COMUNE DI PROVINCIA DI

STUDIO GEOLOGICO A SUPPORTO DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO (L.r. 11 marzo 2005, n°12 – D.g.r. 22 dicembre 2005, n° 8/1566 - D.g.r. n.8/7374 del 28 maggio 2008 - D.g.r. 30 novembre 2011 n.IX/2616 )

REVISIONE E INTEGRAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE ESISTENTE

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INDICE

1. PREMESSA pag. 1

2. ARTICOLAZIONE DEL LAVOR “ 3

3. PRESENTAZIONE DEL TERRITORIO “ 5

4. DESCRIZIONE DELLE CARTE TEMATICHE “ 7

4.1. Carta litostrutturale “ 8 4.2. Carta geomorfologica e dei processi geomorfici in atto “ 25 4.3. Confronto con gli strumenti di pianificazione sovraordinata “ 46 4.3.1. Piano per l’Assetto Idrogeologico del Bacino del Po (P.A.I) “ 47 4.3.2. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Bergamo “ 47 4.4.3. Piano Territoriale Regionale “ 49 4.4. Carta idrogeologica “ 50 4.4.1. Risorse idriche di Onore “ 53 4.4.2. Corsi d’acqua “ 57 4.4.3. Osservazioni climatologiche “ 59 4.5. Carta litotecnica “ 68 4.5.1. Stratigrafie “ 70 4.6. Carta dei vincoli “ 72 4.7. Carta degli scenari di pericolosità sismica “ 73 4.8. Carta di sintesi e/o della pericolosità geologica “ 79 4.11. Carta della Fattibilità Geologica di Piano “ 87

5. CONCLUSIONI E RICHIAMI NORMATIVI “ 92

6. BIBLIOGRAFIA “ 100

ALLEGATI:

A.1. - Proposta di revisione della cartografia P.A.I. “ 109

A,2. - Prescrizioni geologiche per il Piano delle Regole “ 147

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1. PREMESSA

Il Comune di Onore è dotato di uno studio geologico in appoggio alla sua pianificazione territoriale e urbanistica, redatto ai sensi della D.g.r. 18 maggio 1993 n 5/36147 (“Componente geologica nella pianificazione comunale supporto al Piano Regolatore Generale.” - ECOGEO, 2005). Tale documento è stato prodotto poco tempo prima che fossero emanati i primi criteri regionali, specifici per la definizione della componente geologica nei P.G.T. (D.G.R. 22 dicembre 2005, n° 8/1566 - “Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio”). È probabilmente questo il motivo per cui Regione Lombardia ha ritenuto «conforme lo studio geologico ai criteri della d.g.r. 6645/01 e alle disposizioni dell’art.18 delle N.d.A. del P.A.I.» (Prot. z1.2006.19188 del 31 luglio 2006) seppure con alcune precisazioni, tra le quali:

- « ... allo studio geologico di supporto alla pianificazione deve essere allegato, come parte integrante, lo studio di approfondimento sulle conoidi redatto nel 2003» eseguito in relazione agli adempimenti per il P.A.I. (“Pericolosità per colate di detrito in aree di conoide ed idraulica – Perimetrazione della Pericolosità in corrispondenza dell’abitato di Onore (Bergamo) - Ai sensi della D.G.R. 29 ottobre 2001, n. VII/6645 (allegato 3” - ECOGEO, 2003)

- «... all’atto dell’adozione del nuovo P.G.T. comunale, l’analisi della componente sismica del presente studio geologico dovrà essere rivista secondo le procedure indicate dai criteri», che oggi appunto sono vigenti.

È evidente quindi che al momento presente (2013) deve essere rivista, rielaborata e integrata quanto meno una parte dello studio geologico che accompagna il P.G.T. di Onore, in funzione degli ultimi Criteri che, per altro, nel corso degli ultimi anni hanno subito più di una revisione (D.G.R. 28 maggio 2008. n.8/7374; D.G.R. 30 novembre 2011, n.IX/2616). A ciò si aggiunge il fatto che lo stesso Comune intende riconoscere come proprio confine amministrativo quello definito sulla base delle mappe catastali e non quello rappresentato sulla Carta Tecnica Regionale; ciò comporta la revisione tematica di tutte le aree periferiche del territorio comunale, poiché gli ambiti definiti dal nuovo confine sono diversi da quelli considerati in precedenza.

La revisione critica dello studio geologico comunale si rende necessaria anche per il fatto che sono emersi ulteriori e più approfonditi dati geologici e geomorfologici riguardo al territorio comunale, che richiedono modifiche sostanziali della “Carta Geomorfologica con Legenda Uniformata P.A.I.”, per la compilazione della quale era stato effettuato anche o studio di approfondimento sulle colate detritiche già citato.

Con l’occasione della stesura del nuovo P.G.T., il Comune di Onore ha quindi incaricato lo scrivente GEOTER s.a. per raccogliere ed uniformare la numerosa consistenza di indagini geologiche eseguite da diversi Professionisti nel corso degli ultimi quindici anni, ed effettuarne una revisione e un adeguamento ai Criteri regionali più recenti.

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In particolare si espongono nel presente documento nuove analisi geologiche (litologia, geomorfologia e idrogeologia) delle parti di territorio urbanizzate e ad esse adiacenti, unificando tali elementi sulla base topografica comunale e/o su quella più recente della Comunità Montana Valle Seriana, entrambe in formato digitale. Ciò consente di aggiornare anche la Carta dei Vincoli e la Carta di Fattibilità Geologica di Piano, strumenti determinanti nella redazione del nuovo Piano di Governo.

Le analisi geologiche sono aggiornate mediante nuovi rilevamenti sul terreno, e sono riportate sugli elaborati grafici in conformità con i “Criteri e indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio, in attuazione dell’art.57, comma 1, della L.r. 11 marzo 2005, n.12”, emanati con D.G.R. n.8/7374 del 28 maggio 2008 e integrati dalla D.g.r. 30 novembre 2011 n.IX/2616.

Per i rilevamenti sono utilizzate la cartografia aerofotogrammetrica della Comunità Montana Valle Seriana Superiore in scala 1:5.000 (edizione 2004) e quella, pure aerofotogrammetrica del Comune di Onore in scala 1:2.000 (edizione 2000); per la rappresentazione grafica dei tematismi di inquadramento sono utilizzate la stessa cartografia della Comunità Montana e la Carta Tecnica Regionale (volo 1978, edizione 1981) in scala 1:10.000 o 1:5.000; per rappresentare la fattibilità geologica di Piano è usata la base cartografica comunale (adeguata di scala e grafismi, secondo le necessità).

Le analisi geologiche e le conseguenti valutazioni espresse saranno recepite e trasferite in scelte esecutive dal Progettista del P.G.T., che verificherà la congruità delle sue unità areali di lavoro con le relative delimitazioni e limitazioni, stante il fatto che “ai sensi dell’art.8, comma 1, lettera c) della L.r. 12/05 nel Documento di Piano del P.G.T. deve essere definito l’assetto geologico, idrogeologico e sismico del territorio ai sensi dell’art.57, comma 1, lettera a)”.

Al fine di rendere più breve, ove possibile, il tempo necessario per l’istruttoria di questo lavoro, la nuova proposta di “Carta Geomorfologica con Legenda Uniformata P.A.I.” è già stata sottoposta separatamente all’esame per l’approvazione regionale.

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2. ARTICOLAZIONE DEL LAVORO

In primo luogo è stata raccolta ed esaminata la documentazione geologica comunale esistente, parte cartacea (studio sulle conoidi, varie relazioni geologiche e geotecniche relative a costruzioni) e parte in forma digitale (studio di supporto al P.R.G., studio per il R.I.M.).

La carta litologica (geologica) viene aggiornata e ampiamente corretta mediante un confronto con la cartografia regionale (CARG) e alcuni rilevamenti mirati; è completamente ridisegnata in CAD sulla base topografica della Comunità Montana in scala 1:10.000, utilizzata anche per la quasi totalità delle altre carte tematiche prodotte. Le sezioni geologiche, che nello studio precedente costituivano una tavola separata, sono rappresentate assieme alla carta litologica mentre quelle della carta idrogeologica sono riprese anche da alcune pubblicazioni scientifiche, dove le analisi effettuate trovano positivo riscontro.

Gli esiti del rilevamento geomorfologico condotto dapprima con particolare attenzione ai settori più interessati dall’urbanizzazione e su ampie porzioni del territorio montano hanno reso evidente la necessità di un completo rifacimento della carta geomorfologica, in considerazione delle forti implicazioni che questo tema ha con la sicurezza del centro abitato e con la classificazione delle aree di pericolosità geologica del P.A.I. Per ottenere la necessaria chiarezza di lettura, questa carta è redatta in scala 1:5.000 (anziché 1:10.000). Ovviamente questo lavoro ha dato un supporto determinante alla revisione (rifacimento) della carta geomorfologica con legenda uniformata P.A.I. (in scala 1:10.000).

La carta idrogeologica è interamente rivista in rapporto alla nuova definizione litologica. Vi è aggiunte la rappresentazione delle principali strutture idrogeologiche del territorio, importante al fine della protezione delle risorse idriche locali. Le posizioni dei pozzi e delle sorgenti captate dai diversi acquedotti per uso potabile è verificata e aggiustata. Anche la carta litotecnica è rivista e rieditata in funzione della litologia, con l’importante aggiunta delle ubicazioni di scavi, sondaggi e prove geotecniche, ricavati dall’archivio dell’Ufficio Tecnico Comunale, e della rappresentazione delle stratigrafie.

Il significativo aggiornamento delle carte di analisi ha reso necessaria la stesura di una nuova carta di sintesi della pericolosità geologica, che si discosta, talvolta molto, dalla precedente a causa delle più dettagliate definizioni della carta geomorfologica e di quella con legenda uniformata P.A.I.

Anche l’indagine sismica di I livello e la conseguente carta di Pericolosità Sismica Locale sono state completamente rielaborate, onde renderle conformi alla Normativa vigente.

Al termine di tutto questo lavoro, ovviamente è proposta una carta di fattibilità geologica di Piano completamente nuova, sia in scala 1:10.000 sia in quella 1:2.000, in modo da soddisfare l’esigenza che l’indicazione geologica sia sovrapponibile (alla stessa scala) a quella delle scelte urbanistiche. Conformemente alla Normativa, essa riporta la sovrapposizione delle zonazioni di pericolosità sismica.

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La cartografia geologica comunale ridisegnata in formato digitale è completata con l’elaborazione dei formati shape file, necessari per l’aggiornamento del quadro regionale e la pubblicazione del P.G.T. sul B.U.R.L..

La presente nota illustrativa rivisita integralmente e sostituisce la precedente relazione dello studio geologico di P.R.G. (2005). Le proposte riguardanti le prescrizioni di fattibilità geologica e di prevenzione del rischio sismico, da recepire nel Piano delle Regole, sono interamente riscritte.

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3. PRESENTAZIONE DEL TERRITORIO

Dal punto di vista amministrativo il territorio di Onore è compreso nella Comunità Montana Valle Seriana, in provincia di Bergamo; si trova nella parte medio-alta del bacino del Gera- Valleggia-Borlezza (alla stessa asta torrentizia sono attribuiti nomi diversi a seconda dei territori che attraversa), si estende per una superficie complessiva di circa km2 11,50, prevalentemente sulla sinistra (Sud) del torrente, dove è anche ubicato il centro abitato capoluogo, ma si apre per circa due chilometri quadrati anche sul lato settentrionale, incuneandosi tra i territori di e di , verso la località Canechel, sotto la cima del monte Paré.

1 km

Corografia tratta da IGM 1:25.000 adattata 1:41.000 - la linea verde marca il confine comunale di Onore

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Il territorio è delimitato a Est dalla valle di Romentareck o valle Rovena (Ruina) e comprende, a Sud del Valeggia, il bacino del Varro, che culmina con l’omonima cima (m 1.214 s.l.m.); verso Sud è racchiuso dallo spartiacque dei bacini del Varro e della valle dei Dadi, con le cime di Punta Vallerina (m 1.401 s.l.m.) e del monte Cornèt (m 1.429 s.l.m.). Il confine divide in due il bacino del Righenzolo per raggiungere la Cima Pizzo (m 1.190 s.l.m.), continuare all’estremità occidentale del Comune sul pianoro di Falecchio e proseguire lungo la valle Volpera e la valle di Bi, sino alla sella di Canechel.

I tratti geomorfologici e paesaggistici fondamentali del territorio di Onore sono fortemente condizionati dalla componente litostrutturale, cioè dal tipo e dalla giacitura delle masse rocciose, e dalla dinamica delle acque superficiali, con riferimento anche ad un contesto idrografico diverso da quello attuale. Nel settore settentrionale prevale la morfologia rupestre, "dolomitica", della valle del Bi e di quelle del Vago e di Rovena, nella quale emergono talora svettanti guglie e pareti subverticali (Dolomia Principale) sopra le quali si distendono pendii erbosi meno acclivi e abetaie, queste ultime discendono fino a raggiungere le frazioni di Ombregno e Poerza, dove si aprono le ampie superfici prative subpianeggianti, resti di antiche piane alluvionali.

Nel settore meridionale, i rilievi del monte Varro, di Punta Vallerina o del monte Cornèt, sono scolpiti nelle masse rocciose grigio-rosate e un po’ friabili della Dolomia Principale e negli strati grigio-nerastri del Calcare di Zorzino (sono entrambe formazioni triassiche) e danno luogo sia a forme aspre e turrite, sia ad aree denudate e in erosione, dove dalla roccia pervasivamente fratturata si originano vasti “ghiaioni”; queste abbondanti fasce di detriti di versante sono in gran parte coperte da prato o da bosco, ma nei fondovalle, riprese dalle acque di torrenti impetuosi e soggette a frequenti eventi di trasporto in massa (debris flow), si distendono a colmare i solchi della valle del Varro, delle valli dei Dadi e del Righenzolo, come anche accade lungo l’asta principale del reticolo, quella del Gera-Valeggia. Alcune di queste fasce, dove si è accumulato molto detrito alluvionale, col tempo si sono diffusamente rinverdite e in parte sono state soggette a rimboschimento, come nell’alta valle di Varro (Valzelli) o lungo il Righenzolo in territorio di .

Elementi di spicco del paesaggio di Onore sono anche i terrazzi fluvioglaciali; essi costituiscono le ampie superfici sub-pianeggianti, sopraelevate qualche decina di metri (30-40) rispetto ai corsi d’acqua e che rappresentano parte del cosiddetto Altopiano di . Si tratta di alluvioni post- glaciali quaternarie formate da strati suborizzontali di ghiaia, sabbia e limo, con intercalati banchi di conglomerati ben cementati. Meno evidente è invece l’impronta propriamente glaciale quaternaria: essa si coglie localmente presso Falecchio e Costa Pù.

Un’intensa urbanizzazione abbastanza recente e tuttora in atto, legata soprattutto alla villeggiatura e al turismo, ha determinato una forte e pervasiva trasformazione di parte del territorio, soprattutto nelle fasce subpianeggianti. Le ampie superfici prative che si aprivano su entrambe le sponde del Gera-Valeggia e del Righenzolo, un tempo vocate all’agricoltura e all’allevamento del bestiame tipici della montagna, negli ultimi tre decenni sono state coperte da edilizia residenziale, creando una fascia pressoché ininterrotta tra Pramezza e il centro di Onore. Nel settore settentrionale del Comune, tra il 1980 e il 1990, anche le contrade del Brugai e di Ombregno hanno subito una intensa edificazione.

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Dedicata maggiormente alle attività produttive e alla ricreazione, ma egualmente molto densa, è invece l’urbanizzazione sviluppatasi sulla sponda destra del torrente Gera-Valeggia e presso l’ingresso del Capoluogo; qui ha anche sede un depuratore consortile. Nell’ultimo decennio hanno avuto attuazione anche alcuni comparti artigianali presso Spluss, sul pianoro del terrazzo fluvioglaciale a valle di Poerza, in fregio alla strada provinciale del Passo della Presolana.

Definendo il quadro geologico più generale, si può certamente affermare che il territorio di Onore che appartiene al dominio delle Alpi Meridionali: è caratterizzato da unità rocciose in prevalenza calcaree e dolomitiche, coinvolte in un’ ampia sinforme (con asse Est-Ovest) che, come in una culla, contiene la piana fluvioglaciale quaternaria clusonese-castionese e ne determina, oltre che la forma, la convergenza di circuiti idrici superficiali e sotterranei. In effetti, l’assetto idrogeologico dell’area, i bacini di alimentazione delle acque sotterranee e i loro punti di recapito sono condizionati dalla natura dei terreni e dalla giacitura delle principali forme tettoniche.

Le sorgenti di Onore, poche e tutte di modesta portata, una volta erano utilizzate a scopo potabile ma oggi sono utilizzate solamente per alimentare le fontane pubbliche; esse scaturiscono dai sedimenti quaternari e sono soprattutto collegate al passaggio tra i banchi di conglomerato (poroso) il sottostante livello di terreno argilloso o il più antico substrato roccioso. Il forte spessore di ghiaia conglomerato e altri sedimenti glaciali quaternari presente nel fondovalle del Gera–Valeggia costituisce un importante acquifero, dal quale oggi si attinge mediante pozzi che alimentano sia l’acquedotto di Onore sia quelli di alcuni Comuni limitrofi. A questa favorevole situazione idrogeologica si aggiunge un regime pluviometrico caratterizzato da una piovosità annua media di 1.500 mm, con una modesta percentuale di precipitazioni nevose.

4. DESCRIZIONE DELLE CARTE TEMATICHE

I tematismi rivisti, corretti, integrati o aggiunti nel corpo del presente lavoro sono sostanzialmente quelli svolti nel precedente studio geologico a supporto del P.R.G. (ECOGEO, 2005). Nella pagine seguenti si illustrano le scelte e i contenuti di questi elaborati, nuovi o rinnovati, che sono fondamentali per la proposizione della nuova Carta della Fattibilità Geologica per le Azioni di Piano e, quindi, per appoggiare le scelte del nuovo P.G.T. di Onore. Gli elaborati grafici di questo studio sono dunque costituiti da:

1. Carta litostrutturale con sezioni geologiche scala 1:10.000 2. Carta geomorfologica e dei processi geomorfici in atto scala 1:5.000 (2 fogli) 3. Carta geomorfologica con legenda uniformata P.A.I. scala 1:10.000 4. Carta idrogeologica con sezioni idrogeologiche scala 1:10.000 5. Carta litotecnica scala 1:10.000 6. Carta dei vincoli scala 1:10.000 7. Carta di pericolosità sismica locale (1° livello) scala 1:10.000 8. Carta di sintesi della pericolosità geologica scala 1:5.000 (2 fogli) 9. Carta della Fattibilità Geologica di Piano scala 1:10.000 9a-c. Carta di Fattibilità Geologica di Piano per le aree urbanizzate scala 1:2.000 (3 fogli)

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4.1. Carta litostrutturale (tavola 1)

La carta litologica illustra la distribuzione in superficie delle diverse formazioni rocciose e dei terreni sciolti (“di copertura”) nel territorio dei Onore. Le rocce ed i terreni sono distinti in base alle unità formazionali e alla loro natura chimico-fisica; sono indicate le giaciture dei giunti di strato e delle principali discontinuità strutturali negli ammassi rocciosi, che sono elementi necessari per comprendere i tratti geomorfologici e idrogeologici dell'area (a tale proposito sono evidenziate anche le sorgenti) e darne valutazioni tecniche riguardo alle possibili trasformazioni urbanistiche. Nello stesso elaborato sono indicate i punti per i quali si hanno a disposizione descrizioni stratigrafiche e dati geotecnici, ottenuti da sondaggi, scavi, prove in situ; questi permettono di conoscere in dettaglio le caratteristiche del sottosuolo e di ricostruire accurate sezioni geologiche soprattutto delle unità quaternarie, alcune delle quali sono riportate nella stessa tavola. Nella carta litotecnica le stratigrafie sono riportate graficamente.

Le masse rocciose sono distinte e cartografate in base ai correnti criteri litostratigrafici scientifici; operando anche un confronto con la cartografia geologica di Regione Lombardia (Progetto “CARG”). I terreni sciolti di versante, quelli alluvionali (recenti o antichi) e quelli glaciali, che rappresentano i contesti maggiormente interessati dalle trasformazioni antropiche (edilizia), sono suddivisi in base ai processi che li hanno formati, alla loro composizione litologica e granulometrica e alla loro età, seguendo ove possibile la classificazione allostratigrafica delle carte regionali, con qualche riferimento anche alle classificazioni utilizzate nel precedente studio geologico del P.R.G. di Onore.

Le varie unità litologiche - che si tratti di rocce o di terre - sono rappresentate in carta mediante campiture colorate e sono distinte in tre gruppi principali: - “TERRENI QUATERNARI ASSOCIATI ALLA FISIOGRAFIA ATTUALE”, quelli cioè prodotti dall’evolu- zione morfologica recente e attuale del territorio; - “TERRENI QUATERNARI E TERZIARI NON PIÙ ASSOCIATI ALLA FISIOGRAFIA ATTUALE”, quelli che rimandano ad ambienti di formazione e a situazioni paleogeografiche ben diverse da quelle attuali; - “ROCCE”, che costituiscono l’ossatura del territorio.

Per quest’ultima categoria è proposta solamente una definizione più corretta dei limiti tra le diverse formazioni e i terreni di copertura; le distinzioni litologiche sono le stesse del precedente studio geologico.

In accordo con i più recenti studi sul Quaternario, si evidenzia la distinzione di due diversi tipi di terreno che coprono l’Altopiano tra Castione e : si tratta di terreni prevalentemente alluvionali che colmavano uno o più antichi solchi fluviali che scorrevano in posizioni diverse da quella del corso d’acqua attuale: uno si trova più a Nord (“paleoalveo di Castione”) e uno più a Sud (“paleoalveo di Falecchio”).

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A

B

Sezioni interpretative della geometria dei terreni alluvionali antichi e recenti nella parte medio alta del bacino della Valle Borlezza estratti da alcune figure realizzate da C.Ferliga e contenute in QUI SI FA IL PONTE edito dal Comune di Songavazzo (2004): in alto (A) si osservano l’antico alveo di Castione a Nord e in posizione più elevata rispetto agli attuali terreni di fondovalle in una sezione tra Castione e il monte Varro; in basso (B) si osserva l’antico paleoalveo di Falecchio (FA) rispetto ai terreni fluviali antichi di Castione (FC) in cui successivamente si sono deposti i terreni glaciali (GL) e le alluvioni di fondovalle attuali (FV).

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La tabella di comparazione esposta qui di seguito ha lo scopo di chiarire i rapporti tra la precedente classificazione dei terreni (ECOGEO, 2005) e quella aggiornata secondo i criteri stratigrafici più recenti. Va comunque sottolineato che le differenze nel complesso del lavoro non risultano solamente da diverse classificazioni stratigrafiche adottate, ma che ci si è trovati anche nella necessità di correggere frequenti errori di rilevamento e dunque di interpretazione e di correlazione, per cui non è detto che nelle due versioni della carta gli areali delle stesse unità geologiche coincidano sempre.

Ecco alcuni esempi: A) - nell’unità “terreni fluvioglaciali”, alla quale di regola si associano i sedimenti alluvionali antichi collegati ad uno scaricatore glaciale, il precedente studio assegna anche molti detriti di falda e di trasporto in massa che caratterizzano il versante del Varro e la cui origine ed età sono totalmente diverse dal fluvioglaciale. B) - Nella precedente carta geologica non si coglie la chiara relazione che c’è tra il terrazzo di Poerza e Ombregno Bassa (Nord del Valeggia) e quello di Costa Pù (Sud del Valeggia), attribuendo a “roccia calcarea” gli affioramenti di conglomerato. C) - In località Cascina Dreher sono classificati come “terreni di conoide” degli accumuli di frana recente o antica.

Ecogeo, 2005 GeoTer, 2014

Depositi superficiali Terreni quaternari associati alla fisiografia attuale

riporti (r) detriti di falda (dt) detriti di falda (df) detriti di falda colonizzati (dti) depositi connessi a trasporto in massa o frana (fr) e Depositi connessi a trasporto in massa ( TM ) o frana (fr) conoidi (co) alluvioni attuali (al1) alluvioni attuali (a) alluvioni recenti (ar) alluvioni recenti (al2) SINTEMA PRATI DI STA (PTT) depositi fluvioglaciali SINTEMA DELLE STALLE DI ONITO (SON)

Terreni quaternari o terziari non più associati alla Depositi superficiali fisiografia attuale

CONGLOMERATO DI FINO DEL MONTE (FIM) e sua depositi fluviali e di conoide antica (dca) alterazione superficiale (dca) – alluvioni antiche - CONGLOMERATO DI CASTIONE DELLA PRESOLANA (NEP) e depositi fluviali e di versante antichi (dfa) sua alterazione superficiale (dfa) – alluvioni antiche - SINTEMA DI CORNO CERESA (ERE) - glaciale - CONGLOMERATO DI SAN BERNARDO (CSB) - alluvioni e depositi glaciali antichi: a) depositi limoso-sabbiosi (mo2a) detriti antichi cementati - b) depositi di versante (mo2b) GRUPPO DI COLLE DELLA SPESSA: CONGLOMERATO DI VAL VOLPERA E DELLA MOIA (CD) – alluvioni antiche - e TILLITE DI SANT’ANTONIO (TSI) – glaciale - SERIE DI ONORE (SO): alluvioni antiche e limi lacustri

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TERRENI QUATERNARI ASSOCIATI ALLA FISIOGRAFIA ATTUALE

Tra questi terreni si possono operare tre grandi distinzioni, sulla base dei fenomeni che hanno concorso alla loro formazione: si hanno così i DEPOSITI DI VERSANTE, i DEPOSITI DELLE ACQUE SUPERFICIALI e quelli in cui sia l’azione gravitativa sia quella idraulica concorrono alla loro formazione, cioè i DEPOSITI PER TRASPORTO IN MASSA. A questi si possono aggiungere i DEPOSITI ANTROPICI, rappresentati da riporti e discariche, cioè da materiali litici e terrosi rimaneggiati dall'azione dell'uomo (questa categoria, nonostante sia cospicuamente presente nel territorio di Onore, non è rappresentata sulla cartografia precedente).

DEPOSITI ANTROPICI

Si tratta di terreni rimaneggiati e/o di depositi di inerti, connessi in genere agli scavi dell’edilizia o ad altre attività antropiche. Nel territorio di Onore accumuli di questi materiali sono molto frequenti all’interno dei comparti edificati (residenziali e produttivi) dove, al fine di favorire la rappresentazione dell’originale morfologia naturale questi riporti e livellamenti non sono evidenziati.

I riporti (terrapieni, livellamenti) sono distinti solamente laddove essi hanno un cospicuo volume, notevole estensione e significativo spessore, come accade, ad esempio, a Spluss in fregio alla strada provinciale, presso gli impianti sportivi e il depuratore consortile, sulle sponde del Gera- Valeggia, nella zona di Pregù e in valle Righenzolo, a Pruis Bassa.

Talvolta livellamenti e riporti riguardano il recupero di aree in forte erosione, come presso la sbocco della valle del Varro, o di ambiti di cava, come alla confluenza tra la valle dei Dadi e la valle Righenzolo (Cava Bot). Si tratta in genere di terre con basso o medio grado di addensamento, che presentano un fuso granulometrico ampio (dai ciottoli ai limi sabbiosi); è materiale che in genere proviene da scavi edili.

