INDICE

PREMESSA ...... 2

1. GLI STRUMENTI VIGENTI ...... 3 1.1. Gli strumenti urbanistici approvati ...... 3 1.2. Il PS ...... 4 1.3. Il RU vigente ...... 9 1.4. Stato d’attuazione ...... 14

2. GLI OBIETTIVI DEL NUOVO PIANO OPERATIVO E LE AZIONI CONSEGUENTI ...... 14 2.1 i principali obiettivi del nuovo Piano Operativo ...... 14

3. IL QUADRO CONOSCITIVO DI RIFERIMENTO ...... 17

4. IL PROGRAMMA DELLE ATTIVITÀ DI INFORMAZIONE E DI PARTECIPAZIONE DELLA CITTADINANZA ALLA

FORMAZIONE DEL PIANO OPERATIVO ...... 20

5. GLI STRUMENTI SOVRAORDINATI ...... 21 5.1. PIT/PPR ...... 21

6. ASPETTI DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA...... 26

7. ENTI ED ORGANI PUBBLICI AI QUALI RICHIEDERE CONTRIBUTI TECNICI E PARERI...... 26

8. ALLEGATI: SCHEDE STATO DI ATTUAZIONE...... 28

1

Premessa

Il presente documento, in coerenza con quanto previsto dalla L.R: 65/2014, costituisce l’avvio del procedimento, predisposto in forza dell’art. 17 ed intende definire anche se in modo sintetico gli obiettivi del Piano Operativo (art. 95 della L.R. 65/2014), cosi come contenere il quadro conoscitivo di riferimento, comprensivo della ricognizione del patrimonio territoriale, in tutte le sue articolazioni e contenere inoltre l’indicazione degli enti ed organismi pubblici a cui richiedere contributi, cosi come l’indicazione degli enti competenti alla sola emanazione dei pareri. Nel presente documento sono altresi indicate le attività da intraprendere per favorire la partecipazione della cittadinanza alla formazione del Piano Operativo. Nel procedimento viene inoltre indicato il garante dell’informazione e della partecipazione. Oltre a quanto detto, il P.O. dovrà trattare in particolare, cosi come previsto dall’art. 95 1 –la disciplina per la gestione degli insediamenti esistenti. 2 –La disciplina delle trasformazioni degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio. Quanto sopra attraverso una disciplina che favorisca la tutela, la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente, sia aggregato che diffuso, di valore storico architettonico o testimoniale attraverso l’indicazione delle tipologie di intervento riferite sia al territorio agrario che a quello urbano dove saranno previsti, per le aree di degrado, interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana. Il piano Operativo dovrà inoltre recepire le disposizioni del piano paesaggistico regionale (PIT / PPR) verificando la coerenza del P.S. vigente con questo, tenendo insieme, come da legislazione regionale, gli assetti paesaggistici con quelli territoriali.

In sintesi con l’avvio del procedimento il Comune indica in coerenza con l’art. 17 della L.R. 65/2014:

1 –Gli obiettivi di Piano e delle azioni conseguenti. 2 –Il quadro conoscitivo del patrimonio territoriale. 3 –Il perimetro del territorio urbanizzato individuato ai sensi dell’articolo 224.

La regione Toscana che ha approvato in via definitiva il nuovo PIT con valenza di Piano Paesaggistico (da ora PIT/PPR) e che di fatto assume un ruolo integrato e complementare alla nuova legge. La necessità di “conformarsi” o di “adeguarsi” al nuovo PIT/PPR ora pienamente vigente, comporta anche importanti novità procedurali.

Entrando, in via preliminare, nel merito delle questioni da affrontare, sarà a partire dallo “Statuto del territorio ” regionale, contenuto nel PIT/PPR, che il nuovo Piano operativo (PO) di Capolona dovrà condurre la ricognizione sul proprio “ patrimonio territoriale ”, individuandone le regole di tutela e trasformazione.

2

1. Gli strumenti vigenti

1.1. Gli strumenti urbanistici approvati

Il Comune di Capolona è dotato di Piano Strutturale, approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 19 del 15 giugno 2004 e pubblicate sul BURT n. 26 del 30 giugno 2004, cosi come di Regolamento Urbanistico approvato con delibera del consiglio Comunale n. 34 de 22 settembre 2006, pubblicata sul BURT n. 47 del 22 novembre 2006. Nel corso di operatività dell’atto di governo del territorio sono state predisposte ed approvate varianti parziali tese a correggere alcune previsioni ed a renderne più agevole la loro realizzazione.

VARIANTE N.1 – Delibera del C.C. n. 9 del 28 febbraio 2008. Tale variante si è resa necessaria per modificare il comma 5 dell’art. 4 delle N.T.A., sopprimendo il disposto che obbligava alla cessione al Comune della quota del 15% della Sul realizzata all’interno dei comparti edificatori.

VARIANTE N.2 – Delibera del C.C. n. 43 del 13 dicembre 2009. Tale variante è stata effettuata per poter realizzare il nuovo impianto di potabilizzazione.

VARIANTE N.3 – Delibera del C.C. n. 23 del 14 maggio 2009. Tale variante è riferita alla classificazione quale zona AP1 di un appezzamento di terreno, posto in località La Casella per la realizzazion di un’ area di raccolta.

VARIANTE N.4 – Delibera del C.C. n. 29 del 14 dicembre 2009. Tale variante è riferita:

A – All’adeguamento dell’apparato normativo dell’entrata in vigore del Regolamento di attuazione della L.R. 1/2005 sulle zone agricole.

B – correzione di alcune viabilità erroneamente riportate e di alcuni percorsi di matrice storica erroneamente individuati.

C – Trasformazione di un’ area AP1 (verde pubblico) in verde privato.

D – Ampliamento di alcune zone produttive in località La Casella.

E – diversa distribuzione di un’ area di trasformazione classificata U.I.R. 2.3.4/Ain località Il Paradiso.

F – Individuazione di alcune zone speciali “ES01, ES02, ES03, che che consentono interventi puntuali nel territorio agricolo.

G – inserimento di area di trasformazione U.I.R. 1.6.1 in località Cafaggio.

H – individuazione di area di trasformazioni e il località Figline.

I – Sottocompartimentazione di una zona “O1 , sottoposta a Piano Di Recupero.

L – individuazione di zona turistico ricettiva, classificata “AB”, in località La Nussa.

M – Modifica di tipologia d’intervento su edifici posti in località Apa ed in località Busseto. 3 N – modesto incremento di un ‘area classificata quale B4 posta in località Poggio al Pino, di una posta in località Le Carraie ed inserimento di zone residenziali il Località Pieve San

Giovanni, località Fornace e Località Vado.

VARIANTE N.5 – delibera del C.C. n. 39 del 30 settembre 2009. Tale variante ha individuato una piccola area destianta all’allargamento della sede ferroviaria in prossimità della stazione di .

VARIANTE N.6 - Delibera del C.C. n. 13 del 9 maggio 2014. Tale variante riguarda tutto l’impianto normativo al fine di semplificarlo e renderlo più capace a rispondere ai bisogni diffusi, soprattutto in tempi reali.

Più nello specifico la variante tratta:

A – Un’area di trasformazione classificata U.I.R. 2.2.4 attraverso la rimodulazione delle funzioni previste.

B – Il territorio agricolo (art. 14,15,17, 23, 23bis)

C – Ridefinizione dei parametri urbanistici.

D – Parcheggi privati (art.1)

E – Disciplina per l’apertura delle sale da gioco e d’azzardo (art. 1 quater) ,

F – Patrimonio edilizio di matrice storica (art. 20).

G – Qualificazione dei percorsi storici (art. 15).

H – Patrimonio edilizio di matrice storica (art. 20).

I – Norme sugli interventi sulle zone “O” (art. 29).

L – Qualificazione aree ed attrezzature di servizio pubblico (art. 42 e 43).

M – Funzioni per attrezzature private.

N – Trasferimenti volumetrici.

O – Ampliamenti su tessuti residenziali saturi (art. 30).

P – Interventi su tessuti produttivi.

Q – Norme per tessuti produttivi in aree strategiche.

R – Norme su aree di verde privato.

S – Norme per l’edilizia sostenibile.

1.2. Il PS Giugno 2004

\

Il Piano strutturale approvato con delibera del consiglio Comunale n. 19 del 15 giugno del 2004, pubblicate sul Burt n. 26 del 30 giugno 2004 viene qui di seguito descritto in forma sintetica evidenziando i contenuti e gli obiettivi che dovranno costituire il primo riferimento per la formazione del Piano Operativo. 4

1 - Finalita’

Le finalità che il Piano Strutturale persegue sono:

A – Salvaguardia e valorizzazione del patrimonio ambientale e paesaggistico.

B –Valorizzazione della vocazione turistica legata al connubio Ambiente-storia-cultura con potenziamento delle strutture dell’accoglienza e della ricettività attraverso l’uso prioritario dell’esistente.

In tal senso consolidamento della ricettività diffusa.( centri storici ed agriturismi.

C –Riqualificazione della struttura urbana del Capoluogo, con l’obiettivo di realizzare una struttura urbana definita e compiuta, riferimento di tutto il territorio.

D –Innalzamento della qualità architettonica ed ambientale del sistema insediativo, attraverso incentivi per la tutela e recupero del patrimonio di antica formazione e per la riqualificazione di quello recente.

E –Consolidamento, sviluppo e qualificazione della struttura produttiva artigianale, industriale e commerciale.

F –Riorganizzazione complessiva del territorio attraverso un sistema integrato tra insediamento ed ambiente.

2 – La concezione del territorio ed il metodo

Il P.S. punta ad un innalzamento della “Qualità ambientale, avendo quale riferimento la storia, il paesaggio, in sintesi la “ Cultura dei luoghi”.

Il P.S. indica altresi quale essenza e spirito di piano un’ assetto territoriale basato su di una forte connessione fra le parti, fra contesti urbani e rurali, riequilibrando, pesi e ruoli tra aree forti ed aree marginali, utilizzando un modello a rete dove le modalità rappresentano gli organi vitali, i fili della rete (percorsi , corsi d’acqua) gli elementi di connessione.

3 – Forma e contenuti del piano Il Piano articola il territorio per sistemi sulla base di una lettura dei caratteri storici, ambientali, paesaggistici, insediativi, socio-economici, culturali che ne definiscono una sostanziale specialità e diversità. Tali sistemi, tali ambiti considerati ottimali per l’individuazione di strategie, obiettivi azioni per il governo del territorio. Ciò si persegue attraverso lo “statuto dei luoghi” dove sistema territoriale è inteso come il luogo su cui amministrazione Comunale e comunità una sorta di patto sulla base del riconoscimento condiviso dei valori da salvaguardare, delle risorse da tutelare e valorizzare e dei ruoli da attribuire. Questa impostazione consente leggibilità e riconoscibilità immediata e diretta del Piano da parte dei cittadini che sono coisi messi nelle condizioni di essere partecipi delle scelte e 5 protagonisti delle trasformazioni insieme all’ente pubblico.

Lo stato dei luoghi e la normativa di attuazione assumono pertanto il compito fondamentale di delineare strategie, programmi , requisiti qualità e modalità.

4 – Il quadro conoscitivo Il P.S. è supportato da un quadro conoscitivo costituito da ampio livello di informazioni che rappresentano un patrimonio importante a disposizione degli operatori e della comunità. I temi oggetto di indagine sono: A –valori storici. B –ambiente e paesaggio. C –Insediamenti. D –Infrastrutture e servizi. E –Ricognizione sullo strumento urbanistico. F –economia e società. G –compatibilità geologica. H –compatibilità idraulica.

Schedatura del patrimonio edilizio rurale ante 1940. Analisi della forma e struttura urbana Analisi dei caratteri socio-economici. Compatibilità geologica ed idraulica.

5 – Gli elaborati del quadro programmatico-normativo Il P.S. è costituito dai seguenti elaborati: Tav. 1 – Individuazione dei sistemi territoriali, delle UTOE e delle principali relazioni territoriali: scala 1:15000. I sistemi territoriali sono:

Sistema n. 1 - collina meridionale di Castelluccio, Pieve San Giovanni e Casavecchia. Sistema n. 2 - ambito urbano del Capoluogo e relativo hinterland: la città dell’ . Sistema n. 3 - collina centro settentrionale di Bibbiano, Cenina, Ponina. Tav. 2 – Disciplina della risorsa ambientale: scala 1:10000.

I livelli di tutela sono quattro:

1 –Livello A di tutela assoluto. 2 –livello B di tutela delle aree di protezione dei centri urbani, degli aggregati e delle ville 3 –Livello C di tutela delle aree a prevalente funzione agricola.

4 –Livello di tutela dei particolari emergenze storico-paesaggitiche. 6

Tav. 3 – disciplina della risorsa insediative e delle strutture di relazione Sono individuate tre tipologie

1 – Strutture insediative di matrice storica. 2 – Strutture insediative di recente formazione in ambito urbano. 3 – Strutture insediative non storicizzate di tipo puntuale diffuse in territorio extraurbano.

