Quadrimestrale d’informazione culturale dell’Istituto Storico Artistico Orvietano Lettera Orvietana Anno IX N. 21-22 aprile 2008

Le opere di Breccia, le note del Vescovo Incontro Arte-Fede

n progetto del Vescovo di Orvieto-Todi prevede la realizzazione di una Ucasa-famiglia per giovani madri in difficoltà in un immobile della Parrocchia di S. Andrea, ubicato nei pressi della Chiesa di S. Lorenzo, nel centro storico della città. Le attività di recupero e sistemazione della strut- tura richiedono specifici interventi e per reperire i fondi necessari un Comitato cittadino, appositamente costituito, sta adoperandosi in diverse iniziative. Tra queste, la pubblicazione e diffusione di un calendario, reso possibile da una straordinaria collaborazione. Quella tra il grande artista Pier Augusto Breccia, che propone 12 sue opere pittoriche, ed il Vescovo di Orvieto-Todi, monsignor Giovanni Scanavino, che delinea specifiche consi- derazioni riguardo ad alcuni temi “forti” della Fede. Si pensa inoltre di costituire un’Associazione di volontariato per la gestione del servizio sociale, sorretta da consulenti esterni. Un’iniziativa di Carlo Perali. Coordinamento di Francesco M. Della Ciana. Edizioni Marsili Orvieto.

Nuovo Consiglio: Sommario collaborazione e condivisione La Rupe ed il Pintoricchio 2 L’arch. Terracina presidente onorario 3 l momento è propizio perché si tracci un bilancio di quanto è stato compiuto e si deli- Le ricerche del Fanum Voltumnae 4 neino programmi per i prossimi periodi, carichi di buoni auspici, ardori operativi, slanci I L’impegno del gen. Conforti per i Beni Culturali 5 volontaristici. Senza dubbio, con il nuovo Consiglio, non si sono registrati bruschi cambia- menti di rotta, anzi… come prevedibile è stato confermato un impegno nella continuità, Palazzo Buzi: gli affreschi 6 rispetto all’intrapreso, confermando tendenze da tempo manifeste. Apertura alle giovani Il card. Bonaventura Cerretti 8 generazioni, rapporto di collaborazione con Enti, Associazioni ed Istituzioni presenti nel territorio, particolari attenzioni rivolte alle attività culturali, dalle conferenze all’editoria, al La Orvieto del Sanvitani? 11 patrocinio di rilevanti iniziative. Anche per il 2008 perciò, in un clima di dialogo e condivi- Il parco di Roma come Pompei 15 sione, verrà sostenuto un orientamento organizzativo volto all’innovazione, mantenendo inalterato il rispetto per i valori tradizionali consolidati. Le pitture controriformistiche orvietane 17 fmdc Una pieve medievale nei pressi di Pagliano 19 Il ritorno delle statue in Duomo? 23 Lettera Orvietana N. 21-22 aprile 2008 “Maestro Bernardino da Peroscia” Anche Orvieto si prepara a celebrare il centenario del Pintoricchio

partire da febbraio 2008 Un percorso di grande interesse che Penturicchio da Peroscia se accotti- Al’Umbria anima una serie di ini- toccherà, oltre alle due sedi espositi- mò a depegnere a suoi spese, excepto ziative culturali volte a commemora- ve di Perugia e di Spello, altri sei azuro e oro, li due vangelisti et li re il 550° anniversario della nascita centri della regione. due doctori con tucto l’ochio per dell’illustre artista Bernardino di Riguardo ai dipinti realizzati dall’ar- ducati cinquanta de carlini diece”. Betto detto il Pintoricchio, nato a tista nel Duomo di Orvieto, la Da questa e da altre testimonianze si Perugia tra il 1456 e il 1460. vicenda emerge chiaramente dai evince che al Pintoricchio fu effetti- Così la Cattedrale orvietana si pre- documenti conservati presso vamente commissionata la realizza- para ad accogliere una delle tappe l’Archivio dell’Opera, a cominciare zione di quattro figure, due dell’itinerario artistico dedicato, dai Memoriali (1484-1500, c.208) Evangelisti e due Dottori della dopo Perugino, a un altro protagoni- che, al giugno 1492, riportano: Chiesa, da dipingersi sulla parete sta umbro del Rinascimento italiano. “M. Bernardino di ... alias destra della tribuna, a reintegrazione, probabilmente, degli affreschi trecenteschi precocemente deteriora- tisi. A motivo dei prestigiosi incarichi ricevuti da parte di papa Alessandro VI, oltre che dei contra- sti originatisi con i Soprastanti della Fabbrica, l’artista abbandonò il cantiere orvietano prima di aver completato le decorazio- anni Novanta, sopravvivono solo za ebbe la presenza di Pintoricchio ni. Infatti, nel 1493 era due delle quattro figure, nello speci- sull’ambiente artistico locale: al suo già rientrato a Roma, da fico: ambito stilistico possono infatti rife- dove fece ritorno a San Marco evangelista, raffigurato, rirsi molte decorazioni realizzate tra Orvieto solo nel 1496: con grande finezza e naturalismo, in la fine del XV e i primi decenni del non prima degli ultimi trono nella mandorla tra angeli e XVI secolo in alcune chiese della mesi di quell’anno i cherubini; città e del territorio. E’ il caso dei dipinti commissionati San Gregorio, figura più schematica, dipinti murali della chiesa di San furono portati a termi- forse per l’intervento di collaborato- Rocco a Orvieto o, anche, della par- ne. ri, seduta all’interno di uno studio rocchiale di Canonica, oltre che di A causa delle costanti che si apre, sullo sfondo, in un mor- alcune tavole presenti presso il infiltrazioni di umidità bido paesaggio. Museo dell’Opera del Duomo. cui fu soggetto quel lato della tribuna fino ai Nonostante il breve e contrastato Laura Andreani recenti restauri degli soggiorno orvietano, grande influen- Alessandra Cannistrà

Supplemento al BISAO LVII - LX 2002/2004 Piazza Febei, 2 - 05018 Orvieto La virtù della memoria Tel. e Fax 0763.391025 www.isao.it - [email protected] L’Opera del Duomo e la Biblioteca Comunale ricordano Domenico Tordi Direttore responsabile: Francesco M. Della Ciana el 2007 è stato ricordato il Come l’Opera del Duomo, così anche zione generale dell’intera raccolta Regione dell’Umbria, del primo volu- N150° anniversario della nascita la Biblioteca Comunale “Luigi Fumi” libraria e il recupero catalografico dei me del nuovo catalogo del Museo Redazione: di Domenico Tordi, nato a Orvieto di Orvieto ha ricevuto una cospicua vari “fondi Tordi”, ricomponendo, dell’Opera del Duomo dedicato ad un Alessandra Cannistrà il 22 dicembre 1857 e spentosi parte della preziosa eredità: un nucleo così, almeno virtualmente l’originaria segmento della donazione Tordi, ovve- Raffaella Pinna improvvisamente, ancora in piena composito che comprende alcune integrità del vasto e ricchissimo catalo- ro la collezione delle Tessere Serena Pinna attività all’età di settantasei anni, in migliaia di autografi, manoscritti e go e diffondendone la conoscenza con Mercantili già oggetto di studio da Samuela Valentini quello stesso giorno del 1933 a incisioni, e circa 28.000 volumi a la sua pubblicazione in un saggio dal parte di Marco Tagliaferri nella sua Firenze -dopo che, per una estrema stampa (tra cui numerose cinquecenti- titolo Il lascito Tordi, curato da Marco tesi di laurea presso l’Università di Hanno collaborato: coincidenza, il 22 dicembre di tre ne “riscoperte” e censite da Lucia Pinzani e Tiziana Calvitti. Milano nell’ambito del corso in Storia Laura Andreani anni prima aveva provveduto a redi- Conti Tammaro negli scorsi anni Parallelamente, fin da quello stesso della Numismatica della professoressa Maria Antonietta Bacci Polegri gere il suo testamento. Ottanta). Si tratta, in questo caso, di anno e nella prospettiva della successi- Lucia Travaini, curatrice del volume. Sandro Bassetti L’illustre studioso e collezionista era un eccezionale fondo bibliografico, va ricorrenza del 2007, la Direzione L’anniversario del 2007 è stato quindi Paolo Binaco stato ricordato recentemente -proprio contraddistinto dal timbro, ben noto della “Luigi Fumi” aveva avviato un l’occasione per una positiva conver- Giancarlo Breccola in occasione della presentazione presso ai ricercatori, “donazione Tordi”, che articolato e specifico progetto, riguar- genza di attenzione e di attività sulle Carlo Cagnucci l’Opera del Duomo del lascito si rispecchia in quello presente presso dante una serie di iniziative dedicate due donazioni, che per la loro ricchez- Alessandra Cannistrà Cocchieri (novembre 2006)- per il altre istituzioni -e precisamente, la alla “riscoperta” di questa vicenda cul- za e complessità meritano e attendono Irene Cucchiarini legame profondo e costante con la sua Biblioteca Apostolica Vaticana, la turale così significativa e esemplare per ulteriori iniziative di studio e divulga- Rosangela De Acutis Francesco M. Della Ciana città natale e con le istituzioni cultura- Biblioteca Nazionale di Firenze, l’Ente la storia cittadina: tra queste, un’attivi- zione. Franco Moretti li locali, in particolare con la Nazionale Giovanni Boccaccio, tà di ricerca –svolta da Manuela Per il momento, e per virtù della Andrea Piccinelli Fabbriceria orvietana che, con disposi- l’Istituto Geografico Militare di Luciani e finanziata dalla Fondazione memoria, un ulteriore approfondi- Alberto Satolli Firenze, la “Casa Buonarroti” e il Cassa di Risparmio di Orvieto- volta mento sulla figura di Domenico zione testamentaria, egli beneficò di Marco Sciarra Museo storico-topografico “Firenze al recupero, catalogazione e studio di Tordi è stato proposto con la mostra una generosa donazione relativa alle Alessandro Trapassi Com’Era”- tra le quali l’erudito volle un consistente nucleo di “autografi”, documentaria ospitata, presso la sede sue straordinarie raccolte di numisma- Francesca Velluti tica e sfragistica, oltre che a materiali distribuita la sua straordinaria colle- ovvero carte manoscritte e siglate risa- della Fondazione CRO in palazzo diversi, in particolare alcune pregevoli zione di bibliofilo. lenti a personaggi storici dei secoli dal Coelli, proprio a partire dal 22 Autorizzazione del Tribunale incisioni, un piccolo arazzo, un pre- Già nel 2003, in coincidenza con il XVI al XIX, già concretizzatosi nella dicembre, allo scopo di contestualiz- di Orvieto N.13 del 24 agosto 1953 zioso Crocifisso in avorio, il ritratto a precedente anniversario dei settant’an- redazione del Catalogo Autografi. zare i due “lasciti” orvietani nell’am- olio della figlia Giulietta, precocemen- ni dalla scomparsa, si era manifestato Prima sezione che è attualmente in bito di una più ampia stima dell’illu- Fotocomposizione e stampa: te scomparsa appena quindicenne, un nuovo interesse per la figura dello corso di stampa. stre donatore. Tipografia Ceccarelli s.n.c. quello suo e della moglie in due for- studioso. In particolare, gli istituti fio- A tale progetto fa riscontro la pubbli- Grotte di Castro (VT) melle in bronzo a rilievo. rentini avevano promosso la ricogni- cazione, in collaborazione con la Alessandra Cannistrà 2 Lettera Orvietana N. 21-22 aprile 2008 L’architetto Torquato Terracina è stato nominato presidente onorario dell’Isao

a tempo si discuteva della que- - per aver partecipato alla fondazio- la conoscenza e la divulgazione Dstione. Il titolo di presidente ne dell’Istituto e averne condiviso delle più illustri personalità orvie- onorario dell’Istituto non era stato come socio fondatore gli elevati tane, più assegnato, dopo la scomparsa del intenti morali e culturali, - per aver contribuito generosamen- professor Bonelli, e chiaramente - per il costante e generoso sostegno te al recupero del patrimonio arti- ardua appariva l’individuazione di all’attività dell’Istituto e la solidale stico cittadino e alla sua valorizza- una figura che rispondesse alle e concreta collaborazione alle ini- zione in termini di fruibilità cultu- richieste statutarie. Del resto, si trat- ziative intraprese, rale e turistica. ta di un riconoscimento non obbli- - per l’impegno intellettuale profuso gatorio, destinato ad un personaggio nella valorizzazione delle realtà Si ricorda che la carica di presidente vicino al sodalizio culturale, che ne culturali e produttive della città, onorario, di carattere vitalizio, era rappresenti gli ideali, che nel tempo abbia contribuito, in maniera decisi- - per essersi dimostrato attento stata sinora riservata a Leopoldo va, alla valorizzazione delle sue atti- interprete delle istanze di rinnova- Sandri e a Renato Bonelli, figure vità. La decisione non ha tardato a mento del territorio per un pro- benemerite del sodalizio cittadino. venire, tenuto conto del gresso rispettoso della storia e della L’Architetto ha rivolto un caloroso “Candidato” prescelto. tradizione, saluto, ringraziando l’Istituto, di cui - per aver promosso la riscoperta è socio fondatore, per il riconosci- L’architetto Torquato Terracina, presi- della storia locale anche attraverso mento. dente della Fondazione CRO, è stato ufficialmente nominato socio onora- rio dell’ISAO (art. 7 dello Statuto, come deliberato dal Consiglio Medaglia d’argento Direttivo) e, su proposta del presi- dente, Francesco M. Della Ciana, gli ’ingegner Sandro Bassetti da tempo è tra i più attivi “amici” è stato conferito (art. 13 dello Ldell’Istituto, mostrando interesse esemplare ed impegno costante in Statuto) il titolo di presidente onora- diversi settori operativi. Dalla collaborazione con la Redazione del giornale rio dell’ISAO con acclamazione. alla consulenza tecnica riguardo all’informatizzazione. Le motivazioni unanimemente All’ing. Sandro Bassetti, per la sua meritoria collaborazione, è stata conse- espresse a sostegno della decisione gnata la medaglia d’argento del 50mo anniversario dell’Istituto. sono le seguenti:

1807-2007. Il discorso orvietano di Giuseppe Garibaldi

ell’estate del 1867 Garibaldi avanzi della libertà e della difesa di ceppo del fucile (Grida: o Roma o Ncompie un viaggio nelle regioni Roma. morte). No….. Roma e vita (Grida: centrali con lo scopo di incitare gli (Grida: Viva il generale Garibaldi). sì, Roma e vita). animi alla liberazione di Roma, di I nostri nemici non sono solo i preti, I preti sono jene, sono pantere, sono raccogliere volontari e di riprendere ma il nostro nemico è il Bonaparte. belve feroci, sono lupi, sono rettili, coc- contatti con i vecchi garibaldini. Chi impedisce di andare a Roma? codrilli (Grida frenetiche). Il 26 agosto è ad Orvieto, dove una Sono i preti. (Grida: Li ammazzere- Conviene togliere questo cancro “gran folla di popolo” lo accoglie con mo tutti). dall’Italia, bisogna estirparlo alla in testa il sindaco e gli assessori; lo Chi ce lo impedisce è il Bonaparte, radice. Questi esseri vilissimi, del scortano lungo il corso, tra acclama- protettore dei preti (Grida: Morte ai primo popolo della terra hanno fatto zioni e “nuvoli di fiori dalle finestre Francesi). l’ultimo crollo. (Grida: Sì). imbandierate”. Da una finestra del Ma non confondete la Nazione Il diritto internazionale permette ai Palazzo Ottaviani, già Locanda delle Francese col Bonaparte, perché la Romani d’insorgere, noi di aiutarli, Belle Arti (oggi sede della CRO) Nazione è grande e generosa, la permette loro di lavarsi dal fango in pronuncia un discorso infuocato Nazione Francese è nostra sorella, è cui li hanno gettati i preti. (Grida: contro il clero che impedisce la presa con noi. morte ai preti). di Roma, perché “senza Roma l’Italia Ora debbo rammentarvi che senza L’Italia non è vero che sia fatta, lo non è fatta!” Roma l’Italia non è fatta; sì, Roma è sarà allorquando le avremo dato Ecco il testo del discorso giunto fino nostra, e noi ci andremo, che nessuno Roma come Capitale che di diritto le a noi insieme ad una foto con auto- può impedircelo; senza Roma non compete. grafo che egli donò al sindaco, conte havvi Italia possibile (Grida: a Roma, Voi ed io andremo a Roma, presto, ed Giuseppe Ravizza. a Roma). a marcio dispetto di chi non lo vuole. Ci dicono che là sono Quarantamila Commosso io vi saluto; addio “Io ricordo con riconoscenza e gratitu- uomini, ma noi al nuovo appello sare- (Applausi prolungati). dine questa popolazione cara. Io ho mo più di Cinquantamila, saremo avuto occasione di starle a contatto in anche un Milione, che uniti al prode tempi ben più difficili che non sono Esercito compiremo la nostra redenzio- * * * gli attuali; questi sono tempi di sicu- ne. (Applausi frenetici, sì, sì…). rezza, quelli erano tempi di pericoli e Parlo a molti di voi istruiti già, Roma sarà conquistata nel 1870, ma di timori. avvezzi al fuoco delle battaglie; noi ai Garibaldi assisterà da lontano all’im- Noi ci siamo riveduti quando certi mercenari dei preti, a quella vile presa che aveva sognato per tutta la Gesuiti di allora volevano serrarci le canaglia che protegge la loro tirannide, vita. porte della Città; ma il Popolo riven- non l’onoreremo con la punta della dicò i propri diritti e dette ricetto agli bajonetta, bensì li schiacceremo col Maria Antonietta Bacci Polegri 3 Lettera Orvietana N. 21-22 aprile 2008 Torniamo a parlare del Fanum Voltumnae

divinità che, assimilata ad Hermes, è connessa ai giochi gladiatori; un boc- cale a pareti sottili; una coppa integra in terra sigillata. Sempre nella zona del recinto, accanto alle murature, sono stati trovati tre ziri allineati, una kylix in bucchero spezza- ta a metà e priva del fondo, nove pezzi di aes rude e frammenti di kylikes atti- che a figure rosse, una delle quali con scena di palestra databile al 440. Sul fondo di una fossa vicino agli ziri era collocato anche un attingitoio miniaturistico in bucchero grigio. La presenza di tante terrecotte all’interno della fossa testimonia senza dubbio un atto devozionale avvenuto nella secon- da metà del V sec. a.C. e la cui inte- grità è stata sconvolta dai successivi interventi di età romana. A poca distanza sono stati rinvenuti anche due bronzetti a nastro di offe- renti databili al II sec. a.C., raffiguran- ti entrambi personaggi maschili, uno dei quali in toga esigua, ed alcuni fram- menti di vasi attici a figure nere e rosse di grandi dimensioni e di raffinata qualità.

Quali sono le sue conclusioni in merito all’identificazione dell’area come quella del Fanum Voltumnae? Lo scavo, che insiste su un’area vastis- sima che va letta insieme ai rinveni- menti della Soprintendenza circa 200 metri più a nord, si trova all’incrocio di vie di collegamento con Bolsena, Chiusi e la Valle del Tevere. La natura pianeggiante del luogo si presta a manifestazioni agonistiche, a mercati e fiere. Si palesa nettamente una inin- orniamo a parlare del orientato verso la strada. Alla stessa signino e con vani antistanti, l’uno Plinio ricorda esistenti sin dall’età di terrotta continuità di frequentazione Fanum Voltumnae. Gli quota della pavimentazione stradale con tessere nere e inserzione di crocet- Silla, in lastre marmoree oggi spoliate dalla seconda metà del VI sec. a.C. T fonda il basamento in conci di tufo dal te bianche, l’altro con mosaico a qua- ed infine mosaici con tessere bianche e fino alla peste nera del 1348. I mate- scavi archeologici al Campo taglio perfetto. Si conservano due fila- drati policromi. Nel secondo ambien- nere di epoca tardo-antica. riali, in particolare le ceramiche atti- della Fiera - Giardino della ri, completo quello di base, testimo- te e nei contigui si collocano tombe Nel IX secolo l’area rivestì funzioni che, sono di ottima qualità. La pre- Regina hanno portato alla luce niato da pochi spezzoni il superiore tardo-antiche e alto medievali. cultuali testimoniate da bassorilievi di senza di strutture etrusche è docu- nuovi, interessanti reperti, che che, come gran parte del basamento, lastre e di un pilastrino. Infine fu eret- mentata, per quanto attiene al nostro meritano attente analisi ed ha subito una sistematica spoliazione E la chiesa medievale di cui tanto si ta la chiesa ad unica navata di cui si era scavo, almeno in quattro zone diver- interpretazioni. Ne abbiamo che ha causato anche la perdita della è parlato negli scorsi anni? Nel 2002, persa da secoli l’ubicazione. I docu- se: in prossimità della fossa delle ter- probabile modanatura superiore del ci disse che sarebbero continuate le menti medievali menzionano una recotte, nel recinto, nell’area sud e parlato con il professor Claudio podio. L’edificio appare articolato in indagini sulle sue fondamenta. pieve presente in quello che definisco- nelle fondazioni della Chiesa. Bizzarri, University of Arizona, un pronao, un vestibolo ed una cella Quali aggiornamenti ha da darci? no campus fori o - molto significativa- Notevoli le opere infrastrutturali, che ha seguito da vicino le varie di m. 4,50 x 5,50. La zona orientale dello scavo è interes- mente - campus nundinarum, da iden- come le strade lastricate. fasi di ritrovamento. sata dalla presenza della chiesa medie- tificare con l’attuale Campo della Determinante la fase romana, tardo- Quindi finalmente è venuto alla luce vale menzionata nei documenti con il Fiera. repubblicana, augustea ed imperiale. Al termine della seconda campagna un tempio, anche se di modeste nome di San Pietro in vetere o in vete- Tutto parla di un santuario extraurba- di scavi, professor Bizzarri, parlò dimensioni. Potrebbe dirci qualcosa ra. La fondazione della parete meri- Oltre ad edifici e altri immobili, no la cui funzione cultuale perdura delle prime scoperte in località in più su questa struttura, magari dionale dell’edificio sacro si imposta sono stati rinvenuti anche altri anche in età altomedievale e medieva- Campo della Fiera - Giardino della ipotizzando una possibile datazione? su conci di tufo allettati di testa. In oggetti, specie frammenti ceramici, le. Pertanto, se da più parti e più Regina. I pavimenti del vestibolo e della cella parallelo, sotto alla parete settentrio- che potrebbero aiutare ad indivi- volte è stato affermato, senza qui Nel frattempo i lavori sono prose- sono in signino rosso, e nella cella nale, si trovano altri conci di taglio duare l’area come quella del mitico ricordare motivazioni a tutti note, che guiti. Potrebbe dirci, in sintesi, sono presenti anche alcune rare inser- etrusco. Fanum. Ce ne ricorda qualcuno? il Fanum Voltumnae va ubicato pres- cosa altro è stato riportato alla zioni di crocette bicrome. La pavimen- Il complesso ecclesiale venne eretto su Dal riempimento del pozzo più gran- so Orvieto, allora lo scavo di Campo luce? tazione appare databile in età tardo- edifici di età romana, dei quali restano de, ad esempio, sono emersi materiali della Fiera assomiglia molto a quanto Di elementi di rilievo ne sono emersi repubblicana, forse allo scorcio del II murature in laterizio e pavimentazioni in massima parte di età romana ed sappiamo doveva essere presente al molti; specie nella parte centrale del- sec. a.C. Al centro dell’ambiente erano di tre fasi diverse: in cocciopisto con ancora integri, come una lucerna con Fanum. l’area, dove si colloca una struttura ad alloggiate quattro colonnine, delle crustae parvulae come quelle che figura maschile con testa di Anubi, Marco Sciarra U apparentemente aperta verso la stra- quali soltanto una in situ: formano da Orvieto-Bolsena; l’esistenza del una sorta di tetrastilo che definisce percorso carrabile impedirà purtroppo una luce rettangolare. qualsiasi verifica. Nel settore meridio- nale di questo recinto è stato rinvenu- Sbaglio o quando venni sullo scavo to un pozzo con una bella base in tra- mi parlò anche di terme? chite, sormontata da una rozza vera in A poca distanza dall’edificio di cui “occhio di pesce” non perfettamente dicevamo, un muro in reticolato pro- allineata con la base. Un altro pozzo, segue delimitando alcuni ambienti ter- più ampio, si trova poi nella zona set- mali probabilmente di età augustea. È tentrionale del recinto; è rivestito con stato appena individuato il calidarium blocchetti di pietra vulcanica e ancora con vasca circondata da tubuli e con invaso dall’acqua. esedra rivestita da crustae marmoree. All’interno del recinto, è stato scoper- Un altro ambiente è probabilmente il to un edificio di m. 6 x 12 che appare tepidarium con esedra pavimentata in 4 Lettera Orvietana N. 21-22 aprile 2008 La Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali Una Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale

Internazionale delle Società per la Protezione dei Beni Culturali, con Roberto Conforti sede in Friburgo, unitamente alla Svizzera, all’Austria, alla Germania, enerale dei Carabinieri, è laureato in Giurisprudenza, Scienze Politiche e alla Romania ed alla Spagna, mentre GConservazione dei Beni Culturali (conferita “honoris causa” dall’Università agli Studi la Francia, i Paesi Bassi ed il di Lecce). Portogallo al momento sono osserva- Ricopre attualmente le cariche di presidente della Società Italiana per la Protezione dei Beni tori. Culturali, di consigliere Herity International, di consulente culturale Selex - Finmeccanica. Il generale Conforti inizia la sua lunga carriera nell’Arma dei Carabinieri, nel 1961, in a Società Italiana per la Sardegna, e poi in Friuli, Emilia Romagna, Campania, Abruzzo, Lazio, sempre al comando di reparti territoriali, e LProtezione dei Beni Culturali La Società è convinta che la protezio- quindi, dal 1985 al 1991, dirige il Reparto Operativo di Roma, al momento impegnato nella lotta all’eversione, alla (SIPBC-ONLUS), istituita il 18 apri- ne, quale rispetto e salvaguardia, criminalità diffusa ed organizzata. Dopo aver frequentato un corso di alta formazione professionale, assume il le 1996, sulla base di specifico possa essere efficace, al di là degli comando dei Carabinieri addetti alla tutela del Patrimonio Culturale, che conserva fino al 1° settembre 2002, quan- do, per raggiunti limiti di età, lascia il servizio attivo. Statuto, con sede legale presso impegni, senza soluzione di continui- Nel corso di quest’ultimo, esaltante incarico, conduce numerose inchieste, in Italia ed all’Estero, per il recupero di l’Istituto Internazionale di Diritto tà, degli organi istituzionali, soltanto migliaia di opere trafugate da musei, biblioteche, archivi, siti archeologici, chiese, abitazioni private e dimore stori- Umanitario di Sanremo, è un’orga- attraverso lo sviluppo di una qualifi- che (da ricordare: la Triade Capitolina, l’Artemide marciante, la Phiale Mesomphalos, il Mento di S. Antonio, ecc. nizzazione d’interesse nazionale ed cata e diffusa coscienza culturale. ecc.). Organizza in Italia sette convegni internazionali. Interviene in simposi internazionali in Francia, Inghilterra, internazionale, non governativa, poli- Di qui una serie di convegni annuali dove, peraltro a Londra, viene ascoltato, in seduta pubblica, in quel Parlamento dalla Commissione Cultura, Media ticamente neutrale, senza alcun fine sui temi, di seguito sinteticamente e Sport, sul fenomeno dell’illecita esportazione, e poi in Spagna, Portogallo, Ungheria, Russia, Austria, Giordania, di lucro, costituita da volontari che si riportati: Giappone, New York, California, Florida, per un costante confronto con i rappresentanti della Cultura e delle pongono a disposizione della comu- 1997 Alessandria: Protezione dalle Istituzioni sulle tecniche operative, sia sotto il profilo preventivo che repressivo, e tecnologiche. Sostiene, con deter- nità per: calamità naturali minazione, l’imprescindibile necessità di pervenire ad una qualificata coscienza culturale per una migliore attività - diffondere, attraverso convegni, 1998 Civitavecchia: Ricostruzione e per la tutela e la salvaguardia di qualsiasi bene culturale, quale espressione del patrimonio dell’Umanità, ottenendo anche internazionali, seminari, restauri un largo consenso a livello internazionale, fino ad ingenerare la certezza, fra i partners, che soltanto il pieno rispetto dibattiti, incontri, soprattutto con 1999 Padova: Furti dei Beni di un codice etico da parte di musei e fondazioni nell’acquisizione di opere d’arte, dopo averne accertata la lecita le Scuole di ogni ordine e grado, Culturali provenienza, e la spontanea restituzione di quanto illegalmente sottratto a vari Paesi, fra i quali l’Italia, potrà per- con le Forze Armate, vieppiù impe- 2000 Viterbo e Pitigliano (GR): mettere a tutti di fruire delle preziose testimonianze storiche, che connotano ogni angolo del Globo. gnate da tempo in aree sconvolte Danneggiamenti • Medaglia d’Oro per i Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte, concessa dal presidente della Repubblica; da conflitti armati per ricostruire 2001 Acireale (CT) , Augusta e • Ufficiale dell’Ordine delle Lettere e delle Arti, concessa dal ministro della Cultura della Repubblica Francese; l’identità culturale di quei popoli e Noto (SR): Inquinamento • Medaglia d’Oro per lungo Comando; con le Forze dell’Ordine, in siner- ambientale • Medaglia d’Oro per lunga navigazione aerea; gia con analoghi organismi e riferi- 2002 Bari: Diffusione e applicazione • Medaglia Mauriziana; menti istituzionali,i principi e le del diritto internazionale al • Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica; norme relative alla tutela dei beni patrimonio • Cavaliere di Grazia Magistrale del Sovrano Ordine Militare di Malta; culturali da qualsiasi rischio, sia in 2003 Osimo-Ancona: L’intervento • Croce di Grande Ufficiale con spade dell’Ordine al Merito Militense; tempo di pace che di guerra, secon- sul territorio a protezione dei • Commendatore con Placca dell’Ordine di “S. Gregorio Magno”; do il diritto interno ed internazio- beni culturali • Grande Ufficiale dell’Ordine Equestre di “S. Gregorio Magno”; nale, convenzionale (dell’Aja del Esercitazione “Cultural • Accademico di S. Luca; 1954, dell’UNESCO, ed altre Heritage” con il Comando • Membro dell’Associazione dei “Cateriniani nel Mondo”; ancora) e consuetudinario; Brigata Meccanizzata • Collare della “Beata Beatrix” - adottare qualsiasi iniziativa possibi- Granatieri di Ha ottenuto le seguenti benemerenze: le per qualificare la coscienza collet- Sardegna-Forte Pietralata- • Diploma d’Onore del presidente del Soviet Supremo della Federazione Russa; tiva culturale e sensibilizzare l’opi- Roma (sui contingenti militari • Personalità Europea; nione pubblica al rispetto ed alla nella tutela e nella salvaguar- • Cittadinanza onoraria di: Castelli (TE); Tossicia (TE); Nocara (CS); Galvanico (SA); Altomonte (CS); salvaguardia del patrimonio dia dei beni culturali e sulla Miami (Florida), con le chiavi della città. dell’Umanità, per evitarne il depau- normativa internazionale) Dal 2003 al 2005 ha diretto il settore “Musei, Archivi, Biblioteche, Aree Archeologiche” della Regione Lazio. peramento ed il degrado, ed assicu- 2004 Calabria: Beni Culturali a rarne il trasferimento integro alle rischio. La sfida del turismo - Gli atti confluiscono in una serie di pubblica- culturali. Le pubblicazioni, per lo più, vengono future generazioni; Adozione della “Carta del zioni scientifiche, realizzate d’intesa con la assegnate alle Università ed ai giovani interessa- - promuovere e condurre specifici turismo per i beni culturali” Fondazione Europea Dragàn, presso la cui ti a tesi di laurea sul patrimonio culturale. corsi formativi per la protezione dei Incontro con le Scuole sul sede, in Roma, al Foro di Traiano, dal mese di beni culturali; progetto: “La scuola adotta un novembre al maggio successivo, vengono tenu- La società pianifica e conduce corsi di forma- - sostenere le strutture, deputate isti- monumento” e con il 18° te conferenze mensili su specifiche tematiche zione sulla tutela dei beni culturali per stu- tuzionalmente alla tutela dei beni Reggimento Bersaglieri di attinenti alla conoscenza, alla conservazione, denti universitari, vigili urbani, ed apparte- culturali, attraverso raccomandazio- Cosenza su “Operazioni mili- alla valorizzazione ed alla fruizione dei beni nenti alla C.R.I. ni ed interventi; tari di peace-heeping- - assicurare al Dipartimento della Esperienze in Iraq” Protezione Civile la massima colla- 2005 Umbria: Tutela dei Beni Bet Lehm - Casa del Pane borazione in caso di calamità; Culturali per il dialogo e la - garantire i collegamenti con analo- pace- Incontro con il 1° …e il presepio passa per Orvieto ghe associazioni estere per confron- Reggimento ollegare la nascita del Salvatore con la storia di Orvieto? A volte si può. O almeno si cerca di farlo. È quello che ti su esperienze tecniche e pratiche. Granatieri Csuccede con la diciannovesima edizione del Presepe nel Pozzo, nei sotterranei del quartiere medievale, dove le visio- 2006 Liguria e Principato di ni delle mistiche medievali fanno da filo conduttore per raccontare una storia a ritroso, partendo dall’istituzione della La Società, presieduta dal Gen. CC. Monaco: Il paesaggio: bene solenne festività del Corpus et Sanguis Domini, avvenuta proprio ad Orvieto, nell’estate del 1264. ® Roberto Conforti, è presente sul culturale. Tutela e valorizzazio- La narrazione ripercorre all’indietro le vicende della festa dell’esaltazione dell’Eucarestia, passando per Liegi, dove il territorio nazionale con otto sezioni ne. Corpus Domini si celebrava già prima, per Bolsena, dove avvenne il miracolo eucaristico, le cui reliquie si conservano nel (Piemonte, Toscana, Marche, Molise, Confronto con le competenti Duomo di Orvieto, e per Bingen, dove la santa “folle” Ildegarda aveva strane visioni circolari che fanno da filo condut- Puglia, Calabria, Sicilia, Sezione Autorità del Principato tore iconografico al Presepio del Pozzo della Cava, nel quartiere medievale della città umbra. Giovani Lazio) ed oltre 300 soci, fra i 2007 Abruzzo: Rivitalizzare per sal- E via via fino a Gerusalemme, dove Gesù tramutò il pane nel suo Corpo, per approdare a Betlemme, che in ebraico quali illustri docenti universitari, uffi- vaguardare. Come? significa “Casa del Pane”, dove Gesù nacque. ciali delle Forze Armate, qualificati In un contesto di precisa ricostruzione storica degli usi e costumi della Palestina di duemila anni fa, lo spettatore si trova professionisti, esponenti delle istitu- di fronte ad una rappresentazione della Natività irreale e allegorica, che non manca di riproporre la circolarità delle zioni, membri della Croce Rossa I convegni si concludono con risolu- visioni di Ildegarda e i simboli eucaristici, con Maria testimone silenziosa e austera dell’inizio e della fine del percorso Italiana, della Protezione Civile e stu- zioni, che vengono sottoposte all’at- terreno del suo Divin Figlio. denti universitari. tenzione delle Istituzioni nazionali e Il tema scelto per l’edizione 2007-2008 del presepio, allestito come tradizione con personaggi animati a grandezza natu- rale, è infatti “Bet Lehm - Casa del Pane”, riallacciandosi all’origine ebraica del nome del villaggio di Bethlehm, che sor- Dispone di un proprio portale: degli Organismi internazionali, quali geva nella fertile regione ricca di ulivi, grano e viti, anticamente chiamata Ephrata, che voleva dire “fertilità”. www.sipbc.it. l’UNESCO, che ne valuta l’opportu- Una etimologia strettamente legata al pane degli uomini diventa, nel Presepe nel Pozzo di quest’anno, il presagio della nità d’inserimento negli atti ufficiali, nascita del Panis Angelicus, invitando a vivere la Natività come preludio alla Pasqua e all’Eucarestia, guardando al primo La SIPBC è membro fondatore e consigliando gli Stati Membri di Natale quasi come fosse la prima Messa. parte integrante della Lega tenerne conto. 5 Lettera Orvietana N. 21-22 aprile 2008 Le decorazioni ottocentesche del Palazzo Buzi di Orvieto Da un’ipotesi attributiva a Mariano Piervittori alla ricostruzione di un suo probabile percorso decorativo nell’Orvietano

