importanti nei vari campi di indagine, ma non ne per più di un secolo e mezzo, essa determinò an- vi fu una partizione disciplinare netta, e per di più a che il successo di un nuovo gruppo di influenza il quelle tradizionali vennero ad aggiungersi varie al- quale, soprattutto in Francia, sostituì quello legato tre discipline. È inoltre interessante seguire la di- alle teorie di Descartes. Ma il contenuto politico più namica dei programmi di ricerca che caratterizza profondo della disputa sul newtonianesimo non si questo periodo. La scienza ha un Patron, il Sovrano, esaurisce nello sforzo di diffusione di un sistema di al quale è vincolata da un doppio legame che è la pensiero scientifico di grande efficacia – indispen- prima realizzazione concreta del progetto di Bacon, sabile e ricco di potenzialità ancora oggi – né nelle ma il vincolo non è così rigido come diverrà nel pe- ambizioni di un gruppo di filosofi geniali e innovatori, riodo successivo alla Rivoluzione, quando lo svilup- e nemmeno nelle relazioni degli elementi di questo po dello Stato Nazionale comporterà richieste molto gruppo con associazioni segrete come la Massone- più ampie e pressanti, e i ‘filosofi naturali’ diverran- ria. I principali sostenitori, nel Continente, delle idee no scienziati di professione. È dunque prevalente- ‘inglesi’ furono infatti i filosofi illuministi, i quali mente l’accademia a determinare i programmi di ri- formarono l’élite degli oppositori all’ancien régime. cerca. Questi elaborarono con l’Encyclopédie un progetto L’età delle Accademie raggiunse il suo culmine tra di partizione del sapere e di tutte le funzioni produt- la fine del XVII e i primi quarant’anni del XVIII secolo, tive di una società fondata sui principi della ‘ragio- nel periodo in cui la comunità internazionale dei fi- ne’. Un progetto che riprende consapevolmente losofi naturali fu attraversata dalla disputa sui fon- quello di Francis Bacon, e sul cui significato politico damenti della scienza (oggi diremmo della fisica) tra dovremo tornare. il punto di vista di Isaac Newton (1642-1727) e quello che era stato inaugurato da René Descartes (1596- 1650) e ripreso da Gottfried Wilhelm Leibniz (1646- 1715) e Christiaan Huygens (1629-1695). Quella sul si- va tra l’altro la gravità e il principio di relatività che Galilei a- veva formulato nel Dialogo sopra i due massimi sistemi del Mondo stema di Newton non fu l’unica disputa del periodo per risolvere il problema del moto della Terra. Se la Terra fos- iniziale della scienza moderna (basta ricordare se effettivamente il nucleo centrale di un vortice, essa risulte- quella, di poco più antica, sulla circolazione del san- rebbe non esattamente sferica, ma leggermente allungata ai gue), essa ha però importanza anche sul piano poli- poli, a causa del movimento della materia sottile. La teoria di tico. Descartes era però qualitativa, e lasciava molti problemi aperti. Sul piano strettamente scientifico la disputa si con- Per contro, la teoria di Newton era basata sulla formulazione quantitativa della legge dell’attrazione. Essa stabiliva che la cluse con l’affermazione del punto di vista newto- gravitazione è il risultato della forza impressa sui corpi da altri niano in tutta la comunità dei filosofi naturali. Il ‘si- corpi, piuttosto che della spinta esercitata da un mezzo in mo- stema’ newtoniano rimase dominante fino ai primi vimento. La Terra, nel suo moto di rotazione, imprime però su del XX secolo, con qualche eccezione ottocentesca. ogni sua parte, secondo la dinamica newtoniana, anche una Tra i programmi di ricerca determinati dai sosteni- forza centrifuga, la quale controbilanciando in parte l’attrazione, provoca, contrariamente alla teoria di Descartes, tori del sistema newtoniano vale la pena di ricordare uno schiacciamento ai poli. Misure accurate della lunghezza del quello della misura del meridiano terrestre. Per ot- meridiano possono stabilire quale delle due predizioni è veri- tenere questo importante dato l’Académie des ficata. Sciences organizzò due spedizioni, una in Lapponia, 12 Anche i risultati della spedizione peruviana, e quelli di ulte- l’altra in Perù, con il compito di misurare la distanza riori misurazioni effettuate a Parigi, andarono