28INT03A2809 ZALLCALL 13 10:09:27 09/28/96 K IIIIIII IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII Sabato 28 settembre 1996 l’Unità pagina IIIIIIIin IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII ItaliaIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII 11

MONCALIERI. È il giallo dei mo- LA DINASTIA —tori e delle lamiere, anzi, è un intri- co di lamiere, almeno in queste prime ore di incerta ricostruzione. Venerdì, alle tre di notte, è stata uccisa a coltellate, nella sua villa Dall’«Alpha» al crack di Moncalieri, Eleonora Maria , erede di una delle più im- portanti dynasty dell’automobile italiana. in gara con la Era il suo compleanno A ucciderla, proprio la sera in cui si festeggiava il suo settantesi- MICHELE RUGGERO mo compleanno, è stata sua figlia, TORINO. Torino. Anni Venti: «Quanto vuole per la sua fabbrica?». «Mi Giovanna Boglione, 44 anni, che —dica lei quanto vuole per la Fiat...». L’aneddoto, riferito ad un scambio di ora si trova piantonata all’ospeda- battute tra due «concorrenti», il commendatore Giovanni Agnelli e il gio- le delle Molinette, in stato di 28INT03AF01 vane Vincenzo Lancia, mette a fuoco il forte temperamento di quest’ul- choch. Nebbia fitta sul movente e 4.0 timo. Fiat e Lancia non è un duello tra eguali, né esistono le condizioni foschia anche sulla dinamica del- per vivificarlo. La Fiat produce a regime tayloristico, cammina verso la l’omicidio, con troppi vuoti tem- 18.50 produzione di massa, s’«inventa» la Balilla che ha un costo pari a venti porali e punti interrogativi, che mensilità di un suo dipendente. La Lancia è un cosa diversa: ha volumi gettano qualche ombra sulla rico- produttivi modesti e si affida alla qualità dell’operaio specializzato, struzione ufficiale, fornita ieri dagli quello che per essere assunto deve mostrare di saper fare il cosidetto inquirenti. «capolavoro». Però è un dualismo che pervade l’immaginario collettivo di una città che sta scoprendo, sulla scia della passione calcistica per Ju- La villa ventus e Toro, il gusto di confrontarsi da sponde diverse. Ma il «derby» Tutto inizia giovedì serà, nella automobilismo ha vita breve. La sua parabola è tanto luminosa quanto villa di Moncalieri, chiusa in un im- destinata ad una rapida discesa con la prematura morte di uno dei suoi menso parco che occupa mezza protagonisti. Lancia scompare nel 1937 e con lui si chiude un’epoca collina. Dietro a quel muro di pie- che i suoi eredi, il figlio Gianni e le figlie Eleonora e Maria, non riescono tra a vista, che corre per qualche che in minima parte a perpetuare. L’inizio e la fine di una dinastia di co- chilometro su strada San Michele, struttori d’auto. c’è la villa in cui vive Eleonora Lan- La società verrà ceduta nel 1955 al cementiere Pesenti e da questi alla cia e ci sono anche altre due ville, Fiat nel 1969, quasi a chiudere il cerchio di un destino scritto anzitempo. abitate dalla figlia Elisabetta e dal- Coraggioso, battagliero, orgoglioso: per Vincenzo Lancia, che nel 1906 la nipote, che si chiama Eleonora ha costituito con un capitale sociale di 100mila lire la società «Lancia e come la nonna ed è sposata con LavilladiMoncalieridoveèstatauccisaacoltellateEleonoraMariaLanciadaunadellefiglieGiovannaAnnaMariaBoglione.InbassoVincenzoLancia C.», è come aver trasfuso queste sue qualità di corridore dalle gare all’of- un altro blasonato dell’industria ficina. È un uomo di bell’aspetto, dell’automobile italiana, l’inge- robusto con spalle da artigliere da gner Paolo . montagna e un paio di baffi d’epo- All’ora di cena sono tutti a casa ca che gli assicurano più dei suoi di nonna Eleonora per festeggiare 25 anni. Con grande intuito, ha sa- con qualche giorno di ritardo i puto cogliere i fermenti che si agi- suoi 70 anni. Oltre ai personaggi Uccisa l’erede «Lancia» tano nel microcosmo torinese, già citati, c’è anche Tullio Neirotti, uscito da un letargo pluridecenna- marito di Elisabetta e ci sono i ni- le dopo la perdità del