Diverse camere presentano decora- zioni pittoriche ad affresco che ven- nero realizzate negli anni ottanta del ‘500 dal pittore orvietano tardoma- nierista Casare Nebbia e dal marchi- giano Giovan Battista Lombardelli: al pianterreno, virtù con cartigli al centro dei soffitti di sei camere; al piano nobile invece, fregi che corro- no sulla parte alta delle pareti di sette stanze, in cui, ad episodi tratti dalla Bibbia, vengono alternate figu- re allegoriche, virtù evangeliche, putti alati e stemmi araldici, tra i quali quelli appartenuti a diversi car- dinali dell’ epoca. Più interessanti, perché ad oggi quasi del tutto scono- sciute alla storiografia su Orvieto, risultano essere le pitture realizzate a fine Ottocento in sette camere del l Palazzo Buzi di Orvieto e in par- individuato raffronti iconografico- piano nobile, tre delle quali, stando Orvieto, probabilmente nel 1887, poi “due camerette da dormire in Iticolare le pitture tardo ottocente- stilistici, con il fine di proporre una allo stemma araldico presente, sono fino alla morte, nel 1888. A rafforza- Orvieto” (Palazzo Felici, in Via sche presenti in alcune stanze del probabile attribuzione alle decorazio- state sicuramente dipinte nel perio- re l’ipotesi attributiva al Piervittori Adolfo Cozza), come è noto dalla piano nobile sono state oggetto della ni pittoriche realizzate nel palazzo do in cui il palazzo fu residenza dei delle scene di genere di Palazzo Buzi, lettera che inviò da Porano nel luglio mia tesi di laurea in Scienze dei Beni sullo scadere del XIX secolo. Da coniugi Francesco Pallucco-Clelia per ora sostenuta dalle forti affinità del 1883; la storiografia in oltre Culturali presso la Facoltà di Lettere questa indagine si è creata la condi- Faina (1877-1885). Tra queste ce n’è iconografico-stilistiche, si aggiunge riconduce alla sua mano le decora- e Filosofia dell’Università degli Studi zione per poter ricostruire un proba- una che cattura l’attenzione per la quindi la coincidenza tra il periodo zioni pittoriche presenti nell’Hotel di Perugia. Ho ricostruito la storia bile percorso decorativo compiuto qualità e l’abbondanza delle decora- di permanenza del pittore ad Reale, all’epoca residenza del cavalier dell’edificio dal momento dell’edifi- nell’Orvietano dal pittore marchigia- zioni figurative, che presentano Orvieto e quello della realizzazione Bracci. Ho ritrovato all’Archivio di cazione (1581-1583) ad oggi, speci- no Mariano Piervittori (Tolentino quattro scene di genere (tre banchet- di tali pitture (1877-1885, periodo Stato di Orvieto la partita catastale ficando tutti i passaggi di proprietà e 1817 - Orvieto 1888), qui presente ti e una“gita a cavallo”) in costumi in cui il committente Pallucco-Faina riguardante l’acquisto del Palazzo le relative modifiche strutturali e nell’ultimo periodo della sua vita e settecenteschi, incorniciate da finti fu proprietario del palazzo) e l’utiliz- Buzi da parte del conte Pallucco, nel decorative che si sono succedute nei probabile autore delle pitture, alme- arazzi rossi decorati con candelabre zo di quel particolare motivo di 1877; tra l’altro, sulla stessa, è citata secoli. Ho ricercato poi documenti e no di una stanza, del Palazzo Buzi. oro, alternate a quattro stemmi aral- incorniciamento con finto arazzo a la sua “Casa di villeggiatura” situata dici angolari (Pallucco-Faina) e a candelabra rosso-oro che, come ho in località Canale di Orvieto, a putti seduti su un finto cornicione, constatato, Mariano era solito usare poche centinaia di metri dalla Villa che crea uno sfondamento illusioni- nella sua ultima attività, tra l’inizio Felici, in cui operò Piervittori . Ho stico a tutta la composizione; dell’ottavo decennio dell’Ottocento effettuato un sopralluogo nella villa e la sua scomparsa. E’ documentata del conte, ora di proprietà Provani, e in mancanza di documenti che atte- stino la paternità di tali pitture, diviene fondamentale la comparazio- ne iconografico-stilistica tra queste scene di genere e quelle che il pittore di origini marchigiane Mariano Piervittori realizzò nella Galleria Meridionale del Palazzo della Prefettura perugina, tra il 1872 ed il 1875.

Piervittori, dopo una formazione romana compiuta accanto al foligna- te Decio Trabalza e allo scenografo e decoratore romano Giuseppe Masella, probabilmente negli appar- tamenti Torlonia, fu a Perugia dal 1854, quando cominciò a lavorare per committenze pubbliche e priva- te. I lavori per la Prefettura perugi- la sua presenza dal 1880 al 1883 credo che non sia da escludere l’ipo- na furono gli ultimi svolti in città in nella Villa Felici in località “Le tesi che Mariano abbia lavorato quanto, sopraffatto dalla fama cre- Velette” di Canale presso Orvieto, anche lì, ornando i soffitti con più scente del collega Bruschi, Mariano dove Mariano decorò per il banchie- semplici e lineari partiture geometri- fu obbligato a ripiegare in provincia. re Luigi Felici diversi ambienti del che, dai colori tenui e dai particolari Fu così che si recò a lavorare a Città piano nobile e parte della cappellina decorativi a monocromo, con motivi della Pieve (Palazzo Bonelli, ora della villa. a grottesca dorati, con vivaci elemen- Bonelli-Farina 1874-1876), a ti zoomorfi riquadrati su fondi neri, Spoleto (Palazzo Marignoli 1876- Per lo stesso committente dipinse presenti anche in una stanza del 1878), a Bevagna (Teatro F. Torti 1884-1886) e, stando alle informa- zioni emerse dagli scambi epistolari tra il pittore ed il sindaco di San Severino Marche, nell’aprile del 1880 arrivò ad Orvieto, rimanendo- vi stabilmente fino all’autunno del 1883, per poi recarsi a San Severino (Sala Consiliare del Municipio 1883-1885), a Foligno (Municipio 1886-1887) e ancora una volta ad 6 Lettera Orvietana N. 21-22 aprile 2008

individuata in Villa Onori, oggi Cinti, a Porano, presso Orvieto (a pochi chilometri dalle due ville di Canale), dove ritorna il motivo del finto arazzo decorato a candelabra, che inquadra un ampio paesaggio con scena in costume nel salone (foto già pubblicata da A. Satolli in “Il restauro del Teatro Mancinelli”, Maggioli Editore, Rimini, 1995) ed una mal ridotta scena bacchica in un salottino. Lungo la strada che collega le limitrofe località: “Le Velette” di Canale (Villa Felici), Canale (Villa Pallucco) e Porano (Villa Onori), troviamo, a completamento di que- sto probabile percorso decorativo del Piervittori nelle campagne orvieta- ne, Villa Paolina, in località Corgnolo (Porano). Quest’ultima elegante dimora fu proprietà della famiglia Gualterio dai primissimi anni del Settecento al 1874, quando fu acquistata dalla nobile famiglia orvietana dei marchesi Viti-Mariani, che ne trasformò l’aspetto ed il nome. Una lapide posta nella faccia- ta posteriore riporta la data 29-VIII- 1880, relativa alla conclusione dei lavori di restauro, eseguiti per volon- tà dalla marchesa Paolina, e facente palazzo cittadino, con pietre preziose Satolli in “Il restauro del Teatro riferimento alla conseguente inaugu- e ghirlande di fiori, che in effetti, sia Mancinelli”, Maggioli Editore, razione della villa. E’ significativa la nel colore che nella tipologia, si avvi- Rimini, 1995), ha forti somiglianze coincidenza con il periodo in cui il cinano molto a quelli che il con quella presente in un piccolo Piervittori risiedeva nella vicina villa Piervittori era solito dipingere. corridoio, mal restaurato, della Villa del banchiere Felici. A tale coinci- L’impresa decorativa di questa villa Felici, dipinta da Mariano. Le analo- denza si aggiungono le analogie stili- fu diretta da Mariano Guardabassi, gie di stile tra le pitture presenti stiche che legano le pitture realizzate storico dell’arte e artista legato da nelle due “case di villeggiatura” al Corgnolo, sui soffitti di alcuni rapporti di parentela con i coniugi fanno presumere, come ora dimo- ambienti del piano nobile, al con- Pallucco-Faina, ma la grande sala di strerò, che l’attività di Piervittori nel sueto fare artistico di Mariano legnosa fattura che sostengono i capi ni, fatta decorare con statue di santi rappresentanza, che presenta un sof- territorio orvietano sia stata più Piervittori. Al primo piano dell’ala, di festoni di fiori, alternati a riquadri dipinte a monocromo, stemmi che fitto già “protoliberty”, decorato con feconda ed estesa di quanto sia tut- oggi sede del C.N.R., putti cicciot- raffiguranti diversi paesaggi di fanta- fanno riferimento all’Ordine e tondi la raffigurazione di un finto chiostro t’oggi noto alla storiografia. telli sospesi nell’aria e morbidi corpi sia, tra i quali una probabile veduta che raffigurano episodi della vita di metallico che sfonda su un cielo Un’ulteriore tappa del suo percorso femminili avvolti da stoffe lucenti, del Lago di Bolsena e, ancora una un Santo dell’Ordine, di cui gli stessi pastello (foto pubblicata da A. decorativo locale può infatti essere unitamente alla personificazione volta, lo stemma araldico del Padri, su richiesta, sembrano igno- delle arti, a figure pompeiane e a Pallucco. I toni sbiaditi e la pennel- rarne l’identità. grottesche, vanno ad ornare due lata indefinita fanno apparire tale stanze e la volta a botte di un’ampia decorazione frutto di un lavoro tira- galleria, le cui pareti sono decorate to alla meglio magari dallo stesso Tali decorazioni, le ultime realizzate da morbidi tendaggi dipinti. Piervittori che, come appare dai nel palazzo, non possono essere documenti, dichiarava apertamente attribuite a Piervittori, che morì Tornando alle pitture ottocentesche di lavorare più o meno bene a secon- l’anno prima dell’acquisto dello sta- presenti al piano nobile del Palazzo da del compenso pattuito. bile da parte dei Mercedari. Non è Buzi, risulta più difficile recuperare da escludere l’ipotesi, supportata la paternità delle decorazioni a grot- dalla vivacità dei colori usati, che i tesca che ornano i soffitti di quattro Durante gli stessi lavori di adatta- committenti di origine spagnola stanzette, in quanto il repertorio mento commissionati dai Mercedari, abbiano chiamato un pittore della della grottesca classica, tornato alla venne però smantellato, in quello stessa nazionalità, ma dalla storiogra- luce e riutilizzato nella decorazione che era il salone ufficiale del palazzo, fia su Orvieto emerge che a quel dei palazzi nel XVI secolo, fu recu- un soffitto ligneo cassettonato scal- tempo l’unico spagnolo in città era perato nuovamente a metà ziano, che insieme ad altri smontati Federico Ballester, arrivato nel 1891 Ottocento, divenendo moda impe- e venduti tra il XIX ed il XX secolo, e subito impegnato nelle decorazioni rante, diffusa secondo un registro erano posti a decoro dei soffitti di di Palazzo Giulietti, decorazioni che standardizzato di motivi specifici, diversi ambienti del piano nobile (in hanno tutt’altro stile, definibile già registro a cui attingevano i cosiddetti loco ne restano tre). Nel grande salo- pienamente liberty. “pittori di ornato”. ne venne allora realizzata una coper- tura in muratura a volta a padiglio- Francesca Velluti La presenza di un piccolo stemma araldico tra le decorazioni di due di queste camere, ci può far affermare con certezza che anche queste venne- ro decorate negli anni in cui il conte Pallucco era proprietario dello stabi- le. Concludo con le decorazioni del- l’attuale abside e della cappella del- l’edificio, che dal 1889 passò in mano all’Ordine spagnolo dei Padri Mercedari e che tutt’ora ne rimane la sede. Questi due ambienti adia- centi furono allora resi comunicanti abbattendo la parete che li divideva, salvando il fregio pittorico che corre lungo le pareti della stanza più pic- cola a pochi palmi dal soffitto, fregio dal quale si affacciano, da finte strut- ture architettoniche, angioletti di 7 Lettera Orvietana N. 21-22 aprile 2008 Nemo propheta in Patria I grandi orvietani fuori di Orvieto La figura del card. Bonaventura Cerretti

uesto articolo mira a ricordare la grande figura del cardinale orvietano Bonaventura Cerretti: un uomo, un Qsacerdote, un diplomatico. Le azioni che intraprende, in una qualunque di queste vesti, sono sempre state coronate da successo. Riferendosi alle sue attività diplomatiche in due Paesi, la Francia e l’Australia, la sua figu- ra è tuttora molto viva e splendente come le opere da lui compiutevi. Più in fondo sono riportati due brani in lingua originale, per rimanere obiettivi ed evitare interpretazioni nelle traduzioni, dai quali emerge la stima di questi due popoli per il Cardinale. In estrema sintesi, a lui si deve il ripristino dei rapporti diplomatici fra Francia e Vaticano (bloccati dall’abbandono della protezione francese allo Stato Pontificio nel 1870), la prospettiva del ripristino dei rapporti diplomatici fra Italia e Vaticano (bloccati dalla presa di Roma il 20 settembre 1870), che saranno finalizzati dai Patti Lateranensi l’11 febbraio 1929. In Australia il cardinale Cerretti fu il propugnatore dell’“Australia agli Australiani” (e non più all’Impero Britannico, n.d.A.). Il popolo riconoscente gli eresse in Sidney una splendida cappella, a lui dedicata, unita al seminario, oggi collegio di San Patrizio (in ricordo di Orvieto?). Nella Cerretti Memorial Chapel, così si chiama, sono celebrati i matrimoni tra i VIP mondiali dello spettacolo. La Cappella Cerretti è oggi il simbolo dell’“Australianità”.

IL CARDINAL che ha fatto fortuna e che, nel 1876, lo porta nelle più importanti capitali BONAVENTURA CERRETTI prende in affitto dal Demanio la europee. Nel 1914, è inviato nunzio tenuta di Prodo. Costui la tiene per a Parigi e, il 14 dicembre 1925, è Bonaventura Cerretti nasce a pochi anni, come informa un bio- creato Cardinale da papa Pio XI con Bardano di Orvieto, il 17 giugno grafo del cardinale Bonaventura il titolo di Santa Cecilia. Il 15 marzo 1872, da Faustino Cerretti e Maria Cerretti, figlio di Faustino, “il babbo 1933, diviene cardinale vescovo sub- Custodi; frequenta il Seminario di a Prodo era già un “padrone”, aveva urbicario di Ostia e Velletri; muore Spoleto, poi la Pontificia Università cominciato a comprare i poderi di sessantunenne, l’8 maggio 1933, ed Gregoriana in Roma, infine, la Regia Morrano e vi stava fabbricando la è sepolto alla Chiesa di Santa Maria Università di Roma. Faustino casa”. Dopo l’ordinazione sacerdota- in Trastevere in Roma. Ordinato Cerretti è un fattore di Morrano, le, inizia la carriera diplomatica, che sacerdote nel 1895, occupa delicati uffici in varie Congregazioni Ricordo australiano di Romane. Nel 1903, è segretario della S. Em. mons. Cerretti, delegato Delegazione al Messico, nel 1908, apostolico in Australia. uditore a Washington e, nel 1914, Il Collegio di San Patrizio e la fatto arcivescovo, è il primo delegato Cappella Cerretti in Sidney, apostolico in Australia. Arcivescovo Australia. di Corinto (1914), chiamato in The College and the Cerretti Roma nel 1916, è segretario della Memorial Chapel, 1939. Source: Congregazione degli Affari “Manly” Vol.6 No.1 1939 Ecclesiastici Straordinari. Riallacciate le relazioni fra la Francia ed il Curiously it was not until 1935, over twenty years after Cardinal Vaticano, è il primo nunzio apostoli- Moran’s death in 1911, that the final co a Parigi. Creato cardinale nel physical manifestation was made of 1925, è per un anno ancora a Parigi Moran’s vision of St Patrick’s e poi prefetto del Supremo Tribunale College, in the building of the cha- della Segnatura Apostolica. pel. That it be so long delayed wit- Segretario per gli Affari Ecclesiastici nesses to the enormous costs that Straordinari (1917), nel 1919, inter- such enterprises placed on the viene alla Conferenza per la Pace di Catholic community, particularly Parigi ed intavola trattative con given the acceleration of the prodi- Vittorio Emanuele Orlando per la gious demands that school building soluzione della questione romana had imposed on Catholic finances (nata e bloccata dal 1870, n.d.A.). E’ historically. But the delay also raises nunzio apostolico in Francia dal the question of priorities: did the 1921, quando lo raggiunge la nomi- splendid public sermon in stone na a porporato, nel 1925. which was St Patrick’s come before Queste le tappe della sua splendida proclamation of its spiritual core? In carriera ecclesiastica: il 31 marzo 1935 the Cardinal Cerretti 1895 è ordinato sacerdote; il 15 Memorial Chapel was opened adja- aprile 1914, è nominato arcivescovo cent to and in architectural harmony with the main building, enhancing titolare di Philippopolis, in Tracia; il and enriching the total atmosphere 10 maggio 1914, diviene arcivescovo and impressive power of the site. titolare di Corinto, in Grecia; il 19 Despite (or rather in addition to) luglio 1914, è ordinato vescovo tito- the Roman, Vatican, implications of lare di Corinto; il 5 ottobre 1914, è the name, the Cerretti Chapel was delegato apostolico in Australia; il 6 another affirmation of maggio 1917, è nominato segretario Australianness. Cerretti had come della Curia Romana; il 20 maggio to Australia in 1915 as the first 1921, diviene nunzio apostolico in Apostolic Delegate, diplomatic Francia; il 14 dicembre 1925, è crea- representative of the Papacy in to cardinale-prete con il titolo di Australia, a role he regarded as Santa Cecilia; il 14 dicembre 1925, ambassadorial, national, and inde- è elevato a cardinale; dal 1928, è pendent of local bishops. This pla- protettore dell’Istituto Confratelli ced him in conflict with Stimmatini; il 12 ottobre 1931, Kelly who had succeeded Moran as diviene prefetto della Segnatura Archbishop of Sydney on his death Apostolica presso la Curia Romana; in 1911. Kelly regarded St Patrick’s il 13 marzo 1933, è nominato cardi- as a troublesome creation of a nale-vescovo di Velletri e Segni; alla Moran he disliked, a situation which placed both College authorities and data della sua scomparsa, è prefetto students in alliance with the new della Segnatura Apostolica presso la Delegate. Cerretti delighted a St Curia Romana. 8 Lettera Orvietana N. 21-22 aprile 2008

Patrick’s College prize giving in du pape qui le chargea, auprès de la de Paris. Le 6 août 1921, au chateau ser de sa présence l’éclat des cérémo- 1916 by proclaiming “Australia for Conférence de la Paix, d’une délicate de Rambouillet, il présentait ses let- nies religieuses. Il a su toucher nos the Australians”. To thus name the négociation au sujet des missions tres de créance à M. Millerand, coeurs en assistant souvent à celles spiritual heart of the College was catholiques dans les anciennes colo- Président de la République qui commémorent les héros de la entirely appropriate, diplomatically nies allemandes. Mgr Cerretti s’en Francaise, qui, l’année d’avant, alors Grande Guerre. Enfin, dans les cir- well judged in declaring its allegian- acquitta avec une habileté et un tact qu’il était président du Conseil et constances officielles, on le voit s’a- ce to the Papacy, and with the qui lui valurent dès cette époque de ministre des Affaires étrangères, avait vancer en tète du corps diplomati- piquancy of an implied snub to nombreuses sympathies à Paris. déposé le projet de loi demandant que dont il est, de droit, le doyen. Kelly. Aussi, quand les relations eurent été les crédits pour le rétablissement de C’est en cette qualité qu’au début de The Chapel, built forty years after reprises entre la France et le Saint- notre ambassade près le Saint-Siège. chaque année, il félicite le Président the Seminary, in 1934-5 comple- Siège, son nom était sur toutes les Depuis lors, Mgr Cerretti a travaillé de la République en termes toujours ments the seminary in Gothic style, oouches, avant que le pape lui eût de tout son pouvoir à établir entre marqués de tact et d’à-propos. La materials and details. It was designed officiellement confìé la nonciature les deux puissances réconcìliées “ces société l’accueille avec faveur et, le by the Architects Hennessy, 12 février 1924, jour anniversaire du Hennessy & Co. The east end is couronnement de S. S. Pie XI, tout convenient to the seminary and has Paris a défilé dans les salons du nou- an emphasis on function rather than vel hotel de la nonciature. architecture; the architectural high- “Notre pays..., disait M. le Président light is the cluster of chapels at the Millerand, lors de la réception du west end and the 20th century struc- Nonce Apostolique, nous avons le tural devices which enabled the droit de l’affirmer, a des titres parti- column free interiors without massi- culiers à la confiance du Saint-Siège, ve buttressing. The “cloister” aisle et les prérogatives que les Papes lui along the northern edge of the buil- reconnaissent sont la juste consécra- ding, with its sequence of altars, is a tion des services rendus par la France distinctive and well-lit space. aux intérets généraux de la chrétien- té.” Ces prérogatives, notre juste orgueil, Mgr Cerretti les défend: il Ricordo francese di est de la lignée des Rampolla et dès S. Ecc. mons. Cerretti, Ferrata, de ceux qui n’ont jamais nunzio apostolico. cessé de croire que, dans le monde, S. Exc. Monseigneur Cerretti Nonce Apostolique le meilleur lieutenant du Christ et de son Eglise, c’est la France. Depuis le 31 juillet 1904, la rupture Mgr Cerretti (Bonaventura, diplomatique était complète entre le Archevêque de Corinthe, Nonce Saint-Siège et la France. Les ìntérèts Apostolique, né à Orvieto le 17 juin de celle-cì en souffraient. Un long 1872 ordonné prêtre le 31 mars passé d’aide mutuelle, dont les deux- 1895, attaché aux Affaires ecclésiasti- puissances recueillaient les avantagés ques extraordinaires, camérier secret réciproques, ne s’abolit pas impuné- de S. S. le 13 janvier 1904, ment. Aussi, la France de la victoire, Secrétaire de la délégarion apostoli- rentrée dans la voie de ses traditìons que à Mexico le 9 janvier 1904, nationales, décida d’ailer reprendre Auditeur de la délégation apostoli- sa place à , parmi les nations relations de courtoisie, d’estime et de que à Washington le ler juin 1906 représentées auprès de ce centre d’u- confiance réciproques” dont M. élu Archevêque titulaire de niverselle influence qu’est le Saìnt- Millerand exprimait le désir en le Philippopolis le 15 avril 1914, sacré Siège. Pour rétablir des relations cor- recevant. Chacun sait la part pré- à Saint-Pierre de Rome par le cardi- diales entre les deux puissances, il pondérante qu’il a prise aux négocia- nal Merry del Val le 19 juillet, fallait des diplomats d’élite. Benoit tions. dont le terme a été l’encycli- Délégué Apostolique en Australie et XV choisit, comme nonce à Paris, que Maximam de Pie XI (23 janvier Nouvelle-Zélande, la meme année, Mgr Bonaventure Cerretti, archevê- 1924), qui permet et recommande la Secrétaire des Affaires ecclésiastiques que de Corinthe, en qui un fin con- création d’associations diocésaines extraordinaires le 6 mai 1917, naisseur des questions religieuses pour donner à l’Eglise de France “un Consulteur de la Congrégation des contemporaines a salué le prélat “le certain fondement légal” et “contri- Eglises orientales le 16 septembre plus remarquable que put nous buer à une pacification plus entière” 1918; nommé Nonce à Paris, le 20 envoyer la diplomatie pontificale”. de notre pays. Le nonce est vite mai 1921, a presenté ses lettres de Jeune encore, grand, robuste, le visa- devenu une des figures les plus créance au Président de la ge éclairé de deux yeux noirs et vifs, connues et les plus respectées, non République Francaise le 6 août Mgr Cerretti n’a pas l’allure tradi- seulement de Paris, mais de la 1921. tionnelle qu’on prête aux dignitaires France. Il se multiplie pour rehaus- Sandro Bassetti du Saint-Siège. La politesse de ses manières est sans onctìon. Son abord respire une sìmplìcìté et une franchì- se, auxquelles n’ont pas peu contrì- XI Rassegna Nazionale di Teatro Amatoriale ad Allerona bué ses longs séjours dans les jeunes rmai è una tradizione che si ripete da ben undici anni la Rassegna Nazionale del Teatro Amatoriale “Stella d’Oro”, abbinata al 3° Premio dedicato al regista démocratìes d’outre-océan. OGiancarlo Pancaldi, scomparso qualche anno fa, la cui figura e la cui opera rimangono nel ricordo di tanti, anche in queste zone umbre. Né à Orvieto, le futur nonce connut Nella cornice suggestiva del paese di Allerona, dal 28 luglio all’11 agosto 2007, si sono alternati sul palcoscenico varie Commedie che Compagnie di amanti del de brillants succès au sémìnaire de sa teatro hanno offerto per il piacere di spettatori che hanno affollato la platea, ricavata nella piazza antistante la Chiesa. ville natale. L’abbé Cerretti devint Il programma comprendeva testi impegnativi per dilettanti, i quali hanno avuto il consenso degli spettatori. audìteur de la délégation apostolìque Ha aperto, il 28 luglio, il Teatro dell’Accadente di Forte dei Marmi, con “Eva contro Eva” di Mary Orr, regia di Salvatore Pagano, seguitando, il 30 luglio, con la à Washington. Pie X lui confia Compagnia Il Gorro di Passignano sul Trasimeno, con “La gatta sul tetto che scotta”, di Tennesse Williams con la regia di Roberto Carloncelli. Il 1 agosto, la ensuite la délégation apostolique Compagnia Ma chi m’o ‘ffa fa, di Giuliano in Campania, con Non si può mai sapere di Luciano Medusa, regia di Ciro Cirillo e Alfredo Scarpato. Il 3 Agosto, vi è d’Australie et Nouvelle-Zélande qu’il stata una tregua, in quanto la serata è stata dedicata al Premio “Stella d’Argento”, riguardante i monologhi: Nadia Tiezzi di Castel Viscardo si è esibita in venait de fonder. En ces pays, Mgr “Madonna Antonia, il bianco e il nero” di Franco Tiberi e Andrea Brugnera, mentre Maurizio Vallesi di Macerata ha recitato “Astaroth” di Stefano Benni, seguito da Cerretti se créa rapidement une Arcangelo Corinti di Viterbo in “Melahel, l’angelo di Dio che libera da tutti i mali” di Alfonso Antoniozzi. situation hors paire. Sa eonnaissance Il 4 agosto, dopo la breve pausa dedicata ai fini dicitori, sono riprese le rappresentazioni delle commedie con la Filodrammatica Ciccio Clori, di Castellana Grotte, parfaite de l’anglàis facilitait ses rap- in “Cercasi tenore” di Ken Ludwig, regia di Nico Manghisi. Il 5 agosto il Gruppo Teatrale Primoincontro di Brescia si è esibita con un classico, opera di un grande ports avec le clergé et les autorités drammaturgo del secolo scorso, Eduardo De Filippo, autore di “Natale in casa Cupiello”, regia di Gianni Calabrese. La commedia è stata replicata ad laiques. Son intelligence nette, pra- Acquapendente, il 6 agosto, dando così modo ad un vasto pubblico di godere dello spettacolo. Il 7 agosto, la Compagnia Né arte né parte di Arcidosso, si è esibita tique, ennemie des vaines tergiver- in “Un giardino di aranci fatti in casa”, di Neil Simon, regia di Mario Malinverno. Anche quest’opera ha avuto il bis in Acquapendente, l’8 agosto. Il 9 agosto, la sations s’accordait au tempéra- Compagnia Teatrale Altinate di Venezia ha offerto al pubblico un’opera di grande impegno: “La casa di Bernarda Alba”, di Federico Garcia Lorca, con la regia di ment anglo-saxon. Et ce fut d’una- Riccardo Mangano. Chiudeva la Rassegna, l’11 agosto, la commedia “Dalla Carrà in poi tutto in salita….!!!!, di e con Laura Leo. nimes regrets qu’il laissa là-bas La vittoria è andata alla Filodrammatica Ciccio Clori, di Castellana Grotte, con l’opera “Cercasi tenore”, di Ken Ludwig, che ha ottenuto la Stella d’Oro quale miglior quand, en 1917, Benoit XV le rap- spettacolo in concorso e si è anche aggiudicata il Premio Giancarlo Pancaldi per la regia, attribuito a Nico Manghisi, e quello del pubblico. La Stella d’Argento per pela à Rome pour remplacer au il miglior monologo è andata a Maurizio Vallesi, del Teatro dei Picari di Macerata, con “Astaroth” di Stefano Benni, mentre Vito Longo, di Milano, ha vinto il Secrétariat des Affaires ecclésiasti- primo premio per autori di monologhi, organizzato in collaborazione con UNICOOP Tirreno, con il testo “Diciannove”, ispirato alla storia del maratoneta Dorando Petri. Come si può ben vedere, in un’epoca in cui il teatro è poco seguito dai mezzi d’informazione come la televisione, dobbiamo riscontrare e dare il ques extraordinaires, Mgr Pacelli, nostro plauso ad un paese come Allerona, in cui vengono rappresentate con successo opere di autori di alto rango, che hanno fatto e faranno la gloria del teatro. qui venait d’être nommé nonce à Informiamo da queste colonne che l’opera meritoria degli organizzatori seguiterà nei prossimi anni, ripetendo il successo che ha riscontrato fino a questo momento. Munich. A ce nouveau poste, il F. M . devint un des collaborateurs intimes 9 Lettera Orvietana N. 21-22 aprile 2008