nella stessa di- rezione, cosicché nei primi anni ’40 del XVIII secolo i filosofi sottesa, sulla superficie terrestre, da un angolo di ebbero a disposizione una prova molto forte a favore del si- un grado di latitudine. Da queste misure sarebbe stema newtoniano. Vale la pena di notare che, nel suo caratte- stato possibile ricavare la lunghezza del meridiano e re spettacolare, e nella fama che diede al suo ideatore e prota- decidere se la misura fosse conforme alla predizio- gonista, Maupertuis, la spedizione per la misura del meridiano ne newtoniana o a quella di Descartes11. La spedi- terrestre sembra anticipare gli effetti mediatici prodotti dalla spedizione organizzata dalla Royal Society e guidata da Ed- dington nel 1919, per la verifica della deflessione dei raggi di 11 La cosmologia di Descartes ipotizzava che ogni corpo celeste luce solare da parte del campo gravitazionale del Sole, che fosse il centro di un vortice formato dalla materia ‘sottile’ che contribuì a sostituire la teoria di Newton con quella di Albert riempie interamente il cosmo. Il moto di questi vortici spiega- Einstein. 58 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org Durante l’età delle Accademie furono sviluppati an- Per completare il quadro delle principali accademie che altri programmi di ricerca, stabiliti dagli acca- europee vale la pena di segnalare le vicende della demici o direttamente dal Sovrano. Questi venivano fondazione della Preußische Akademie der Wissen- proposti mediante premi banditi dalle accademie, ed schaften, l’Accademia Prussiana delle Scienze, e alcuni di essi sono rimasti famosi perché condusse- dell’Accademia Russa delle Scienze. È da notare ro ad importanti risultati. Molti programmi riguar- che fu il carattere sovranazionale della comunità dei davano lo sviluppo del sistema newtoniano in rela- filosofi a favorire la nascita di queste due istituzioni. zione a problemi di meccanica, ma altri erano legati L’Accademia Prussiana fu fondata da Federico Gu- a problemi strettamente tecnici13. glielmo I, Re di Prussia, nel 1700. Il progetto di Va aggiunto che, prima della Rivoluzione Francese, un’accademia tedesca era stato elaborato a lungo l’azione combinata delle esigenze poste dalla rivolu- da Leibniz, e fu questi a sottoporre a Federico Gu- zione industriale – negli ultimi quarant’anni del XVIII glielmo la richiesta, cogliendo l’occasione dell’ado- secolo – e dalle politiche di potenza degli stati del- zione del calendario cattolico, decisa dalle comunità l’Europa settentrionale, fu il motore di uno sviluppo riformate della Germania nel 1699. L’Accademia generale della società. Si rendevano infatti necessa- Prussiana ebbe sede a Berlino, e nello statuto ven- rie conoscenze di base e tecnici per lo sfruttamento nero stabilite le discipline che dovevano essere rap- delle risorse minerarie, per il potenziamento della presentate. Per volontà di Federico Guglielmo si de- produzione industriale, per la navigazione, per le cise di rappresentare anche la lingua tedesca. Nel tecniche militari ecc. Vi fu, in conseguenza di questa corso del XVIII secolo, durante il regno del successo- spinta, un grande sviluppo di altre scienze, oltre re di Federico Guglielmo, Federico II, l’Accademia quelle più tradizionali, i cui principi vennero inqua- accolse lo svizzero Leonhard Euler (1707-1783), e il drati nel sistema newtoniano. Questo sviluppo fu so- Re invitò molti filosofi francesi, tra cui Maupertuis, e lo in parte guidato dalla comunità dei filosofi natu- fu in corrispondenza diretta con altri, come Jean le rali. A parte la medicina, ancora influenzata dalla Rond d’Alembert (1717-1783)14. sua tradizione millenaria, si affermarono l’inge- L’Accademia Russa delle Scienze fu fondata dallo gneria, la chimica, la geologia, la geografia, l’etno- Zar Pietro il Grande nel 1725, lo stesso anno della logia, la biologia ed altre scienze, ma non vi è siste- sua morte. Nei progetti dello Zar, l’Accademia dove- maticità in questi sviluppi, nell’età delle Accademie. va non solo condurre ricerche, ma provvedere anche La sistematicità, o meglio l’inquadramento in una all’insegnamento. Ebbe la sua sede a S. Pietrobur- vera partizione del sapere, fu progettato dagli illu- go, e