REGIONE REPUBBLICA ITALIANA

UFFICIO DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO DELEGATO “per l’attuazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione Calabria previsti nell’Accordo di Programma siglato il 25.11.2010”

PROVINCIA DI SETTORE DIFESA DEL SUOLO E PROTEZIONE CIVILE Convenzione dell’1 agosto 2011

PPRROOGGEETTTTOO PPRREELLIIIMMIIINNAARREE

INTERVENTI DI RIPRISTINO DELLE SEZIONI DI DEFLUSSO E DELLA FUNZIONALITA’ DELLE OPERE IDRAULICHE NEI CORSI D’ACQUA MINORI DELLA PROVINCIA DI COSENZA

CODICE INTERVENTO : CS 069 A/10

PROGETTISTI: Collaboratori:

 Dott. Ing. Paolo Papalino  Geom. Giuseppe De Santis

 Geom. Domenico Greco

 i.t. Mario Donato

Il Responsabile Unico del Procedimento Dott. Ing. Rossana Martire

3 A4 08 05 2015

n. elaborato formato scala giorno mese anno aggiornamento

Titolo:

STUDIO DI PREFATTIBILITA’ AMBIENTALE

SOMMARIO

1 PREMESSA ...... 3 2 IMPOSTAZIONE E CONTENUTI ...... 5 3 VERIFICA DELLA COMPATIBILITA' DELL'INTERVENTO ...... 6 4 EFFETTI DELL'INTERVENTO SULLE COMPONENTI AMBIENTALI ...... 20 4.1 Produzione di rifiuti, inquinamento ...... 20 4.2 Disturbi ambientali ...... 20 4.3 Ecosistemi, flora e fauna ...... 22 5 SCELTE ED ALTERNATIVE PROGETTUALI ...... 32 6 MISURE DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE ...... 33 7 NORME DI TUTELA AMBIENTALE ...... 34 BIBLIOGRAFIA ...... 36

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1. PREMESSE

Il presente studio di prefattibilità ambientale è riferito agli interventi previsti nel progetto preliminare denominato: “Interventi di ripristino delle sezioni di deflusso e della funzionalità delle opere idrauliche nei corsi d’acqua minori della provincia di Cosenza” – Vari comuni – Importo € 4.000.000,00 – Cod. CS 069 A/10 finanziato con fondi Nazionali.

L’intervento in questione è inserito nello “Accordo di programma finalizzato alla programmazione e al finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico” sottoscritto il 25 novembre 2010 tra il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e la Regione Calabria.

Il progetto prevede l’esecuzione di interventi sulle seguenti aste fluviali: VERSANTE TIRRENICO  Torrente Malpertuso – comune di ;  Torrente Peschiera - comune di Falconara Albanese;  Vallone Cavavecchia (fosso Cutura III)– comune di ;  Vallone Mercante (fosso Cutura I) – comune di Fiumefreddo Bruzio;  Torrente Verri – comune di Belmonte  Torrente Zio Petruzzo – comune di Paola;  Fiume Aron – comune di ;  Torrente Triolo – comune di Cetraro;  Torrente S. Angelo – comune di ;  Torrente Fiumarella – comune di ; VERSANTE IONICO  Torrente Moranera – comune di ;  Torrente S. Cataldo – comune di Cariati;  Torrente Armena – comune di Rossano;  Torrente Monaco – comune di ;  Torrente Cardona – comune di ;  Canale Rendeti – comune di ;  Canale Armi – comune di Rocca Imperiale BACINO DEL CRATI

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 Torrente Muzzolito – comune di Corigliano C.;  Torrente Arente – comuni di e Rose;  Torrente Surdo – comune di Rende;  Torrente Settimo – comune di Montalto U.;  Torrente Triglia – comune di Marano P.;  Torrente Manche – comune di .

I tratti di intervento non rientrano tra le Aree SIC-ZPS della rete "Natura 2000", ad eccezione del Torrente Cardona – Comune di Montegiordano, rientrante nella parte di foce nell’area SIC IT9310040 “Montegiordano Marina”. Per il suddetto corso d’acqua devesi attivare la procedura di Valutazione di Incidenza secondo quanto previsto dal relativo Regolamento regionale approvato con deliberazione della G.R. n°749 del 4 novembre 2009 pubblicato sul B.U.R. 1/12/2009.

Le tipologie di intervento di cui trattasi ricadono nell'allegato B – punto 7 - lettera o) “opere di regolazione del corso dei fiumi e dei torrenti, canalizzazione e interventi di bonifica ed altri simili destinati ad incidere sul regime delle acque, compresi quelli di estrazione di materiali litoidi dal demanio fluviale e lacuale” del Regolamento regionale 4 agosto 2008 n°3 e s.m.i. per cui il progetto dovrà essere sottoposto a verifica di assoggettabilità ai sensi del regolamento regionale 4 agosto 2008 n°3 e s.m.i., salvo si ricada nella fattispecie prevista dall’art. 6 comma 11 del D.Lgs 152/06 e ss.mm.ii.

Pertanto il presente studio di prefattibilità ambientale, viene redatto ai sensi dell’art. 20 del D.P.R. 5 ottobre 2010 n°207.

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2. IMPOSTAZIONE E CONTENUTI

Ai sensi dell’art. 20 del D.P.R. 207/10 il presente studio comprende: a) La verifica di compatibilità dell’intervento con le prescrizioni di eventuali piani paesistici, territoriali ed urbanistici sia a carattere generale che settoriale; b) Lo studio sui prevedibili effetti della realizzazione dell’intervento e del suo esercizio sulle componenti ambientali e sulla salute dei cittadini; c) L’illustrazione, in funzione della minimizzazione dell’impatto ambientale, delle ragioni della scelta del sito e della soluzione progettuale prescelta nonché delle possibili alternative localizzative e tipologiche; d) La determinazione delle misure di compensazione ambientale e degli eventuali interventi di ripristino, riqualificazione e miglioramento ambientale e paesaggistico; e) L’indicazione delle norme di tutela ambientale che si applicano all’intervento e dei criteri tecnici che si intendono adottare per assicurarne il rispetto.

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3. VERIFICA DELLA COMPATIBILITA’ DELL’INTERVENTO

Si premette che l’intervento proposto prevede in sostanza lavori di ripristino dell’officiosità idraulica (decespugliamenti, pulizia, risagomatura), di ripristino di opere idrauliche danneggiate, di costruzione di opere di difesa delle sponde e di estrazione di materiale con finalità di ripascimento di spiaggia. Tutti gli interventi suddetti rientrano in area appartenente al demanio fluviale (o marittimo) o sono demaniali di fatto essendo attualmente occupate dal fiume.