DEPOSITI DI VERSANTE

La formazione dei sedimenti (o depositi) di versante è soprattutto legata alla disgregazione fisico- chimica operata sulle masse rocciose dagli agenti atmosferici e climatici e all'azione di trasporto dovuta alla forza di gravità. A valle delle fasce rupestri più acclivi (monte Cornet, monte Varro e monte Bracchio) e delle scarpate di conglomerato, sovente aggettanti, che bordano la valle Gera- Valeggia, soprattutto alla confluenza degli affluenti minori, si accumulano pietrisco e blocchi staccati dal crioclastismo e dal lento agire della forza di gravità sulle stessi pareti rocciose, più o meno disgregate; sovente anche l’eccessivo sviluppo della vegetazione causa la disgregazione di tali masse rocciose esposte e vasti accumuli di detriti si generano per la progressiva erosione di fronti denudati di vecchie frane di terra lungo l’asta del Valeggia. In tali depositi la frazione granulometrica prevalente è quella della ghiaia sabbiosa, con clasti a spigoli vivi (pietrisco) e blocchi; talvolta a valle dei banconi fluvioglaciali di conglomerato si presentano grossi blocchi franati, come lungo via Fantoni nei pressi della chiesetta di Sant’Antonio.

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Tutti questi materiali nella carta geologica sono indicati come detriti di falda e, in funzione della quantità di suolo e di vegetazione che vi si è sviluppata sopra, sono distinti in detrito di falda sciolto (dt) e detrito di falda colonizzato o inerbito (dti). La seconda categoria è la più diffusa, mentre detriti sciolti si trovano soprattutto sulle sponde del Gera Valeggia sopra la strada della valle di Tede. L’età di questi sedimenti è recente o attuale (Pleistocene superiore – Olocene).

A B

Falda di detriti sciolti lungo la Valle Gera (A) e pendio di detriti colonizzati in valle dei Dadi (B)

DEPOSITI DA TRASPORTO IN MASSA E/O DI FRANA

Si tratta di terreni nella cui formazione è forte l’azione della forza di gravità, ma la presenza di acqua costituisce l’agente determinante del movimento e dunque del profondo rimaneggiamento del materiale che caratterizza questi depositi. Nell’area di Onore si tratta in prevalenza di pietrisco calcareo-dolomitico misto a sabbia prodottosi a causa della forte e pervasiva fratturazione delle masse rocciose. In occasione di eventi alluvionali cui conseguono forti deflussi d’acqua nei solchi vallivi grossi volumi di tali detriti possono essere presi in carico dalla corrente, trasportati a valle anche per centinaia di metri o qualche chilometro e dare origine a depositi di trasporto in massa ( tm ). Questi sedimenti sono diffusi soprattutto nel bacino del Varro, dove sono ora ben colonizzati da vegetazione spontanea e da rimboschimenti, nella valle dei Dadi e nel vallone che scende a Ovest del monte Cornet. Si possono considerare appartenenti alla stessa categoria anche gran parte dei terreni dei compluvi minori che affluiscono al torrente Gera-Valeggia dalla sinistra idrografica (Varro, Righenzolo e Dadi), anche se attualmente, a causa di evoluzione naturale e di regimazioni idrauliche attuate, le condizioni di deflusso delle piene in tali alvei inducono soprattutto erosione spondale o di fondo e locale sovralluvionamento.

Nei terreni più fini, come i depositi glaciali, è sufficiente poca acqua per raggiungere condizioni di saturazione e di instabilità (smottamento) dando così origine ad accumuli di frana (fr); essi caratterizzano soprattutto i piccoli impluvi alle spalle del centro abitato di Onore, dove scaturiscono piccole sorgenti (Cascina Dreher, Cascina Fontana, Corna Pisarota, Canai). In qualche caso questi terreni si sono stabilizzati naturalmente (cascina Dreher) in altri sono stati attuati interventi di consolidamento (Corna Pisarota, cascina Fontana). L’età di questi terreni è recente o attuale (Pleistocene superiore – Olocene).

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A B

Terreni dovuti a trasporto in massa colonizzati in valle Varro (A) e terreni di frana presso cascina Fontana (B)

DEPOSITI DELLE ACQUE SUPERFICIALI

Sono i terreni alluvionali, cioè i sedimenti originati dall'azione delle acque incanalate (torrenti, fiumi). Nel territorio di Onore sono collegati al corso del Gera-Valeggia e dei suoi tributari. La delimitazione di questa categoria è ripresa dalla cartografia precedente, ma vi è introdotto un maggior numero di distinzioni di unità (cfr. CARG, foglio “Breno”); ciò consente di meglio comprendere i rapporti tra i diversi terrazzi alluvionali quaternari; sono distinti in base all’età, alla granulometria e alla presenza di suolo.

Depositi alluvionali attuali (aa): si trovano lungo gli alvei attuali di tutti i corsi d’acqua di Onore in cui siano presenti terreni sciolti (prevalentemente ghiaia (pietrisco) con ciottoli e poca sabbia); i blocchi e i ciottoli hanno spigoli vivi a motivo del modesto trasporto subìto.

Depositi alluvionali recenti (ar): sono terreni più vecchi e di regola più addensati di quelli attuale; essi formano ristrette superfici pianeggianti sui due lati del torrente Gera-Valeggia, prevalen- temente a Est del centro abitato, e ai margini degli alvei del Varro, dei Dadi e del Righenzolo, un tempo pertinenze delle colate di detriti. La natura litologica e i caratteri tessiturali di tali terreni sono gli stessi delle alluvioni attuali, ma si può notare un maggiore contenuto di frazione fine e un’avanzata pedogenesi, con sviluppo diffuso di vegetazione prativa (Pruis Alto, Pramedà e Arecc) e/o arborea (piana del Righenzolo). Anche nella valle del Varro si rileva un’incipiente colonizzazione spontanea di questo tipo di terreno, in parte compromessa dal passaggio di motocross, che rimuovono il sottile strato di suolo. Nella valle dei Dadi, nonostante l’evidente anastomizzazione del torrente, le sistemazioni idrauliche effettuate (inalveamento) hanno consentito una rinaturalizzazione con rapido sviluppo di vegetazione pioniera (pino mugo) anche all’interno dei canali. Si tratta di sedimenti di età dal Pleistocene Superiore all’Olocene.

- SINTEMA DEI PRATI DI STA (PTT): sono le alluvioni antiche che formano il primo ordine di terrazzi (quello più elevato) del Gera-Valeggia e del Righenzolo, le cui superfici sono occupate in prevalenza da aree industriali o artigianali e da impianti sportivi, anche se non mancano comparti residenziali (Pruis Bassa). Si tratta di ghiaia sabbiosa con limo e ciottoli, sia arrotondati che

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GeoTer File: /Onore/ PGT2013/relazioni COMUNE DI ONORE revisione e aggiornamento studio geologico spigolosi, prevalentemente calcarei; si presentano locali lenti sabbiose. La copertura di suolo sabbioso con poco limo è spessa pochi decimetri, mentre la potenza complessiva dello strato alluvionale varia tra cinque e dieci metri; l’età è attribuibile al Pleistocene medio.

- SINTEMA DELLE STALLE DI ONITO (SON): sono alluvioni sciolte, antiche e terrazzate che si espandono al piede delle pareti rocciose o conglomeratiche su entrambe le sponde del Gera- Valeggia e del Righenzolo; su questi terreni sorge gran parte del centro abitato di Onore e la zona artigianale di Spluss. Si tratta di sabbia ghiaiosa di colore grigio-bruno, coperta da un orizzonte superficiale sabbioso-limoso bruno (ossidato) con piccoli ciottoli sparsi e di spessore metrico. Anche questa unità, nel suo complesso potente qualche decina di metri, è attribuita al Pleistocene medio.

A B

Alluvioni attuali lungo la Valle Gera Valeggia (A) e alluvioni attuali e recenti in valle Righenzolo (B)

C D

SON

PTT

Alluvioni antiche del primo terrazzo (Sintema Prati di Sta- PTT) e del secondo terrazzo (Sintema dei Prati di Onito – SON) a margine di via Chiesa (C) e sbancamento in quest’ultimo presso Corni (D).

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TERRENI QUATERNARI RIFERIBILI A UNA FISIOGRAFIA ANTICA

Nel bacino del Gera-Valleggia-Borlezza già da decenni sono stati riconosciuti sedimenti di origine glaciale, detritica, fluvioglaciale e alluvionale molto antichi: si tratta di terreni in parte o totalmente cementati, dello stesso tipo e della stessa natura di quelli precedentemente descritti, ma che si debbono riferire ad un contesto morfologico e a una topografia diversi da quelli attuali e, ovviamente, precedenti a questi.

Nelle “Note illustrative della Carta Geologica d’Italia in scala 1:50.000: foglio 078 Breno” (2012) si dedica alla descrizione di queste unità litostratigrafiche un apposito capitolo, quello delle “Unità non riferibili alla fisiografia attuale: settore Gera-Valeggia-Borlezza”. Anche in questo caso, gran parte delle diverse unità possono essere distinte sulla base dei fenomeni che hanno concorso alla loro formazione: si hanno così i DEPOSITI DELLE ACQUE SUPERFICIALI, i DEPOSITI DI VERSANTE e i DEPOSITI GLACIALI. Nel presente lavoro si segue tale classificazione genetica, sia per analogia con quanto già descritto sia per una redazione più funzionale ad uno studio geologico a supporto del governo del territorio, cioè ad un lavoro applicativo piuttosto che prettamente dedicato alla speculazione scientifica (dove si dà più importanza all’età dei sedimenti).

Schema delle unità antiche alluvionali e di versante sull’altopiano di Castione della Presolana con colori blu e rosati e loro collocazione rispetto alle unità alluvionali più recenti con colori gialli (estratto modificato dalle Note illustrative del foglio geologico 078 Breno).

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DEPOSITI ANTICHI DELLE ACQUE SUPERFICIALI

Questi sedimenti rappresentano depositi di antichi corsi d’acqua a carattere torrentizi che solcavano fondovalle e che attualmente sono “sospesi” a quote altimetriche più elevate rispetto a quello dove ora scorrono le aste attive del reticolo idrografico. Si tratta in prevalenza di ghiaia e sabbia molto addensate o addirittura cementate (conglomerati con locali intercalazioni di sabbia e arenaria).

La SERIE DI ONORE (SO), di età pleistocenica, è costituita da ghiaia compattata e parzialmente cementata; i clasti sono carbonatici, ben arrotondati, di chiara origine alluvionale; verso la base dell’unità vi sono intercalate lenti e livelli di sabbia fine limosa, limo e limo argilloso, generalmente addensati, che rappresentano tipiche facies di transizione tra l’ambiente alluvionale e quello lacustre. L’unità compare sul versante meridionale di Costa Pù e nei dintorni di cascina Fontana; giace direttamente sul substrato roccioso. Il limo argilloso ben addensato forma livelli impermeabili sotto la ghiaia sabbiosa che invece può impregnarsi d’acqua e improvvise scaturigini Costa Pù).

Le unità del CONGLOMERATO DI FINO DEL MONTE (FIM) e del CONGLOMERATO DI CASTIONE DELLA PRESOLANA (NEP) sono entrambe antiche (Calabriano?) e schiettamente di origine alluvionale; sono costituite da grossi banchi di conglomerato dai ciottoli calcarei ben arrotondati con locali intercalazioni di arenaria, talora meno cementate. La loro alterazione superficiale ha prodotto un suolo eluviale sabbioso-limoso, bruno-rossastro, il cui spessore è sempre inferiore al metro. Per mantenere un riferimento con il precedente studio geologico, è distinto l’eluvium del Conglomerato di Fino (dca) da quello del Conglomerato di Castione (dfa). L’erosione dei corsi d’acqua attuali ha profondamente inciso questi banchi, formando scarpate strapiombanti sulla valle Gera-Valeggia. Il Conglomerato di Fino del Monte rappresenta il primo terrazzo alluvionale antico; sulla sua superficie quasi pianeggiante sorgono le contrade di Poerza, Ombregno Bassa e le cascine di Costa Pù. Il terrazzo più alto è costituito dal Conglomerato di Castione della Presolana e vi sorgono Ombregno Alta e Brugai.

CONGLOMERATO DI FINO DEL MONTE (FIM) messo in luce dagli scavi presso l’agriturismo lungo la provinciale che sale a Ombregno con lo spessore irregolare del terreno eluviale soprastante (dca).

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SERIE DI ONORE (SO) alternanze di livelli ghiaiosi con sabbia (grigio) e sottili orizzonti limoso argillosi addensati (grigio chiari) sulla scarpata franosa a monte di via Castello

CONGLOMERATO DI FINO DEL MONTE (FIM) scarpata strapiombante dei Corni

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DEPOSITI DI VERSANTE ANTICHI

Questi sedimenti rappresentano antiche falde di detriti ora troncate dall’erosione sia a monte sia a valle. Si riconosce una sola unità, il CONGLOMERATO DI SAN BERNARDO (SBD), la quale ha la sua massima estensione in Castione della Presolana, ma raggiunge anche la parte settentrionale del territorio di Onore, sul fianco sinistro della valle del Vago, fino a Canechel. Si tratta in prevalenza di ghiaia e blocchi spigolosi, cementati, che mostrano un caratteristico aspetto vacuolare; si nota bene la stratificazione inclinata tipica delle falde di detriti che si formano al piede delle pareti rocciose. Questi sedimenti localmente si indentano con banchi suborizzontali di conglomerato alluvionale; la loro posizione più elevata rispetto a quella dei precedenti conglomerati (vedi schema delle pagine precedenti) indica un’età pliocenica.

DEPOSITI GLACIALI ANTICHI

Sul territorio di Onore vi sono anche sedimenti di chiara origine glaciale (una lingua del ghiacciaio camuno risaliva la valle Borlezza); essendo più antiche, non si tratta di forme così evidenti come quelle dell’Altopiano clusonese - rovettese, dove si seguono i cordoni lobati degli anfiteatri morenici; tuttavia si riconoscono per l’abbondanza di limo sabbioso e talvolta argilloso nel quale sono immersi ciottoli e blocchi tondeggianti, disposti in modo caotico; danno luogo a una morfologia poco acclive, tondeggiante, come in Falecchio e presso Corna Pisarota.

Sono distinte due unità, appartenenti a differenti fasi glaciali. Il SINTEMA DI CORNO CERESA (ERE), costituito da terreno fine, marroncino, con ciottoli e blocchi sparsi e qualche grosso masso erratico, caratteristico delle morene glaciali; lo spessore dell’unità è di una decina di metri e ricopre sia antiche alluvioni sia direttamente il substrato roccioso eroso dall’ablazione glaciale. Si rileva sull’altopiano di Falecchio, a Brugai e a Corna Pisarota, dove copre i sedimenti del cosiddetto “Gruppo del Colle della Sfessa” e le rocce noriche (“Calcare di Zorzino” e “Dolomie Zonate”).

In Falecchio, entro un antico paleolaveo si distinguono i sedimenti, in parte alluvionali e in parte glaciali, del GRUPPO DEL COLLE DELLA SFESSA. Questo comprende conglomerati vacuolari a clasti carbonatici e silicei arrotondati del CONGLOMERATO DI VAL VOLPERA (CD), unità di origine alluvionale che giace direttamente sul substrato roccioso dolomitico e nella quale si distinguono sedimenti glaciali (limi sabbiosi nocciola molto addensati con rari ciottoli o blocchi (TILLITE DI SANT’ANTONIO (TSI). L’età di queste unità è riferita al Neogene – Gelasiano.

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In alto: schema del riempimento del paleoalveo del Falecchio e a destra i terreni glaciali del Sintema di Corno Ceresa (ERE). In basso: Conglomerato di Val Volpera (CD) e a destra il contatto tra questa unità e la Tillite di Sant’Antonio (TSI)

CD

TSI

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FORMAZIONI ROCCIOSE

Nel territorio di Onore gli affioramenti rocciosi si trovano soprattutto nelle parti altimetricamente più elevate, sia a Nord, lungo le valli del Vago e di Bi, sia a Sud, sulle cime del Varro, di Punta Vallerina, del Cornet, di Cima Pizzo e del Bracchio. Roccia si trova anche a livello di qualche zona abitata, come a Poerza (via degli Alpini e via Magnolini) o lungo il Righenzolo. Si tratta di rocce in gran parte calcaree o dolomitiche, di età norica (Triassico superiore): sono antichi sedimenti marini di ambiente di piattaforma (“Dolomia Principale”,) o della sua fascia di transizione interna (“Dolomie Zonate” e “Calcare di Zorzino”). La formazione del CALCARE DI ZORZINO (ZO) è rappresentata da calcari nerastri marcatamente stratificati, fossiliferi (coralli), spesso fetidi alla percussione e talvolta con sottili interstrati marnosi neri o argillosi. L'unità affiora a SE del centro abitato di Onore, forma una parte del crinale a Sud della cava Bot e l’area del monte Bracchio. Questi strati sono per lo più coperti da un sottile e discontinuo terreno di alterazione argilloso con abbondanti schegge nere di roccia. Il Calcare di Zorzino è in continuità stratigrafica e in eteropia (passaggio laterale) con le sottostanti “Dolomie Zonate”. Lo spessore dell’unità che si può stimare nella zona è di circa duecento metri.

Le DOLOMIE ZONATE (DZ) sono dolomie grigie e grigio-scure ben stratificate, talvolta fetide alla percussione (per tracce di bitume) e presentano qualche intercalazione calcarea; vi si sviluppa sopra un sottile e discontinuo terreno limoso con pietrisco. Affiorano sul fianco sinistro della valle del Varro (Stomegard), sul crinale che separa la valle dei Dadi da quella del Righenzolo e sui pendii settentrionale e orientale del monte Bracchio. Le Dolomie Zonate indicano un ambiente di scarpata intrabacinale e sono eteropiche con la parte sommitale della “Dolomia Principale”, mentre stanno stratigraficamente sotto il “Calcare di Zorzino”; lo spessore dell’unità è di qualche decina di metri.

La formazione della DOLOMIA PRINCIPALE (DP) è costituita da dolomia grigia massiccia o in grossi banchi a stratificazione indistinta; mostra spesso un aspetto scheggioso, fragile, e l’ammasso è percorso da una fitta rete di venette calcaree bianche o giallastre; vi possono essere intercalati strati di dolomia o di calcare nerastro e anche brecce. Questa formazione domina il settore settentrionale di Onore (pareti e forme rupestri della valle di Bi), i bacini del Varro e della valle dei Dadi, e la zona tra la valle Volpera e il monte Bracchio; la sua potenza è stimata in oltre ottocento metri, ma nel territorio di Onore manca il riferimento di letto. La perforazione di un pozzo per acqua effettuata presso la foce del Righenzolo (S2, Comunità Montana,). ha attraversato oltre cento metri di questa dolomia.

Alcune faglie producono nella Dolomia Principale una profonda clastesi trasformando la roccia in un ammasso sabbioso (milonite), facilmente erodibile; per questo motivo sono frequenti e tipiche forme calanchive in valle Bi sul monte Cornet e la formazione di torrioni e pinnacoli (Canechel). Il terreno derivato dall’alterazione in posto della dolomia è appunto sabbia con pietrisco minuto, ma in genere esso non presenta uno spessore significativo.

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A B

C D

In alto: affioramento di Calcare di Zorzino in valle dei Dadi (A), di Dolomie Zonate a Stomegard (B) e di Dolomia Principale con forme rupestri turrite o calanchive in valle di Bi (C e D).

In basso: schema dei rapporti stratigrafici e paleogeografici.

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SEGNI CONVENZIONALI E ASSETTO GEOSTRUTTURALE

Mentre con le campiture colorate si distinguono sulla carta i diversi terreni e le formazioni rocciose, con alcuni simboli grafici sono indicati i punti in cui sono state rilevare le stratigrafie per mezzo di sondaggi, di scavi o di prove geotecniche eseguite in relazione alla costruzione di edifici; questi simboli sono ripresi e dettagliati nella carta litotecnica.

Mediante altri simboli si indicano i caratteri strutturali degli ammassi rocciosi: la giacitura della stratificazione indica l’orientamento nello spazio degli strati di roccia; l’asse di sinclinale indica la direzione di una piega degli strati; i simboli di frattura o di aree intensamente fratturate evidenziano punti o allineamenti di discontinuità e/o disarticolazioni negli ammassi rocciosi, mentre quelli di faglia distinguono le discontinuità lungo le quali i blocchi rocciosi contigui hanno subito una traslazione.

Benché di esse si tratti specificatamente nella parte idrogeologica, sulla carta geologica sono rappresentate anche le sorgenti, poiché la loro presenza è collegata a cambiamenti litologici, a limiti stratigrafici o a discontinuità tettoniche. Le tracce di sezione indicano le linee lungo le quali, servendosi di dati di superficie e di sottosuolo si sono ricavate e sezioni geologiche che sono riportate sulla stessa tavola e che illustrano la stratigrafia e l’assetto strutturale del territorio. Il confine del territorio comunale disegnato corrisponde a quello definito dagli estensori del P.G.T. di Onore e riportato sulle varie tavole del documento di pianificazione.

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L’assetto tettonico di Onore presenta una blanda piega sinclinale che inarca le formazioni rocciose e il cui asse principale decorre con direzione ENE-OSO sulle pendici settentrionali del monte Varro e del Falecchio (vedi sezione C-C’); tale piega è interrotta da faglie orientate NNO-SSE che segnano le principali valli tributarie del Gera-Borlezza. Tali faglie sono anche all’origine di deformazioni gravitative di versante che interessano la valle Righenzolo (monte Bracchio e versante destro della valle Volpera).

La sinclinale che interessa il territorio di Onore appartiene al contesto più vasto detto della ”Unità -Val Supine-Scanapà”, di età norica (dalla “Formazione di Castro” a quella delle “Argilliti di ”). Questa unità strutturale è delimitata alla base da una superficie di sovrascorrimento, che si estende dalla valle Seriana (Gandino) alla Valcamonica (valle Supine), attraversa la valle Borlezza e si chiude a Nord contro la “faglia di Clusone”, a Nord della quale stanno i massicci calcarei e i sovrascorrimenti della Presolana (BERRA F., ROVELLINI M., JADOUL F.- 1991 - “Structural Framework of the Bergamasc Prealps south of the Clusone Fault”).

La superficie di sovrascorrimento si modella e al tempo stesso disegna la soprastante morbida piega sinclinale delle rocce noriche in corrispondenza di Onore e si adagia all’interno di una struttura a graben (fossa) delimitata a Nord e a Sud da faglie dirette; a Nord (Canechel e valle del Vago) queste faglie sono orientate ENE-OSO e ovviamente la parte abbassata è quella

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GeoTer File: /Onore/ PGT2013/relazioni COMUNE DI ONORE revisione e aggiornamento studio geologico meridionale; a Sud (valle dei Dadi e valle di Frucc) le faglie hanno la stessa direzione ma abbassano la parte settentrionale (vedi sezione geologica sottostante).

Schema strutturale tra Presolana e Lago d’Iseo con sezione III ( estratto da BERRA F., ROVELLINI M.E JADOUL F.- 1991 - “Structural Framework of the Bergamasc Prealps south of the Clusone Fault”)

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La formazione della sinclinale si deve probabilmente anche alla situazione paleogeografica triassica, dove la sedimentazione delle unità litostratigrafiche di pendio e bacinali noriche (Dolomie Zonate, Calcare di Zorzino) è avvenuta all’interno della Dolomia Principale .

Le faglie subverticali orientate NNO-SSE sono successive alle strutture orientate ENE-OSO (sinclinale, faglie e sovrascorrimento) e segmentano l’unità strutturale determinando nel complesso lo spostamento verso Sud del blocco orientale.

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Le sezioni geologiche, ottenute partendo dal rilevamento di superficie, sono rappresentazioni grafiche interpretative, conformi alle indicazioni dei “Criteri e indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio, in attuazione dell’art.57, comma 1, della L.r. 11 marzo 2005, n.12”, le quali, assieme alla carta litologica, permettono una visione tridimensionale della struttura geologica del territorio.

Le tre sezioni geologiche presentate in questo lavoro, sono scelte in modo da illustrare l'assetto delle formazioni rocciose e i principali lineamenti geomorfologici del territorio di Onore; esse sono molto diverse da quelle presentate nel precedente studio geologico comunale (ECOGEO, 2005) soprattutto per quanto riguarda le formazioni rocciose, i loro caratteri strutturali e i rapporti stratigrafici delle unità più recenti.

La sezione A-A’ diretta NNE-SSO rappresenta la situazione del fianco settentrionale e l’asse della sinclinale che interessa gli strati del Norico, che nella valle del Varro immergenti verso SSO di 25°÷30° mentre sono suborizzontali nella valle del Righenzolo. Si nota che i profonde solchi d’erosione torrentizia nel substrato roccioso sono colmati dalla successiva sedimentazione di alluvioni terrazzate (Quaternario) sia nella valle del Varro sia in quella del Gera-Valeggia.

La sezione B-B’ diretta ENE-OSO attraversa la valle dei Dadi e quella del Righenzolo presso Vassa (Asa) e raggiunge il confine con Songavazzo presso Cima Pizzo; vi si coglie l’andamento della sinclinale delle unità noriche e si nota che le incisioni vallive corrispondono con la presenza di alcune faglie; qui lo stato di pervasiva fratturazione degli ammassi rocciosi favorisce l’erosione e la sedimentazione di detriti nelle stesse valli (alluvioni e debris flow).

La sezione C-C’ diretta NE-SO taglia il settore settentrionale di Onore e raggiunge il confine orientale del comune, lungo la valle Volpera, dopo aver attraversato il Valeggia presso la confluenza col Righenzolo; è ancora evidente la curvatura della sinclinale nella Dolomia Principale e le faglie che ribassano il settore meridionale (Brugai-Canechel). Sono pure evidenti le forme d’erosione e sedimentazione fluviale e fluvioglaciale che hanno portato alla formazione dei terrazzi antichi (Conglomerato di San Bernardo, Conglomerati di Castione e Conglomerati di Fino) e recenti (Sintema di Stalle d’Onito e Sintema dei Prati di Sta) e i sedimenti glaciali più alti (Brugai).

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4.2. Carta geomorfologica e dei processi geomorfici in atto (tavola 2a e 2b)

Su questa carta si mettono in evidenza i processi geologici, ai quali sono dovute le forme attuali del territorio, e i fattori dinamici, fisici e fisico-chimici che tuttora vi agiscono, determinandone l'evoluzione. La morfologia del territorio di Onore è il risultato della combinazione di diversi fattori geologici endogeni (litologia, tettonica), di agenti del modellamento superficiale (acque libere e incanalate, forza di gravità, ghiacciai) e di fattori climatici (precipitazioni, temperature, cicli di gelo e disgelo, umidità, ecc.) e comprendono, talvolta in modo preponderante, anche l'azione antropica.

Rispetto alla redazione della carta geomorfologica contenuta nel precedente studio a supporto del P.R.G. (ECOGEO, 2005), nel presente elaborato i fenomeni geomorfici sono segnalati con maggiore dettaglio, anche a motivo della migliore scala di rappresentazione utilizzata (1:5.000). Un generale aggiornamento del quadro riguarda forme evolutive o di dissesto che si sono manifestate di recente, sebbene almeno in parte note da tempo, come ad esempio le frane di Corna Pisarota e Costa Pu. Avendo eseguito un rilevamento molto dettagliato delle fasce di territorio che comprendono i nuclei abitati, la carta si presenta più fitta di simboli, onde meglio definire i fenomeni che governano l’evoluzione del territorio; di conseguenza anche la parte descrittiva del precedente studio è ampiamente rivista.