comprendeva anche l’università. La struttura ministi e codificato nell’Encyclopédie. La realizza- fu sostenuta e rafforzata durante il regno della Zari- zione avverrà solo nel contesto dello Stato Naziona- na Caterina II. Ancora il carattere sovranazionale le post-rivoluzionario, non solo in Francia, ma sarà dell’età delle Accademie facilitò la realizzazione del- una realizzazione solo parzialmente conforme al la struttura: lo Zar fu in corrispondenza con Leibniz, progetto illuminista. che negli ultimi anni della sua vita fu un progettista Nell’età delle Accademie la comunità dei filosofi fu di Accademie (progettò, oltre a quella di Prussia, internazionale, come lo era stata la comunità eccle- anche quella della Sassonia e quella d’Austria). I- siastica medievale, ma le gerarchie e la divisione del noltre furono membri dell’Accademia Russa Daniel lavoro al suo interno non eguagliarono neanche lon- Bernoulli (1700-1782), di origine svizzera, ed Euler, tanamente quelle che erano state caratteristiche anch’esso svizzero. dell’organizzazione dei chierici, non esistendo un centro politico di riferimento paragonabile all’au- Per riassumere questo breve percorso ricordiamo torità del Papa. Il sistema delle accademie si diffuse che l’età delle Accademie, considerata nel comples- tuttavia in tutti gli stati d’Europa, e formò una infra- so, è il periodo di formazione della scienza moderna struttura in cui i filosofi naturali si muovevano libe- in quanto infrastruttura del Potere. Al principio del ramente, trovandovi la propria collocazione e lo XVII secolo vi sono in Europa tre gruppi che svolgono spazio per la propria carriera indipendentemente un ruolo importante in quella che è ancora la filoso- dalla nazionalità di provenienza. Dobbiamo a questo fia naturale, e dalla cui azione avrà origine questa carattere sovranazionale della comunità dei filosofi, infrastruttura. la facilità con cui il sistema newtoniano si diffuse al Il primo gruppo è quello dei filosofi che, radunati in di fuori dell’Inghilterra assieme ai principi liberali circoli più o meno ristretti, cercano un Patron che che formarono il programma degli illuministi fran- cesi. 14 Jean Le Rond d’Alembert (1717-1783) fu matematico e filo- sofo illuminista. Fece parte del gruppo dei recensori 13 Per esempio, Euler vinse il secondo posto in un concorso dell’Encyclopédie assieme a Diderot e al Barone d’Holbach. Ol- bandito dall’Académie des Sciences nel 1727 sul problema tre ad essere corrispondente di Federico II, ricevette l’invito a della migliore disposizione degli alberi su una nave. far parte dell’Accademia Russa dalla Zarina Caterina II. cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 59 ne sostenga l’attività, senza dover seguire la via tra- dizionale delle università, od appoggiandosi solo parzialmente a questa infrastruttura medievale con- dizionata dal Potere della Chiesa. Il secondo gruppo è quello che anima questa infra- struttura, guidato dalla Chiesa di Roma. Questo gruppo ha subito le conseguenze della Riforma e delle guerre di religione. In esso i Gesuiti svolgono un ruolo fondamentale di sostegno alla Controri- forma, attraverso un sistema di collegi distribuiti in tutta l’Europa cattolica15. Il terzo gruppo è formato dai mecenati. Sono ele- menti della nobiltà feudale o della borghesia mer- cantile, interessati alle indagini sui fenomeni natu- rali e disposti a sostenerle con le proprie risorse, in modo diretto. Questo gruppo è l’interlocutore laico dei filosofi del primo gruppo. Anche il Sovrano può essere considerato un mecenate, ma il suo ‘status’ è diverso: in quanto detentore e rappresentante del Potere, solo questo mecenate – a parte la Chiesa – è in grado di trasformare il semplice rapporto di so- stegno materiale in una istituzione dello Stato. Questa istituzione fu effettivamente creata, durante l’età delle Accademie, e selezionò un gruppo di filo- sofi e un corpo di conoscenze nuove intorno alle te- orie newtoniane. Essa tuttavia non venne impegnata nell’istruzione, e nemmeno la ricerca fu inquadrata in strutture istituzionali. Questo ulteriore impegno si avrà solo con il nuovo tipo di Stato Nazionale, con- seguenza della Rivoluzione Francese e del periodo napoleonico.