Come anticipato in premessa il torrente Cardona rientra parzialmente (parte prossima alla foce) nell’area SIC IT9310040 “Montegiordano Marina”. L’intervento ivi previsto consiste nella risagomatura con centralizzazione della corrente, pertanto non sono da realizzare “opere”.

Di seguito vengono riportate delle immagini satellitari da google earth con indicazione dei siti “Natura 2000” più prossimi agli interventi di progetto, riportati in sintesi.

Torrente Malpertuso – Comune di Falconara Albanese, Località Acquicella La principale criticità è rappresentata dall’accumulo di sedimenti che tendenzialmente si verifica a monte del ponte sulla SS 18 con conseguente possibilità, in caso di piena, di esondazione nel tratto a monte, ma soprattutto di sormonto dell’infrastruttura e rischio per la pubblica incolumità. E’ dunque necessario ed urgente lo spostamento verso valle (in prossimità della foce) del materiale inerte in accumulo per il ripristino dell’officiosità idraulica. Interventi previsti:  Risagomatura del tratto dalla foce fino ad oltre il ponte SS 18 per circa 300 m con abbassamento della quota di fondo alveo mediamente per circa 1 m e spostamento a valle degli attraversamenti del materiale eccedente.

Torrente Peschiera – Comune di Falconara Albanese, Località Mulino Alto Sul torrente Peschiera, affluente dello Scioviano, si sono verificate alcune erosioni delle sponde in località mulino alto dove il corso d’acqua scorre in prossimità del centro abitato. Interventi previsti:  Costruzione di tratti di muro in c.a in destra idraulica a monte del ponte (46 m);  Rimozione blocchi e riutilizzo per la difesa della sponda opposta.

Vallone Cavavecchia – Comune di Fiumefreddo Bruzio, Località Barbara Il tratto terminale del vallone Cavavecchia, noto anche come fosso Cutura III, compreso tra la foce

6 e la nuova S.S. 18, è arginato ma presenta molta vegetazione in alveo che allo stato ostacola il regolare deflusso delle acque. Per la mitigazione del rischio idrogeologico è necessario il ripristino dell’officiosità idraulica con l’asportazione della vegetazione e la sistemazione del materiale inerte lungo l’alveo. Interventi previsti:  Pulizia e decespugliamento tratto dalla foce a monte del ponte sulla SS 18.

Fig. 3.1 – L’area SIC Monte Cucuzzo, rispetto all’intervento più vicino (oltre 6,5 km) sul t. Mercante.

Vallone Mercante– Comune di Fiumefreddo Bruzio, Località Scalo Nel presente progetto sono state inserite alcune opere di ripristino dell’argine nella parte a valle della ex SS 18 e la pulizia, per evitare esondazioni da monte (già peraltro avvenute in occasione dell’evento del 2010), tuttavia resta altrettanto necessario ed ancora più urgente la sistemazione del tratto terminale. A giudizio degli scriventi è opportuno rappresentare nuovamente al Comune di Fiumefreddo tale situazione di potenziale pericolo, visto anche quanto già avvenuto nel 2010 ed eventualmente concertare una riunione operativa, coinvolgendo anche l’ABR, per valutare in sinergia possibili soluzioni alle problematiche suddette. Interventi previsti:  Costruzione di tratti di muro arginale in cls in destra idraulica; 7

 Costruzione di tratti di muro arginale in cls in destra idraulica;  Pulizia della vegetazione in alveo, risagomatura e rimozione rampe;

Torrente Verri – Comune di Belmonte, Località Nel presente progetto l’intervento previsto consiste nel ripristino delle opere trasversali, nel consolidamento del muro d’argine, nonché nella pulizia dell’alveo e nella centralizzazione della corrente idrica. E’ prevista altresì la risagomatura di un tratto più a monte, in corrispondenza del campo sportivo comunale, al fine di ripristinare la sezione di deflusso corrispondente alle misure catastali. Interventi previsti:  Ripristino strutturale n°2 briglie in muratura di pietrame;  Rinforzo fondazione del muro in cls e pietrame;  Decespugliamento di un tratto di 500 m.

Fig. 3.2 – L’area SIC Fondali Scogli di Isca, rispetto all’intervento più vicino (oltre 1 km) sul t. Verri.

Torrente Zio Petruzzo– Comune di Paola, Località S. Giovanni Nel tratto compreso tra la S.S. 107 e la S.S. 18, è stata riscontrata la rottura di una briglia in muratura e la presenza di vegetazione. Interventi previsti: 8

 Ripristino strutturale della briglia,  Decespugliamento per circa 100 m del solo alveo attivo.

Fiume Aron– Comune di Cetraro, Località Castelluzzo Nel presente progetto si ritiene opportuno inserire due briglie: una a valle del ponte a confine tra le località Castelluzzo e Salineto e l’altra al posto di una briglia rotta posta circa 100 m a valle della prima. Interventi previsti:  Costruzione di due briglie in cls a valle del ponte tra le località Castelluzzo e Salineto;

Torrente Triolo– Comune di Cetraro, Località Lampetia Nel presente progetto è stata inserito un ulteriore abbassamento del thalweg a monte della rotatoria, fino ad oltre il ponte ferroviario, con spostamento dello stesso materiale oltre la rotatoria anzidetta. Interventi previsti:  Risagomatura dalla foce ad oltre il ponte ferroviario, per circa 500 m, con abbassamento quota di fondo alveo del tratto a monte della rotatoria e spostamento a valle della stessa.

Fig. 3.3 – L’area SIC Scogliera dei Rizzi, rispetto all’intervento più vicino (oltre 1 km) sul t. Triolo.

Torrente S. Angelo – Comune di Santa Domenica Talao Nel tratto in località S. Angelo vi sono una serie di soglie danneggiate o completamente distrutte (come quella a valle del ponte sulla S.P.), per cui è necessario provvedere al ripristino o alla ricostruzione. 9

Vi è anche un problema di erosione in sponda sinistra nel tratto in curva a monte della strada provinciale. Interventi previsti:  Ricostruzione n°2 soglie in corrispondenza degli attraversamenti;  Ripristino n°10 soglie danneggiate;  Protezione sponda sinistra con integrazione della scogliera esistente.

