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ANNO 2 - NUMERO 2 - 28 FEBBRAIO 2014

NEWSLETTER DELLA FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI ANTIRACKET E ANTIUSURA ITALIANE BENI CONFISCATI Invertire la rotta per un nuovo impegno economico

Le aziende confiscate alla mafia sono un bene di tutti.

IN PRIMO PIANO pon sicurezza l ’intervista STORIE ANTIRACKET Quindici mesi Ciccio La Licata: Lucio Cerasuolo di iniziative “L’antimafia sociale Dalla solitudine raccontate resta un imperativo al riscatto dai protagonisti per tutti” NEWSLETTERcivile ANTIRACKET 1 ANNO 2 - NUMERO 2 - 28 FEBBRAIO 2014

pRIMO pIANO aZienDe COnFisCate L’intervista LA FAI IN cAMpO pER UN 3 CiCCiO La LiCata: “essere antiMaFiOsi? riUtiLiZZO vantaGGiOsO È Un OBBLiGO MOraLe a paGina 3 Che ChiaMa tUtti a raCCOLta” a paGina 18 pRIMO pIANO intervista a DaviDe pati attUaLita’ (LiBera): Una nUOva Gravina Di pUGLia sFIDA pER LE IMpREsE iL pattO DeLLa sOCieta’ CiviLe a paGina 6 COntrO tUtte Le MaFie a paGina 19 pRIMO pIANO MaUrO BaLDasCinO: “GLi iMpreDitOri 16 attUaLita’ antiraCKet in priMa Linea neLLa LaMeZia terMe GestiOne Dei Beni COnFisCati” FestivaL DeLLa CULtUra a paGina 7 antiMaFia neL nOMe DI FALcONE E BORsELLINO IL FOcUs a paGina 20 Un annO Di pOn: attivita’, iniZiative E AssOcIAzIONIsMO IN cAMpO IL pROcEssO COntrO tUtte Le MaFie raCKet a paLO DeL COLLe a paGina 8 COnDannati GLi esattOri DEL “” pON sIcUREzzA 24 a paGina 21 LO sCUDO DeLLa LeGaLita’ iL BiLanCiO DeL prOGraMMa NEWs OperativO naZiOnaLe iL DeCaLOGO Di LeGaLita’ siCUreZZa per LO sviLUppO Dei prOFessiOnisti a paGina 12 LIBERI DALLA MAFIA a paGina 22 IL LIBRO “MaFia Da LeGare”, assOCiaZiOni antiraCKet stOrie Di BOss e Di paZZia MODeLLO CapO D’OrLanDO neL LiBrO Di De rOsa e GaLesi Un QUartO Di seCOLO paGina 15 26 Di LOtte e Di vittOrie a paGina 24 CULtUra Cravattari: L’UsUra stOrie antiraCKet COMe MetaFOra IL pERcORsO DI LUcIO DeL sOttOsUOLO QUanDO L’Onesta’ e Dei “vinti” vinCe La paUra a paGina 16 a paGina 26

neWsletter Direttore AMMINIsTRAzIONe TANO GRAssO Corso Umberto i, 22 antiraCket 80122 napoli - tel. 081 5519555 Direttore responsabile allegata a eMAIL: GIusePPe CRIMALdI www.ANTIRACkeT.INfO [email protected] [email protected] reDazione ANNO 2 - NuMeRO 2 TINA CIOffO in attesa Di registrazione 28 feBBRAIO 2014 CARMeN deL CORe presso il tribUnale Di napoli

NEWSLETTER ANTIRACKET 2 PRIMO PIANO aziende confiscate alla mafia l’impegno della fai DI TINA CIOFFO

n Italia le aziende confiscate sono, complessiva- confiscati e cosa può fare l’antiracket? È questa la do- mente, 1.708. Di esse 623 sono in Sicilia, 347 in manda attorno alla quale si comincia a ragionare e Campania, 161 in Calabria e 131 in Puglia. Circa grazie alla quale nella provincia di si è avvia- Ila metà operano tra i settori del commercio (471) e to un percorso nuovo di riutilizzo. Un esperimento dell’edilizia (477), del settore alberghiero e della ri- che vale la pena di allargare anche ad altri territori: ne storazione (173). Tra le imprese confiscate, 497 sono è convinto Giuseppe Todaro imprenditore antiracket uscite dalla gestione dell’Agenzia nazionale e liquida- del Palermitano. Per Nicola Clemenza, dell’associa- te. Delle 1.211 ancora gestite, invece, 393 sono ancora zione Antiracket di Castelvetrano, che si è fatto pro- da destinare, 342 sono in fallimento, 198 hanno un motore di una prima important5e collaborazione con fallimento aperto durante la fase giudiziaria e per 189 il giudice Piero Grillo, presidente dalla sezione mi- è stata chiesta la cancellazione dal registro imprese e sure Prevenzione del Tribunale di Trapani “dinanzi dall’anagrafe tributaria. alle difficoltà logico amministrative alla base del riu- Una situazione dinanzi alla quale è chiaro che c’è bi- tilizzo dei beni confiscati dobbiamo essere in grado di

sogno di un serio intervento per garantire la continuità ribaltare la situazione. Ad affiancare l’amministratore d’impresa e salvaguardare i lavoratori. L’eccessiva bu- giudiziario designato di volta in volta, da novembre, rocrazia e la crisi economica che prostra, gettando in nel Trapanese, ci sono imprenditori antiracket che of- uno stato di incertezza non può più essere un alibi. E frono le loro professionalità, il loro contributo e i loro se è vero, come lo è, che la crisi facilita l’ingresso delle consigli”. “Si tratta di un valore aggiunto non indif- mafie nell’economia sana è vero anche che devono es- ferente - prosegue - dal momento che che conoscono sere messi in campo tutti gli strumenti per cambiare le varie realtà, affiancano l’amministratore con com- lo stato delle cose. Dopo la fase del sequestro e della petenza e sono una garanzia perché evidentemente confisca non si può consentire che un’azienda falli- appartengono alla categoria degli imprenditori etici. sca. Quel fallimento coinvolge la credibilità delle isti- E’ infatti la stessa rete della FAI ad assicurare un filtro tuzioni, il concetto di legalità nell’opinione pubblica che poi diventa vera e propria tutela di legalità”. che potrebbe ritenere la confisca come un danno più La collaborazione tra amministratore giudiziario ed che un diritto. In quel fallimento si perdono posti di imprenditori antiracket attua una vera e propria si- lavoro. nergia. Le aziende poi reinserite nel circuito legale en- E allora cosa può fare il consumo critico con i beni trano a far parte del consumo critico, sulla stessa linea