SETTEMBRE 2013

*Dipartimento di Matematica, Informatica ed eco- nomia, Università della Basilicata.

15 Per citare un esempio diverso dal Collegio Romano basta ri- cordare che René Descartes si era formato al collegio dei Ge- suiti di La Flèche. 60 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org Manuel Castells, «Galassia Internet» Annelise D’Egidio

La galassia Internet è l’humus che contiene ed ali- di “vecchia generazione”, Internet si presta a mani- menta il «villaggio globale 2.0», nella duplice forma, polazioni e falsificazioni. Ciò non dipende solo dal all’un tempo, di impalcatura e combustibile. C’è da fatto che mette a disposizione programmi ed appli- scommettere che i progettisti di Arpanet – progeni- cazioni con cui chiunque può montare video, ritoc- tore del Web così come oggi lo conosciamo e ne di- care foto, duplicare film, cd musicali e dvd protetti sponiamo – intenti com’erano a fornire al diparti- da copyright; è connaturato alla sua stessa essenza: mento della Difesa statunitense linee di comunica- la volatilità, derivazione diretta della virtualità – sua zione capaci di resistere ad un attacco nucleare, matrice originaria. Il network globale del Web non è non avrebbero mai e poi mai immaginato, anche so- radicato geograficamente e questa tendenza è in lo lontanamente, a quale grande rivoluzione stavano netta crescita: il wi-fi e la diffusione dei nuovi device dando inizio! Erano gli anni della Guerra Fredda: il consentono di essere always on. Dunque, Internet ci mondo era diviso in due blocchi ferocemente con- segue nei nostri spostamenti e ci (geo)localizza. Mai trapposti e la partita per la supremazia tecnologica come in questo momento realtà fisica e realtà virtu- appariva determinante per la vittoria finale. Al fine di ale sono state tanto vicine e sovrapposte: un’indi- battere sul tempo gli avversari, il Governo america- screzione negli ambienti dei bene informati può se- no non esitò ad elargire ricchi finanziamenti alla Di- minare il terrore tra gli investitori e generare insta- fesa ed in particolare ad una sua unità speciale, bilità finanziaria, con le ripercussioni in termini di l’ARPA. Sembra quasi la trama di una spy-story ed occupazioni e sociali che abbiamo sotto gli occhi; invece si tratta della nascita di Internet, «l’ultima una voce malevola su un politico ne può stroncare la tappa evolutiva dell’organizzazione umana» – come carriera; il tam tam dei post può rovesciare l’agenda la definisce Castells. Naturalmente, ARPANET ha dei governi nazionali, ridefinendone le priorità. Tut- avuto bisogno di accorgimenti e migliorie per quasi tavia, e la febbre dello spread lo ha dimostrato, le trent’anni, provenienti da ogni parte del mondo. nostre vite sono diventate tutte precarie – parafra- Emblematica è la vicenda del programma finlande- sando un testo di Judith Butler, in balia dell’im- se “Linux” che, distribuito gratuitamente via Web nel materiale. Ma con quali conseguenze? Senza citare 1991, è stato riscritto da tutti coloro i quali vollero film come Matrix, Avatar, Minority Report, il pano- dare un contributo, fino a diventare uno tra i sistemi rama che si apre a noi merita un’attenta considera- operativi più avanzati. Fin dai suoi esordi, insomma, zione. La società che la galassia Internet si sta mo- Internet ha mostrato la sua straordinaria potenza, dellando è altamente flessibile, vive di