Tav. 4 – Assetto dello spazio pubblico e sue relazioni con il territorio aperto ( Capoluogo). Allegato 1 – Statuto dei luogo: Risorse, azioni, strategie per il governo sostenibile del territorio. Lo statuto del luogo contiene i seguenti elementi:

1 –I caratteri essenziali del contesto. 2 –Le potenzialità. 3 –Le vulnerabilità e gli elementi di degrado. 4 –Ruolo attribuito e finalità da perseguire. 5 –Azioni strategiche ed obiettivi. 6 –Individuazione delle dimensioni massime di trasformabilità. 7 –Crirei e modalità di intervento all’interno delle UTOE.

Allegato 2 – Normativa per l’attuazione del Piano.

Titolo I – Disposizioni, contenuti e finalità del P.S. Titolo II – Inquadramento ed interpretazione del territorio. Norme per la risorsa ambientale. Norme per la risorsa insediativa Norme per le strutture di relazione. Titolo III – “ Sostenibilità” territoriale Semplificazione Perequazione superamento indici volumetrici. Standards urbanistici.

6 – Il dimensionamento del piano Il P.S., considerando ragionevole ipotizzare una quota di possibile recupero dell’esistente, che va a ridurre il fabbisogno stimato, prevede un fabbisogno di n.223 nuove abitazioni a cui corrispondono 167.250 mc per un incremento di abitanti oscillante tra 579 e 892 che in conclusione viene fissato in 892 abitanti pari al + 18,58 %, da considerarsi un incremento che può essere considerato fisiologico. 7

7 – La valutazione degli effetti ambientali La valutazione degli effetti ambientali è stata svolta seguendo le istituzioni tecniche della Regione Toscana ed il manuale di valutazione della Provincia. Sono state trovate difficoltà di reperimento dei dati in generale e disaggregati, dati dai quali, in ogni caso, sono seguiti criteri e concrete applicazioni per le quali si rimanda alla lettura dell’apposito elaborato (all. 3).

8 – Le scelte qualificanti del piano Le scelte più significative che il Piano propone possono essere cosi individuate: Ricomposizione in un disegno unitario della struttura del Capoluogo utilizzando la risorsa ambiente fluviale come principio ispiratore della forma e della qualità urbana; definizione dei limiti quantitativi e spaziali alla ulteriore crescita, ricerca di un chiaro e netto confine fra città e campagna (percorsi, sistemi di verde, corsi d’acqua) Parziale ridistribuzione dei pesi insediativi nel settore della residenza e della ospitalità alternativa a favore di alcune frazioni o nuclei minori scelti selettivamente in base alle loro potenzialità, al ruolo storicamente svolto, al valore di presidio e caposaldo di un piu vasto hinterland che esse hanno esercitato o sono in grado di garantire. Valorizzazione di alcune strutture considerate emergenze eccellenti del territorio dal punto di vista architettonico, ambientale (Vezza, Badia di Campoleone, Baciano; Santa Margherita) su cui puntare ad un ‘ utilizzazione e possibilità di fruizione non solo in chiave di ricettività e ristorazione ma allargandone le possibili attività a manifestazioni culturali, didattiche, di ricerca e formazione, promozione del territorio anche come decentramento di attività didattiche o collaterali delle Università della Regione. Favorire attraverso opportuni incentivi normativi lo sviluppo delle attività di agriturismo di residenza ed ospitalità alternativa quali il bed and breakfast, gli Hotel-paese o villaggio- residence, la promozione e degustazione dei prodotti tipici, la ristorazione, le attività artigianali di tradizione, il recupero delle culture materiali del territori. Individuazione di interventi di tipo alberghiero e/o residence. Puntare ad un generale maggiore qualificazione dell’offerta edilizia residenziale sia in termini di tipologie in rapporto ai diversi modelli di casa che kla società oggi richiede sia dal punto di vista della qualità architettonica e del livello di prestazioni dell’organismo edilizio. Per il settore produttivo secondario si pone il problema di consolidare, sviluppare ed integrare il sistema puntando essenzialmente sull’area industriale di Castelnuovo come area di riferimento principale dell’ambito territoriale a cavallo dei Comuni di Capolona, Subbiano ed , da ampliare nella sua estensione e da qualificare in termini di assetti edilizi, di infrastrutture (asta ferroviaria) e di servizi alla produzione. Si dovrà favorire la rilocalizzazione di impianti produttivi impropriamente collocati all’interno delle aree urbane anche attraverso la loro riconversione ai fini residenziali, commerciali e di servizio, recuperando quote significative di verde e parcheggi.

L’agricoltura andrà sostenuta ed incentivata, data la natura prevalentemente collinare ed in armonia con Il Piano di sviluppo rurale, nel settore delle produzioni tipiche della zona (olio, vino) recuperando alcune specialità locali storicamente affermate anche nei mercati esterni come il vino moscatello e promuovendo i prodotti tradizionali del bosco (castagna, funghi, fragole). Parimenti importante è una considerazione sul trasporto ferroviario che non viene utilizzato al meglio delle sue potenzialità. Invece in una moderna cultura della mobilità il trasporto su 8 ferro sembra essere una risorsa da sviluppare in una logica di sistema ad esempio di collegamenti metropolitani leggeri dell’area aretina e sulla quale punta molto l’amministrazione

comunale di Arezzo all’interno del P.S. i fase di elaborazione. Analogamente da rilanciare il trasporto delle merci su ferro in un’area fortemente segnata dalla presenza di attività produttive. Per quanto riguarda le problematiche ambientali i principali interventi che il P.S. individua o ricomprende sono: Completamento ed attivazione del previsto depuratore a S. Martino e indicazioni per soluzioni ecocompatibili per i piccoli centri di collina e montani. Potenziamento delle fonti di approvvigionamento idrico con l’invaso previsto a monte di Pieve a Sietina e della rete di distribuzione a beneficio delle aree urbane di Capolona e Subbiano. Difesa degli spazi aperti dell’area urbana del Capoluogo e la loro connessione con l principali attrezzature dei servizio; miglioramento della mobilità pedonale e ciclabile, aumento della dotazione di parcheggi. Completamento del progetto di Parco urbano dell’Arno. Recupero e salvaguardia dei percorsi antichi e dei corsi d’acqua.

1.3. Il RU VIGENTE 2006

Il R.U. approvato con delibera del consiglio Comunale n. 34 del 22 settembre 2006 è impostato sulla base della nuova L.R 1/2005, ancorché iniziato sulla scorta della L.R 5/95 tenendo conto delle nuove norme per il governo del territorio di cui si elencano gli aspetti più innovativi:

- divisione del R.U. in due parti: disciplina degli insediamenti esistenti e disciplina delle trasformazioni degli assetti esistenti. - validità quinquennale del R.U. con perdita di efficacia delle previsioni di trasformazione non attuate nel periodo. - dimensionamento delle trasformazioni modulato sui fabbisogni reali del quinquennio e sulla sostenibilità ambientale. - disciplina delle trasformazioni immateriali del territorio che comprende: il coordinamento delle scelte localizzative; il programma per la regolamentazione della mobilità ed accessibilità urbana; la programmazione dei tempi e degli orari della città; il piano della localizzazione e distribuzione delle funzioni.

1 - Finalita’ e contenuti del R.U.

Il Regolamento Urbanistico del Comune i Capolona in conformità alle norme regionali in materia di Governo del territorio (L.R. 1/05) ed in attuazione delle direttive, delle prescrizioni, dei vincoli e degli indirizzi contenuti nel Piano Strutturale fornisce la disciplina per l’intero territorio comunale articolandola in due parti:

9 - quella relativa agli insediamenti esistenti; - quella inerente trasformazioni dei vari assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi.

In relazione al disposto del comma 5 dell’art. 55 della LR. 1/05 gli interventi di trasformazione ed i conseguenti vincoli espropriativi sono dimensionati nel R. U. sulla base del quadro previsionale strategico per il quinquennio successivo alla sua approvazione. E’ stato delineato il disegno complessivo dell’ assetto territoriale da perseguire. Pertanto il disegno di R.U. proposto delinea lo scenario a regime ma disciplina i diritti edificatori ed il regime espropriativo alle sole aree inserite nel programma quinquennale. Il R. U. individua inoltre le prestazioni ed i requisiti richiesti per garantire tre qualità fondamentali per il programma di riorganizzazione e valorizzazione del territorio quali quella: - Ambientale: attraverso un ampio livello di tutela dei paesaggi agrari, delle aree boscate, degli oliveti, dei terrazzamenti, dei percorsi antichi, dei corsi d’acqua, dei centri storici e del patrimonio edilizio di matrice storica - Urbanistica: attraverso un generale programma di ricomposizione della struttura urbana del Capoluogo ed una forte connessione ed integrazione con il territorio aperto ed i nuclei minori; valorizzando la mobilità pedonale e la fruibilità degli spazi verdi; aumentando le dotazioni di parcheggi e di aree pubbliche in genere - Edilizia : tramite una innovazione negli apparati disciplinari che regolano le costruzioni con l’introduzione di requisiti prestazionali oltre ai tradizionali parametri quantitativi; la richiesta di contestualizzazione paesaggistica degli interventi edilizi con l’indicazione di tipologie edilizie e materiali di tipo tradizionale; prescrizioni in materia di sostenibilità degli interventi dal punto di vista del risparmio energetico, dei consumi idrici, delle condizioni per la depurazione, delle alterazioni morfologiche.

Per il raggiungimento degli obiettivi di qualità nelle nuove trasformazioni urbane il R.U. adotta alcuni apparati disciplinari corredate da studi di intervento circa la qualità degli assetti urbanistico-edilizi ed i livelli di vivibilità dei nuovi insediamenti anche attraverso alcuni meccanismi incentivanti. Analogamente vengono fornite norme per la riorganizzazione ed il completamento degli insediamenti esistenti ricercando la omogeneizzazione tipologica per ambiti e tessuti edilizi con caratteri simili, l’adeguamento funzionale ed estetico delle abitazioni, la possibilità di legare la concessione di alcuni “bonus” edilizi alla riqualificazione di assetti degradati ed alla rinaturalizzazione degli spazi aperti di pertinenza. Infine il R.U. si fa carico di aumentare le dotazioni di spazi pubblici intervenendo nella riorganizzazione ed adeguamento delle strutture consolidate e prevedendone di nuove nei settori in particolare delle aree a verde e a parco, della pedonalità, della individuazione di spazi ed attrezzature per la vita di relazione, lo svago e lo sport. Il R. U contiene e promuove ulteriori elementi di arricchimento del quadro conoscitivo già prodotto con il P.S, con particolare riguardo a: - A. Integrazione del Censimento del Patrimonio edilizio di matrice storica - B. Censimento delle attrezzature pubbliche di competenza comunale - C. Analisi dello spazio pubblico e delle barriere urbanistiche

Per la parte previsionale il R.U. mantiene la articolazione per Sistemi ed UTOE del P.S. organizzando i vari elaborati secondo logiche riferite alle specificità dei vari contesti territoriali ed ambientali caratterizzanti la realtà di Capolona. 10

2 - Dimensionamento complessivo ipotizzato per il R.U. a regime

Allo scopo di delineare il quadro complessivo delle potenzialità di trasformazione che il R.U ipotizza nella sua definizione a regime e di dare conto della coerenza con le dimensioni massime di crescita previste dal P. S. Il dimensionamento effettivo del R.U. nello scenario a regime è per la residenza di 223 abitazioni per una SUL di mq 52.414 ed una volumetria di mc. 160.015 quindi leggermente al di sotto di quella del P.S. A tal scopo si richiama il quadro dimensionale previsto dal P.S. che prevede i seguenti livelli massimi di crescita: SISTEMA 1 : Collina meridionale di Catelluccio, Pieve San Giovani e Casavecchia: n. 62 nuove abitazioni SISTEMA 2 : Ambito urbano Capoluogo e relativo Hinterland: la città dell’ Arco: n. 120 nuove abitazioni – 50 nuovi posti letto. SISTEMA 3 : Collina centro settentrionale di Bibbiano, Cenina e Ponina: : n. 13 nuove abitazioni – 45 posti letto – n. 30 piazzole per campeggio – n. 10 bungalows. Riepilogando: - Residenza: n. 195 nuove abitazioni. - Ricettività: n. 95 nuovi posti letto – 10 bungalows. Tenendo conto della capacità residua del vigente S.U. per 28 abitazioni il dimensionamento massimo per la residenza è stato fissato nel P.S. pari a 223 (195+28) abitazioni per una volumetria complessiva di 223 x 750 mc.= mc. 161.015.

3 - Il dimensionamento del primo R.U.