Fig. 3.4 – L’area SIC Valle del fiume Lao, rispetto all’intervento più vicino (circa 500 m) sul t. S. Angelo.

Torrente Fiumarella – Comune di Tortora Il torrente Fiumarella è un tributario in sinistra del fiume Noce. Il corso d’acqua attraversa l’abitato di Tortora. Il Responsabile del Servizio Idraulico del Tirreno cosentino ha segnalato un’erosione in prossimità dell’argine sinistro a monte del ponte su via Nazionale per circa 800 m. E’ opportuna la risagomatura con centralizzazione della corrente di magra.  Risagomatura di tratto d’alveo (800 m) con centralizzazione della vena fluida

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Fig. 3.5 – L’area SIC Isola di Dino, rispetto all’intervento più vicino (circa 5 km) sul t. Fiumarella.

Torrente Moranera – Comune di Cariati, Località Fornara Circa 300 m a monte della SS106 in prossimità dell’abitato in via Verga, si sono verificati dissesti nella sponda sinistra nel tratto ove il Moranera forma un grosso meandro. In corrispondenza del ponte della SS 106 il corso d’acqua scorre tendenzialmente a destra causando erosione della sponda, attualmente protetta con gabbionate. Interventi previsti:  Costruzione muro in c.a a protezione della sponda sinistra in prossimità di via Verga;  Recupero blocchi in cls e collocamento a protezione sponda destra in prossimità del ponte SS 106;  Risagomatura tratto di circa 400 m a partire dal ponte SS 106.

Torrente S. Cataldo – Comune di Cariati, Località S. Cataldo In prossimità della traversa nazionale terza si è verificata l’erosione della sponda destra del corso d’acqua, il quale oltre alla predetta strada, in questo tratto attraversa l’abitato dell’omonima località. E’ necessario un intervento di protezione della sponda erosa. 11

Risalendo più a monte per circa 500 m dal 1° tratto d’intervento, si sono verificati problemi alla confluenza del S. Cataldo con suo affluente in dx. L’intervento previsto consiste nel ripristino dell’officiosità idraulica con pulizia dell’alveo e risagomatura. Interventi previsti:  Costruzione gradonata di gabbioni (100 m circa) a protezione sponda destra circa 100 m a monte del ponte;  Risagomatura tratti d’alveo per circa 4.500 mq (compresa confluenza con il Palombello).

Fig. 3.6 – L’area SIC Fondali di --Cariati, rispetto all’intervento più vicino (circa 500 m) sul t. S. Cataldo.

Torrente Armena – Comune di Rossano, Località Armena Rilevati fenomeni di erosione dell’alveo nel tratto fino al ponte, con fondazione a giorno degli esistenti muri arginali. In relazione a quanto sopra si ritiene opportuna la realizzazione di un’ulteriore briglia e di opere di protezione delle anzidette fondazioni. Il tratto è stato oggetto di rilievo strumentale e di studio idrologico. Interventi previsti:  Costruzione briglia in cls con bacino di dissipazione in scogli;  Tratti di protezione fondazione dei muri d’argine in destra e sinistra, mediante posa di gabbionate;  Risagomatura e/o pulizia di tratti d’alveo secondo elaborati planimetrici.

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Fig. 3.8 – L’area SIC Foreste Rossanesi, rispetto all’intervento più vicino (circa 2,8 km) sul t. S. Armena.

Torrente Monaco – Comune di Trebisacce, tratto terminale Il torrente Monaco presenta evidente sovralluvionamento. Tale situazione è particolarmente pericolosa nel tratto compreso tra la nuova S.S. 106 e la foce, proprio per la presenza degli attraversamenti. Gli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico sono volti al ripristino dell’officiosità idraulica della sezione di deflusso mediante movimentazione dei depositi litoidi in alveo ed eliminazione degli ostacoli al deflusso con la rimozione della vegetazione colonizzante in alveo. Interventi previsti:  Risagomatura del tratto dalla foce fino ad oltre il ponte SS 106 con abbassamento della quota di fondo alveo mediamente per circa 1 m e spostamento a valle degli attraversamenti del materiale eccedente.

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Fig. 3.8 – L’area SIC Fiumara Avena, rispetto all’intervento più vicino (oltre 1,1 km) sul t. Monaco.

Torrente Cardona – Comune di Montegiordano, tratto terminale Gli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico sono volti al ripristino dell’officiosità idraulica della sezione di deflusso mediante movimentazione dei depositi litoidi in alveo ed eliminazione degli ostacoli al deflusso. Interventi previsti:  Risagomatura del tratto dalla foce fino ad oltre il ponte SS 106 con abbassamento della quota di fondo alveo mediamente per circa 1 m e spostamento a valle degli attraversamenti del materiale eccedente.

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Fig. 3.9 – L’area SIC Montegiordano Marina nella quale rientra parzialmente l’intervento sul Cardona.

Canale Rendeti – Comune di Rocca Imperiale, tratto terminale Gli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico sono volti al ripristino dell’officiosità idraulica della sezione di deflusso mediante movimentazione dei depositi litoidi in alveo ed eliminazione degli ostacoli al deflusso compresa eventuale vegetazione. Interventi previsti:  Risagomatura del tratto dalla foce fino ad oltre il ponte SS 106 con abbassamento della quota di fondo alveo mediamente per circa 1 m e spostamento a valle degli attraversamenti del materiale eccedente.

Canale Armi – Comune di Rocca Imperiale, tratto terminale Sono previsti interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico volti al ripristino dell’officiosità idraulica centralizzando il corso d’acqua mediante movimentazione dei depositi litoidi ed eliminando la vegetazione colonizzante in alveo. Interventi previsti:  Risagomatura del tratto dalla foce fino ad oltre il ponte SS 106 con abbassamento della quota di fondo alveo mediamente per circa 1 m e spostamento a valle degli attraversamenti del materiale eccedente.

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Fig. 3.10 – L’area ZPS Alto Ionio Cosentino distante circa 1,5 km dall’intervento più vicino nel torrente Armi.