L’aggiornamento del quadro geomorfologico di Onore deriva anche dal confronto critico di cartografie tematiche, redatte a varie scale, e di studi di dettaglio prodotti anche da Enti sovracomunali:

− il database dei dissesti contenuto nell’Inventario delle Frane e dei Dissesti Idrogeologici della Regione Lombardia – note illustrative (2002); ripreso nel Catalogo Geo_IFFI delle frane e dei dissesti pubblicato sul sito di Regione Lombardia (2008); − la “Carta geomorfologica con legenda uniformata P.A.I.” di Onore (ECOGEO, 2005); − la cartografia relativa a studi di dettaglio sul torrente Righenzolo (Pericolosità per colate di detrito in aree di conoide ed idraulica – Perimetrazione della Pericolosità in corrispondenza dell’abitato di Onore (Bergamo)- Ai sensi della D.G.R. 29 ottobre 2001, n. VII/6645 (allegato 3) - ECOGEO, 2003) − il volume “Centri Abitati Instabili della provincia di Bergamo” (CNR, Regione Lombardia, UNIMI - 2006). − la cartografia del monitoraggio satellitare PSinSAR di Regione Lombardia (2008)

Alcuni di questi documenti però si basano su dati di rilevamento antecedenti, anche di molto, la loro pubblicazione (ad esempio: ECOGEO, 2003 e 2005); altri, come la “Carta geomorfo- logica con legenda uniformata P.A.I.“ di Onore, non danno una reale rappresentazione dei dissesti presenti sul territorio; inoltre alcuni eventi hanno determinato nel frattempo modifiche significative in alcune parti del territorio (primi anni 2000). Si è resa dunque necessaria una revisione sostanziale di questa analisi territoriale, da cui discendono stringenti implicazioni vincolistiche, e l’importanza dei cambiamenti apportati ha suggerito di sottoporre il lavoro ad un parere preventivo di Regione Lombardia. La relazione illustrativa presentata per tale

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GeoTer File: /Onore/ PGT2013/relazioni COMUNE DI ONORE revisione e aggiornamento studio geologico occasione fa parte del presente studio di supporto al P.G.T. di Onore (Allegato A1) ed il suo contenuto è richiamato ove necessario, onde evitare ripetizioni.

Tutte le rappresentazioni cartografiche consultate nello svolgimento del presente studio sono state verificate mediante rilevamenti diretti sul terreno, sapendo che alcune di esse derivano in gran parte da fotointerpretazione (Geo_IFFI). I sopralluoghi sono serviti anche per aggiornare, ove necessario, lo stato di attività dei dissesti. Sono state raccolte e vagliate diverse segnalazioni verbali di persone residenti, le documentazione relativa ad eventi recenti (ultimi vent’anni) e a sistemazioni di versanti o idrauliche e idrogeologiche.

Nella carta geomorfologica sono distinti mediante campiture gli elementi che compongono il paesaggio fisico e che sono determinanti nel definire la fruibilità insediativa del territorio di Onore; una campitura estratta dalla base topografica utilizzata rappresenta le aree urbanizzate ed ne mette in risalto eventuali incongruenze con il quadro geomorfologico. Le parti insediate del territorio di Onore occupano prevalentemente antiche morfologie pianeggianti, fluviali o fluvioglaciali terrazzate, mentre i versanti montuosi, di impronta geostrutturale e/o gravitativa, contornano tale paesaggio urbano.

In primo piano il centro urbano di Onore e sullo sfondo l’area artigianale di Spluss

Negli ambiti derivanti e/o soggetti al modellamento delle acque sono evidenziate le aree a prevalente morfologia delle acque superficiali (alvei del Gera-Valeggia, del Bi o Bino, della Rovena, del Righenzolo, del Varro, del Volpera e di affluenti minori), dove si concentrano sia le forme di erosione, dovute non solo ai deflussi idrici, ma anche al materiale solido trasportato dalle piene, sia le opere di regimazione e di protezione delle sponde.

Connesse alle azioni più antiche delle acque superficiali sono le piane alluvionali terrazzate del Gera-Valeggia e del Righenzolo e le aree a prevalente morfologia fluvioglaciale; queste ultime sono sopraelevate diverse decine di metri sulle prime, come i pianori di Ombregno, Poerza e Costa Pu e alcune parti prossime a Falecchio e Costa Pu. In questi ambiti vi sono contenute forme di instabilità gravitativa che riguardano sia le scarpate che delimitano i vari terrazzi sia le bancate di conglomerato, dalle quali possono staccarsi massi.

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La morfologia che racchiude il Gera-Valeggia comprende la piana alluvionale terrazzata, più in alto i terrazzi fluvioglaciali e, ancora più a monte, le ripide scarpate di conglomerato

Le aree a prevalente morfologia glaciale, create dalle azioni di esarazione e di deposito degli apparati glaciali quaternari (tra la valle del Vago e Ombregno e in Falecchio) sono affette da modeste forme d’erosione (solchi di ruscellamento, smottamenti) e talvolta presentano forme carsiche, come doline, che interessano i depositi glaciali.

Morbide superfici prative caratterizzano la morfologia glaciale nella zona di Falecchio

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Si distinguono anche aree a prevalente morfologia gravitativa; queste comprendono diffuse forme erosive, frane, smottamenti, soliflusso e “creep”, coni e falde di detrito e terreni colluviali che caratterizzano prevalentemente le fasce di raccordo tra i versanti montuosi o le scarpate dei banconi di conglomerati e le sottostanti piane fluviali. Questi ambiti, che hanno dinamica piuttosto attiva ed energica, sono ben descritte nella già richiamata relazione che accompagna la nuova “Carta Geomorfologica con Legenda Uniformata P.A.I.” (tavola n.3). Sono distinte anche le aree a prevalente morfologia strutturale, in cui le forme sono dovute all’affioramento e alla giacitura degli ammassi rocciosi e alle dislocazioni tettoniche che eventualmente li hanno interessati.

Per le categorie della morfologia glaciale, gravitativa e strutturale, in cui l’acclività del terreno gioca un ruolo decisivo sulla stabilità, si presenta una classificazione clivometrica che permette di evidenziare i settori del territorio realmente o potenzialmente soggetti a dissesto. I numerosi simboli che indicano i processi geomorfici e/o le singole forme di dissesto sono raggruppati in base alla loro tipologia generativa; nel caso dei dissesti gravitativi o di quelli legati a trasporto solido su conoide, sono distinte le diverse condizioni di attività (in atto, quiescenti o potenziali).

I calanchi della valle di Bi sono forme d’erosione delle acque superficiali e gravitative

I pinnacoli di dolomia presso Canechel sono forme d’erosione su morfologia strutturale

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Versanti e Classi di acclività

La classificazione riguarda i versanti montuosi, le rupi di conglomerato che bordano le piane alluvionali di Onore e le morfologie gravitative e glaciali, cioè quegli ambiti in cui l’acclività ha maggiori possibilità di determinare fenomeni di dissesto.

La suddivisione delle classi di acclività è conforme agli angoli d’inclinazione del terreno indicati dai Criteri regionali (25°, 35° e 45°), ai quali, in linea generale, si collegano diversi possibili fenomeni gravitativi. Nella carta sono distinti i seguenti ambiti:

CLASSI DI ACCLIVITÀ

INCLINAZIONE DEL PENDIO MAGGIORE DI 45° (PENDENZA > 100%)

INCLINAZIONE DEL PENDIO COMPRESA TRA 35° E 45° (PENDENZA 70 ÷ 100%)

INCLINAZIONE DEL PENDIO COMPRESA TRA 25° E 35° (PENDENZA 47 ÷ 70%)

La classe di acclività maggiore (β > 45°) evidenzia le pendici rocciose più scoscese, cioè gli ambiti nei quali si manifestano più frequentemente la caduta di massi isolati o le frane di roccia; per citare le più significative, si ricorda la scarpata presso Canechel, le rupi della valle del Varro o quelle del monte Cornet, le rupi che delimitano i banchi di conglomerato dei terrazzi fluvioglaciali quaternari.

Anche la classe di acclività media (35° < β < 45°) comprende scarpate rocciose, generalmente nelle fasce di medio versante, dove pure si possono manifestare locali stacchi di blocchi (ad esempio il monte Bracchio). In aree di crinale, come quello dello spartiacque tra la valle dei Dadi e la valle Righenzolo, questa classe serve solamente ad evidenziare la morfologia strutturale dovuta all’affioramento di strati rocciosi e alla loro giacitura. Questa classe ovviamente può comprendere anche aree a morfologia gravitativa, dove si staccano, transitano e/o si accumulano massi e detriti rocciosi

La classe di acclività più blanda (25°< β < 35°) riguarda le rimanenti parti dei versanti, le quali talora possono essere soggette a modeste forme di instabilità (smottamenti); solamente nella zona alle spalle del centro abitato di Onore tra Casta Pu e cascina Dreher questa categoria include aree di frana (vedi relazione P.A.I.).

Le parti del territorio con morfologie più dolci (β < 25°) hanno scarsa propensione al dissesto gravitativo; ciò è valido anche per i terreni glaciali, quelli che nell’area presentano i caratteri geotecnici più scadenti, considerato che l’angolo di natural declivio delle sabbie limose e argillose tipiche di questi terreni è comunque maggiore di 25°.

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Scarpate rocciose acclivi(β > 45°): conglomerati in località Corni

Scarpate acclivi (35° < β <45° e β >45°): zona franosa a Costa Pu

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SEGNI CONVENZIONALI DELLA CARTA GEOMORFOLOGICA

Processi Gravitativi

Sono rappresentati nella carta gli elementi di evoluzione geomorfologica collegati prevalentemente all’azione della forza di gravità; essi coinvolgono sia gli ammassi rocciosi sia i terreni sciolti.

Le forme gravitative di instabilità degli ammassi rocciosi possono essere dovute all’assetto strutturale delle stesse rocce, cioè alla giacitura degli strati o dei banchi e/o ai sistemi di fratturazione che li interessano; si riconoscono in questa categoria orli di erosione in roccia con potenziale stacco di blocchi, pinnacoli, crinali in erosione, distacchi di blocchi, blocchi isolati e accumuli di blocchi. Queste forme sono diffuse soprattutto in corrispondenza delle rupi dolomitiche più acclivi, nella valle di Bi, in quella del Vago e a Ovest di Canechel, sulle creste attorno al Varro e al Cornet e sul monte Bracchio; sono frequenti anche sulle falesie formate dai conglomerati fluvioglaciali sopra i Corni, in valle Rovena, a Costa Pù o sulle pendici orientali di Falecchio, sopra le vallette tributarie del Righenzolo. L’instabilità degli ammassi rocciosi può collegarsi anche a circolazioni di acque superficiali, infiltrazioni sotterranee, all’azione disgregatrice delle piante e del ghiaccio; particolarmente soggetti a questi agenti sono i banchi di conglomerato sopra Corni (scavernamenti).

Altre forme di instabilità gravitativa si riferiscono ai terreni granulari (orlo di erosione in terreno, soliflusso e reptazione, smottamento e soil slip) e spesso interessano le coperture eluvio-colluviali o i sedimenti fluvioglaciali limo-sabbiosi, specialmente quando sono imbevuti d’acqua a causa di venute sotterranee e ristagni, come a Canai e presso le sorgenti della valle Volpera.

Tra le forme che possono essere soggette a instabilità gravitativa vi sono anche i crinali montuosi (spartiacque superficiali) e gli orli di scarpata morfologica, come sono ad esempio i cigli dei terrazzi fluviali e fluvioglaciali e i bordi di alcune sponde torrentizi ormai relitti.

Pinnacoli rocciosi nella zona del monte Varro Blocco isolato a valle di Costa Pù, lungo via Fantoni

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Scavernamento: palestra sportiva località Corni Scavernamento nei conglomerati presso Corni

DATI DA RILEVAMENTO SATELLITARE

Per meglio valutare l’attività di alcune forme franose, onde assegnare le categorie della “Carta Geomorfologica con Legenda Uniformata P.A.I.”, si è potuto ricorrere al confronto con dati di telerilevamento da interferometria radar satellitare “PSinSAR”, acquisiti di recente e messi a disposizione da Regione Lombardia.

I sistemi radar satellitari coerenti, nello specifico i radar di tipo SAR (Synthetic Aperture Radar), sono in grado di misurare la distanza tra il sensore e il bersaglio, registrando il tempo di volo tra l’onda trasmessa e la sua parte retrodiffusa. Grazie alla loro periodicità di acquisizione (circa mensile) i dati SAR forniscono misure ripetute della distanza sensore-bersaglio consentendo, mediante confronti successivi, di apprezzarne eventuali spostamenti nel tempo.

La tecnica PS si basa sull’impiego di una serie temporale di immagini radar satellitari della stessa area (in particolare per questo lavoro i dati dei satelliti ERS-1/2 dell’ESA – European Space Agency - per il periodo 1991-2000 e i dati del sensore RADARSAT della CSA – Canadian Space Agency - per il periodo 2003-2007) ed ha come obiettivo quella di individuare quei bersagli (Permanent Scatterers o PS) che mantengono inalterate nel tempo le proprie caratteristiche elettromagnetiche. Questi bersagli in genere sono rappresentati da edifici, viadotti, condotte, detriti e rocce esposte o elementi metallici (pali, pensiline metalliche, recinzioni). Per ciascuno di questi punti è possibile stimare e rimuovere il disturbo atmosferico e ricostruire con precisione millimetrica la storia dei movimenti nell’intervallo di tempo analizzato. Ciascuna immagine ricopre un’area di territorio di circa 10.000 km2 che viene “fotografata” all’incirca ogni trenta giorni, ricoprendo la medesima superficie; essa è identificata da un numero corrispondente all’orbita del satellite (track o traccia), da un numero corrispondente alla porzione di area all’interno della singola traccia (frame o foto- gramma), analogamente a quanto avviene per la restituzione dei voli di aerofotogrammetria.

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Orbita discendente

Orbita ascendente

Distribuzione dei punti PS (Permanent Scatterers) sul territorio di Onore; i colori in legenda distinguono velocità espresse in mm/anno

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I PS rilevati sono suddivisi in funzione della loro velocità di movimento nel tempo, secondo una scala cromatica, in modo da rendere evidenti aree o punti in cui è possibile individuare abbassamenti o innalzamenti delle strutture, del terreno o delle rocce. Occorre comunque ricordare che tale tecnica non permette di ottenere dati in aree con copertura boschiva da media a densa e su pendii molto acclivi, soprattutto se disposti secondo orientazioni sfavorevoli alla ripresa satellitare. Da ciò dipende il forte addensamento di punti in corrispondenza delle aree abitate.

L’analisi sul territorio di Onore ha dato complessivamente oltre 2.300 Permanent Scatterers che interessano prevalentemente le aree abitate o l’immediato circondario. L’analisi dei dati da parte di Regione Lombardia ha messo in luce alcune parti del territorio ove il terreno subisce significativi abbassamenti (velocità maggiore di 3 mm/anno); essi risultano nel report “Elaborazione e interpretazione geologica ed idrogeologica dei dati radar PS in Regione Lombardia, comune di Onore” - Regione Lombardia - Protezione Civile - 2010.

I dati ERS (1991-2000) forniscono valori anomali di velocità soprattutto in corrispondenza di alcune scarpate nella valle del Varro (frane o smottamenti) e sulle aree di divagazione torrentizia della valle dei Dadi (variazioni dell’andamento braided del corso d’acqua), mentre le aree abitate appaiono generalmente prive di punti con movimenti significativi.

I dati RADARSAT (2003-2007) danno invece un erroneo valore di fondo con abbassamenti di lieve entità (punti di colore giallo) dovuto alla scelta dei valori di riferimento originari dell’elaborazione; sottraendo questo errore di fondo l’analisi conferma la situazione già descritta, mettendo in evidenza soprattutto le aree in dissesto lungo la valle Gera-Valeggia a Est della confluenza del Varro (valore massimo di abbassamento verticale di –6,3 mm/anno) e le aree “braided” in valle dei Dadi; ciò per quanto riguarda i fenomeni naturali.

Si distinguono anche cedimenti del terreno o di assestamento di strutture all’interno di tutte le aree urbanizzate di Onore, in particolare nella zona industriale sviluppata presso la confluenza del Righenzolo nel Valeggia e nella zona di Brugai-Ombregno. In quest’ultima area sono state effettivamente rilevate lesioni su alcune strutture: si tratta al massimo di cedimenti dell’ordine di 3 mm/anno. Per la zona di Spluss non si possono ricavare indicazioni di eventuali cedimenti, poiché le costruzioni risalgono agli ultimi anni del monitoraggio RADARSAT o sono successive.

Un accurato esame dei PS sul territorio di Onore potrebbe essere molto utile per una valutazione delle condizioni di conservazione del patrimonio edilizio e dei livelli di rischio collegato così come per il monitoraggio di situazioni di evoluzione geomorfologica di un certo rilievo.

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PS ERS (1991-2000) con particolare dell’area della valle del monte Varro

PS RADARSAT (2002-2007) con particolare della zona industriale lungo via Garriguella

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Dissesti rilevanti nel Piano di Assetto Idrogeologico del Bacino del Po (P.A.I.)

Sono qui prese in considerazione le forme di dissesto rilevate direttamente sul terreno e dalle verifiche condotte sulla Cartografia “Geo-IFFI” e sugli studi di dettaglio in possesso del Comune di Onore.

I rilevamenti di dettaglio eseguiti nello sviluppo del presente lavoro e gli studi di approfondimento delle condizioni dell’asta del Righenzolo consentono di verificare l’attendibilità delle indicazioni contenute nelle cartografie “Geo-IFFI” (Regione Lombardia) e “P.A.I.” (Autorità di Bacino del Po), sia sul piano qualitativo, sia su quello dell’effettiva estensione areale, sia a riguardo del grado di attività delle forme di dissesto catalogate, così come della significatività ai fini del P.A.I. L’indagine ha condotto ad una sostanziale modifica della “Carta Geomorfologica con Legenda Uniformata P.A.I.” che è descritta nell’allegato A1 della presente relazione.

Le forme gravitative sono qui distinte solo come “frana in roccia” o “frana di scivolamento in terreno”, rimandando dunque alla suddetta “Carta Geomorfologica con Legenda Uniformata P.A.I. (tavola n.3) ulteriori distinzioni. Si tratta di tutte le forme di dissesto gravitativo definite nel nuovo quadro del P.A.I., come le frane alla testata della valle dei Dadi o quelle della valle di Bi o quelle di Corna Pisarota, cascina Fontana e valle dei Ronchi.

Sono considerati anche forme relative al trasporto solido dei corsi d’acqua (conoidi), suddivise in funzione del loro grado di attività. Si tratta sia di ambiti di nuova delimitazione sia di aree già individuate, almeno in parte, nel precedente studio geologico del P.R.G.; in ogni caso tutte sono state verificate ed eventualmente aggiornate e corrette. Le conoidi sul territorio di Onore sono soprattutto nell’alta valle dei Dadi o a Sud di Vasso (canalone Ovest del monte Cornet); ve ne sono anche allo sbocco della Volpera sulla piana alluvionale.

Forme legate all’azione dell’acqua

Gli elementi geomorfologici associati alle acque sotterranee comprendono le sorgenti; esse sono distinte in sorgenti libere e sorgenti captate, per uso potabile o per fontane. Questi elementi sono richiamati più in dettaglio nella descrizione e nella carta idrogeologica.

La dispersione disordinata delle acque sorgive può concorrere a determinare le condizioni predisponenti e d’innesco di movimenti franosi, soprattutto nei terreni limo-argillosi, poco permeabili e sui quali il ruscellamento incide rapidamente solchi. Queste forme si notano molto presso Corna Pisarota o nella zona a Sud di Falecchio (cascina Bianca), dove si accompagnano a diffusi ristagni d’acqua.

Oltre alle aste torrentizie la carta geomorfologica riporta altre forme relative alla circolazione delle acque superficiali e ai suoi effetti sul terreno: i deflussi veloci e concentrati attivano erosione lineare accelerata o erosione lineare accelerata in forra, cioè anche in alvei rocciosi molto incisi, come ve ne sono nella valle Rovena e in quella del Vago; qui si sviluppano

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GeoTer File: /Onore/ PGT2013/relazioni COMUNE DI ONORE revisione e aggiornamento studio geologico forme particolari e interessanti dal punto di vista naturalistico, come le marmitte d’evorsione (scodelle e grandi buche levigate nel fondo roccioso).

Quando i corsi d’acqua incidono i terreni granulari spesso si formano orli di erosione fluviotorrentizia in terreno; questi segnano il ciglio di sponda e possono evolvere in forme di erosione spondale con progressivo arretramento della sponda; ve ne sono lungo il Gera Valeggia, a monte della confluenza con la Rovena, e sul Righenzolo, a monte dell’ingresso della valle dei Dadi. Le sponde di questi torrenti che toccano la parte abitata di Onore sono state più volte consolidate e protette con massicciate, scogliere e svasamenti dell’alveo, ciò non ostante, periodicamente tali lavori debbono essere riproposti perché tali corsi d’acqua sono molto attivi, sia in quanto ad erosione sia in quanto a trasporto solido.

Laddove la corrente rallenta infatti si può verificare sedimentazione eccessiva, cioè sovralluvionamento, dell’alveo, come si osserva lungo il tratto più orientale del Gera Valeggia, nel Righenzolo a Sud di Vassa e nella valle dei Dadi. Alla confluenza degli affluenti nell’asta principale si possono formare conoidi più o meno ampie, a causa del rilascio dei detriti trasportati dalle piene e/o da debris flow; queste forme però sul territorio di Onore sono rare, mentre sono frequenti quelle associate a forme gravitative (coni di detrito).

In alcuni casi il deflusso dei torrenti è almeno in parte ostacolato da attraversamenti (ponti, passerelle) o da coperture degli stessi corsi d’acqua relative alla formazione di piazzali, strade, terrapieni, etc.). Questi punti sono indicati in carta come occlusioni d’alveo e individuano siti che richiedono particolare attenzione; spesso infatti le strutture idrauliche sono dimensionate per il deflusso idrico di piena, non lo sono a riguardo della portata solida e non sono dotate di accorgimenti che impediscano l’accumulo di detriti (soprattutto legnosi) ed il conseguente “effetto diga”. Queste situazioni, cui si collegano i punti di possibile esondazione, sul territorio di Onore sono diffuse in corrispondenza degli attraversamenti stradali, motivo per cui le eventuali esondazioni interessano soprattutto la viabilità.

Proprio per questi motivi, nell’ambito della revisione del P.A.I. (allegato A1), è stato rivisto attentamente lo studio idraulico del Righenzolo. Esondazione (area interessata da esondazione) del torrente si sono verificati in passato soprattutto in località Pruis e hanno coinvolto la strada principale di accesso al paese. Fenomeni analoghi (ostruzione di ponti) si sono verificate anche sul Gera-Valeggia, interessando la sponda sinistra (strada per i Corni).

Le occlusioni d’alveo e le possibili conseguenti esondazioni possono avere effetti disastrosi sulle aree abitate o su quelle in cui si prevedono nuovi insediamenti; sono dovute soprattutto al trasporto di tronchi schiantati e di altra vegetazione infestante che ha occupato gli alvei e che le piene sradicano. È necessaria dunque una periodica manutenzione degli alvei.

La tabella che segue mostra l’elenco dei principali dissesti alluvionali del territorio di Onore: si tratta sia di eventi alluvionali sia di fenomeni franosi registrati dalla stampa locale o dagli Uffici comunali negli ultimi anni.

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Data Località Evento FONTE

1955 Corna Pisarota frana COMUNE alluvione con rottura ponte via Garriguella ed 11 novembre 1956 Righenzolo COMUNE esondazione zona Pruis alluvione con danni a ponte sul Gera-Valegga ed esondazione in sinistra idrografica; trasporto solido COMUNE, Gera-Valeggia Righenzolo, del Righenzolo con esondazione soprattutto in 3 luglio 1981 CMVSS, Eco cascina Fontana, corrispondenza del vecchio ponte di via Garriguella di Bergamo in sinistra e destra idrografica, frana-colata di cascina Fontana segnalazione di erosione lungo il torrente Gera- anni 90 Gera-Valeggia COMUNE Valeggia (località Ruck) 26 giugno 1997 Valle del Monte Varro dissesto presso Zenecla COMUNE frana e colamenti da Corna Pisarota e Costa Pu COMUNE, 18 novembre 2000 Corna Pisarota, Costa Pu lungo via Danghelo e via Castello S.TER. COMUNE, 26 maggio 2002 strada SP 671 smottamento presso viadotto strada provinciale S.TER.

COMUNE, erosione briglie e soglie presso il ponte di via 06-gen-10 torrente Valeggia S.TER., Eco Rovena - via Corni di Bergamo

A B

C D

A) zona di ristagno d’acqua presso le sorgenti in val Volpera; B) orlo di erosione fluviotorrentizia ed erosione spondale in valle Gera; C) sovralluvionamento in valle dei Dadi; D) possibile occlusione d’alveo su un tributario della valle Righenzolo in località Pruis basso.

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Forme legate al carsismo

Si tratta di forme soprattutto connesse alla dissoluzione di rocce calcaree da parte dell’acqua d’infiltrazione sotterranea, non rare nemmeno nei terreni fluvioglaciali o morenici; esse non solo hanno valenza naturalistica, ma anche e soprattutto rappresentano un indice di pericolosità a cui porre attenzione nel caso di trasformazione delle aree soprastanti (edifici, strade, terrapieni ecc.). Le forme più vistose sono depressioni circolari del terreno (doline e polje) che si formano in particolari condizioni strutturali di un substrato calcareo (strati suborizzontali, zone di frattura), ma anche nei banchi di conglomerato fluvioglaciale (Costa Pù): morfologie imbutiformi che possono raccogliere e concentrare nel sottosuolo attraverso i loro condotti (inghiottitoi) notevoli quantità d’acqua, alimentando, anche a notevole distanza, scaturigini improvvise e violente, con conseguenti erosioni e smottamenti (Costa Pù).

Le forme carsiche più interessanti e spettacolari, sono rappresentate dalle cavità ipogee suborizzontali (grotte), ma sul territorio di Onore non ve ne sono molte (grotte della valle del Vago). Queste cavità sotterranee sono oggetto di studi, rilievi e indagini da parte di gruppi di speleologi e alcune sono state censite e descritte nel “Catalogo delle grotte del settore Bergamasco” (Rivista del Museo Civico di Scienze Naturali “E. Caffi”, Bergamo, 1981).

A

A) Dolina a Costa Pu (viola) e scarpata franosa lungo via Castello (blu); B)scarpata franosa in cui l’acqua fuoriesce da condotti carsici alimentati dalla dolina; C) particolare dei condotti

B C

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Forme antropiche

Si tratta di forme legate all’attività dell’uomo che comportano cambiamenti significativi della morfologia naturale dei luoghi. Negli ultimi decenni, ad esempio, la produzione di ghiaia, pietrisco e “mistone” di cava ha lasciato segni importanti il località Bot, presso la confluenza della valle dei Dadi nel Righenzolo; la cava è tuttora in attività.

Le discariche di inerti di piccolo volume sono indicate in carta con simboli puntuali, mentre per le più grandi una campitura evidenzia il vero areale (riporto cartografabile). Tali forme si trovano in prevalenza lungo l’asta del Gera-Valeggia, dove nel tempo hanno finito per formare dei veri argini che racchiudono l’alveo. Altri depositi di inerti costituiscono opere di sistemazione morfologica e idrogeologica, come è avvenuto nell’ambito della cava Bot o per la stabilizzazione di una frana presso la foce della valle del Varro.