Il primo R.U. è dimensionato pressoché esclusivamente sulla base della capacità insediativa residua del vecchio PRG dal momento che una trasparente procedura selettiva per l’inserimento anche delle nuove previsioni di trasformazione derivanti dal P.S. richiederebbe tempi più lunghi. Poiché le N.T.A. prevedono una verifica periodica del R.U., l’Amm.ne comunale potrà, dopo la approvazione del R.U., attivare una procedura dì evidenza pubblica per accertare la propensione degli operatori ad essere inseriti nel R. U in quanto interessati ad attuare nel quinquennio alcune delle previsioni di nuove trasformazioni introdotte con il P.S.. Questo consente anche di meglio commisurare la domanda’ complessiva di edificabilità sulla base di criteri prioritari di qualità e sostenibilità e procedere ad una Variante integrativa del R.U. In ogni caso il dimensionamento previsto per il quinquennio nel settore della residenza, è pari a 106 nuove abitazioni per una SUL di mq. 26.678 ed una volumetria di 87.245 mc; quindi tutti valori ampiamente all’interno della dimensione massima di crescita della residenza prevista dal P.S. (poco più del 50%). Quello per attrezzature di servizio è di mc. 16.000. mentre nessun incremento è previsto per il settore produttivo.

4 - Descrizione degli interventi più significativi

11 Si fornisce di seguito una indicazione degli interventi proposti dal R.U. che si ritengono maggiormente significativi.

Centri minori - Per i Centri minori il R.U. è orientato a garantire operazioni di sostanziale consolidamento delle attuali strutture urbane in una logica di continuità con la morfologia delle stesse ricercando attraverso dimensionamenti ed apparati normativi appropriati il controllo della qualità edilizia degli interventi e la salvaguardia dei caratteri identitari del luogo costituiti dal patrimonio storico e da quello paesaggistico. Capoluogo - Il R.U. persegue l’obbiettivo della ricomposizione della struttura urbana sia dal punto di vista spaziale che morfologico in grado di delineare un sistema unitario integrato che superi l’attuale frammentazione per ambiti separati e che sia in grado di essere percepito dalla popolazione come elemento di identità e di appartenenza. Lo strumento per tale operazione è stato identificato nel Piano per la mobilità ed accessibilità urbana che delinea un nuovo sistema connettivo di percorsi e relazioni che vanno dalla frazione di S. Martino alla zona Nord della Fornace. Esso è frutto di una riconsiderazione complessiva della attuale sistema viario che viene razionalizzato, parzializzato in alcuni casi nei sensi di marcia e riqualificato con l’inserimento di percorsi pedonali e ciclabili, fasce di verde, sistemazione di parcheggi, interventi di arredo urbano avendo cura di connettere e valorizzare le attrezzature di interesse generale e gli spazi aperti di uso pubblico. Su tale impianto si innestano le nuove aree di trasformazione che consolidano e sviluppano gli insediamenti di recente formazione a sud (zona La Nussa - Il Paradiso) ed a Nord (zona di Lama); in particolare su quest’ultima il R.U. propone un brano di città organizzata lungo l’asse di Via della Casella a completamento della struttura urbana del Capoluogo e dove è possibile prefigurare un impianto urbano che esprima una immagine di contemporaneità. Sull’impianto connettivo complessivo si innesta il sistema dei percorsi di matrice storica che si muovono dal centro verso il territorio rurale e che consentono da una parte di collegare la struttura urbana in pianura con i due insediamenti di recente formazione di Caliano e del Pino posti nella collina sovrastante e dall’altra di dare continuità più in generale alle relazioni territoriali verso i centri minori. Infine nell’ambito del Capoluogo sono proposti anche i seguenti specifici interventi di miglioramento della funzionalità urbana: a) riorganizzazione del disegno di Piazza della Vittoria a Capolona con l’unificazione dei due settori laterali a Via Dante e sua parziale pedonalizzazione b) adeguamento del Polo scolastico e miglioramento degli spazi esterni c) realizzazione della rampa di risalita verso Nord sulla S.R. 71 a Capolona d) Territorio rurale: Il RU conferma e sviluppa la disciplina di tutela e valorizzazione del territorio rurale prevista dal P.S; fornendo una disciplina di dettaglio operativa per gli interventi di trasformazione edilizia avendo particolare cura alla qualità tipologica e formale degli stessi, alla loro contestualizzazione nel paesaggio. Per quanto riguarda le strutture di servizio non più utilizzate a fini agricoli il R.U. è orientato a favorirne il recupero fisico e funzionale anche attraverso operazioni di sostituzione ed accorpamento ponendo alcune limitazioni al riuso residenziale in base alla dimensione dei manufatti ed alla loro collocazione sul territorio in rapporto alle preesistenze. Nel caso di edifici isolati in precario stato di conservazione o con caratteri impropri l’Amm.ne ha ritenuto comunque di consentirne l’utilizzazione subordinandola ad operazioni di manutenzione e recupero ambientale nonché ad interventi di ripristino di produzioni agricole. La fruibilità e valorizzazione del territorio rurale è inoltre favorita dalla tutela del patrimonio edilizio di matrice storica è dai percorsi antichi che li connettono su cui sono state inserite aree attrezzate di sosta per incentivare la mobilità pedonale e itinerari ecologico-culturali. 12 e) Le attrezzature di servizio - Il Comune di Capolona possiede una buona dotazione di attrezzature di servizio; il R.U. quindi ha teso a consolidare e migliorare le attuali strutture ed i

relativi spazi di pertinenza con particolare riferimento a quelle sociali e ricreative quali il Centro Arno nel Capoluogo, il Circolo sportivo ricreativo di Castelluccio, le attrezzature di Pieve S. Giovanni; per quest’ultime è prevista una diversa organizzazione ed utilizzazione degli spazi con trasformazione della attuale pista da ballo integrata nel tessuto edilizio in una piazza-giardino. Il R.U. fornisce anche risposte alla domanda di strutture ricettive alternative nel settore dell’Agriturismo (loc. La Rocche per n. 30 posti letto) e dell’ospitalità in Parco di campeggio con l’intervento di Poggio Cuculo dove si prospetta la possibilità di un Villaggio vacanze orientato a bambini e giovani. Il verde ed i parchi - Una significativa dotazione è rappresentata dall’offerta di aree verdi, Parchi urbani e territoriali che caratterizza sia il Capoluogo che i maggiori Centri periferici; in tal senso si segnala la previsione di Orti Urbani in località Il Paradiso S. Martino S.A., di un Parco agro urbano nella collina di Caliano, il completamento del Parco dell’ Arno nel Capoluogo. L’ individuazione di una vasta area di protezione che interessa gli ambiti di pertinenza fluviale lungo tutto il corso del fiume Arno (interessato dal Progetto regionale della pista ciclabile dal Falterona a Marina di Pisa) e che costituisce ambito di reperimento per la creazione di un Parco fluviale territoriale. Inoltre in zona Castelluccio è prevista una ampia area per addestramento cani (località Besenga) e recupero ambientale della ex cava di Vado per attività di tempo libero. Le innovazioni normative - Un apparato normativo e regolamentare del tutto nuovo orientato alla qualità degli interventi più che a verifiche burocratiche sugli indici e parametri edilizi. L’apparato normativo è stato completamento rinnovato per farlo corrispondere alle nuove esigenze di qualità, di funzionalità, comfort e sostenibilità che si richiedono oggi al settore edilizio. In sostanza Norme orientate ad innalzare la qualità architettonica, ad evitare le alterazioni morfologiche della collina, a migliorare la qualità delle sistemazioni urbanistiche, a limitare il consumo di spazio per le esigenze delle auto, alla armonizzazione dei tipi edilizi, a superare il degrado urbanistico-edilizio legato agli esiti del condono ed alla presenza di manufatti impropri. Al tradizionale criterio di verifica delle dimensioni di un fabbricato tramite indici volumetrici si introdurrà il parametro superficie utile lorda e quello di. piani con lo scopo di favorire una maggiore qualità dell’organismo edilizio senza penalizzare chi realizza maggiori spessori di muri e solai allo scopo di rispettare i livelli di coibentazione termica e di isolamento acustico richiesti dalle normative in materia. Tra alcuni dei progetti speciali che il R.U. propone di attuare nella fase gestionale occorre segnalare anche l’intenzione della Amm.ne di adottare una normativa sulla Bioedilizia con l’introduzione di incentivi per chi costruisce con criteri ecocompatibili e di risparmio energetico. Una attenzione particolare le N.T.A. dedicano al vasto complesso dei tessuti edilizi di recente formazione con particolare riguardo a quelli del Capoluogo allo scopo di migliorarne gli assetti, eliminare il degrado degli spazi aperti e dei manufatti accessori impropri, consentire interventi di rinaturalizzazione delle aree di pertinenza, ammettere misurati adeguamenti igienico-funzionali delle abitazioni, consentire i completamenti delle aree libere. Il R.U. specifica e definisce criteri per la disciplina della perequazione (la cui effettiva applicazione è demandata agli interventi di nuova trasformazione non derivanti dal PRG originario). Questa sarà estesa in linea generale alle proprietà che effettivamente sono interessate da previsioni per opere di pubblica utilità, ovvero a preminenti specifiche esigenze di tutela e valorizzazione ambientale strettamente connesse con gli ambiti di trasformazione edilizia e non necessariamente a tutte le aree che nel P.S. erano genericamente individuate di potenziale “riorganizzazione ed evoluzione della struttura urbana”. Si tratta dell’unica garanzia nell’attuale ordinamento per poter acquisire al patrimonio pubblico le aree e le attrezzature per il verde ed i servizi per la collettività senza oneri per l’amministrazione, e, al tempo stesso, garantire i diritti di proprietà dei soggetti coinvolti da previsioni di trasformazione; questi 13 vengono svincolati dalle aree di appartenenza per farli convergere sugli ambiti che dal punto di

vista urbanistico, ambientale e paesaggistico configurano assetti più equilibrati, sostenibili, e funzionalmente migliori per gli abitanti.

1.4. Stato d’attuazione

\

Il Regolamento Urbanistico, approvato con delibera 34 del 22 settembre 2006 è stato attuato rispetto alle sole aree di trasformazione per complessivi mc. 103795. Questi, convenzionati, realizzati in parte o realizzati nella loro interezza interessano in larga misura il capoluogo per mc. 39600 cosi come Il Castelluccio per mc. 10500. Interventi di minor consistenza sono collocati nelle realtà minori, quali Figline (mc. 750), Casavecchia (mc.5765), Pieve S. Giovanni (mc. 5000) e Bibbiano (mc. 6170). Non sono indicati gli interventi che sono andati a collocarsi nelle aree di completamento e caratterizzati sia da ampliamento che da nuova edificazione. Per una facile individuazione delle aree oggetto di intervento e delle rispettive quote, alleghiamo al presente documento le schede di R.U. cosi come gli stralci di Piano. Quanto sopra detto è allegato al presente documento con le specifiche schede di comparto.

2. Gli obiettivi del nuovo Piano Operativo e le azioni conseguenti

2.1 i principali obiettivi del nuovo Piano Operativo

Il P.O, sarà redatto in coerenza con il Piano Strutturale ed il primo Regolamento urbanistico che si configura quale riferimento per tutto il lavoro di ricontrollo, di aggiornamento e di arricchimento dello strumento urbanistico vigente. Il P.O, quindi, in continuità con il R.U. cosi come in assonanza con tutto l ‘impianto legislativo regionale dovrà misurarsi con le modificazioni socio-economiche che si sono manifestati in questi ultimi anni a livello nazionale riverberandosi anche ai livelli locali. In tal senso, ormai lontani gli anni della crescita, che, spesso, non ha avuto neppure il tempo di riflettere su se stessa, oggi dobbiamo riflettere sul costruito recente per riavviare un progetto di riqualificazione complessiva che parta dalla conoscenza della cultura dei luoghi. E’ in tal senso che vogliamo riavviare una fase fondata sul recupero dell’esistente non solo in termini di riuso e riqualificazione dell’edificato cosi come di ridefinizione degli ambiti urbani significativi ma soprattutto in termini di tutela e valorizzazione degli elementi distintivi ed identitari che rappresentano la storia , la cultura di un territorio che se pur caratterizzato da segni che si sono nel corso dei secoli sovrapposti fa ancora leggere “in trasparenza“ le diverse fasi che pur figlie di periodi storici diversi, manifestano caratteri evidenti di continuità nei comportamenti e nei conseguenti effetti Per quanto sopra detto il P.O. dovrà avere particolare attenzione per tutto il patrimonio edilizio esistente sia diffuso che aggregato indicando le diverse tipologie di intervento sulla base delle diversità che questo patrimonio presenta.