informazioni, una novità assoluta per la storia della tecnologia, e richiede elevate competenze tecniche ed una mano- cioè il saper creare rapidamente aggregazione e co- dopera capace di auto-programmarsi costantemen- operazione, mobilitando risorse e conoscenze da te. Non a caso, la new economy, che su di essa si è qualunque angolo del pianeta. La flessibilità della impiantata, ci sta abituando a dei cicli di rapida cre- sua struttura a rete, sorretta da nuclei in grado di scita e di altrettanto rapida decrescita. E-com- operare autonomamente, ha ridisegnato la geogra- merce, e-business, e-capital sono le parole d’ordine fia umana e, parallelamente, la geopolitica del Terzo e la base strutturale del business way of life; una Millennio. Non solo: ha stravolto gli abituali modi di vera e propria Weltanschauung disposta a rischiare vita, fino ad interessare le pratiche quotidiane degli enormi capitali intorno a investimenti e progetti individui (dagli acquisti al linguaggio parlato e scrit- d’innovazione tecnologica dall’esito incerto per trar- to). Il tutto in un lasso di tempo assai concentrato e ne, nel breve periodo, guadagni esorbitanti. Questi ristretto, che acuisce le difficoltà di valutazione sugli pionieri, i venture capitalist, arricchiscono le proprie effetti e sulle prospettive future. Le sconfinate pos- tasche, spremendo l’intelligenza collettiva (quello sibilità di scambio delle informazioni e la velocità che Marx ribattezzò General intellect) – mezzo di con cui tali scambi avvengono se, da un lato, offrono produzione primario dell’e-conomy. Lo sfruttamento soluzioni immediate e ne consentono una condivi- dei lavoratori da parte del Capitale non è mai finito, sione orizzontale, dall’altro rischiano di rivelarsi di- ha solo assunto un’altra faccia. Se perdite e ricavi si sastrose per la sicurezza mondiale e la privacy indi- moltiplicano esponenzialmente, se l’inno-vazione è viduale. È certamente vero che la Rete distribuisce a servizio del business, insomma: se «la logica della contenuti e saperi senza lasciarsi intimorire dalla connessione in rete del sistema globale basato su censura, ma, proprio perché non prevede controlli, Internet esplora il pianeta alla ricerca di opportunità non garantisce circa la loro autenticità ed attendibi- e collega ciò di cui ha bisogno – e solo di cui ha bi- lità. Ancor più dei mezzi di comunicazione di massa

cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org 61 sogno – per i suoi scopo programmati»1, il circuito chiuso della Galassia Internet rischia di rivelarsi una trappola. Come ogni tautologia, esso vive di ripeti- zioni, annullando i contrasti, ottimizzandoli o inso- norizzandoli. Quella che Castells definisce l’Era dell’Informazione, la versione aggiornata del villag- gio globale di McLuhan, poggia su di un grande fra- intendimento. Il digital divide (gap tecnologico) più che per misurare il diverso grado di informatizza- zione tra le varie aree del Mondo, andrebbe adope- rato per monitorare quanto arranca l’umanità dietro ai prodigi della Tecnica. A volte camminare può rive- larsi più utile e istruttivo che navigare!

APRILE 2013

1 M. Castells, Galassia Internet, Feltrinelli, Milano 2006, p. 252. Leggibile al seguente link: http://books.google.it/books/about/Galassia_Internet.html?id= hwPvfDeuvM0C&redir_esc=y 62 cittàfuture – quadrimestrale di politica online – www.cittafuture.org