paramentale di Domenico della Rovere sono probabilmente ascrivibili I paramentali di Domenico Della Rovere ad un unico artefice. I paramentali, che hanno subito, nel corso dei secoli, varie e maldestre aggiustature, manifestano, allo stato attuale, gravi cedimenti del ricamo aureo e rilevanti lesioni del tessuto di supporto. Mentre lo stato di conser- vazione delle pitture ad ago della pia- neta può essere definito discreto (le zone dove il ricamo si è consunto non sono molto estese e non compro- mettono in modo grave l’analisi dei pannelli), quella dei ricami del piviale risulta essere sfortunatamente ben diverso. I sei ricami presenti sullo sto- lone e quello del cappuccio hanno subito, forse a causa di un uso più frequente, un numero assai maggiore di danni che hanno comportato la totale scomparsa di ampie superfìci lavorate ad ago, facendo in tal modo emergere i fili d’oro del point nué, utilizzato soprattutto per l’esecuzione degli abiti. Inoltre, in alcuni pannelli, si è serbata solo la tela di lino sulla ra i vari oggetti che compongono superficie1. In tempi più recenti, il quale venne eseguito il ricamo, appli- Til “Tesoro della Cattedrale” di collegamento del parato con papa cata successivamente su quella su cui Montefiascone vi è un insieme litur- Urbano V era stato confutato da era stato eseguito lo sfondo. gico - formato da un piviale, una pia- Maria Andaloro, che lo voleva invece neta e una stola realizzati con un raf- commissionato da Domenico della Giancarlo Breccola finato velluto blu-oltremare - che Rovere durante il suo vescovado a costituisce un raro esempio di produ- Montefiascone, e quindi fra la fine zione tessile fiorentina dell’ultimo del Quattrocento e l’inizio del 1 F. PODREIDER, 1928, p. 148. ventennio del XV secolo. Cinquecento. 2 BOVENZI, GIAN LUCA, I paramentali di La menzione più antica di questo Gian Luca Bovenzi, nella sua tesi di Giuliano e Domenico della Rovere, tesi di paramento, per lungo tempo erronea- laurea intitolata “I paramentali di laurea in storia dell’arte fiamminga e mente considerato dono di papa Giuliano e Domenico Della Rovere”2, olandese, Università degli Studi di Torino, unisce allo studio dei paramenti rove- Anno accademico 1998-1999. Urbano V, si trova in un inventario 3 Sul motivo delle “mazze” si veda in par- redatto nel 1815 ove si registra, tra reschi di Montefiascone quello di altri ticolare T. BOCCHERINI, Il motivo “a parati di Vercelli pervenendo, tra l’al- l’altro, “… una pianeta, con un piviale Pianeta roveresca di Montefiascone mazze”. Origine e sviluppo di una tipologia di Urbano V con il suo manipolo”. tro, alla conclusione che i paramentali destinata al settore abbigliamento, in T. II prezioso velluto del paramento di di Vercelli e di Montefiascone sono, I paramentali di Montefiascone osservabili sui lati inclinati. BOCCHERINI e P. MARABELLI (a Montefiascone, dopo essere stato col- allo stato attuale delle ricerche, gli I paramenti conservati nella cattedrale Lungo il margine superiore del coro- cura di), 1993, pp. 63-71; E. BAZZANI, locato dalla critica nel Trecento, unici insiemi liturgici donati da Continuità e innovazioni nei tessuti d’abbi- di Montefiascone sono realizzati con namento è presente una merlatura gliamento del Seicento, in D. DEVOTI e venne giustamente ascritto alla fine Domenico e Giuliano della Rovere del raso di seta azzurro ricamato con guelfa che si staglia su uno sfondo del XV secolo dalla Podreider, come giunti fino ai nostri giorni. Le notizie M. CUOGHI COSTANTINI (a cura una variante del motivo definito “a azzurro. L’edicola è definita da tre di). Musei Civici di Modena. La Collezione si evince dall’analisi della tipologia che seguono sono liberamente tratte mazze”, ripetuto in teorie orizzontali pareti, una delle quali, collocata sul dalla suddetta tesi. Gandini-Tessuti dal XVII al XIX secolo, della griccia che si snoda sulla sua sfasate che, orientate alternativamente lato trasversale posteriore, è adornata Modena 1993, pp. 61-64; R. ORSI a destra e a sinistra, danno origine ad da un motivo a canestro eseguito con LANDINI, Il velluto da abbigliamento. Il una disposizione a scacchiera3. filo dorato, mentre le altre due, collo- rinnovamento del disegno, in A. ZANNI, II velluto tagliato ad un corpo con il cate sui lati obliqui e sulle quali si M. BELLEZZA ROSGSTA e M. GHI- quale è stato realizzato il paramento è aprono due finestre sovrapposte, ter- RARDI (a cura di). Velluti e Moda tra XV ornato con un motivo decorativo, minano con esili colonnine, dai plinti e XVII secolo, ca- talogo della mostra di realizzato in filo dorato con la tecnica rettangolare. I capitelli di queste Milano, Ginevra-Milano 1999, pp. 57- 60. Sulle varianti di questa tipologia si della broccatura, ascrivibile alla tipo- colonne, dalla forma a cono rovescia- veda T. BOCCHERINI, 1993, p. 72, 4 logia “a griccia” . to e sormontati da un abaco, sono nota n. 12, con bibliografia precedente. Finora non è stato reperito alcun tes- assai simili sia ai peducci sia alla serra- 4 Sul motivo a “griccia” si veda in partico- suto uguale a quello impiegato per glia pendente della volta costolonata, lare R. DE GENNARO e P. PERI, confezionare il parato in questione, ripartita in vele campite alternativa- Velluti operati del XV secolo col motivo delle né una sua documentazione pittorica; mente in azzurro (tonalità presente “gricce”, 1985. ma il confronto con stoffe databili nei primi e nei terzi negli ultimi decenni del pannelli di entrambe le Quattrocento ci permette di collocare colonne) o in marrone all’interno di questo arco cronologico chiaro. Il pavimento è il nostro velluto. La raffinata struttura impreziosito da una compositiva di questa stoffa si allon- scacchiera di mattonelle tana infatti dalla rigidità e dall’aspetto policrome, le quali, per geometrico della griccia prodotta suggerire la profondità nella prima metà del XV secolo, spaziale, non solo sono I pannelli che ornano la colonna rappresentate in prospet- anteriore e quella posteriore della pia- tiva, ma, quelle poste in neta presentano, lungo i margini ver- primo piano, sono rica- ticali, una bordura realizzata a ricamo mate con una tonalità con filo d’oro, ornata da due sottili più chiara, mentre, per nastri intrecciati ad otto, intervallati quelle collocate nei piani da una treccia a due capi. successivi, è stato utiliz- Sulla stessa tela è stata eseguita l’in- zato un tono più scuro. corniciatura architettonica che deli- Lo spessore del pavi- mita ogni formella, immaginata come mento, ornato con un un’edicola a base esagonale, con un effetto decorativo a alto coronamento aggettante, sul cui canestro eseguito con lato frontale, delimitato da due slan- filo dorato, così come le ciati pinnacoli con gattoni, è posto, piante trifogliate, dalle fra due finestre dai vetri verdi, un foglie allungate, colloca- arco inflesso decorato da una doppia te fra i lati obliqui della coppia di trifogli e dalla serraglia ter- base e quelli del corona- minante con un bizzarro motivo flo- mento architettonico, reale (formato da due foglie dalle fungono da elemento di quali si origina un’infiorescenza fanta- divisione fra i diversi Una delle formelle del ciclo del “Credo apostolico e profeti- stica dal margine inciso). pannelli. co” che decorano la pianeta; più precisamente si tratta della prima formella della colonna anteriore ove, alla figura Il trifoglio si ritrova anche sulle chiavi Le preziose pitture ad apostolica di san Giacomo Maggiore, si contrappone quel- Piviale: sul grande clipeo, ornato con una frangia in seta color cremisi ed in filo d’oro, è narra- di volta dei due archi flamboyant ago che adornano il ta, su uno sfondo decorato con un motivo a lisca di pesce, l’Ultima Cena la di un profeta 10 Lettera Orvietana N. 21-22 aprile 2008 Otto rami per Orvieto Incertezze e certezze su un monumento cartografico: la stampa detta “del Sanvitani”

ra le numerose rappresentazioni pale motivo per cui il Perali, che notariato; successivamente lo stesso ad Orvieto, chiedendo loro di conti- il finanziamento del progetto(20), è Tdella città di Orvieto, stampate l’ha pubblicata per primo -descriven- Sanvitani ebbe vari incarichi durante nuo informazioni sugli artisti e sui chiaro invece che le paternità delle dal Cinquecento in avanti, quella sei- dola tutta, ma limitandosi a riprodur- la guerra di Castro, quindi si trasferì personaggi più noti in città e incenti- iscrizioni -sicuramente tutte quelle centesca tradizionalmente attribuita re la sola pianta- l’ha attribuita a lui prima in Picenis dove per duos Annos vando gli studi di storia locale. inserite nei cartigli della fascia supe- ad Angelo Sanvitani, è senza dubbio con la seguente didascalia: “Pianta di fu al servizio del vescovo di Atina Tra le molteplici ricerche erudite, riore della stampa e probabilmente la più completa, la più precisa e la più Orvieto (dal rame di Angelo Sanvi- come cancelliere, poi nell’Urbinate, alcuna delle quali date anche alle anche le altre- spetta allo storico (6). (14) curata, anche esteticamente. tani, Parigi 1662)” con altre incombenze presso Pesaro, stampe , Carlo Cartari aveva raccol- orvietano. Si tratta di una grande stampa, otte- Anche il Fumi riprodurrà, pochi anni fino a svolgere la funzione di cancel- to e teneva aggiornati molti materiali «Mi scrive il Signor Angelo Sanvitani nuta dall’assemblaggio delle incisioni appresso, sia la “Carta dell’antico ter- liere generale di tutta la legazione, per per comporre un’opera intitolata -comunica Filidio Marabottini al di otto rami, che misura complessiva- ritorio orvietano” (senza i castelli) da il legato card. Vidman. Degli Uomini Illustri di Orvieto, pen- Cartari in una delle due lettere spedi- mente cm. 144x92 ca. e che rappre- una stampa in suo possesso, sia la Forse fu proprio la conoscenza del sando di inserire tra gli altri Angelo tegli- haver fatto perfettionare senta in tre registri incorniciati, dal “Veduta prospettica della città (da card. Cristoforo Vidman, apparte- Sanvitani, come risulta dal Prontua- l’Intaglio, né altro mancargli che la basso verso l’alto: una stampa cinquecentesca [sic!])” nente ad una famiglia di banchieri di rio per fabricare il Teatro degli Orvie- Dedicatoria e alcuni versi latini che (7) (21) 1. La DESCRIZIONE TOPOGRAFICA conservata al Museo dell’Opera ., origine tedesca, già Auditore generale tani Illustri, una specie di indice che gli mandai che si era smarriti […]» . D’ORVIETO, una pianta della città evitando di nominare il Sanvitani. della Rev. Camera Apostolica e legato rimanda a tutti i documenti che lo Nell’altra lettera (copiata probabil- in assonometria, con una leggen- Le generiche didascalie del Fumi cela- a Urbino nel 1651(11) ad allargare gli riguardano: mente dal Cartari) scrive ancora il da inframezzata da uno stemma e, no una cautela forse involontaria, ma orizzonti del Sanvitani che, in segui- Sanvitani. Marabottini: «Ho penato per rimet- a fianco di questa, la facciata del non del tutto ingiustificata perché, in to, si spinse fuori d’Italia e, spatio Angelo Sanvitani essendosi portato in tere insieme la dedicatoria richiestami duomo da un lato (con sopra il effetti, la stampa non reca -come è duodecim Annos, percorse Francia, Francia al servizio del S. Card. da V.S. perché non ne avevo conser- signum dell’Opera del Duomo e prassi corrente- la firma di chi l’ha Spagna, Fiandre e Germania, trovan- Mazzarino, mi scrisse di colà molte let- vato copia. La riceverà dunque qui le figure di Pietro Parenzo, S. delineata o disegnata né di chi l’ha dosi spesso al seguito di eserciti in tere che si leggono nel libro segnato congiunta co’l Distico, che allude Giuseppe, S. Brizio e S. Costan- incisa e quella del Sanvitani compare campi di battaglia, sempre pro servitio E.IX dalla car. 229 fino alla 247. In all’Arme del Signor Cardinale, non in tutta evidenza nelle dediche (anche Magni Pontentissimi Regis Galliarum. detta car. 229 scrive, di 9bre 1654, che avendone io mai fatto se non uno per zo) e due spaccati, una pianta e za una veduta della parte esterna del se non è chiaro a quale titolo, se non Tuttavia, dopo questa lunga e avven- la spesa dell’Intaglio delli tre Rami S. Em. e con l’altro per la Città, quello non particolarmente connota- turosa parentesi, il Sanvitani ritornò - d’Orvieto, eccedeva per la somma di che mando forse migliorato […]» e Pozzo della Rocca dall’altro (con (12) sopra la personificazione del Pa- tivo di urbevetanus), mentre l’ufficia- Dei gratia- in patria , nel suo palaz- scudi 300. Suoi impieghi in Francia aggiunge in calce la dedica al glia e del Chiani). lità dell’intero apparato presuppor- zo situato sul reto lungo (attualmente car. […] Intaglio car. […] Facciata del Gualterio e i distici annunciati, non- rebbe la segnatura di una figura isti- palazzo Pettinelli, in via Cavallotti n. Duomo car. […] Suoi impieghi ché il testo definitivo di presentazio- 2. La VRBISVETERIS ANTIQUAE DI- tuzionale e/o rappresentativa della 39), dove ancora si legge il suo nome […](15). ne storica della città(22). TIONIS ACCVRATA DESCRIPTIO, cioè la mappa del territorio su cui città. Per questa ragione, quando io scolpito sulla mostra in pietra di una Peccato che l’Archivio Cartari, eredi- Si chiarisce così come anche la stessa la città-stato medievale aveva giu- stesso ho pubblicato “l’incisione del delle finestre e, all’interno, sul grande tato dai Febei (insieme a tutti i suoi dedica che sulla stampa sembra fir- Sanvitani” ho avvertito un certo dis- camino: ANGELVS SANVITANVS. libri conservati nella Biblioteca Febea mata da Angelo Sanvitani era in real- risdizione, con le vedute di dieci (16) castelli ancora soggetti al agio nell’indicarlo come autore, tanto Nei ricordi autobiografici velocemen- di Orvieto ) sia stato poi smembra- tà, come gli altri testi, opera del che in una prima occasione, riprodu- te appuntati sul Repertorium, il San- to e disperso e che nei fondi cono- Marabottini e si può perciò confer- Comune. cendo l’antico territorio orvietano ed vitani non accenna né ai suoi soggior- sciuti e consultabili(17) non sia stato mare in conclusione quanto già detto 3. La visione prospettica della città i castelli, aggiungevo in una nota che ni a Parigi né alla vicenda dei rami rinvenuto quel libro segnato E.IX che sul Sanvitani, e cioè che “… la sua di VRBSVETVS, sovrastata dal ri- Angelo Sanvitani fu l’efficiente coordi- per Orvieto, una vicenda che pur l’a- conteneva le lettere del Sanvitani, figura è riconducibile piuttosto a tratto del card. Carlo Gualterio, a natore dell’opera(8) e una seconda veva impegnato per alcuni anni e quasi quaranta carte che, qualora fos- quella del semplice intermediario, cui la stampa è dedicata, affianca- volta, riproponendo la veduta della aveva legato il suo nome a quello sero rintracciate, toglierebbero molti dell’Agente a Parigi che teneva i rap- ta dagli stemmi del Comune e città, dopo aver espresso tutti i dubbi della sua città anche per il futuro, ma dubbi e incertezze specialmente sulla porti con i soggetti interessati alla rea- della famiglia Gualterio. del caso, giunsi al compromesso di che forse riteneva marginale rispetto a vicenda dei rami. lizzazione della grande incisione”(23). In ciascuna delle tre parti della stam- indicare nello Pseudo-Sanvitani l’au- tutte le sue altre attività; per avere D’altra parte, sempre nell’Archivio pa sono anche presenti delle iscrizio- tore della stampa parigina(9). notizie a riguardo bisogna quindi Cartari, si trovano anche, cucite in tre ccupandoci a questo punto, più ni in latino e, rispettivamente: Tornando ora su quanto già scritto - ricorrere al altre fonti coeve e la più volumi, molte lettere inviate a Carlo Ospecificamente, dell’incisione e 1. La leggenda che permette di indi- anche per correggere alcune impreci- ricca per la storia orvietana del Cartari dal maggiore storico orvieta- dei suoi contenuti iconografici è viduare 108 edifici speciali ed una (1) sioni e impressioni fuorvianti- cer- Seicento è senz’altro la copiosa docu- no del Seicento, Filidio Marabotti- opportuno considerare prima la cir- breve descrizione del pozzo . cherò di esporre il più linearmente mentazione raccolta nell’archivio ni(18), il quale monitorava da Orvieto costanza temporale in cui maturò l’i- 2. In un cartiglio, tenuto disteso da possibile tutte le informazioni che ho Cartari, giunto, almeno in parte, fino l’andamento della faccenda di cui dea della memorabile impresa e, un’aquila col becco e con gli arti- raccolto su quello che reputo un vero a noi. stiamo trattando. ricordando che la data del primo pre- gli, un testo esplicativo rivolto monumento cartografico, di straordi- Carlo Cartari, di nobile famiglia In una lettera del 25 ottobre 1659 il ventivo di spesa per i rami è quella del all’amico lettore, con sommari naria importanza nell’iconografia sto- orvietana, fu una figura di primo Marabottini informa il Cartari di novembre 1654(24), non si può ritene- rimandi all’epoca medievale cui la rica orvietana. piano nel mondo culturale romano aver appreso da una lettera del Signor re casuale la coincidenza che nello mappa si riferisce e con espressio- Innanzitutto, chi era il Sanvitani? legato alla corte pontificia(13) e nell’ar- Magalotti “… che il Signor Sanvitani stesso anno, il 2 marzo, era stato ni di manifesto rimpianto per il Angelo Sanvitani, come risulta dal co della sua lunga vita -morì a 84 manderà Orvieto finito, e che l’uno e nominato cardinale, dal papa passato e la perduta potenza del Libro dei Battesimi della Cattedrale di anni nel 1697- tenne stretti rapporti l’altro saranno verso Primavera di Innocenzo X, Carlo Gualterio, cui la (2) tempo che fu . S. Maria, nacque ad Orvieto il 6 con i parenti e gli amici che vivevano passaggio in Orvieto”(19), ma la previ- stampa è dedicata. 3. Sul grande nastro che occupa la maggio 1622(10); il padre Belisario, sione non si avverò perché da altre Carlo, figlio di Raffaello, dell’antica e parte superiore dell’incisione si come altri in famiglia, era notaio e due lettere del novembre 1660 (di cui nobile famiglia orvietana dei dispiega un aulico testo di presen- anche Angelo seguì la stessa strada, una conservata in copia) si capisce Gualterio, era nato a Orvieto nel tazione della città, così come portando avanti i suoi primi studi in che i tempi di realizzazione dell’opera 1613; imparentato con Donna viene illustrata nell’intera stampa, Almo Collegio Litteratorum Urbisve- si erano allungati, perché mancavano Olimpia Madailchini Pamphili, con sintetici riferimenti alla natu- teris, dove fu registrato nel 1638. ancora i testi da inserire nell’incisione Carlo crebbe sotto la protezione di ra del sito ed alla storia dei suoi A fornirci queste prime informazioni e anche perché non tutti gli aspetti Giovanni Battista Pamphili che, elet- abitanti(3) e, infine, sul drappo ed altre notizie biografiche è il economici erano stati appianati. to papa, nel primo giorno del suo appeso ad una tromba -suonata Sanvitani stesso che quando, tornato Da queste due lettere, in particolare, pontificato lo nominò Avvocato da un angioletto simmetricamen- a Orvieto nel 1668 dopo una vita si deduce altresì che il Cartari e il Concistoriale, quando Carlo Cartari, te giustapposto ad un altro porta- ricca di esperienze le più varie, dedi- Marabottini erano interessati al suo coetaneo, era già decano. insegne, che agita un turibolo cherà l’ultimo periodo alla sua profes- Sanvitani e ai rami non genericamen- La nomina a cardinale di Carlo fumante- trova luogo l’encomia- sione di notaio e di pubblico te in quanto orvietani, ma perché Gualterio fu accolta a Orvieto -dove stica dedica al Card. Gualterio, Archivista, premetterà al suo primo entrambi erano personalmente coin- vivevano i suoi famigliari occupando ritratto nel medaglione centrale, frequentemente cariche pubbliche- entro una corona d’alloro sorretta Ritratto di Carlo Cartari (incisione da con Feste et Allegrezze, raccontate su (4) da altri due asessuati angioletti . ZAMPIERI 1710). un libretto stampato in Orvieto per Si noterà che in ciascuna delle tre l’occasione da Rinaldo Ruuli e scritto fasce che compongono l’intera stam- Ai lati: la firma di Angelo Sanvitani sotto da tal Badone Accedrino che celava pa c’è un reiterato rimando, esplicito il suo “signum” notarile (1668) e sotto il dietro il cognome anagrammato o implicito, ad Angelo Sanvitani, timbro dell’Archivio del Comune di quello di Alemanne Ardiccione, giu- Orvieto (1672), dall’Archivio Notarile orvietano, il cui nome e cognome reconsulto e patrizio orvietano(25). (Archivio di Stato, Orvieto). compaiono sia nella dedica al card. Furono il prestigio precocemente rag- Gualterio (in alto) che in quella giunto a Roma da Carlo Gualterio e dell’Amico Lettore (al centro) ed il cui Repertorium di atti notarili una specie volti nell’operazione, il primo quasi la sua frequentazione con Carlo stemma di famiglia, sormontato da di breve autobiografia. ne fosse promotore e/o garante e il Cartari nonché, congiuntamente, la motto e cimiero, è posto in basso, Attraverso quei fogli manoscritti, secondo addirittura come collabora- benevolenza dei nobili orvietani, a accompagnato da un distico allusivo conservati nell’Archivio di Stato di tore diretto, in quanto autore dei testi stimolare un riconoscimento tangibi- al blasone, analogamente agli altri Orvieto, il Sanvitani ci informa che delle iscrizioni. le nei confronti del concittadino neo- stemmi e insegne(5). nel periodo dell’adolescenza e della Mentre è difficile valutare, senza un cardinale, dedicandogli una moderna La inevitabile percezione del nome giovinezza frequentò diversi luoghi e quadro generale delle spese preventi- rappresentazione della città natale, e di Angelo Sanvitani sulla grande specialmente Roma, dove si fermò Una finestra di facciata del palazzo di vate, il senso dei contingenti suggeri- forse non fu ininfluente, nella scelta stampa di Orvieto è stata il princi- spatio sex annos per far pratica di Angelo Sanvitani a Orvieto menti del Marabottini al Cartari circa di far incidere a Parigi quei rami che 11 vedranno la luce otto anni dopo, il Gualterio una delle incisioni che lo VRBEMVETEREM, volgarmente Orvieto, città dell’Etruria fatto che alcuni avi del Gualterio ritraeva, facilmente reperibile tra vedere in duplice prospetto da una posizione meravigliosa, la (come è ricordato nella dedica) erano quelle che lo tipografia Vaticana inaccessibili rupi, l’antica nobiltà, l’esteso dominio e l’elegan stati leali servitori della Corona di stampava e diffondeva per tutti i car- cui a volte incorse, e proprio per questo fu a lungo minac Francia(26). dinali, il Cochin, per riprodurre su rerie dei Goti poi da quelle dei Longobardi, e non sfuggì al nome dei Guelfi e dei Ghibellini, che per le inimicizie priva Lo stesso Carlo Gualterio, nominato rame una nuova veduta di Orvieto, rovinosi, che lasciarono una città floridissima penosamente l’anno seguente 1655 arcivescovo di senza copiare quindi quelle che già eventi funesti, dopo aver dimenticato le antiche sconfitte, ri Fermo, si servirà di un incisore fran- esistevano, aveva bisogno di un dise- nio Ecclesiastico. cese, Stefano Picart, per l’illustrazione gno dal vero originale, fatto da un Del mondo che diffondi gen del frontespizio di un volume che artista probabilmente su commissio- del mondo annunci fece stampare sui Sinodi fermani(27), ne. ma il Picart non poteva essere coin- Un disegno con una Veduta di volto nell’approntamento dei rami di Orvieto che ha tutti i caratteri di Orvieto perché si era trasferito a stu- novità e di originalità sopradetti, è diare a Roma nel 1655 e tornerà a stato venduto ad una recente asta di Parigi nel 1662(28), anno in cui furono Sotheby’s a New York: si tratta di un Queste porte che vedi scol- pite nella Città potresti contemporaneamente stampati sia il disegno su pergamena, tracciato a Frontespizio con stemma del vescovo Gualterio, aprire / PIETRO, soltanto libro sui Synodi che l’incisione orvie- penna e inchiostro marrone su pastel- incisione di Picart (da Sinody Firmanae... 1662). con le tue chiavi. tana. Per il suo soggiorno a Roma il Picart sarà poi chiamato le Romain, come ci ricorda il Mariette nel suo Abeceda- rio(29) ed è proprio scorrendo le pagine di questo repertorio che si ha, final- mente, una gradita sorpresa. Pierre Jean Mariette, (1694-1774) fu “il più illustre degli amatori e degli eruditi francesi in materia”(30); celebre Frontespizio con stemma incisore, libraio a Parigi e storico del- Gualterio, incisione (da l’arte fu principalmente un grande Breve Racconto... 1654). collezionista che raccolse, tra l’altro, Protegga l’ANTICA CITTÀ dell’Esperia il nobile drago 1400 disegni e 1500 stampe; ed una / che prima protesse i giar- delle stampe nella sua collezione era dini delle Esperidi. proprio la veduta di Orvieto col Lieven Cruyl (attr.) Veduta di Orvieto, inchiostro su pergamena (da Sotheby’s... 2007). ritratto del Gualterio. Allegate a tutte le sue stampe, che in Egnazio Danti, Territorio antico di Orvieto, incisione 1583 (Istituto Geografico Militare, Firenze). parte andarono disperse, il Mariette aveva lasciato delle schede da lui compilate, che restarono inedite fin- ché non fu stampato il suo Abecedario nel 1858-1859, curato da Ph. de Ohennevières e da A. de Montaiglon, i quali pubblicarono soltanto le sche- de che contenevano precise indicazio- ni su autori e incisori e tra queste, sotto la voce Stella (Claudine), quella della stampa orvietana: «- Veue de la ville d’Orviete en Italie. Gravée par Cochin, au dessous de laquelle le portrait du cardinal Charles Gualtieri, archevêque de Fermo, est porté en l’air par des enfans, et gravé en 1662 par Cl. B. Cinque ‘Castelli’ dell’Or- Stella. - Elle doit être plus longue ; vietano, affreschi, metà sec. (34) XVIII (Sala del Consiglio, car l’épreuve qui est dans cette oeu- lo nero, che misura cm. 15,2 x 28,2 per soddisfare la richieste di forestieri Palazzo Comunale, Orvieto). vre est, je crois, imparfaite, et il y e che, se si raddoppiano le misure, e viaggiatori”(37). manque deux morceaux aux deux diventa perfettamente sovrapponibile Tutte queste considerazioni, tendenti côtés où se trouvent les armes du car- a quello stampato dall’incisione su ad accreditare l’attribuzione della dinal Gualtieri et celles de la ville rame. Veduta di Orvieto a Lieven Cruyl d’Orviete qui sont cy après. - Il doit Ipotizzare che quel disegno sia stato (anche al di là dei pur accettabili aussi s’y trouver deux autres enfans copiato dalla stampa sarebbe eccessi- motivi stilistici che l’hanno suggerita) en l’air dont l’un porte les marques vamente fantasioso e molto improba- sono, in realtà, tanto suggestive quan- d’honneur des dignités ecclesiasti- bile, per cui si può ragionevolmente to illusorie perché la stessa Jatta, ques ; l’autre sonne de la trompette, ritenere che sia proprio il disegno da costruendo la biografia dell’artista sur la banderole de laquelle est gra- cui il Cochin ha tratto quello per l’in- quasi esclusivamente sulle date appo- vée la dédicace de cette estampe faite cisione. ste sui suoi disegni e sulle sue incisio- par Ange Sanvitiani d’Orviete au Il disegno è stato attribuito dagli ni, fornisce la prova indiretta che non cardinal Gualtieri. Elle est datée de esperti di Sotheby’s (che -vien da pen- poteva essere stato l’autore della COSTANZO, con BRIZIO, il Paris en avril 1661. - Ce qui est de sare- non conoscevano la stampa di veduta orvietana: infatti Cruyl nel Romano PIETRO, GIUSEP- elle (31) M Stella est au burin.» . Orvieto, altrimenti l’avrebbero men- settembre 1662 si trovava a Wetteren, PE / donano a Dio i pii La descrizione dell’incisione riportata zionata sul catalogo d’asta, rappresen- piccolo centro vicino a Gand, dove voti degli Orvietani. nell’Abecedario presenta alcune tando per la vendita anche un valore come architetto eseguì alcuni disegni FACCIATA DEL TEMPIO DI incongruenze, dovute probabilmente aggiunto) a Lieven Cruyl, un artista per il “progetto di completamento SANTA MARIA DI ORVIETO. al fatto che i curatori dell’edizione fiammingo nato a Gand nel 1634, per la torre della chiesa di S. Michele misero insieme gli appunti di venuto in Italia e ben noto a Roma a Gand”, uno dei quali è siglato e Mariette senza avere sott’occhio la per una raccolta di vedute della città - datato -LC Inven Wetter 1662 12 copia di cui il collezionista era entra- “ventuno grandi disegni eseguiti a 7bris- e quella data è stata assunta to in possesso (e che poteva essere rovescio …. nell’inverno 1664-’65” dalla studiosa come termine post anche una prova di stampa), ma nes- pronti per le incisioni- e per “la bella quem per la sua venuta in Italia(38). suna incertezza si palesa, invece, sugli e nitida pianta” stampata nel 1665(35). L’autore del disegno utilizzato per incisori che realizzarono l’opera, Specialmente con la Pianta di Roma l’incisione della veduta di Orvieto, entrambi appartenenti a famiglie di del Cruyl, insieme a quella del Falda allo stato attuale delle conoscenze, artisti operanti nel settore della calco- del 1667, “… la tecnica incisoria - resta quindi anonimo, ma i reiterati Questa città invincib grafia: Noël Cochin (che nel 1660 si come scrive Silvia Carandini- tocca il riferimenti a Lieven Cruyl sono servi- talmente forte per la Rocca da suscit occupava delle illustrazioni delle suo apice, sotto il pontificato di ti almeno a delineare l’identikit del- opere di Samuel Pufendorf(32)) per la Alessandro VII”(36). l’artista che fornì quel disegno, un veduta della città e Claudine In un più recente studio monografico artista che come lui doveva avere Bouzonnet-Stella (la più brava di tre sull’artista fiammingo -ed è istintivo conoscenze di ottica e di prospettiva, sorelle, che il Mariette ritiene all’al- immaginare che il nostro Sanvitani essere bravo topografo e abile dise- (sopra) (33) tezza dei più eccellenti incisori ) per potrebbe averlo anche conosciuto gnatore. VRBSVETUS / ORVIETO, l’esecuzione a bulino del ritratto del durante i suoi viaggi nelle Fiandre- Le stesse doti doveva avere anche l’ar- incisione, Parigi 1662. cardinale e degli angioletti che lo cir- Barbara Jatta ci informa tra l’altro che tista che disegnò la pianta della città, L’immagine è stata compo- condano. Cruyl, ad un certo punto “… predi- con i rilievi della facciata del duomo sta utilizzando stampe dagli otto rami realizzate Se Claudine Stella poteva utilizzare lesse l’attività di disegnatore di vedu- e del pozzo, realizzando un’opera ori- in epoche differenti. come modello per il ritratto del tine su pergamena, probabilmente ginale, senza utilizzare pedissequa- La riproduzione è vietata. 12 un tempo rifugio sicuro della Maestà pontificia qui si può per motivi meno tecnici e più ideolo- paratoria ed esecutiva che trovò felice città è degna d’esser ammirata per la naturale altezza delle gici, è nel messaggio subliminale che conclusione nella grande incisione tissima struttura del decantato tempio; nonostante i pericoli i cittadini vivono nel benessere, tra- con le rappresentazione orvietane, ma ciata da svariati assalti. Infatti prima fu sconvolta dalle scor- smesso dalle cornucopie sotto raffigu- anche alla fase successiva di circola- luttuoso flagello che per lungo tempo interessò tutta l’Italia in rate, sovrabbondanti di grappoli zione delle immagini, che inizia nel te dei cittadini sfociò in lotte intestine ed in cambiamenti devastata. Ora la medesima città, sopravvissuta a questi d’uva e spighe di grano, quando sap- momento in cui i rami giungono a posa nel grembo di una costante Pace, all’ombra del domi- piamo -e per bocca di un governato- Orvieto (o a Roma?), con una prima re- che il buon vino è riservato a tiratura delle stampe, e arriva ai nostri (a fianco) Copia di lettera di Filidio Marabottini con i testi pochi perché gli Orvietani, per averne giorni. neroso nella Triplice corona, Ritratto del card. Gual- per la incisione, mss. 1660 (Archivio Opera del il denaro, aggiustano mille bevande e Per esempio, non è noto dove i rami i il Triplice Impero. terio, incisione sec. XVII Duomo, Orvieto). che il raccolto [del grano] riesce rare furono inizialmente depositati, né Angelo Sanvitani orvietano D.D.D. all’eminen- tissimo e reverendissimo principe di Santa volte a sufficienza, tanto che a suppli- dove furono conservati negli anni che Romana Chiesa Carlo, cardinale Gualterio, re alle carenze di pane sono la ghian- seguirono, mentre è certo che finiro- patrizio orvietano, arcivescovo di Fermo. da e la castagna, vivendo il popolo no in casa Gualterio in un imprecisa- In questa pagina con i miei mezzi ti offro emi- della Montagna assolutamente di to momento storico, che indicativa- L’Insigne ORVIETO mi nentissimo principe la rinnovata Orvieto, che la esse(41). mente si può far risalire indietro nel richiama dall’alto del cielo gloria della stessa città nella tua porpora da molto / per governare i Nove tempo mostrasti rinnovata. Né è stonato la città A delineare i tre disegni, poi compo- tempo non oltre il primo quarto del Castelli a lei soggetti. rappresentata nel cielo francese, avvicinata, pas- sti nell’incisione dell’intero riquadro XVIII secolo(46). sati i secoli, ai Re di Francia, assertori della in cui campeggia la rupe orvietana, Soltanto nel 1914 i rami ricomparve- dignità pontificia ed assertori dell’autorità eccle- poteva essere stato lo stesso artista ro grazie al marchese Enrico Gualte- siastica ed è anche congruo che la comune Patria rinascente rifiorisca in Francia all’ombra del tuo delle veduta prospettica, oppure rio che li donò al Comune, come an- nome, Cardinale illustrissimo, nella cui illustre potevano aver concorso uno o più notò subito il Perali scrivendo: “I sei famiglia la Francia fu felicemente concorde artisti diversi(42), mentre per incidere il rami originali furono donati ultima- riguardo le accresciute dignità. Annovero eccel- rame del riquadro centrale non era mente al Museo dell’Opera dall’Am- lenti testimoni fra i tuoi antenati, Sebastiano, stato necessario nessun disegno. miraglio Enrico Gualterio”(47), anche sovrintendente del Senato di Viterbo e Gualterio, condottiero di provata virtù, di cui il primo nella La mappa territoriale estesa dal se la frase contiene due imprecisioni. legazione francese presso i sommi Pontefici riscos- Tevere al mar Tirreno è infatti una Intanto il Perali credeva che i rami se gli elogi dei sovrani Enrico II e Carlo IX; l’al- copia esatta di una precedente inci- incisi per l’intera stampa fossero sei, Stemma del Comune di tro sotto Francesco I cominciò il servizio militare sione, quella disegnata e fatta stampa- mentre degli otto erano andati perdu- Orvieto, silografia 1631. fra gli onorati astati, sotto Enrico II in qualità di Prefetto delle tre centurie prestò un servizio, così re da Egnazio Danti nel 1583, e da ti due (ancora mancanti) e precisa- La CITTÀ è forte, eccelsa, lui dedicata a Monaldo Monaldeschi mente quelli dei ‘castelli’ ; inoltre aver religiosa, vigile come il operoso e fedele, che quel medesimo generosissimo LEONE, l’AQUILA, la CROCE Re stabilì di donargli un vitalizio militare perpe- della Cervara. indicato il Museo dell’Opera quale che la protegge e l’OCA. tuo per le sue numerose imprese belliche. Altri Al Danti venne in mente, come lascia destinatario della donazione fu una riguarda questa mia carta, che molti nomi rac- intendere dalla dedica, di riprodurre i inesattezza che forse allora poteva chiude nella tua benevolenza, come anche l’ob- bligazione del mio animo sempre offerto a te, disegni utilizzati per le grandi mappe sembrare a tutti, e al Perali stesso, affinché tu non disdegni di accoglierla con la tua che stava dipingendo in quel periodo insignificante -essendo il Comune benevolenza. nella Galleria delle Carte geografiche proprietario dell’Opera del Duomo e Parigi, idi di aprile, 1662. in Vaticano -in particolare quelle del relativo Museo, peraltro unito a ANGELO SANVITANI ALL’AMICO LETTORE dell’Etruria e della Tuscia Suburbica- quello Civico-(48) ma che a seguito dei Anticamente questo fu il patrimonio della città ria (o Patrimonio di S. Pietro)(43)- più recenti stravolgimenti, che hanno di Orvieto, di cui fu pressoché spogliata, come delle sue principali risorse. Ma se guardi al di là riducendo in un solo foglio, predi- mutato la natura giuridica dell’Opera (49) delle rovine causate dal tempo e delle vicissitudi- sposto per l’incisione, quella che del Duomo , può essere per i più ni della fortuna, riconosci gli antichi castelli, chiamò la VRBISVETERIS ANTIQVAE fonte di equivoco. molti i nostri antenati sottomisero ai Sommi DITIONIS DESCRIPTIO, dalla stampa In pratica successe che l’Ispettore pei Pontefici, molti furono disputati con il divino della quale sarà tratta anche l’incisio- Monumenti e scavi, Carlo Franci - Marte a noi ostile, altri passarono alle popolazio- ni confinanti ad opera di uomini armati. Finora ne parigina, effettivamente ACCVRATA che era stato presidente dell’Opera per tutti i proclami che invitano a pagare i tri- -come è aggiunto nel titolo- ma sol- del Duomo per ben trent’anni, dal buti al nostro Senato, personalmente direi che è tanto come copia(44). 1879 al 1908- sollecitò per lettera il lecito prendersi gioco dell’autorità oziosa, o del Ai lati della carta del territorio stam- Sindaco di Orvieto, Conte Viti potere mascherato. Quelli tuttavia, che in ogni modo appaiono come i primi veri frammenti pata nel 1662 sono aggiunte le rap- Comm. Carlo, ad adoperarsi perché della nostra Repubblica qui a lato vengono deli- presentazioni prospettiche di dieci anche Orvieto potesse regificare il suo neati in modo che tu possa ricordarli. castelli, disegnate ex novo per l’occa- Museo(50) e quindi il Consiglio Comu- Cinque ‘Castelli’ dell’Or- nale, nella seduta del 21 febbraio vietano, affreschi, metà sec. 1914, deliberò la richiesta al Governo XVIII (Sala del Consiglio, Palazzo Comunale, Orvieto). di decretare la regificazione del Museo Civico di Orvieto, che era in custodia dell’Opera del Duomo, motivandola con la necessità per la città di “…evi- tare l’ingiusto esodo dei suoi cimeli di antichità per arricchire altri Musei” e considerando “… che tanto il Gover- no come gli enti locali e i privati hanno depositato e tuttora vanno depositando nel detto Museo oggetti d’arte e di antichità d’ogni genere, arricchendo continuamente il patri- monio artistico …”(51). Un estratto della delibera fu inviato a Del CHIANI e del PAGLIA, che vagano per i campi parlamentari che potevano perorare della Tuscia / qui viandan- la causa -il deputato Alfredo Fortuna- te vedi le acque congiunte. ti e i senatori Conte Eugenio Faina e Conte Enrico Gualterio(52)- e fu in Il POZZO della ROCCA, do- ve affiora perennemente quella circostanza che il Gualterio, acqua sorgiva, costruito ricordandosi dei rami di Orvieto, con cinquecento gradoni in Giacomo Lauro, ORVIETO, incisione 1635 (da Historia e Pianta..., 1636). decise di donarli alla città e il Sindaco mattoni, è predisposto per lo comunicò al Presidente dell’Opera una più facile discesa delle bestie da soma. mente quelle precedenti con lo stesso sione, a completamento della compo- del Duomo: soggetto (come si era verificato più sizione generale. «Sono lieto di parteciparle che volte dopo la prima disegnata dallo Tutto era talmente immobile nello l’Onorevole Senatore Gualterio Scalza fino all’ultima del Lauro(39)) e Stato pontificio dei secoli XVII- Marchese Enrico, con gentile pensie- perfettamente aggiornata: vi com- XVIII che, quando a metà del ro ha stabilito di rimettere fra breve paiono infatti edifici costruiti di Settecento fu deciso di decorare alcu- alla S.V. Ill.ma in dono al Civico ne sale del Palazzo comunale, all’ano- Museo, le tavole in rame delle inci- ile fu per me il cuore, recente -per esempio, la chiesa del tare l’invidia del giavellotto nemico. Gesù (1637) e quella degli Scalzi nimo pittore incaricato di affrescare il sioni rappresentanti la città di Or- (1653)- e sono evidenziati i lavori di fregio della Sala consigliare con le vieto dedicate al Cardinale Filippo sistemazione delle ripe nonché le for- vedute dei ‘castelli’ dell’Orvietano, Antonio [sic!] Gualterio nei primi an- tificazioni realizzate durante la guerra sembro del tutto naturale copiare ni del 1700 [sic!] di Castro(40). senza variazioni quelle stampate un L’invio sarà fatto a mezzo del Conte Come in tutte le vedute assonometri- secolo prima(45). Lorenzo Cozza che cortesemente ha che dell’epoca, anche nella pianta voluto assumere l’incarico. […]»-(53). (a fianco) orvietana si notano le deformazioni ella vicenda dei rami parigini, Così i sei rami sono rimasti da allora Stemma della famiglia dei rapporti dimensionali degli edifi- Ncome mostra questo breve stu- in custodia presso l’Opera del Duo- Sanvitani, acquerello da dio, molti sono ancora gli interrogati- mo, mentre una stampa completa, Insigna... 1642 ca. (mss. ci per migliorare la percezione delle Archivio Opera del Duo- strade e delle piazze, ma se c’è una vi a cui dare risposta e non solo rela- evidentemente precedente la donazio- mo, Orvieto). rappresentazione falsata della realtà, tivamente alla prima fase, quella pre- ne, è stata esposta al Museo dell’Ope- 13 Lettera Orvietana N. 21-22 aprile 2008