Le strategie degli insediamenti 14 Il sistema insediativo è caratterizzato dalla presenza dalla presenza di tutta una serie di

piccoli centri diffusi sul territorio, in larga misura di antica formazione, cosi come da un centro, quale il Castelluccio, di maggiori dimensioni sia per quanto riguarda l’antica struttura che per l’edificato di recente formazione. Di tale sistema fa parte il capoluogo che, nato lungo l‘Arno, là dove il ponte tiene insieme le due sponde del fiume, è cresciuto in modo significativo nel corso degli ultimi decenni. Per i piccoli centri quali Lorenzano, posto sul crinale che va ad attestarsi sulla via di Lungo Fiume (via della Zenna), cosi come Ponina anch’esso inanellato dal crinale insieme a Vezza, Casavecchia, l’Apia, insieme a Bibbiano e Pieve S.Giovanni è prevista un ‘azione di tutela e valorizzazione del costruito di antica formazione cosi come di conferma del tessuto di più recente formazione. In particolare saranno valorizzate strutture di comunità quale la scuola materna a Pieve S. Giovanni cosi come tutta quella serie di circoli ricreativi che si caratterizzano quali luoghi di aggregazione e di relazione che ancora garantiscono il senso di comunità. Diverso l’atteggiamento del P.O. nei confronti delle realtà di Castelluccio e di Capolona, sia per i processi di formazione e crescita che ne hanno caratterizzato l’attuale assetto sia per il diverso ruolo che hanno svolto e che dovranno ancora svolgere. L’inserimento di mezzacosta di Castelluccio, formatosi a borgo lineare lungo il percorso in continuità con via dei Setteponti e via Campoluci che si diparte dalla città di Arezzo, collocato sulla falda è caratterizzato da una significativa crescita determinata, in epoca recente, dalla presenza di attività produttive che di fatto hanno influito sulla crescita stessa, sulle modalità di crescita e sulla riorganizzazione dei tessuti insediativi limitrofi. La frammistione tra le diverse funzioni, spesso tra di loro incompatibili fa pensare ad un P.O. che favorisca la rilocalizzazione delle attività produttive ed un conseguente processo di “rigenerazione urbana” che preveda nel tempo, con i debiti incentivi, una completa ridefinizione delle zone produttive fagogitate dall’insediamento di Castelluccio. Va da se che il P.O. dovrà analizzare l’eventualità di prevedere una nuova area per la rilocalizzazione dell’impianto di recupero materiali preziosi TCA, che dovrà comportare una trasformazione al di fuori del perimetro delle aree urbanizzate in forza dell’ art. 25 della L.R. 65/2014. Il capoluogo, nato sulla sponda destra dell’ Arno, quella delle Pievi, sul percorso dell’antica via Romea o più correttamente Teutonica disegnata dai pellegrini che si muovevano verso Roma; di fatto si sviluppa o meglio si forma attorno all’opificio “Soldini” connotandosi come “Città Fabbrica”. La fabbrica Soldini, cosi come gli altri insediamenti produttivi incidono fortemente sulla quantità della crescita ma le direzioni di questa come la forma della città seguono gli assetti oro- idrografici del territorio cosi come l’ antica struttura caratterizzata dal percorso territoriale caratterizzato dal lungo fiume disponendosi dapprima a borgo e poi strutturandosi, ma sempre mantenendo una forma allungata che segue le viabilità territoriali cosi come il fiume Arno. Fermo restando che il centro di Capolona ha ormai una sua forma ben definita, in larga misura confermata dal R.U., le azioni da promuovere sembrano, in coerenza con il vigente P.S. essere quelle di una riqualificazione complessiva della struttura urbana. Opera di riqualificazione con l’obiettivo di realizzare nel tempo una struttura urbana definita e compiuta in tutte le sue parti, dove attraverso un’opera di rammagliamento sia possibile rimettere insieme le diverse parti, garantendo permeabilità al tessuto e quindi favorendo la prossimità, la vicinanza da assumere quale valore alto per garantire il senso di comunità. 15 Opera di riqualificazione che passi attraverso una seria rivisitazione della attività produttive, per verificarne la compatibilità con l’insediamento già pensando ad interventi di

rigenerazione urbane, da attivarsi anche per fasi successive, che in particolare immaginino il ruolo che potrà svolgere l’area Soldini, posta in area centrale intorno alla quale si è formata e cresciuta la città. Si tratta di mettere in piedi un impianto normativo che consenta il mantenimento dell’ opificio ma che al tempo stesso ne favorisca una sua rivisitazione e/o rilocalizzazione anche attraverso l’uso di incentivi e premialità.

Le strategie per il territorio agricolo

Rispetto al territorio rurale saranno attivate strategie che colgano a pieno le diversità presenti cosi come le diverse condizioni per promuovere norme che tutelino e salvaguardino un patrimonio unico anche minimizzando le negatività ambientali e sviluppando azioni sostenibili. Il P.O. dovrà prendere atto che le attività agricole convivono e possono convivere con altre, quali l’ospitalità turistica diffusa che può svolgere l’ importante ruolo di presidio ambientale, in particolare per le zone a bassa produttività agricola che per quelle di maggior pregio; è appunto nella logica della tutela e mantenimento di un patrimoni storico, culturale ed ambientale che il P.O. opererà nella direzione della valorizzazione degli aggregati sparsi, cosi come di tutto quel patrimonio edilizio diffuso, che possono non solo dare risposte positive ad un abitare diverso da quanto offerto dai centri maggiori, ma garantire una presenza umana che favorisca quella attività di manutenzione che, se viene meno, crea problemi di forte degrado del territorio. In tal senso norme che favoriscano il recupero del patrimonio edilizio esistente abbandonato e non, cercando di rispondere positivamente in modo puntuale sulla base delle diverse attività dei diversi tipi edilizi, dei diversi livelli di definizione e compiutezza, del diverso livello qualitativo cosi come dei diversi materiali utilizzati. Particolare attenzione sarà posta nei riguardi dei piccoli aggregati ancora erogatori di servizi e punti di riferimento per una comunità diffusa che ad essi si riferisce e che in essi si identifica nei limiti del possibile. A questi piccoli centri dovrà essere garantito un minimo di crescita fisiologica; quali organismi viventi, che vivano la crescita e la modificazione come azione di tutela di un patrimonio che altrimenti andrebbe disperso. E’ a questi piccoli aggregati che va guardato con attenzione, per mantenere al loro interno strutture di comunità attività e servizi, cosi come le ultime botteghe intese, che spesso sono rimaste l’ultimo presidio sociale. Sia per gli aggregati che per gli edifici stessi sarà in ogni caso ricontrollata ed arricchita tutta la schedatura del P.S. cosi come del R.U. a disposizione del Comune, anche sulla base di indicazione dei cittadini che potranno, previa auto schedatura, proporre tipologie d’intervento diverse da quelle previste dal P.O.

Il sistema produttivo

Come già detto per le aree produttive poste in Località Castelluccio come per il calzaturificio nel centro di Capolona, è da precisare che la stragrande maggioranza delle attività produttive è collocata all’interno o in forte continuità con i contesti abitativi, cosi creando problemi che il P.O. non può in tempi brevi risolverlo, ma che obbligatoriamente dovrà affrontare applicando l’approccio metodologico ed operativo della rigenarazione urbana; incrementando in particolare l’attività dei contesti urbani, in ragione della pluralità di funzioni che questi possono contenere. 16 Saranno, come incentivo, verificate anche le possibilità di interventi di addizione volumetrica cosi come quelli di rilocalizzazione.

3. Il quadro conoscitivo di riferimento

Il Quadro Conoscitivo di riferimento è quello allegato al Piano Strutturale che costituisce la base per indirizzare le ricerche che dovranno essere svolte lungo il lavoro per il Piano Operativo. I temi emersi e le informazioni già possedute devono essere riprese e costantemente messe a confronto con la stesura del nuovo piano.

Il Piano Strutturale vigente approvato definitivamente il 15/06/2004 è composto dai seguenti elaborati:

A) Inquadramento storico del territorio :

A1 - Catasto Leopoldino e Catasto I° impianto; quadri d’unione.: scala 1:10.000. A2 - Mappa dei valori storici, architettonici ed ambientali del territorio: scala 1:10.000. A3 - Censimento del patrimonio edilizio rurale ante 1940: Relazione ed Elenchi immobili schedati A3a - Cartografia generale di riferimento: scala 1:10.000.

B) Caratteri delle risorsa ambientale:

B1 - Rappresentazione tridimensionale della morfologia del territorio (DTM): scala 1:20.000. B2 - Carta dell'uso del suolo non urbano: scala 1:10.000. B3 - Rappresentazione dei Tipi e delle varianti di paesaggio agrario: scala 1:10.000 B4 - Rappresentazione delle tipologie di tessitura del territorio agricolo (ricognizione dal P.T.C.) : scala 1:10.000 B5a - Carta dei vincoli sovraordinati: scala 1: 10.000. B5b - Carta dei vincoli sovraordinati: scala 1: 10.000. B5c - Carta dei vincoli sovraordinati. Area protetta Arno: scala 1:10.000

C) Caratteri della risorsa insediativa:

C1 - Rappresentazione della distribuzione e della consistenza delle strutture insediative: scala 1:10.000. C2 - Lettura della morfologia e struttura urbana del Capoluogo. C3 - Sintesi delle previsioni dello S.U. vigente: Capoluogo: scala 1:5.000.

D) Analisi delle strutture funzionali e di relazione:

D1 - Carta delle infrastrutture viarie e della mobilità: scala 1:10.000 D2a - Mappa dei servizi a rete - rete Telecom: scala 1:10.000 D2b - Mappa dei servizi a rete - Enel: scala 1:10.000 D2c - Mappa dei servizi a rete - Coingas: scala 1:10.000 D2d - Mappa dei servizi a rete - Nuove Acque: scala 1:10.000 D3 - Mappa della distribuzione delle attrezzature pubbliche: scala 1:5.000

E) Rapporto sui principali indicatori statistico-demografici e valutazioni sulle tendenze evolutive e sulle aspettative del sistema socio-economico:

E1 - Indagini socio-economiche E1a - Carta delle attività produttive: scala 1:25.000 E1b - Carta delle attività del settore terziario: scala 1:25.000 E2 - Relazione sulle attività di informazione, partecipazione ed ascolto dei cittadini ed Elenco dei 17 contributi. E3 - Mappa dei contributi individuali dei cittadini alla redazione del P.S.: scala 1.10.000

F) Indagini di compatibilità idraulica:

F - Relazione F1 - Bacino Arno: scala 1:50.000 F2 - Bacino Fossi Minori in Capolona: scala 1:50.000 F3 - Bacino Fossi Minori in Località Castelluccio: 1: 5.000 F4 - Sezioni Arno: scala 1: 10.000, 1:500 F5 - Sezioni affluenti Arno in Capolona: scala 1: 250 F6 - Sezioni idrauliche in Località Castelluccio: scala 1:250

G) Indagini di compatibilità geologica.:

G1 - Carta geologica: scala 1:10.000 G2 - Carta geomorfologica: scala 1:10.000 G3 - Carta litotecnica: scala 1:10.000 G4 - Carta idrogeologica: scala 1:10.000 G5 - Carta delle pendenze: scala 1:10.000 G6 - Carta dei dati e dei sondaggi di base: scala 1:10.000 G7 - Carta degli aspetti particolari per le zone sismiche: scala 1:10.000 G8 - Carta della pericolosità geologica: scala 1:10.00 G9 - Carta delle aree allagate: scala 1:10.000 G10 - Carta degli ambiti fluviali: scala 1:10.000 G11 - Carta della pericolosità idraulica: scala 1:10.000

Relazione geologica illustrativa Integrazione alle osservazioni dell’Ufficio Regionale Tutela del Territorio di Arezzo Allegati Dati e Sondaggi di Base

H) Relazione di sintesi del quadro conoscitivo:

H - Relazione di sintesi del quadro normativo

Quadro programmatico normativo:

TAV.

1 - Individuazione dei Sistemi territoriali, delle UTOE e delle principali Relazioni territoriali: scala 1:10.000 2 - Disciplina della risorsa ambientale: scala 1:10.000 3 - Disciplina della risorsa insediativa e delle strutture di relazione: scala 1:10.000 4 - Assetto dello spazio pubblico e delle sue relazioni con il territorio aperto: scala 1:5.000 5 - Individuazione delle aree di trasformazione che interessano il Piano Arno: scala 1:10.000 6 - Sovrapposizione aree di trasformazione con principali oggetti di Invariante: scala 1:10.000 7 - Tavola delle osservazioni dei cittadini: scala 1:10.000 All.1 - Statuto del luogo: risorse, azioni, strategie per il Governo sostenibile del territorio All.2 - Normativa per l’Attuazione del Piano All.3 - Relazione sulle attività di valutazione All.4 - Relazione illustrativa

Il Quadro Conoscitivo del Piano Strutturale costituisce la base per indirizzare le ricerche che dovranno essere svolte lungo il lavoro per il Piano Operativo. I temi emersi e le informazioni già possedute devono essere riprese e costantemente messe a confronto con la stesura del nuovo piano. 18 Studi geologici di supporto al piano operativo e di aggiornamento del ps