Alcuni alvei minori alle spalle del centro abitato di Onore in origine non avevano un solco ben definito e spesso i loro deflussi si disperdevano nella piana alluvionale; già nei secoli scorsi questi impluvi ciechi furono incanalati ai bordi di strade o mulattiere e oggi sono intubati sotto la viabilità del paese (inizio canalizzazione intubata e canalizzazione intubata); ciò riguarda in particolare quegli impluvi che scendono da cascina Dreher, da cascina Fontana e da Corna Pisarota. Per quest’ultimo è stata costruita all’inizio degli anni Duemila un autonomo condotto interrato nel quale defluisce anche l’acqua drenata dal corpo di frana della Pisarota, senza che essa si riversi nella fognatura. Queste situazioni richiedono particolare attenzione e assidua manutenzione, assicurando efficienza idraulica alle condotte sotterranee.

Una modificazione antropica frequente in Onore è la trasformazione di tratti di alvei in strade per il transito si automezzi (strada in alveo); ciò si verifica lungo il Righenzolo, nella valle dei Dadi e in quella del Varro, dove gli alvei incisi nei detriti ghiaiosi sono per la maggior parte dell’anno completamente asciutti. Se da un lato si tratta di uso improprio, che ha anche favorito l’attività di motocross provocando un esteso degrado delle piane alluvionali, dall’altro consente agli automezzi di raggiungere cascine isolate ed evita il passaggio degli autocarri della cava nel centro abitato; in quest’ultimo caso l’utilizzo dell’alveo ha favorito la sistemazione di un tratto del Righenzolo e la sua manutenzione.

Tra gli elementi antropici sono indicati anche i manufatti lesionati o allagati; come quelli adiacenti alla frana di Corna Pisarota sia sul versante che lungo via Danghelo e alcune soglie lungo il torrente Gera-Valeggia. Gli interventi di sistemazione della frana di Corna Pisarota hanno decisamente mitigato la possibilità di danni ai primi anche se è necessaria una costante manutenzione delle opere di stabilizzazione così come per le soglie lungo il Gera Valeggia oggetto di erosione durante le piene del torrente.

So segnati in carta i manufatti e/o materiali pericolosi per la dinamica degli alvei, cioè le costruzioni precarie, i depositi di legname o di vari altri materiali messi in prossimità delle sponde del Righenzolo, come a Pruis; in caso di piene del torrente, queste fattispecie possono essere coinvolte e trascinate dalle acque, causando occlusioni di alveo (effetto diga), esondazioni e danni

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GeoTer File: /Onore/ PGT2013/relazioni COMUNE DI ONORE revisione e aggiornamento studio geologico e distruzioni più a valle. Si tratta di un’attenzione che assume particolare rilevanza anche nella parte alta del Righenzolo, dove la presenza di piante da fusto e arbusti sulle sponde, talvolta franose, può creare grossi problemi e, purtroppo, denota una scarsa attenzione al territorio e in particolare ai corsi d’acqua.

Cava Bot Inerti depositati nel Gera-Valeggia

Inizio canalizzazione intubata via Dreher Scavo motocross in valle del monte Varro

Manufatti lesionati (soglie e mantellate ) lungo il torrente Gera-Valeggia

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Elementi di mitigazione dei processi gravitativi

Si considerano qui le opere atte a consolidare i pendii e a prevenire i distacchi di blocchi, le frane o i cedimenti del terreno. Per gli ammassi rocciosi si tratta di forme di intervento “attivo” in parete, come le reti addossate, i disgaggi e altri consolidamenti o di opere “passive”, come le barriere paramassi; le reti sono applicate soprattutto sulle scarpate rocciose destabilizzate da intagli stradali (via degli Alpini, strada provinciale presso Spluss); i disgaggi e consolidamenti interessano le pareti di conglomerato dentro il Parco Avventura e alle spalle dell’area artigianale di Spluss (manto di spritz-beton); le barriere paramassi proteggono la strada di accesso al “Ii”, lungo il Righenzolo.

Palificate e gabbionate, costituiscono elementi di sostegno di scarpate franose in terra o di riporti inerenti la viabilità minore in Falecchio e a Costa Pu.

L’area di Corna Pisarota (opere di sistemazione e messa in sicurezza dell’area franosa di “Corna Pisarota”) coinvolta da frane e smottamenti sia negli anni ’50 del secolo scorso, sia nel 2002, presenta una spessa coltre di terreno glaciale limo-argilloso, che poggia su banchi di conglomerato e roccia; al passaggio tra terreno e rocce si forma una modesta falda acquifera che, in caso di forti piogge, si gonfia e può innescare instabilità sull’acclive pendio che digrada verso il paese, come colate di fango. A seguito degli ultimi eventi franosi sono stati eseguiti interventi di drenaggio e stabilizzazione del terreno mediante opere di ingegneria naturalistica (palizzate, palificate doppie, canalette in legname e pietrame), muri di sostegno e trincee drenanti, con uno scarico verso la valle dei Ronchi; è stato costruito anche un nuovo collettore delle acque che raggiunge il Righenzolo lungo via Danghelo.

Un movimento franoso di simile natura ha interessato nel 1981 anche l’area di cascina Fontana; in quel caso si è prevista la raccolta delle acque in un collettore e la formazione di un muro /briglia di contenimento di eventuali future colate.

Con il simbolo di palificazione si indicano siti in cui sono state realizzate fondazioni speciali mediante l’utilizzo di pali (micropali) come nell’area artigianale di Spluss; ovviamente indicano la presenza di terreni di fondazione scadenti.

Reti addossate lungo Via degli Alpini Gunite sulla parete a monte del parcheggio di Spluss

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Barriere paramassi lungo la strada per località “Ii” Palificata doppia lungo sentiero per Costa Pu A B

C D

Opere di sistemazione e messa in sicurezza dell’area franosa di “Corna Pisarota”: A, B e C = palificate doppie, muri canalette in legname e pietrame e geostuoie; D = tubazione di raccolta e caditoia da cui ha inizio il collettore di raccolta che porta queste acque di drenaggio al Righenzolo

A lato: muro briglia e caditoia per raccolta acque presso cascina Fontana

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Elementi di regolazione dei processi fluviotorrentizi

Sulla carta geomorfologica sono indicate diverse opere di regimazione idraulica, che riguardano il torrente Gera-Valeggia, il Righenzolo e la valle dei Dadi.

Strutture longitudinali di difesa spondale (scogliere, argini, muri e gabbioni in pietrame, palificate in legno ) interessano praticamente tutto il tratto del Gera-Valeggia che attraversa la zona residenziale e quella artigianale. Solamente nel tratto finale del Righenzolo, tra il ponte di via Garriguella e il Valeggia vi sono opere di consolidamento e difesa su entrambe le sponde; nel tratto di monte è protetta solo la sponda più soggetta all’erosione fino alla località “Ii”. Nella valle dei Dadi vi sono scogliere sulla sponda esterna dell’ampia ansa presso Arecc.

Le strutture trasversali di regimazione idraulica (soglie e briglie) interessano tutti i principali alvei di Onore, anche se hanno tipologie diverse: vi sono soglie e briglie in calcestruzzo e pietrame sul Gera-Valeggia e sul Righenzolo e soglie realizzate con massi ciclopici nella valle dei Dadi.

Tutte queste forme di consolidamento, difesa e regimazione, soprattutto quelle del Righenzolo, dovrebbero essere mantenute in piena efficienza, onde garantire un buon grado di sicurezza al centro abitato di Onore. Lungo il Gera-Valeggia sono stati sistemati più volte i muri spondali e le briglie/soglie, a causa del progressivo abbassamento dell’alveo.

Un apposito simbolo indica in carta i principali attraversamenti - ponti - anche pedonali e i guadi (cunettoni).

Opere di regimazione idraulica lungo il Valeggia danneggiate dalla sottoescavazione che sono state ricostruite o ripristinate negli anni 2000 :

A lato: briglia immediatamente a valle della confluenza valle Righenzolo, valle del Vago e valle Gera-Valeggia prima e dopo gli interventi.

Sopra sottoescavazione del Gera-Valeggia presso lo scarico del depuratore.

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Difese spondali longitudinali lungo il torrente Gera-Valeggia A B

C D

E F

A-F: Difese spondali longitudinali lungo il torrente Righenzolo

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A B

opere trasversali

in alto la soglia sotto il ponte di via Rovena – via Corni lungo il Gera-Valeggia (A) e una soglia in massi in valle dei Dadi (B).

a lato una soglia-guado lungo il torrente Righenzolo tra via Scura e Pruis Basso-

4.3 Confronto con gli strumenti di pianificazione sovraordinati (tavola 3, P.A.I)

La componente geologica del Piano di Governo del Territorio deve recepire, a livello di conoscenza di base, le determinazioni di vari Piani omologhi sovracomunali, regionali e provinciali. Nel caso di Onore, tali strumenti sono costituiti innanzitutto dal Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del Bacino del Fiume Po (P.A.I.), approvato con D.P.C.M. 24 maggio 2001 e successivamente interessato da modifiche e integrazioni, e dal Piano Straordinario per le “Aree a rischio idrogeologico molto elevato” (P.S. legge 267/98) con successivi aggiornamenti; al momento sul territorio di Onore non vi sono aree “267”. Questi due strumenti trovano riscontro nella “Carta Geomorfologica con Legenda Uniformata P.A.I.”. Gli altri strumenti sovracomunali sono il Piano Territoriale Regionale (P.T.R.) e il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) di Bergamo.

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4.3.1 PIANO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO DEL BACINO DEL FIUME PO (P.A.I.) (tavola 3)

Tra i diversi documenti rivisti nello svolgimento del presente lavoro vi è anche la “Carta Geomorfologica con Legenda Uniformata P.A.I.” (tavola n.3); la cui compilazione e la conseguente relazione descrittiva sono state preventivamente sottoposte al parere di Regione Lombardia, sia per le stringenti implicazioni vincolistiche (compilazione della nuova Carta dei Vincoli) sia per l’importanza dei cambiamenti che le perimetrazioni di franosità, di conoide e di esondazione comportano anche sulla nuova Carta di Fattibilità Geologica.

La relazione che illustra la nuova carta P.A.I., che ha già ottenuto l’approvazione di Regione Lombardia (Prot. n. Z1.2014.0005162 del 16/04/2014), costituisce qui in calce l’allegato A1, a cui occorre fare riferimento.

4.3.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (P.T.C.P.) DI BERGAMO

Il P.T.C.P. di Bergamo, approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n.40 del 22.04.2004, riveste un ruolo determinante nel confronto dei dati geologici dettagliati di cui dispone il Comune di Onore per il suo Piano di Governo del Territorio.

Per la parte conoscitiva di base, occorre considerare l’elaborato del P.T.C.P. E1 - Suolo e Acque - Elementi di pericolosità e criticità: compatibilità degli interventi con la trasformazione del territorio (scala 1:25.000, tavola E1 1.g); tale cartografia rappresenta qualcosa di “ibrido”, cioè un compromesso tra una carta di pericolosità geomorfologica, idrogeologica, geotecnica e una carta di vulnerabilità, con indicazioni riguardo alla fattibilità di alcune di queste aree.

Purtroppo questi documenti del P.T.C.P., frequentemente non contengono le indicazioni puntuali degli studi geologici a supporto di P.R.G. redatti in precedenza e non sono aggiornati con gli studi redatti dopo l’entrata in vigore del Piano Provinciale; per tale motivo ed anche a causa della loro poco utile scala di analisi e rappresentazione (1:25.000) possono presentare e in effetti contengono lacune ed errori rispetto alla situazione reale.

Occorre comunque ricordare che sia all’art. 106 delle N.d.A. del P.T.C.P. sia nei “Criteri Attuativi delle L.r. 12/05 per il Governo del Territorio – Componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio”, è riconosciuto il maggior dettaglio degli studi geologici comunali, i quali - è detto - debbono divenire occasione per la verifica, l’aggiornamento e l’integrazione di quello provinciale e dei database regionali.

Nel caso di Onore, il confronto tra le carte mostra alcune situazioni lievemente difformi solamente nella perimetrazione di aree che non consentono trasformazioni territoriali, poiché gravate da forte rischio idrogeologico (frane/esondazioni); come descritto qui di seguito:

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Cascina Dreher

Gera-Valeggia

Valle dei Dadi

Estratto della tavola E1 1.- suolo e acque – 1.g elementi di pericolosità e di criticità: compatibilità degli interventi di trasformazione del territorio del P.T.C.P di Bergamo (2004). In magenta sono evidenziate le aree in cui vi sono lievi difformità tra questa tavola e le analisi contenute nel presente studio geologico a supporto del P.G.T. di Onore.

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- nella valle dei Dadi non si è tenuto conto delle sistemazioni idrauliche realizzate in occasione dell’apertura della cava Bot; esse hanno decisamente mitigato i problemi idraulici e di trasporto in massa. Ciò è evidenziato nel nuovo studio del P.A.I. di Onore (cfr. allegato A1). Per la stessa area il P.T.C.P. non considera nemmeno che vi sia un’attività estrattiva e, inoltre espande eccessivamente il perimetro di rischio verso l’agriturismo Arecc e gli edifici che si trovano sul fianco destro della valle.

- sul torrente Gera-Valeggia l’enfatizzazione della fascia di pericolosità lungo le sponde è più che altro dovuta alla scala di rappresentazione (1:25.000) del P.T.C.P. e, ovviamente, il rilevamento di dettaglio (1:2.000) dello studio comunale permette di individuare meglio le aree a rischio. Tale situazione era già stata rilevata nella precedente stesura della Carta Geomorfologica Uniformata P.A.I. (ECOGEO, 2005).

- in corrispondenza di cascina Dreher il P.T.C.P. riporta un alveo che non ha riscontro nemmeno nel R.I.M., poiché si tratta solamente di un leggero compluvio limitato alla conca dove sorge la cascina.

Queste difformità dovranno essere corrette in sede di aggiornamento del P.T.C.P.

4.3.3 PIANO TERRITORIALE REGIONALE

“Il Piano Territoriale Regionale, approvato con d.g.r. n.951 del 19.01.2010 rappresenta l’atto fondamentale di indirizzo della programmazione di settore della regione Lombardia e di orientamento della programmazione e pianificazione territoriale dei comuni”.

“Da un punto di vista normativo il Piano recepisce e attua le politiche di assetto idrogeologico del territorio definite dal P.A.I. con l’obiettivo del raggiungimento di condizioni di uso del suolo compatibili con le caratteristiche idrologiche e geologiche del territorio e consolida il sistema di pianificazione urbanistico/territoriale previsto dal P.A.I. stesso e dalla l.r.12/2005 garantendo la sostenibilità delle scelte pianificatorie”.

“In particolare stabilisce che le previsioni concernenti la realizzazione di infrastrutture prioritarie per la difesa del suolo hanno immediata prevalenza su ogni altra difforme previsione contenuta nei PTCP o nei PGT e costituiscono disciplina del territorio immediatamente vigente quale vincolo conformativo delle proprietà”.

Nella Tabella “Progetti di Riferimento per la previsione di Infrastrutture per la difesa del suolo” contenuta nella sezione Strumenti Operativi – Obiettivi prioritari di interesse regionale e sovraregionale –SO1 non vi sono indicazioni specifiche riguardo al territorio di Onore e pertanto non vi sono elementi da recepire all’interno dello studio geologico ed in particolare nella Carta dei Vincoli.

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4.4. Carta idrogeologica (tavola 4)

Nella carta idrogeologica si fornisce una valutazione di massima della permeabilità superficiale delle diverse unità geologiche, distinguendo i terreni, per i quali la permeabilità è di tipo primario (porosità), dalle rocce nelle quali la permeabilità è soprattutto secondaria (fratture e/o giunti di strato). Rispetto alla carta dello studio precedente, le classi di permeabilità sono maggiormente dettagliate, in funzione di una preliminare revisione della situazione litostrutturale dell’area:

- Terreni (vp’) con permeabilità da elevata a buona: K> 10-2 cm/s. A questa classe appartengono i sedimenti alluvionali attuali del Gera-Valeggia e dei suoi principali tributari, tra i quali spiccano le alluvioni ghiaiose delle valli del Varro e dei Dadi, e i detriti di versante (detriti di falda), sciolti o con vegetazione pioniera, che si trovano lungo il Gera. Questi terreni molto permeabili sono sede di un acquifero temporaneo, correlato a piogge particolarmente intense e/o prolungate e sostenuto da uno spesso livello di argilla, che si trova a trenta o quaranta metri di profondità e che tuttavia non è continuo.

- Terreni (p’), rocce fratturate e/o carsificate (P”) con permeabilità da buona a media: 10-2 cm/s ≥K>10-4 cm/s. Sono assegnati a questa classe i sedimenti alluvionali recenti, le alluvioni terrazzate e i detriti di falda coperti da suolo continuo e colonizzati; sono abbondantemente presenti ai lati delle sponde dei corsi d’acqua principali e nelle fasce dei versanti comprese tra la parte rupestre e il fondovalle (Valeggia, Varro e Righenzolo). Su questo categoria di terreni si è ampiamente sviluppata l’urbanizzazione di Onore.

Questa classe comprende anche i banchi di conglomerato delle antiche piane alluvionali che sono porosi e vacuolari e che presentano una scarsa cementazione; come ve ne sono tra Falecchio e la valle Righenzolo. Essi rappresentano degli acquiferi poco estesi, il cui sostegno è dato dalla sottostante roccia meno permeabile o da strati di argilla glaciale (sorgenti “Cavridessa”, “Canai” e “Canalù” e “Volpera-1” (o Moia). Stesso grado di permeabilità si indica per le masse rocciose calcaree, calcareo-dolomitiche e dolomitiche, fessurate e/o fagliate; esse appartengono soprattutto alle formazioni del Calcare di Zorzino e delle Dolomie Zonate e in parte alla Dolomia Principale; costituiscono vaste aree di infiltrazione dell’acqua piovana che alimentano acquiferi profondi.

- Terreni (s’) e rocce (S’), con permeabilità da media a scarsa: 10-4 cm/s ≥ K > 10-6 cm/s. La classe comprende i terreni con forte componente limo-sabbiosa e/o argillosa, come quelli di origine glaciale in Falecchio, a Costa Pu e Brugai. Sono inclusi anche i terreni d’alterazione che stanno sopra i conglomerati compatti, ma hanno uno spessore veramente ridotto e sono considerati tutt’uno con gli stessi conglomerati, che pure presentano una scarsa permeabilità, poiché sono ben cementati; si trovano tra Ombregno e Poerza e in Costa Pu.

Lo stesso grado di permeabilità è assegnato alla dolomia in grossi banchi o massiccia e poco fessurata (Dolomia Principale); caratterizza la maggior parte dei rilievi di Onore (monte Varro, Punta Vallerina, monte Cornet) e il settore settentrionale dello stesso comune (Canechel).

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- Terreni impermeabili (w’): K ≤ 10-6 cm/s. In questa categoria rientrano solamente gli strati limo- argillosi molto addensati della “Serie di Onore” sebbene al loro interno vi siano anche lenti di conglomerato; hanno un ruolo idrogeologico significativo nell’area di Costa Pu, dove formano l’acquiclude dei soprastanti conglomerati e favoriscono lo scaturire di cospicue e improvvise venute d’acqua temporanee, provenienti da circuiti carsici (doline).

In questa categoria sono considerati anche i terreni “impermeabilizzati”, cioè le superfici delle aree urbanizzate, dove i riporti, le pavimentazioni e le costruzioni in genere impediscono l’infiltrazione dell’acqua piovana. Tali aree si riconoscono nella carta tematica per il grafismo degli edifici, che si sovrappone alla campitura che indica la classe di permeabilità dei terreni naturali e/o delle rocce sottostanti.

SIMBOLI IDROGEOLOGICI CONVENZIONALI

Sulla carta idrogeologica appositi simboli indicano i principali elementi della circolazione delle acque superficiali e sotterranee, le zone di alimentazione e di recapito degli acquiferi, le captazioni e le fasce di rispetto delle sorgenti e dei pozzi. Con tratto rosso sono rappresentate le strutture tettoniche (faglie e fratture) che conferiscono permeabilità agli ammassi rocciosi. Sono indicate anche le giaciture degli strati, poiché le discontinuità rappresentate da tali giunti, diffuse su tutta la massa rocciosa, possono costituire vie preferenziali per l’infiltrazione sotterranea delle acque; per lo stesso motivo è rappresentato anche l’asse della sinclinale che attraversa il territorio di Onore in senso E-O. Dei tratti neri indicano le tracce delle sezioni idrogeologiche.

Le sorgenti sono distinte in libere e captate; tra le prime vi è la sorgente “Canechel”, nella parte più settentrionale del territorio, mentre tra le seconde sono distinte quelle ad uso potabile (“Volpera-1” utilizzata da Songavazzo), quelle utilizzate per le fontane di Onore (“Canai”) e quelle non più utilizzate per l’acquedotto (“Cavridessa”). Si distinguono inoltre i pozzi ad uso potabile (“Stradunsel” o “Onore-1” che serve Onore; “pozzo della Comunità Montana” o “Onore-2” che serve Songavazzo). Sono ripresi nella carta idrogeologica anche alcuni elementi geomorfologici che hanno una particolare valenza anche per la circolazione delle acque, come le doline.

Le frecce blu indicano le direzioni presunte dei flussi idrici sotterranei in roccia e nei terreni superficiali: nel primo caso esse seguono soprattutto la giacitura degli strati e i principali sistemi di fessure; nel secondo seguono la direzione di flusso del torrente Gera-Valeggia, come indicano anche le isopieze ricavate da precedenti indagini idrogeologiche (STUDIO IDROGEOTECNICO, 1990; ECOGEO, 1993).

Una retinatura evidenzia le "zone di rispetto" delle sorgenti e dei pozzi ai sensi del D.lgs. 11 maggio 1999, n.152, integrato dal D.lgs. 18 agosto 2000, n.258, all’art. 21 commi 1, 3, 4 e 7 e con riferimento alla D.G.R. 10 aprile 2003, n. 7/12693, All.1, cap.2. Si propongono le perimetrazioni già definite negli studi allegati alle pratiche di concessione alla derivazione per acqua potabile e secondo quanto indicato negli studi geologici del confinante comune di Songavazzo: in ognuno di tali casi si è adottato il “criterio geometrico” (duecento metri di raggio).

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La carta riporta i bacini principali degli acquedotti e la rete di distribuzione idrica, così come quella fognaria; di quest’ultima sono indicati in particolare gli scaricatori di troppo pieno ed il depuratore consortile utilizzato da Onore e Castione della Presolana.

Il sistema idrografico del territorio di Onore è evidenziato, distinguendo il Reticolo Idrico Minore da quello Principale.

SEZIONI IDROGEOLOGICHE

Per rappresentare la struttura idrogeologica generale del territorio di Onore, in ottemperanza ai Criteri attuativi della legge regionale 12/05, sono rappresentate tre sezioni idrogeologiche; due sono rielaborazioni di lavori precedenti: sezione X-X’ da STUDIO IDROGEOTECNICO, 1990 – “Caratterizzazione Idrogeologica del Territorio fra Castione della Presolana e Songavazzo (T.Valeggia, BG) atta alla valutazione della potenzialità idrica delle falde e all’individuazione di nuove aree di interesse acquedottistico consortile“; sezione Y-Y’ da MARSETTI D., 2007 – “I flussi sotterranei del bacino medio-alto della Val Borlezza “ – in “Val Borlezza”,); una è nuova: (sezione Z-Z’).

La sezione X-X’ è trasversale al Gera-Valeggia, mentre la sezione Y-Y’ corre parallela all’asta dello stesso torrente; entrambe illustrano la situazione idrogeologica attorno al pozzo “Stradunsel” (“Onore-1”) e a quello della Comunità Montana (“Onore-2”). Vi si nota uno strato superficiale di ghiaia alluvionale (unità C1) e di conglomerato (unità C3) che sta sopra un pacco di limo argilloso con ciottoli di origine glaciale: la ghiaia e il conglomerato costituiscono un acquifero molto povero, con rapida infiltrazione della pioggia e l’altrettanto rapido deflusso sostenuto dal sottostante strato argilloso.

Più interessante è invece l’acquifero rappresentato dallo strato di ghiaia alluvionale (C5) che sta sotto il livello argilloso e riempie l’antico e profondo solco d’erosione in roccia del Valeggia; è da questo acquifero che prelevano sia il pozzo “Stradunsel” sia quello della Comunità Montana. L’acquifero si carica dalla conca della Presolana, dalle ampie zone ghiaiose a monte di Onore e dalle infiltrazioni nei banchi di conglomerato più antichi che poggiano sul substrato roccioso.

Nella stessa sezione si coglie la posizione sfavorevole del vecchio pozzo di Canai, dismesso da tempo, che pesca in un ristretto livello alluvionale ghiaioso, sotto lo strato di argilla.

La sezione idrogeologica Z-Z’ attraversa la valle Volpera e quella del Righenzolo in direzione SO- NE e intercetta sia la sorgente “Cavridessa” sia il gruppo di sorgenti “Canai”; si evidenziano le circolazioni idriche nei banchi di conglomerato poroso e vacuolari e quelle al passaggio tra i terreni alluvionali e glaciali antichi e il substrato roccioso (dolomia), che affiora sulla sinistra del Righenzolo.

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4.4.1 Risorse idriche di Onore

Le risorse idriche sono sommariamente descritte nello studio geologico precedente (ECOGEO, 2005, pp. 69, 74): vi sono raccolte in schede tutte le sorgenti e i pozzi presenti nel territorio di Onore, sia quelle utilizzate per l’acquedotto o per le fontane sia quelle libere, fornendo una descrizione idrogeologica solamente dell’acquifero in cui pescano i pozzi; ma tralasciando i caratteri idrogeologici delle sorgenti.

In base alla consistenza della rete acquedottistica, la cui gestione è oggi affidata ad una società di servizi (UNIACQUE), si può dire che il settore meridionale del Comune di Onore, a Sud del torrente Gera-Valeggia e lungo le sue sponde (Corni), è servito dal pozzo “Stradunsel” (“Onore-1”), mentre Ombregno e Poerza utilizzano l’acqua di una sorgente che si trova in Comune di Castione della Presolana (“Solfer”).

Nella tabella sottostante sono indicate l’ubicazione, il tipo di captazione e le portate medie di ciascun a sorgente e dei pozzi che servono Onore. Risulta evidente che le sorgenti hanno portate esigue, attualmente inadeguate a soddisfare le esigenze connesse al forte sviluppo urbanistico del Comune. É comunque molto apprezzabile il loro mantenimento per l’alimentazione di fontane. Il pozzo “Stradunsel” garantisce da solo gran parte del fabbisogno dell’acquedotto.

TIPO DI COORDINATE QUOTA PORTATA DENOMINAZIONE COMUNE UTILIZZAZIONE CAPTAZIONE GAUSS BOAGA (m s.l.m.) (l/sec) Stradunsel Onore pozzo Onore e Castione 1577888 5082490 661 32 Onore 2 Onore pozzo CMVSS-Songavazzo 1577846 5082453 661 5 Solfer Castione sorgente Castione e Onore 1580165 5086225 1045 2-4 Canechel Onore sorgente 1578658 5084565 970 <0.1 Stomegard Onore sorgente fontana 1580062 5082486 830 <0.2 Arecc Onore sorgente 1580058 5082066 850 <0.2 Cascina Fontana Onore sorgente fontana 1578983 5082247 750 <0.2 Cavridessa Onore sorgente fontana 1578390 5081760 770 <0.2 Canai Onore sorgente fontana 1578390 5082974 730-740 <1 Canalù Onore sorgente fontana 1578350 5082091 715 <0.5 Sant'Antonio Onore sorgente 1578596 5081214 875 <0.1 Val Volpera-Moia Songavazzo sorgente Songavazzo 1578121 5081924 738 5

I caratteri chimici dell’acqua che si ricavano dalle analisi di controllo periodiche effettuate dall’Amministrazione permettono di distinguere il bacino di alimentazione della sorgente “Solfer” (Castione della Presolana) rispetto alle altre sorgenti e al pozzo di Onore; la prima ha un elevato -- contenuto di solfati (SO4 = 40÷220 mg/l) poiché proviene dalle rocce gessose della formazione di , mentre le altre (“Canai” e “Cavridessa”) sono pressoché prive di solfati -- -- (SO4 = 2÷8 mg/l) come pure il pozzo “Stradunsel” (SO4 = 6÷36 mg/l).