primato na- potini. E naturalmente c’è Giovan- zionale. E, naturalmente, gli spazi na, che normalmente non vive di iniziativa che si schiudono verti- nella tenuta di Moncalieri, ma che Massacrata dalla figlia nella villa di famiglia ginosamente con l’impetuoso e proprio in quei giorni era ospite nuovo sviluppo tecnologico. Pri- della madre, perché soffriva, dico- ma di diventare un capitano d’in- no, di una grave forma depressiva Una coltellata al cuore: così l’altra notte è stata uccisa nella dustria, ha saggiato il suo carattere e le sue ambizioni portando al suc- da circa un anno, da quando era cesso macchine Fiat. Con una «25 HP» ha vinto una corsa di montagna, morto il padre. sua villa di Moncalieri Eleonora Maria Lancia, 70 anni, fi- la Susa-Moncenisio nel 1904 e tre anni dopo, lo troviamo al volante di glia di Vincenzo, fondatore della casa automobilistica. Ad una «28/40 HP» nella seconda edizione della . L’anno prima Un litigio? ucciderla è stata la figlia Giovanna Boglione che in questi ha fondato insieme ad un collaudatore Fiat, Claudio Fogolin, l’omoni- C’è stato un litigio? Una discus- giorni era ospite della madre, perché soffriva di crisi de- ma società automobilistica con stabilimento in via Ormea, da cui esce il sione che ha acuito qualche ten- primo modello con marchio Lancia, l’«Alpha». Ne seguono altri, mac- sione? Questo è uno dei tanti punti pressive. Tutto è avvenuto dopo una cena di famiglia. chine innovative con soluzioni originali che riflettono la dote principale oscuri della vicenda, sta di fatto Oscuro il movente, nulla è trapelato sulla dinamica dell’o- del suo ideatore: la voglia di stupire. Nel 1913, in prossimità dei focolai che a mezzanotte tutti si congeda- micidio. della Grande Guerra, propone con la «Theta» l’accensione elettrica. Dal- no. A villa Lancia restano solo la la fabbrica escono vetture di lusso, di altissima qualità nelle rifiniture e vecchia Eleonora, sua figlia Gio- nei particolari. Lancia diventa sinonimo di avanguardia tecnica di perfe- vanna, una dama di compagnia, DALLA NOSTRA INVIATA zione, un «logo» destinato ad accompagnarla fino ai giorni nostri. Uno Adelaide, e una cameriera. Le SUSANNA RIPAMONTI stile che attraversa l’Oceano, che qualifica il marchio del costruttore ita- quattro donne dormono tutte al lama di venti centimetri, che l’ha dopo, sono gli ultimi ad essere av- liano nella terra dei pionieri dell’auto. Una recente pubblicazione di Ric- primo piano, la stanza di Adelaide raggiunta al cuore. C’è una collut- visati. Trovano a terra, sul lato sini- cardo P. Felicioli, edita per i 90 anni di fondazione dell’azienda, si anno- è di fronte a quella di Eleonora, tazione, il coltello è sempre nelle stro del letto, il corpo di Eleonora ta con un comprensibile compiacimento che sulla copertina di un opu- Giovanna sta nella camera accan- mani di Giovanna che nella lotta si Lancia, supina, con una coltellata scolo del 1917, destinato a presentare le automobili Lancia ai clienti to a quella della madre, la came- ferisce al petto. al petto, un unico colpo, mortale. americani campeggiava la scritta «Built in , Italy, under the perso- riera in fondo allo stesso corridoio. Nella stanza c’è anche Giovanna, nal supervision of Vincenzo Lancia». Dal primo dopoguerra, Lancia è Ma in effetti nessuno dorme o for- La governante in stato di choch, che dice parole 28INT03AF03 ormai un nome della nomenklatura industriale torinese. Il suo nome se è un sonno talmente leggero Anche Adelaide ha le dita che confuse. Addosso ha un pigiama compare nel primo consiglio direttivo dell’Amma, l’associazione delle che basta un passo o un fruscio a sanguinano e intanto accorre la ridotto a brandelli, non ricorda 2.0 aziende metalmeccaniche di Torino, insieme a Giovanni Agnelli che ne interromperlo. Il passo è quello di cameriera, svegliata dagli urli. neppure chi è, non sa il suo nome. 22.0 è il presidente, e Vittorio Valletta, uno dei tre revisori dei conti. Intanto, Giovanna, che