Il nuovo P.O. dovrà identificare come condizione prioritaria sul territorio la messa in sicurezza degli abitati e dei suoli rispetto alle principali fragilità idrogeologiche del territorio rappresentate da frane e aree sottoposte a periodici allagamenti, oltre che gli aspetti sismici indotti da eventuali terremoti. Il superamento delle condizioni di dissesto idrogeologico dovrà essere condizione prioritaria sul territorio e la definizione delle verifiche idrauliche per delimitare le aree a rischio di allagamento nelle aree urbanizzate. I cambiamenti che stanno avvenendo nel clima e più in generale nel sistema ambientale, stanno realmente influenzando le attività dell'uomo, per cui occorre capire e approfondire le concause con cui i continui cambiamenti indotti dall’uomo nel territorio sono in grado di interagire con i cicli naturali; in particolare i mutamenti climatici che hanno portato a eventi naturali di maggiore entità in periodi sempre più brevi condizionati dall'aumento dell'urbanizzazione. Il territorio di Capolona non ha subito eventi e calamità di elevata entità, ma occorre prevedere ed evitare l'instaurarsi di questi fenomeni. L’aggiornamento del quadro conoscitivo idrologico-idrogeologico e morfologico-geologico di tutto il territorio comunale è utile per una corretta pianificazione; per cui in occasione della redazione del nuovo P.O. saranno attivati nuovi studi di supporto al piano, in modo da predisporre il più velocemente possibile il nuovo scenario di pericolosità geologica, idraulica e sismica cui fare riferimento per le verifiche di fattibilità delle nuove proposte, in conformità e ai sensi della normativa vigente ovvero ai sensi del DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE 25 ottobre 2011, n. 53/R - (Regolamento di attuazione dell’articolo 62 della legge regionale 3 gennaio 2005, n.1 (Norme per il governo del territorio) in materia di indagini geologiche

Aspetti geomorfologici e geologici

Anche se il nuovo progetto urbanistico si occuperà di areali estesi al sistema insediativo, è necessario disporre di uno scenario geologico-morfologico sviluppato anche alle aree esterne; in particolare per il territorio collinare dove sono concentrati tali eventi. Si procederà alla elaborazione di una nuova carta geologica e geomorfologica che recupera anche i diversi lavori tematici effettuati nel corso del tempo riattualizzandoli rispetto alle nuove Direttive sulle indagini geologiche contenute nel DPGR.n.53/R/11, oltre una revisione congiunta con l'Autorità di Bacino del Fiume Arno; si procederà quindi al nuovo censimento di tutti i nuovi dissesti verificatisi sul territorio negli ultimi anni, in modo da ottenere un quadro geomorfologico più attuale e rispondente alle reali criticità presenti sull’intero territorio comunale, dalle aree collinari e/o pedecollinari, facendo maggiore attenzione alle forme a diretto contatto con insediamenti esistenti o in progetto. Conseguentemente alla ridefinizione delle dinamiche geomorfologiche in atto sul territorio si procederà alla elaborazione di una nuova cartografia della pericolosità geologica, in accordo con gli indirizzi normativi di settore che tenga conto della definizione areale, della tipologia di dissesto e della loro intensità.

Aspetti idraulici

Lo sviluppo urbano è concentrato nella zona di fondovalle dove saranno indagati con maggior dettaglio i fenomeni legati ai corsi d'acqua, in particolar modo all'asta fluviale del Fiume Arno (considerando gli studi di dettaglio del Piano Gestione Rischio Alluvioni dell'Autorità di 19 bacino dell'Arno) e integrando tali studi con rilievi e studi idraulici lungo i suoi principali affluenti prossimi all'abitato del capoluogo e delle frazioni interessate, facendo attenzione alla

zona di Castelluccio. Gli studi idraulici porteranno alla definizione di una cartografia della pericolosità idraulica in cui saranno definite le nuove portate che, se si dovessero rivelare superiori a quelle finora adottate e risultino essere significative, potranno portare ad una ridefinizione sia delle perimetrazioni delle aree soggette ad allagamento.

Aspetti sismici

Le aree urbane del territorio comunale di Capolona sono state soggette a studi di Microzonazione Sismica di primo livello che costituisce una vera e propria novità nell’ambito degli studi geologici di supporto alla pianificazione territoriale. Nel presente studio saranno considerati i risultati dei rilievi effettuati e sarà elaborata una cartografia della pericolosità sismica che evidenzi gli aspetti di amplificazione e potenziale perticolosità con le strutture esistenti e con quelle in fase di progetto.

Fattibilità delle opere

Per tutte le aree nelle quali sono previste trasformazioni e/o modifiche significative dell’uso del suolo si verificheranno gli effetti dei nuovi interventi proposti, in relazione alla tipologia ed al dimensionamento degli stessi e in relazione alle diverse condizioni di pericolosità geologica, idraulica e sismica del contesto locale. Sarà prodotta la cartografia di fattibilità geologica/idraulica/sismica e, per ciascuna delle aree assoggettate a Piano Attuativo (o Intervento Unitario in genere), sarà elaborata una “scheda” di fattibilità geologica/idraulica/sismica che indicherà le opportune indagini da eseguire e definirà gli eventuali interventi di sistemazione del suolo da realizzare preventivamente e/o contestualmente alla fase esecutiva.

4. Il programma delle attività di informazione e di partecipazione della cittadinanza alla formazione del piano operativo

Un piano urbanistico concepito all’interno del sistema legislativo toscano deve ricercare una sostanziale coerenza tra molte politiche e inevitabilmente, oltre ad interessare il territorio alle diverse scale di grandezza, deve mirare a coinvolgere anche le diverse dimensioni della società locale. Per questo il lavoro per il P.O. si dovrà svolgere attraverso una modalità di indagine aperta, avviando sin da subito un confronto tra il l’Amministrazione pubblica e la società locale, innanzi tutto per condividere una prima strutturazione operativa degli assi di sviluppo della città già indicati dal P.S..

Il nuovo piano dovrà poter contare quindi anche sulla base di un percorso partecipativo volto a costruire uno scenario strategico il più possibile condiviso, sulle competenze e sulle sollecitazioni degli abitanti.

Per fare questo occorrerà definire un adeguato progetto di comunicazione al fine di favorire il più ampio coinvolgimento e facilitare il dialogo con tutti i pertinenti attori pubblici, economici e sociali, interessati dalla trasformazione urbana. 20

Il grande sforzo di un lavoro così complesso dovrà infine tradursi in uno strumento che

renda più facile la gestione della sua fase applicativa, strutturandosi in modo chiaro e leggibile, favorendo la più facile e univoca interpretazione e semplificando per quanto possibile la sua parte normativa cartografica, anche come sintesi dei molti documenti, legislativi, pianificatori e regolamentari, che insistono sulla materia del governo del territorio.

“Il piano di partecipazione dei cittadini” prevede i seguenti 4 livelli di partecipazione :

1. l'informazione 2. la presentazione delle proposte 3. la progettazione partecipata 4. monitoraggio

Oltre a quanto sopra, il Comune, ha nominato il garante della comunicazione, figura istituzionale che in forza della L.R. 65/2014 riconosce e garantisce la partecipazione dei cittadini ad ogni fase del procedimento di pianificazione territoriale.

Dopo l’adozione del Piano Operativo, la pubblicazione sul BURT rende conto della possibilità di visionare l’atto di governo del territorio e i documenti relativi al procedimento di VAS (Rapporto Ambientale e Sintesi non Tecnica) e avvia il periodo di consultazione di 60 gg. In questo fase la partecipazione è garantita dalla possibilità di presentare contributi e osservazioni sia al Piano Operativo che ai documenti di VAS.

5. Gli strumenti sovraordinati

5.1. PIT/PPR

Come abbiamo già visto in premessa, ai contenuti ed alla disciplina del nuovo PIT/PPR dovrà fare riferimento la verifica di coerenza del Piano Operativo, per poi, una volta approvate le controdeduzioni alle osservazioni, essere ulteriormente verificato nella conferenza paesaggistica, prevista ai sensi dell’art. 21 della Disciplina di piano dello stesso PIT/PPR.

Di seguito si procede ad un sintetico esame dei principali contenuti del PIT/PPR attraverso i principali documenti:

- la disciplina del piano; - la scheda dell' ambito di paesaggio n. 12 – e Val tiberina; - gli elaborati relativi alla disciplina dei beni paesaggistici.

5.1.1 La disciplina del piano

La disciplina del piano è divisa in 4 titoli di cui il primo rappresenta “il piano di indirizzo territoriale con valenza di piano paesaggistico”, il secondo riguardante “ Lo statuto del territorio toscano” (di fatto il piano paesaggistico) ed il terzo relativo alla “strategia dello sviluppo sostenibile” in larga parte mutuato dal PIT 2007. 21 Il Titolo 1 della disciplina del piano definisce le finalità, i contenuti, la natura, l'articolazione della disciplina e il carattere delle disposizioni (artt.1-4) ed elenca all'art.5, gli elaborati del Piano.

Il Titolo 2 , nei Capi I, II, III, IV e V , definisce, descrive e disciplina lo statuto del territorio toscano con specifica attenzione al patrimonio territoriale ed alle sue invarianti così definite all'art.6, comma 3:

Invariante I - “I caratteri idrogeomorfologici dei bacini idrografici e dei sistemi morfogenetici”, definita dall’insieme dei caratteri geologici, morfologici, pedologici, idrologici e idraulici del territorio;

Invariante II - “I caratteri ecosistemici del paesaggio”, definita dall’insieme degli elementi di valore ecologico e naturalistico presenti negli ambiti naturali, seminaturali e antropici;

Invariante III - “Il carattere policentrico dei sistemi insediativi, urbani e infrastrutturali”, definita dall’insieme delle città ed insediamenti minori, dei sistemi infrastrutturali, produttivi e tecnologici presenti sul territorio;

Invariante IV - “I caratteri morfotipologici dei paesaggi rurali”, definita dall’insieme degli elementi che strutturano i sistemi agroambientali. Si ricorda che gli obiettivi generali e gli obiettivi specifici relativi a ciascuna invariante hanno una particolare importanza anche nel regime di salvaguardia relativo ai PTC ed ai PS e loro varianti approvati prima dell'approvazione del PIT. Di particolare rilievo le specifiche disposizioni per i centri ed i nuclei storici (art.10), con una puntualizzazione delle modalità con cui vengono perseguiti gli obiettivi di tutela e valorizzazione del sistema insediativo storico. All'art.12, nelle disposizioni relative alle invarianti strutturali, ai fini dell'individuazione del territorio urbanizzato, viene introdotto un riferimento alle “Indicazioni metodologiche per l'applicazione della carta alla perimetrazione del territorio urbanizzato alla scala comunale”, di cui all'Abaco dell'invariante strutturale III.

Il Capo III del Titolo 2 ( art.13) individua i 20 ambiti di paesaggio in cui è articolato il territorio regionale e definisce la struttura generale della relativa disciplina i cui caratteri specifici sono definiti per ciascun ambito in un' apposita scheda . Il Comune di Capolona è incluso nell'Ambito n.12 – Casentino e Valtiberina che comprende, oltre a Capolona , i comuni di , , , , Castel San Niccolò, , , , , , , , , , , Subbiano e Talla.

Il Capo IV del Titolo 2 definisce la disciplina dei beni paesaggistici e degli ulteriori contesti. In particolare l'art.14 così stabilisce al comma 1 l'oggetto della disciplina dei beni paesaggistici.

a) gli “immobili ed aree di notevole interesse pubblico” ai sensi dell’art. 134, comma 1, lettera a) e b) dell’art. 136 del Codice; b) le “aree tutelate per legge” ai sensi dell’art. 134, comma 1, lettera b) e dell’art. 142, comma 1, del Codice; c) ai sensi dell’art. 157 del Codice, i beni paesaggistici oggetto di notifiche eseguite, elenchi compilati, provvedimenti ed atti emessi ai sensi della normativa previgente, nonché agli immobili ed alle aree indicati al comma 2 del medesimo articolo.

Il Capo V del Titolo 2 disciplina il sistema idrografico della Toscana composto dai fiumi, torrenti, corsi d'acqua, nei suoi elementi biotici, abiotici e paesaggistici (art.16 ). Sempre all'art.16, il comma 4 stabilisce alcune specifiche azioni di tutela nella fascia di 150 mt dei corsi 22 d'acqua che debbono essere garantite dai comuni fino all'individuazione dei contesti fluviali in conformità alle indicazioni del comma 3 lettera a) dello stesso art.16.

Il Capo VII del Titolo 2 contiene un insieme di disposizioni sull'efficacia del Piano rispetto agli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica, agli interventi da realizzare sugli immobili e sulle aree soggetti a tutela paesaggistica, sulla conformazione e sulla verifica degli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica, sulla verifica dei piani attuativi e su specifici adempimenti indicati dal codice. Queste disposizioni distinguono con chiarezza l'”adeguamento” degli strumenti vigenti dalla “conformazione” dei nuovi strumenti alla disciplina paesaggistica (art.20), per l'individuazione delle aree di all'art. 143 comma 4, lettere a) e b) del Codice ( art.22) e con la definizione di specifiche disposizioni transitorie per concludere i procedimenti avviati (art.23).

Il Titolo 3 della Disciplina del Piano definisce la strategia dello sviluppo regionale. Il Capo I del Titolo 3 della Disciplina punta a estendere le possibilità di riconversione di aree industriali dismesse alla destinazione epr servizi collettivi e per dotazioni infrastrutturali (art.28 comma 4) , ridefinisce , in coerenza con la LR65/2014 la pianificazione territoriale in materia di grandi strutture di vendita (art.30) e le attività di valutazione e monitoraggio (art.33). Il Capo II del Titolo 3 della Disciplina, che fa parte dell'integrazione paesaggistica del PIT, ridefinisce in parte i contenuti dei progetti di paesaggio (art.34).