Torrente Muzzolito – Comune di Corigliano C – Loc. S. Nico Il corso d’acqua attraversa la loc. S. Nico e presenta notevoli problemi di sovralluvionamento risultando in molti tratti “pensile” rispetto alle aree esterne all’alveo (in alcuni casi il dislivello tra le aree esterne e l’alveo attivo è superiore a 2 m). Ciò determina ovviamente la possibilità di allagare le aree private anche in occasione di piene ordinarie, così come avvenuto diverse volte negli ultimi anni. L’unico intervento possibile per tale problema è procedere allo svuotamento del tratto d’alveo per ripristinare condizioni di deflusso almeno per portate con tempi di ritorno di 50 anni. Nel presente progetto viene inserito un tratto di circa 2.800, dal quale è necessario estrarre circa 61.500 mc di inerti in eccesso. Non avendo rilevato altre aree in erosione nel Muzzolito, né nel Crati, né nel tratto di costa prossimo alla foce del Crati, le uniche alternative di utilizzo del materiale estratto sono il trasporto e versamento a ripascimento in aree in erosione. Nel presente progetto è stato previsto il ripascimento della spiaggia di Corigliano C. – loc. Fabrizio, per il tratto di circa 1 km a sud della foce del torrente Coriglianeto, dove la realizzazione di moli alla foce di un canale ha determinato un fenomeno erosivo localizzato in tale tratto, con arretramento della linea di riva. Interventi previsti: 16

 Risagomatura dell’alveo con estrazione del materiale eccedente, stimato in 61.500 mc circa e trasporto a ripascimento della spiaggia di Corigliano in loc. Fabrizio grande;  Ricostruzione tratto d’argine eroso con protezione in gabbioni.

Fig. 3.11 – L’area SIC Foce del fiume Crati, rispetto all’intervento più vicino (oltre 6,5 km) sul t. Muzzolito.

Torrente Arente – Comuni di Rose e Rende Il corso d’acqua, a valle del ponte, scorre prevalentemente verso la destra idrografica e ciò può costituire pericolo di erosione delle sponde, sebbene le stesse siano protette da gabbionate. Per tali motivazioni sono state previste le seguenti lavorazioni:  Ripristino dell’argine eroso alla confluenza con formazione di un tratto di gradonata in gabbioni a protezione del piede del rilevato stesso;  Risagomatura del tratto a valle del ponte sulla S.P. compresa la confluenza, con centralizzazione della vena fluida.

Torrente Surdo – Comune di Rende Intervento previsto Pulizia del tratto d’alveo in loc. Surdo con la rimozione della vegetazione che ostacola il normale deflusso.

Torrente Settimo – Comune di Appare opportuna la posa di una fila di gabbioni a protezione della fondazione d’argine a giorno.

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E’ inoltre necessaria la pulizia delle sponde, attualmente non praticabili in quanto infestate da rovi ecc. Interventi previsti:  Posa gabbioni a protezione della fondazione del muro arginale per circa 100 m  Pulizia delle sponde (in particolare quella in sx idraulica).

Fig. 3.12 – L’area SIC Bosco di Mavigliano, rispetto all’intervento più vicino (circa 300 m) sul t. Settimo.

Torrente Triglia – Comune di Allo stato attuale si evidenzia un movimento franoso della sponda sinistra, non ricadente nell’area demaniale, per effetto del quale alcuni alberi sono caduti in alveo che in generale presenta fitta vegetazione. I predetti fenomeni di dissesto di entrambi i versanti hanno provocato anche spostamenti al percorso originario del torrente. Si ritiene utile la posa di opere flessibili a protezione dei versanti, al fine di evitare fenomeni erosivi al piede dovuti all’azione del corso d’acqua. E’ inoltre necessario il decespugliamento dell’alveo anche per eliminare gli attuali ostacoli. Interventi previsti:  Difesa spondale in gabbioni in sinistra e destra idrografica;  Decespugliamento dell’alveo attivo.

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Fig. 3.13 – L’area SIC Orto Botanico, rispetto all’intervento più vicino (circa 3,5 km) sul t. Surdo.

Torrente Manche – Comune di Cerisano – Loc. Castagni Monaci Le criticità rilevate inerenti all’officiosità idraulica sono dovute all’erosione delle sponde e alla presenza di vegetazione in alveo. Sono previsti interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico volti al ripristino dell’officiosità idraulica mediante la protezione degli argini e l’eliminazione della vegetazione spontanea. Interventi previsti:  Decespugliamento dell’alveo attivo.

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4. EFFETTI DELL’INTERVENTO SULLE COMPONENTI AMBIENTALI

4.1 PRODUZIONE DI RIFIUTI, INQUINAMENTO

Il presente progetto non contempla la produzione di rifiuti.

Per quanto riguarda l’inquinamento acustico prodotto da rumori e vibrazioni, il problema è limitato alla fase di realizzazione delle opere, ed è provocato essenzialmente dal funzionamento delle macchine operatrici. Nel cantiere, comunque, di norma non sono previste lavorazioni notturne, inoltre i luoghi d’intervento, sono frequentati in maniera principale durante stagione estiva, nella quale non si opererà per consentire la balneazione, pertanto i disagi acustici sono pressoché limitati al personale operante ed a quello addetto alla sorveglianza o alla direzione lavori; disagi peraltro ai quali è possibile ovviare con l’utilizzo di apposite cuffie o altri accorgimenti di difesa, per legge previsti nel piano di sicurezza.

Tabella 4.1 - INQUINAMENTO ACUSTICO TIPO AD INTERVENTO REALIZZATO Durante la realizzazione D'IMPATTO A breve periodo A lungo termine

IMPATTO MINIMO IMPATTO NULLO IMPATTO NULLO Rumori, vibrazioni Disturbo prodotto dalle Assenza di disturbi acustici o Assenza di disturbi acustici o macchine operatrici per gli vibrazioni in conseguenza della vibrazioni in conseguenza della operatori. realizzazione delle opere. realizzazione delle opere.

4.2 DISTURBI AMBIENTALI

Occorre distinguere tre periodi significativi durante e dopo il completamento dell’opera: fase esecutiva (o di cantiere) e ad opera completata, una previsione a breve termine ed una a lungo termine. Va precisato che in realtà la maggioranza dei disturbi è limitata alla fase esecutiva. Nel caso della realizzazione di un opera costiera, l’impatto che la stessa può avere sull’atmosfera è limitato al periodo di durata dei lavori e non presenta particolare rilievo. In sostanza l’unico fattore di una certa importanza è la produzione di polveri, seguito dall’emissione di gas di scarico dei mezzi operanti in cantiere. Per determinare gli effetti di tali fattori sulla qualità dell’aria occorrerebbe partire da analisi antecedenti all’inizio dei lavori, mirate a determinare le quantità dei principali inquinanti atmosferici: i composti dello zolfo (anidride solforosa SO2), dell’azoto (NOx),

20 del carbonio (CO e CO2), gli idrocarburi e le particelle sospese e ripetere l’operazione durante ed al termine delle opere. Per quanto attiene alla produzione di polveri, le stesse saranno causate soprattutto dal transito dei mezzi, ma dovrebbero essere contenute attesa la modesta percentuale di frazione sottile di norma presente in tali ambiti litoranei.