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Distribuzione geografica delle aziende confiscate. Dati aggiornati al 30 dicembre 2011

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Giuseppe Todaro, Vice Presidente Libero Futuro operativa anche a sebbene con una novità. E da Todaro parte anche una provocazione: “Se non Così come è stato già fatto a Milano e a Roma, l’idea di si è sicuri di rimetterli in moto vendiamoli, prestia- Todaro è quella di coinvolgere anche l’associazione di mo la dovuta attenzione ma vendiamoli. Pensare che categoria, in primis la stessa Confindustria. Sarebbe lo Stato si metta a gestire supermercati o ristoranti, consumo critico per eccellenza, ribadisce Todaro. Da bar o altro significa immaginare l’impossibile e poi parte dell’antiracket non ci sarebbero solo collabora- mi chiedo che futuro potrebbero avere gli operatori tori e coadiutori, ma gli imprenditori diventerebbero economici con lo Stato come concorrente”. La sfida ri- attori attivi perché rami d’azienda verrebbero dati in guarderebbe solo beni aziendali con un valore di circa gestione con la possibilità di un ritorno economico. 20miliardi di euro pari a due finanziare di governo.

Nicola Clemenza, Associazione Antiracket di Castelvetrano

NEWSLETTER ANTIRACKET 5 PRIMO PIANO Dalla legge sui beni confiscati una nuova sfida per le imprese

DI TINA CIOFFO

rasformare ogni azienda sottratta alle mafie in oggi uno straordinario strumento di affermazione e una risorsa in grado di sostenere il Paese in un crescita della legalità e dell’antimafia sociale nel no- momento di grande difficoltà economica e so- stro Paese. Grazie all’uso sociale dei beni immobili Tciale. È questo l’obiettivo della nuova campagna “Im- confiscati, infatti, pur tra limiti e difficoltà ancora presa Bene comune”, promossa da Libera. Associazio- da superare, sono centinaia le associazioni e le coo- ni, nomi e numeri contro le mafie, in collaborazione perative sociali che in questi anni hanno operato per con Unioncamere, InfoCamere, le organizzazioni del restituire, concretamente, alla collettività le ville, gli mondo economico, imprenditoriale, sindacale e pro- appartamenti, i terreni agricoli sottratti alla crimina- fessionale, della cooperazione e della finanza etica, i lità organizzata. Giovani imprenditori, i Giovani dottori commerciali- E per le aziende? sti e i Giovani soci del credito cooperativo in una lo- La legge prevede che queste aziende possano esse- gica di responsabilità sociale d’impresa. Ne parla con re vendute, affittate oppure affidate a cooperative di noi, Davide Pati dell’ufficio di presidenza di Libera e lavoratori. Accade, purtroppo, il contrario. Al net- tra i massimi esperti sul territorio nazionale ed inter- to delle scatole cinesi create dalla criminalità orga- nazionale del riutilizzo dei beni confiscati. nizzata, delle aziende fantasma e di quelle tenute in Cosa propone di fare la campagna Impresa Bene piedi solo dal riciclaggio di denaro di provenienza Comune? illecita, le aziende confiscate che potrebbero restare Di coinvolgere il sistema imprenditoriale sano (il sul mercato, continuando a produrre ricchezza e la- Made in Italy) in un grande progetto di responsabilità voro, chiudono e falliscono. La loro sopravvivenza e sociale, condividendo le esperienze imprenditoriali di trasformazione in segni concreti di un cambiamento successo e mettendolo al servizio del recupero, della possibile è l’eccezione, come dimostra l’esperienza salvaguardia e della valorizzazione delle aziende se- della Calcestruzzi Ericina, in provincia di Trapani, e questrate e confiscate alla criminalità organizzata, a della cooperativa di lavoratori che ancora oggi la ge- beneficio dello sviluppo economico, della legalità e stisce, tra mille sacrifici. della tutela del lavoro. Quali sono le cause? Crede che la legge sul riutilizzo dei beni confiscati E’ un vero e proprio spreco di legalità, dovuto alla sia ancora valida? revoca dei fidi bancari, all’innalzamento dei costi di La legge n.109/96 frutto della raccolta di firme pro- gestione. L’azienda sequestrata/confiscata, ricollocata mossa da Libera nel 1995, sottoscritta da più di un in un circuito legale, sconta infatti, l’inevitabile au- milione di cittadini, rappresenta certamente ancora mento dei costi di gestione relativi alla regolare fat- turazione delle commesse e alla regolarizzazione dei rapporti di lavoro. Senza poi trascurare che l’autori- tà giudiziaria e gli amministratori si trovano spesso senza strumenti, risorse e competenze specifiche. Cosa si può fare? È urgente impegnarsi direttamente per trasformare ogni azienda confiscata alle mafie in un “bene comu- ne” e a farlo, deve essere anche la migliore classe im- prenditoriale e dirigenziale del nostro Paese. Pensa che l’imprenditoria antiracket possa essere di aiuto? Certo, ed è questo uno dei fronti importanti da apri- re, così come è stato già fatto nella provincia di Tra- pani con il riutilizzo di un frantoio, reinserito nel circuito legale grazie anche alla collaborazione con la Federazione Antiracket Italiana.