5.1.2 La scheda dell' Ambito di paesaggio n.12 – Casentino e Valtiberina

L'Ambito di paesaggio n. 12 include i comuni della provincia di Arezzo che si attestano sul Casentino e sulla Valtiberina. La scheda di ambito, come indicato all'art.13, comma 3, della Disciplina di Piano è articolata in 6 sezioni:

1. Profilo dell' ambito,

2. Descrizione interpretativa

3. Invarianti strutturali

4. Interpretazione di sintesi

5. Indirizzi per le politiche

6. Disciplina d'uso.

Da notare che gli obiettivi di qualità e le correlate direttive contenute nella disciplina d'uso delle schede di ambito sono parte integrante della disciplina del piano (art. 13, comma 4 della stessa disciplina): con le proposte di modifica anche gli indirizzi per le politiche.

Di seguito in modo assai sintetico si illustrano i principali contenuti della scheda di ambito con particolare riferimento al territorio del Comune di Capolona.

Invarianti strutturali

Contiene una dettagliata analisi e rappresentazione delle specifiche caratteristiche del territorio del Casentino e della Valtiberina, letto attraverso le quattro invarianti strutturali che informano lo statuto del territorio toscano: l' Invariante I relativa ai caratteri idrogeomorfologici dei bacini idrografici e dei sistemi morfogenetici; l'Invariante II che attiene ai caratteri 23 ecosistemici del paesaggio; l' Invariante III relativa al carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi urbani e infrastrutturali; l' Invariante IV riguardante i caratteri morfotipologici

dei sistemi agro ambientali dei paesaggi rurali.

E' su questa lettura ed interpretazione del patrimonio paesaggistico e territoriale dell'ambito che è stata impostata la disciplina di uso.

Interpretazione di sintesi

L'interpretazione di sintesi dell'ambito di paesaggio e costituita dalla descrizione e rappresentazione del patrimonio territoriale e paesaggistico e dalla individuazione delle criticità.

Nella carta del patrimonio territoriale e paesaggistico sono le strutture e gli elementi di contesto con valore patrimoniale: il sistema insediativo reticolare, le infrastrutture viarie e ferroviarie, gli insediamenti aggregati e sparsi, il sistema idrografico con la vegetazione ripariale, i nodi della rete ecologica , le aree a coltivazione tipica ed i mosaici colturali di particolare pregio, i boschi di castagno e gli altri boschi di rilevanza storico paesaggistica. Nell'interpretazione di sintesi tra i valori patrimoniali dell'area attorno a Capolona (sezione 4.1) si evidenzia come, nel settore meridionale del Casentino, il paesaggio agrario è caratterizzato da tessuti coltivati a prevalenza di culture arboree, come i mosaici culturali e particellari complessi d’impronta tradizionale (attorno a Bibbiano), i piccoli vigneti (tra Zenna e Capolona), gli oliveti tradizionali terrazzati (tra Pieve San Giovanni e Figline).

Nella carta delle criticità si evidenzia, per ciò che riguarda il bacino intermontano del Casentino, come le situazioni più critiche siano costituite dalle conurbazioni, con tendenze alla saldatura, nelle aree di fondovalle.

Indirizzi per le politiche

Di particolare interesse per il territorio di Capolona, gli indirizzi per le politiche da attuare distinti per aree territoriali:

“Nelle aree riferibili ai sistemi della Collina e Margine”: (punto 16) preservare nel territori di media collina, le relazioni tra sistema insediativo storico e paesaggio agrario, tutelando l’integrità morfologica degli insediamenti storici, e dei borghi di origine rurale come Bibbiano.

“Nelle aree riferibili ai sistemi della pianura e fondovalle”: (punto 21) garantire nelle aree di fondovalle e di pianura, azioni volte a evitare ulteriori processi di dispersione insediativa nelle piane alluvionali e di saldatura lineare lungo le riviere fluviali dell’Arno, e lungo le fasce pedecollinari, mantenendo i varchi in edificati e gli spazi agricoli residui, con particolare attenzione alle conurbazioni lineari residenziali/produttive lungo l’Arno (Subbiano-Capolona). (Punto 24) Perseguire una gestione finalizzata al miglioramento del continuum ecologico dei corsi d’acqua, anche attuando interventi di riqualificazione e di ricostruzione della vegetazione ripariale, con priorità per le aree classificate come “corridoio ecologico fluviale da riqualificare”, quale il corso del fiume Arno da Castel San Niccolò a Capolona. (Punto 25) Avviare azioni volte a salvaguardare, riqualificare e valorizzare le rive del fiume Arno: salvaguardando i varchi e le visuali verso il fiume; promuovendo interventi volti a riqualificare e ricostruire i rapporti storici tra fiume e tessuto urbano (waterfront urbani, viabilità e spazi pubblici rivieraschi, accessibilità al fiume e sua riconoscibilità nel contesto urbano). (punto 27) Riqualificare il sistema infrastrutturale di fondovalle. A tal fine è opportuno promuovere interventi di valorizzazione della ferrovia Arezzo-Stia. 24 Disciplina d'uso

La disciplina d'uso è costituita dalla definizione degli obiettivi di qualità e delle direttive che, come detto in precedenza, sono parte integrante della disciplina del piano, dall'indicazione di norme figurate che hanno funzione di indirizzo e dall'individuazione dei vincoli ai sensi dell'art.136 del Codice .

Gli obiettivi di qualità sono tre come indicato di seguito. - Obiettivo 1 . Tutelare gli elementi naturalistici di forte pregio paesaggistico e identitario dell’ambito… - Obiettivo 2. Contenere i processi di abandono delle zone montane e collinari, ridurre il rischio idraulico, rivitalizzare le economie legate all’utilizzo sostenibile del bosco, dei pascoli, dei territori agricoli. - Obiettivo 3. Tutelare e riqualificare dal punto di vista idrogeologico e urbanistico la pianura e i fondovalle dei fiumi Arno e Tevere e i fondovalle secondari.

Tutti e tre gli obiettivi di qualità interessano il territorio del comune di Capolona.

5.1.3 Individuazione e disciplina dei beni paesaggistici

Ai sensi del Codice , il Piano contiene la cosiddetta “vestizione”, ovvero la codificazione della descrizione, interpretazione e disciplina dei beni paesaggistici vincolati, ai sensi di specifici decreti (art. 136 del Codice ) o di legge ( art. 142 del Codice) . Come indicato nella relazione generale del piano paesaggistico “la vestizione dei vincoli per decreto” è costituita dai seguenti elaborati :

- Elenco dei vincoli relativi alle aree di notevole interesse pubblico di cui all’art. 136 del Codice ; - Elenco delle aree per i quali, alla data di entrata in vigore del Codice, risulta avviato il procedimento di dichiarazione di notevole interesse pubblico e relative Schede identificative;

- Schede relative alle aree di notevole interesse pubblico di cui all'art. 136 del Codice, contenenti: - Sezione 1 - Identificazione del vincolo - Sezione 2 - Analitico descrittiva del vincolo - Sezione 3 - Cartografia identificativa del vincolo scala 1:10.000 - Sezione 4 - Elementi identificativi, identificazione dei valori e valutazione della loro permanenza e trasformazione, disciplina d’uso articolata in Indirizzi, Direttive, Prescrizioni d’uso. Completano infine questa parte l’Elenco dei vincoli da sottoporre alla commissione paesaggistica regionale; l’Elenco dei vincoli ai sensi della legge 778/1922 e relative schede identificative; e infine il Modello di scheda di rilevamento delle aree gravemente compromesse o degradate formalmente condivisa con il Ministero.

Per quanto attiene invece ai beni paesaggistici di cui all’art.142 del Codice, le cosiddette ”aree tutelate per legge”, essi sono stati individuati sulla base dell'articolazione prevista dal D. Lgs 42/2004 ed ereditati dalla L.431/1985, nota come legge Galasso.

Ciascuna categoria di beni è stata oggetto di una specifica ricognizione, delimitazione e rappresentazione, nonché dell’elaborazione di una specifica disciplina, raccolta nell' elaborato 8B: “Disciplina dei beni paesaggistici ai sensi degli artt.134 e 157 del Codice.”

Particolarmente importanti nella disciplina dei beni paesaggistici sono le parti prescrittive 25 che entrano immediatamente in vigore ed alle quali devono attenersi gli strumenti urbanistici elaborati successivamente all'adozione del PIT.

È da segnalare all'art.4 della disciplina dei beni paesaggistici (elaborato 8B) , in relazione agli immobili ed alle aree di notevole interesse pubblico, l'individuazione di un ambito di pertinenza paesaggistica dei centri e nuclei storici che, fino all'adeguamento e conformazione degli strumenti urbanistici comunali, viene provvisoriamente individuato in una fascia di 300 mt dal perimetro delle zone A come già perimetrate negli stessi strumenti urbanistici. Di particolare rilievo è all'art.5 dello stesso elaborato 8B , il punto 3 che chiarisce come la rappresentazione cartografica delle aree di cui all'art.142 lettere a), b), c) , d), g) del Codice , per la metodologia utilizzata e per la natura stessa dei beni ha valore meramente ricognitivo. Nello stesso art.5 viene specificato, al punto 4, che nelle procedure di adeguamento e conformazione degli strumenti urbanistici al piano paesaggistico possono essere proposte le precisazioni previste nelle direttive della specifica disciplina e un quadro conoscitivo di maggior dettaglio che, una volta validate dal MIBACT e dalla Regione Toscana, sono recepite negli elaborati del piano. Ulteriori puntuali modifiche sono proposte per le direttive relative alle singole categorie dei beni cd. Per Legge. Galasso descritte e disciplinate nel capo III dell'elaborato 8B relativo alle aree tutelate.

6. Aspetti della valutazione ambientale strategica

Per quanto concerne la procedura di V.A.S. prevista dall'art. 5 bis ex. L.R. 10/2010 e successivamente disciplinata secondo i processi previsti dall'art. 23 e seguenti della medesima legge, si da atto che l'Amministrazione Comunale ha già svolto la fase prevista dall'art. 23 e cioè la definizione della fase preliminare con la redazione del documento previsto, la trasmissione agli SCA (soggetti competenti in materia ambientale) ed il recepimento dei relativi contributi. Tale percorso fu intrapreso nel 2014 in previsione di adottare il secondo Regolamento Urbanistico ma, l'imminente emanazione della nuova legge urbanistica regionale e la successiva implementazione paesaggistica del PIT, determinarono necessariamente un cambio di strategia rispetto allo strumento da prevedere. Ciò nonostante, la sensibilità del profilo strategico e gli obiettivi dello strumento allora enunciati e descritti anche nel documento preliminare di VAS non sono mutati rispetto a quanto delineato nel presente documento strategico di avvio del nuovo strumento di governo ed anzi, ora come allora, sono perfettamente coerenti con gli obiettivi di qualità e le direttive definite dal PIT paesaggistico e più in generale con i criteri di uno sviluppo sostenibile. Per questo motivo, trattandosi necessariamente come previsto per legge, di un documento preliminare che dovrà poi trovare adeguata implementazione nel rapporto ambientale commisurato alle effettive azioni di trasformazione che si andranno a delineare, ed in forza anche dell'art. 8 della medesima legge (semplificazione e non duplicazione dei procedimenti), si ritiene di acquisire come validi gli atti e le procedure già svolte, ripristinando la procedura di VAS per il Piano Operativo a partire dagli adempimenti previsti dall'articolo 24 e seguenti.