ATMOSFERA TIPO AD OPERA REALIZZATA Durante la realizzazione D'IMPATTO A breve periodo A lungo termine

IMPATTO MEDIO/BASSO IMPATTO NULLO IMPATTO NULLO

Polveri Produzione di polveri durante l'esecuzione dei lavori per il Nessun rilascio di polveri Nessun rilascio di polveri transito dei mezzi da limitare conseguente ai lavori realizzati. conseguente ai lavori realizzati. con misure di mitigazione.

IMPATTO MEDIO IMPATTO NULLO IMPATTO NULLO

Emissione gas di Emissione di gas dalle scarico Nessuna emissione conseguente Nessuna emissione conseguente macchine operatrici e dai mezzi ai lavori eseguiti. ai lavori eseguiti. di trasporto.

Tabella 4.2 – Potenziali impatti per la componente ambientale “Atmosfera”

La realizzazione delle opere di progetto non prevede l’immissione di sostanze inquinanti. Durante le lavorazioni di scavo e ripascimento vi sarà un rilascio di sedimenti che intorbidirà le acque.

Si ritiene, sulla base dell’esperienza in lavori analoghi, che tale disturbo, temporaneo, sia valutabile nell’ambito di un’assoluta tolleranza.

AMBIENTE IDRICO TIPO AD OPERA REALIZZATA Durante la realizzazione D'IMPATTO A breve periodo A lungo termine

IMPATTO MEDIO IMPATTO NULLO IMPATTO NULLO Intorbidimento acque Sedimenti sottili movimentati Intorbidimento dovuto ai Intorbidimento dovuto ai durante le operazioni di sedimenti presenti nell'acqua e sedimenti presenti nell'acqua e movimento terra non all'opera non all'opera

Tabella 4.3 – Potenziali impatti per la componente ambientale “Ambiente idrico”.

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4.3 ECOSISTEMI, FLORA E FAUNA

Si riportano alcune notizie sugli ecosistemi, flora e fauna delle Aree SIC/ZPS più prossime a quelle d’intervento, nell’ipotesi che qualche specie possa essere presente anche nelle vicinanze, sebbene i tratti costieri interessati siano esterni ad esse ed in aree spesso antropizzate.

Scogliera dei Rizzi (interventi più prossimi Triolo ed Aron) Il sito IT9310038-Scogliera dei Rizzi ricade nella tipologia coste alte. Nei siti di questa tipologia compaiono prevalentemente habitat tipici della costa. Si tratta di un sistema di habitat molto complesso e con un’occupazione areale molto limitata. La vegetazione è caratterizzata da fitocenosi costituite da camefite, che nelle aree più interne sono spesso associate a nanofanerofite. Tra le specie più frequenti, sono presenti Crithmum maritimum, Inula crithmoides, Daucus gingidium, Reichardia picroides e Limonium sp. pl. Per quanto riguarda il genere Limonium, si tratta di entità piuttosto critiche sotto il profilo sistematico, essendo spesso endemismi puntiformi, per i quali è stato possibile chiarire il rango tassonomico solo grazie a studi citotassonomici. Dal punto di vista fitosociologico, si tratta di comunità riferibili alla classe Crithmo- Limonietea. La pressione antropica sulle scogliere è di vario tipo ed entità, dalla cementificazione alla presenza di materiali terrosi di discarica. Le minacce più serie per l’avifauna marina provengono dall’inquinamento marino che viene amplificato in questi predatori di pesci ed altri organismi. Infatti le sostanze tossiche (mercurio, ecc..) si accumulano nell’organismo delle prede e raggiungono concentrazioni elevate nell’organismo dei predatori provocando gravi squilibri fisiologici.

Fondali Isola di Dino Capo (interventi più prossimi Fiumarella di Tortora) Fondali di Crosia – Pietrapaola – Cariati (interventi più prossimi, Moranera e S. Cataldo) L’ area Fondali Isola di Dino Capo Scalea e quella Fondali di Crosia – Pietrapaola – Cariati fanno parte dei SITI MARINI, caratterizzati dalla presenza di praterie di Posidonie (habitat 1120 la cui importanza è da legare al ruolo che essa svolge per la fascia costiera: essa modifica profondamente il fondale marino per l’azione delle radici che trattengono una notevole quantità di detriti, contribuendo alla sua stabilizzazione.

Valle del Lao (intervento più vicino sul S. Angelo) Nei fiumi Lao e Argentino gli habitat presenti richiedono strategie di conservazione differenziate in quanto ospitano anche specie vegetali ed animali rare e/o di grande valore conservazionistico (cod. 92A0 Foreste a galleria di Salix Alba e Populus Alba; cod. 9180 Boschi misti di forre e scarpate (Tilio – Acerion); cod. 7220 Sorgenti petrificanti con formazione di travertino). 22

In particolare il fiume Argentino presenta molte pecularietà paesaggistiche di notevole .

L’estrema vulnerabilità di questi siti è accentuata dall’attività umana (agricola, mineraria, di approvvigionamento idrico) che sfrutta le risorse presenti. La “Valle del Lao” (IT9310025) appartiene ai Siti a dominanza di vegetazione arborea igrofila. I siti di questa tipologia sono caratterizzati principalemente dalla presenza di fitocenosi riparali arboree, dominate da specie dei generi Salix, Populus e Alnus e da altre fitocenosi forestali planiziali, comunque igrofile. Un grave problema per questi habitat è senza dubbio rappresentato dal pesante impatto antropico che ne compromette lo stato ecologico a causa di una infelice gestione del territorio e della mancanza di una corretta pianificazione ispirata ai criteri di sostenibilità. Il sito appartiene alla regione bio-geografica Mediterranea.