NEWSLETTER ANTIRACKET 6 PRIMO PIANO FACCIAMO GESTIRE LE AZIENDE SEQUESTRATE ALLE MAFIE DAGLI IMPRENDITORI ANTIRACKET DI MAURO BALDASCINO* erché non mettere al servizio dello Stato le com- meno visibili dei morti ammazzati o delle saracine- petenze e il Know-how degli imprenditori che sche divelte dalle bombe, ma probabilmente molto hanno denunciato le mafie, per riattivare le più pericolosi, sia perché uccidono il principio che Pimprese in fase di sequestro? Perché la Magistratura e “l’iniziativa economica privata è libera”, pilastro su l’Agenzia nazionale dei beni confiscati non promuo- cui si fonda il tessuto economico di una Nazione, sia vono, e non solo in alcuni esempi, la collaborazione perché determinano pericolosamente il modo di fare degli amministratori giudiziari con gli imprenditori e di pensare del sistema imprenditoriale e professio- antiracket e quelli sociali? Perché non costruire attor- nale. Questo lo sanno bene tutti quegli imprendito- no alle aziende confiscate una rete di sostegno, crean- ri costretti a chiudere i battenti, vittime della con- do delle vere filiere produttive sane? Perché non far correnza sleale delle imprese criminali, o costretti diventare le aziende con particolare valore simbolico a barattare la loro dignità, sottostando ai ricatti dei strumenti di politiche attive per i giovani? mafiosi. Lo sanno bene, anche, gli imprenditori an- tiracket, che però scegliendo di denunciare c’inse- I patrimoni recuperati alle mafie possono essere im- gnano la strada da seguire per scardinare il domino portanti risorse, anche simboliche, per promuovere criminale. Se si vuole sconfiggere, infatti, questo una diversa economia alternativa a quella criminale. tipo di organizzazioni criminali, è necessario unire La dimensione e la complessità assunta dalle infil- alle azioni repressive anche strategie ed interventi trazioni nell’economia da parte delle mafie richiede di prevenzione che indeboliscano e distruggano il una riflessione seria. Quando le imprese confiscate “capitale sociale mafioso”, inteso come quella rete falliscono per l’insorgere di tutta una serie di proble- di relazioni che consente a tali organizzazioni di mi, dal blocco dei finanziamenti alla riduzione delle “dialogare in modo proficuo con il contesto eco- commesse, a pagarne le maggiori conseguenze sono nomico e sociale in cui agisce, traendo ulteriore i dipendenti, che nell’immaginario collettivo non vantaggio dalla sua posizione di intrinseca forza e appaiono tutelati dallo Stato, come invece facevano i assumendo la falsa veste di un comune operatore mafiosi. Accanto all’uso della violenza, per acquisire del mercato”.Non serve soltanto togliere i patrimo- la gestione o il controllo delle attività economiche ni a questi criminali e, poi, far rientrare le ricchezze e condizionare l’attività della Pubblica Amministra- confiscate nell’economia legale -nella quale le ma- zione, le mafie hanno anche la capacità di costru- fie ancora troppo agevolmente agiscono- ma inter- irsi consenso sociale, di divenire modello culturale rogarsi su come tali patrimoni possono contribuire dominante sui territori (dove operano) e di orien- alla costruzione di comunità libere dalle mafie e so- tare valori e pratiche. Investono il denaro sporco, stenere modelli di sviluppo locale alternativi a quelli accumulato con la violen- criminali.In questo senso za, il crimine ed i traffici il ruolo degli imprenditori clandestini, nell’economia antiracket è davvero im- legale e lo fanno, prevalen- portante, insieme alle im- temente, per disporre di prese sociali (quelle cioè attività per riciclare i ca- che “hanno scelto -al di là pitali, per costruirsi con- della ricerca legittima di senso sociale e apparire un profitto finanziario- di meno criminali di quello perseguire anche obietti- che sono (in alcuni casi vi di interesse generale, di quasi dei “benefattori”).I sviluppo sociale, etico o condizionamenti dell’e- *Responsabile Osservatorio Beni Confiscati ambientale”) e i consu- conomia legale sono della Provincia di Caserta matori critici.

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DI TINA CIOFFO

niziative, costituzioni di parte civili, incontri nel- Con le passeggiate antiracket si sono rafforzate le as- le scuole, fra la gente, per strada e nei negozi. In sociazioni già esistenti e si sono poste, soprattutto, le poco più di un anno di lavoro l’attività proget- basi per avviarne altre. Stesso format è stato confer- Ituale del Pon Sicurezza ha messo in campo ogni tipo mato per ‘Primavera antiracket, staffetta del Consu- di energia. Sullo scacchiere ci sono quattro diverse mo critico’ , presentata il 18 marzo 2013 e vissuta nel regioni, tutte del sud e tutte con una storia crimina- periodo della Pasqua, purtroppo abituale, così come le dalla quale è evidente, non si può prescindere. È a Natale, scadenza delle richieste estorsive. Un cam- da questo punto focale che si è partiti infatti, con- per appositamente attrezzato e accompagnato da una cependo i tre progetti Rete antiracket, Sportelli di mostra con pannelli illustrativi è partito da Napoli, solidarietà, Consumo Critico uniti dal filo rosso del ha attraversato la Campania, la Puglia, la Calabria e senso liberatorio della denuncia capace di costruire la Sicilia, disegnando una ideale linea di impegno e un nuovo tipo di economia, antidoto di quella cri- mobilitazione. minale. Per capire cosa è stato fatto e cosa si intende ancora fare, la valutazione non può essere solo di tipo Da Napoli si sono attraversate le quattro numerico. A pesare nella messa a sistema di un impe- Regione del progetto con tre tappe in Cam- gno che ha radici lontane è la qualità. Se un impren- pania (Pomigliano d’Arco, Portici, Castel- ditore grande o piccolo che sia viene liberato dalle volturno) due tappe in Puglia (Vieste e Me- vessazioni del mafioso che gli estorce il denaro frutto sagne), due tappe in Calabria (Amantea e di sacrifici, se un commerciante che in un momento Palmi), cinque tappe in Sicilia ( Barcellona, di crisi ricorre agli usurai vedendo crollare il mondo Castelvetrano, Catania, Siracusa, Palazzolo attorno a lui e franare la terra sotto i piedi. Se in un Acreide dove si è svolta la tappa conclusiva paese appannaggio della mafia si riesce poi a parla- il 25 marzo). re di riscatto sociale e se ogni cosa viene fatta non “Con Cento Stelle per un Natale antiracket a parole ma mettendoci la faccia ed esponendosi in 2013 si sono presentate tra l’altro due nuove prima persona, allora è chiaro che stiamo parlando associazioni”. non di rivolta sull’onda emotiva del desiderio di cam- biamento che pure è endemico, ma di una riforma attenta, profonda e strutturale. LE ASSOCIAZIONI Ci hanno messo la faccia entrando in esercizi com- A Troina, in provincia di Enna, per la costituzione merciali di diversi Comuni i dirigenti dell’antiracket dell’associazione ha svolto un ruolo importante il per cento volte ed in cento diverse occasioni con la sindaco della città. In Puglia l’associazione di Biton- campagna ‘Cento Strade. Per un Natale antiracket’. to, è stata vista come una vera e propria liberazione in Probabilmente l’iniziativa, presentata il 15 novembre un territorio nel quale la denuncia dei propri estor- 2012 dall’allora Capo della Polizia Antonio Manga- sori aveva causato ad Angela Castellano, diventatane nelli, è la più importante che si sia svolta nella sto- poi presidente, un pesante isolamento sociale oltre ria del movimento antiracket: in un arco tempora- che pesanti minacce dei mafiosi. In Campania sono le limitato, meno di un mese, si sono infatti svolte alle battute finali le associazioni ad Acerra, nel napo- contemporaneamente 100 iniziative in Campania, in letano, teatro di violente ritorsioni e lotta fra clan, al Sicilia, Puglia e Calabria. Il messaggio politico delle Vomero, una delle aree più importanti dal punto di passeggiate accompagnate sempre da rappresentanti vista commerciale della città. A Melito la FAI ha sot- delle forze dell’ordine e dai Prefetti, segno e simbolo toscritto una Convenzione con il Comune. In Cala- di una collaborazione proficua e forte, è stato netto: bria è prevista la costituzione dell’associazione anti- il commerciante ha capito che può contare sul soste- racket di Cosenza, un centro capoluogo di provincia gno dell’associazionismo antiracket, la cui serietà ed e con una interessante vivacità commerciale, a Palmi, attività è garantita dalle forze dell’ordine e ha avuto nell’area della Piana di Gioia Tauro, che fa registrare l’immediata percezione di avere le istituzioni vicine. la presenza di ‘ndrine fortemente radicate sul terri-