7. Enti e Organi pubblici ai quali si richiedono contributi tecnici e pareri

In considerazione della natura e degli obiettivi del nuovo Piano Operativo il Comune di 26 Capolona procede alla individuazione dei seguenti enti e organi pubblici ai quali si richiedono pareri e/o contributi tecnici nell’ambito del procedimento di Avvio da far pervenire entro 30

giorni:

• Regione Toscana • Provincia di Arezzo • Unione dei Comuni Montani del Casentino • Comuni di Arezzo, Subbiano, Castel Focognano, , Talla • Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo • Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Toscana • Soprintendenza Archeologica della Toscana • Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le provincie di Siena, Grosseto ed Arezzo • Gruppo Carabinieri Forestale di Arezzo • Genio Civile di Arezzo • Servizio idrologico Regionale della Toscana • Agenzia del Demanio • Autorità Idrica Toscana • Consorzio di Bonifica • ARPAT • AUSL 1 • Vigili del Fuoco • ANAS • Rete Ferroviaria Italiana • SNAM Rete Gas • ATO Rifiuti

27

8. Allegati: schede stato di attuazione

28

SISTEMA TERRITORIALE N.1 UTOE CASTELLUCCIO: U.I.R.1.1.1 Case Gemelli

Destinazione urbanistica: residenza Assetto urbanistico: gli edifici si svilupperanno intorno ad uno spazio di relazione centrale connesso alla strada Comunale tramite asta viaria dotata di marciapiedi, verde e parcheggi. Lo spazio centrale sar organizzato e reso fruibile come piazza e giardino di uso collettivo Studio progettuale di intervento proposto dalla Amm.ne comunale: SI Tipologie: case singole, case abbinate, case a schiera N. di piani f.t: 2 SUL: mq. 242 x14 = 3.388 mq. Volumetria: 14 abit. x 750 mc. = 10.500 mc. N. abitanti: 5 x 14 abit. = 70 Dotazione di spazi di uso collettivo: - parcheggi: ab. 70 x 3,00 mq. = mq. 210; - verde: ab. 70 x 7,00 = mq.490 Dotazioni di parcheggi di uso privato: - mc 10.500/8 = mq.1312,5 Prescrizioni particolari: possibilit di realizzare orti condominiali nel settore nord SINDACO: Dott. Marco Brogi

RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: Dott.Arch. Cristina Frosini

GARANTE DELLA COMUNICAZIONE: Geom. Simone Franci

REDAZIONE: Dott.Arch. Roberto Verdelli

Collaboratori: Dott.Ing. Romina Benevieri Dott.Arch. Pamela Sereni 254.4 253.4 255.8 250.6 255.0 VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA: Dott. Ing. Stefano Corsi

252.3 254.9 253.8 254.1 255.2 255.4 255.6 INDAGINI GEOLOGICHE E STUDI

254.9 IDRAULICI: Progeo Associati: Geol. Fabio Poggi Geol. Massimiliano Rossi

252.3 255.4 254.1 254.7 253.4 255.0

GEMELLI 255.5

252.0 254.3 254.1

135 255.4 255.5 253.6

253.1 255.1

252.7

PIAZZA 250.5

250 MAGALOTTO 255.4 254.0 254.0 252.7 254.7 248.4

255.2

250.7 252.9 251.4 252.2

254.4 254.4 CASTELLUCCIO 253.8

MAGGIO

I 247.4 253.0 BAL

247.1 254.6 VIA 254.7 254.4 254.5

GIUGNO 254.1

250.6

254.2 253.7

254.4 254.5 239.7

236.7

254.7

254.6 249.0 238.7 222.5 232.7 DELLO 226.9 UTOE PIEVE S.GIOVANNI: U.I.R. 1.2.1 Pieve S. Giovanni

Destinazione urbanistica: residenza Assetto urbanistico: come da Piano di Lottizzazione convenzionato (intervento in fase di completamento) Studio progettuale di intervento proposto dalla Amm.ne comunale: No Volumetria: mc. 5.000 N. abitanti: 5 x 7 abitaz.= 35 ab. SINDACO: Dott. Marco Brogi

RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: Dott.Arch. Cristina Frosini

GARANTE DELLA COMUNICAZIONE: Geom. Simone Franci

REDAZIONE: Dott.Arch. Roberto Verdelli

Collaboratori: Dott.Ing. Romina Benevieri Dott.Arch. Pamela Sereni

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA: Dott. Ing. Stefano Corsi

INDAGINI GEOLOGICHE E STUDI IDRAULICI: Progeo Associati: Geol. Fabio Poggi Geol. Massimiliano Rossi

336.9 340 327.4

359.1 339.2 30

344.5 341.6 3 351.5

355.0

40 3 339.7

336.9

50 3 350.5 350.7 341.2 350.5

361.3 355.9 350 343.4

354.9 351.4

356.0

340.8 359.0 360.4 112 PIEVE 356.6

SAN GIOVANNI 357.3 360 361.6 342.7

357.8

VIA 357.9 356.9 356.6 359.0

355.4 359.3 345.2

356.3

354.6 MICHELANGELO 360.2 349.0 351.7

358.6 353.8 PIAZZA 358.4

VIA CASTELLO 359.0

360.0 P 353.7 340.7 348.6 IE 1 RTA' VALA LIBE BUONARROTI 358.7 NDI DELLA 340 337.2 358.8 PIAZZA 2 3 340.7 4 356.6 350.3 V 5 IA

355.2 353

328.5 326.4 352.6 352.3 PIEVE SAN GIOVANNI 340.7 343.1 346.7

346.3 326.6

337.3 330 335.8 315.3

341.9 337.3

324.8

320

318.4 331.4 332.5 310

323.5 318.5

314.8 325.8 315.8

310.8 UTOE FIGLINE: U.I.R.1.5.1 Figline

Destinazione urbanistica: residenza Assetto urbanistico: realizzazione di un unico edificio con intervento diretto Studio progettuale di intervento proposto dalla Amm.ne comunale: NO Tipologie edilizie: casa singola. N. di piani f.t: 2 SUL: mq. 242 x 1 = 242 Volumetria: 1 x 750 = mc. 750 N. abitanti: 5 x 1 abitaz . = 5 Dotazione di spazi di uso collettivo: - non richiesta Dotazioni di parcheggi di uso privato: - mc 750/8 = mq. 94 Prescrizioni particolari: data la natura rurale del contesto dovranno essere rispettate le norme del R.U. per gli interventi di nuova edificazione allRinterno del territorio aperto relativamente a tipologie, materiali, coloriture, sistemazioni esterne SINDACO: Dott. Marco Brogi

RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: Dott.Arch. Cristina Frosini

GARANTE DELLA COMUNICAZIONE: Geom. Simone Franci

REDAZIONE: Dott.Arch. Roberto Verdelli

Collaboratori: Dott.Ing. Romina Benevieri Dott.Arch. Pamela Sereni

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA: Dott. Ing. Stefano Corsi

INDAGINI GEOLOGICHE E STUDI IDRAULICI: Progeo Associati: Geol. Fabio Poggi Geol. Massimiliano Rossi

UTOE 1C.5 Figline

117 116

16 (N.56) 251.3 251.7 267.4 250.8 253.8

258.7 261.6 TORRE NTE RITOTO SPICCHIO

251.1

255.5 249.5 267.7 DELLO 258.2

253.7 255.6 261.2

FIGLINE

260.4

257.2 256.2 246.2

S.P. 258.8 255.6 257.8 UTOE BELLAVISTA: U.I.R.1.7.1 Bellavista

Destinazione urbanistica: residenza + ristorante con locali per ospitalit Assetto urbanistico: come da disciplina del Piano di recupero approvato Volumetria: mc. 5.765 N. abitanti: 2,5 x 16 abitaz. = 40 ab. UTOE 1C.7 Bellavista

SINDACO: Dott. Marco Brogi

RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: Dott.Arch. Cristina Frosini

GARANTE DELLA COMUNICAZIONE: Geom. Simone Franci E=17272

482.3 443.1 478.5 444.5 446.2 450 480 REDAZIONE:

452.1 480.8 Dott.Arch. Roberto Verdelli 440.6 444.6 483.8 442.4 443.7 Collaboratori: 440.7 480 452.2 Dott.Ing. Romina Benevieri

440 470 440.5 Dott.Arch. Pamela Sereni 480.8 438.4 451.6

438.5 438.1 460 487.4 VALUTAZIONE AMBIENTALE 483.3 438.2 STRATEGICA: 439.6 458.4 Dott. Ing. Stefano Corsi 435.6 451.4 486 Pogg 434.9 444.0 459.3 Marce INDAGINI GEOLOGICHE E STUDI IDRAULICI: 435.2 Progeo Associati: 436.4 431.9 431.4 451.2 459.3 Geol. Fabio Poggi 483.7 435.1 441.7 Geol. Massimiliano Rossi 430

427.3 450.9 458.5

432.0 427.3 438.0 445.2

479

4 480 40 4 443.6 459.6 70

467.8

460.5 450.0

431.5 455.6 470.8 446.0 450.4

460

452.4 455.1 445.9

440 427.9 436.4 449.8 444.8 BELLAVIS 426.3 450

449.6 435.0 SISTEMA TERRITORIALE N. 2 UTOE CAPOLONA NORD - LA FORNACE: U.I.R. 2.1.1 Lama 1

Destinazione urbanistica: residenza; ammesso lRinserimento di attivit commerciali, direzionali, artigianato di servizio esclusivamente negli edifici con tre piani f.t. per una quota non superiore al 30% della SUL di questRultimi da collocarsi al piano terra e solo per le attivit direzionali anche al piano primo Assetto urbanistico: gli edifici si svilupperanno intorno ad uno spazio di relazione centrale disponendosi su due livelli: il primo prossimo alla Via Casella con edifici a tre piani f.t e lRaltro pi a monte servito da viabilit interna parallela alla precedente con edifici a due piani f.t. Fra lRambito destinato ai lotti di intervento e la via Casella sar sistemata una fascia destinata a ricevere parcheggi e verde pubblici, percorsi pedonali e/o ciclabili, alberature, arredo urbano e gli accessi agli edifici in modo da configurare un qualificato spazio fruibile come strada-giardino pedonale. Studio progettuale di intervento proposto dalla Amm.ne comunale: SI Tipologie: edifici in linea, a schiera, a corte N. di piani f.t : 2 nel settore a monte e 3 in quello a valle SUL: mq. 242 x 30 = mq.7.260 Volumetria: 30 x 750 mc. = 22.500 mc . N. abitanti: 5 x 30 abitaz. = n.150 Dotazione di spazi di uso collettivo: - parcheggi: = 150 x 3,00 mq. = mq. 450 - verde: 150 x 7,00 mq. = mq. 1050 Dotazioni di parcheggi di uso privato: - mc 22.500/8 = mq.2.813 Prescrizioni particolari: dovr essere garantita la continuit del percorso di matrice storica che collegava in origine con la zona della Fornace assimilandolo nelle sistemazioni delle aree pedonali laterali alla nuova viabilit di servizio del settore a monte SINDACO: Dott. Marco Brogi

RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: Dott.Arch. Cristina Frosini

GARANTE DELLA COMUNICAZIONE: Geom. Simone Franci

REDAZIONE: Dott.Arch. Roberto Verdelli

Collaboratori: Dott.Ing. Romina Benevieri Dott.Arch. Pamela Sereni

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA: Dott. Ing. Stefano Corsi

INDAGINI GEOLOGICHE E STUDI IDRAULICI: Progeo Associati: Geol. Fabio Poggi Geol. Massimiliano Rossi

266.6 .1 301.9 291.5 281.0 ELLI VIA

265.5 TORT AP1 BORSELLINO

P

VIA

266.0 312.5 305.1 284.2 266.7 2.1.6 P 2 264.8 297.2 U.I.R. VIA 2.1.2/B 271.5 U.I.R. P 310.7 265.1 VIA

90 266.2 2 P 295.0 266.6 VIA 265.6 VIA .6 2 GARIBALDI 300 AP1 277.3

280

AP1 2 265.4 264.8 310 V 70 IA 2 266.0 P 266.0 287.8 302.9

15.3 272.6 2.1.2/A U.I.R. 269.6 AP1 265.0 VI 265.7 P 264.7 2 265.4 303.2 2 319.5 AP1 270.7 LAMA AP1 PIAZZA 264.6 NENCE 265.1 265.3 AP1 P TTI

313.6 2.1.1 U.I.R.

264.0 270.0 AP1 2 P 264.0

300.4 P AP1 264.0 AP1 264.2P 268.3P 2 286.6 AP1 P 319.1 D'ACQUISTO 262 300.9 2 P 2 2.1.1 U.I.R. 263.9 313.2 263.9 2 2 264.9 301.8 AP1 P VIA VIA 270.7 262.9 P 264.5 263.9 303.6 2 LARGO 293.4 AP2 MATTEOTTI

263.6 291.0 2.1 2 SUBBIANO 296.6 265.1 264.4 263.6 263.0 271.4 AP0 APC 3a

286.7 ASELLA

C 263.2 264.4 2 263.6

279.0 1 265.1 LA TTORIO APC 70.2 VI 271.0 DI AP3

AP1 262.7 UTOE CAPOLONA NORD-LA FORNACE: U.I.R. 2.1.2 Lama 2A : (ex sottozona C3)

Destinazione urbanistica: Residenza; ammesso lRinserimento di attivit commerciali, direzionali, artigianato di servizio. per una quota non superiore al 30% della SUL da collocarsi al piano terra e solo per le attivit direzionali anche al piano primo Assetto urbanistico: come da Piano attuativo convenzionato in corso di completamento. Fra lRambito destinato ai lotti di intervento e la via Casella sar sistemata una fascia destinata a ricevere parcheggi e verde pubblici, percorsi pedonali e/o ciclabili, alberature, arredo urbano e gli accessi agli edifici in modo da configurare un qualificato spazio fruibile come strada-giardino pedonale. Studio progettuale di intervento proposto dalla Amm.ne comunale: SI (in base al precedente S.U.) Tipologie: edifici in linea, a schiera, a corte N. di piani f.t: 3 Volumetria: . mc.13.000 Prescrizioni particolari: dovr essere garantita la continuit del percorso di matrice storica che collegava in origine con la zona della Fornace assimilandolo nelle sistemazioni delle aree verdi SINDACO: Dott. Marco Brogi

RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: Dott.Arch. Cristina Frosini

GARANTE DELLA COMUNICAZIONE: Geom. Simone Franci

REDAZIONE: Dott.Arch. Roberto Verdelli

Collaboratori: Dott.Ing. Romina Benevieri Dott.Arch. Pamela Sereni

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA: Dott. Ing. Stefano Corsi

INDAGINI GEOLOGICHE E STUDI IDRAULICI: Progeo Associati: Geol. Fabio Poggi Geol. Massimiliano Rossi

266.6 .1 301.9 291.5 281.0 ELLI VIA

265.5 TORT AP1 BORSELLINO

P

VIA

266.0 312.5 305.1 284.2 266.7 2.1.6 P 2 264.8 297.2 U.I.R. VIA 2.1.2/B 271.5 U.I.R. P 310.7 265.1 VIA

90 266.2 2 P 295.0 266.6 VIA 265.6 VIA .6 2 GARIBALDI 300 AP1 277.3

280

AP1 2 265.4 264.8 310 V 70 IA 2 266.0 P 266.0 287.8 302.9

15.3 272.6 2.1.2/A U.I.R. 269.6 AP1 265.0 VI 265.7 P 264.7 2 265.4 303.2 2 319.5 AP1 270.7 LAMA AP1 PIAZZA 264.6 NENCE 265.1 265.3 AP1 P TTI

313.6 2.1.1 U.I.R.