Il leggero contenuto di solfati nell’acqua del pozzo “Stradunsel” è da porre in relazione al suo bacino di alimentazione che si estende a tutta la conca di Castione, dove è presente la formazione di San Giovanni Bianco (zona del monte Pora e alta valle di Tede); anche la conducibilità elettrica

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GeoTer File: /Onore/ PGT2013/relazioni COMUNE DI ONORE revisione e aggiornamento studio geologico dell’acqua del pozzo (393 μS/cm) indica una circolazione sotterranea che interessa non solo rocce calcaree o dolomitiche come quelle del territorio di Onore.

Per il pozzo “Stradunsel” occorre osservare che nella sua area di rispetto ricade anche il pozzo della Comunità Montana Valle Seriana che alimenta Songavazzo; la reciproca interferenza dei due pozzi, che si trovano a circa cinquantasei metri l’uno dall’altro, è dimostrata da appositi studi (ECOGEO, 1993 – “Studio di interferenza ed efficienza tra pozzi siti in territorio di Onore, BG”); ciò ha costretto a contingentare il prelievo del pozzo di Songavazzo di 4-5 l/sec, al fine di non privare i Onore e Castione della Presolana della loro risorsa.

POZZO STRADUNSEL SORG. SOLFER (CASTIONE) UNITA' media min max media min max pH pH 7.51 7.26 7.85 7.71 7.4 7.94 conducibilità μS/cm 393 355 463 447 286 586 durezza °F 22.6 18.6 25 25.4 17 38 solfati mg/l 12.8 6 36 144 34 220 cloruri mg/l 1.6 1 2 <1 <1 <1 nitrati mg/l 6.6 5.3 8.4 5.8 3.5 9.3 residuo fisso mg/l 278 250 332 288 190 420

SORGENTE CAVRIDESSA SORGENTI ARECC UNITA' media min max media min max pH pH 7.86 7.78 7.96 7.43 7.2 7.6 conducibilità μS/cm 306.8 237 340 362 321 390 durezza °F 22 22 22 18.2 14 22.5 solfati mg/l 2.4 2 3 <40 <40 <40 cloruri mg/l 1.3 1 2 5.7 2 8 nitrati mg/l 7.3 5.8 8 6.2 5.31 7.1 residuo fisso mg/l 241 241 241 284 250 312

SORGENTI CANAI UNITA' media min max pH pH 7.80 7.66 7.93 conducibilità μS/cm 419 381 454 durezza °F 29 29 29 solfatimg/l768 cloruri mg/l 1 1 1 nitrati mg/l 9.9 6.6 15.9 residuo fisso mg/l 298 298 298

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pozzo “Stradunsel” pozzo “Onore 2” (CMVSS)

sorgente “Stomegard” sorgente “Volpera”

sorgente “Canai” sorgente “Cavridessa”

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4.4.2 Corsi d’acqua

Il territorio di Onore è una fascia orientata grossomodo N-S che taglia trasversalmente un tratto del corso del torrente Gera-Valeggia-Borlezza; per questo motivo esso comprende interamente solo tre piccoli bacini idrografici (valle del Varro, valle dei Dadi e valle di Vago), ma è attraversato da corsi d’acqua che hanno importanza ben maggiore, sia come portate in gioco, sia per i possibili fenomeni di trasporto solido che interessano i rispettivi bacini: si tratta delle valli del Righenzolo, del Gera-Valeggia, della Rovena, del Bi, della Volpera o Fumchet.

Alcuni di questi bacini sono stati oggetto di studio in vista di una loro sistemazione idraulica (AICOM, 2000 - Studi di base e progettazione preliminare degli interventi di sistemazione idraulica e idrogeologica del torrente Valeggia – Regione Lombardia); di altri sono state valutate le condizioni idrauliche sia da parte dello S.Ter. di Bergamo (già Genio Civile), sia in occasione della definizione del Reticolo Idrico Minore (GEOTER & CASTELLETTI, 2003) sia in relazione ad altri interventi che ne coinvolgono l’assetto idraulico (GEOROBICA, 1993 - Relazione idraulica per la richiesta di autorizzazione alla apertura di una cava di ghiaia in località Bot) sia per la verifica della fattibilità di alcune operazioni urbanistiche (lungo il Gera-Valeggia e il Righenzolo - U.T.C. Onore).

Regione Lombardia, mediante la banca dati “SIBCA”, fornisce i valori di portata liquida di tutti i corsi d’acqua, secondo la formula razionale, mentre le “magnitudo” delle colate detritiche sono determinate secondo le formule proposte da vari Autori (BOTTINO, CRIVELLARI, MANDRONE, 1996; D’AGOSTINO ET AL., 1996; BIANCO, 1999; CERIANI, CROSTA, FRATTINI, QUATTRINI, 2000) che, in funzione dei caratteri morfometrici del bacino (area, pendenza dell’asta torrentizia, indice dei litotipi del bacino, indice di trasporto, coefficiente di sistemazione), permettono di stimare i volumi dei debris flow che possono generarsi lungo le aste torrentizie. Nella pagina seguente una tabella espone in sintesi le portate dei principali corsi d’acqua, tratte da diversi studi specialistici, con l’indicazione dei tempi di ritorno.

Si osservi che in più occasioni le relazioni del Genio Civile di Bergamo mettono in risalto che il problema fondamentale dell’asta del Gera-Valeggia è costituito dall’erosione di fondo, che approfondisce l’alveo, mentre, al contrario, per il Righenzolo, la valle dei Dadi e quella del Varro i problemi sono dati dal cospicuo trasporto solido che porta al sovralluvionamento degli alvei con possibilità di esondazione delle piene.

Gli interventi di regimazione della valle dei Dadi, eseguiti in funzione dell’escavazione di ghiaia nella “Cava Bot”, ne hanno di molto mitigato i problemi idraulici, così come si può dire del progressivo sviluppo della copertura vegetale nella parte alta del Righenzolo (valle di Frucc) e del Varro. Resta comunque evidente la necessità di regolari azioni di difesa del suolo (manutenzione, prevenzione) da svolgere mediante periodica asportazione degli accumuli eccessivi di ghiaia in tali aste e, in particolare per il Righenzolo, con la formazione di una vasca di laminazione e sedimentazione presso la confluenza della valle dei Dadi. Lo stesso sarebbe auspicabile anche per l’asta del Gera-Valeggia presso la confluenza della valle del Varro.

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Portata (m3/sec) Area N.° Corso d'acqua Sezionetempo di ritorno bacino Fonte 50 100 200 1000 (km2) 1 GERA-VALEGGIA ponte Gera - via Rovena 277.92 304 330 390 A 2 RIGHENZOLO confluenza Gera-Valeggia 93.2 102 110 131 14.31 A 3 VALLE DEL MONTE VARRO confluenza Gera-Valeggia 32.7 35.8 38.8 46 A 4 VALLE DI BI confluenza Gera-Valeggia 36.5 39.9 43.4 51.3 A 5 VALLE ROVENA confluenza Gera-Valeggia 27 29.5 32.1 37.9 3.40 A 6 RIGHENZOLO confluenza Gera-Valeggia 87.06 14.31 B 7 VALLE DEI DADI confluenza Righenzolo 18.05 1.86 B 8 VALLE DEI DADI cava Bot 73.68 1.29 C 9 RIGHENZOLO attraversamento via Borgo Canai 61.94 14.19 D 10 RIGHENZOLO attraversamento via Borgo Canai 73.03 14.19 D 11 GERA-VALEGGIA ponte Gera - via Rovena 172.43 47.95 E 12 GERA-VALEGGIA ponte Gera - via Rovena 203.29 47.95 E 13 GERA-VALEGGIA q.677 m s.l.m. terrapieno Glerù 277.25 48.05 F 14 GERA-VALEGGIA q.677 m s.l.m. terrapieno Glerù 690.08 48.05 F 15 VALEGGIA-BORLEZZA termine abitato 355 122 G 16 VALLE DI BI ponte tra Fino e Poerza 13.21 2,66 H 17 VALLE ROVENA confluenza Gera-Valeggia 18.39 3.40 I 18 VALLE DI BI confluenza Gera-Valeggia 16.96 2.99 I 19 VALLE DEL VAGO confluenza Gera-Valeggia 6.00 2.66 I 20 VALLE DI MONTE VARRO confluenza Gera-Valeggia 13.87 2.71 I 21 RIGHENZOLO confluenza Gera-Valeggia 41.27 14.56 I 22 VALEGGIA-BORLEZZA termine abitato Cerete 125.85 131.81 3.11 I

N.B.: A = Studi di base e progettazione preliminare degli interventi di sistemazione idraulica e idrogeologica del torrente Valeggia; studio AICOM, 2000 B = Perimetrazione della pericolosità in corrispondenza dell'abitato di Onore - Ecogeo, 2003 C = Relazione idraulica per la richiesat di autorizzazione alla apertura di una cava di ghiaia in località Bot - Georobica e ing. A. Gaetani, 1993 D = Relazione geologica per il Piano Integrato di Intervento "Chiesa" - geol. A.Poloni, 2008 (in neretto la porata con trasporto solido) E = Relazione geologica per il Programma Integrato di Intervento "Corni" - geol. A.Poloni, 2009 (in neretto la porata con trasporto solido) F = Relazione idraulica Lavori di difesa in corrispondenza della sponda orografica sinistra del torrente Valeggia - ing. E.Nicoli, 2007 (in corsivo la portata transitabile) G = Relazione Lavori di sistemazione idraulica del Fiume Borlezza nel territorio della Comunità Montana Alta Valle Seriana - Genio Civile, 1979 H = Studio del Reticolo Idrico minore di Fino del Monte - GeoTer & Castelletti, 2003 I = SIBCA Regione Lombardia

“Righenzolo” sovralluvionato a monte di Vassa “Gera-Valeggia” a monte di Onore

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4.4.3 Osservazioni climatologiche

Il clima è l’effetto dell’interazione tra gli eventi meteorologici e l’orografia del territorio, in funzione di una precisa collocazione geografica. Esso è influenzato in modo diretto dalla temperatura e dall’umidità dell’aria, dalla radiazione solare e dalla nuvolosità, dalle precipitazioni, dalla pressione atmosferica e dalle sue variazioni, e infine dal regime dei venti. Localmente si possono instaurare condizioni climatiche assai diverse rispetto a quelle delle aree limitrofe; ciò può essere dovuto a particolari condizioni topografiche o geomorfo- logiche, a fattori idrologici e vegetazionali o alla presenza di manufatti che possono creare una modificazione locale dei processi di evapotraspirazione e di condensazione al suolo.

Il precedente studio geologico di Onore (ECOGEO, 2005) illustrava gli aspetti climatici mediante un’apposita carta (tavola n.6) sulla quale sono riportati i dati delle stazioni pluviometriche di Clusone e Castione della Presolana assieme a quelli tratti da alcune pubblicazioni scientifiche (GAVAZZENI, 1957 – “Saggio di Climatologia della Provincia di Bergamo”; OTTONE & ROSSETTI, 1980 - “Condizioni termo-pluviometriche della Lombardia”; BERTOLINI M. & ELITROPI C., 1991 – “Osservazioni meteorologiche 1958-1987. Note di climatologia e ambiente”).

Nelle pagine seguenti quelle informazioni sono in parte riprese e contestualizzate maggiormente rispetto all’altopiano Clusonese e di Castione della Presolana, dove si trova Onore; sono tralasciati i riferimenti a Bergamo e dintorni. Inoltre qui si introducono i dati di altre fonti, come le statistiche ufficiali del Servizio Idrografico del Ministero dei Lavori Pubblici (MAGISTRATO PER IL PO, Parma), utilizzate per la piovosità, la temperatura atmosferica e il vento per il periodo 1921-1950; la “Carta delle precipitazioni massime, medie e minime annue del territorio Alpino” del periodo 1891-1990 di Regione Lombardia (CERIANI M. & CARELLI M., 2000); le registrazioni pluviometriche annuali della stazione di Clusone nel periodo 1887-2005, quelle mensili ed annuali della stessa stazione e di Castione della Presolana rispettivamente del 1990-2005 e del 1996-2005. Altri dati provengono dal “Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale” (P.T.C.P.) della Provincia di Bergamo, da uno studio del bacino della valle Borlezza e da alcuni testi divulgativi della valle.

PRECIPITAZIONI ATMOSFERICHE

Per le precipitazioni atmosferiche si considerano sia gli apporti liquidi (pioggia) sia quelli solidi (neve e grandine), dove la pioggia è il tipo di precipitazione più frequente. Sulla “Carta delle precipitazioni massime, medie e minime annue del territorio Alpino” di Regione Lombardia si osserva che il territorio di Onore è una delle aree con piovosità media in provincia di Bergamo. Le precipitazioni sono distribuite in modo abbastanza uniforme su tutto il territorio comunale; la media annua è compresa tra 1.450 e 1.550 mm/anno, con in media un centinaio di giorni piovosi all’anno; la massima precipitazione annua raggiunge 2.300 mm/anno, mentre la minima annua è di 550 mm/anno.

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Onore

Carta delle precipitazioni medie, massime e minime annue del territorio alpino (M. Ceriani e M. Carelli, 2000) - Carta delle isoiete medie annue per il periodo 1891-1990.

Le valutazioni sulla piovosità locale derivano da elaborazioni geostatistiche di varie stazioni meteorologiche attorno all’area di studio (Clusone, Cerete basso, Dorga-Castione della Presolana e Bratto-Castione della Presolana); tra queste, solo la stazione di Clusone ha un periodo di registrazioni ultracentenario, mentre le altre sono da tempo dismesse (Cerete Basso e Dorga-Castione della Presolana) o sono in funzione solo da una quindicina di anni (Bratto- Castione della Presolana).

La stazione di Clusone è molto vicina a Onore e, pur non avendo una serie di dati completa (carenza a fine ‘800, durante la seconda Guerra mondiale e all’inizio del 2000) permette di definire una piovosità media annua di 1.451,7 mm/anno, in linea con quella indicata dalla carta di anzi citata. La piovosità massima supera i 2.000 mm/anno, con un picco nel 1888 (mm 2.283), che però non si può confrontare con i dati del 2000 e del 2002, che sono sicuramente gli anni più piovosi degli ultimi vent’anni. La piovosità annua minima è stata registrata nel 1921 (mm 572). Si osserva nel tempo una tendenza alla diminuzione della piovosità, come già notato per altre aree della provincia e della Lombardia.

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NSILI (CLUSONE e CASTIONE) CONFRONTO PRECIPITAZIONI ME PRECIPITAZIONI MENSILI E GIORNI CON PIOGGIA A CLUSONE

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La piovosità registrata dalla stazione di Bratto-Castione (attiva dalla fine del 1994) è di poco maggiore di quella di Clusone, in sintonia con la distribuzione areale indicata dalla carta regionale e con la tendenza generale all’incremento che si ha alle quote più elevate. La piovosità media annuale è di 1.516,4 mm/anno, quella massima è del 2000 con mm 2.185,4.

Il regime pluviometrico che si evince dai dati mensili delle stazioni citate è definibile “PREALPINO CON RILEVANTI INFLUSSI CONTINENTALI”; esso presenta un minimo invernale alquanto attenuato (gennaio o febbraio) e due massimi, uno durante la tarda primavera (aprile o maggio) ed uno nell'autunno inoltrato (ottobre o novembre). Un periodo di magra relativa si osserva anche al termine del periodo estivo (agosto o settembre).

CLUSONE: pioggia annuale (1887-2005)

pioggia annuale media tendenza

2500

2000

media 1451.7 1500

1000

pioggia annuale(mm) 500

0 1887 1898 1903 1907 1911 1915 1919 1923 1927 1931 1935 1939 1943 1950 1954 1958 1962 1966 1971 1975 1981 1998

CASTIONE-BRATTO: pioggia annuale (1995-2005)

2500

2000

media 1516.5 1500

1000 pioggia annuale(mm) 500

0 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

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I valori sono diversi per ciascuna delle due stazioni considerate; per quella di Clusone, dove si possono raffrontare periodi differenti (1921-1972 e 1989-2005), l’andamento mensile della piovosità, pur costante nella sua globalità, tende ad avere picchi di pioggia più concentrati e magre più evidenti.

La piovosità massima mensile del pluviografo di Clusone è di 478 mm nell’ottobre 1953, anche se non si ha la registrazione del mese di novembre 2000, che rappresenta una delle piovosità mensili più alte per gli altri pluviografi della valle Seriana (Castione-Bratto mm/mese 448,6). L’assenza di pioggia si registra più volte durante il periodo invernale.

CLUSONE piogge mensili medie (1921-1972)

200 180 163.6 155.3 160 149.5 145.5 135.5 141.6 136.5 140 126.6 120 97.3 100 85.5 80 66.0 69.8 60 CLUSONE 1921-1972 40 GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC 20 MEDIA 66 69 97 135 163 149 141 136 126 145 155 85 1467 0

pioggia mensile media (mm/mese) 3368GEN 3558 FEB 4964 MAR 6911 APR 8345 MAG 7627 GIU 7223 LUG 6961 AGO 6455 SET 7421 OTT 7921 4360 NOV DIC

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC MEDIA ANNO MEDIA 66.04 69.76 97.33 135.5 163.6 149.5 141.6 136.5 126.6 145.5 155.3 85.5 1473 MIN 0 6 0 9 10 50 48 28 12 2 5 0 MAX 215 281 324 328 318 374 311 316 323 478 471 281

CLUSONE piogge mensili medie (1989-2005 parziali)

200 180 167.8 152.8 160 140.2 140 124.7 113.8 120 94.1 97.9 100 90.4 80 62.7 53.9 60 44.2 38.5 40 20 0

pioggia mensile media (mm/mese) media pioggia mensile GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC

MEDIA 44.16 38.53 62.67 152.8 94.09 113.8 124.7 90.38 140.2 167.8 97.87 53.9 1180.9 MIN 0 0.2 1.8 48.8 27 36 39.8 26.2 43.6 19.6 19.8 0 MAX 119.4 152.2 140.4 370.2 169.2 192.8 195 205.4 252.4 287.4 224.8 141

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Delle precipitazioni solide (neve e grandine) non esistono dati specifici per il territorio di Onore. Come contributo precipitazione totale ovviamente esse sono comprese nei dati già citati, mentre sotto il profilo qualitativo è possibile affermare che le precipitazioni nevose sono contenute e con permanenza al suolo nei mesi invernali solo nelle aree meno esposte all’irraggiamento solare. Grandinate, anche molto intense, si verificano sporadicamente nei mesi estivi a seguito di turbolenze atmosferiche.

Oltre alla piovosità giornaliera o alle piogge prolungate, hanno particolare significato per la valutazione delle portate di piena dei corsi d’acqua le piogge di breve durata e forte intensità (piogge di una o più ore per i bacini maggiori, come quello del Gera-Valeggia- Borlezza, e di meno di un’ora per i bacini più piccoli). L’analisi di questi dati consente di affermare che le piogge di breve durata (un’ora) ma intense, sono molto più frequenti d’estate, mentre le piogge di maggior durata (3-6-12-24 ore) sono tipiche della primavera e soprattutto dell’autunno.

Negli studi allegati al P.T.C.P. di Bergamo e nelle specifiche dell’Autorità di Bacino del Po sono disponibili anche mappe con coefficienti caratteristici (parametri “a” e “n”) che permettono di ricavare l’entità e i tempi di ritorno delle piogge di massima intensità per una determinata area.

“a” “n”

Isolinee parametri “a” e “n” per tempi di ritorno di cento anni (dal PTCP della Provincia di Bergamo): in rosso il comune di Onore

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TEMPERATURA ATMOSFERICA

I dati della temperatura atmosferica provengono da serie storiche pubblicate dal Servizio Idrografico Italiano, compilate in scala 1:1.000.000, relative alle medie del trentennio 1926- 1955. La temperatura media annua ad Onore varia tra 10°C e 11°C, con un regime termico caratterizzato da un massimo in luglio ed un minimo in gennaio, che permettono di classificare il clima della maggior parte dell’area come “SUBCONTINENTALE”. Naturalmente questi valori si riducono verso le quote più elevate rispetto all’altopiano clusonese.

Carta delle temperature medie annue vere del periodo 1926-1955

L’esame comparato delle precipitazioni atmosferiche e delle temperature permette di valutare il clima mediante il climatogramma di Peguy: esso è caratterizzato da autunno e inverno “freddo umidi”, da primavera “temperata” e da estate “caldo umida”.

Climatogramma di Peguy - periodi climatici a Clusone valori mensili dal 1921 al 1972

260

240

220 freddo umido caldo umido 200 180 mag nov 160 ott giu ago 140 gelo apr set lug 120

100 dic 80 mar temperato gen 60 fe b

precipitazione media mensile (mm) mensile media precipitazione 40

20 arido 0 -10-8-6-4-202468101214161820222426 temperature medie mensili (°C)

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VENTO

A Onore i venti prevalenti da Sud, in regime di brezza, incanalati dall’asse vallivo seriano o dalla valle Borlezza; essi portano in genere aria umida, favorendo il formarsi di precipitazioni locali ed il permanere di un grado di umidità piuttosto elevato. Nel tardo autunno e nella stagione invernale sono possibili venti di caduta da Nord e qualche giornata può essere caratterizzata da tramontana.

EVAPOTRASPIRAZIONE

Applicando il metodo di Thornthwaite per la stazione di Clusone, si rileva che in ogni mese dell'anno la precipitazione eccede l'evaporazione potenziale o, in altre parole, che vi è sempre un surplus di pioggia che alimenta lo scorrimento superficiale e l'infiltrazione d’acqua.

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4.5. Carta litotecnica (tavola 5)

In questa carta sono rappresentati i terreni e le rocce, secondo i loro caratteri geotecnici di massima, e le stratigrafie ricavate da pozzi, sondaggi, trincee geognostiche, prove penetrometriche e scavi di sbancamento. Rispetto al corrispondente allegato del precedente P.R.G., questa carta presenta una nuova classificazione dei terreni superficiali, come conseguenza del fatto che nella carta litologica sono adottate differenti distinzioni formazionali, e nelle unità litotecniche si propone anche un diverso accorpamento (ad esempio: una sola classe comprende sia i terreni alluvionali sciolti e sia i detriti di falda).

I parametri di classificazione adottati per gli ammassi rocciosi sono l’indice RQD (DEERE, 1967), definito mediante la valutazione del loro grado di suddivisione (fratturazione) superficiale, e l’indice GSI (HOEK, 1994), espresso dalla correlazione tra i caratteri delle superfici di discontinuità (rugosità, alterazione e riempimento della frattura) e quelli strutturali (faglie, fratture e pieghe).

Le terre invece sono qui classificate sulla base del loro angolo di attrito interno (φ), della loro coesione (c) e della loro capacità portante (o carico ammissibile Qa). Nella carta è tralasciata la rappresentazione dei terreni superficiali il cui spessore sia minore di un metro, considerato che le fondazioni degli edifici raggiungono sempre profondità maggiore.

Piuttosto che un valore fisso, per ciascuna categoria è indicato un intervallo entro il quale i parametri geotecnici possono variare, come si coglie dalle diverse indagini eseguite sul territorio comunale. Va comunque precisato che si tratta di valori orientativi, come necessario per gli scopi di programmazione di questo lavoro, e che quindi non possono esimere i Soggetti tenuti a farlo, nei casi previsti dalla legge, dall'eseguire gli accertamenti e le prove geotecniche puntuali, necessarie secondo il D.M. del 14 gennaio 2008 (“Norme Tecniche per le Costruzioni”).

In carta sono distinti:

- riporti e terreni glaciali (1): materiali inerti di composizione varia provenienti da scavi e demolizioni edili, poco selezionati, e terreni glaciali a matrice prevalente con ciottoli e ghiaia sparsa. Sono materiali di granulometria varia, frequentemente limoso sabbiosi e caotici. Il loro grado di compattazione può essere del tutto variabile e il drenaggio superficiale difficoltoso. Riporti consistenti di terreno sono presenti lungo le sponde del torrente Gera-Valeggia, nella zona di Spluss e presso la cava Bot. I terreni glaciali con prevalente matrice fine si trovano nella zona di Falecchio, nel settore meridionale di Costa Pù e nelle parti più alte di Brugai:

φ = 22° ÷ 34°; c = 0 ÷ 5 t m-2; Qa = 0,5 ÷ 1,2 kg cm-2.

- detriti di falda sciolti, conoidi ghiaiose e alluvioni sciolte attuali, recenti o antiche (2): si tratta in genere di pietrischetto (ghiaia grossolana) e sabbia, con frequenti ciottoli (conoidi e alluvioni), blocchi (detriti di falda). Il drenaggio è buono o molto buono. I caratteri geotecnici

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GeoTer File: /Onore/ PGT2013/relazioni COMUNE DI ONORE revisione e aggiornamento studio geologico sono buoni, tanto che anche i detriti di falda su pendici mediamente acclivi sono stabili. Questi terreni sono diffusi nei fondovalle (alluvioni recenti e antiche, anche terrazzate) o nelle fasce di raccordo tra i versanti rocciosi e i fondovalle (detriti e conoidi):

-2 -2 φ = 33°÷38°; c = 0 t m ; Qa = 1,5 ÷ 2,8 kg cm

- alluvioni antiche parzialmente cementate o addensate (3): brecce calcareo-dolomitiche parzialmente cementate e conglomerati con sottili livelli addensati di sabbia e limo o sabbia con lenti di conglomerato. Questi terreni hanno buone caratteri geotecnici (i conglomerati si possono considerare come “rocce deboli”) e drenaggio da medio a scarso, soprattutto in corrispondenza dei livelli addensati di limo. Sono presenti su porzioni limitate del territorio di Onore, tra via Castello e cascina Dreher, a Est del centro comunale, e tra Pandola e la valle Volpera, a Ovest del Righenzolo:

φ = 32°÷38°; c = 10÷20 t m-2; RQD = 20 ÷50 %; Qa = 1 ÷2,5 kg cm-2.

- alluvioni antiche (fluvioglaciale) e detriti di falda cementati (4): si tratta di conglomerati poligenici con sottili livelli di arenaria e brecce calcareo-dolomitiche coerenti. I caratteri geotecnici sono buoni o ottimi, tanto che questi depositi sono considerati più come rocce che come terreni; il loro drenaggio è medio o scarso, in funzione del grado di cementazione. Localmente, in corrispondenza di livelli a granulometria più fine e/o poco cementati, si possono avere cavità sotterranee e scavernamenti. In questa classe litotecnica sono comprese tutte le unità alluvionali e detritiche più antiche, il cui grado di cementazione è generalmente ottimo. Sono diffuse soprattutto tra Poerza e Ombregno e a monte di queste località; a Sud del torrente Gera-Valeggia compaiono a Costa Pù e in valle Volpera:

φ = 35°÷ 40°; c = 50÷100 t m-2; RQD = 60 ÷ 100 %; Qa = 2 ÷ 4 kg cm-2.