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torio. Per quanto riguarda la Puglia è in avanzata Dal valore liberatorio della denuncia conseguono fase di costituzione l’associazione antiracket di le costituzioni di parte civile che per il solo 2013 ne Foggia. E poi a Bari, Erchie, ad Andria, a Gravina sono state registrate 81. Il dato più alto è di 40 in in Puglia. In Sicilia, il 7 dicembre scorso sono sta- Campania, 26 costituzioni in Sicilia, 10 in Puglia, 5 te inaugurate le due associazioni di Vittoria e di in Calabria. Un’iniziativa assai importante che me- Niscemi. Un risultato importante, specie per Ni- rita di essere segnalata è quella realizzata a Napoli scemi. Un primo tentativo ci fu già tra il 2007 ed il con la partecipazione del Ministro di Grazia e Giu- 2009. Il percorso è poi, ricominciato a febbraio del stizia per la presentazione dell’esperienza proces- 2012 con l’arresto del mafioso Giancarlo Giugno suale dell’ufficio legale di Napoli, del 6 marzo 2013. capo storico della mafia di Niscemi. Il 22 genna- In questo ambito, rilevante è sicuramente l’accordo io 2014, grazie alla denuncia di due imprenditori realizzato con Confindustria Sicilia il cui protocol- del niscemese si è avviata l’operazione denomina- lo d’intesa è stato sottoscritto lo scorso 12 novembre ta “FENICE”. L’attività malavitosa di Niscemi, era presso la Prefettura di Caltanissetta alla presenza fra stata fino a quel momento tutta concentrata sulle gli altri del Commissario nazionale antiracket e del estorsioni ai danni di numerosi commercianti. I Procuratore distrettuale antimafia. Oltre alle colla- soldi del ‘pizzo’ servivano per foraggiare le fami- borazioni strette con gli enti locali a Casavatore, a glie dei detenuti. Per convincere i commercianti Mondragone, a Melito e con la seconda Municipalità a pagare li intimidivano anche attraverso l’uso del comune di Napoli, in Campania. delle armi. Al foto finish anche l’associazione a Piazza Armerina, in provincia di Enna. Sempre MEMORIA in provincia di Siracusa è prevista la costituzione In tutta la storia della FAI, da sempre, e dell’associazione a Priolo, a Pozzallo in provincia a maggior ragione con le nuove responsa- di Ragusa. In provincia di Catania a Linguaglos- bilità che la FAI ha assunto con la realiz- sa, a Paternò. Ancora ad , Castelvetrano zazione del progetto PON, un’attenzione nella provincia di Trapani, difficili ed impegnative sempre speciale è stata data alle iniziative realtà della Sicilia occidentale. legate alla memoria. Ricordare i colleghi Nel 2014, nelle quattro Regioni interessate dalle at- uccisi per essersi opposti alla mafia, col- tività progettuali, è prevista la nascita di 29 associa- tivarne l’esempio, valorizzarne la memo- zioni mentre per il 2015 è prevista la nascita di 18 ria, hanno sempre costituito un tratto associazioni. Si ricorda che il valore atteso alla con- decisivo delle iniziative della Federazione clusione del progetto era indicato in 10 nuove asso- antiracket. E’ stato ricordato il ventesimo ciazioni. anniversario del triplice omicidio Spartà a

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Randazzo il 22 gennaio 2013, il 16 maggio civile. Le schede approfondiscono le dina- Domenico Noviello, poi il 29 agosto Libe- miche dei fenomeni per come emergono ro Grassi a Palermo, il 6 novembre di Gio- dalla vicenda giudiziaria e dentro di essa vanni Panunzio a Foggia, il 10 novembre il ruolo che nel processo hanno avuto le Gaetano Giordano a . Una segnala- parti offese, il loro livello di collaborazione zione particolare merita la manifestazione o di reticenza; il contesto criminale terri- svoltasi a San Marcellino, in provincia di toriale con riferimento alle caratteristiche Caserta, lo scorso 12 settembre per ricor- dei nuclei criminali, alle loro modalità di dare l’omicidio di Antonio Ciardullo e del azione, a forme di reazione che si verifica- suo dipendente Ernesto Fabozzi uccisi nel no in quel territorio e le eventuali proble- corso dello stesso agguato per mano dei matiche di diritto emerse nell’ambito del camorristi del clan dei Casalesi. procedimento. Dal punto di vista tempo-

11 luglio 2013 presentazione ZOOM PROCESSI

CENTRO DI DOCUMENTAZIONE rale la realizzazione delle schede dovrà Se è vero che la conoscenza è alla base cercare di giungere sino ai primi processi di cultura diversa sulla quale si basa una degli inizi degli anni Novanta. Ovviamen- società rinnovata è altrettanto vero che il te l’individuazione dei processi procede in Centro di documentazione, previsto dal maniera privilegiata a partire da quelli nei PON rappresenta nella sua interezza uno quali le associazioni antiracket si sono co- strumento essenziale per combattere me- stituite parte civile, proprio per il fatto che glio il racket e l’usura. Lo è sicuramen- in questo caso è quasi sempre rilevabile un te la Banca dati sui procedimenti penali ruolo positivo delle vittime. L’analisi delle (ZOOM) presentata 11 luglio a Napoli e diverse realtà territoriali rispetto all’inci- 29 agosto a Palermo ed in entrambi i casi denza dei fenomeni criminali prevede la nella sede della Prefettura e consultabile realizzazione, nel periodo progettuale, di sul sito internet della FAI.E’ una raccolta 12 ricerche. di schede informative sui dati identifica- tivi del procedimento, imputati, autorità “Anche se il dato è in continuo aggiornamento, giudiziaria, stato del processo, fonti ed ele- al momento su www.antiracket.info sono consultabili menti di prove acquisite, capi di imputa- sul sito n.144 schede così suddivise per regione, zione, tempo e luogo, costituzioni di parte Campani 78, Sicilia 39, Puglia 21, Calabria 6”.