ra finché è stato aperto al pubblico(54). luctuosam Guelfi, et Gibellini nominis REM Draco nobilis Urbem / Hortos protexit 25. [ARDICCIONE], Breve Racconto …, 1654: Roma, e pubblicata una prima volta in Anni or sono mi capitò di vedere i tabem non evasit, quae privatis Civium qui prius Hesperidum e Est Urbs, quam su Carlo Gualterio cfr. GALLO 2003. SATOLLI 1981, fig. 3 p. 38 ed un’altra, simultatibus in bella jntestina, et exitialia LEO, PRAEPES AVIS, CRUX munit et ANSER / 26. Anche il Fumi ricorda, tra le altre notizie dell’Istituto Geografico Militare di Firen- rami da vicino, quando furono ripu- conversis, florentissimam Vrbem pene Fortis, sublimis, Relligiosa, Vigil (sotto gli sulla famiglia, che Sebastiano Gualterio fu ze, che è stata infine oggetto di un ampio liti da incrostazioni d’inchiostro e da absumptam reliquit. Nume eadem suis stemmi); Orbis quem jactas generoso in due volte nunzio in Francia, mentre suo studio (cfr. MANGLAVITI 2002). dannose ossidazioni; ricordo che le funeribus adhuc superstes, post avulsa vete- Stemmata Triplex / Orbis portendit Triplicis fratello Alfonso fu Generale delle Poste per 44. Le stampe conosciute del Danti (cfr. nota lastre erano tutte perfettamente tirate rum aerumnarum semina sub Ecclesiasticae Imperium (sotto il ritratto del Gualterio). Enrico II e che per lo stesso Re di Francia precedente) hanno misure leggermente di- a martello, secondo la più antica tec- ditionis umbra, in Pacis inconcussae gremio 6. PERALI 1919, pp. 24-25 e 27. Gualtiero fu Capitano di una Compagnia verse -a secondo del taglio dei margini- di quiescit 7. FUMI s.d. p. 37 e inserto tra le pp. 28-29. di Corazze nobili (FUMI 1870, pp. 53-56). ca. 40x65,5 cm. (ALMAGIA’ 1952, p. 41 nica artigiana, e lucidate sembravano 4. Emin.mo ac Rev.mo S.R.E. Principi CA- 8. SATOLLI 1990, p. 28, nota 19. 27. Cfr. Synodi Firmanae … 1662. nota 5; vedi anche MANGLAVITI 2002, p. come nuove, appena uscite dalla cal- ROLO Cardinali GUALTERIO Patrizio Vrbe- 9. SATOLLI 2007, Tav. XIVa, p. 60. 28. Cfr. FERRARIO 1843, p. 164. 392) e la stampa parigina analogamente cografia di Parigi. vetano Archiepiscopo Firmano. Angelus 10. Archivio di Stato, Orvieto, (ASO), Libri 29. Cfr. MARIETTE 1858-1859, 4, p. 150. misura ca. 40x60,5 cm., avendo fatto deri- Anche le incisioni, salvo alcune parti Sanvitanus Vrbevetanus D.D.D. parrocchiali, Battesimi, 143, c. 7v, n. 59. 30. PETRUCCI 1980, VII, col. 247. vare il disegno direttamente da quello Renovatam in hac Pagina mea ope 11. Cfr. WEBER 1994, pp. 416 e 970. 31. MARIETTE, 1858-1859, 5, pp. 268-9. dantiano. leggermente consunte, erano ancora Urbemveterem tibi offero (Eminentissime 12. Per le notizie autobiografiche vedi ASO, 32. Ibidem, 1, p. 283. 45. Oltre ad una bibliografia di riferimento, in buone condizioni, tanto che diver- Princeps) qui eiusdem Civitatis Gloriam in Notarile, Angelo Sanvitani, 2327, cc. I-IV. 33. Ibidem, 1, p. 176; sulla famiglia ivi, 5, pp. un confronto tra i castelli della stampa e si Consigli di Amministrazione tua Purpura nuper exhibuisti redivivam. Del Sanvitani si conservano atti notarili in 252-8 e sgg. quelli affrescati sta in SATOLLI 1990, figg. dell’Opera del Duomo, hanno riuti- Nec est absonum Gallico Coelo videri sei volumi, dal 1668 al 1676. 34. Cfr. Catalogo Sotheby’s 2007, Lotto 74. 9-10, pp. 31-2 e figg. 24-29, p. 38. Una exculptam Urbem retroactis saeculis Galliae 13. Sul Cartari in generale vedi Zampieri A., 35. Cfr. KRAUTHEIMER 1987, pp. 152-3 e stampa completa degli otto rami che la lizzato in tempi successivi le lastre per Regibus uti Assertoribus Pontificiae Di- Vita di Carlo Cartari Orvietano detto File- figg. 74, 98,100 e 102. compongono è riprodotta in SATOLLI nuove tirature, per regalare o vendere gnitatis, et Ecclesiasticae ditionis Propa- mone Clario, in CRESCIMBENI 1710, pp. 36. DELL’ARCO e CARANDINI 1978, II, p. 464. 1999, p. 5. le stampe e senza renderne partecipe gatoribus addictam, et aeque est congruum 131-149 e PETRUCCI, 1977. 37. JATTA 1992, p. 11. 46. L’indicazione tiene conto di due Inventari il Comune. communem Patriam in Gallia renascentem 14. Cfr. FEBEI (1751), pp. 18-21. 38 Ibidem, pp. 8 sgg. e schede 2-4 e 107 (pp. dei beni mobili esistenti nelle diverse resi- Alberto Satolli(*) ad tui nominis umbram reflorescere (Cardi- 15. Archivio Opera del Duomo, Orvieto 94-5 e 145) e figg. 153 e 155-7 (pp. 327 denze dei Gualterio, nei quali non sono nalis Amplissime), jn cuius praeclarae fami- (AODO), Archivio Cartari, 6, c. 118; Vedi e 329-331). Il Cruyl era ancora a Roma menzionati i rami: il primo del 1728 liae decoribus exaggerandis foeliciter Gallia anche: Ivi, 2, c. 3, dove si rimanda al nel 1671, raggiungerà anche Napoli e, nel redatto a Roma dal notaio Capponi (pub- conspiravit. Luculentos habeo e tuis maiori- Volume E XII, car. CXVIII (che forse corri- 1676, Venezia; tra il 1681 e il 1684 lavo- blicato per quanto concerne quadri e dise- Note bus testes, Sebastianum, sacrum Viterbien- sponde alla carta precedentemente citata). rò in Francia, tornò quindi a Gand e anco- gni in ANTETOMASO 2002) il secondo del sium Antistitem, et Gualterium Ducem pro- 16. Sulla Bibliotheca Phoebea e sui libri del ra a Parigi nel 1688 (ivi, p. 9). Data la 1741 redatto a Orvieto dal notaio Fiam- 1. PVTEVS ARCIS aqua perenni fluens, gradibus batae virbutis, quorum primus Gallica Cartari in essa conservati cfr. SATOLLI notevole propensione di Lieven Cruyl agli ma, che oltre al palazzo in città riguarda lateritijs quingentis compactus. tam facili- Legatione bis pro summis Pontificibus egre- 2007, p. 22, nota 151. spostamenti e ai viaggi, non si può esclu- anche la villa del Corgnolo a Porano e il tatoque descensu ut Sarcinarijs Iumentis gie peracta habuit disertos sui Laudatores 17. Una parte dell’Archivio Cartari si trova dere che abbia trovato il tempo per venire palazzo a Todi (ASO, Notarile, Francesco accomodatus existat. Henricum II, et Carolum IX Reges. Alter nell’Archivio dell’Opera del Duomo in in Italia anche prima dei suoi trent’anni, Fiamma, 2752). 2. AMICO LECTORI ANGELVS SANVITANVS. F. In sub Francisco primo inter honorarios hasta- Orvieto ed un’altra è contenuta nell’Ar- per tornare poi a Wetteren nel 1662. 47. PERALI, 1919, p. 263. antiquo hoc Vrbevetanae Civitatis Patri- tos militiam auspicatus, Henrico II trium chivio Cartari-Febei, conservato all’Archi- 39. La pianta del Lauro era inserita nel fasci- 48. Cfr. PERALI 1922. monio, que eamdem penè exutam velut suc- Centuriarum Praefectum operam praebuit vio di Stato di Roma; resta da verificare se colo Historia, e Pianta della Città di Orvie- 49. Cfr. SATOLLI 1975. cisis nervis Machinam forté respicis, Tem- adeo sedulam, et fidelem, ut condonari pro- oltre ai due manoscritti già nell’Archivio to, stampato a Roma nel 1636; una ripro- 50. Lettera di Carlo Franci al Sindaco di Or- poris Dominiorum eversoris et fortunae meruerit. Coeterum (quod ad me attinet) Cartari, oggi conservati in una biblioteca duzione in fac-simile del fascicolo e tutti i vieto del 29 Gennaio 1914 (ASO, Archivio vicissitudines saepius retrocedentis agnosce. Cartam hanc, quae pluribus nominibus jn dell’Università di Chicago (cfr. LO PRESTI, riferimenti alle precedenti piante della Comunale, b.40, fasc. 4). Oppidorum, quae cernis, complura Maiores tuum sinum convolat, etiam tamquam nota 5, p.86), ne esistono altri con la stes- città sono in SATOLLI, 2007, Inserto 2 e 51. Ibidem, Verbale di Atto Consiliare n. 408 nostri supposuerunt Summis Pontificibus, syngrapham animi mei tibi semper obpigno- sa provenienza. pp. 26-9, con figg. alla Tav. VIIa-d. del 21 Febbraio 1914. complura vel Marte nobis infenso diù decer- rati, ea, qua soles benignitate excipere ne 18. AODO, Archivio Cartari, 12, 13 e 14; le 40. Sulla sistemazione delle ripe -a seguito del 52. Ibidem, Lettera del Sindaco di Orvieto del tata, vel per duellium ope finitimis populis dedigneris. lettere coprono, non completamente, è Breve di Urbano VIII del 1626- e sulle 4 Aprile 1914. cesserunt. Adhuc super ista, quae quotannis Parisÿs Idibus Aprilis M.D.C. LXII arco di tempo dal 1665 al 1681. Per una fortificazioni costruite per la guerra di 53. Ibidem. Lettera del Sindaco di Orvieto al Praeconis voce ad tributa nostro Senatui 5. Il motto del Sanvitani è FORTIS IN FIDE e il sommaria informazione sul Marabottini Castro cfr. SATOLLI, ics. Presidente dell’Opera del Duomo del 26 exsolvenda excitantur, videre fas est umbra- distico è il seguente: Hac mihi cor fuit storico, cfr. FEBEI (1751), pp. 52-53. 41. Cfr. Relazione di Orvieto 1631 del Aprile 1914. Lo stesso giorno il Presidente tilis auctoritatis larvas, an personatae dixe- invicta tam fortior Arce / Quam jaculo 19. AODO, Archivio Cartari, Lettere del Governatore Enea Vaini, in SATOLLI 2007, Francesco Orsini scrisse allo scultore rim ludibria potestatis. Ea tamen, quae hostili est savior Invidia; per la blasonatura Marabottini dal 1659 al 1655, 12, c. 25. Inserto 1, cc. 146v-147r. Lorenzo Cozza ringraziandolo per le gen- nostrae Reipublicae modò parent, primaevae dello stemma cfr. ORSINI e BETTOJA 2002, 20. Sulla proposta del Cartari, condivisa dal 42. Un appunto su una carta sciolta dell’Ar- tili premure e facendo presente che atten- fragmenta potentiae hic in lateribus delinea- n. 127, p. 543. Marabottini, riguardante il dono de’ Rami chivio Perali, riferito all’anno 1658, ac- deva la sua venuta in Orvieto “… anche ta respicere ne graveris. I due distici nello stesso riquadro sono: relativo alla Dote Cappelletti, cfr. SATOLLI, cenna confusamente ai disegni del Tempio, per consigliarci la posa in Museo di detti 3. VRBEMVETEREM, vulgo ORVIETO, Hetruriae CONSTANS, cum BRITIO, Romanus PETRUS, 1990, p. 57. da eseguirsi per il Sanvitani da due pittori rami”. Una fotocopia di quella lettera a Civitatem, tutum olim Pontificiae Maje- IOSEPH / Urbevetanorum dant pia vota DEO 21. AODO, Archivio Cartari, Lettere …., 12, c. orvietani, Giacomo Pierucci e Gianmaria Lorenzo Cozza mi fu mandata molti anni statis perfugium duplici prospectu hic vides e CLAVARUM, et PALEAE, quae per ora vagan- 91. Colombi (cfr. SATOLLI 2007, p. 59), ma fa dal figlio Lucos che, curioso di sapere nativa rupium inaccessarum celsitudine tur, / Hic coniuratas cerne Viator aquas. 22. Ibidem, cc. 97r e v., 98r; si deve annotare alla notizia non sono seguiti altri riscontri. qualcosa sui “rami”, mi chiedeva delucida- admirando situ, antiqua Nobilitate, amplo Gli altri distici, tutti nel riquadro superio- che la precedente lettera del Marabottini è 43. Cfr. GAMBI e PINELLI 1994, Carte nn. 4 e zioni in merito; scusandomi per il ritardo, Dominatu, et elegantissima decantati Tem- re, sono: Has reserare Fores, sculpta quas datata Orvieto 6.9bre 1660, mentre la pre- 6; Testi, pp. 201-5 e 212-9 con la riprodu- rispondo ora dedicandogli questo studio. pli structura suspiciendam, quamvis adultis cernis jn Urbe, / Clavibus ecce datur non sente, che dal contenuto sembra successiva, zione della stampa del Danti conservata 54. Cfr. GARZELLI 1972, p. 10. Due stampe per intervalla temporum malis, jisque acer- nisi PETRE tuis e Me Coelo VRBSVETUS Insi- è datata Orvieto IV. Novembre MDCLX, nella Biblioteca Apostolica Vaticana (fig. parziali, quelle della veduta e della pianta vatim ingruentibus longe jmminutam. gnis revocavit ab alto; / Ut subiecta sibi Ca- forse per un errore di riscrittura. 83, p. 215); della stampa tratta dallo stes- di Orvieto, sono invece conservate nella Gothorum enim inde Longobardorum erup- stra Novena regam (sotto le insegne dello 23. SATOLLI 2007, p. 59. so rame, sono note altre due versioni, una Nuova Biblioteca pubblica “L. Fumi” tionibus squassata, longam, totique Italiae Stato pontificio); Protegat Hesperiae VETE- 24. Cfr. precedente nota 15. conservata nella Biblioteca Nazionale di (donazione Tordi).