Nella tabella 4.1 si riportano i tipi di habitat presenti nel sito “Valle del Fiume Lao”. Tabella - Habitat della Valle del Fiume Lao Codice Nome Habitat 92A0 Foreste a gallerie di Salix alba e Populus alba Fiumi mediterranei a flusso permanente con il Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di 3280 Salix e Populus Alba 6220 Percorsi steppici di graminacee e piante annue di Thero-Brachipodiate 9340 Foreste di Quercius Ilex 5330 Arbusteti Termo-mediterranei e presteppici

6210 Formazioni erbose secche seminaturale e facies coperte di cespugli su substrato calcareo

Il territorio ricadente nel Parco del Pollino dal punto di vista del paesaggio vegetale presenta l’intera serie di vegetazione, dalle formazioni sclerofille, sui versanti più estesi ed a quote inferiori, fino alle praterie poste al di sopra del limite di crescita degli alberi (2000 m s.l.m.).

Gran parte della superficie è a carattere naturale o semi-naturale, coperto da cenòsi forestali prevalentemente composta da faggeti. Le fasce di vegetazione mediterranea e mesomediterranea presentano come facies clima rispettivamente le leccete termofile e le leccete mesofite. La fascia supramediterranea (800-1200 m) presenta querceti, cerrete, boschi a Quercus, ostreiti e formazioni mesofite a prevalenza di Acer. Il contesto vegetazionale risulta complesso. A quote montane dominano le formazioni a Fagus selvatica. Oltre i 2000 m è presente cenòsi prative attribuibile al Seslerion appenninae caratterizzate dalla presenza di Pinus leucodermis e Pinus nigra.

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Tabella - principale Flora "Valle del fiume Lao" Nome comune Nome scientifico

Salice calabrese Salix brutia Ontano napoletano Alnus cordata Tineo Laurentia Bivonea Spampinato Campanula fragilis Porteschlagella ramosissima

La fauna ornitica è caratterizzata da specie di notevole valore conservazionistico. La valle del Lao e quella dell’Argentino sono contornate da emergenze rocciose che ospitano uccelli rupicole e grandi rapaci, quali l’aquila reale, il gufo reale ed il capovaccaio, caratterizzati da popolazione a status conservazionistico sfavorevole. Nelle formazioni forestali si rinvengono popolazioni di origine boreale, quali il picchio nero. Sui pendii del versante meridionale le specie qualificanti il sito sono 8: nibbio reale, nibbio bruno, falco pellegrino, biancone, gufo reale, aquila reale, tottavilla e balia dal collare. Da segnalare anche la calandra di elevato valore conservazionistico. Le specie prioritarie per la gestione sono: capovaccaio, cicogna nera, picchio nero, calandra e calandrella.

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Tabella - FAUNA della "Valle del Lao" (specie principali)

nome comune nome scientifico Codice Tutela ANFIBI salamandrina dagli occhiali salamandrina terdigitata 1175 Dir. 92/43/CEE - All. II RETTILI cervone elaphe quatuorlineata 1279 Dir. 92/43/CEE - All. II UCCELLI gabbiano reale larus cachinnas allocco strix aluoco L.157/92 e Berna rondone apus apus L.157/92 e Berna balestruccio delichonurbica L.157/92 e Berna ballerina gialla motacilla cinerea L.157/92 e Berna ballerina bianca motalilla alba L.157/92 e Berna usignolo luccinia megartynchos L.157/92 e Berna merlo turdus merula Lista rossa e Dir "Uccelli" passero solitario monticala solitarius capinera sylvia atricapilla L.157/92 e Dir "Uccelli" occhiocotto sylvia melanocephala L.157/92 e Berna usignolo di fiume cettia cetti L.157/92 e Berna beccamoschino cisticola juncidis cannaiola acrocephalus scirpaceus cinciarella parus caeruleus L.157/92 e Berna cinciallegra parus major L.157/92 e Berna averla piccola lanius collurio All I Dir. "Uccelli" (CEE/79/409) cardellino carduelis carduelis L.157/92 e Berna verdone carduelis chloris L.157/92 e Berna zigolo nero emberiza cirlus L.157/92 e Berna calandrella calandrella brachydactyla A243 All I Dir. "Uccelli" (CEE/79/409) gufo reale bubo bubo All I Dir. "Uccelli" (CEE/79/409) aquila reale aquila chrysaetos All I Dir. "Uccelli" (CEE/79/409) colombaccio colomba palumbus A029 All II Dir. "Uccelli" (CEE/79/409) nibbio bruno milvus migran All I Dir. "Uccelli" (CEE/79/409) nibbio reale milvus milvus A073 L.157/92 e Dir "Uccelli" biancone carcaetus gallicus All I Dir. "Uccelli" (CEE/79/409) gru grus grus A127 All I Dir. "Uccelli" (CEE/79/409) capovaccaio neophron percnopterus A077 Lista rossa e Dir "Uccelli" picchio nero drycopus martius All I Dir. "Uccelli" (CEE/79/409) piro piro piccolo actitis hypoleucos Lista rossa corriere piccolo charadrius dubius L.157/92 Bonn, Berna falco pellegrino falco peregrinus All II Dir. "Uccelli" (CEE/79/409) gheppio falco tinnunoulus L.157/92 Bonn, Berna poiana buteo buteo L.157/92 Bonn, Berna MAMMIFERI lupo canis lupus Dir. 92/43/CEE - All. II lontra lutra lutra Dir. 92/43/CEE - All. II

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SIC Monte Cucuzzo (intervento più prossimo t. Mercante)