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CONSUMO CRITICO “PAGO CHI NON PAGA” glese Cristopher Prentice, rappresenta uno strumento Il consumo critico si basa su regole particolarmente di rafforzamento della lotta al racket: nel momento in rigorose per garantire ai consumatori l’effettiva qua- cui il turista inglese sceglie per i propri acquisti un ne- lità antiracket dei commercianti e salvaguardare il gozio dell’antiracket non solo rafforza la motivazione movimento antiracket da situazioni non veritiere se del commerciante ma incoraggia altri commercianti non espliciti tentativi di infiltrazione. a seguire quell’esempio virtuoso. Consumo critico La realizzazione della Guida “1000 operatori econo- per gli operatori ma prima ancora per i consumato- mici antiracket” rappresenta la prima iniziativa del ri. Il numero delle adesioni attualmente certificate, è genere realizzata su base nazionale. Negli ultimi anni di 9416. Stiamo parlando di oltre 10mila persone che vi erano state analoghe iniziative, di diffusione degli sono state raggiunte ed informate sui temi dell’antira- elenchi degli operatori del consumatore critico, ma cket e che hanno scelto di impegnarsi per aiutare chi tutte avevano avute un limitato ambito territoriale. ha deciso di opporsi al racket. Sottoscrizioni di valo- Per primi sono stati ragazzi di a Palermo re, visto l’accento che riescono a porre alla tematica, poi il Coordinamento delle associazioni antiracket raccolte in diverse occasioni in Calabria, Campania, campano. Adesso grazie al progetto PON si è riusciti Sicilia e Puglia. Fra queste certamente le due fiere re- ad offrire ai cittadini consumatori un elenco conte- alizzate a Barcellona Pozzo di Gotto (dal 22 al 24 no- nenti imprenditori antiracket della Campania, della vembre) e Napoli ( dal 6 all’8dicembre), nelle quali è Sicilia, della Calabria, della Puglia. La relativa pub- stato raccontato l’impegno di imprenditori che hanno blicazione offre ai cittadini consumatori elementi di detto no al ‘pizzo’ e le loro storie di successo impren- base per la comprensione dei fenomeni estorsivi e del ditoriale. Un momento commerciale ed un significa- movimento antiracket; presenta gli operatori econo- tivo momento nella promozione della lotta antiracket. mici secondo una classificazione per categorie mer- Aver fatto la Fiera a Barcellona è stato anche un modo ceologiche (abbigliamento, agenzia di viaggio, alber- per intercettare una forte spinta di rottura esistente ghi etc..). L’imprenditore che chiede l’adesione deve, nella comunità. Hanno esposto 40 aziende in rispetti- infatti, sottoscrivere una dichiarazione impegnativa vi stand. Qui opera l’organizzazione mafiosa più for- non solo di non trovarsi nelle situazioni di esclusione te, antica e radicata dell’intera provincia di Messina. previste per l’ammissione a socio antiracket, di non Negli ultimi anni per iniziativa della FAI è finalmente aver pagato il ‘pizzo’ o di aver denunciato le richieste nata l’associazione antiracket che si è affermata sul estorsive; il commerciante autorizza la FAI ad opera- territorio con prestigio ed autorevolezza, facendo già re ogni approfondimento sull’azienda e sulla persona registrare i primi casi di denuncia. anche avvalendosi della richiesta di certificazione an- A Napoli, in Piazza del Plebiscito, hanno esposto timafia. Dal punto di vista del ruolo degli operatori e 60 aziende, cinque di questi stand erano gestiti da dei dirigenti delle associazioni antiracket questi sono imprenditori che avevano subito gravi attentati alla obbligati ad utilizzare la stessa identica procedura che propria azienda e che con la solidarietà dell’associa- si compie quando si accetta un nuovo socio nell’asso- zionismo antiracket, grazie al fondo di solidarie- ciazione: consultazione delle forze dell’ordine. tà della legge 44, hanno ricostruito la loro azienda quasi sempre in una dimensione di crescita econo- “La Guida in versione cartacea ha avuto, e non mica. Entrare in questi stand e vedere le foto dei poteva averne altre, una funzione di propaganda negozi distrutti dagli attentati e confrontare questo legata soprattutto alla coincidenza con eventi dato con la nuova dimensione imprenditoriale costi- pubblici. La funzionalità dell’elenco, invece, tuisce un indubbio elemento di successo e di forza. risiede nel database consultabile dal sito antiracket. Dei 60 stand quattro sono stati gestiti direttamen- info che viene costantemente aggiornato”. te dalle Istituzioni: lo stand della Polizia di Stato, quello dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di La Guida, ripresa dalle pagine del Times, definita “una Finanza, della Guardia Costiera. Significative pure perfetta guida per una vacanza libera dalle mafie nel le iniziative svoltesi in Puglia con la partecipazione sud Italia”, è stata presentata a livello nazionale nella della FAI, con un proprio stand, alla Fiera del Le- Prefettura di Napoli il 24 giugno 2013 con la parte- vante a Bari (settembre 2013) e ‘Weekend a Vieste’: cipazione fra gli altri del Commissario straordinario un modo nuovo di promuovere gli esercizi turisti- Prefetto Elisabetta Belgiorno, successivamente il 29 ci di quel territorio in un momento in cui sono in giugno è stata presentata in Sicilia presso la Prefettura corso importanti processi e gli operatori alberghieri di Messina. A Guide for the “critical anti-racket” con- rappresentano l’ossatura della locale associazione sumer, presentata il 3 dicembre dall’Ambasciatore in- antiracket.

NEWSLETTER ANTIRACKET 11 pon sicurezza lo scudo della legalita’ Il bilancio di quindici mesi di iniziative

DI TINA CIOFFO

n poco più di un anno il progetto PON Sicurezza dra di storici esponenti dell’associazionismo antira- ha messo in moto tutta una rete di operatività che cket che ha messo in campo la propria esperienza e le nelle quattro regioni della Calabria, Sicilia, Puglia proprie competenze. Cosa è stato prodotto e cosa è Ie Campania ha creato le condizioni per affrancare necessario ancora fare, sono i due punti di un primo territori, aumentare denunce, far crescere il numero bilancio tracciato con dati alla mano e con l’orienta- delle costituzioni parti civili e raggiungere il maggior mento politico di chi è attore protagonista di questa numero di commercianti ed imprenditori. Una squa- nuova rivoluzione contro il racket e l’usura.