Bibliografia di riferimento chivio Storico per le Marche e l’Umbria”, Private presse (2007), pp. 81-90. PETRUCCI C. Alberto, Incisione (s.v.), in Enci- Archiepiscopis, et Principibus Firmanis, a. III., fase. XI-XII, 1896. MANGLAVITI Silvio, VRBISVETERIS ANTIQUAE clopedia Universale dell’Arte, Novara 1980, Fermo 1662. ALMAGIA Roberto, Monumenta Cartografica FERRARIO G., Manuale del raccoglitore e del ne- DITIONIS DESCRIPTIO. La prima rappresen- VII, coll. 227-255. Sotheby’s , Catalogo d’asta. Otto Naumann Ltd Vaticana, III, Città del Vaticano 1952. goziante di stampe, Milano 1843. tazione cartografica a stampa del territorio SATOLLI Alberto, Il duomo a una dimensione. Gallery Sale, New York, 25 gennaio 2007, ANTETOMASO Ebe, a cura di, Documenti Gual- FUMI Luigi, Degli orvietani illustri ascritti al- orvietano nell’anno giubilare 1583, in ‘Bol- Memoria sullo stato giuridico dell’Opera del New York 2007. terio, in Testa G., a cura di, Marcantonio l’Ordine Equestre di S. Stefano, Pisa 1870. lettino Istituto Storico Artistico Orvie- Duomo di Orvieto, Viterbo 1975. WEBER Christoph, a cura di, Legati e Gover- Franceschini. I cartoni ritrovati, Milano IDEM, Orvieto, Bergamo, s.d. tano’, L-LVII, 2002, pp. 375-431. IDEM, Fortuna e sfortune della ceramica medioe- natori dello Stato Pontificio, Roma, 1994. 2002, pp. 279-287. GALLO V., Gualterio Carlo (s.v.) in Dizionario MARIETTE Pierre Jean, Abécedario … sur les Art vale orvietana, in Ceramiche medioevali [ARDICCIONE Alemanne], Breve racconto delle Biografico degli Italiani, (DBI) Roma set les Artistes, Paris 1858-1859 6 voll. dell’Umbria, Firenze 1981, pp. 34-78. (*) L’autore ringrazia Roberta Fraternali per le feste, et allegrezze fatte per la promozione 2003, 60 pp. 200-201. ORSINI F. e BETTOJA M., Lo stemmario Cartari IDEM, Orvieto antica nell’immaginario erudito e traduzioni in scorrevole italiano delle iscrizioni alla Sacrata Porpora Dell’Eminentiss., et GAMBI L. e PINELLI A., La Galleria delle Carte dell’Archivio dell’Opera del Duomo di Or- romantico, in ‘quaderni dell’istituto statale latine presenti sulla stampa; Mario Tedeschini Reverendiss. Sig. Cardinale Gualterio in geografiche in Vaticano, Modena 1994, 3 voll. vieto, in Boll. ISAO (cit.) pp. 501-553, d’arte di orvieto’, 3/4 1990, pp. 25-115. per avergli fornito informazioni preziose per la Orvieto Sua Patria, compendiosamente rac- GARZELLI Annarosa, Orvieto, Museo dell’Opera Tavv. LVII-LXXXI. IDEM, Orvieto. Nuova guida illustrata, Città di ricerca degli autori dell’incisione; l’Opera del colte dal Signore Badone Accedrino Patritio del Duomo, Bologna 1972. PERALI Pericle, Orvieto. Orvieto 1919. Castello 1999. Duomo di Orvieto e l’Istituto Geografico Mili- Orvietano, Orvieto 1654. JATTA Barbara, Lieven Cruyl e la sua opera gra- IDEM, Memoria sull’attuale stato giuridico e pa- IDEM, Orvieto & il suo doppio, Grotte di Castro tare di Firenze per la concessione gratuita dei CRESCIMBENI G. M., Le vite degli Arcadi illustri, fica. Un artista fiammingo nell’Italia del trimoniale dell’Opera del Duomo e sulla 2007. diritti a pubblicare, rispettivamente, i documen- Roma 1710. Seicento, Bruxelles - Roma, 1992. doverosa restituzione integrale della sua am- IDEM, Orvieto: una città a forma di rupe, i.c.s. ti d’archivio e la stampa di Egnazio Danti (dalla FAGIOLO DELL’ARCO, GARANDINI S., L’effimero KRAUTHEIMER Richard, Roma di Alessandro ministrazione e del suo patrimonio al Co- Synodi Firmanae, Provincialis sub Illustrissimo foto gentilmente fornita da Silvio Manglaviti). I barocco, Roma 1977, 2 voll. VII, 1655-1667, Roma 1987. mune orvietano, Orvieto 1922. et Reverendissimo D. Sigismundo Zanet- documenti dell’Archivio di Stato di Orvieto sono FEBEI Gio.Battista, Notizie di scrittori orvietani LO PRESTI Aldo, Rosa Agnese Bruni, la «Regina PETRUCCI A., Cartari Carlo (s.v.), in DBI, 20, tino; et Diocesana sub Eminentissimo, et pubblicati con autorizzazione del Ministero (1751), a cura di L. Fumi, Estr. da “Ar- delle Poetesse», in Miscellanea Orvietana, Roma 1977, pp. 783-786. Reverendissimo D. Carolo Card. Gualterio BCA, concessione n.43/2007.

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14 Lettera Orvietana N. 21-22 aprile 2008 La Pompei laziale Gli scavi di Ostia Antica

e estese rovine della città romana ella si ammalò e morì in un ricovero acuto contrasto alle tipiche domus Ldi Ostia Antica, immerse in un della città. Nei secoli successivi, il pompeiane, con il loro atrio e peri- bel parco di pini e cipressi, meritano declino di Ostia fu accelerato dalla stilio, poche finestre e provviste solo d’esser visitate, anche se di solito perdita del traffico commerciale e di un piano terra. Esse sono presenti rimangono sconosciute alla maggior dall’improvvisa e dilagante epidemia ad Ostia solo in pochissimi casi. parte dei turisti (e non solo). di malaria. Le sue strade e i suoi La comune e tipica residenza ostien- Gli scavi danno la possibilità di templi furono mandati in rovina e se, l’insula, ha quattro piani d’eleva- avere un’idea di quella che fu l’archi- saccheggiati. Colonne, sarcofagi e zione e raggiunge 15 metri d’altezza, tettura domestica e commerciale, statue furono trafugati e rinvenuti in il massimo permesso dalla legge di prevalente nel periodo imperiale territori lontani come quelli di Pisa, Roma. E’ costruita in laterizi, per lo compreso tra la fine del I e tutto il II Amalfi, Orvieto e Salerno. Un tenta- più non coperti di stucco, se non in secolo d. C. Il sito archeologico di tivo di rinascita fu incoraggiato da piccole parti con intento decorativo. Ostia, come le antiche città di Gregorio IV, quando fondò il Molto spesso sono anche usati dei Pompei e di Ercolano, è senza dub- moderno centro cittadino. Nel laterizi di colore differente. Le porte bio importante per lo studio della 1756, la città raggiunse il massimo d’ingresso hanno dei pilastri o sono vita di una città romana tipo. della sua prosperità, con una crescita sostenute da colonne che sorreggono La città di Ostia Antica deriva il suo demografica che raggiunse i circa l’architrave. Ci sono numerose toponimo da ostium, in altre parole 80.000 rispetto ai precedenti 156 camere, ognuna con la propria fine- bocca, in questo caso s’intende città abitanti; mezzo secolo dopo però, si stra. Le volte delle finestre spesso che sorge sulla foce del fiume, il potevano ritrovare solo alcuni prigio- sono dipinte con color rosso vermi- Tevere. Anticamente il fiume scorre- nieri dello Stato Pontificio. Augusto glio e al posto del vetro i materiali va all’interno della città, in un canale Hare scrive, nel 1878, che ad Ostia, utilizzati per gli infissi sono la mica a Nord, dove oggi è collocato il in quel periodo, era presente “una e/o la selenite. La visione di pro- Fiume Morto, secco, in seguito alla sola abitazione che rompeva la profon- spetto di questo tipo d’abitazione è grande inondazione del 1557. da solitudine”. di tre tipi: ambienti con finestre su Secondo la leggenda, Ostia fu fonda- I primi scavi archeologici furono ogni piano, piano terra con solaio ta da Anco Marzio, il quarto re di intrapresi in una piccola area all’ini- voltato adibito ad uso commerciale Roma, per sorvegliare la foce del zio del XIX secolo, durante il ponti- (tabernae) ed ambienti abitativi ai fiume Tevere, a protezione strategica ficato di Pio VII. Un successivo piani superiori, piano terra con della stessa Roma. I resti recuperati intervento archeologico fu stabilito negozi aperti lungo la strada ed non sono, comunque, anteriori al IV nel 1854 sotto Pio IX, ma gli scavi ambienti abitativi ai piani superiori. sec. a. C. e la città, che era probabil- sistematici non iniziarono prima del Molte case hanno balconi che pre- mente la prima colonia di Roma, 1907. Tali saggi continuarono con sentano le più varie peculiarità. Le potrebbe essere stata fondata intorno alcune interruzioni. Il lavoro prose- insulae contengono numerosi appar- al 335 a. C. Fin dalle origini fu una guì tra il 1938 e il 1942 e fu condot- tamenti o gruppi di stanze progetta- città fortificata e le mura della prima per la stessa esistenza di Roma. Una La città crebbe grazie all’importanza to da Guido Calza, seguito da suoi te in altezza e non in estensione ter- fondazione sono ancora in parte delle sue più importanti funzioni era del centro portuale, che fu ingrandi- collaboratori, che portarono alla luce ritoriale (come le tipiche domus); conservate; in seguito essa divenne l’organizzazione dell’Annona, per to notevolmente a partire dal I sec. molti monumenti di grande interes- attraverso una scalinata interna si un gran sito commerciale (Urbs), l’approvvigionamento del grano alla d. C. Per volere dell’autorità impe- se. L’area scavata raddoppiò e rag- possono quindi raggiungere tutti gli sempre fortificato. La prima fabbrica Capitale. A capo dell’Annona c’era riale, si avviò la costruzione di un giunse l’estensione di circa 33 ettari, ambienti fino ai piani superiori. Al della città fu quella del sale, estratto originariamente il Qaestor Ostiensis, altro porto. Augusto progettò il che corrisponde alla metà di tutta loro interno, le insulae possono dif- dalle paludi circostanti, fu una fonte che aveva la sua sede ad Ostia; dal nuovo Portus Augusti, Claudio e l’area della città alla sua maggiore ferire in due tipologie principali: di guadagno delle più redditizie; poi, 44 a. C. il Quaestor fu sostituito dai Nerone lo edificarono nella zona a estensione. alcune hanno un’assoluta semplicità vicino all’area urbana si sviluppò il Procuratores Annonae, che facevano Nord Ovest di Ostia ed in seguito L’esito della ricerca archeologica per- di esecuzione, altre sono un po’ più porto commerciale che dipese diret- riferimento al Praefectus Annonae di Traiano lo allargò. Per lungo tempo mette di conoscere la varietà delle complesse, perché realizzate con un tamente da Roma e che, all’indoma- Roma. Una sorta di associazione Ostia rimase il centro di una vasta tipologie abitative appartenente alle particolare in più, un cortile interno, ni della Prima Guerra Punica (268 a. confederata di procuratori si occupa- organizzazione per l’approvvigiona- classi media e bassa della società sul quale si affacciano i vari “appar- C.), divenne anche base navale. va sia degli aspetti commerciali sia di mento di viveri per la Capitale ed romana. L’architettura domestica tamenti”. La domus, così poco diffu- Il collegamento tra il porto e la capi- quelli industriali per monitorare il aggiunse ai suoi templi ed uffici d’Ostia non differisce radicalmente sa ad Ostia e costruita per le perso- tale era la Via Ostiensis, che conti- fabbisogno del territorio. Numerose pubblici anche le tabernae e le case, da quella della Capitale. Gli esempi nalità più abbienti, normalmente si nuò ad essere la via di comunicazio- furono le iscrizioni rinvenute in ricevendo uno speciale riconosci- ostiensi rinvenuti, appartenenti al sviluppa su un unico piano e per lo ne principale per i commerci di piazzale delle Corporazioni (scavi di mento da parte degli imperatori. ceto meno abbiente, risulterebbero più si realizza nel periodo compreso Roma via mare, fino a quando non Ostia), che si riferiscono proprio a La decadenza di Ostia iniziò al presenti nella stessa epoca anche in tra il III e il IV sec. d. C. Tale abita- fu realizzata la Via Portuensis, che queste associazioni. Il centro subì un tempo di Costantino, pur avendo molte abitazioni della città di Roma. zione è arricchita da absidi, ninfei e divenne una delle strade più traffica- temporaneo dissesto economico l’Imperatore favorito il Porto. I titoli Le residenze private della media e pavimenti musivi, mentre le stanze te del mondo antico. quando, nel 87 a. C., fu saccheggia- conferiti dall’Imperatore al nuovo bassa classe sociale, inserite all’inter- spesso hanno colonne e loggiati. Il commercio, passando attraverso to da Mario, ma, subito dopo, Silla porto marittimo devono aver parti- no di “isolati”, ossia le così dette Ostia, fu vitale per la prosperità e ricostruì la nuova cinta muraria. colarmente irritato gli abitanti di insulae, hanno rappresentato un Rosangela De Acutis Ostia, fin dal IV secolo divenuta una città residenziale e non esclusiva- mente un porto commerciale. Malgrado le difficoltà dei cambia- menti in corso, il centro marittimo mantenne il suo prestigio per i con- tatti con il mondo, infatti spesso fu sfruttato dalle personalità di rango elevato per gli spostamenti all’estero. Nel 387 d. C., Sant’Agostino stava per imbarcarsi al porto di Ostia per l’Africa, con sua madre, Santa Monica, quando improvvisamente

15 Lettera Orvietana N. 21-22 aprile 2008

CARDETO VINI DI ORVIETO

I VINI CARDETO NEL TEMPO

Il vino bianco di Orvieto ha origini antichissime: veniva infatti già wine to share while initiating a young lady in to bacchic delights”) o prodotto dagli Etruschi che avevano scavato cantine nel massiccio tufa- Alexis Lichine, grande esperto francese di vini (“vin blanc délicieux ceo tipico di quella zona e qui lasciavano a fermentare il loro vino per d’Italie. C’est un de ceux dont la qualité est la plus constante”). parecchi mesi, ottenendo un aroma dal residuo zuccherino che lo ren- L’ “Orvieto” è ottenuto dalla vinificazione di diverse varietà di uve deva particolare. Ne veniva praticato il commercio sia via terra che di origini antichissime e selezionate nel corso dei secoli: il Procanico, attraverso i fiumi Paglia e Tevere. Da Etruschi e Romani fu esportato il Verdello, la Malvasia, il Grechetto, e il Drupeggio. Anche sin nelle Gallie. Più tardi venne prodotto nei terreni pontifici e fu pro- Chardonnay e Sauvignon inseriti con l’ultima modifica del discipli- tetto dalla Chiesa che se lo garantiva per le messe (Paolo III Farnese ne nare. era particolarmente ghiotto). Oggi predomina la versione secco, ma continua la tradizione della L’ “Orvieto” fu lodato da poeti, artisti e uomini insigni, tra cui il produzione di Orvieto Abboccato, Amabile e Dolce. Esiste una versio- Pinturicchio, il quale, chiamato a dipingere in Orvieto, pretese per ne derivata da uve sovramature attaccate da Muffa Nobile, Botrytis contratto che gli fornissero “tanto vino quanto fosse riuscito a berne”. Cinerea, che conferisce al vino caratteri unici di concentrazione ed ele- I maestri che lavoravano nella cava di Monte Piso per strarre e sbozza- ganza. re la pietra da impiegare nella costruzione del Duomo di Orvieto, Nelle mattinate d’autunno, generalmente, si forma una fitta nebbia acquistavano periodicamente delle quantità di vino negli anni tra il che favorisce lo sviluppo su grappoli di questa muffa particolare che si 1347 ed il 1349. Ancora memorabili restano i “rumori” sollevati ad nutre dell’acqua contenuta nella polpa degli acini e che dilata i pori Orvieto ed in altre città dalle maestranze per avere il vino gratis. Gli della buccia senza romperla, provocando così l’evaporazione quando i orari di lavoro prevedevano delle soste a metà mattina ed a metà pome- grappoli si riscaldano ai raggi del sole. I mosti che si ottengono sono riggio per le bevute di “mistu”, forse acqua e vino. quindi molto zuccherini, ricchi di glicerina, che conferisce al vino una La stessa Opera del Duomo lo elargiva nelle grandi occasioni, come particolare untuosità, con concentrazione di tutti i componenti aro- il compimento dei lavori importanti o per richiesta del capo maestro, matici. come documentano i contratti di lavoro dell’epoca. Per esempio, in La raccolta di queste uve avviene con molto ritardo ed è eseguita in quello stipulato da Luca Signorelli nel 1500 per la realizzazione degli più tempi successivi, al fine di ottenere il completo verificarsi del feno- affreschi, si richiede espressamente che l’Opera consegni all’autore ogni meno. Circa la metà del raccolto va a scomparire sotto forma di acqua anno 12 “some” di vino (circa 1000 litri). evaporata, ma la qualità vuole i suoi sacrifici. Questo straordinario processo si verifica solamente in rare zone in È un vino apprezzato dai grandi conoscitori, come Philip Dallas, cui le condizioni climatiche lo consentano: nel Sauternes in Francia, autore di un bel libro sui vini d’Italia (“Orvieto’s wine is, like Frascati, nel Tokai in Ungheria, nella Valle del Reno in Germania e Chianti, ecc., one of ’s best known wines abroad ... it is the ideal nell’Orvietano in Italia. In proposito esiste una vasta letteratura.

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16 Lettera Orvietana N. 21-22 aprile 2008 Le normative tridentine e la rappresentazione della scena sacra ad Orvieto negli anni della Controriforma

egli ultimi mesi, la riapertura del Passione (la Crocefissione, la Veronica, ne dominante e protagonistica). “convenienza”, i “Moralisti” cattolici fu un’arte che, assimilati i criteri di NMuseo dell’Opera del Duomo al l’Incoronazione di spine, la Ma in quel periodo travagliato, a recuperarono l’accezione leonardesca di convenienza e decoro, derivava dalla piano nobile del Palazzo Papale ed il Flagellazione, la Cattura di Cristo). Per Trento, si stavano dibattendo anche le verosimiglianza, ovvero la corrispon- scena teatrale delle Sacre recente progetto di ricollocazione delle seguire la successione cronologica degli questioni relative all’arte sacra, il cui denza del carattere di ciascun Santo Rappresentazioni, con l’inserimento statue degli Apostoli (attualmente episodi rappresentati nelle pale, gli esito finale fu il decreto De invocatione, alle sue caratteristiche esteriori (età, “populista” della folla in movimento esposte all’interno del complesso osservatori devoti, partendo dall’ingres- veneratione, et reliquiis sanctorum et sesso, espressioni, gesti, abiti) desunte (un elemento figurativo di recente monumentale dell’ex chiesa di so, dovevano percorrere la navata sini- sacris imaginibus, emanato il 4 dicem- dalle fonti sacre ufficiali. Inoltre, introduzione) nell’ambito del revival Sant’Agostino) nella loro posizione ori- stra in direzione dell’abside, per poi bre 1563 nel corso dell’ultima sessione preoccupandosi che non venissero classicistico del Cinquecento. Un ginaria a ridosso dei pilastri della nava- tornare indietro verso l’ingresso e risali- conciliare. Tale decreto poneva l’accen- dipinte immagini lascive o falsificatrici esempio paradigmatico di questa ta centrale, hanno ridato linfa alle re la navata destra. to su un’arte dal valore morale e didat- della verità storica, questi prelati cerca- maniera “univoca e solenne” è la ricerche sulla monumentale impresa Gli altari con colonne scanalate in stile tico, eseguita sotto il rigido controllo rono di insegnare a pittori, scultori ed Resurrezione del figlio della vedova di decorativa cinquecentesca del Duomo corinzio, che sostenevano architravi delle autorità ecclesiastiche, e che architetti i misteri della religione catto- Naim di , caratterizza- di Orvieto, da molti giudicata un’e- coronati da timpani curvilinei, incorni- rispettasse i criteri di decoro, chiarezza lica, al fine di evitare errori nell’esecu- ta dal raggruppamento della folla rac- spressione paradigmatica dell’arte del ciavano pale rettangolari, mentre quelli e semplicità dei concetti rappresentati, zione di immagini religiose che avreb- colta intorno al Cristo in primo piano periodo tridentino1. con colonne lisce di ordine dorico, demandando ai vescovi il compito di bero distolto il popolo dai veri precetti e dall’architettura classica che unisce Da quando, alle soglie degli anni ’80, avevano un timpano triangolare e le vigilare sull’ortodossia delle pitture della Fede cristiana. tutti gli elementi. Alberto Satolli ne auspicò “una rico- pale d’altare centinate, ottenendo così sacre eseguite per le chiese delle loro Nella seconda metà del Cinquecento la A Orvieto i lavori per la Cattedrale struzione filologica storica e critica”2, contrasti e corrispondenze tra elementi diocesi. maggior parte degli artisti praticarono furono commissionati dall’Opera del notevoli passi in avanti sono stati fatti curvilinei e spezzati (presenti anche Secondo i più recenti indirizzi storico- uno stile formalistico, anticlassico e Duomo, un’istituzione laica che agiva grazie alle argute delucidazioni avanza- negli ovali alternati ad ottagoni alla artistici, l’analisi del nesso Arte- antinaturalistico, che noi ora chiamia- indipendentemente dalle ingerenze te da Claudio Strinati3 ed alle fruttuose sommità delle nicchie). L’impianto di Controriforma impone uno studio mo manierismo. Questa nuova arte era della classe ecclesiastica locale. ricerche di Marietta Cambareri, la ogni cappella era costituito da una nic- incentrato sulle singole diocesi o par- caratterizzata dall’uso di formule ste- Contrariamente a ciò che accadeva in quale ha indirizzato i suoi studi preva- chia molto alta, coperta a calotta, con rocchie, partendo dalla necessaria seg- reotipate, da virtuosismi e composizio- tutta la Penisola negli anni della lentemente verso l’analisi delle un altare a edicola. Nelle calotte di mentazione dell’era controriformistica ni intellettualistiche. Inoltre, complica- Controriforma, le decisioni in merito sculture4, senza tuttavia tralasciare il ogni nicchia vi erano tre affreschi: in periodi differenti e valutando con te combinazioni di spazio e di colore si alla Cattedrale non erano prese dai ciclo pittorico cristologico5 già esami- quello centrale aveva una cornice circo- attenzione le molteplici identità cultu- accompagnavano ad ambiguità nella vescovi né dai membri del Capitolo, nato dallo stesso Satolli6, da Rosamond lare o ottagonale, ed era affiancato da rali e le sfaccettature interne all’univer- rappresentazione fisica e psichica dei ma furono sempre frutto di iniziative E. Mack7 e, recentemente, da Rodha due ovali o ottagoni allungati. Nelle so cattolico. Solo in questo modo soggetti. Un chiaro esempio di questa collettive e laiche. Il cardinale Eitel- Porter8. pareti laterali curve c’erano singole potranno essere colte le ambiguità, pittura sono gli affreschi della cappella Girolamo Simoncelli, pronipote di Purtroppo l’aspetto cinquecentesco del figure di Santi che avevano, sopra e contraddizioni e molteplicità di un Mattei in Santa Maria della Giulio III Del Monte e vescovo di Duomo di Orvieto è stato cancellato sotto, piccoli affreschi rettangolari, periodo storico che, troppo semplicisti- Consolazione a Roma, che Taddeo Orvieto dal 1554 al 1605 (con un’in- dai restauri voluti alla fine del XIX nella maggior parte dei casi raffiguranti camente, è stato definito “Riforma cat- Zuccari completò intorno al 155618. terruzione fra il 1562 ed il 1570, secolo dalla Commissione provinciale di belle arti9, con l’intento di restituire alla Cattedrale il suo presunto origina- rio aspetto medioevale, nel nome di una maggiore regolarità ed armonia di linee, in accordo con la purezza e sere- nità dello stile quattrocentesco. Tali lavori causarono la perdita delle cappelle in stucco e degli affreschi delle navate laterali eseguiti nel terzo quarto del secolo da alcuni fra i maggiori arti- sti attivi all’epoca nel panorama roma- no (Taddeo e Federico Zuccari, Niccolò Circignani, , Cesare Nebbia, Arrigo Fiammingo). A memoria di questa grandiosa impre- sa decorativa rimangono le pale d’alta- re delle cappelle laterali e le statue degli Apostoli che dominavano la navata centrale. Per ricostruire la struttura delle singole cappelle, la fattura degli ornamenti e la M.O.D.O. - Cesare Nebbia, Crocifissione M.O.D.O. - Cesare Nebbia, Incoronazione di spine M.O.D.O. - Cesare Nebbia, Le nozze di Cana M.O.D.O. - Nicolò Circignani, La probatica piscina disposizione degli affreschi e delle pale, sono di fondamentale importanza le episodi legati agli stessi Santi. Sotto la tolica” o “Controriforma”14. Tuttavia, già negli anni immediata- quando cedette l’incarico episcopale a lastre scattate dal fotografo orvietano calotta, da entrambi i lati del frontone La necessità di impostare lo studio del- mente precedenti alla metà del secolo, Sebastiano Vanzi) era rispettato e con- Luigi Armoni poco tempo prima che che sormontava la pala d’altare, c’erano l’influenza della vita religiosa sulle venne compiuto il passaggio verso una sultato durante le discussioni per stabi- le demolizioni fossero avviate10. piccoli affreschi rettangolari. Infine, sul manifestazioni artistiche secondo pro- pittura che Claudio Strinati definì lire se intervenire o meno con lavori Tuttavia, nonostante la buona qualità muro fiancheggiante l’arcata della cap- cedimenti sempre più analitici, evitan- “riformata”, basata “sul principio che sul Duomo, ma alla fine prevaleva delle foto (relativamente al periodo in pella, si alternavano coppie di Profeti e do il ricorso a “categorie generali”, per- l’arte figurativa potesse e dovesse essere sempre la pronuncia del Numero20. cui furono eseguite) non è possibile Sibille. Tutta l’opera era in ogni modo metterà di stabilire se, ed in che modo, considerata quale equivalente del dis- Il Duomo era la manifestazione mate- distinguere i dettagli delle parti affre- unificata dal cornicione sostenuto da i precetti tridentini possono aver corso verbale e letterario, per articolarsi riale della religiosità popolare, consa- scate11. Un aiuto decisivo ai fini di una mensoloni che percorreva tutto il peri- influenzato gli artisti attivi nella citta- in modo analogo, su livelli cioè alti crato al culto quotidiano ed espressio- più precisa ricostruzione dell’intero metro, e dalle decorazioni con masche- dina umbra (e, naturalmente, i loro medi e umili. […] Urgeva l’esigenza di ne continua e perenne della fede viva complesso pittorico ci viene dato da roni, frutti, fiori, putti, candelabre, committenti) per le raffigurazioni del fare nuovamente della pittura un muto della comunità. L’organizzazione laica due testi compilati rispettivamente nel progettate da Girolamo Muziano, ciclo cristologico delle navate laterali, linguaggio abbandonando gli eccessi del Consiglio dell’Opera permise di XVIII e nel XIX secolo: il primo è Raffaello da Montelupo e Ippolito definite da Claudio Strinati “l’unico del passato e ricercando quindi uno portare avanti tale proposito anche l’Esatta descrizione del celebre duomo o Scalza. testo figurativo omogeneo in cui tocca- stile nuovo, magari meno colto di negli anni della Controriforma, quan- sia Chiesa Cattedrale di Orvieto e L’impresa fu avviata negli anni imme- re con mano il passaggio dalla fase quello di un , ma più do la facoltà decisionale degli ecclesia- Facciata di essa (1704) del conte diatamente successivi al decreto del immediatamente precedente a quella adatto a piegarsi ad esigenze comunica- stici in merito alle immagini sacre da Curzio Girolamo Clementini12; il Concilio di Trento sul “Santissimo immediatamente seguente i decreti del tive”19. Questa nuova concezione di introdurre negli edifici di culto era secondo è la Guida al Forestiere per Sacramento dell’Eucarestia”, emanato Concilio di Trento”15. arte sacra venne inaugurata da divenuta una prerogativa richiesta minutamente vedere, ed essere piena- nel corso della XIII sessione dell’11 In generale, il decreto tridentino sulle Girolamo Muziano, il quale la portò esplicitamente dal decreto del 4 dicem- mente informato della Città, Chiesa ottobre 1551. Tale coincidenza, in immagini sacre ed i numerosi trattati ad Orvieto, influenzando fortemente i bre 1563. Ad Orvieto gli artisti aveva- Cattedrale, Facciata ed altre particolari- un’epoca che vide una grande intensifi- ad esso conseguenti richiedevano agli pittori che lo seguirono nei lavori del no una certa libertà di esecuzione tà di Orvieto (1828) del sacerdote cazione della devozione eucaristica, artisti il rispetto di tre presupposti basi- Duomo. Il miracolismo cristocentrico rispetto alle consuetudini dell’epoca; orvietano Gaetano Majoli13. sembrerebbe collegare lo stesso lari: 1) comprensibilità, chiarezza e del pittore bresciano innestava la rifor- inoltre, i fabbriceri si rivolgevano ad Nelle navate laterali furono erette dieci Decreto (che ribadiva la centralità del semplicità; 2) realismo ed aderenza alle ma della pala d’altare di Raffaello e essi sia per i consigli tecnici che per cappelle con altrettante pale d’altare sacrificio di Cristo, del dogma della Sacre Scritture; 3) coinvolgimento Sebastiano del Piombo sulla sua cultu- ricevere suggerimenti sui maestri fore- (oggi conservate nel Museo dell’Opera transustanziazione e del culto per la emotivo alla devozione. ra figurativa lombardo- veneta caratte- stieri che avrebbero potuto contribuire del Duomo) rappresentanti scene della festività del Corpus Domini), la città di Il realismo a cui alludevano personaggi rizzata dall’attenzione minuziosa rivol- ad aumentare il prestigio della città ed Vita di Cristo: a sinistra i Miracoli (le Orvieto (tradizionalmente devota al come il Gilio16 o il Paleotti17 sollecitava ta agli elementi paesaggistici trattati a migliorarne l’attività artistica. Ciò Nozze di Canaa, la Resurrezione del Santissimo Corporale del Miracolo di i pittori a raffigurare scene prive di dis- con grande sensibilità coloristica. non esclude il fatto che periodicamen- figlio della vedova di Naim, la Probatica Bolsena, custodito all’interno della simulazioni, lontane dalle idealizzazio- A Orvieto si tentò di realizzare una te si ricorresse alle indicazioni di alcuni Piscina, la Resurrezione di Lazzaro, la Cattedrale) e le pale d’altare (in cui la ni rinascimentali. plausibile congiunzione tra valori uma- colti teologi, consultati se continuare o Guarigione del cieco nato); a destra la figura del Redentore appare in posizio- Insistendo sui concetti di “decoro” e nistici e Riforma cattolica. Il risultato meno con la rappresentazione delle