- rocce cataclasate (5): si distinguono in questo modo le masse rocciose pervasivamente fratturate; esse appartengono soprattutto alla formazione della Dolomia Principale, dove essa è interessata da importanti dislocazioni tettoniche (faglie); possono presentarsi tanto minutamente fratturate e brecciate, da essere assimilate addirittura a masse sabbioso-ghiaiose ed essere dotate di un drenaggio buono, che favorisce una rapidissima infiltrazione in sottosuolo delle acque piovane. Queste rocce si trovano alla testata della valle dei Dadi e del canalone Ovest del monte Cornet e tra la valle del Vago e la valle di Bì:

GSI = 30÷40; RQD = 0 ÷ 50 %

- calcari, calcari marnosi e doloareniti (6): si tratta di rocce ben stratificate, con spaziatura dei giunti media o sottile e interstrati argillitici (Calcare di Zorzino e Dolomie Zonate) oppure formano grossi banchi fratturati e talora carsificati (Dolomia Principale); i loro caratteri geomeccanici sono buoni e il drenaggio superficiale medio. Gli affioramenti più estesi sono tra il Bracchio e Cima Pizzo, tra la valle dei Dadi e il Righenzolo, tra Stomegard e Arecc e tra la valle del Vago e quella di Bì; sono meno presenti sul Varro e in Valzelli.

GSI = 35÷55; RQD = 40÷100%

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- dolomie massicce o in grossi banchi (7): a spaziatura dei giunti metrica, appartengono all’unità della Dolomia Principale; presentano ottimi caratteri geomeccanici, ma il loro drenaggio superficiale è scarso. Questi ammassi affiorano diffusamente attorno al Varro, sui fianchi dell’omonima valle e su quello nordorientale della valle dei Dadi, tra Punta Vallerina e il monte Crapet; sulle pendici di Cima Pizzo, del Bracchio e di Pandola; a Nord di Poerza e tra la valle Rovena e quella di Bì, attorno a Canechel.

GSI = 70÷90; RQD = 80 ÷100 %

SIMBOLI

In carta appositi simboli rappresentano le principali disgiunzioni tettoniche (faglie e fratture), la giacitura prevalente degli strati, l’ubicazione di sondaggi e di altri accertamenti geognostici (pozzetti, prove penetrometriche) dai quali si sono ricavate stratigrafie del terreno.

4.5.1 Stratigrafie

Nella tavola n.5 sono rappresentate anche diciotto stratigrafie, la cui posizione sul terreno è indicata anche nella carta litologica (tavola n.1). Tali stratigrafie sono ricavate da sondaggi o da pozzi per acqua, da penetrometrie, da sbancamenti in cantieri edili e da osservazioni dirette di spaccati naturali del terreno. Esse sono descritte qui di seguito, in funzione della loro classe litotecnica:

La stratigrafia S12 è ricavata da un sondaggio per piezometro profondo quattordici metri, nella frana Pisarota; riguarda l’unità litotecnica 1, che in questo caso è rappresentata da terreno fine di origine glaciale: vi sono quasi dieci metri di argilla con ghiaietto, alla base sedimento un po’ più grossolano e livelli decimetrici di sola argilla che poggiano sul substrato roccioso (calcare grigio scuro, Zorzino). Lo strato argilloso è umido e presenta scadenti caratteri geotecnici. Questo terreno è stato coinvolto nella frana del novembre 2000, la cui origine è da attribuire alle forti piogge e alla circolazione d’acqua nel livello ghiaioso al passaggio tra il terreno e il substrato roccioso.

Le stratigrafie S1 (m 107), S2 (m 210) e S3 (m 122) sono quelle dei pozzi per acqua realizzati sul territorio di Onore (cfr. idrogeologia); le prime due riguardano rispettivamente il pozzo “Stradunsel” e il pozzo “Onore 2”; la terza è tratta dal pozzo dismesso in località Canai. In ogni caso la parte più superficiale è composta da ghiaia sabbiosa di origine alluvionale, che ha caratteri geotecnici buoni (unità litotecnica 2).

Le stratigrafie S4 (m 8, cava Bot), S8 (m 4, via Pramedà), S11 (m 4, trincee contrada Pozzo), S13 e S14 (m 2 e m 4, penetrometrie via Chiesa), S15 (m 6,5, penetrometria via Dreher), S17 e S18 (m 4,8 e m 5,1, penetrometrie via Corni) riguardano ancora l’unità litotecnica 2 che comprende terreni alluvionali, detritici e di frana antica; si tratta in prevalenza di ghiaia sabbiosa con lenti di sabbia e talora livelli di limo sabbioso. Questi terreni sono in gran parte

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GeoTer File: /Onore/ PGT2013/relazioni COMUNE DI ONORE revisione e aggiornamento studio geologico interessati dall’edificazione di Onore, lungo le sponde del Gera-Valeggia e del Righenzolo. Questo misto ghiaioso-sabbioso ha ottimi caratteri geotecnici e si presta ad essere usato come granulato per sottofondi (Cava Bot).

Le stratigrafie S9 e S10 (m10) e S16 (m 5) sono ricavate da sondaggi e trincee realizzati presso Spluss, dove sorge un comparto artigiane e commerciale; anche in questo caso si tratta di terreno assegnato all’unità litotecnica 2, ma rappresenta il terrazzo più elevato tra quelli alluvionali. La litologia prevalente è ghiaia o ghiaia sabbiosa, ma nello strato più superficiale è possibile trovare lenti di sabbia e limo sciolti e poco addensati che presentano scarsa portanza, tanto che si può giungere alla necessità di fondazioni su pali onde raggiungere lo strato più consistente a quattro o cinque metri di profondità.

Le stratigrafie S5 (m 2, Ombregno Bassa), S6 (m 2, Ombregno Alta) e S7 (m5, via Castello, Costa Pù) appartengono all’unità litotecnica 4, che comprende grossi banchi di conglomerato compatto; questi sono talvolta coperti da un livello di sabbia limosa rossastra con ghiaia che rappresenta il loro orizzonte di alterazione superficiale.

A 0

D B

10 C

A: terreni glaciali in frana (Corna Pisarota) - stratigrafia S12;

B: conglomerati a Costa Pu – stratigrafia S7;

C: terreno limoso superficiale e ghiaie sabbiose nei terreni alluvionali di Glerù-Pozzo – stratigrafia S11;

D:sondaggio SPLUSS da 0 a 10 m nelle alluvioni antiche terrazzate – stratigrafia S9.

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4.6. Carta dei vincoli (tavola 6)

Questo elaborato ha subìto un completo rifacimento rispetto alla versione precedente (ECOGEO, 2005 - tav. 14), che non soddisfaceva i già vigenti Criteri regionali, in merito alla delimitazione sia delle aree di tutela assoluta (indicava solamente il bacino di Songavazzo) sia di quelle di rispetto delle risorse idriche (pozzi “Stradunsel” e “Onore-2”, sorgente “Volpera”). Vi si evidenziavano inoltre le aree di inedificabilità assoluta lungo i corsi d’acqua ai sensi del R.D. 523/1904, senza considerare lo “Studio di definizione del Reticolo Idrico Minore” di Onore (GEOTER & CASTELLETTI, 2004) e si inserivano dei vincoli ambientali non pertinenti con l’analisi della componente geologica (idrogeologico, laghi e corsi d’acqua, boschi e foreste, etc.).

Secondo i Criteri attuativi della L.r. 12/05, questo documento invece deve riportare, senza ingenerare confusione, i vincoli di natura prettamente geologica che riguardano il territorio comunale e che sono contenuti nei Piani e nella Normativa sovraordinata, in vigore all’atto della compilazione del lavoro, con particolare riferimento:

• al Quadro del dissesto con legenda uniformata P.A.I. qui proposto come revisione/ aggiornamento di quello precedente e per il quale Regione Lombardia ha già espresso parere favorevole (Lett. Prot. n. Z1.2014.0005162 del 16/04/2014), Entro le perimetrazioni P.A.I. sono in vigore le norme specifiche, di cui all’art.9 delle N.d.A. del P.A.I., approvate in via definitiva con delibera del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del fiume Po, n.18/2001 del 26 maggio 2001 e successivi aggiornamenti;

• al Reticolo Idrico Principale e al Reticolo Idrico Minore; l’uno gestito direttamente da Regione Lombardia attraverso le sue Dipendenze provinciali (S.TER.), l’altro gestito dal Comune (che in questo caso ha delegato la Comunità Montana). La definizione del R.I.M. e la relativa Normativa attualmente vigenti in Comune di Onore sono quelle redatte nel 2004 (GEOTER & CASTELLETTI) e approvate da S.TER. di Bergamo (S.TER. prot. n. A006.2006.0016477 del 16 novembre 2006) e dal Comune di Onore con deliberazione del Consiglio Comunale n.3 del 27 gennaio 2007. In accordo con le indicazioni fornite nei Criteri regionali, vi sono indicate le fasce di rispetto dei corsi d’acqua con ampiezza di dieci metri dal ciglio superiore della sponda stabile o dal piede esterno dell’argine, ai sensi della D.G.R. 31 ottobre 2013, n. X/883, del R.D. n.532 del 1904 e delle successive modifiche.

• alle sorgenti captate, ai pozzi e alle loro fasce di rispetto, ai sensi del D.lgs. 11 maggio 1999, n.152, integrato dal D.lgs. 18 agosto 2000, n.258, all’art. 21 commi 1, 3, 4 e 7 e con riferimento alla D.G.R. 10 aprile 2003, n. 7/12693, All.1, cap.2.

Nel territorio di Onore non vi sono infrastrutture strategiche di interesse regionale (vincoli derivanti dal P.T.R.), né beni geologici già soggetti a forme di tutela (Geositi).

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4.7. Carta degli scenari di pericolosità sismica (tavola 7)

Lo studio geologico del comune di Onore è già corredato da un aggiornamento sismico (ECOGEO, 2005), tuttavia esso non è conforme ai Criteri della L.r. 12/2005; infatti nel relativo parere regionale (prot. z1.2006.19188 del 31 luglio 2006), pur affermando la conformità dello studio geologico ai criteri attuativi della legge 41/1997, si precisa che “a seguito dell’emanazione dei nuovi Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del P.G.T. in attuazione all’art. 57, comma 1, della l.r. 11 marzo 2005, n.12” avvenuta con d.g.r. 22 dicembre 2005, n.8/1566, all’atto dell’adozione del nuovo P.G.T. comunale, l’analisi della componente sismica del presente studio geologico dovrà essere rivista secondo le procedure indicate nei suddetti criteri”.

Secondo la più recente classificazione sismica nazionale (O.P.C.M. n.3274 del 20 marzo 2003 “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica” pubblicata sulla G.U. n. 105 del 08.05.03, Supplemento ordinario n. 72), che in prima istanza definisce le diverse zone sismiche sul territorio nazionale e fornisce le norme da adottare per le costruzioni in ciascuna di esse, non esiste alcun Comune d’Italia che possa essere considerato esente da sismicità. Si introduce quindi una macrozonazione sismica di riferimento, che comprende tutto il territorio nazionale, dettata e normata a livello nazionale/regionale, e suddivide il territorio secondo quattro “zone”, con sismicità di base decrescente dalla “ZONA 1” alla “ZONA 4”. Regione Lombardia ha preso atto di tale ultima classificazione sismica nazionale con la D.G.R. 7 novembre 2003, n.14964/7.

Per effetto dell’assunzione di tale Normativa, il territorio di Onore, che in precedenza era in “classe 4 - non classificabile”, assume la “ZONA 4”, caratterizzata dal parametro di accelerazione orizzontale al suolo ag = 0,05 g. Tale classificazione è valida solamente ai fini di programmazione urbanistica, come nel caso presente, e determina la scelta del metodo di calcolo da adottare in funzione del tipo di edificio, come definito dal D.M. 15 gennaio 2008 - “Norme Tecniche per le Costruzioni”. L’accelerazione orizzontale deve essere definita mediante la griglia di valori indicata dalla stessa Normativa (valore sito specifico) o, nei casi in cui è consentito, utilizzando il metodo di calcolo con valutazione sismica proposto nel D.M. LL.PP. 4 gennaio 1996.

Sulla base della su descritta classificazione è stabilito quale livello minimo di approfondimento d’indagine sismica si debba eseguire per integrare lo studio della componente geologica a supporto del P.G.T. Nel caso specifico Regione Lombardia ha reso obbligatorio lo svolgimento di uno studio di primo livello, ed è previsto uno studio di secondo livello per gli edifici di rilevanza strategica (D.d.u.o. 21 novembre 2003, n.19904) su terreni dotati di morfologia che dà “amplificazione topografica” (ciglio, cresta o scarpata) o amplificazioni legate alla litologia e alla geometria dei terreni (depositi alluvionali, conoidi, detriti di falda, ecc).

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Da un punto di vista sismotettonico, il settore centrale del “Sudalpino” è sintetizzato da SCANDONE ET. AL. (1990) e MELETTI ET AL. (2000) che, nel contesto nazionale, dividono il territorio lombardo in tre zone (7, 8 e 9) omogenee a riguardo delle strutture tettoniche. Il settore che comprende Onore (zona sismogenetica 8) è indicato come “zona di interazione tra la piastra adriatica e la piastra europea” e mostra un trend di sforzo principale con asse orientato NNW-SSE e prevalente meccanismo di rottura tipico del sovrascorrimento (transpressivo).

L’attività tettonica recente e quella storica (CAMASSI & STUCCHI, 1997 - Catalogo N.T.4.1.1; Catalogo C.P.T.I.) attribuiscono una densità rilevante al settore compreso tra il lago di Garda e Bergamo, per un’ampiezza di circa mezzo grado di latitudine. In particolare si nota una concentrazione rilevante di eventi in corrispondenza della valle Borlezza e della bassa Valcamonica, che lascia supporre la presenza di deformazioni attive di una certa entità. L’allineamento dei punti indica soprattutto la presenza di una serie disposta in direzione NNW-SSE, in corrispondenza della faglia della valle Borlezza e un allineamento ENE-WSW tipico dei sovrascorrimenti e della faglia che si trovano nella zona di Clusone.

Zonazione simogenetica (SCANDONE ET AL. 1990), sismicità strumentale (in arancio - 1990-1999, Catalogo ISC) e sismicità storica secondo i Cataloghi NT4.1.1 (in rosso – CAMASSI & STUCCHI,1997) e CPTI (in verde)

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Schema strutturale della provincia di Bergamo con sovrapposizione della sismicità strumentale ( in arancio - 1990-1999, Catalogo ISC) e della sismicità storica secondo i Cataloghi NT4.1.1 (in rosso – CAMASSI & STUCCHI, 1997) e CPTI (in verde); in blu e azzurro gli allineamenti di maggior densità lungo la valle Borlezza e sul margine frontale del “sovrascorrimento di

L’altopiano di Clusone - in particolare nei territori di Rovetta e Clusone - è talora interessato da particolari eventi sismici che negli ultimi quindici anni hanno più volte messo in allarme la popolazione. “Boati”, “rumori come di forte acqua che scorre”, “rumore di sassi che franano o che rotolano in un torrente in piena”, “vibrazioni del pavimento” e “vibrazioni delle lastre di vetro alle finestre”, come li descrivono gli stessi abitanti coinvolti, sono stati percepiti con maggiore intensità in località Conca Verde di Rovetta e, a far centro da tale località, per un intorno di circa due chilometri e mezzo, verso Ovest fino all’ex-Seminario (Villa Barbarigo) e all’ex Consorzio Agrario di Clusone, verso Est fino a Fino del Monte, verso Sud fino a San Lorenzo di Rovetta (Maninetti).

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Il territorio di Onore si trova al margine orientale di tale area e finora non ha risentito di tali fenomeni. Per tale motivo, conformemente a quanto contenuto nei Criteri regionali, non si ritiene di proporne in questa sede uno studio sismico di secondo livello. La Normativa di riferimento è comunque in evoluzione e, viste le caratteristiche delle aree limitrofe, è probabile che in futuro possa rendersi necessaria l’effettuazione di uno studio di microzonazione sismica paragonabile al secondo livello previsto dai criteri regionali.

Lo studio di PRIMO LIVELLO, propedeutico ai successivi livelli di approfondimento, consiste nell’analisi dei dati contenuti nella cartografia di inquadramento del presente studio geologico (carte geologica, geomorfologica, idrogeologica e Carta Geomorfologica con Legenda Uniformata P.A.I.) e nella conseguente stesura di una “Carta degli scenari di pericolosità sismica”. Quest’ultima riporta perciò la perimetrazione areale e gli elementi lineari delle diverse “situazioni-tipo” in grado di determinare effetti sismici locali, come indicato nella sottostante tabella, la quale è stata aggiornata secondo i Criteri più recenti (Allegato 5 della D.G.R. 30 novembre 2011, n.IX/2616):

Rispetto a queste categorie il territorio di Onore non contempla gli scenari Z1c (zone potenzialmente franose), gli scenari Z2 (terreni soggetti a cedimenti e liquefazioni) e gli scenari Z4d (terreni di origine eluvio-colluviale o con argille residuali).

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ZONA Z1

In questa vasta categoria rientrano tutte le aree in frana, attive o quiescenti, individuate secondo i criteri P.A.I. In tali aree un sisma potrebbe generare o riattivare forme di instabilità, sia in modo diretto, imprimendo un’accelerazione alle singole particelle, sia indirettamente, aumentando la pressione dell’acqua nei pori (pressione neutra).

Aree in frana attiva o quiescente (rispettivamente “Z1a” e “Z1b”) sono individuate lungo i versanti delle valli di Bì e del Vago, alla confluenza tra la Rovena e il Gera-Valeggia, lungo la sponda meridionale di quest’ultimo torrente presso il confine con Castione della Presolana, alla testata delle valli del Varro, dei Dadi e del canalone Ovest del Cornet, a SE di Arecc, nella piccola valle che scende a Pruis basso, nella conca di cascina Fontana, in una vallecola laterale alla valle dei Ronchi e a SO di Costa Pù.

ZONA Z2

Comprende situazioni dove vi sono terreni naturali o di riporti con caratteri geotecnici scadenti nei quali, in caso di sisma, si possono verificare cedimenti, fenomeni di liquefazione o vere e proprie frane, a seconda del tipo di terre (ghiaia, sabbia o argilla) e del loro grado di addensamento. Sul territorio di Onore non si rileva la presenza di questi tipi di terreno; anche le aree occupate da consistenti riporti, visto il loro grado di addensamento, non sarebbero interessate dai fenomeni sopra descritti.

ZONA Z3

I cigli delle scarpate alte più di dieci metri (“Z3a”), i pinnacoli e le creste rocciose (“Z3b”) sono suscettibili di amplificazioni di tipo “topografico”, cioè dovute alle loro particolari forme aspre e irregolari, possono cioè determinare una “focalizzazione” delle onde sismiche per riflessione o interazione fra il campo d’onda incidente e quello diffratto. Nella carta sono evidenziati i crinali che segnano gli spartiacque superficiali, i cigli di scarpata degli antichi terrazzi fluviali (Costa Pù, Corni, Spluss) e i pinnacoli di dolomia dei monti Varro, Cornet e Cima Pizzo e di Canechel (valle di Bì).

ZONA Z4

In questa categoria rientrano i terreni di varia origine che possono generare amplificazione di tipo litologico, dovuta cioè alle proprietà meccaniche del terreno, e/o geometrico, cioè dipendente dalla forma del corpo sedimentario stesso (lentiforme, eteropico, ecc). Queste condizioni possono provocare amplificazioni locali, risonanza tra l’onda sismica incidente e il moto proprio del terreno o doppia risonanza tra il periodo fondamentale del moto sismico incidente, quello del terreno e delle sovrastrutture eventualmente presenti.

Aree di fondovalle con terreni alluvionali e/o fluvioglaciali granulari e/o coesivi, classificabili come “Z4a”, si trovano lungo tutti i principali alvei del territorio di Onore (Gera-Valeggia,

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Righenzolo, valle dei Dadi e del Varro) e allo sbocco degli affluenti settentrionali del Gera- Valeggia. Sebbene più alti rispetto al fondovalle, rientrano in questa categoria anche i terrazzi antichi del “Sintema delle Stalle di Onito” che stanno lungo il Gera-Valeggia, nei valloni sulla sinistra idrografica e che caratterizzano in particolare l’abitato di Onore.

Le aree “Z4b” delle fasce detritiche e delle conoidi, si rilevano soprattutto ai piedi delle pareti rocciose lungo le valli del Varro, dei Dadi e del Righenzolo.

I depositi glaciali quaternari rappresentati da terreni granulari e/o coesivi (“Z4c”) si trovano generalmente più in alto rispetto alle falde di detriti, ad esempio in Falecchio, a Pandola, a Sud di Costa Pù e nella zona di Brugai.

Non vi sono in Onore aree con presenza di argille residuali e terre rosse di origine eluvio- colluviale (“Z4d”).

ZONA Z5:

Le aree in Zona Z5 sono soggette ad amplificazioni dovute alla notevole diversità di caratteri fisico-meccanici dei terreni presente in quel determinato sito. Sulla “Carta degli scenari di pericolosità sismica” con un tratto verde sono indicati ad esempio i passaggi (contatti) tra la roccia e il terreno sciolto, sia esso alluvionale, detrito di falda, fluvioglaciale o glaciale. Per tali ambiti non occorre una valutazione quantitativa con approfondimento d’indagine a livello superiore (secondo e terzo livello), poiché lo scenario esclude a priori la possibilità di costruire fabbricati a cavallo tra due materiali diversi, salvo che, ricorrendo ad appositi accorgimenti, la struttura sia appoggiata su un solo tipo di terreno.

Le diverse aree evidenziate sulla“Carta degli scenari di pericolosità sismica”, mediante una retinatura trasparente, sono riportate anche sulla Carta di Fattibilità Geologica di Piano, come prescrivono i “Criteri” della L.R. n. 12/05. Va sottolineato che la zonazione sismica non influisce sull’assegnazione delle classi di fattibilità; il suo scopo, indipendentemente dal grado di fattibilità geologica, è quello di indicare lo spettro di risposta elastica da utilizzare in fase di progettazione, come previsto dal D.M. 14.01.2008.

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4.8. Carta di sintesi o della pericolosità geologica (tavola 8a e 8b)

Questa carta è ricavata dal confronto dei diversi tematismi analizzati (fase di analisi del territorio) cui si aggiunge l’analisi clivometrica. Da tale sovrapposizione di dati e dal loro confronto critico si ottengono numerosi quadri di caratterizzazione geoambientale del territorio, dai quali si individuano le situazioni di pericolosità geologica.

Rispetto alla carta di sintesi del precedente studio geologico di supporto al P.R.G.(ECOGEO, 2005), questo elaborato è interamente rivisto e aggiornato conformemente ai Criteri della L.r. 11 marzo 2005, n. 12. Vi sono distinte sette tipologie elementari d'area (classi), ciascuna delle quali è dominata dal prevalere di un fattore di pericolosità geologica; l’ultima - classe 7 - considera gli interventi di mitigazione della pericolosità eventualmente messi in atto. Ciascuna classe è suddivisa in sottoclassi, che dettagliano maggiormente la situazione trovata sul terreno. La frequente concomitanza di più fattori di pericolosità introduce numerosi altri quadri geoambientali, come risultato della diversa combinazione delle sette classi di pericolosità.

La carta è redatta alla scala 1:5.000 per un opportuno dettaglio e maggiore chiarezza e copre l’intero territorio di Onore. Le indicazioni in essa contenute hanno un significato sia qualitativo sia quantitativo; infatti gli ambiti definiti costituiscono le classi d’ingresso nella “tabella 1” dei “Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio, in attuazione dell’art. 57 della L.r. 11 marzo 2005, n. 12”: essa consente di ricavare le classi di fattibilità geologica, rappresentate nelle tavole n.9 (scala 1:10.000) e n.9a, b, c (scala 1:2.000).

La su indicata procedura in genere non comporta un semplice automatismo di attribuzione, poiché il valore della classe di fattibilità può essere aumentato o diminuito in funzione di alcune considerazioni tecniche effettuate sul singolo ambito; tuttavia non per tutti gli ambiti si possono modificare le attribuzioni di classe (declassare) che risultano dall’applicazione delle suddette tabelle. È il caso, ad esempio, di quelli che riguardano le aree interessate da trasporto in massa su conoide, definite nei Criteri attuativi della L.r. n.12/05 e individuate anche con lo studio di dettaglio nell’allegato A1.

Gli ambiti di pericolosità geologica e le relative classi distinte sono:

- (1) pericolosità per acclività del terreno - (2) pericolosità per instabilità dei versanti - (3) pericolosità per vulnerabilità idrogeologica - (4) pericolosità da dinamica idraulica - (5) pericolosità per mediocri caratteri geotecnici - (6) pericolosità da modificazioni antropiche - (7) fattori di mitigazione della pericolosità.

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PERICOLOSITÀ PER ACCLIVITÀ DEL TERRENO (1)

La classe individua ambiti in cui la pericolosità è dovuta alla forte acclività del terreno: infatti la pendenza del terreno oltre certi limiti induce inevitabilmente situazioni di instabilità attive o potenziali, che creano condizioni di pericolo diretto o indiretto per l’eventuale insediamento. Del resto occorre anche dire che in situazioni di forte pendenza gli interventi insediativi possono, a loro volta, innescare facilmente significative forme di instabilità e, in ogni caso, impatti sul terreno molto più pesanti di quanto non facciano sulle superfici pianeggianti. L’elaborazione delle classi di pendenza è esposta nella carta geomorfologica (tavv. 2a, 2b).

Riguardo all’acclività, la Normativa attuale chiede di evidenziare come soggetti a pericolosità i pendii inclinati oltre 20°, qualora siano costituiti da terreni sciolti e oltre 35° quando formati da roccia. La nostra esperienza sui territori montani ci ha portato fino ad oggi a distinguere due sottoclassi di pericolosità per condizioni di superfici acclivi, graduando in base a queste le conseguenti classificazioni di pericolosità e di fattibilità e rappresentando le stesse sulle tavole con un’apposita campitura, onde evitare un’ulteriore distinzione con lettere e numeri:

- CLASSE 1A → ß = 25° ÷ 35° per terreni e rocce deboli; → ß = 35° ÷ 45° per le rocce; - CLASSE 1B → ß > 35° per terreni e rocce deboli; → ß > 45° per le rocce.

In questo modo e in linea generale sono ritagliate le situazioni in cui la pendenza rappresenta un elemento influente riguardo ai progetti urbanistici ed edilizi, ma non tali da impedire la trasformazione delle aree con determinati accorgimenti, e quelle dove invece la pendenza del terreno è tale da costituire un reale impedimento alla trasformazione e all’insediamento. Si tratta di una distinzione particolarmente importante per le aree di montagna, dove sono molti i terreni sensibilmente acclivi. È ovvio che questi limiti numerici generali non sarebbero credibili né giusti se, nel definire in dettaglio le classi di fattibilità, essi non fossero calati sui caratteri litologici e geomorfologici delle diverse aree, permettendo di giustificare il giudizio finale sia in senso più restrittivo sia in quello più permissivo.

Comunque oltre i limiti massimi di acclività su definiti, la morfologia aspra, anche in presenza di ammassi rocciosi molto resistenti o di terreni dotati di ottimi parametri geotecnici, esclude la possibilità di trasformazione delle aree per insediamenti di normale edificazione, anche in considerazione degli eccessivi sbancamenti che comporterebbero degli interventi su tali aree.