NEWSLETTER ANTIRACKET 12 PON SICUREZZA

MARIA TERESA MORANO

i ha consentito di seguire da vicino anche territori lontani come CCosenza, dove abbiamo messo insieme imprenditori antiracket che non avremmo incontrati. Grazie ai fondi messi a disposizione dal Pon abbiamo organizzato un esercito che si è messo in cammino con presenze capillari. Si pensi per esempio alla straordinarietà delle cam- pagne Cento Stelle e Pasqua antiracket. Sono state iniziative provoca- torie ed utili permettendoci di arrivare in realtà dove,nonostante la storicità del movimento antiracket, non eravamo riusciti. Certo, tenu- to conto delle peculiarità territoriali che non bisogna mai sottovaluta- re esistono delle azioni che debbono e possono essere messe a sistema a partire dal consumo critico coinvolgendo le scuole, non limitandosi alla raccolta firme ma ad un ruolo di protagonismo anche nella scelta dei fornitori. Per il prosieguo va costruita una migliore percezione del- le opportunità del movimento antiracket nelle forze dell’ordine cen- trali e non solo periferiche. Responsabile d’area - Calabria Centro di documentazione RENZO CAPONETTI

l progetto Pon ci ha posto degli obiettivi spronandoci a raggiungerli Ie questo oltre che aumentare la tensione ha contribuito a sensibiliz- zare i cittadini aumentando la conoscenza, ponendo degli interrogativi grazie ai quali siamo entrati in territori per noi completamente inac- cessibili. E’ il caso di Vittoria e Niscemi dove il movimento antiracket in tanti anni non aveva avuto neppure la possibilità di mettere una locandina, di sussurrare nell’orecchio di un commerciante ed invece grazie all’assiduità delle riunioni abbiamo avuto l’operazione Fenice e l’arresto di sei persone denunciate da due imprenditori. Sono eccellen- ze queste che non possono essere sottovalutate. E’ una mole di lavoro considerevole e dobbiamo essere in grado di mantenere gli impegni per dare man forte alle forze dell’ordine e garantire la vicinanza a tutti i nostri colleghi. Responsabile d’area - Sicilia Occidentale Consumo Critico ENRICO COLAJANNI

a Sicilia occidentale è un’area così vasta e ad alta concentrazio- Lne mafiosa che sarebbe stato impossibile percorrerla in lungo e largo così come è stato fatto. Fino a questo momento le province di Trapani, Agrigento e la stessa di Palermo, con ben 80 Comuni, erano rimaste quasi del tutto inesplorate. Il PON ha dato un’acce- lerazione alla nostra proiezione verso l’esterno, consentendoci di andare a scoprire quelle enormi potenzialità non espresse. Senza la quantità di energia, disponibilità ed opportunità che siamo riusciti a mettere in campo non avremmo potuto accendere le micce per avviare il cambiamento dei tempi comunque epocale. Se avessimo agito prima molti imprenditori non avrebbero ritrattato così come pure è capitato. Gli strumenti di comunicazione dovranno essere affinati per dar conto della dinamicità del movimento antiracket impegnato a tutto campo. Responsabile d’area - Sicilia Occidentale Centro di documentazione

NEWSLETTER ANTIRACKET 13 PON SICUREZZA

RENATO DE SCISCIOLO

e iniziative, le campagne di sensibilizzazione, l’incontro nelle scuole Le fra i commercianti ci ha permesso di radicarci sul territorio, libe- rando altre aree che erano sotto il controllo di estorsori ed usurai. Ab- biamo avvicinato imprenditori accompagnandoli alla denuncia e questo è un risultato essenziale visto che i dati nella provincia di Bari e Foggia hanno evidenziato un aumento delle operazioni di polizia che hanno assicurato sempre più usurai alla giustizia. Siamo dinanzi ad un cam- biamento epocale e questo ci deve incentivare ad andare avanti con la stessa energia.

Responsabile d’area - Puglia Consumo Critico PAOLO CALIGIORE

e pensiamo agli effetti avuti con i commercianti ed i consuma- Stori attraverso il consumo critico non possiamo che ritenere il lavoro fatto in questi mesi come una eccellente possibilità per cam- biare davvero i nostri territori. Nella provincia di Siracusa sono sta- te raccolte 300 sottoscrizioni di imprenditori ed oltre 1000 firme, senza contare quelle online, di consumatori. Abbiamo inaugurato un nuovo tipo di economia capace di essere antidoto dell’economia criminale e senza l’intervento quasi chirurgico che stiamo portan- do avanti non avremmo concretizzato l’obiettivo di mettere in re- lazione la società civile con i commercianti. Per essere più incisivi dobbiamo migliorare l’organizzazione anche da parte dell’associa- zione.

Responsabile d’area - Sicilia Orientale Consumo Critico ROSARIO D’ANGELO

na vera e propria innovazione, sono stati questi ultimi 15 mesi di Ulavoro nel movimento antiracket. Sono aumentate le denunce, lie- vitate le adesioni e anche le costituzioni di parte civile. Abbiamo sempre operato a piccoli passi, ora invece ci siamo professionalizzati miglioran- do il nostro rapporto con le istituzioni. E’ stato sempre questo il nostro punto di forza ed ora con le passeggiate antiracket, con la fiera di Napoli e con i diversi incontri che abbiamo avuto, lo abbiamo rinsaldato. L’e- sperienza fin qui accumulata dovrà essere messa a regime per facilitare l’accesso al credito e soprattutto tutelarlo. Solo così potremo, con un’a- zione preventiva, limitare il ricorso all’usura. La programmazione eco- nomica finanziaria delle banche non può non tenere conto di questo dato.