17 Lettera Orvietana N. 21-22 aprile 2008 scene cristologiche che erano state sculture marmoree, in “Orvieto e le grandi catte- avviate, come, ad esempio, accadde nel drali”, Torino-Roma, 1995; ID., A study in the 16th century renovation of : the 1561: “quod d. Cam. et Superstites Sacramental Tabernacle for the High Altar, in habita informatione a Theologis et aliis “Saggi in onore di Renato Bonelli” (a cura di C. personis ecclesiasticis de miraculis D. N. Bozzoni, G. Carbonara, G. Villetti), Multigrafica, Roma 1992, pp. 617- 622; J. Xpi habeant auctoritatem pingi facere Marietta Cambareri- Augusto Roca De Amicis, illa miracula, que erant continua in Ippolito Scalza (1532- 1617), Orvieto, 2002. historia et vita D. N. J. Xpi, et sequatur 5 Marietta Cambareri, L’Opera del Duomo com- ordo miraculorum jam incohatus”21. In mittente d’arte: nuovi documenti sui progetti decorativi cinquecenteschi nella Cattedrale di base ai documenti finora analizzati, il Orvieto, in “Bollettino dell’Istituto Storico vescovo Simoncelli, nonostante fosse Artistico Orvietano”, XLII, 1986- 1987, pp. interpellato in merito ai lavori di 243- 256. ristrutturazione del Duomo, interven- 6 Alberto Satolli, Documentazione inedita sugli interventi cinquecenteschi nel duomo scomparsi ne direttamente solo per raccomandare con i restauri del 1877, in appendice a ID., lo stuccatore fiorentino Ferrante Quel bene detto Duomo, in Studi sul Duomo di Fancelli22, mentre la sua presenza si Orvieto, in “Bollettino dell’Istituto Storico Artistico Orvietano”, XXXIV, 1978, pp. 129- avvertì maggiormente alla fine del 160; ID., La pittura dell’eccellenza. Prolegomeni secolo. Tuttavia, ciò non esclude un ad uno studio su Cesare Nebbia nel suo tempo, in suo coinvolgimento più frequente, “Bollettino dell’Istituto Storico Artistico ancora da verificare attraverso ulteriori Orvietano”, XXXVI, 1980, pp. 17- 222. 7 Rosamond E. Mack, Girolamo Muziano and ricerche d’archivio. Cesare Nebbia at Orvieto, in “Art Bulletin”, 3, Gli artisti venivano scelti in base alla 1974, pp. 410- 413. loro fama ed alla qualità della loro abi- M.O.D.O. - Girolamo Muziano, Flagellazione di Cristo M.O.D.O. - Girolamo Muziano, La resurrezione di Lazzaro M.O.D.O. - Girolamo Muziano, La Veronica 8 Rodha Eitel- Porter, Disegni per Orvieto dell’ lità tecnica. Per questo motivo nel “Illustre concittadino” Cesare Nebbia, Orvieto, 2004. 1558 fu richiesto che “per fare la tavola spressione definitiva ed ufficiale da Evidentemente, la pittura del bresciano Muziano, Nebbia, o Federico Zuccari, 9 Sugli interventi cinquecenteschi nel Duomo della cappella, quale si deve fare di pit- parte della Chiesa cattolica di un clima fu giudicata dai committenti (su consi- ponevano in relazione figure o gruppi, di Orvieto e sull’azione “purificatrice” avviata tura, si debbia cercar d’havere il più devozionale collegato, ad esempio, allo glio di Raffaello da Montelupo) come suggerendo rapporti e azioni, potreb- nel novembre 1877, cfr. Luigi Fumi, Il Duomo eccellente maestro che si possa havere”23, e spirito del De imitatione Christi, l’ope- la più adeguata ad esprimere le loro bero essersi ispirati a simili recite, così di Orvieto e i suoi restauri, Società Laziale ed., Roma, 1891. nel 1565 si tentò di chiamare a ra di Thomas De Kempis che tanta esigenze, costringendo tutti gli altri da favorire la partecipazione emotiva 10 Pubblicate in Alberto Satolli, Documentazione Orvieto Vasari, Bronzino o Daniele da influenza aveva avuto nel maestri ad uniformarsi alla impostazio- dei fedeli orvietani, che si sarebbero inedita sugli interventi cinquecenteschi nel duomo Volterra24, i quali, tuttavia, ritennero Cinquecento, soprattutto per quanto ne scenica muzianesca, desunta dalla riconosciuti nella folla ammassata scomparsi con i restauri del 1877, in appendice a concerneva il ritmo intensificato di fre- tradizione teatrale, tipicamente umbra, intorno alla figura dominante e com- ID., Quel bene detto Duomo, in Studi sul poco conveniente spostarsi nella “peri- Duomo di Orvieto, in “Bollettino dell’Istituto ferica” cittadina umbra. quenza al banchetto eucaristico. Entro delle Sacre Rappresentazioni. posta di Cristo. Storico Artistico Orvietano”, XXXIV, 1978, pp. In generale, i contratti stipulati tra tale contesto andò ad inserirsi il ciclo Tuttavia, sarebbe un grave errore ricon- Anche lo studio dei sermoni pronun- 129-160. l’Opera e gli artisti stabilivano: 1) i cristologico del Duomo di Orvieto. durre gli stili adottati dai pittori nelle ciati dai predicatori orvietani nel corso 11 Armoni posizionò la macchina fotografica su un ponte al livello degli architravi degli altari. soggetti che dovevano essere dipinti; 2) Nemmeno il decreto sulle immagini pale d’altare orvietane a specifiche dell’anno liturgico e la raccolta del 12 Luigi Fumi, Il Duomo di Orvieto e i suoi le modalità ed i tempi di pagamento sacre influenzò direttamente lo “stile richieste da parte dei committenti, per- maggior numero possibile di dati sul- restauri, Società Laziale ed., Roma, 1891, pp. da parte dei committenti ed i termini orvietano”. Probabilmente è più giusto ché la maniera di ogni singolo artista l’estrazione sociale, sulle condizioni 359-60 e 420-26. 13 entro i quali il pittore doveva effettuare asserire che, intorno alla metà del era condizionata dalle sue caratteristi- materiali e sulla consistenza culturale Alberto Satolli, Documentazione inedita sugli interventi cinquecenteschi nel duomo scomparsi la consegna; 3) l’impegno, da parte Cinquecento, in Italia si diffuse l’esi- che culturali e si basava sulle sue perso- dei vescovi, del clero secolare e dei laici con i restauri del 1877, in appendice a ID., dell’artista, ad utilizzare tutti i colori a genza di “riformare” la pittura in nali esperienze tecnico- artigianali, per i quali gli artisti prestarono la loro Quel bene detto Duomo, in Studi sul Duomo di sue spese, fatta eccezione dell’azzurro opposizione agli intellettualismi manie- oltre che su un repertorio più o meno opera, saranno utili al fine di una com- Orvieto, in “Bollettino dell’Istituto Storico ristici ed al paganesimo rinascimentale. ricco di conoscenze iconografiche e prensione migliore dell’argomento. Artistico Orvietano”, XXXIV, 1978,pp. 141- ultramarino che, notoriamente, dopo 160. l’oro e l’argento era il più costoso e di Il decreto sulle immagini, unitamente formali acquisito tramite gli incontri Per concludere, i responsabili della 14 Cfr. Bruno Toscano, Storia dell’arte e forme più difficile impiego. La previa esecu- ai numerosi trattati pubblicati sull’ar- con le varie scuole regionali. La Fabbrica cercarono di uniformarsi alla della vita religiosa, in Storia dell’arte italiana, zione di un cartone venne richiesta gomento (Gilio, Paleotti, Borromeo, Probatica Piscina del Circignani, ricca mentalità religiosa del Cinquecento, parte I, Materiali e problemi, vol. III, L’esperienza dell’antico, dell’Europa, della reli- solamente in occasione della prima ecc.), cercò di favorire lo sviluppo di di reminiscenze senesi beccafumiane, attraverso la rappresentazione di un giosità, Einaudi, Torino 1979, pp. 275- 314. commissione affidata a Girolamo un’arte devota, basata sui criteri di dal punto di vista stilistico è notevol- ciclo organico di storie della Vita e 15 Claudio Strinati, Marcantonio dal Forno nel- Muziano25, mentre non si hanno noti- decoro e di compostezza, già manife- mente diversa dalle pale muzianesche della Passione di Cristo, annunciate da l’oratorio del Gonfalone a Roma, in “Antichità viva”, XV, 3, 1976, pp. 14- 22. zie di pale d’altare rifiutate, né di statasi nell’attività pratica di alcuni in cui la monumentalità michelangio- Profeti e Sibille e osservate dai Santi 16 26 Giovanni Andrea Gilio, Due dialoghi…., a richieste di rifacimento . artisti (come a Orvieto). Michael lesca viene mitigata dal luminismo affrescati sulle pareti, secondo una tra- cura di Paola Barocchi, Firenze 1986. Appare ormai certo che inizialmente Baxandall riportò l’esistenza di una veneto dei paesaggi. Lo stesso Cesare dizione consolidatasi nel corso del 17 Gabriele Paleotti, Discorso intorno alle imma- non fosse chiara nella mente dei com- teoria ecclesiastica sulle immagini con- Nebbia, nonostante fosse stato allievo secolo. Tale ciclo andava ad amalga- gini sacre e profane, in “Trattati d’arte del solidatasi già molti secoli prima del del bresciano, in alcune opere intro- marsi a quello con le storie della Cinquecento”, a cura di Paola Barocchi, vol. II, mittenti l’idea di costruire un unico Bari 1961, pp. 117- 503. gigantesco ciclo sacro in sé organico. Concilio di Trento, espressa, ad esem- dusse elementi zuccareschi e si allonta- Vergine nel coro e sulla parete di con- 18 Cristina Acidini Luchinat, Taddeo e Federico Tuttavia, l’idea di avviare una decora- pio, nel Catholicon di Giovanni di nò dal morbido intimismo devozionale trofacciata, che seguivano la consueta Zuccari, fratelli pittori del Cinquecento, vol. I, zione pittorica dedicata alla Vita di Genova (un dizionario pubblicato alla del maestro, ottenendo una maggiore venerazione verso la Madre di Dio che Jandi Sapi Ed., Milano-Roma, 1998, pp. 50- fine del XIII secolo) o nella Summa drammaticità delle composizioni attra- caratterizzava il sentimento religioso 51. Cristo non può essere stata casuale, 19 Claudio Strinati, Riforma della pittura e rifor- soprattutto se eseguita all’interno del Theologica di Sant’Antonino, arcivesco- verso l’uso di forti contrasti chiaroscu- degli orvietani. ma religiosa, in “L’immagine di San Francesco Duomo di Orvieto, dove era custodita vo di Firenze28. Il decreto tridentino, rali, colori cangianti, forme complesse Tradizione e innovazione, culto della nella Controriforma”, catalogo della mostra, la Reliquia del Santissimo Corporale quindi, recuperò concetti relativi alla e panneggi dalle pieghe sottili ed ango- Madonna e dei Santi, fedeltà alle Sacre Roma, 1982, pp. 35- 56, cit. p. 37. 20 Per quanto riguarda la storia e l’organizzazio- della Messa di Bolsena. Da qui, l’11 pittura sacra, desunti dalla tradizione lose (come nell’Incoronazione di spine). Scritture ed esemplarità della vita di ne laica dell’Opera del Duomo di Orvieto, uffi- agosto 1264, Urbano IV aveva emana- medievale, per cercare di risolvere una Per questo è impossibile parlare di Gesù, armonia, compostezza e decoro: cializzata (con l’autorizzazione papale) dagli to la bolla Transiturus de Mundo, con questione che nel XVI secolo era tor- un’arte della Controriforma, come tutti gli aspetti espressi dalle pitture del Statuti del 1421 e dai successivi Capitoli del la quale il Pontefice stabiliva che ogni nata fortemente in auge, ovvero quella sarebbe inesatto identificare lo “stile Duomo di Orvieto, oltre agli elementi 1553, cfr.: Lucio Riccetti, Le mani sull’Opera. Vescovo, Capitolo e Comune tra devozione civica, anno dovesse essere celebrata la festa della funzione religiosa dell’arte sacra. orvietano” piuttosto che l’arte “senza distintivi e peculiari, riflettono i carat- finanziamento e gestione del patrimonio del Corpus Domini27. La straordinaria Quando a Trento i Padri conciliari tempo” individuata da Federico Zeri30 teri religiosi ed estetici dell’epoca. dell’Opera del Duomo di Orvieto fino al 1421, devozione riservata dalla popolazione promulgarono il decreto sulle immagi- o le primitive decorazioni del Gesù31 estratto da “Nuova rivista storica”, anno ni, la nuova arte era già stata messa in come le uniche espressioni tipiche di Andrea Piccinelli LXXXVI, fasc. I, Soc. Ed. Dante Alighieri, orvietana all’Eucarestia ed al sacrificio 2002, pp. 49- 110; Luigi Fumi, Statuti e regesti di Cristo si era andata così ad affianca- pratica a Orvieto. In effetti le pale d’al- una “maniera controriformata”. Tale dell’Opera di Santa Maria di Orvieto, Roma re a quella tradizionale nei confronti tare del Duomo rispondono piena- pluralità di stili differenti tra loro riflet- 1891 (rist. anast., a cura di Lucio Riccetti, della Vergine (alla quale era dedicata la mente ai criteri di chiarezza e di con- te la complessità e le articolate dirama- 1 Questo testo è parzialmente tratto dalla mia Orvieto- Perugia, 2002). tesi di laurea in Storia dell’Arte (Università degli 21 Luigi Fumi, Il Duomo di Orvieto e i suoi Cattedrale) e degli Apostoli, ormai da formità alle Sacre Scritture mentre, per zioni della Controriforma. Studi di Roma “La Sapienza”) discussa il 16 restauri, Società Laziale ed., Roma, 1891, cit. p. secoli saldamente radicata nella menta- quanto riguarda la capacità di coinvol- Un approfondimento, supportato da luglio 2007. Per questo articolo la mia gratitu- 412, Doc. CLXXXI, 18 ottobre 1561. lità popolare. Anche lo spostamento gimento emotivo sui fedeli, pur non ricerche archivistiche, sullo sviluppo a dine va al mio relatore Ricardo De Mambro Evidentemente, la risposta fu affermativa. 22 dell’antico Coro marmoreo medievale disponendo di testimonianze scritte Orvieto di drammi sacri dedicati alla Santos. Voglio inoltre ringraziare la mia correla- Ibidem, p. 352, Doc. XII, 25 maggio 1564. trice Bianca Tavassi La Greca e le dottoresse 23 Ibidem, cit. p. 411, Doc. CLXXVI, 12 dalla navata centrale alla tribuna pro- che provino le reazioni della popolazio- Vita di Cristo (interpretati dai membri Laura Andreani ed Alessandra Cannistrà. dicembre 1558. mosso da Paolo III (che rese più visibili ne di fronte alle imponenti scene al delle varie Congregazioni religiose o 2 Alberto Satolli, Documentazione inedita sugli 24 Ibidem, op. cit., p. 413, Doc. CLXXXV, 14 e accessibili alla comunità dei fedeli momento della loro collocazione, di laicali, come quella del Corpus Christi) interventi cinquecenteschi nel duomo scomparsi gennaio 1565. sicuro una comunità così tanto devota potrebbe favorire la comprensione del con i restauri del 1877, in appendice a ID., 25 Ibidem, p. 411, Doc. CLXXIII, 25 ottobre l’altare maggiore, la celebrazione della Quel bene detto Duomo, in Studi sul Duomo di 1555. Messa e il Santissimo Sacramento) alla figura di Cristo come quella orvie- rapporto tra questi spettacoli teatrali e Orvieto, in “Bollettino dell’Istituto Storico 26 L’unica tela sottoposta a rifacimento fu quella ebbe lo scopo di avvicinare maggior- tana riservò ad esse grande considera- la pittura nata all’interno del cantiere Artistico Orvietano”, XXXIV, 1978, pp. 129- raffigurante le Nozze di Canaa che, rovinatasi a mente i fedeli al culto ed alla pratica zione. Inoltre, i membri del Numero della Cattedrale. Infatti, nel 160, cit. p. 133. causa di una caduta, Cesare Nebbia ridipinse 3 Claudio Strinati, Marcantonio dal Forno nell’o- nel 1569. frequente dell’Eucarestia. L’emanazione (seppur appartenenti alla nobiltà o Cinquecento, un artista che si accinge- ratorio del Gonfalone a Roma, in “Antichità 27 La traduzione italiana della bolla papale si del decreto sul “Santissimo Sacramento all’alta borghesia), sapendo di agire per va ad eseguire un’immagine religiosa viva”, XV, 3, 1976, pp. 14- 22.; ID., Quadri trova in Eraldo Rosatelli, Il Duomo di Orvieto. dell’Eucarestia” dell’11 ottobre 1551 gli interessi e per il bene dell’intera doveva tener conto delle capacità visive romani tra ‘500 e ‘600, catalogo della mostra, Fede, arte, letteratura, Quattroemme, Perugia contribuì a diffondere la venerazione comunità cittadina, non avrebbero mai e delle abitudini del pubblico fruitore Roma Palombi, 1979, pp. 46- 52; ID., La tavo- 2000, pp. 135- 137. la Pellucchi di Livio Agresti, in “Prospettiva”, IX, 28 Cfr. Michael Baxandall, Pittura ed esperienze nei confronti del Corpo di Cristo approvato un’opera così grandiosa della sua opera. All’epoca, la maggior 1977, pp. 69- 72; ID., Un frammento d’affresco sociali nell’Italia del Quattrocento, Piccola (richiamandosi alla bolla di Urbano senza il consenso popolare. La scelta di parte delle persone erano analfabete. di Francesco da Castello, in “Prospettiva”, XV, Biblioteca Einaudi, Torino, 1978. IV) e del dogma della transustanziazio- affidare i primi lavori ad un artista L’unico modo per accedere alla Parola 1978, pp. 62- 68; ID., Roma nell’anno 1600. 29 L’opera, eseguita nel 1555 per il cardinale relativamente poco famoso come di Dio erano i dipinti, le prediche e le Studio di pittura, in “Ricerche di Storia Marcantonio Colonna ed attualmente conser- ne. dell’Arte”, 10, 1980, pp. 15- 48; ID., Riforma vata nella Pinacoteca Vaticana è pubblicata in Tuttavia, appare impossibile stabilire Muziano potrebbe essere stata fatta Sacre Rappresentazioni. Quando un della pittura e riforma religiosa, in “L’immagine Ugo Procacci, Una “vita” inedita del Muziano, un legame di diretta filiazione tra il sulla scia del grande successo ottenuto uomo si accingeva alla contemplazione di San Francesco nella Controriforma”, catalogo in “Arte veneta”, 8, 1954, p. 243. decreto tridentino e l’operato degli dalla Resurrezione di Lazzaro di Santa di un’immagine religiosa, doveva ricor- della mostra, Roma, 1982, pp. 35- 56; ID., 30 Federico Zeri, Pittura e Controriforma. L’arte Maria Maggiore29 (tanto che proprio rere al proprio bagaglio di informazio- Storia del pittore che non esisteva, in “Guida del- senza tempo di Scipione Pulzone da Gaeta, artisti impiegati nella grande impresa l’estate”, Roma, 1988, pp. 24- 33. Torino 1957. decorativa. Sembra più giusto conside- questo soggetto fu il primo ad essere ni e opinioni tratte dall’esperienza 4 Marietta Cambareri, Ippolito Scalza e la tra- 31 Cfr. Howard Hibbard, Ut picturae sermones: rare il Decreto sull’Eucarestia come l’e- eseguito per il Duomo). generale. Per questo motivo, quando sformazione del Duomo di Orvieto nel ‘500: le The first Painted Decorations of the Gesù. 18 Lettera Orvietana N. 21-22 aprile 2008 La Chiesa di Santa Maria de Stioli Riaffiorano i resti di un importante complesso ecclesiastico altomedievale

el 1957, Cesare Morelli pubbli- Ncò sul Bollettino ISAO n. XIII un articolo, intitolato “Gli avanzi romani di Pagliano presso Orvieto”. In una parte di esso parla di due importanti reperti paleocristiani, rin- venuti a Pagliano e Corbara. Nel corso degli scavi ottocenteschi all’in- terno del porto, venne infatti recu- perata una piccola medaglietta plumbea con inciso il monogramma costantiniano. Poco a monte del Castello di Corbara, tra le tegole che ricoprivano una tomba alla cappuc- cina, fu recuperata una tegola con l’iscrizione URSE VIVAS IN DEO1. All’interno dello stesso paragrafo, il Morelli parla dei resti di una chiesa, situata tra il porto romano e Corbara. Cito testualmente: “A metà strada tra Pagliano ed il Castello di Corbara, si trovano tracce di una antichissima chiesa che nelle carte medioevali è indicata con il nome di di arieti agli angoli e presenta sui lati che l’area dove sorgeva la Chiesa S. Maria de Stioli o de Stiolo. una decorazione a rosette. È di potesse essere stata precedentemente Probabilmente la chiesa fu costruita epoca romana. Nello stesso podere è occupata da un tempio pagano. Alla con materiale edilizio proveniente stato rintracciato anche il catillus di luce delle recentissime ricognizioni dalla distrutta Pagliano (a meno che una macina in leucitite; anch’esso è questa ipotesi è tornata ad assumere già nel luogo non fosse stato un tempio di età romana. Presso la casa canoni- una nuova e più forte consistenza; pagano, come pare improbabile, per la ca di Corbara sono stati invece ritro- infatti, nel settore occidentale e segregazione del tutto rusticana). vati, murati alle pareti di un ambien- meridionale dell’affioramento sono Infatti è stato trovato tra quei ruderi, te di servizio della canonica, i due stati visti materiali di età romana, ormai sepolti, un basamento di ara “fregi”; si tratta di due frammenti di quali numerosi frammenti di tubuli, pagana, di circa m 1,00 x 1,00, con plutei, decorati con motivi ad intrec- di anfore da trasporto, di ceramica una testa di ariete a rilievo in ciascu- cio, e databili all’ottavo o nono seco- sigillata e diverse tessere di mosaico no dei quattro angoli, e volute floreali lo3. Tra il 2006 ed il 2007, in seguito in pasta vitrea colorata, di impasto nei lati. Forse è di stile ellenistico. all’espianto del suddetto vigneto, analogo ad altre recuperate negli Sono i soliti motivi sacrificali, ritrova- furono effettuate profonde arature, scavi del sito di Pagliano. ti nell’ara di Ostia, e in altre consimi- che a più riprese hanno evidenziato Certamente la struttura romana non li. Probabilmente fu acconciato all’uso una presenza di materiale archeologi- era di grandi dimensioni, dovendo di fonte battesimale. Altro materiale co ancor più notevole. Questi rinve- trattarsi probabilmente di un piccolo da costruzione appartenente alla diru- nimenti hanno fornito la certezza di sacello, al quale forse dovrebbe rife- ta chiesa sta nelle mura perimetrali aver rintracciato il sito dell’antica rirsi l’ara. Per quanto concerne la della casa colonica attigua ed omoni- Chiesa depone per la sua rispettabile dei tentativi di identificazione, ma antichità: infatti il trovarsi a metà l’esatta collocazione della Chiesa Chiesa. Oltre ad una straordinaria posizione “isolata” del sacello, sia le ma: sono pietre regolarmente squadra- 4 2 quantità di tegole e coppi, sono fonti classiche sia i padri della te, forse provenienti da un tempio strada tra l’abitato romano e il castello rimase incerta . medioevale, indica la gradualità dello In seguito ad una serie di ricognizio- emersi numerosi blocchi in traverti- Chiesa, più volte evidenziano come pagano. Infine sono state tratte fuori, no, molti dei quali assai ben squa- le forme più diffuse ed evidenti della nel 1957, per occasionali lavori di spostamento della popolazione; mentre ni effettuate tra il 2003 ed il 2004, la dedica della chiesa a Maria SS.ma grazie a preziose testimonianze orali, drati, altri con vistose tracce di religiosità pagana non fossero i gran- aratura, una colonnina di marmo sca- malta, ed uno sicuramente pertinen- di templi delle città, ma tante picco- nalata, e alcuni frammenti di tavola è presumibilmente da spiegarsi come si poté individuare, all’interno di un sostituzione antitetica al culto pagano vigneto su area pianeggiante, situato te ad un arco. È stato anche visto un le realtà diffuse in particolare nelle in travertino disegnata e intagliata a frammento lapideo che presenta campagne: altari campestri, alberi intreccio o a maglia, del tipo che si di Venere e quindi indicherebbe vici- a circa 300 m. ad Ovest della sede nanza dei due culti nel tempo”. dell’Azienda Agricola di Corbara, un incisa una croce. Nel settore a monte sacri e, come forse in questo caso, riscontra nelle transenne o ne’ paliotti del campo, a ridosso di un’area piccoli sacelli. di stile bizantino. La presenza di All’interno dello stesso articolo il grande affioramento di laterizi, con Morelli propone una frequentazione estensione di circa 40 metri per 70. boschiva, sono emersi numerosi molte ossa umane, nello stesso sito, frammenti di ossa umane, in parti- Paolo Binaco documenta la sepoltura di fedeli della Chiesa a partire dal VI secolo L’ara “ellenistica” di cui parla il dopo Cristo, basandosi sul rinveni- Morelli è stata invece rintracciata nei colare alcuni femori e frammenti di defunti nella cripta della chiesa stessa, crani, in associazione a lastre molto come è stato in uso per tutto il mento di fregi in “stile bizantino”. pressi del Podere “La Francesca”. Si Negli anni successivi sono stati fatti tratta di un’ara in pietra con protomi sottili di travertino, frammenti di Medioevo. Anche l’ubicazione della tufo vulcanico e di lastre marmoree BIBLIOGRAFIA CITATA non decorate. Tutto ciò è probabil- NELL’ARTICOLO mente da ricondurre a tombe a cas- sone che occupavano l’area interna o GUIDI DI BAGNO L., La Diocesi orvietana immediatamente circostante la nel Medioevo, in Quaderni dell’Istituto Statale d’Arte di Orvieto, 5/6, Roma 1985, pp. 133 - Chiesa. In tutto il settore del campo 176. interessato dall’affioramento, sono IORIO R., Le origini delle diocesi di Orvieto e stati visti abbondanti frammenti di di Todi alla luce delle testimonianze archeologi- ceramica da cucina, oltre a pochi di che, Assisi 1995. MORELLI C., Gli avanzi romani di Pagliano maiolica arcaica. presso Orvieto, in Bollettino ISAO XIII, 1957, Un dato assolutamente importante, pp. 3-60. concernente la topografia antica del- PACELLI F., Contributi per la Carta l’area, è stato evidenziato dopo i Archeologica dei territori di Orvieto e di Baschi, lavori di aratura del 2006. Infatti, tesi di Laurea, Orvieto 2003. sul terreno, in seguito ad un forte acquazzone, furono evidenti i segni 1 Per ulteriori notizie e bibliografia su questi delle murature sepolte in disfaci- due rinvenimenti si veda R. IORIO, Le origini mento. Grazie a questa situazione, è delle diocesi di Orvieto e di Todi alla luce delle testimonianze archeologiche, pp. 114 - 117. stato possibile intuire che la Chiesa 2 A questo proposito si veda L. GUIDI DI era collocata al centro di una grossa BAGNO, La diocesi orvietana nel Medioevo, p. area di forma pressoché quadrata, tra 152. l’altro ben visibile sia da foto aeree 3 4 I reperti lapidei, sia l’ara che i frammenti di che satellitari. Alla stessa Chiesa pro- plutei e la colonna, sono stati rintracciati da F. Pacelli nel 2002, poi da lui accuratamente babilmente si affiancavano altre documentati. F. PACELLI, Contributi per la strutture, ipotizzabili per la presenza Carta Archeologica dei territori di Orvieto e di di una gran quantità di materiale Baschi, tesi di Laurea, Università degli Studi edilizio nel settore Ovest dell’area della Tuscia, p. 139 e pp. 144 - 146. Le foto dei plutei e dell’ara presentate in questo arti- esaminata. colo sono proprio quelle scattate da Francesco Il Morelli, nel suo articolo, sostenne Pacelli. quanto remota fosse la possibilità 5 In particolare si pensi ai Fasti d’Ovidio. 19 Lettera Orvietana N. 21-22 aprile 2008