I limiti applicati per i terreni granulari sono validi anche per le rocce deboli (rocce cataclasate o intensamente fratturate), i cui caratteri geotecnici sono intermedi tra quelli delle terre e quelli delle rocce. I terreni cementati sul territorio di Onore (conglomerati) hanno invece caratteri geotecnici più simili a quelle di ammassi rocciosi.

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PERICOLOSITÀ PER INSTABILITÀ DEI VERSANTI (2)

Evidenzia pericolosità geologica dovuta a instabilità del pendio, di diverso grado e di diversa ampiezza di superficie: da quella dei piccoli smottamenti e dell’incipiente soliflusso, fino a quella delle frane. In quest’ultimo caso, sono distinte le forme attive, riconosciute dalle evidenze di campagna e/o in base a notizie storiche, le aree potenzialmente instabili e le forme quiescenti o stabilizzate, conformemente a quanto propone la Carta Geomorfologica con Legenda uniformata P.A.I.. La stessa categoria di pericolosità comprende anche le conoidi, che rappresentano una forma intermedia tra instabilità di versante e dinamica idraulica. Nel territorio di Onore le forme più attive di instabilità, identificate come conoidi, sono maggiormente collegate a franosità dei pendii (coni di detriti). Anche le forme di conoide sono qui distinte secondo le classi P.A.I. Per una rappresentazione dettagliata delle forme di instabilità si rimanda alla parte che tratta i caratteri geomorfologici.

- classe 2a: comprende aree predisposte a caduta massi da pareti rocciose. Tali situazioni sono dovute alla presenza di rocce o di bancate di conglomerato, molto fratturate, disgregate, con strati scompaginati e con scadenti caratteri geomeccanici, strapiombanti, a cui si possono aggiungere le condizioni di forte acclività e l’azione disgregante delle radici delle piante. Per prevenire e/o ripristinare condizioni di stabilità accettabili in queste tipo di situazioni si può ricorrere ad interventi di difesa attiva (disgaggi, tiranti, bullonature, chiodature, reti in aderenza).

Il pericolo di caduta massi riguarda soprattutto le pareti di conglomerato, a volte strapiom- banti, sopra Corni, Spluss e presso Costa Pù, ma anche le forme rupestri calcaree e dolomitiche, con pinnacoli e creste, che si trovano sui monti Varro, Cornet, Cima Pizzo, Bracchio oppure nelle valli del Vago e di Bi. L’indicazione intende sollecitare, anche in aree oggi non gravate da forme attive, particolare attenzione alle condizioni di stabilità del pendio durante lo sviluppo di eventuali lavori di costruzione.

- Classe 2b: in questo ambito rientrano le aree soggette a caduta di massi da pareti rocciose, cioè le fasce di terreno sottostanti ai punti di distacco e raggiunte dalle traiettorie dei blocchi, dunque a valle delle pareti individuate nella classe precedente. Per mitigare o controllare questo tipo di pericolosità, oltre agli interventi individuati nella classe precedente, si ricorre in genere a opere di difesa passiva, come le barriere elastoplastiche, le gabbionate o addirittura i valli e i tomi in terre armate o le gallerie artificiali.

Questo tipo di pericolosità riguarda in particolare alcuni settori delle piane terrazzate occupati da abitazioni, come attorno a Costa Pu, sotto i Corni e presso Spluss, e da viabilità (ad esempio via Castello). Per affrontare queste situazioni e la relativa progettazione, occorrono studi specifici che forniscano i parametri necessari al posizionamento e dimensionamento dei presidi.

- Classe 2c: comprende ambiti di frana attiva, corrispondenti alla classe P.A.I. “Fa”; nel territorio di Onore, essi sono rappresentati da terreni sciolti e/o da ammassi rocciosi cataclasati, in forte erosione, che alimentano o possono alimentare colate detritiche. La difesa

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GeoTer File: /Onore/ PGT2013/relazioni COMUNE DI ONORE revisione e aggiornamento studio geologico da questo tipo di pericolosità può attuarsi mediante opere di contrasto all’erosione e di consolidamento, di drenaggio, di sistemazione idraulica (briglie, argini, vasche di accumulo) e di tipo idraulico-forestale, con ricorso anche a tecniche di ingegneria naturalistica.

Nel territorio di Onore questa classe di pericolosità riguarda alcuni pendii in forte erosione nella valle di Bi e a Ovest di Pruis, gli affioramenti di rocce cataclasate presso il monte Cornet e alla testata della valle dei Dadi e le aree degradate lungo la valle di Tede. In generale, le superfici in frana attiva si stanno riducendo, per merito di una parziale riforestazione, sia naturale che antropica. Tali aree dovrebbero essere regolarmente monitorate e considerate all’interno della pianificazione di Protezione Civile.

- Classe 2d: comprende la pericolosità legata alle frane quiescenti (scivolamenti o colate) che il P.A.I. distingue come “Fq”. Tali forme di dissesto, potrebbero essere riattivate dagli stessi fattori che le hanno originariamente create, si affrontano con gli stessi metodi descritti per la classe precedente. Vi sono forme di frana quiescente vicine o associate a quelle ancora attive preso l’area dell’ex poligono militare nella valle del Varro e nel settore centrale del versante destro della valle dei Dadi.

- Classe 2e: riguarda la pericolosità degli ambiti di frane stabilizzate (“Fs” del P.A.I.); queste situazioni sono già ricondotte, per evoluzione naturale o per intervento antropico, a condizioni di stabilità e non richiedono opere di presidio, tuttavia per mutare la destinazione d’uso di tali ambiti è opportuno eseguire approfondimenti e valutazioni di carattere geologico, al fine di evitare la riattivazione dei dissesti. Un esempio di questa situazione è offerto dalla sistemazione effettuata in valle di Tede presso la confluenza della valle del Varro, dove un fronte franoso è stato sistemato come superficie prativa. Altre aree di frana stabilizzata (frane relitte) si trovano nella valle del Varro e presso la cascina Dreher, dove la superficie è già interessata da nuove costruzioni.

- Classe 2f: si riferisce ad aree di conoide attiva (“Ca” del P.A.I.); questo tipo di pericolosità grava solamente sull’area a sud di Vassa (Asa), sulla sponda sinistra del Righenzolo. Le opere di mitigazione in questo caso potrebbero prevedere la costruzione di una vasca (svaso) di dissipazione e accumulo dei detriti, onde proteggere la viabilità minore che risale il Righenzolo.

- Classe 2g: pericolosità degli ambiti di conoide parzialmente protetta (“Cp” del P.A.I.) si evidenzia nella parte alta della valle dei Dadi. La difesa in questo caso è affidata all’approfondimento dell’alveo e alla costruzione di una soglia, che serve anche come attraversamento a guado della strada che raggiunge la cascina Boldet. classe 2h: indica pericolosità degli ambiti di conoide protetta (“Cn” del P.A.I.), in cui cioè interventi di regimazione eseguiti sono adeguati e funzionali ad ottenere condizioni di sicurezza riguardo al trasporto solido del torrente (valle Volpera). classe 2i: evidenzia la pericolosità che deriva da potenziale instabilità dei terreni acclivi, come si può avere sui cigli delle scarpate dei terrazzi fluviali e fluvioglaciali. Si ritiene opportuno indicare questi ambiti come fasce di rispetto, la fruibilità delle quali sia soggetta

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GeoTer File: /Onore/ PGT2013/relazioni COMUNE DI ONORE revisione e aggiornamento studio geologico alla preventiva valutazione della stabilità delle scarpate sottostanti, in relazione alla loro evoluzione geomorfologica (erosione al piede, arretramento del ciglio superiore, solchi di erosione, ecc.). Questa categoria è molto frequente nelle zone di Poerza, Ombregno e Costa Pù.

- classe 2l: identifica la pericolosità geologica legata a lieve instabilità del pendio. Si tratta di ambiti in cui si rilevano forme di soliflusso, diffusi solchi da ruscellamento, decorticamenti del suolo per sradicamento di piante, terrazzette da pascolo, piccole ma diffuse altre forme di erosione del terreno. Nella maggior parte dei casi si tratta di problemi risolvibili con una maggior cura del suolo e del soprassuolo o con piccoli interventi di contenimento (biostuoie, viminate, palizzate, muretti, ecc.) o di riprofilatura del pendio.

Questa categoria interessa aree a monte di Poerza, Canechel, i dintorni di Stomegard, Falecchio, monte Bracchio e Pandola. L’indicazione intende sollecitare, anche in aree oggi non ancora segnate da forme attive, particolare attenzione alle condizioni di stabilità del pendio durante lo sviluppo di eventuali lavori di costruzione.

PERICOLOSITÀ PER VULNERABILITÀ IDROGEOLOGICA (3)

Questa classe comprende ambiti in cui la rapida infiltrazione delle acque superficiali nel sottosuolo procura condizioni di elevata vulnerabilità delle acque sotterranee. In queste aree eventuali scarichi nel suolo di reflui fognari o di altre sostanze possono portare seri danni alle risorse idriche. Vi rientrano le zone di salvaguardia delle sorgenti e dei pozzi ad uso potabile, definite ai sensi del D.lgs. 152/1999, integrato dal D.lgs. 258/2000 e con riferimento alla D.G.R. n. 7/12693 del 10 aprile 2003.

D’altra parte con l’assegnazione di questa classe si intendono evidenziare alcune situazioni in cui le emergenze idriche diffuse, ovvero l’impregnazione d’acqua, anche in presenza di captazioni parzialmente abbandonate, possono creare problemi alla stabilità dei terreni. Sono comprese inoltre alcune forme carsiche (grotte e inghiottitoi).

Le sottoclassi individuate per questi ambiti sono:

- Classe 3a: pericolosità geologica in area di tutela assoluta di captazioni idriche ad uso potabile per i gruppi di sorgenti oggi gestite da UNIACQUE (pozzi di Onore e sorgenti della valle Volpera).

- Classe 3b: pericolosità geologica in area di rispetto di captazioni idriche ad uso potabile, definite con “criterio geometrico” (settore circolare con raggio duecento metri intercettato dall’isoipsa alla quota della sorgente).

- Classe 3c: pericolosità geologica in area ad elevata vulnerabilità degli acquiferi che per il territorio di Onore è relativa ai terreni alluvionali dei principali torrenti nelle adiacenze dei pozzi.

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- Classe 3d: pericolosità geologica in aree interessate da carsismo superficiale e ipogeo, con presenza di inghiottitoi e doline. Particolare attenzione merita la zona di Costa Pù, dove le acque che si infiltrano nella dolina, attraverso condotti carsici negli strati di ghiaia e conglomerato, danno luogo a dissesti franosi lungo via Castello e la strada comunale di Costa Pù.

- Classe 3e: pericolosità geologica in aree con emergenze idriche diffuse che possono creare problemi di instabilità sono presenti soprattutto in località Canai, attorno alla sorgente Cavridessa e presso le piccole venute d’acqua captate per fontane.

PERICOLOSITÀ DA DINAMICA IDRAULICA (4)

Questa classe indica situazioni di pericolosità geologica legate alla dinamica dei corsi d'acqua. Vi rientrano sia gli ambiti di normale pertinenza dei fiumi e dei torrenti, sia le aree che per effetto di condizioni di dissesto o di alterazione degli alvei (sovralluvionamenti, occlusioni, cedimenti spondali) o per condizioni idrauliche particolari (piene eccezionali) possono essere investite e danneggiate da deflussi idrici. Eventuali opere di regimazione idraulica e difesa realizzate e del loro grado di manutenzione ed efficacia vengono considerate a parte nei fattori di mitigazione della pericolosità.

- Classe 4a: pericolosità in ambiti di diretta normale pertinenza dei corsi d’acqua superficiali riguarda per lo meno le aree con possibilità di esondazione molto elevata (“Ee” del P.A.I.). Di fatto sono gli alvei stessi dei principali corsi d’acqua del territorio di Onore (Gera-Valeggia, Volpera, Righenzolo, valle Varro) e dei loro affluenti.

- Classe 4b: la pericolosità elevata di esondazione (“Eb” del P.A.I.) riguarda le piane alluvionali del Righenzolo, della valle dei Dadi, di quella del Varro e piccole fasce vicine alle sponde del Valeggia. Una parte di tali ambiti, soprattutto alla confluenza del Righenzolo nel Valeggia, sono dettagliatamente definite da uno studio di approfondimento idraulico appositamente eseguito (ECOGEO, 2003), verificato e integrato nell’ambito del presente lavoro e preventivamente approvato da Regione Lombardia nella revisione della cartografia P.A.I. comunale. Sono assegnati a questa classe anche i manufatti ritenuti pericolosi per la dinamica dei corsi d’acqua.

- Classe 4c: rappresenta la pericolosità di esondazione media o moderata (“Em” del P.A.I.): interessa soprattutto i terreni adiacenti al Righenzolo (Pruis, Plarina, sotto via Chiesa) e ambiti minori attorno al Valeggia e lungo alcuni affluenti (valle del Vago e valle di Bi).

- Classe 4d: distingue il pericolo di allagamenti in occasione di eventi meteorici eccezionali (senza definizione del tempo di ritorno) sia provocati dal torrente Righenzolo sia dal Valeggia: gli ambiti interessati sono già compresi nelle due classi precedenti (4b, 4c).

- Classe 4e: identifica la pericolosità geologica dovuta all’erosione spondale particolarmente attiva. Riguarda tratti a fianco del Valeggia, del Righenzolo, delle valli dei Dadi e del Varro. Lungo il Righenzolo la pericolosità è enfatizzata dalla presenza in alveo di alberi schiantati.

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- classe 4f: pericolosità da sovralluvionamento, cioè causata da alvei ingombri di accumuli eccessivi di sedimenti ghiaiosi portati dalle piene o dalle colate; si evidenzia lungo le aste del Valeggia, del Righenzolo, dei Dadi, del Varro, nei tratti a monte dei centri abitati. Per il Righenzolo occorre particolare attenzione alla possibile completa occlusione dell’alveo.

PERICOLOSITÀ PER MEDIOCRI CARATTERI GEOTECNICI (5)

Queste classi distinguono diverse situazioni di pericolo dovute alla scadente qualità tecnica dei terreni o degli ammassi rocciosi, che rende necessaria l’adozione di accorgimenti costruttivi speciali. L’indicazione si riferisce soprattutto a terreni limo-argillosi di origine glaciale e alluvionali, ma anche ad alcuni riporti artificiali mal costipati. L’utilizzo di queste aree non può prescindere da preventive e adeguate indagini geotecniche, mirate alla quantificazione diretta e puntuale dei parametri fisici del terreno (granulometria, peso di volume, angolo di attrito interno, coesione, ecc.) e da valutazioni sul suo drenaggio.

- Classe 5a: pericolosità dovuta a terreno limo-argilloso e/o con scarso drenaggio; contraddistingue i terreni con poca capacità portante che si trovano nella zona alta del Brugai, sui declivi a Sud di Costa Pù e in Falecchio.

- Classe 5b: pericolosità dovuta a lenti limo-sabbiose riguarda le piane alluvionali o fluvioglaciali terrazzate nei cui terreni generalmente buoni sono intercalati livelli, lenti o tasche di materiali cedevoli (argille o sabbie sciolte); può essere necessario il ricorso a fondazioni su pali. Questa classe comprende tutte le superfici pianeggianti o dolcemente acclivi da Poerza a Spluss, da Ombregno a Costa Pù e con esse l’abitato di Onore.

- Classe 5c: pericolosità dovuta a ristagni d’acqua nel terreno; riguarda zone attorno a sorgenti (Canai, Volpera, Cavridessa) e terreni di origine glaciale (cascina Bianca, Falecchio).

- Classe 5d: pericolosità dovuta a riporti di inerti o discariche mal compattati; ve ne sono soprattutto lungo le sponde del Gera-Valeggia.

PERICOLOSITÀ DA MODIFICAZIONI ANTROPICHE (6)

Queste indicazioni mettono in evidenza ambiti in cui l’intervento umano ha modificato le condizioni di stabilità o la dinamica evolutiva naturale del territorio, introducendo elementi di pericolosità geologica effettiva o potenziale. Questa zonazione riguarda strutture idrauliche, intubazioni o alterazioni della sezione dei corsi d’acqua, che introducono la possibilità di avarie, rotture, occlusioni ed esondazioni, ma anche eventuali effetti negativi legati all’attività estrattiva:

- Classe 6a: evidenzia la pericolosità per occlusione d’alveo o restringimenti della sezione idraulica causati da attraversamenti viari (ponti e tombotti). Tali situazioni si trovano in quasi tutte le valli minori e inducono attenzione per possibili erosioni e distruzioni di strutture dovute a forzata deviazione del deflusso di piena.

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- Classe 6b: segnala la pericolosità di alvei coperti o intubati. Anche questo tipo di situazioni è significativamente presente a Onore. Particolare rilievo assumono in tal senso i corsi d’acqua intubati presso via Dreher e cascina Fontana; qui è opportuna una periodica ispezione e manutenzione onde garantire l’efficienza dei manufatti, ponendo attenzione anche alla possibilità che i condotti vengano occlusi dai detriti legnosi trasportati dalle piene; per questo motivo occorrerebbe un’attenta cura del soprassuolo sulle pendici soprastanti.

- Classe 6c: evidenzia la pericolosità dei canali di drenaggio realizzati per allontanare le acque drenate da zone franose; si segnala in particolare il condotto sotto via Danghelo che smaltisce le acque provenienti da Corna Pisarota e che richiede costante sorveglianza.

- Classe 6d: indica la pericolosità di riporti di inerti e materiali terrosi dovuta al fatto che questi procurano restringimenti delle sezioni di deflusso degli alvei e al tempo stesso possono essere mobilizzati dall’erosione e causare danni più a valle. Si vedano le aree evidenziate con la classe 5d.

ELEMENTI DI MITIGAZIONE DELLA PERICOLOSITÀ (7)

Sul territorio di Onore sono stati effettuati numerosi interventi per mitigare la pericolosità geologica che grava su alcune aree. Si tratta di lavori di stabilizzazione e messa in sicurezza dei versanti, di regimazioni idrauliche e di consolidamenti tesi a migliorare i caratteri tecnici di taluni terreni. La maggior parte interessa i corsi d’acqua in fregio alle aree edificate e richiede controlli periodici e manutenzione per garantirne l’efficacia. Gli interventi mitigatori qui di seguito sono distinti secondo le loro diverse tipologie:

- Classe 7a: opere in alveo (trasversali e longitudinali). Si tratta di strutture idrauliche con le quali si sono sistemati alcuni alvei dissestati (Gera-Valeggia, Righenzolo e Dadi) soprattutto con lo scopo di difendere dei terreni collocati in fregio ai torrenti e/o per contenere l’erosione in alveo.

- Classe 7b: difese per la caduta massi. Sono state realizzate lavorazioni di questo tipo soprattutto per alcune scarpate di conglomerato friabile presso Spluss e Corni: si tratta di disgaggi e consolidamenti vari. Reti metalliche addossate sono state posate sulle scarpate di alcuni intagli stradali, come in via degli Alpini e sulla provinciale presso Spluss. Barriere paramassi con sostegni in legno, efficaci ma non convenzionali, sono state costruite a protezione della strada che risale la sponda destra del Righenzolo verso “Ii”.

- Classe 7c: opere di ingegneria naturalistica. Sono segnalati numerosi interventi realizzati con questa tecnica, per sistemare alcune frane o prevenirne l’insorgere: si tratta di muri in terre armate, palificate doppie e gabbionate e altre applicazioni bioingegneristiche (geostuoie, canalette in legname e pietrame, trincee drenanti.). Queste mitigazioni riguardano soprattutto Corna Pisarota e alcune strade in Falecchio e Costa Pù.

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4.9. Carta della Fattibilità Geologica di Piano (tavole 9, scala 1:10.000; 9a-h, scala 1:2.000)

È questa la carta conclusiva di tutto il lavoro di indagine geologica eseguito a supporto del nuovo P.G.T. di Onore; essa è redatta su tavole in scala 1:2.000 e, in conformità con le ultime disposizioni regionali, anche in scala 1:10.000 per l’intero territorio comunale. La base topografica utilizzata per la redazione di entrambe le scale è il rilievo aerofotogrammetrico comunale del 2000 e pertanto alcune aree edificate posteriormente a tale anno non sono rappresentate.

La “Carta della fattibilità geologica di Piano” rappresenta il documento sul quale si focalizza l'attenzione degli Amministratori e dei Cittadini, quindi deve essere uno strumento chiaro, inequivocabile, di immediata comprensione. Il suo scopo principale è quello di fornire al Pianificatore uno strumento che visualizzi in modo immediato la vocazione del territorio, in particolare ai fini edilizi o per la realizzazione di opere di urbanizzazione, indicando nel contempo le condizioni alle quali questo processo deve avvenire, nel rispetto del contesto geoambientale. La carta è il risultato della valutazione mediata di tutti gli elementi studiati e, in sintesi, della pericolosità geologica, come illustrato nell'apposito documento, in pratica qui tradotto in classi di fattibilità.

La base tematica di partenza per questo elaborato è la carta di sintesi della pericolosità geologica. Nel caso in cui in un’area omogenea per pericolosità/vulnerabilità vi sia la contemporanea presenza di più fattori, a quell’ambito è attribuita la classe più restrittiva di fattibilità, secondo le indicazioni dell’apposita tabella dai Criteri attuativi della l.r. 12/05.

Sulla campitura che distingue le classi di fattibilità è sovrasegnata, mediante una retinatura trasparente, la zonazione derivante dai diversi gradi di amplificazione sismica locale, illustrata nelle pagine precedenti e precisamente definita nella “Carta degli scenari di pericolosità sismica”. La zonazione dell’amplificazione sismica locale non influisce sull’attribuzione delle classi di fattibilità geologica.

Le classi di fattibilità geologica, distinte da 1 a 4 con gradi di limitazione crescenti conformemente alle indicazioni di Regione Lombardia, per quanto riguarda Onore sono attribuite solamente dalla seconda alla quarta, poiché la “classe 1” che indica le aree senza limitazioni di carattere geologico non è presente in questo territorio. Esse dunque sono:

- (2) fattibilità con modeste limitazioni: indica gli ambiti in cui i terreni superficiali contengono una certa frazione limo-argillosa o in cui si possono trovare lenti di limo o sabbia (qualità geotecniche mediocri) a profondità interessate dalle fondazioni degli edifici; ovvero gli ambiti in cui gli ammassi rocciosi sono fessurati o in strati molto sottili (qualità geomeccaniche mediocri); ovvero aree in cui l’acclività del terreno è significativa, ma comunque accettabile (fino a 25° per le terre e le rocce deboli; fino a 35° per rocce sane o poco fratturate) e non sono richieste particolari attenzioni nei confronti della stabilità del pendìo. Questi ambiti sono o possono anche essere interessati da forme e processi gravitativi

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GeoTer File: /Onore/ PGT2013/relazioni COMUNE DI ONORE revisione e aggiornamento studio geologico ed erosivi di modesta entità (piccoli smottamenti, ruscellamenti e ristagni d'acqua) o da forme di instabilità sulle quali si è già intervenuti con efficaci sistemazioni.

Si tratta dunque di spazi in cui la situazione geologica ha una certa incidenza sulle scelte progettuali e sulle costruzioni, cioè essa presenta un quadro leggermente problematico, ma l'applicazione di opportuni accorgimenti e/o l’introduzione di qualche eventuale limitazione d'uso possono consentirne un utilizzo normalmente soddisfacente. Le fasi di progettazione per queste aree richiedono di essere affiancate e appoggiate ad accertamenti geologici di fattibilità e/o geotecnici, benché finalizzati al singolo progetto edilizio.

Questa classe di fattibilità geologica riguarda le aree più pianeggianti di Onore, sulle piane alluvionali leggermente sopraelevate rispetto ai corsi d’acqua, sui terrazzi fluvioglaciali e su alcuni ripiani glaciali quaternari. Comprende il centro abitato di Onore, da Pramedà alla contrada Pozzo, alcune parti di Pruis Basso, la località Corni, il campo sportivo, la zona artigianale di Spluss, Poerza, Ombregno e Costa Pù, e alcune parti di Falecchio.

- (3) fattibilità con consistenti limitazioni: delimita gli ambiti in cui terreni limo-argillosi presentano moderate acclività e/o sono interessati da accentuata erosione, soliflusso e smottamenti, oppure si tratta di terreni incisi da ruscellamenti diffusi e deflussi disordinati; questa classe di fattibilità geologica si estende anche a superfici sottostanti a scarpate rocciose instabili e/o prossime a cigli di scarpate acclivi, instabili o potenzialmente instabili. Sono incluse le aree che possono essere investite da esondazione di corsi d’acqua, anche a causa di inopportune o inefficienti modificazioni antropiche; le superfici sensibilmente acclivi ma non tali da essere escluse (fino a 35° per le terre e le rocce deboli e 45° per le rocce sane); le aree in cui vi sono emergenze idriche diffuse e quelle dove gli interventi antropici hanno effetti molto impattanti (cave e riporti terrosi e inerti, con caratteri geotecnici mediocri o scadenti).

Si tratta in ogni caso di aree utilizzabili, nelle quali i fattori di pericolosità geologica possono essere mitigati e/o superati, fino a ricondurre la situazione alla normalità, tenendo conto però che per la tipologia e soprattutto per la consistenza dei fenomeni, esse possono essere rese edificabili solo con interventi specifici di notevole consistenza. Sono dunque necessari accurati approfondimenti di indagine geologica e/o idraulica a livello di intero comparto (non solo di singolo progetto edilizio), con conseguente preventiva realizzazione di opere di difesa, consolidamento, sistemazione e/o di bonifica anche per l’esistente.

Questa classe presenta dunque un preciso segnale di attenzione per l'Amministrazione, che potrebbe venirsi a trovare nella necessità di intervenire dove il singolo Cittadino non ha la possibilità di farlo, ma dove spesso capita che, dopo aver costruito, esso ponga all'Ente pubblico richiesta di intervento.

La classe 3 di fattibilità nella parte urbanizzata di Onore riguarda in particolare una fascia lungo il Righenzolo e il Gera-Valeggia, a causa della possibilità, per quanto modesta, di esondazione e/o di erosione delle sponde, nel caso in cui non fosse effettuata un’adeguata manutenzione delle esistenti opere idrauliche o una regimazione a monte di queste due aste.

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Anche nella zona di Pruis e in quella del depuratore vi sono aree con analoghe caratteristiche e che sono comprese nella classe 3, così come lungo via Danghelo, a valle di cascina Fontana e nei dintorni di cascina Dreher-via Caadura; in queste ultime a causa della possibilità di occlusione e conseguente esondazione di intubazioni sotto le vie del centro abitato.

Il pericolo di stacco di blocchi e caduta di massi o di possibili colate detritiche determina l’attribuzione della classe 3 alle fasce sottostanti le scarpate di conglomerato di Spluss, Corni e Costa Pu e la fascia che da qui si estende sino a Arecc sulla destra del Righenzolo. È in classe 3 anche la zona di Pruis sulla quale grava il pericolo di possibile caduta massi dalle pendici del monte Bracchio, come anche le aree pianeggianti sul fianco sinistro della valle del Varro, dove si rilevano anche lievi instabilità dei pendii.

La stessa classe è attribuita alle aree potenzialmente soggette a piccoli dissesti del terreno superficiale: a NE di Poerza, presso Brugai e Canechel, presso Varro Bassa, tra Costa Pù, Stomegard e cascina Dreher, tra la valle Varro e la valle dei Dadi, tra valle dei Dadi e Righenzolo, presso Vassa, tra Falecchio la valle Volpera e Pandola; ai terreni prossimi ai cigli di scarpata (sui bordi dei terrazzi fluvioglaciali): a Poerza, Ombregno e Costa Pù; ai terreni che hanno subito trasformazioni molto impattanti, come quelli della cava Bot o di Pregù.