alle 2,30 si alza. La Qualcuno avvisa Paolo Pininfarina Ieri, piantonata in ospedale, non ritorna l’antico amore per le corse. Nel 1927, la Lambda VII serie parteci- porta della stanza di Adelaide è e Tullio Neirotti, che abitano nelle aveva ancora ripreso conoscien- pa alla «Mille Miglia», mentre dal nuovo stabilimento di via Monginevro, aperta e la governante vede la ville vicine, arrivano anche loro, za. Borgo San Paolo, escono la Dilambda, Artena, Astura e poi l’Augusta, donna che esce dalla sua camera ma quanto tempo è passato? Non Le indagini sono affidate alla diretta concorrente della Balilla, di cui però costa il doppio. E, infine, l’A- e scende in cucina. Pensa che va- stiamo parlando di villette a schie- dottoressa Paola Stupino, della prila, considerata una sorta di testamento di Vincenzo Lancia. La sua da a bere un bicchier d’acqua, ma ra, una affiancata all’altra, il parco procura di Torino, che forse già lu- morte è come l’ultima pagina strappata ad un libro. Un trauma per la fa- continua a dormire con un occhio è immenso. Eppure a verbale ri- nedì interrogherà Giovanna Bo- miglia e per i figli che ancora troppo giovani, non ne possono raccoglie- solo. Ed ecco che Giovanna sale di sulta che intervengono per disar- glione, se le sue condizioni di salu- re l’eredità. Soltanto nel 1948, è nominato direttore gene- nuovo, entra nella stanza della mare Giovanna. E dobbiamo pen- te lo renderanno possibile. Intanto rale dell’azienda. Il suo arrivo ai vertici coincide con un periodo di gran- madre, anche lei sveglia o appena sare che questa lotta sia durata al- i carabinieri di Moncalieri hanno de vitalità ed espansione del marchio: nasce l’Aurelia, a più versioni. assopita. Sente entrare la figlia e meno mezz’ora, fino alle 3, quan- raccolto le testimonianze dei pro- Ma, la crisi, è dietro l’angolo, ma a vederla sono soltanto gli operai dello chiede: «Che c’è?». Lo sente anche do arriva la telefonata al 118, che tagonisti di quella terribile cena. stabilimento di Borgo San Paolo. Una delle commissioni interne più ma- Adelaide, ma l’unica risposta è manda un’ambulanza. ture e lungimiranti che abbia mai avuto il movimento operaio torinese, l’urlo di Eleonora: «Aiuto, mi sta Gli interrogatori quella della Lancia, denuncia i ritardi e gli sprechi (l’impegno in Formu- uccidendo». Il delitto In serata hanno interrogato Eli- la 1) dell’azienda. Gianni Lancia getta la spugna nel 19 55, dopo durissi- La governante entra nella stan- C’è questa mezz’ora, tra il mo- sabetta e Margherita Boglione, so- mi e terribili scontri con le sorelle che non approvano la cessione della za, cerca di disarmare Giovanna, mento del delitto e il momento in relle di Giovanna e in lista d’attesa maggioranza azionaria a Pesenti. Gianni si rifugia in Brasile. E da quel che ha già colpito mortalmente cui arrivano i primi soccorsi, in cui c’era anche il marito dell’omicida: momento, Eleonara e Maria, disdegneranno qualunque apparizione sua madre con un coltello, un non è per niente chiaro cosa sia vivevano separati da parecchi an- pubbliche leghi loro al nome di un uomo che sognava di comprare la grosso coltello da cucina, con una avvenuto. I carabinieri arrivano ni. Fiat... Gioielli e lingotti per oltre due miliardi di lire erano nascosti in un appartamento nel Trapanese Scoperto il «tesoro» di Totò Riina

PALERMO. Un altra porzione «Un altro pezzo del tesoro di Totò Riina è stato recuperato gliere gli obiettivi ma colpendo chi è che dopo l’arresto di Riina ritenendo —della grande torta accumulata da grazie ad un gioielliere della cosca di Matteo Messina De- noto ed è nel cuore della gente. Ge- che le istituzioni avrebbero trattato Totò Riina in anni e anni di affari ma- raci racconta che qualche tempo col corleonese». fiosi è stata scoperta da polizia e Cri- naro che si è pentito. Lingotti d’oro, perle, diamanti, una doop quei discorso partecipò ad Mentre l’ex goielliere è chiaro nel minalpol con l’aiuto di un nuovo