inoltre, è attivo un campo scuola nel- l’area archeologica di Pagliano per ini- Il Porto romano di Pagliano ziativa della Scuola di Etruscologia e Archeologia dell’Italia Antica (istituita n un’area posta alla confluenza del mento portuale sia stato in attività ripulitura delle strutture ritrovate da dalla Fondazione per il Museo “C. Ifiume Paglia con il Tevere, non dalla fine del II sec. a.C. agli ultimi Mancini, che presto tornarono ad Faina” e dalla Fondazione per il molto distante da Orvieto, si situa decenni del IV sec. d.C. essere nascoste dalla vegetazione. I Centro Studi “Città di Orvieto”) in l’importante area archeologica di Il sito di Pagliano venne indagato per problemi per Pagliano non si fermaro- piena collaborazione con la Pagliano. La zona, compresa tra i due la prima volta dall’ingegnere Riccardo no qui: la costruzione dell’Autostrada Soprintendenza Archeologica per fiumi, forma una sorta di triangolo Mancini, lo scopritore delle necropoli del Sole, negli anni compresi tra il l’Umbria, dove ogni anno vengono a sopraelevato dal terreno circostante di orvietane di Crocefisso del Tufo e di 1962-‘65, portò all’occupazione del- formarsi giovani archeologi; qui essi circa cinque metri ed esteso per una Cannicella, negli anni 1889-‘90, con l’area archeologica per la costruzione svolgono sul campo tutte le funzioni superficie di circa 8000 metri quadra- fondi concessi dalla Banca Romana. del cantiere, con l’insediamento delle che fanno parte del bagaglio professio- ti. Al suo interno si sviluppò un Egli condusse scavi all’interno dell’a- baracche degli operai e di depositi per nale di un archeologo: dal rilievo delle importante insediamento portuale di rea portuale, dove portò alla luce, i materiali. Alcune strutture di epoca strutture al disegno dei materiali e alla epoca romana. Quest’area ha svolto, oltre a un gran numero di reperti, una romana che erano state portate alla loro classificazione. sin da epoca molto antica, la funzione serie di ambienti di dimensioni rag- luce vennero abbattute per far posto a Vanno senza dubbio ringraziati, per il di centro di raccolta e smercio di pro- guardevoli, in tutto 70, ma ne esplorò questi edifici provvisori. loro impegno, Stefano Talamoni dotti e manufatti provenienti solamente 28, formulando una prima L’ipotesi interpretativa di R. Mancini (Fondazione per il Centro Studi dall’Etruria interna e dal territorio cir- ipotesi, registrata poi in un rapporto venne riesaminata agli inizi del “Città di Orvieto”), Giuseppe M. costante, che qui radunati, venivano preliminare, che si potesse trattare di Novecento e iniziò a suscitare i primi ra più attenta e convincente i dati Della Fina, (Fondazione per il Museo imbarcati per Roma. Va segnalato un complesso termale. L’interruzione dubbi: nel 1925, in particolare, W. emersi in precedenza e ha riconosciu- “C. Faina”), Paolo Bruschetti inoltre che, negli scavi effettuati alla degli scavi, nel novembre del 1890, fu Valentini rifiutò la tesi di Mancini e, to che le strutture potessero apparte- (Soprintendenza Archeologica per fine dell’Ottocento, fu rinvenuto un dovuta ad una serie di scandali della per primo, ipotizzò che gli ambienti nere ad un insediamento portuale. l’Umbria), direttore dello scavo, numero considerevole di macine in Banca Romana, finanziatrice dello potessero rinviare ad un insediamento A partire dal 2001, ha avuto inizio Bengasino Perazzini, assistente di pietra per la triturazione dei cereali e scavo, che portò il Mancini ad abban- portuale. La proposta innovativa venne una nuova stagione di ricerche: scavo. Un ringraziamento poi a tutti la lavorazione delle olive. donare l’esplorazione, che poi conti- accettata parzialmente da U. Tarchi, l’ENEL ha effettuato una prima ripu- coloro che stanno portando avanti, L’analisi scientifica dei reperti rinvenu- nuò in maniera clandestina. nel 1936, mentre G. Becatti accolse litura dell’area di Pagliano e la con la massima serietà professionale, ti (frammenti di anfore vinarie e olea- Successivamente, A. Manassei, ammi- favorevolmente l’ipotesi originaria. Soprintendenza Archeologica per lo studio dei materiali ritrovati, che rie, ceramica a pareti sottili, sigillata nistratore della Tenuta di Corbara, Più di recente, nel 1957, Cesare l’Umbria ha iniziato a provvedere al verranno raccolti in un volume di aretina, monete in bronzo, ecc.) nelle asportò in maniera sistematica un Morelli (Gli avanzi Romani di consolidamento delle strutture conser- prossima pubblicazione. ultime campagne di scavo, avviate nel numero considerevole di reperti e C. Pagliano presso Orvieto, in Bollettino vate e a promuovere nuovi scavi con- 2002, sembra suggerire che l’insedia- Dottarelli, nel 1925, condusse una ISAO, XIII) ha riesaminato in manie- dotti in maniera scientifica. Dal 2002, Alessandro Trapassi Ma davvero Caino ha ammazzato Babele buttandolo giù dalla torre? (Scherzi della comunicazione...) fonte e sempre in situazione di attesa e posteriori con cui fare i conti.... La tv, di informazioni che vengono proposte attenzione, che insiste sul canale (la il computer ecc… nascono dagli svi- c’è un tutto compreso, c’è un piccolo a consuetudine con la quale le per un corretto approccio in questa funzione fàtica di Jakobson). Se per luppi di una tecnologia riprodottasi, che contiene il tutto; ogni teoria ogni Lagenzie educative, in particolar direzione. Il coraggio sta nell’indivi- esempio guardate un quiz in tv notere- nel corso del tempo, attraverso l’uso cultura somministrata con vera modo la scuola, reclamano una mag- duare un percorso cronologico, mar- te che i tempi di attesa della conferma costante di altri media (anche libri per sapienza eristica. Ed eccoci allora giore attualizzazione e un profondo carlo concettualmente, riconoscerne i del presentatore sono dilatati esagera- esempio). Chi avrebbe mai pensato cadere di nuovo in una pregiudizievo- confronto col mondo tecnologico, linguaggi e riconsegnarne in maniera tamente... Dov’è la comunicazione e che dopo il registratore o la tv sarebbe le consapevolezza: la caratteristica del costituisce un prezioso elemento di divulgativa i concetti. Qui si recupera qual è? Chi riceve potrebbe pensare: nato il computer? Così di seguito il mezzo è forse proprio la sua capaci- stimolo alle istituzioni che dispongo- e si gioca la nostra maturità storica: “stai solo cercando di trattenermi qui computer ha permesso nuovi sviluppi tà di esprimere sempre e comunque no di esperienza e risorse, sia strumen- riconoscendo alla tecnologia e ai in attesa di una conferma di cui so già ecc. Ma dobbiamo saper riconoscere due o più verità opposte. Ci si può tali sia umane, in grado di soddisfare suoi linguaggi una storia. L’intento è che la risposta è esatto o sbagliato... ma che tra i messaggi prodotti ve ne sono obiettare che la volontà del mezzo esigenze di natura socio-pedagogica. quello di soddisfare la richiesta avan- io me lo ricordo se è esatto o meno? innumerevoli che non hanno senso e non è quella, eppure si rivela una A supporto di questa mera constata- zata continuamente in maniera impli- Come vivere in questa incertezza?” E magari neanche significato, o addirit- commistione fra atto e fatto peda- zione troviamo in evidenza alcuni cita e non; l’ “umanizzazione delle intanto là un giro di pubblicità! tura hanno contenuti negativi; tutta- gogico veramente micidiale. Non temi e interrogativi pressanti di cui si tecnologie della comunicazione” in Passiamo a ciò che è accaduto recente- via sono messaggi che fanno parte di facciamo parte della schiera degli apo- dibatte spesso: I telefonini a scuola; Il grado di imbrigliare la tecnologia e mente in occasione dei fatti quell’esercizio che la tecnologia ha da calittici e crediamo che la comunica- mutato rapporto docente-discente; rendere al mondo della comunicazio- all’Università di Roma che costituisce produrre per evolversi e autogenerarsi zione sana sia possibile comunque. E Computer e Internet; I nuovi linguaggi; ne confini certi e valori portanti. un utile esempio, invece, sul come cir- cioè del flusso continuo. Stabilita ancor più crediamo che sia possibile Bullismo; ecc…Non vogliamo propor- Adulti e ragazzi debbono riproporre, cola l’informazione tra mittente e quella che possiamo considerare la sua effettuare una scommessa in buona re una guida universale ma spargere, nei confronti del mondo tecnologico destinatario. funzione fàtica il messaggio va… Ed fede tale da consentire una crescita semmai, un germe di risposta a soc- e della comunicazione, un atteggia- Mi è capitato di sentire qualche gior- ecco che si procede oltre e si arriva ai congrua e coerente. Prevedere all’in- corso di quella pedagogia che esige mento critico che sani alcune imperfe- no dopo alcune affermazioni diverten- paradossi della comunicazione di cui terno delle scuole elementari e delle sintonia tra educazione, informazio- zioni di fondo. La pluralità dei media ti: “Il Papa ha detto male di parla Watzlawick. Tutto si stravolge e scuole superiori alcuni brevi inserti ne, comunicazione e tecnologia. e la convergenza fra essi aprono ampi Galileo...giù le mani del Vaticano i valori diventano tali se rientrano di unità educative rivolte alla comu- Suggeriamo dunque brevi input verso scenari di strepitose opportunità che dall’Università” da una parte e dall’al- in una sorta di lista che viene modi- nicazione, è operazione necessaria per alcune scelte da operarsi nel villaggio caratterizzano quella attuale come la tra “L’Università è in mano ai rossi...” ficata ogni nano-secondo e anch’es- avvicinare ragazzi e magari professori a globale, per dirla con Mc Luhan, ove stagione dei self-media (ognuno produ- Ripeto: le considero divertenti perché sa stravolta. Il valore passa dal tubo qualcosa che, freddo all’apparenza, si ormai il mezzo è messaggio. In sostan- ce e raccoglie messaggi di ogni tipo). entrambe sono espressioni che ripor- catodico. La liturgia della messa in riveli poi campo proficuo di esperien- za, accettando i passi più significativi Immaginiamo un mondo con miliardi tano sensazioni alimentate, nel corso onda ci regala un mondo pseudoreli- ze sia teoriche sia pratiche. Dobbiamo del guru canadese e riconoscendo che di miliardi di trasmettitori e mittenti, degli anni, da un certo tipo di comu- gioso che oscilla tra l’assoluzione e offrire a giovani e adulti la possibilità la tecnologia produce tecnologia in altrettanti destinatari riceventi; fanta- nicazione. E infatti le uniche cose l’allarme cosmico (magari me ne di avvicinare e approfondire argomen- una sorta di processo evoluzionistico scientifica ipotesi sarà il coincidere chiare sono state, in seguito, scuse e frego dei bambini soldato o di quelli ti che non abbiano a relegarli, senza sfrenato, stabiliamo un punto fermo tra mittente e ricevente ovvero “io riappacificazioni da una parte e dal- che muoiono di fame in Africa però competenze, in un angolo. da cui ripartire. Non per niente siamo invio il messaggio e, non riconoscen- l’altra a fronte del comportamento devo preoccuparmi di una non ben Immaginiamo a tal proposito una d’accordo anche con Postman nel sot- dolo lo ricevo meccanicamente. I di pochi. Ma cosa è successo? Da una identificata pandemia che sta per quantità notevole di temi tecnologica- tolineare la nascita del bambino tec- miei messaggi influenzeranno me parte una comunicazione asimmetri- sconvolgere l’Europa o che so io del mente attuali da sviluppare come ad nologico che brucia le tappe e si avvi- stesso e io sarò il dio nascosto a cui ca (da persone depositarie di cultura buco nell’ozono). Viva i marziani di esempio wi max, digitale terrestre, le cina pericolosamente, scimmiottando- ubbidirò”. Stiamo diventando esseri elevata a persone di cultura media o Orson Welles e così sia! Quale verità comunicazioni radio e altro. lo, all’adulto che invece ha perso i tecnologici? Stiamo diventando sotto essa) di concetti difficili e alta- ci tocca? Quello che ci auspichiamo dunque è propri confini. Davanti alla tecnologia robot? Molto interessante questo mente teologici senza un filtro divul- L’oscillazione conduce alla legittima- l’avvento di una disciplina nuova da bambino e adulto si fondono, non futuro denso di opportunità ma anche gativo adeguato ha indotto al frain- zione di più tesi e comunque di un inserire già nella scuola dell’obbligo; sono due universi divisi bensì introiet- con qualche inquietudine all’orizzon- tendimento la gente comune, dall’al- dialogo eristico all’infinito passando un’ educazione alla storia della tec- tati a vicenda. Vanno recuperati i te… Ma tanto è. Constatiamo che la tra un certo tipo di comunicazione magari per le leggende metropolitane. nologia e della comunicazione, di segmenti intermedi e soprattutto la tecnologia richiede un certo numero ideologica (spesso anch’essa asimme- Ora è vero questo e ora quest’altro. cui riteniamo opportuno il dispiegar- consapevolezza dei passi compiuti di messaggi e mezzi atti a veicolarla trica) che si proclama da anni nel Mai una soluzione sola altrimenti la si nei modi e nei tempi in modo da per ricomprendere le età dell’uomo quasi subdolamente... Si crea, quasi segno della tolleranza ha provocato funzione fàtica verrebbe interrotta, lasciare un segno tangibile. ma anche la scuola, se è vero come è magicamente un contatto fisso con una reazione nei confronti del Santo l’attenzione negata, è necessario oscil- La storia va recuperata e intesa quale vero che cronologicamente i giovani l’utenza, un flusso continuo di infor- Padre: PERCHE’? lare per mantenere quel flusso conti- conoscenza, come suggerisce Marrou, apprendono prima ad usare un mezzo mazioni. Un flusso continuo di mes- Perché semplicemente a volte noi non nuo. Chi crede può suggerire la fede in grado di indurre l’uomo a porsi le tecnologico (meccanicamente) e saggi fra i quali ve ne sono alcuni sappiamo cosa comunichiamo e il come luce verso il cammino, cosa da giuste domande e magari con l’aiuto dopo, forse, la sua storia, chi lo ha poco opportuni e altri distorti. Questa mezzo non perdona. Non significa inscrivere però tra le opinioni perso- della tecnologia stessa a cercare rispo- ideato, come è costruito, l’uso più forma di comunicazione genera un che siamo stupidi ma che la nostra nali. Più generalmente non abbiamo ste anch’esse giuste, in grado di ren- corretto possibile ecc... Quella di illu- tipo di auto-trasmissione (la tecnolo- comunicazione si avvale di forme da imputare alla tecnologia unicamen- derlo libero da condizionamenti ideo- strare, ad esempio, le stagioni attra- gia che trasmette sé stessa) basata sul- modi, mezzi e che nascondono l’ te aspetti negativi, ma dobbiamo logici e tecnologici. versate dalla comunicazione e i suoi l’uso ripetuto, sul mantenere sempre e effetto di cui avremo coscienza in imparare e in seguito insegnare a rico- Magari allora anche il titolo di que- diversi aspetti è un’esigenza primaria comunque l’utente in contatto con la seguito. Una sorta di gestazione a noscere che in quel flusso continuo sto articolo avrebbe un senso... 20 Lettera Orvietana N. 21-22 aprile 2008

IMAGO URBIS

Scuola all’aperto in Orvieto (a. 1938)

Interno della Scuola all’aperto

21 Lettera Orvietana N. 21-22 aprile 2008

PAGINE LETTE I luoghi della mente Alla riscoperta della cantante Ermina Frezzolini

Nuovo volume di Elena Liotta rose- Frezzolini, celebre soprano dell’800, inizi, con il sostegno del padre, il guendo il secolo d’oro per l’Italia riguardo celebre Giuseppe Frezzolini, poi il grazione, soprattutto verso le P l legame che unisce ciascuno di nella pubbli- all’opera lirica: Rossini, Bellini, Verdi debutto alla Scala fu un vero trionfo; Americhe, gli Stati Uniti in partico- Inoi al luogo dove è nato è molto cazione dei e Puccini sono coloro che, con le il suo nome si affermò in modo tale lare, oggi si trova ad essere meta di forte, anche se qualche volta, per volumi dedi- loro opere, rappresentate non solo in che anche i teatri stranieri la recla- popoli di altre razze, che vedono ovvi motivi o per questioni econo- cati ai grandi Italia, ma anche all’estero, fecero mavano. E’ il momento che l’autore nella nostra terra un nuovo Eden, miche, siamo costretti a lasciare “il orvietani del della nostra Nazione la patria del bel identifica con la Grandeur: Vienna, dove poter realizzare ciò che non è natio borgo selvaggio” e spostarci in passato, ini- canto. San Pietroburgo, Madrid, Londra e stato possibile in patria. Il volume ha altra parte. Elena Liotta tratta in ziata da qual- Il volume riccamente illustrato ci fa Parigi furono i luoghi dove la vinto diversi premi: per la saggistica, maniera esemplare l’argomento, in che anno, la conoscere un personaggio di cui Frezzolini allietò con la sua voce le menzione ufficiale al Premio “Sante quanto ha provato, da emigrante, Fondazione Orvieto andò fiero ma che ai giorni platee del momento, cogliendo i de Sanctis”; menzione speciale al suo malgrado, tale condizione. Il Cassa di Risparmio di Orvieto, nella nostri forse pochi ricordano, se non trionfi con l’opera italiana. Un altro Premio “Salvatore Valitutti”, Premio volume da lei scritto affronta il pro- persona del suo presidente, l’archi- fosse per una lapide posta in un tassello si aggiunge ai precedenti, speciale della giuria “Ente Nazionale blema nel suo insieme, esaminando tetto Torquato Terracina, fa apprez- palazzo, vicino alla Chiesa di S. così tutti potranno conoscere un’al- per l’Alfabetizzazione”, consegnato il rapporto tra gli esseri umani e il zare un altro personaggio, di cui Angelo, sito in una via secondaria. tra illustre orvietana che con la sua dal ministro Fioroni in loro ambiente e pone un accento molti conoscono solamente il nome. L’autore illustra il cammino artistico voce ha reso famosa la nostra città. Campidoglio. Come si può vedere, particolare sul tema della migrazio- Il concittadino Antonio Mariani, da di questa celebre soprano, che ebbe l’esame che la Liotta affronta nel ne, del viaggio e dei luoghi d’origi- ricercatore solerte, mette in luce la la stima incondizionata di Giuseppe Franco Moretti volume ha, come si suol dire, colto ne, alla luce degli attuali processi di figura e l’opera di Erminia Verdi e degli altri autori d’opera: gli globalizzazione. È una questione di nel segno e di ciò ci complimentia- grande attualità tenuto conto della mo con l’autrice, che ha dimostrato situazione dei processi migratori, che di essere una perfetta conoscitrice sono sotto gli occhi di tutti. Certo il dei probemi trattati. Annali della Fondazione per il Museo “Claudio Faina” vol. XIII nostro Paese, che ha registrato nei secoli scorsi una forte ondata di emi- Franco Moretti Gli Etruschi e il Mediterraneo. Commerci e politica Convegni della Fondazione per il Velzna, la romana Volsini, distrutta Colombo, nel 1492. IMuseo “Claudio Faina” sono un nel 264 a.C., e che ha data luogo Il volume, nel quale sono raccolti i fiore all’occhiello della città, in all’odierna Bolsena. Da qualche contributi degli studiosi, che ogni quanto ci danno la possibilità di anno, l’orizzonte si è ampliato prima anno vengono chiamati per illustrare Studi di Etruscologia conoscere il mondo degli Etruschi alle vicine città etrusche come il tema che il Comitato scientifico nel suo processo storico. I parteci- Perugia e Chiusi, poi si è parlato dei della Fondazione “Claudio Faina”, ’Etruscologia è ormai una mate- cattedra Francesco Buranelli, Nadia panti sono i maggiori studiosi di vicini Falisci, quindi ci si è portati, presieduta dal professor Pugliese Lria divenuta familiare nella Borghi Farina, Silvio Paolucci, questo popolo che, grazie ai loro ed è l’argomento del XIII Convegno, Carratelli, propone di trattare, ha nostra città, da quando la scuola di Simonetta Stopponi, Giuseppe contributi, non è più tanto misterio- ai commerci che gli Etruschi ebbero dato, anche questa volta, un quadro Etruscologia e Archeologia dell’Italia Sassanelli, Angelo Russo, Giuseppe so come poteva apparire molti anni con i popoli che si specchiavano sul preciso di quello che gli Etruschi, Antica, organizza corsi di perfeziona- M. Della Fina e Paolo Bruschetti. Il or sono. Mediterraneo, questo mare che ha con i loro scambi commerciali mento per giovani etruscologi che, volume è il frutto delle lezioni di Anche gli argomenti trattati hanno avuto un’importanza primaria fino a hanno dato al progresso storico del poi, pubblicano le loro tesi con le questi illustri etruscologi, i quali allargato la loro visuale e sono usciti quando non è stato scoperto il mondo del tempo. quali si approfondiscono i temi che hanno dato vita ad una approfondita dalla cerchia delle mura dell’etrusca Nuovo Mondo da Cristoforo Franco Moretti vengono illustrati da studiosi di analisi del problema riguardo a que- fama come il prof. Giovannangelo sto popolo antico della Penisola. Gli Caporale, Ingrid Rowland, argomenti trattati sono dei più vari, Francesco Roncalli, Giovanni ma tutti portano un contributo alla Frammenti di vita contadina Roncalli, Filippo Del Pino, per non conoscenza sia della storia parlare il concittadino Giuseppe M. dell’Etruscologia che dell’arte della a memoria del tempo che fu non e nei paesi come Castel Giorgio. uomini e donne, i quali dovevano Della Fina, nella prima settimana. produzione artigianale in Etruria. Lpuò essere messa nel dimentica- Una vita dura, segnata dall’opera contare sulle braccia di tutti;. vite Nella seconda si sono alternati in toio, considerato poi che la vita ita- dell’uomo e scandita dalle stagioni dure, sostentate da una alimentazio- liana negli ultimi cinquant’anni ha che, se non erano buone, potevano ne a base di legumi, con poche pos- fatto un balzo di qualità tale che compromettere la vita e la sopravvi- sibilità di pietanze costose e preliba- oggi se parliamo ai nostri figli o ai venza di intere famiglie. Una vita te. nostri nipoti di come si viveva nel fatta di fatica e di sudore, con conta- Il volume è ricco di fotografie, che tempo trascorso, il racconto potreb- dini aiutati solamente dalle bestie, illustrano bene la vita del tempo. be avere l’aspetto delle favole. A que- che subivano la stessa sorte dell’uo- Oltre a ciò, ci sono le testimonianze Il Miracolo di Bolsena sto ha pensato Enzo Prudenzi, con mo. La semina, il raccolto, la mieti- del Renato Mattioni, Jader Jacobelli, quest’opera che ci piace segnalare e tura, la trebbiatura, la vendemmia, la Ennio De Sanctis. l Miracolo Eucaristico di Bolsena, prima e dopo il Miracolo e quello di che dà uno stralcio della vita conta- raccolta delle olive: questi gli impe- Iavvenuto nel 1263, nella Chiesa di Carlo Tatta, che illustra il Miracolo dina che si svolgeva nei nostri campi gni, che accompagnavano la fatica di Franco Moretti Santa Cristina, raccolti in un volume di Bolsena e l’origine della festa del a cura di Pietro Tamburini, sono Corpus Domini. molti e cercano di mettere in eviden- La parte riguardante il Miracolo za l’accaduto e la rinomanza che Eucaristico nell’arte è affidata alle Il Convento dei Cappuccini e padre Chiti ebbe in quei tormentati momenti ricerche di Maria Serlupi Crescenzi, storici. Lo studio di Lucio Riccetti che tratta delle pitture di Raffaello n altro tassello viene a completa- le difficoltà sociali erano grandi ed i Generale dei Cappuccini. La memoria dà il quadro preciso dell’evento, nelle Stanze Vaticane, mentre l’ico- Ure la storia del nostro territorio. poveri avevano bisogno di tutto. Oltre di quest’uomo, che ha voluto dedicare citando una sacra rappresentazione, nografia locale è affidata allo storico Questo volume illustra infatti un a San Crispino, un altro personaggio, la parte ultima della sua esistenza, che si teneva “ne la solennità dell’…. bolsenese Marcello Marini, autore di monumento che gli orvietani cono- che ha valorizzato il Convento fu dopo aver servito la Patria come uffi- del Corpo di Cristo” che fu raccolta un libro, in cui viene trattato il scono di nome: il Convento dei padre Gianfranco Maria Chiti, un ciale superiore dei Granatieri di nell’aprile del 1405 da Tramo di Miracolo di Bolsena. Il libro si com- Cappuccini, nei dintorni della città. generale in pensione, che volle chiu- Sardegna, al servizio spirituale, resterà Leonardo disciplinato dalla pone di tre parti: nella fede, nella Un luogo onorato dalla presenza di dere la sua vita come frate francesca- imperitura nel ricordo di tutti. Il volu- Confraternita di San Francesco e che storia, nell’arte e si apre con la pre- un frate, che la Chiesa ha riconosciuto no, sistemando l’immobile e renden- me si chiude con una serie di fotogra- ora si trova nel codice miscellaneo sentazione del vescovo diocesano, prima come beato poi come santo: dolo funzionale. La morte lo colse, fie a cura di Glauco Provani e Stefano denominato Laudanio Orvietano. monsignor Giovanni Scanavino. San Crispino da Viterbo. Fra Crispino dopo un incidente automobilistico a Morgantini, che illustrano la situazio- Gli altri contributi sono di Pier nacque a Viterbo il 13 novembre seguito di un malore, il 20 novembre ne del Convento prima e dopo il Luigi Leoni, tratta di Pietro da Praga F. M . 1668, ma visse in Orvieto per 38 2004. Le onoranze funebri si tennero restauro e le vicende di padre Chiti. anni, dal 1709 al 1747, dove operò nel Duomo di Orvieto, con la Messa come benefattore, in un’epoca in cui celebrata dal Vescovo e dal Provinciale Franco Moretti

ELENA LIOTTA, Su Anima e Terra. Il valore psichico del luogo, Roma (Edizioni Magi srl), 2005. Bolsena: il Miracolo Eucaristico, a cura di Pietro Tamburini, Bolsena (Sistema Museale del Lago di Bolsena, Quaderni N.1), 2005. ENZO PRUDENZI, Castel Giorgio: frammenti di vita contadina, Grotte di Castro (Tip. Gigli), 2001. ANTONIO MARIANI, Erminia Frezzolini. Grandeur e Decadence (1818-1884), Orvieto: Arte Cultura Sviluppo srl, Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, Roma (Tipograf srl) 2006. AA.VV., Orvieto il Convento di S. Crispino da Viterbo. Vicende di un restauro, 2007. AA.VV., Italia Antiqua - Storia dell’Etruscologia. L’Arte e la riproduzione artigianale in Etruria. Atti del II e III Corso di perfezionamento. Scuola di Etruscologia e Archeologia dell’Italia Antica, Roma (Edizioni Quasar), 2006. AA.VV., Gli Etruschi e il Mediterraneo. Commerci e politica, Annali della Fondazione per il Museo “Claudio Faina”, Roma (Edizioni Quasar), 2006. 22 Lettera Orvietana N. 21-22 aprile 2008

SEGNALANO i LETTORI

“etrusche”, una mostra dedicata alla pittura nella Tuscia nei secoli XIV e XV secolo, un tema che, Gentile Redazione se non erro, non è mai stato affrontato in maniera organica e completa. Comprendo perfettamente il significativo sforzo (organizzativo, scientifico-culturale, finanziario e ome affezionato socio del Sodalizio, sottopongo un’idea che l’Istituto, qualora la ritenesse politico) che la mostra richiederebbe, ma sarebbe un modo “nobile” per legare Orvieto al territo- Cmeritevole, potrebbe sviluppare in un articolato progetto da “sponsorizzare” nelle appropriate rio che le è più affine. sedi culturali, politiche e finanziarie. In particolare, evidenzio che la mia idea è dettata soltanto da puro interesse culturale. Cordialmente. Come noto, sono iniziati, da parte di un imprenditore lombardo, i lavori di restauro del A. M. Convento della Trinità, nella cui Chiesa “dovrebbero” trovarsi due affreschi (la Gloria di S. Bernardino e la Vergine fra Santi) attribuiti ad Antonio da Viterbo, detto il Pastura, pittore vissu- to tra il Quattrocento e il Cinquecento; i lavori, stando alle notizie di stampa, dovrebbero conclu- Lectio Dantis dersi nel 2010. Il Pastura ha lasciato altre tracce significative nel territorio orvietano: gli affreschi nell’abside del entili Amici, per fortuna si stanno riscoprendo tante belle cose del passato. Non solo dipinti, Duomo e nella Chiesa di Sant’Antonio Abate; una Madonna con il Bambino, un San Sebastiano Gsculture e quant’altro, ma anche opere letterarie, autori di grande valore. Dopo gli spettacoli e una Lunetta con Eterno fra due angeli adoranti, esposti attualmente nelle sale del futuro Museo di Benigni su Dante, pare che la gente abbia rivalutato il Medioevo, il Trecento, la Divina dell’Opera del Duomo. Commedia... Potrebbe essere un progetto interessante quello di organizzare delle serate per la let- Il restauro degli affreschi della Trinità potrebbe essere l’occasione per organizzare, insieme alla tura dantesca nella nostra città. Avrebbe sicuramente seguito tra i giovani. Che cosa ne pensate? città di Viterbo (città natale del Pastura, di cui conserva diverse testimonianze) e alle altre città P. M . IN CITTÀ

XV Congresso Internazionale Il ritorno delle statue in Duomo di Studi sulla Storia e l’Archeologia dell’Etruria II Convegno “Le Cattedrali. l 23-24-25 novembre 2007, presso il Palazzo del Capitano del Popolo, si è svolto il Segni delle radici cristiane in Europa” IXV Congresso Internazionale di Studi sulla Storia e l’Archeologia dell’Etruria, orga- nizzato dalla Fondazione per il Museo “Claudio Faina”. i è svolto nelle giornate di venerdì 16 e sabato 17 novembre il II Da sempre il Museo Faina si è impegnato affinché non fosse soltanto un luogo di raccolta di prestigiosi reperti in grado di documentare al meglio la civiltà etrusca, ma SConvegno “Le Cattedrali. Segni delle radici cristiane in Europa”, anche un centro vivo di produzione di cultura. organizzato dall’Opera del Duomo e dalla Diocesi di Orvieto-Todi e Fedele a questo impegno, numerose sono state negli anni trascorsi le iniziative prese dedicato, quest’anno, al ciclo scultoreo degli Apostoli e dell’Annuncia- sul piano culturale e scientifico, e quella che sembra aver meglio centrato le finalità zione nel Duomo di Orvieto. Nel corso della prima sessione, svoltasi - grazie alla disponibilità del “Centro Studi Città di che il Museo si era preposto sono stati i Convegni Internazionali di Studi che annual- Orvieto” - presso la chiesa intitolata proprio a uno dei primi discepoli di Cristo, San Giacomo Apostolo, ha avuto luogo la mente si svolgono ad Orvieto, noti per la loro validità, per il valore e il prestigio degli presentazione del progetto di ricollocazione delle statue all’interno della Cattedrale, curato dal professor Vittorio Franchetti studiosi che vi partecipano e che ad essi danno vita. A monte di tale intensa attività Pardo, rappresentante del nuovo Comitato scientifico per il Museo dell’Opera e già membro della Commissione per lo stes- culturale c’è l’autorevolezza del Comitato Scientifico della Fondazione Faina, compo- so Museo, presieduta dal professor Renato Bonelli. sto da professori titolari di cattedra nelle più prestigiose Università italiane e presiedu- È poi proseguito presso il palazzo dell’Opera del Duomo il denso programma degli interventi volti ad approfondire e divul- to dal professor Giovanni Pugliese Carratelli. Il tema che è stato affrontato nel gare la conoscenza di questo straordinario patrimonio artistico recentemente tornato alla luce e riscoperto anche dalla città. Convegno di quest’anno è “La colonizzazione etrusca in Italia”, tema che si ricollega Le relazioni sono state le seguenti: alle vicende più significative della storia del Mediterraneo nel I millennio a.C. VITTORIO FRANCHETTI PARDO Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Nelle ultime due edizioni erano stati presi in esame i rapporti tra Greci, Fenici, Le molteplici “immagini” del Duomo di Orvieto: identità nella discontinuità Cartaginesi ed Etruschi, quest’anno invece gli studiosi si sono concentrati sulla peni- RAFFAELE DAVANZO Una ipotesi critica di restauro sola italiana, volgendo un’attenzione particolare a due aree specifiche: la Pianura MARGHERITA ROMANO Problematiche conservative del ciclo scultoreo degli Apostoli e dell’Annunciazione Padana e la Campania. La prima è quel distretto territoriale che fungeva da ponte tra BEATRICE FRANCI Università degli Studi di Siena l’Etruria propria e i vasti territori dei Celti e che da ciò, insieme ad un’intensa e svi- Le sculture di Simone e Francesco Mosca nel transetto del Duomo di Orvieto luppata attività agricola, traeva il suo benessere, ben testimoniato anche di recente DONATELLA PEGAZZANO Università degli Studi di Firenze. Giambologna e Francavilla: dal modello all’opera finita dagli scavi condotti dal professor Giuseppe Sassatelli (autorevole componente del CLAUDIO PIZZORUSSO Università degli Studi di Siena. Giovanni Caccini Comitato Scientifico) a Marzabotto, con il ritrovamento di un edificio templare dalle DAVIDE GASPAROTTO Soprintendenza B.A.P. di Parma e Piacenza. Francesco Mochi nel Duomo di Orvieto dimensioni simili a quelli dei templi maggiori dell’Etruria meridionale. Accanto a ALBERTO SATOLLI Istituto Storico Artistico Orvietano. Una recente scoperta nell’attività orvietana di Francesco Mosca questa è stata presa in esame anche l’area del nord Italia, abitata da un altro popolo protagonista della storia antica europea, i Celti. MONIKA BUTZEK Kunsthistorisches Institut - Max Planck-Institut di Firenze. L’Annunciazione e gli Apostoli del duomo di Siena L’altra importante zona di espansione etrusca, la Campania, è un’area ricca di storia, ALESSANDRA MIGLIORATO Museo Regionale di Messina. Gli Apostoli del duomo di Messina. Giovanni Angelo Montorsoli ancora oggi testimone degli influssi greci, tanto da esserle stato dedicato con successo il XXVI Convegno di Studi Etruschi e Italici. In Campania scavi esemplari condotti dal professor Bruno D’Agostino (altro componente autorevole del Comitato La città ricorda Vindicio Bonagura Scientifico) e dal professor Luca Cerchiai stanno ridisegnando il quadro dell’incon- veva raggiunto le vette della Magistratura, con un cursus honorum d’eccezione, divenendo procuratore generale tro/scontro tra Greci ed Etruschi che trovò proprio in quella Regione il suo luogo privilegiato. Nell’occasione di questi tre giorni di cultura, è stato presentato il volume Amilitare della Repubblica presso la Corte d’Appello di Roma e poi procuratore generale militare presso la Corte di degli Atti del XIV Convegno: di nuovo, con immediatezza, i risultati dei lavori con- Cassazione. I suoi alti incarichi non avevano però minimamente intaccato il suo atteggiamento sobrio e la sua cordiali- gressuali del 2006 sono entrati nel dibattito scientifico; si tratta di un ulteriore contri- tà. L’orvietano Vindicio Bonagura era un uomo di legge, colto ed appartato, misurato e prudente, dotato di una carica buto che la Fondazione Faina ha voluto offrire alla comunità degli studiosi e all’avan- umana fuori del comune, che esprimeva con elegante semplicità di modi. Insomma “poco giudice e poco militare”, zamento degli studi storici. Un volume imponente, di più di cinquecento pagine, che come lo ricorda l’avvocato Cerulli, pacato e cauto osservatore del suo tempo. già da solo testimonia l’impegno che è stato profuso nella sua realizzazione. Da ricordare la presenza e la partecipazione delle autorità cittadine, le quali hanno compreso ed apprezzato gli sforzi che la Fondazione Faina compie ogni giorno per Se n’è andato Sergio Ercini incrementare la già vivace vita culturale della cittadina orvietana. Infine, un sentito ringraziamento va alla Commissione organizzatrice della l 28 luglio si è spento a Roma, all’età di settantatre anni, Sergio Ercini, parlamentare europeo, presidente della Fondazione Faina ed al suo Presidente, dottor Isidoro Galluccio. ICommissione politica, membro della Commissione giuridica, nella Delegazione per le relazioni con il Giappone e Questi i partecipanti e gli argomenti trattati: nella Commissione per i problemi economici e monetari e la politica industriale. Dopo la bufera di “mani pulite”, prof. Giovanni Pugliese Carratelli (Accademia Nazionale dei Lincei). aderì al Ppi, interessandosi da vicino, in Consiglio Comunale, delle questioni della sua città d’origine. Per le Edizioni prof. Giovannangelo Camporeale (Università degli Studi di Firenze): “Dalla prima alla secon- Thyrus, realizzò “Il poeta, la morte e il giovane”, un’interessante pubblicazione sulla Fiume dannunziana. Una figura da colonizzazione etrusca”. schietta e moderata, quella di Sergio Ercini, rappresentante di quell’impegno cattolico aperto ai confronti costruttivi, prof. Giovanni Colonna (Università degli Studi di Roma “La Sapienza”): “Etruschi e Umbri in che tanto ha contribuito alla crescita economica e civile del Paese. La Rupe lo ha recentemente ricordato, con l’iniziati- Val Padana”. prof. Giuseppe Sassatelli (Università degli Studi di Bologna): “Gli Etruschi nella valle del Po. va del 28 ottobre scorso. Riflessioni, problemi e prospettive di ricerca”. prof. Raffaele De Marinis (Università degli Studi di Milano): “Influssi della colonizzazione etrusca di area padana su popoli e culture dei territori alpini e subalpini”. dott. Luigi Malnati (Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna e della È scomparsa Zaira Marchesini, educatrice e poetessa Lombardia) e prof. Armando Cherici: “Armati e tombe con armi nella società dell’Etruria pada- d ottantasei anni, se n’è andata Zaira Marchesini, l’indomita e solerte insegnate elementare, che anche dopo il pen- na”. sionamento ha dimostrato un attivismo sorprendente, rivolto alla riscoperta delle tradizioni locali, degli usi, delle prof.ssa Petra Amann (Università di Vienna): “Intorno al cippo II di Rubiera”. A prof.ssa Patrizia Gastaldi (università di Napoli “L’Orientale”): “Modelli d’interazione tra le culture del territorio. Quante significative produzioni poetiche, poi le opere in dialetto orvietano, le memorie del buon città dell’Etruria interna e il fenomeno della colonizzazione”. passato delle campagne umbre. Una campionessa dell’orvietanità, Zaira Marchesini, pluripremiata per tante sue realiz- prof. Stefano Bruni (Università degli Studi di Ferrara): “Volterra e Fiesole nei fenomeni di zazioni che ha giustamente ottenuto riconoscimenti critici, attestati di stima e l’affetto sentito di chi l’ha conosciuta ed colonizzazione”. ammirata per vitalità e simpatia. prof. Adriano Maggiani (Università degli Studi di Venezia): “Ai margini della colonizzazione: Etruschi e Veneti nel VI sec. a.C.”. dott. Roberto Macellari (Museo Civico Archeologico di Reggio Emilia): “Rapporti tra Etruschi e mondo ligure”. Opera: cambio della guardia prof. Luca Cerchiai (Università degli Studi di Salerno): “La Campania: i fenomeni di coloniz- Insediato il nuovo Consiglio dell’Opera del Duomo di Orvieto, così costituito: Presidente: avv. Francesco Venturi. zazione”. dott. Carmine Pellegrino (Università degli Studi di Salerno): “La variabilità onomastica a Consiglieri: dott. Alessandro Attioli, dott. Andrea Bussi, prof. Giuseppe Maria Della Fina, rag. Cesare Perali, don Stefano Pontecagnano. Dinamiche dell’integrazione sociale in una comunità etrusca di frontiera”. canonico Puri, ing. Stefano Stramaccioni. Irene Cucchiarini Dalla Redazione di Lettera Orvietana gli auguri di buon lavoro. 23 Lettera Orvietana N. 21-22 aprile 2008