ZPS Alto Ionio Cosentino (interventi più prossimi t. Armi e Rendeti) L'area ZPS "Alto Ionio Cosentino" appartiene alla rete Natura 2000 Ha un estensione per una superficie complessiva di circa 28.622 ha . La ZPS interessa la costa nord-orientale della Calabria. Il territorio si caratterizza per la presenza di alcune tra le principali fiumare calabresi, quali la Fiumara del Saraceno, la Fiumara del Satanasso e quelle originate dal Torrente Canna e dal Fiume Ferro. Oltre alle aste fluviali di queste fiumare, la ZPS include anche buona parte dei bacini imbriferi. La ZPS si sviluppa su un ampio intervallo altimetrico, che va dal livello del mare sino a quasi 1300 m s.l.m.; in ogni caso il dato medio evidenzia come gran parte del territorio interessato abbia carattere collinare. Il territorio è dominato da tipologie agricole soprattutto nella fascia altimetrica dei 600 m s.l.m., pertanto ne consegue che gran parte degli ecosistemi naturali e seminaturali sono oggi collocati ad altitudini medie più elevate, dove la pressione ad uso agricolo è inferiore. Tra gli ecosistemi a carattere forestale, la formazione a querce decidue in ambienti supra-collinari e quelle dominate da pini mediterranei in contesti mediterranei e termo-mediterranei risultano essere le più frequenti. La flora di un territorio è costituita dall’insieme delle specie vegetali che vi vivono. Le specie vegetali stanno alla base del flusso di energia e del ciclo della materia che interessa ogni ecosistema. Le piante costituiscono quindi l’elemento portante per la vita degli altri organismi viventi e per l’equilibrio dell’ecosistema. La conoscenza sul patrimonio floristico di un territorio costituisce uno strumento di base per la conservazione e la gestione sostenibile delle risorse naturali. La flora di un territorio è il risultato di un lungo processo di evoluzione, migrazione, 26 estinzione ed è strettamente legata al territorio in cui si rinviene, costituendone uno dei connotati più salienti. Buona frequenza hanno le formazioni boschive artificiali, sia a bassa quota, che in contesti decisamente montani. La caratterizzazione fitosociologica delle principali fitòcenosi diffuse nell’area mostra come essa conservi ancora alcuni lembi meglio conservati di vegetazione mediterranea in ambiente costiero a livello regionale. In particolare le formazioni termofile boschive e arbustive dell’Oleo-Ceratonion. Tra le comunità forestali dominano le pinete a Pinus halepensis, che possono essere attribuite a due differenti associazioni. La prima il Pistacio-Pinetum halepensis, include le formazioni più termofile insediate sui versanti prospicienti la linea di costa e sui pendii più acclivi che delimitano gli ambienti di fiumara; tra le entità possono trovarsi Juniperus phoenicea, Pistacia lentiscus, Phillyrea angustifolia, Rosmarinus officinalis. A quote più elevate si rinviene una tipologia di pineta descritta come Erico-Pinetum halepensis, caratterizzata dalla minore frequenza della specie dell’Oleo-Ceratonion e dall’abbondanza di Quercus ilex ed Erica arborea. I pendii presso le fiumare spesso sono caratterizzate da una densa fitòcenosi arbustiva; vanno annoverate le comunità dell’Oleo-Juniperetum phoenicae, tipologia di vegetazione termofila il cui insediamento è legato alla presenza di condizioni edafiche avverse in termini termici e di aridità del suolo. Infine, bisogna ricordare le caratteristiche della vegetazione insediata sul letto delle fiumare, si tratta di formazioni a gariga con alta frequenza di Helichrysum italicum, Thmus capitatus, Artemisia campestris. Tragli elementi floristici di rilievo è la frequenza di Sarcopoterium spinosu, che caratterizza le formazioni residuali di vegetazione costiera dell’Helchryso italici-Sarcopoterietum spinosi e la loro facies di fiumara che consiste nella sotto-associazione neruetosum oleantri, pianta relitta a carattere mediterraneo-orientale. FAUNA Dati ornitologici L’area si conferma di particolare interesse per la presenza e la nidificazione di specie legate ad ambienti aridi e sassosi, tipiche dei greti delle fiumare, quali l’Occhione Burhinus oedicnemus, la Calandrella Calandrella brachydactyla e la Monachella Oenanthe ispanica. Nonostante l’impatto antropico permangono formazioni forestali relitti e siti rupestri che costituiscono habitat riproduttivi per alcune specie importanti di Falconiformi (Nibbio e Linario). Le specie qualificanti il sito sono due, entrambi nidificanti nell’area: Nibbio reale Milus milvus e Occhione Burhinus oedicnemus.

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Altre specie prioritarie per la gestione sono la Monachella Oenanthe ispanica, il Lanario Falco biarmicus, l’Averla capirossa Lanius senator e la Calandra Melanocorypha calandra. Delle 14 specie segnalte 8 sono elencate nell’allegato I della Direttiva Uccelli. Di seguito si elencano le specie segnalate: SPECIE SEGNALATE TUTELA Falco Biarmicus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Burhinus oedicnemus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Galerida cristata Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Oenanthe hispanica Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Minticola solitarius Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Lanius senator Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Milvus milvus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I

Area SIC – Foreste Rossanesi - (interventi più prossimi: Armena)

SIC IT9310040-Montegiordano Marina (intervento Cardona)

Fa parte dei siti Dune Consolidate. I siti di questa tipologia sono caratterizzati prevalentemente da habitat contigui che presentano tutta l’articolazione della serie di vegetazione delle coste sabbiose e delle dune litoranee, dalle dune embrionali, alle dune bianche (dune mobili e semifisse), alle dune grigie (dune fisse), fino alle depressioni interdunali e alla vegetazione con chiaro carattere

28 secondario, come i pratelli riferibili ai Malcomietalia e/o ai Brachypodietalia. I settori dunali più interni, infine, ospitano ginepreti e pinete costiere. Le dune costiere si trovano in litorali soggetti a una forte pressione turistica con associati fenomeni di urbanizzazione, di cementificazione, di costruzione di infrastrutture viarie, di elevati carichi turistici stagionali. I fattori naturali che controllano la dinamica di erosione e/o ripascimento dei litorali costieri in tempi recenti sono stati modificati dall’effetto congiunto di perturbazioni a diversa scala come l’alterazione degli equilibri idrogeologici dei sistemi fluviali (con, ad esempio, il trasporto solido conseguente a eventi di piena eccezionali e successiva deposizione sulla fascia costiera), il dragaggio dei fondali costieri e, nel lungo periodo, l’aumento del livello del mare, conseguente alle variazioni climatiche. L’erosione costiera può difficilmente essere fronteggiata dalle sabbie immagazzinate dal sistema dunale, poiché l’arretramento della linea di costa è impedito dall’occupazione, anche abusiva, dei terreni della fascia retrodunale per scopi edilizi e produttivi. Il fenomeno erosivo si innesca per effetto del calpestio che provoca l’asportazione della sabbia incoerente ed il conseguente affioramento e rottura degli apparati radicali della vegetazione che la trattiene e la consolida. La conseguenza è una lenta, ma inesorabile regressione della vegetazione che non potendo più trattenere le particelle sabbiose espone la duna all’erosione dei venti. In relazione alla presenza turistica, sulla duna vengono spesso effettuate azioni di pulizia e spianamento meccanico della spiaggia, con eliminazione delle comunità associate ai materiali spiaggiati. La presenza umana incontrollata è inoltre causa di disturbo per le specie ornitiche nidificanti (disturbo arrecato soprattutto dai cani lasciati liberi durante il periodo di nidificazione). Oltre a ciò, è presente una situazione ad alto rischio d’incendio, determinata complessivamente dall’intensa frequentazione stagionale, dal potenziale pirologico della vegetazione dunale e dagli eventuali interessi speculativi. Per conservare buoni livelli di biodiversità animale, è necessaria la presenza del “profilo” ideale e della serie completa dei microambienti che caratterizzano il sistema dunale, le dune mobili, a vegetazione pioniera, consolidate e boscate, e le associate aree umide intermedie. Il crucianelleto e il ginepreto, sono habitat prioritari che, per la loro problematica capacità di disseminazione e la loro scarsa velocità di crescita delle specie caratteristiche, meritano particolare attenzione di conservazione. Fondamentale è la limitazione delle azioni di “pulizia” e spianamento meccanico della spiaggia che alterano la morfologia delle dune embrionali e delle dune mobili favorendo, così, la destrutturazione delle comunità e delle specie più sensibili, fino alla loro scomparsa.