264.0 270.0 AP1 2 P 264.0

300.4 P AP1 264.0 AP1 264.2P 268.3P 2 286.6 AP1 P 319.1 D'ACQUISTO 262 300.9 2 P 2 2.1.1 U.I.R. 263.9 313.2 263.9 2 2 264.9 301.8 AP1 P VIA VIA 270.7 262.9 P 264.5 263.9 303.6 2 LARGO 293.4 AP2 MATTEOTTI

263.6 291.0 2.1 2 SUBBIANO 296.6 265.1 264.4 263.6 263.0 271.4 AP0 APC 3a

286.7 ASELLA

C 263.2 264.4 2 263.6

279.0 1 265.1 LA TTORIO APC 70.2 VI 271.0 DI AP3

AP1 262.7 UTOE CENTRO - CALIANO: U.I.R. 2.2.1 Caliano 1

Destinazione urbanistica: Residenza Assetto urbanistico: come da Piano di Lottizzazione convenzionato Volumetria: mc. 17.100 N. abitanti: 115 SINDACO: Dott. Marco Brogi

RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: Dott.Arch. Cristina Frosini

GARANTE DELLA COMUNICAZIONE: Geom. Simone Franci

REDAZIONE: Dott.Arch. Roberto Verdelli

Collaboratori: Dott.Ing. Romina Benevieri Dott.Arch. Pamela Sereni

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA: Dott. Ing. Stefano Corsi

INDAGINI GEOLOGICHE E STUDI IDRAULICI: Progeo Associati: Geol. Fabio Poggi Geol. Massimiliano Rossi

2

322.7 311.0

338.9 323.1

332.9 304.8

330.0 313.1 340 342.5

344.6 329.3

316.7

343.1

337.0 326.8 352.9

2.2.3 U.I.R. 334.5

315.0 345.1 352.8 339.7 333.5 314.7 336.3 325.2

2.2.3 U.I.R. 350

326.8 330.5 308.3 299 341.6 337.9 2.2.1 U.I.R. 340 321.5 330 CALIANOP 336.7 320 298.3

309.4 315.2 300.9 330.9 34.8 2.2.2 U.I.R. 320.7 310

300 284.8 288.6

290

VIA

271.7 308.9 300.8 279.0 4 287.6 280 273.9 268.9

264.0 270

LIBERTA' 271.9 2 269.2 (N.71) 263.8 281.7 268.8

AP1 IA 279.5 V

300 265.0 4 ROMAGNOLA

268.4 263.8 3a

290 263.6 AP1 2 IGNORELLI 279.6 S 261 CASENTINESE 268.5 262.0

VIA 270 280 UMBRO RARCA VIA T VIA PE 261.2 2 262.4 A LLE NDE VIA 3a

261.5 262.5 2 260.9 2 2 260.6 F ERMI 260.9 PIAZZA 2 DELLA VATA CAPOLONA UTOE CAPOLONA SUD: U.I.R. 2.3.1 Il Pino 1

Destinazione urbanistica: Residenza Assetto urbanistico: come da Piano di lottizzazione convenzionato in fase di completamento Volumetria: mc. 10.060 N. abitanti: 67 270 270.2 271.7 291.3

S.P. CATIOLO

280 272.5

DE 279 LLO 075 SPICCH 269.8 270 291.6 278.9 IO 269.9 SINDACO: 290

(N.56) Dott. Marco Brogi IL PINO

1 RESPONSABILE DEL

269.5 TO 262.9 PROCEDIMENTO: R 288.7 VIA RE Dott.Arch. Cristina Frosini NTE

281.2 GARANTE DELLA COMUNICAZIONE: Geom. Simone Franci 267.0

285.4 300.4 ALDO REDAZIONE: 265.5 Dott.Arch. Roberto Verdelli

Collaboratori: 318.2 Dott.Ing. Romina Benevieri Dott.Arch. Pamela Sereni 331.1 1 290.7 266.0 VALUTAZIONE AMBIENTALE

327.8 STRATEGICA: Dott. Ing. Stefano Corsi 2.3.1 294.7 U.I.R. 2.3.1 U.I.R. INDAGINI GEOLOGICHE E STUDI 327.5 IDRAULICI:

330 318.8 Progeo Associati: 2.3.1 U.I.R. Geol. Fabio Poggi Geol. Massimiliano Rossi

318.8 287.3 309.4

329.2 2 336.9 2.3.2 U.I.R. 302.9 2

370 IL PINO 380 300

359.8 310

280 321.9 329.4 2.3.2 U.I.R. 298.0 2 360 2 305.5 320 330.3 2.3.2 U.I.R. 368.4

350

305.9 270.6 355.3

301.5 340 IL PINO

358.5

286.3 2 261.6 330.4

304.6 PARADISO087 50029 330 UTOE CAPOLONA SUD : U.I.R. 2.3.4 Il Paradiso 2

Destinazione urbanistica: Residenza. Assetto urbanistico: lRattuazione avverr come completamento della ex zona C Comparto PEEP la Nussa articolandosi in due settori di intervento: il primo a monte per 6 unit abitative (A) ed il secondo a valle per 4 u.a. (B). Gli interventi possono essere attuati come due comparti separati Studio progettuale di intervento proposto dalla Amm.ne comunale: NO Tipologie: edifici in linea, a schiera, case singole, case binate N. di piani f.t: 2 SUL: A: mq. 242 x 6 = 1.452 mq. B: mq. 242 x 4 = 968 mq. Volumetria: A: 6 x 750 mc. = 4.500 mc. B: 4 x 750 mc. = 3.000 mc N. abitanti: A: 5 x 6 abitaz. = n. 30 B: 5 x 4 O = n. 20 Dotazione minima di spazi di uso collettivo: - parcheggi: A: ab. 30 x 3,00 mq. = mq. 90 B: ab.20 x 3,00 mq. = mq. 60 - verde: A: ab. 30 x 7,00 mq. = mq. 210 B: ab.20 x 7,00 mq. = mq.140 Dotazioni di parcheggi di uso privato: A: mc 4.500/8 = mq.562 B: mc.3.000/8 = mq.375 Prescrizioni particolari: ER prescritto il rispetto dei terrazzamenti esistenti e la relativa manutenzione; gli interventi dovranno salvaguardare per quanto possibile le aree olivate da costruzioni SINDACO: Dott. Marco Brogi

RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: Dott.Arch. Cristina Frosini

GARANTE DELLA COMUNICAZIONE: Geom. Simone Franci

REDAZIONE: Dott.Arch. Roberto Verdelli

Collaboratori: Dott.Ing. Romina Benevieri Dott.Arch. Pamela Sereni

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA: Dott. Ing. Stefano Corsi

INDAGINI GEOLOGICHE E STUDI IDRAULICI: Progeo Associati: Geol. Fabio Poggi Geol. Massimiliano Rossi

2 3 2 275.9 305.5 320 330.3 2.3.2 U.I.R.

350

305.9 270.6

301.5 340 IL PINO

286.3 2 261 261.6 330.4

304.6 2 PARADISO087 50029 330

323.3 2 2.3 283.7 269.1 U.I 41.0

310.6 261.6 2

320 320

334.0 257.9 2.3.4/A 341.0 312.8 291.4 U.I.R. 261.6 265.5

328.6 336.0 300

310

329.8 80 2 257.1 310.7 290 263.4 336.9 321.7 281.0

2 1

319.0 270

265.2 334.2 258.7

299.2 CARTIERA 340 274.5 314.5

330 2 332.8 (N.56)

269.5 310 320 2 310.3 00 239.3 3 317.0 259.4 283.7 241.9 .9

305.2 290

274.9

259.9 239.5 253 2.3.3 U.I.R.270.5 301.2 285.0

300 271.1

ARNO SPICCHIO 290 2.3.3 U.I.R.

254.8

280

291.2 280.1 261.5 271.0 239.0

2.3.3 U.I.R.

255.7 2.3.3 U.I.R. UTOE CAPOLONA SUD : U.I.R. 2.3.5 S. Martino SoprRArno

Destinazione urbanistica: Residenza. Assetto urbanistico: come da Piano di Lottizzazione convenzionato Studio progettuale di intervento proposto dalla Amm.ne comunale: NO Tipologie: edifici in linea, a schiera, case singole, case binate N. di piani f.t : 2 SUL: 1.452 mq. Volumetria: 5.000 mc N. abitanti: come da P.d.L . Dotazione di spazi di uso collettivo: come da P.d.L. Dotazioni di parcheggi di uso privato: come da P.d.L. Prescrizioni particolari: nessuna SINDACO: Dott. Marco Brogi

RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: Dott.Arch. Cristina Frosini

GARANTE DELLA COMUNICAZIONE: Geom. Simone Franci

REDAZIONE: Dott.Arch. Roberto Verdelli

Collaboratori: Dott.Ing. Romina Benevieri Dott.Arch. Pamela Sereni

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA: Dott. Ing. Stefano Corsi

INDAGINI GEOLOGICHE E STUDI IDRAULICI: Progeo Associati: Geol. Fabio Poggi Geol. Massimiliano Rossi

309.2

279.5 286.7 FOSSO 290.7 300.7 287.0

273.3

277.0 286.4

287.0 292.5 283.8

DELLE

267.5 298.1 280

286.8 276.5 308.1 288.2

Es 03 290 278.1 268.4

283.2 300 306.4

284.8 Es 01

282.3 271.3 267.2 304.1 296.7 283.5 291.6 283.0

300

264.4 SAN MARTINO CASE LLE 272.10 SAN MARTINO SOPR'ARNO 265.7 0 SOPR'ARNO 290.0 273.0 271.4 300.5 .P. 292.1 S 284.9

2 268.1 263.7 297.2 296.1 2 267.3

280.1 292.1 271.5 263.2

294.5 2 270.7 267.1 2 2

272.9 2 265.0 (N.56) SAN MARTINO 260

287.0 282.3 269.3 284.9 SOPR'ARNO 256.9 264.7 262.8 276.2

SO 250 280 2 2 275.0 262.2

271.6

270 .7 260 267.2 40 259.5 2

ICCHIO 250 SP

4 261.4 255.3 250 259.4 250 245.7

VALIANO ELLO D ME 240.6 U FI

260.3 259.0 40

2 239.2 261.2 260 257.2

252.1 S.P. 250 245.2 SISTEMA TERRITORIALE N.3 UTOE BIBBIANO: U.I.R. 3.1.1 Bibbiano 1

Destinazione urbanistica: Residenza. Assetto urbanistico: come da Piano di Lottizzazione convenzionato in fase di completamento Volumetria: mc.6.170 Abitanti: 41 Destinazione urbanistica: Residenza. Assetto urbanistico: come da Piano di Lottizzazione convenzionato SINDACO: Dott. Marco Brogi

500 RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: B IB B 500.3 IANO 497.3 Dott.Arch. Cristina Frosini 509.1 501.2 490.5

490 490.8 GARANTE DELLA 508.6 488.9 COMUNICAZIONE: Geom. Simone Franci

508.3 487.0 20 5 489.0

508.0 REDAZIONE: 495.4 Dott.Arch. Roberto Verdelli

530 499.3 488.5

510 500 489.9 Collaboratori:

540 508.0 490 Dott.Ing. Romina Benevieri 492.4 Dott.Arch. Pamela Sereni

521.5 486.4 507.8 497.7 VALUTAZIONE AMBIENTALE 549.2 STRATEGICA: Dott. Ing. Stefano Corsi

INDAGINI GEOLOGICHE E STUDI 501.8 IDRAULICI:

514.7 Progeo Associati: 561.3 532.7 508.4 Geol. Fabio Poggi Geol. Massimiliano Rossi 560

540 551.5

550 533.7 497.8 .8 509.4

530 519.9 535.6 529.5

508.4 520 50002

519.4 518.6 521.3 516.9 515.1 510 BIBBIANO 487.5 510 509.7 490

490 501.7 485.0 493.0

486.6 502.6 504.8 497.9 060 497.0 506.3 503.9 482.6

470.8 469.2 477.1 487.6 498.0 480

491.5

473.3 459.7

458.8 454.3 470 460

449.9 450.6

450 451.5 454.7 440