Responsabile d’area - Napoli Consumo Critico NEWSLETTER ANTIRACKET 14 IL LIBRO I BOSS Sul lETTINO Storie di sangue e di (falsa) pazzia

DI GIUSEPPE CRIMALDI

he cosa può succedere della follia” di Bernardo Proven- “degenze di lusso” concesse grazie quando un boss si fi nge zano ai paradossi di Totò Riina; a ricoveri per patologie inesisten- pazzo? Quali conseguenze, dalla storia di Balduccio Di Mag- ti a personaggi del calibro di Lu- Cricadute giudiziarie, scappatoie legate ai cavilli e alle maglie lar- ghe di certifi cati medici (talvolta troppo generosi, se non addirit- tura compiacenti) possono de- rivarne? È partendo da queste domande che nasce “Mafi a da legare”, libro scritto a quattro mani da Corrado de Rosa e Lau- ra Galesi: psichiatra salernitano con il debole per la scrittura, il primo; giornalista siciliana e au- trice di interessanti libri, la se- conda. “Mafi a da legare”, edito da Sper- ling & Kupfer e con una prefa- zione scritta da Pietro Grasso quando ancora ricopriva l’inca- rico di procuratore nazionale an- timafi a, è un’opera che aff ronta a cuore aperto il fenomeno della “pazzia” tante volte interpretato dai boss di Cosa Nostra: esa- minando i casi e le patologie - a volte reali, tante altre presunte, e di mera opportunità - che hanno colpito i mafi osi. Nel codice d’o- nore della mafi a non c’è spazio per la follia. Il “picciotto”, o il capo, deve comportarsi in modo irreprensibile nella vita privata come in quella pubblica: ascolta, sa, vede tutto, agisce nell’ombra ma non perde mai il controllo. E allora come mai negli ultimi anni sempre più “uomini d’ono- re” hanno fatto ricorso alle cer- tifi cazioni degli specialisti per dimostrare mezze o totali infer- mità di mente? In 235 pagine, ben documentate gio a quella di Agostino Badala- ciano Liggio, Vittorio Mangano, e di lodevole lettura, i due autori menti, passando attraverso vicen- Giuseppe Giacomo Gambino e aff rontano tanti casi. Dai “pizzini de inquietanti come quelle delle tanti, tanti altri ancora.

NEWSlETTEr ANTIrACKET 15 CULTURA CrAvATTArI La metafora del sottosuolo

DI CARMEN DEL CORE

ravattari” è il nome raggiunto le quasi 900 repliche Luna andata in anteprima mon- con cui vengono de- sul territorio nazionale. Un vero diale all’ Italian Seasons di Lon- finiti gli usurai, gli record per uno spettacolo di tea- dra diretta da Mariano d’Amora, “Cstrozzini, coloro i quali prendono tro contemporaneo, rappresentato per Calvino è stato un crescendo al collo i debitori con la richieste anche in diversi istituti scolastici e di riconoscimento. Il suo non è di interessi spropositati e perse- da diverse compagnie amatoriali. un copia ed incolla dalla cronaca guono, con criminale sistemati- In 20 anni, Calvino non si è fer- ma nella cronaca il drammaturgo cità, l’annientamento economico, mato. Ha continuato a privilegiare napoletano piuttosto si immerge psicologico e morale delle proprie le tematiche sociali firmando un confrontandosi con quelle umani- vittime. “Cravattari” è anche il avanguardismo teatrale di signi- tà che sul palcoscenico racconta- titolo della commedia scritta da ficato. Da Donne di Potere, Ma- no solitudine, conflitto e paura ma Fortunato Calvino nell’agosto lacarne, Lontana la città e Madre soprattutto desiderio di riscatto. del ’94, nello stesso periodo in cui le cronache rivelavano le pri- me drammatiche vicende legate all’usura. Dopo 20 anni dalla pri- ma stesura Cravattari tornerà in scena. Dal 10 al 14 marzo l’evento “Usura e legalità” darà il via a un ciclo di mattinate scolastiche che consentirà ai giovani di assistere allo spettacolo presso il teatro San Ferdinando di Napoli e di appro- fondire il tema in questione. Il drammaturgo, divenuto ormai fi- gura di spicco del teatro contem- poraneo, esprime la sua volontà di parlare alle nuove generazioni, su cui puntare per sperare in una società diversa, migliore.

I RICONOSCIMENTI Fortunato Calvino ha comincia- to la sua attività artistica nel ’78. La sua opera ha avuto il merito di suscitare l’attenzione su una piaga sociale come quella dell’usura so- litamente trascurata dall’informa- zione e dai media. All’epoca l’usu- ra mieteva le sue prime vittime e lo spettacolo ebbe un riscontro positivo nelle scuole arrivando al premio Giuseppe Fava nel 1995, al premio Giurlà nel 1996 e al premio speciale Giancarlo Siani nel 1997. “Cravattari”, dal 1996 ad oggi, ha Il cast

NEWSLETTER ANTIRACKET 16 CULTURA

La trama to ricorre vicino al giorno che Il campo di indagine dell’auto- vuole celebrarle - accompagna re è la Napoli del degrado. Una lo spettatore in una drammatica storia di tutti i giorni che coin- discesa agli inferi dove chiunque volge i componenti di un’intera può perdere la dignità e preferire famiglia, indotta progressiva- le tenebre alla luce, un nascondi- mente a vendere, in una vorti- glio alla vita. Restano impresse e cosa spirale di debiti, il negozio, danno coraggio, però, le parole l’oro, la casa, persino l’onestà. che sul finale il personaggio di In questo contesto si delineano Rosa rivolge a Bianca: “mi porti le scene della discesa agli inferi, a vedere il mare, è tanto che non il rifuggire dal triste mondo dei lo vedo”. vivi e la scomparsa nella Napoli sotterranea vissuta come unica l’allarme via di scampo. Il cast prevalen- L’aspetto più allarmante dell’u- temente al femminile di Calvi- sura è la solitudine nella quale no, da sempre più interessato vengono relegate le vittime. Per alle dinamiche dell’universo Tano Grasso, presidente onora- Fortunato Calvino delle donne - non a caso l’even- rio della FAI, che ne scrisse la prefazione alla prima edizione “Il teatro di Cravattari descrive la vita di una famiglia vittima di usura nel sottosuolo di Napoli: si tratta di una efficace metafora che esprime plasticamente la dif- ficoltà delle vittime, in un certo senso la vergogna di emergere e palesare la propria condizione. Vent’anni fa questo teatro con- tribuì, sul fronte della creazione artistica, a quella battaglia con- tro l’usura che portò - nel 1996 - il Parlamento ad approvare la legge 108”. “Vent’anni fa iniziavamo a scopri- re - prosegue Grasso- che le vitti- me tendono sempre a nascondere la propria condizione, sopraffat- te dalla vergogna. Niente come l’intuizione artistica è in grado di raccontare una verità. Fortu- nato Calvino ha avuto la tenacia e il coraggio di denunciare una cosa inattuale. Per questa ragione il suo spettacolo mette in scena la metafora del sottosuolo. I suoi protagonisti vivono in una Napo- li sotterranea lontana dalla luce del sole, nel buio esistenziale co- struito dalla minaccia del ricatto, convinti che il pregiudizio nei loro confronti possa trasformarli da vittime a carnefici”.