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Area SIC – Fiumara Avena - (interventi più prossimi: Monaco)

Area SIC – Bosco di Mavigliano - (interventi più prossimi: Settimo)

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Sulla scorta degli elementi in possesso, vista la tipologia degli interventi e la loro ubicazione, non emergono impatti negativi diretti o indotti sull'ecosistema.

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5. SCELTE ED ALTERNATIVE PROGETTUALI

Le finalità del presente progetto sono indirizzate verso il raggiungimento dei seguenti obiettivi: - Ripristino della sezione di deflusso mediante movimentazioni di depositi litoidi in alveo; - Eliminare gli ostacoli al deflusso in alveo con la rimozione della vegetazione colonizzante; - Costruzione, manutenzione e ripristino delle opere idrauliche. In relazione al suddetto rischio l’alternativa zero lascerebbe esposte abitato, infrastrutture e servizi a potenziali danni. In prima analisi sono state ipotizzate per le aste fluviali riportate nella tabella sottostante, le opere seguenti, per motivazioni di natura tecnico-economica. Con le successive fasi progettuali, sulla scorta dei risultati delle indagini geognostiche, potrà eventualmente essere valutata diversa tipologia costruttiva e/o materiale costituente la struttura stessa.

Torrente Opere di progetto Alternative S. Cataldo Gradonata in gabbioni per protezione sponda Muro in cls o c.a. Moranera Muro in c.a. Gabbionata Armena Briglia in cls, gabbioni a protezione fondazione prot. fond. In cls Muzzolito Gradonata in gabbioni per protezione sponda Rivestimento arginale in cls Settimo gabbioni a protezione fondazione prot. fond. In cls Triglia Gradonata in gabbioni per protezione sponda Intervento ing. Naturalistica Peschiera Muro in c.a. Gabbionata Mercante Muro in cls Muro in c.a. Arente Gradonata in gabbioni per protezione sponda Muro in cls o c.a. S. Angelo soglie in cls soglie in c.a. Aron Briglie in cls Briglie in c.a.

Tabella 5.1 – Opere previste ed alternative progettuali.

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6. MISURE DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE

Per quanto rappresentato, l’intervento che è intendimento realizzare, trattandosi di opere urgenti e per lo più puntuali, non dovrebbe comportare squilibri o ripercussioni negative sull’ambiente e territorio, ma anzi dovrebbe portare dei benefici. Pertanto non vengono previste particolari misure di mitigazione e compensazione le quali in ogni caso riguardano più che altro la fase esecutiva delle opere e consistono per lo più in semplici accorgimenti. Si prescriverà inoltre si usare massima attenzione nell’esecuzione delle lavorazioni al fine di limitare i disturbi.

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7. NORME DI TUTELA AMBIENTALE

Il Regolamento di esecuzione ed attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006 n°163 (D.P.R. 5 ottobre 2010 n°207) elenca all’art. 17 gli elaborati facenti parte del progetto preliminare, tra i quali figura lo studio di prefattibilità ambientale.

Il Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n°152 rappresenta il riferimento normativo nazionale in materia ambientale. Nella parte seconda contiene le procedure per la VIA, la VAS e l’IPPC.

La Regione Calabria nell’ambito delle proprie competenze in materia ambientale ha pubblicato sul B.U.R.C. del 16/08/08 il Regolamento regionale n.3 del 4 agosto 2008 “delle procedure di Valutazione di Impatto ambientale, di Valutazione ambientale strategica e delle procedure di rilascio delle Autorizzazioni Integrate Ambientali”, modificato con il Regolamento regionale 14 maggio 2009 n°5 (pubblicato sul B.U.R.C. del 23/05/09) e con la D.G.R. 4 novembre 2009 n°749. Quest’ultima approva il Regolamento della Procedura di Valutazione di Incidenza (Direttiva 92/43/CEE “Habitat” relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche e Direttiva “Uccelli” relativa alla conservazione dell’avifauna).

La legislazione di riferimento per la redazione del presente studio, è la seguente:

QUADRO NORMATIVO NAZIONALE - Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n°152 “Norme in materia ambientale” con particolare riferimento alla PARTE SECONDA – Procedure per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), per la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e per l’Autorizzazione Ambientale Integrata (IPPC) ed ai relativi allegati; QUADRO NORMATIVO REGIONALE - Regolamento regionale n.3 del 4 agosto 2008 “delle procedure di Valutazione di Impatto ambientale, di Valutazione ambientale strategica e delle procedure di rilascio delle Autorizzazioni Integrate Ambientali”; - Regolamento regionale n.5 del 14 maggio 2009 “Modifica al Regolamento regionale del 4 agosto 2008 n°3”; - Delibera della G.R. 4 novembre 2009 n°749 “Approvazione Regolamento della Procedura di Valutazione di Incidenza” .. “e modifiche ed integrazioni al Regolamento regionale n°3/2008 e al Regolamento regionale n°5/2009”;

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Ciascuna delle leggi e/o regolamenti nazionali, regionali e comunitarie è finalizzata alla salvaguardia dell'ambiente sia esso naturale o antropizzato, al fine di impedire alterazioni morfologiche e strutturali del paesaggio e vietare interventi che deturpino i luoghi.

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BIBLIOGRAFIA

- “Piano Faunistico Venatorio Provinciale della Provincia di Cosenza”

- “Valutare l’ambiente – guida agli studi d’impatto ambientale” – G. Gisotti, S. Bruschi

- “ Lo studio di impatto ambientale: elementi per un manuale” – M. Pazienti

- “ La valutazione di impatto ambientale” – S. Malcevschi

- Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – Ufficio del Piano della Provincia di

Cosenza

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