col- collana d’oro, per un valore di circa due miliardi, sono stati una riunione con Salvatore Biondi- far scoprire il tesoro che sarebbe ap- laboratore, il gioielliere di Castelve- trovati in un appartamento a Castelvetrano. Francesco Ge- no, autista e uomo di fiducia di Riina, partenuto al padrino di Cosa nostra trano Francesco Geraci. Gli agenti Matteo Messina Denaro, Lorenzo non è tanto chiaro nello spiegare scoprendo un nascondiglio in un raci ha consentito anche l’arresto di otto persone accusate Tinnirello, Giuseppe Graviano e Vin- questa strategia terroristica, nell’in- appartamento del paese in provin- di mafia, favoreggiamento e omicidi, e ha spiegato anche cenzo Sinacori, dalla quale scaturì dicare le ragioni della scelta degli cia di Trapani hanno trovato un teso- la sua tesi sulla strategia mafiosa del terrore. un progetto da rendere esecutivo. Il obiettivi da colpire, nel raccontare ro simile a quello raccontato nelle gruppo di mafiosi - sempre secondo perchè alla fine non accadde nulla. fiabe: lingotti d’oro - probabilmente il racconto del gioielliere - si trasferì a Uno dei presunti personaggi che risultato di gioielli rapinati o rubati e 28INT03AF02 Roma nel febbraio del ‘92 e si divise- Matteo Messina Denaro averbbe vo- poi fusi in blocco - collane, perle, RUGGERO FARKAS 2.0 ro i compiti per attuare gli omicidi luto colpire per inaugurare questa diamanti, sterline, quattro monete tirato in ballo altri uomini di mafia ha detto al sua sulla cosiddetta «strate- eccellenti. Geraci e Sinacori seguiro- stagione di terrore ha commentato d’oro commemoratove dei mondiali fatto scattare l’arresto di otto perso- gia del terrore» di Cosa nostra per co- 13.50 no Maurizio Costanzo. Il pentito ag- la vicenda. Pippo Baudo, che ieri sta- di calcio del ‘90 con i nomi dei figli di ne: Leonardo Ciaccio, Vito Cappa- stringere lo Stato a trattare. Il mafioso giunge che a Roma i mafiosi furono va presentando il cartellone dello Riina, 1500 dollari, orologi di gran dona, Giacomo De Simone, Salvato- racconta che il suo boss Matteo Mes- raggiunti da due camorristi, uno dei Stabile di Catania ha detto: «Ciò con- marca, orecchini, una collana d’oro re Gentile, Michele Giacalone, Vin- sina Denaro prima della sentenza quali era Ciro Nuvoletta. Cosa avven- ferma l’accanimento con cui la cri- con crocefisso e brillanti, forse ap- cenzo Giambalvo, Antonino Risalva- della Cassazione sul maxiprocesso ne alla fine? Niente. E la ragione minalità organizzata perseguitava partenuta ad un alto prelato. Col te- to, Giovanni Rollo. Altri quindici or- palermitano gli disse: «Cosa ne pensi Francesco Geraci non la conosce e chi parlava contro la mafia, ma io so- soro sono stati recuperati anche sei dini di custodia cautelare sono stati di attentati a baudo, Costanzo, Mar- quindi non la spiega ai magistrati. Ri- no vivo: viva la vita. La popolarità in passaporti in bianco. firmati per persone detenute o lati- telli, Santoro ed altre personalità per torna però a parlare del piano desta- questo caso è davvero un triste pe- Francesco Geraci, uomo della co- tanti. E il nuovo collaboratore - che destabilizzare lo Stato e farlo scen- bilizzante: «Mi chiamò Messina De- daggio: vivere con questa preoccu- sca di Matteo Messina Denaro, capo- era stato arrestato un anno fa e che è dere a patti?». naro e mi chiese cosa ne pensassi di pazione addosso è terribile. Quando mafia del trapanese, latitante, par- accusato di aver partecipato all’ucci- Insomma il piano di questo ma- attentati da compiere contro mo- i carabinieri mi dissero nel 1987 che lando con i magistrati ha spiegato sione della compagna del boss di Al- fioso trapanese sarebbe stato di nuemnti sempre al fine di far scen- la ‘ndrangheta mi voleva rapire per moventi e retroscena di omicidi, ha camo Vincenzo Milazzo - ha anche creare scompiglio in Italia senza sce- Ilcrocifissod’oro,ilingotti,idiamanti,leperleevarigioiellidiRiina dere lo Stato a patti. Me ne parlò an- poco non svenivo».