- (3Cp, 3Eb) fattibilità con consistenti limitazioni in aree P.A.I.: le due sottoclassi di fattibilità sono attribuite a vaste superfici pianeggianti, per le quali si è effettuato un approfondimento dei fattori della dinamica geomorfologica in relazione alla pericolosità da esondazione elevata (“Eb” del P.A.I.) dei torrenti Gera-Valeggia, Righenzolo, dei Dadi e della valle del Varro, e a riguardo dell’attività di alcune conoidi della valle dei Dadi (“Cp” del P.A.I.). Tali ambiti sono soggetti alle prescrizioni dell’art.9, comma 8 delle N.d.A. del P.A.I.

A meno che non siano possibili e si attuino, a fronte di specifici studi e progettazioni, preventivi interventi, che risolvano in modo totalmente efficace e permanente le condizioni di pericolosità geologica e/o di rischio e, di conseguenza, siano proposte e approvate dall’Autorità competente nuove perimetrazioni P.A.I., con relativa variante di P.G.T, in tali ambiti è esclusa ogni nuova edificazione residenziale, produttiva, commerciale e di servizi.

Per gli edifici esistenti sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, restauri conservativi, adeguamenti igienici, recupero del patrimonio edilizio esistente anche con demolizione e ricostruzione (cfr. L.r. 12/05 art.27, comma 1, lettere a), b), c), d).

Sono consentite le innovazioni degli edifici necessarie per l’adeguamento alla Normativa antisismica.

Sono escluse da queste limitazioni le reti tecnologiche ed infrastrutturali e i volumi tecnici (si vedano in proposito le N.d.A. del P.A.I. art.9 commi 5, 6, 7 e 8).

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- (4) fattibilità con gravi limitazioni: questa classe comprende i pendii eccessivamente acclivi (ß > 35° per le terre; ß > 45° per le rocce), le aree di frana e/o di stacco e caduta di massi e le aree soggette a tali dinamiche e non difendibili, le aree carsiche con doline e grotte, le zone di pertinenza dei corpi idrici superficiali e le loro fasce di espansione, esondazione e di rispetto.

La classe 4 è assegnata anche a pendii collinari e montani che, pur non soggetti a particolare dinamica evolutiva geologica o a dissesti, dunque scevri da significativi ed evidenti fattori di pericolosità geologica, per i loro caratteri morfologici ed ambientali non mostrano comunque convenienza ad essere utilizzate. In questa ottica la carta di fattibilità non deve essere letta solo come “carta della pericolosità” o del rischio geologico o sua diretta derivazione (Criteri attuativi della L.r. 12/05), ma anche come proposta di salvaguardia della naturalità e della risorsa territorio. In altre parole: se per i motivi su indicati a buona parte del territorio è attribuita la classe 4 di fattibilità geologica, non significa che esso sia tutto dissestato o pericoloso o a rischio; se ne indica invece la scarsa propensione all’utilizzo insediativo sotto una prospettiva più ampia, comprendente di certo gli aspetti geologici, ma anche (e in certi casi soprattutto) quelli logistici, infrastrutturali (reti acquedottistiche, elettriche e quant’altro) o dell’erogazione di beni e servizi.

Per tutte le aree comprese in classe 4 di fattibilità geologica è da escludere nuova edificazione, ad eccezione dei volumi tecnici di impatto contenuto e delle opere tese al consolidamento o alla sistemazione idrogeologica e alla messa in sicurezza dei siti. Per gli edifici esistenti sono consentiti esclusivamente la demolizione senza ricostruzione, ovvero interventi di recupero del patrimonio edilizio, limitati a manutenzioni ordinarie e straordinarie, restauri conservativi e adeguamenti igienici, come definiti dall’articolo 27, comma 1, lettere a), b), c) della L.r. 12/05, senza incremento di superficie o volume e senza incremento del carico insediativo. Sono consentiti i lavori necessari per l’adeguamento di tali edifici alla normativa antisismica.

Va precisato che nello spirito della norma e più ancora nella consuetudine, fatte salve altre considerazioni, le limitazioni si riferiscono allo sviluppo di strutture di insediamento permanente di persone (residenziale o produttivo) e non alle reti e alle strutture tecniche e/o non altrimenti localizzabili (viabilità, condotte, impianti, depuratori, ecc.). La costruzione di eventuali infrastrutture pubbliche o di interesse pubblico deve comunque essere puntualmente ed attentamente valutata, in funzione sia della tipologia del fenomeno in atto sia del grado di rischio connesso. Sono consentiti lavori di bonifica, consolidamento e messa in sicurezza dei siti. Più in generale, nelle aree in classe 4 sono compatibili attività d’uso del suolo diverse dall’insediamento antropico, previ appositi studi geologici e relative progettazioni.

Nelle situazioni più gravi di rischio sono da prevedere, in base alla L.r. 12/2005, anche trasferimenti di nuclei abitativi e, comunque, devono essere predisposti idonei piani di Protezione Civile, con l’attivazione di opportuni sistemi di monitoraggio.

In questa classe di fattibilità, fanno eccezione alle limitazioni su esposte le aree di franosità quiescente (“Fq”), così classificate nella “Carta del dissesto con legenda uniformata P.A.I.”: su di esse possono essere autorizzate trasformazioni, totali o parziali, previe verifiche di

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GeoTer File: /Onore/ PGT2013/relazioni COMUNE DI ONORE revisione e aggiornamento studio geologico compatibilità e studi di approfondimento idrogeologico e geotecnico, sulla base dei quali attuare interventi atti a contrastare e/o prevenire sicuramente il dissesto. Tali studi di approfondimento devono essere effettuati a livello di comparto (non di singola costruzione) secondo quanto specifica la D.G.R. 30 novembre 2011, n.IX/2616, con conseguente verifica regionale e variante di P.G.T.

Nel territorio di Onore la classe 4 di fattibilità geologica comprende tutto il reticolo idrico minore e principale e, ovviamente, i principali dissesti del territorio, anche se oggetto di sistemazioni, come a Corna Pisarota o a cascina Fontana. Sono in classe 4 anche le fasce da cui si possono staccare massi che raggiungono zone abitate o potenzialmente fruibili a questo scopo, come è per le rupi di conglomerato di Spluss, Corni e Costa Pù. In tutti questi siti è opportuno e necessario controllare l’evoluzione dei fenomeni, effettuare periodiche manutenzioni e gestire eventuali allarmi, anche mediante sistemi di monitoraggio.

Tra i terreni eccessivamente acclivi e/o direttamente coinvolti da dissesti franosi che non interessano direttamente i centri abitati, ma che ricadono in classe 4 di fattibilità vi sono le zone tra la valle di Bi e la valle del Vago, le testate dei bacini delle valli del Varro e dei Dadi, nonché ampi settori dei versanti della valle Righenzolo, a Ovest del monte Cornet e a Est del monte Bracchio e di Cima Pizzo. Anche gran parte della conca che da Falecchio si affaccia sui piccoli impluvi che scendono a Pruis è in classe 4 a causa dei dissesti che la riguardano.

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5. Conclusioni e richiami normativi

IL LAVORO EFFETTUATO

Il presente lavoro di sintesi, revisione e aggiornamento dello studio geologico che ha supportato la pianificazione urbanistica di Onore fino a questo nuovo Piano di Governo del Territorio, fa riferimento alla vigente specifica Normativa regionale (L.r. 12/2005 alla quale sono correlati i Criteri attuativi in campo geologico: D.G.R. 30 novembre 2011, n.IX/2616) e comprende anche il completo rifacimento della “Carta Geomorfologica con Legenda Uniformata P.A.I.”.

Partendo, infatti, da una verifica geologica dettagliata e puntuale di tutta l’area urbanizzata e di un suo significativo intorno, è stata rivista soprattutto la componente geomorfologica, determinando con ciò la modifica della “Carta Geomorfologica con Legenda Uniformata P.A.I.”, assieme alla quale è stato anche controllato e ove necessario, integrato e corretto lo studio di approfondimento sulle conoidi già in possesso del Comune di Onore come parte dello studio di approfondimento del P.A.I. (Pericolosità per colate di detrito in aree di conoide ed idraulica – Perimetrazione della Pericolosità in corrispondenza dell’abitato di Onore (Bergamo) - Ai sensi della D.G.R. 29 ottobre 2001, n. VII/6645 (allegato 3) - ECOGEO, 2003).

Onde avvicinare il tempo d’istruttoria ed emissione del parere vincolante di Regione Lombardia, quest’ultima revisione della cartografia P.A.I. è già stata sottoposta all’iter di approvazione regionale prima di concludere il presente studio, anche perché le analisi P.A.I. hanno stringente relazione con la carta di sintesi e con la conseguente fattibilità geologica.

I nuovi rilevamenti geologici e il confronto con la cartografia regionale (CARG) e con la documentazione disponibile in Comune e presso vari Enti, hanno reso necessario la revisione e l’aggiornamento non solo dell’analisi geomorfologica, ma anche di quelle litologica, idrogeologica e litotecnica.

Le prescrizioni collegate con il parere di conformità di Regione Lombardia riguardante lo studio geologico precedente (Prot. z1.2006.19188 del 31 luglio 2006) e l’aggiornamento dell’analisi geomorfologica hanno reso necessaria la revisione della componente sismica, onde conformarla alle procedure indicate dai Criteri, ora vigenti, comportando quindi anche una nuova compilazione delle Carte di Pericolosità Sismica di primo livello.

La nuova analisi geologica di base ha determinato la nuova stesura della Carta di Sintesi della Pericolosità Geologica per tutto il territorio comunale e quindi l’elaborazione di una nuova Carta della Fattibilità Geologica, che tiene conto delle diverse problematiche esistenti, in funzione della loro effettiva pericolosità e del reale e riconosciuto confine comunale, definito sulla base delle Mappe Catastali e non più secondo quanto riportato sulla Carta Tecnica Regionale, come ha richiesto l’Amministrazione comunale.

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Una delle conclusioni più evidenti è l’attribuzione della classe 2 di fattibilità geologica ai pianori alluvionali terrazzati, antichi e recenti, tanto caratteristici nel paesaggio di Onore, i quali in precedenza erano coperti dalla classe 3 e che, almeno in parte, applicando obbligatoriamente i Criteri regionali più aggiornati, stante la precedente versione della Carta Geomorfologica con Legenda Uniformata P.A.I., ricadrebbero ora addirittura in classe 4 (centro abitato di Onore!).

SITUAZIONE GENERALE DEL TERRITORIO

Considerata la sua conformazione e la sua esposizione geografica, il territorio di Onore sotto il profilo geologico presenta ancora aree adatte all’insediamento: meno sul fondovalle, dove l’espansione edilizia residenziale e artigianale ha praticamente saturato gran parte della superficie; un po’ di più sui pianori più alti, dove già da qualche decennio ci sono insediamenti residenziali (Ombregno Alta, Brugai) e recenti comparti artigianali (Spluss). Su questi ultimi pianori vi sono ancora estese superfici agricole (Poerza, Ombregno Bassa). Anche alcune pendici collinari che oggi accolgono edificazione sparsa (Falecchio, Canechel, Stomegard) presentano in genere situazioni geologiche favorevoli.

Al contrario sono da escludere ai fini insediativi le aree prossime ai corsi d’acqua o scarpate acclivi che presentano condizioni di criticità geologica e, per altro, in parte già inopportu- namente raggiunte dall’urbanizzazione. In questi ambiti una soddisfacente fruibilità delle strutture già esistenti richiede un regolare controllo periodico e la manutenzione delle opere di difesa già realizzate per la mitigazione della pericolosità geologica.

In gran parte del centro abitato di Onore, prima erroneamente gravato da una classe di elevata pericolosità per esondazione, che coinvolgeva addirittura aree storicamente mai interessate né mai tangibili da simili eventi, resta invece spazio sicuro per un auspicabile recupero del patrimonio edilizio esistente.

ACQUE SUPERFICIALI

Gli alvei che solcano il territorio di Onore sono per la maggior parte del tempo in condizioni di magra o addirittura asciutti; si tratta infatti di torrenti che portano acqua poche decine di giorni all’anno; essi presentano deflussi idrici di grossa portata solo a seguito di piogge intense e/o prolungate; in tali occasioni però essi manifestano un forte potere erosivo di fondo e di sponda. Sui versanti montuosi e collinari e nei settori più in quota delle valli che gravitano su Onore si è quasi completamente abbandonata la cura del patrimonio boschivo e delle superfici agricole, lasciando il campo ad un progressivo sviluppo della vegetazione spontanea e infestante, che purtroppo occupa anche gli alvei e le sponde, per altro anche aggredite dall’erosione, con la conseguente perdita di capacità di smaltimento regolare e sicuro delle portate di piena.

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Nel Righenzolo e nel Gera-Valeggia il deflusso idrico e il trasporto di fondo sono ampiamente garantiti, ma le opere idrauliche di regimazione e difesa delle sponde sono periodicamente danneggiate e necessitano di interventi. Nel tratto superiore del Righenzolo appaiono più che necessari interventi forestali sulle sponde e attorno ad esse per evitare che le piante instabili e deperite diventino parte del grosso volume di detriti legnosi trasportati dalle piene e che possono facilmente ostruire l’alveo stesso (effetto diga) con conseguenti esondazioni. Considerato il forte trasporto solido del torrente, sarebbe assai opportuna la realizzazione di una vasca di dissipazione e sedimentazione alla confluenza della valle dei Dadi, dove vi è lo spazio necessario.

Lungo le valli del Righenzolo, dei Dadi e del Varro vi sono ancora oggi, a distanza di anni da quando le attività sono cessate, ampie superfici alluvionabili degradate da percorsi di motocross; esse dovrebbero mantenere la loro funzione di possibili aree di espansione delle piene dei torrenti e non essere utilizzate ai fini insediativi; potrebbero comunque accogliere fruizioni ricreative e naturalistiche con percorsi attrezzati e piste da sci di fondo.

Anche il centro storico ed alcune aree residenziali di Onore non sono del tutto immuni da possibili dinamiche idrauliche, considerato che i collettori artificiali attraverso i quali defluiscono le acque raccolte nelle depressioni naturali del versante alle spalle di via Danghelo, via degli Alpini, via SS. Trinità e via Rifugio Magnolini (Corna Pisarota, cascina Fontana e cascina Dreher) corrono proprio sotto alcune vie del paese. Occorre porre molta attenzione alla manutenzione di questi condotti sotterranei.

FRANOSITÀ

Alcune zone abitate e alcune strade di Onore sono soggette a dinamiche gravitative: si tratta della potenziale caduta di massi e frazioni rocciose minori dalle scarpate di Spluss, di Corni e Costa Pù. Le situazioni di pericolosità che ne derivano sono mitigate solo in parte da interventi di difesa (disgaggi e consolidamenti). Lo stesso tipo di problematica interessa strade secondarie di accesso a cascine isolate o quelle che risalgono le valli di Varro e del Righenzolo.

La franosità delle pendici alle spalle di via Castello, via Danghelo, via degli Alpini, via SS. Trinità e via Rifugio Magnolini richiede molta attenzione. Gli interventi sulla frana di Corna Pisarota e cascina Fontana rendono fruibili le aree a valle, ma è necessaria manutenzione dei presidi (palificate, muri, drenaggi) e delle opere di raccolta delle acque.

La maggior parte delle frane in roccia, come quelle alla testata della valle dei Dadi, sul monte Cornet, nei Valzelli e in valle di Bi che, a causa dell’erosione, comportano la mobilizzazione di grossi volumi di detriti, non possono essere affrontate con interventi forestali, come è avvenuto in passato per le aree vicine; occorre almeno contenere, se non fermare, il trasporto solido che deriva da queste aree esposte con la costruzione di vasche di sedimentazione.

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RISORSE IDRICHE

Onore ha una disponibilità di acque sotterranee nel sottosuolo del Gera-Valeggia: è una risorsa cui abbondantemente attingono per uso potabile anche i Comuni di Songavazzo e di Castione della Presolana. Considerata l’importanza vitale di tale risorsa è necessario che essa sia preservata e protetta, ponendo particolare attenzione alla qualità dell’acqua, poiché nella “zona di rispetto” è insediato il depuratore fognario e il relativo scarico in alveo. Lo strato di argilla che separa quello superficiale ghiaioso del Valeggia (improduttivo) da quello ghiaioso sabbioso che costituisce l’acquifero in profondità, così come la stessa posizione in profondità dei filtri dei pozzi, rendono improbabile l’infiltrazione dall’alto di eventuali rilasci dell’impianto di depurazione; maggiore attenzione deve esser posta nel settore più a Est del Valeggia, dove sembra terminare il livello argilloso che costituisce la protezione della falda.

Pur non essendo più utilizzate a scopo potabile, è significativa e importante la conservazione e la valorizzazione delle piccole sorgenti che attualmente alimentano le fontane pubbliche nella zona di Canai.

Collegata alla presenza di acque sotterranee e ad alcune sue favorevoli caratteristiche geomorfologiche, va sottolineato che il territorio di Onore ha una ottima predisposizione allo sfruttamento dell’energia geotermica a bassa entalpia (pozzi geotermici e “pompe di calore”), della quale il P.G.T. potrebbe farsi occasione di promozione e documento di indirizzo.

PREVENZIONE SISMICA

Il territorio di Onore attualmente non è soggetto a obblighi di approfondimento sismico, oltre a quanto è stato già definito con l’analisi di primo livello presentata in questo lavoro, dove sono identificate le categorie di terreni o le morfologie che possono dare effetti di amplificazione delle onde di taglio.

Si consideri però che in aree molto vicine a Onore (Rovetta, Clusone, Cerete) si registrano con una certa frequenza sismi che, seppur di debole magnitudo, in relazione con taluni tipi di terreni, comuni anche nel territorio di Onore, suscitano particolari effetti di amplificazione (“boati”); occorre in questi casi una certa attenzione a riguardo della risonanza che essi possono indurre su edifici di uno o due piani, come è la maggior parte delle case del paese.

Posto dunque che è già da tempo necessario eseguire l’adeguamento antisismico degli edifici di rilevanza strategica (Regione Lombardia, D.d.u.o. 21 novembre 2003, n.19904), sarebbe auspicabile predisporre un piano di caratterizzazione sismica particolareggiato (II livello). Ciò permetterebbe di circoscrivere le aree nelle quali, in fase di progettazione degli edifici, non si possono applicare le semplici procedure previste dalla Norme Tecniche (D.M. 14 gennaio 2008), ma sono necessari approfondimenti particolari (III livello).

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PECULIARITÀ GEOLOGICHE

Il territorio di Onore, sebbene molto antropizzato, presenta una notevole varietà di ambiti geoambientali e racchiude in sé alcune peculiarità geologiche e naturalistiche di pregio, che meritano considerazione, conservazione e valorizzazione. Le più evidenti e caratterizzanti sono le piane alluvionali del Righenzolo e della valle dei Dadi. La pista da sci di fondo e i percorsi attrezzati che si snodano nella piana del Righenzolo permettono di apprezzare questo tipo di morfologia e i suoi peculiari elementi naturalistici. Sebbene i segni del degrado lasciati dalle moto da cross non si siano ancora ben rimarginati, gli stessi elementi sono ancora più godibili sulla piana della valle dei Dadi, dove le varietà di vegetazione pioniera e le specie floristiche sono molto apprezzabili.

Le rupi di conglomerato dei Corni, ben esposte lungo la vecchia mulattiera che collega Onore a Ombregno, sono anch’esse peculiari del posto e presentano caratteristiche caverne e pareti lisce, utilizzabili per arrampicata (Parco Avventura).

Nei dintorni di Canechel i torrioni di roccia dolomitica, gli ampi versanti rocciosi in erosione e la grande parete sotto il monte Parè, che materializza la grande “faglia di Clusone”, sono forme geologiche molto caratteristiche, che si possono cogliere nel loro insieme da Falecchio godendo anche di una spettacolare veduta della Presolana.

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Qui di seguito si propone un elenco dei principali riferimenti normativi in materia geologico- tecnica e ambientale, cui fare riferimento nella programmazione e nella gestione del territorio:

GOVERNO DEL TERRITORIO

L.r. 11 marzo 2005, n.12 - “Legge per il Governo del territorio”.

D.G.R. 30 novembre 2011 n.IX/2616 - “Aggiornamento dei Criteri e indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio, in attuazione dell’art.57, comma 1, della L.r. 11 marzo 2005, n.12, approvati con D.G.R. 22 dicembre 2005, n.8/1566 e successivamente modificati con D.G.R. 28 maggio 2008, n.8/7374”.

EDILIZIA, INGEGNERIA

Circolare del 2 febbraio 2009 n.617 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (G.U. n. 47 del 26 febbraio 2009 – Suppl. Ordinario n.27) – “Istruzioni per l’applicazione delle NTC di cui al D.M. 14 gennaio 2008”.

D.M. 14 gennaio 2008 - “Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni” In attuazione della L. 5 novembre 1971, n. 1086 e della L. 2 febbraio 1974, n.64, così come riunite nel D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, e dell’art.5 del D.L. 28 maggio 2004 n.136 convertito in legge con modificazioni dall’art.1 della L. 27 luglio 2004, n. 186 e successive modificazioni e integrazioni. Considerando che la normativa pregressa di seguito riportata rimane valida per alcuni aspetti specifici:

D.M. 14 settembre 2005 - “Norme tecniche per le costruzioni”.

D.M. 16 gennaio 1996 - “Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche”.

D.M. 16 gennaio 1996 - “Norme tecniche relative ai "Criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi".

D.M. 6 gennaio 1996 - “Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche”.

D.M. 4 maggio 1990 - “Aggiornamento delle norme tecniche per la progettazione, l’esecuzione e il collaudo dei ponti stradali”.

D.M. 11 marzo 1988 - “Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l'esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione”.

D.M. 3 dicembre 1987 - “ Norme tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo delle costruzioni prefabbricate”.

D.M. 20 novembre 1987 - “Norme tecniche per gli edifici in muratura”.

D.M. 24 marzo 1982 - “Norme tecniche per la progettazione e la costruzione delle dighe di sbarramento”.

D.M. 10 agosto 2012 n.161 – “Regolamento recante la disciplina dell’utilizzazione delle terre e delle rocce da scavo”

D.L. 16 aprile 2006 n.152 – “Testo unico ambientale” e successive modifiche e integrazioni (D.L. 16 gennaio 2008, n.4 et al.) in cui si normano le terre e rocce da scavo

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PREVENZIONE SISMICA

D.d.u.o. 21 novembre 2003, n.19904 - “Approvazione elenco delle tipologie edifici e opere infrastrutturali e programma temporale delle verifiche di cui all’art.2, commi 3 e 4 dell’ordinanza p.c.m. n.3274 del 20 marzo 2003, in attuazione della d.g.r. n. 149647 del 7 novembre 2003”.

D.G.R. 7 novembre 2003 n.7/14964 - “Disposizioni preliminari per l’attuazione dell’Ordinanza Presidenza del Consiglio dei Ministri n.3274 ‘Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica’”.

O.P.C.M. 20 marzo 2003, n.3274 - “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”.

ACQUE SUPERFICIALI

D.G.R. 31 ottobre 2013 n.X/883 - “Riordino dei reticoli idrici e revisione dei canoni di polizia idraulica,”.

L.r. 5 gennaio 2000, n. 1 - “Riordino del sistema delle autonomie in Lombardia. Attuazione del decreto legislativo n. 112 del 1998” (obbligo di definire il Reticolo Idrico Principale; ai Comuni le competenze sul Reticolo Idrico Minore).

D.G.R. 22 dicembre 1999 n°47310 con successivi aggiornamenti, indica i criteri per l’indivi- duazione del Reticolo Idrico Principale.

DIFESA DEL SUOLO

D.G.R. 11 dicembre 2001 n. 7/7365 – “Attuazione del Piano Stralcio per l’Assetto idrogeo- logico del bacino del fiume Po (PAI) in campo urbanistico”.

D.P.C.M. 24 maggio 2001 - DPCM 24 maggio 2001 - “Approvazione del Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino idrografico del fiume Po”.

NORME DI ATTUAZIONE DEL P.A.I.: all’art. 9, commi 5, 6, 6 bis: delimitazione delle aree di esondazione e di dissesto morfologico di carattere torrentizio lungo le aste dei corsi d’acqua; all’art.12 portate scaricabili in alveo dalle reti di drenaggio artificiale.

DIRETTIVA P.A.I., ai sensi L. 18 maggio 1989 n. 183, art. 17, comma 5, per l’applicazione del Piano Stralcio per l’assetto idrogeologico del bacino del fiume Po (P.A.I.) in campo urbanistico.

L. 18 maggio 1989, n. 183 - “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo”

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PROTEZIONE CIVILE

D.d.u.o. 30 dicembre 2013, n.128124 - “Aggiornamento tecnico della direttiva per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allerta per i rischi naturali ai fini di protezione civile (d.g.r 8753/2008)”.

Legge 12 luglio 2012 n.100 – “Conversione in Legge, con modificazioni, del decreto legge 15 maggio 2012, recante disposizioni urgenti per il riordino della protezione civile”.

D.G.R. 1 dicembre 2010 n. 9/924 – “Determinazione in ordine alle modalità per il finanziamento delle opere di pronto intervento in relazione ai beni degli enti locali. (ai sensi della l.r.5 gennaio 2000, n.1 art.3, comma 110)”.

D.G.R. 16 maggio 2007 n. 8/4732 – “Revisione della Direttiva Regionale per la Pianificazione di Emergenza degli Enti Locali. (l.r.16/2004, art.4, comma 11)”.

TUTELA DELLE ACQUE SOTTERRANEE AD USO POTABILE

D.G.R. 10 aprile 2003, n.7/12693 - “Disciplina delle aree di salvaguardia delle acque sotterranee destinate al consumo umano".

D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 258 - “Disposizioni correttive e integrative del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, in materia di tutela delle acque dall'inquinamento, a norma dell'articolo l, comma 4, della legge 24 aprile 1998, n. 128”.

D.Lgs. 11 maggio 1999, n. 152 - "Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole".

D.G.R. 27 giugno 1996 n.6/15137 - “Direttive per l'individuazione aree di salvaguardia captazione acque sotterranee per consumo umano”.

GeoTer dott.geol. Daniele Ravagnani dott.geol. Sergio Santambrogio

Ardesio, maggio 2014.

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6. BIBLIOGRAFIA

La bibliografia scientifica ufficiale, di seguito riportata, è stata reperita presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università degli Studi di Milano, il Museo di Scienze Naturali "E. Caffi" di Bergamo e il Museo Civico di Storia Naturale di Milano.

Nel presente lavoro si è fatto riferimento, oltre che alla bibliografia scientifica ufficiale, che risulta di carattere piuttosto generale, poco dettagliata e non specifica per lo scopo del lavoro, ad una serie di lavori di carattere geologico, geotecnico ed idrogeologico già eseguiti per il territorio di Rovetta e per i comuni limitrofi.

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AA.VV. - Relazioni geotecniche, relazioni idrogeologiche e relazioni sui danni subiti dal territorio comunale a causa di eventi alluvionali. - Archivio dell’Ufficio Tecnico del Comune di Onore

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ALLEGATI

A.1: PROPOSTA DI REVISIONE DELLA CARTOGRAFIA P.A.I.

A.2: PRESCRIZIONI GEOLOGICHE PER IL PIANO DELLE REGOLE

A.1

PROPOSTA DI REVISIONE DELLA CARTOGRAFIA P.A.I.