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Alberto Satolli. Per la laurea di Francesco in Gli statuti di Narni Archeologia Medievale. Orvieto, Aprile 2007 Editi gli Atti del Convegno del maggio 2005 Orvieto & il suo doppio

li archivi di età medievale, si Il titolo Narni e i suoi statuti riflessione su momenti di vita eco- lberto Satolli è uno storico di livello che ha rinverdito gli studi Gsa, recano spesso i segni di medievali rinvia a un progetto pro- nomica e sociale sviluppata princi- Ariguardanti la nostra storia dopo i grandi cultori Otto-Novecenteschi, mutilazioni che nel corso del mosso e sostenuto dall’Ente Corsa palmente sulla base dei protocolli come Luigi Fumi, Pericle Perali, Geralberto Buccolini. Le sue ricerche su Orvieto Medievale sono note a tutti e non è il caso di ricordarle. Molte tempo ne hanno compromesso all’Anello e dal Comune di Narni notarili (Paolo Pellegrini), e infine delle sue ricerche sono state pubblicate sul Bollettino del nostro Istituto l’integrità. Incuria, saccheggi, dis- con l’obiettivo di valorizzare il la disamina di problematiche con- come i Calirei orvietani, Il palazzo del Popolo e i suoi restauri, Quel bene persioni, selezioni volontarie sono patrimonio documentario e di nesse alle vicende degli insedia- detto Duomo e lo studio sulla Chiesa di Sant’Agostino. Ma non si è fer- solo alcune delle ragioni di lacune arricchire la storiografia narnese di menti monastici e della produzio- mato al Medioevo, l’opera che segnaliamo, ricca di documentazione foto- documentarie più o meno rilevan- nuovi contributi su diversi aspetti ne di scritture (Massimiliano grafica, riguarda il Seicento, un momento in cui Orvieto, dopo i fasti del ti; ma il fuoco - neanche a dirlo - è della vita della città medievale, Bassetti) e delle fondazioni mendi- comune medievale, chiusosi con la cacciata di Gentile e Arrigo stato ed è senz’altro il pericolo più anche in funzione dell’esigenza di canti e della vita religiosa (Letizia Monaldeschi nel 1499, diviene una città anonima dello Stato Pontificio. insidioso. Certo è che di roghi migliorare sempre più la qualità Pellegrini). Ha inizio con un capitolo intitolato: Uomini e Tipi, in cui si parla di accidentali o dolosi è costellata la delle rievocazioni storiche annuali. Enea Vaini, nominato da Urbano VIII, il primo giugno 1630, governato- re della città di Orvieto che, nell’organizzazione amministrativa dello vita delle antiche carte. A Orvieto, Il piano prevedeva l’organizzazione In buona sostanza, il volume offre Stato pontificio, aveva il privilegio di essere tra i giovani prelati. Il Vaini ad esempio, la duecentesca di un convegno, per delineare il un ampio quadro storico nel quale restò in carica fino al maggio 1631 e ripartì da Orvieto il giorno 27 dello “Cronaca del vescovo Ranerio” quadro storico di Narni in età si inserisce la redazione del 1371 stesso mese per raggiungere Fermo. L’autore a questo punto mette in rela- narra come, al tempo del vescovo medievale, e l’edizione critica degli degli statuti, di prossima pubblica- zione il testo del Vaini, un manoscritto conservato nella Biblioteca Ildebrando, a causa di una discor- statuti. La proposta è stata accolta zione. Il lavoro sui testi normativi Apostolica Vaticana con il titolo: Relazione di Orvieto 1631, diligente- dia insorta tra i canonici della cat- favorevolmente e ha trovato la col- narnesi si colloca nell’ambito di un mente completata a conclusione del suo mandato con l’atto che vide la tedrale e il presule per via delle laborazione di altri istituti: il rinnovato interesse storiografico luce a stampa e per i tipi di Ludovico Grignani nel 1636, con il titolo di celebrazioni liturgiche, un certo Centro studi storici di Narni, il per questo tipo di fonte e di un “Breve descrittione della città di Orvieto a cura di Giacomo Lauro”. Le due opere mettono in scena vari personaggi, quasi esclusivamente dell’appara- prete Ranerio “insaniscens, proiecit Centro per il collegamento degli ricco e vivace panorama editoriale to statale e ad essi collegati operanti nel quarto decennio del Seicento in fumum et combusit episcopalia studi medievali e umanistici in a livello nazionale, in cui l’Umbria nella città di Orvieto. L’opera è complessa e vasta e da un quadro preciso instrumenta”. Vera o presunta che Umbria, che ha accettato di assu- ricopre senz’altro un ruolo di di come questi due autori illustrano la città in questo periodo e non solo sia la notizia, riportata da Luigi mere l’organizzazione scientifica, e primo piano. Qualche tempo fa perché giunge fino all’Ottocento, con l’illustrazione fotografica di ritratti Fumi nel Codice diplomatico, certo la Fondazione Centro italiano di Enrico Menestò ricordava in pro- e statue che decoravano i palazzi orvietani. La fatica di Alberto Satolli ci è che oggi dell’archivio vescovile studi sull’alto medioevo di Spoleto, posito che “la conoscenza e la valo- ha dato uno squarcio assai documentato di un periodo di storia che per medioevale restano appena tre che si è fatta carico della stampa. rizzazione del patrimonio statuta- Orvieto è stato poco studiato. codici. Il convegno si è tenuto a Narni rio edito e inedito costituiscono Sorte analoga, sebbene in circo- nella Rocca Albornoz il 14-15 […] uno degli aspetti più significa- stanze differenti, è toccata all’archi- maggio 2005. A due anni da quel- tivi di tutta la politica culturale, vio storico del comune di Narni, l’incontro di studio sono stati accademica e non della nostra Le emozioni della crescita andato perduto durante l’assedio pubblicati e presentati gli Atti, che regione”. L’Umbria si è proposta dell’estate del 1527 da parte dei hanno segnato la conclusione della come modello da seguire per il inalmente un libro di carattere, scientificamente esaustivo e allo stesso lanzichenecchi. Del tragico evento prima fase del progetto. Il volume censimento, la catalogazione e l’e- Ftempo in grado di divulgare concetti in modo comprensibile; final- resta memoria in un registro di si apre con un quadro delle vicen- dizione degli statuti medievali fin mente un libro che sa parlare di educazione. La “spina dorsale pedagogi- Riformanze e nel racconto di un de urbanistiche che hanno interes- dal 1983, nel corso di un conve- ca” di noi genitori si raddrizza sotto i colpi di ogni capitolo, dove esempi notaio, Gregorio Risi, che appro- sato la città nei secoli dell’alto gno organizzato dalla Regione e concetti si fondono a semplificare gli argomenti per farci capire. fitta per lamentare anche i danni medioevo e che hanno influenzato Lombardia e dall’Amministrazione La stessa cronologia segnalata nell’indice suggerisce un percorso completo di cui tutti siamo in grado di riconoscere o intuire le tappe, ma c’è di più; subiti dalle sue proprietà in questo lo sviluppo della città comunale provinciale di Bergamo. Proprio i segnali indicano la strada per la soluzione di problemi angoscianti che modo: “I soldati si fermarono nella (Letizia Ermini Pani). Di seguito, durante quell’incontro fu presenta- pesano sull’infanzia, sull’adolescenza, sulla genitorialità. città per quindici giorni. E andan- sono analizzati due casi particolari: to il piano di indagine che si stava “Tu chiamale se vuoi emozioni…” troppo facile il gioco di parole? Cosa dosene bruciarono circa ottanta l’area della chiesa di S. Maria avviando sugli statuti comunali, sono in realtà e quali sono le emozioni da recuperare in una società che case, tra le quali la mia […] e vale- Impensole (Roberto Nini) e quella che ha prodotto il prezioso sclerotizza ogni attimo o che sacrifica gli affetti al mondo che corre; fer- va 500 ducati d’oro. E rubarono di un isolato residenziale prossimo Repertorio degli statuti comunali miamoci e riattiviamo il contatto con il nostro futuro, con i nostri figli. beni mobili per un valore di oltre alla Piazza dei Priori (Giuseppe umbri curato da Patrizia Bianciardi Seguiamo il libro e con la strategia che suggerisce combattiamo. Ma ottocento ducati. Certo un Pacciaroni), ed è presentata un’ipo- e Maria Grazia Nico Ottaviani. Da soprattutto mettiamo da parte complessi di colpa inutili e dannosi e via, verso quell’educazione autorevole, capace di coinvolgere, di stabilire rego- giorno diabolico e maledetto per la tesi di localizzazione del teatro allora i lavori su questa fonte si le e interpretare il segno dei tempi. Eccoci allora a recuperare il confine città di Narni”. Giorno infausto romano (Roberto Nini, Giuseppe sono moltiplicati, diffusi da più tra ansie e aspettative affievolito dall’incedere di una globalizzazione capa- davvero, perché di quei roghi Pacciaroni). Le acquisizioni in sedi editoriali, tra le quali si ricor- ce di generalizzare anche i sentimenti. Eccoci a prendere coscienza final- ancora paghiamo i danni: in quel- campo archeologico si accompa- dano: la Regione dell’Umbria, la mente della vera intelligenza emotiva. l’incendio venne distrutta non gnano all’analisi di aspetti topo- Soprintendenza archivistica, la Già che ci siete, fate un salto alla voce “neuroni-specchio” per capire solo, tra le altre, la casa del povero grafici e di cultura materiale tra Deputazione di Storia Patria per quanto sia importante il comportamento, ma già l’intenzione, in ambito Gregorio Risi, ma soprattutto la tarda antichità e alto medioevo, l’Umbria e il Centro per il collega- educativo. Il libro dunque si fa carico di spiegare anche le ultime scoperte documentazione del comune, che nell’area compresa tra la bassa valle mento degli studi medievali e delle neuroscienze e in modo accattivante, con linguaggio semplice, riesce oggi avrebbe consentito di lumeg- del Nera e la media valle del Tevere umanistici, tramite la collana pub- a coniugarle con le strategie pedagogiche più opportune. giare meglio di quanto non sia (Stefano Del Lungo, Paola Carità). blicata dalla Fondazione Centro Potreste infine provare la sensazione strana di finire tra gli esempi negativi possibile la storia bassomedievale I contributi successivi affrontano italiano di studi sull’alto medioevo in una delle pagine, non preoccupatevi è tutto compreso e il rimedio è di Narni. tematiche di storia politica e istitu- di Spoleto. Entro il prossimo anno, nelle pagine seguenti e comunque il libro ad esso rimanda. Lo sconforto Dell’archivio comunale restano un zionale, di agiografia, di storia eco- anche gli statuti di Narni potranno non è compreso nel prezzo. Se provate sconforto, sappiate che è il sovrap- certo numero di atti, che formano nomico-sociale e religiosa nel basso figurare accanto ai molti testi già prezzo che pagate per non aver capito questo bellissimo libro eppure... è il fondo Diplomatico, poche altre medioevo. Da una riflessione sulla editi. pur sempre un inizio; anche lo sconforto è un’emozione! carte e lo statuto revisionato nel presenza della potente abbazia di Laura Andreani Carlo Cagnucci 1371, di cui si conservano, però, Farfa sul territorio narnese (Bruno solo copie manoscritte di XVI Marone), si passa all’esame dello secolo e un testimone a stampa del sviluppo politico-istituzionale della XVIII secolo. città nell’arco cronologico compre- Narni e i suoi statuti medievali. Atti La scomparsa del dott. Andreani Lo statuto, documento fondamen- so tra il pontificato di Innocenzo del Convegno di studio (Narni, 14-15 tale per lo studio della vita di un III e quello di Innocenzo VI, che maggio 2005), a cura di Laura a città è rimasta colpita. Con la scomparsa del dott. Andreani, se ne comune medievale, a Narni assu- equivale a dire la legazione in Italia Andreani, Letizia Ermini Pani, Lva una figura ammirevole del secolo scorso cittadino. Non era soltan- me ancora maggior valore, poiché del cardinale Gil Albornoz (con- Enrico Menestò, Spoleto, to un conosciuto ed apprezzato professionista, uno di quei medici che univa le competenze professionali ad innate doti umane, che comprende- quasi unica fonte locale di riferi- dotto da chi scrive), e all’analisi del Fondazione Centro italiano di studi sull’alto medioevo, 2007 (Quaderni va i bisogni dei sofferenti, che offriva conforto. Nell’Istituto si distinse per mento per gli studi specialistici e testo normativo narnese, conside- indomito attivismo, in particolare come presidente della Sezione “Amici del “Centro per il collegamento per le ricerche condotte dai rappre- rato nell’ambito della legislazione della Musica”, dimostrando coraggiosa determinazione nel perseguire alti sentanti dei terzieri, che ogni anno dello Stato della Chiesa nel XIV degli studi medievali e umanistici in intenti culturali. In quegli anni fervorosi, s’adoperò per l’incentivazione si applicano con grande impegno secolo (Maria Grazia Nico Umbria”, 47) di manifestazioni ed incontri. Tanti i concerti realizzati dal sodalizio cul- per preparare con rigore filologico Ottaviani). Prosegue, nell’ordine: turale per interessamento del dott. Andreani, iniziative seguite, di sicura le manifestazioni storiche in occa- la trattazione di temi agiografici levatura, che davano lustro all’immagine del centro umbro. Una testimo- sione dei festeggiamenti in onore relativi al culto dei santi Cassio e nianza cittadina che merita rispettosa gratitudine. del santo patrono Giovenale. Giovenale (Eugenio Susi), una Lettera Orvietana N. 21-22 aprile 2008

preferisce un lavoro stazionario opte- è quello delle identità multiple; Le riflessioni di un “missionario industriale” in Oriente rà per fare il dentista, l’avvocato o i miei figli ne sono un tipico esempio! altri lavori che non richiedono grossi Dopo essere nati negli Stati Uniti, spostamenti. Ma quando si fanno hanno frequentato le scuole di tre La Cina di Aldo Monachini certe scelte , allora viaggiare diventa Continenti: Asia, Europa e Nord una necessità professionale. E’ anche America. vero che le scelte fatte da giovani si Prima di lasciare Hong Kong, io e possono sempre cambiare, ma non mia moglie eravamo preoccupati per- L’orvietano Aldo Monachini ha girato per lavoro mezzo mondo, vivendo le più disparate sempre e’ possibile farlo. L’Italia non ché pensavamo che fare continui spo- esperienze soprattutto in Asia. Ha superato Marco Polo, stando in Cina per oltre due decen- è solo un bel Paese ricco di storia e stamenti oltre oceano, avrebbe causato di bei monumenti, e’ anche uno dei una qualche crisi di identità ai ni, si è dilettato ad osservare e considerare usi e costumi, tradizioni e caratteristiche sociali di Paesi più industrializzati del mondo. nostri figli. Invece, giunti a Orvieto, popoli molti diversi dal nostro, non ha mancato di tracciare bilanci ironici e puntuali delle Chi si incanala su certi tipi di studi con piacevole sorpresa, abbiamo con- che hanno a che fare con il mondo statato che i nostri ragazzi si sono sen- sue avventure in terre lontane e cariche di contraddizioni, almeno apparenti. Di ritorno dai industriale e con i rapporti interna- titi subito a casa loro. Non saprei suoi viaggi di affari, ha realizzato “Un Missionario Industriale… in Cina”, resoconto diaristi- zionali, allora dovrà certamente viag- quantificare quanto possa essere co e romanzato di quanto occorsogli in Oriente. Adesso il dottor Monachini vive in Canada, giare. Chi lascia per motivi profes- importante per una persona la città sionali il proprio tetto natio, e in dove si è nati e cresciuti; ma, avendo A Vancouver, con la sua famiglia. Italia a farlo siamo in milioni, non constatato che i miei figli condividono Sentiamo le sue riflessioni. lo fa perché vuole lasciare , bensì con me quelle stesse radici che sono perché deve partire! state da sempre la base del mio benes- sere interiore, mi riempie di gioia. La Rupe quanto ha inciso sulla Perché questo libro? tra quelle millenarie sequoie gigante- strada dicendosi:“ Hi! ”, questo avvie- Sua scelta di vita? Il Suo libro tratta di molti argo- Penso che tutti noi, dopo aver fatto sche slanciate verso l’alto, ho provato ne anche senza conoscersi affatto! Anche se non saprei quantificarlo, menti riguardo alle culture orien- un viaggio in paesi lontani, abbiamo un piacevole senso di avvicinamento Inizialmente ho pensato che fosse una sicuramente il posto natio ha parec- tali. Sarebbe interessante per Lei tante cose da dire. Per quanto mi al mio Duomo, ho scritto a pagina progredita forma di rispetto; invece, chia influenza sul proprio destino. riprovare certe emozioni? riguarda, avendo vissuto tanti anni 66 del libro: “Vivendo in Canada, il quell’hi, buttato giù come uno starnu- Personalmente mi ritengo fortunato R. Direi certamente di si! Se non con i cinesi, e visto che proprio loro mio lavoro mi porta a fare frequenti to, in realtà, non da’ seguito a nessun di aver avuto come punto di riferi- altro perché è un popolo molto inte- portano via il lavoro alle nostre viaggi negli Stati Uniti. In California, altra forma di saluto. Anzi, una volta mento un luogo meraviglioso come ressante e di antiche culture, poi per- industrie occidentali, arrivando quando mi trovo dalle parti di San detto “hi!”, la gente si affretta, come la Rupe. A proposito di punti di ché, senza fare esperienze dirette, anche a farle chiudere, ho pensato Francisco, visito volentieri il parco volesse evitare il dialogo. Per questo, riferimento, a pagina 62 del libro difficilmente si riuscirebbe a capire sia importante dare qualche infor- nazionale di “ Muir Wood ” una anche se può sembrare strano, capita ho scritto: la cultura di un popolo che si trova mazione un po’ più approfondita sul impressionante foresta, ricca di impo- che in città grandi come Los Angeles, Ammetto che da giovane davo poca distante migliaia di chilometri. loro conto. nenti sequoie millenarie. si passano intere giornate senza riusci- importanza alle radici, oggi, invece, Sebbene si tratti di un luogo suggestivo re a parlare con nessuno, anche se per sono più che mai convinto che sia Dopo aver viaggiato in tutto il Che cosa rappresenta per Lei la che piace anche ai miei familiari, il assurdo, tutti si salutano. indispensabile avere un mondo, cosa consiglierebbe ad un Rupe? mio interesse verso quell’antico parco In Italia, anche il saluto ha un valore valido punto di riferimento su cui giovane delle Sue zone? Vivendoci solo pochi giorni all’anno, naturale, a volte, viene giudicato fin diverso. Come è nostra abitudine, di radicare la propria identità. Chi nasce dove sono nato io è già di mi mancano molto i suoi scorci e la troppo eccessivo. solito, noi italiani salutiamo chi si Viaggiando, ho potuto conoscere abi- per sé fortunato! A parte questo, sua gente, che sa vivere felice anche Quegli alberi secolari slanciati verso il conosce realmente. Per questo, il nostro tudini e stili di vita profondamente avendo radici che provengono dagli in un luogo che non offre molte cielo, mi fanno provare due sensazioni è un saluto sincero. A conferma di diversi da quella a cui ero abituato. etruschi, dai romani e da popoli di diversità, soprattutto per i giovani. contrapposte: una, dal sapore dei quanto detto, da noi è ancora viva Averlo fatto, mi ha permesso di grande cultura e raffinatezza, cosa Nel mio libro faccio spesso riferi- tempi moderni, l’altra, di quelli anti- l’usanza della passeggiata serale sul accumulare numerose esperienze, rese chiedere di meglio? Detto ciò, a un mento alla Rupe, paragondola a luo- chi. corso principale, importante luogo possibili dalla certezza di avere nella giovane che vive sulla Rupe, consi- ghi che in qualche modo hanno La prima, mi da’ l’impressione di esse- d’incontro dei borghi italiani.” cultura del mio paese, e nei luoghi glierei di studiare, studiare e studia- qualche similitudine con essa. Tanto re in un centro spaziale americano, in dove sono nato e cresciuto re, poi, alla prima occasione, andare per fare qualche esempio, potrei cita- mezzo a tanti missili giganteschi pron- Quali sono i motivi che L’hanno prima di diventare cittadino del a visitare Paesi lontani, cercando di re le Grotte dei Budda di Datong : ti per essere lanciati nello spazio; la portata ad allontanarsi da un mondo, quel valido punto di riferi- apprendere sempre qualcosa di ecco che cosa ho scritto a pagina seconda sensazione, che e’ anche quella luogo che afferma di amare tanto? mento dove poter tornare, anche solo nuovo da popoli con culture diverse. 226 del libro : “Quando arrivammo più bella, mi fa invece sentire in un Come prima risposta citerei quanto con il pensiero. Poterlo fare, penso sia una bellissima davanti al luogo sacro di Datong, ciò luogo antico, dove, gigantesche catte- si trova a pagina 63 del mio libro: Quando ero distante migliaia di chilo- esperienza, che vale la pena di prova- che videro i nostri occhi, ci lasciò drali slanciate verso l’alto, mi fanno “Decidere di lasciare la propria casa, metri da casa, come per magia, sentivo re. senza fiato. provare emozioni dal magico profumo gli amici e le cose più care, e andare a il richiamo della mia terra, accompa- Migliaia di statue colorate scolpite di cose antiche, quelle cose a me tanto lavorare in paesi lontani, è una mis- gnato dai molti affetti che vi Possiamo pensare ad un seguito? nella roccia, rappresentavano le loro care. sione che richiede grandi sacrifici. Non avevo lasciato. Forse, al momento cerco di dedicare divinità. Ospitate in apposite nicchie, Avendo avuto la fortuna di nascere in è facile sostituire il proprio mondo con In questo mondo tendenzialmente il mio tempo alla famiglia e al mio tappezzavano un’intera parete roccio- un luogo ricco di storia millenaria, mondi ignoti, farlo, non è alla portata sempre più globalizzato, si va affer- business, come si usa dire. Poi si sa. Altre, dalle misure gigantesche, tro- ritrovarsi a vivere in un mondo dove di tutti! mando l’emergere di un fenomeno che vedrà. neggiavano solenni all’interno di grot- tutto è nuovo, non è facile accettare Vivendo con altri popoli si apprendo- te misteriose. Il tutto creava un’atmo- l’idea che le cose antiche possano avere no tante cose e tra queste, l’arte del sfera ricca di suggestioni e di profonda solo una decina di anni! rispetto verso le altre culture. Saper spiritualità. Del resto, anche questo, è a suo modo, viaggiare, vuol anche dire saper assi- Quella meravigliosa opera millenaria un sacrificio imposto dal viaggiare! milare gli aspetti migliori che ogni abilmente scolpita nella roccia, era luogo sa offrire. Vivendo in contesti I nuovi soci corrispondenti stata creata partendo da un piccolo Un ulteriore paragone con la mia sociali diversi, è bello riuscire a condi- foro posto alla sommità della roccia Orvieto l’ho fatto descrivendo le videre nuove emozioni anche con gente u indicazione del Consiglio Direttivo (art. 6 dello Statuto), sono stessa. Man mano che gli scultori interazioni sociali delle metropoli del che non si conosce! Sstati nominati i nuovi soci corrispondenti, appartenenti al mondo penetravano all’interno della roccia mondo. A pagina 67 ho scritto: Quando si lavora in paesi lontani, si accademico, della ricerca, della cultura del Paese. per dar forma alle statue, allo stesso “Avendo vissuto nelle metropoli tra le viene indirettamente condizionati Eccone l’elenco, con un brevissimo profilo biografico: tempo, modellavano le grotte destinate più grandi del mondo, ho notato che i dallo stile di vita, tipico della cultura ad accoglierle. bambini che ci vivono vengono in con cui si è venuti a contatto. - prof. Girolamo Arnaldi, emerito all’Università degli Studi di Quell’impressionante capolavoro fatto qualche modo penalizzati nelle loro Roma “La Sapienza”, accademico dei Lincei, sino al 2001 presi- da mani esperte di tempi remoti, mi interazioni sociali. In queste immense I viaggi insegnano ad essere più tolle- dente dell’Istituto Storico Italiano per il Medioevo, medaglia fece venire in mente il pozzo di San città, è impensabile che i figli di un ranti e aiutano soprattutto ad elimi- d’oro della Scienza e Cultura 1998 Presidenza della Repubblica Patrizio della mia Orvieto, scavato manager, di un avvocato o di un nare certi stupidi pregiudizi. Chi vive Italiana; anch’esso nella roccia con una tecnica medico, possano giocare con quelli di radicato in un luogo, ha il vantaggio alquanto simile. una cameriera, di un postino o di un di poter instaurare legami più stabili e - prof. Giovannangelo Camporeale, ordinario di Etruscologia e Quelle sacre sculture dovevano forse operaio. Questo perché le famiglie duraturi di chi viaggia molto; tutta- Archeologia Italica all’Università degli Studi di Firenze, presiden- restare invisibili agli occhi dei visitato- “benestanti”, con questa forma di raz- via, anche nelle amicizie che potrebbe- te dell’Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici; ri, poi, col passare del tempo, il degra- zismo, intendono difendere la propria ro sembrare effimere, possono crearsi - prof. Enrico Menestò, ordinario di Letteratura Latina Medievale damento naturale della parete rocciosa posizione sociale che certi definiscono relazioni cariche di rispetto verso gli all’Università degli Studi di Perugia, presidente dell’Accademia che faceva da guscio protettivo, ha “dignitosa”. altri. Tudertina-Centro Italiano di Studi sul Basso Medioevo, vice pre- rivelato al mondo la bellezza inesti- Ad Orvieto, questo atteggiamento è Molte scelte fatte da adulti hanno una mabile di quei capolavori. del tutto sconosciuto. Infatti, nella mia loro origine inconscia che parte addi- sidente della Società Internazionale di Studi Francescani di Assisi; Le sculture sacre di Datong, alcune cittadina, come in molti altri borghi rittura dalla nostra infanzia.” - prof. Mario Squadroni, soprintendente archivistico per minuscole come francobolli, altre gran- italiani, il rispetto verso gli altri è l’Umbria; di come palazzi, rappresentano una parte integrante di un tessuto sociale Partire non vuol dire voler lasciare la delle testimonianze più raffinate del- dove tutti i bambini possono crescere propria casa, gli amici e i luoghi cari, - prof.ssa Simonetta Stopponi, ordinario di Etruscologia e l’antica arte cinese.” senza trascinarsi dietro certi stupidi bensì voler fare esperienze diverse Archeologia Italica all’Università degli Studi di Macerata; Un altro paragone con il bellissimo pregiudizi. con altri popoli del nostro pianeta. Duomo di Orvieto l’ho fatto nel Quando si è giovani studenti, a volte - prof. Bruno Toscano, emerito all’Università degli Studi di Roma visitare l’impressionante foresta di A proposito del rispetto verso gli altri, non ci si rende nemmeno conto di 3, accademico di S. Luca, medaglia d’oro della Scienza e Cultura Muir Wood, situata a Nord di San in Nord America sono rimasto sorpreso che cosa può significare intraprende- 2003 Presidenza della Repubblica Italiana. Francisco, in California. Trovandomi nel vedere la gente che si saluta per re un tipo di studi. Certamente chi