NEWSLETTER ANTIRACKET 17 L’INTERVISTA CICCIO LA LICATA L’obbligo morale di sentirsi “antimafiosi”

DI GIUSEPPE CRIMALDI

el vocabolario di un giornalista le parole non pieno regime. Io non è che sia aprioristicamente contra- mancano. Chi scrive vive facendo del pensiero e rio alle polemiche, ammesso però che servano a fornire della parola il proprio pane quotidiano, e Fran- contributi e spunti validi. E so che a fronte di più contri- Ncesco La Licata - cronista giudiziario di razza, oggi in- buti validi, avremo anche in giro meno parolai inutili”. viato della Stampa e scrittore e autore di decine di libri sulla mafia - è uno che le parole le pesa bene prima di E che cos’altro si potrebbe proporre oggi per rilanciare adoperarle. Ce n’è una, però, che ama particolarmente e un modello di antimafia più adeguato ai nostri giorni e che usa ricorrentemente durante la conversazione che ha per ottenere risultati concreti? accettato di fare con “Lineadiretta” sul tema degli stru- “Cominciamo dal riutilizzo dei beni confiscati alle ma- menti utili e necessari a dare nuove energie, oggi, ad un fie, argomento spesso e volentieri sbandierato senza che modello coerente di antimafia in Italia. È la parola “dovere”.

Se qualcuno le dice “antimafia”, lei a che cosa pensa? “A un modello valido e utilizzabile in Italia. Attenzio- ne: in tutta l’Italia, perché oggi la mafia non è più una questione riconducibile a questa o quella latitudine, non è più un concetto ritagliato sulla geografia di questa o quella regione, quanto piuttosto uno strumento valido per il Sud, per il Centro e per il Nord del Paese. Detto questo, l’antimafia era e resta un dovere collettivo”.

Che tipo di dovere? “Il dovere è un concetto che implica l’idea del rigore, que- sto è ovvio. Lo dico perché so bene che in quel variegato mondo popolato dai protagonisti dell’antimafia ci possa- poi però si arrivi veramente a nulla di concreto. Qui di no essere talvolta anche attori comprimari non proprio strada se n’è fatta poca, mi pare. Oppure, se vogliamo “immacolati” o coerenti rispetto al portato delle idee di metterla in un altro modo: di strada ne resta ancora tan- cui si fanno paladini: ma questo non può né deve autoriz- ta da percorrere: perché qualunque ritardo nel recupero zare a far sì, come si dice, che si getti via l’acqua con tutto dei patrimoni sottratti alla mafia finisce pericolosamente il bambino. Perciò, e mai come in questo momento, nel con il diventare foriero di molti messaggi negativi. Far sì dovere che è insito all’idea più nobile del fare antimafia che tali ritardi finiscano con il compromettere lo stato io credo sia di fondamentale importanza valutare con at- stesso di quelle aziende, fino in molti casi a determinarne tenzione tutte le attività dei tanti gruppi impegnati nella addirittura la chiusura e dunque la morte è un messaggio lotta alla criminalità organizzata. Intanto, però, vedo in terribilmente negativo. Un altro esempio: forse andreb- giro una certa confusione”. bero controllate meglio le nomine di certi consulenti, professionisti che vengono nominati per gestire quegli Confusione? stessi beni, se è vero che alcune indagini hanno finito “Mi limito a fare un esempio. Attaccare, come pure è ac- con il concentrarsi addirittura sulle attività sospette caduto, l’iniziativa della Fondazione Falcone in occasio- di alcuni custodi giudiziari, poi indagati. E infine il ne delle manifestazioni del 23 maggio è stato un obiettivo ruolo delle associazioni. Togliere alle associazioni i sbagliato. Gli intellettuali, o meglio certi intellettuali, an- finanziamenti sarebbe una sciagura: perché la cura ziché improvvisare comportamenti originali a qualun- della memoria ha un’importanza fondamentale per- que costo farebbero meglio a impegnarsi sul serio affin- ché - questo ricordiamocelo sempre - soprattutto al Sud ché la macchina dell’antimafia nel suo insieme - quella la gente se viene abbandonata a se stessa finisce con l’a- dello Stato e delle sue istituzioni - funzioni meglio e a vere paura”.

NEWSLETTER ANTIRACKET 18 ATTu ALITA’ grAvINA, uN pATTO COmuNE pEr rIlANCIArE lE dENuNCE

DI CARMEN DEL CORE

a criminalità organizzata, con le sue ramifica- iscrizione delle imprese che hanno detto no al pizzo zioni nell’economia illegale, è uno dei più te- una lista destinata a sponsorizzare presso 5000 con- mibili nemici del Sud. È un fenomeno capace sumatori iscritti le imprese sane che promuovono la Ldi bruciare risorse e rendere più fragili e deboli le legalità. imprese che, diversamente, sarebbero capaci di com- Numerose le segnalazioni, ma nessuno trova real- petere non solo nei mercati locali ma anche in quelli mente il coraggio di denunciare il racket delle estor- più lontani e complessi, come le sioni e dell’usura a Gravina in esperienze pugliesi di punta e più Puglia. Sintomo non certo di ine- innovative sanno dimostrare ogni sistenza dei fenomeni criminali giorno. ma solo della dilagante paura. Sicurezza, legalità, ma anche cul- Invertire la rotta è necessario, e tura del coraggio e della volontà di lo strumento c’è: ed è quello del- contrastare e resistere ai fenomeni la denuncia. È preoccupante la criminali da parte di tutti grazie diagnosi fatta da Renato De Sci- alla capacità di sapere attuare un sciolo: “Pensiamo occorra costi- fondamentale gioco di squadra. tuire un’associazione antiracket Sono i temi affrontati durante un anche qui a Gravina, perché in incontro organizzato dalla FAI una realtà dove ci sono stati tre e dall’Associazione Antiracket grossi interventi della magistra- e Antimafia di Molfetta con gli tura inquirente, con sequestri esponenti del mondo imprendi- milionari di beni a soggetti della toriale, che si è tenuto a Gravina criminalità organizzata, c’è si- in Puglia il 25 febbraio presso la curamente bisogno di un soste- Petrone Oleodimanica. gno attivo per le vittime”. Perché “Occorre un impegno costante da l’azione antiracket e antiusura condividere - spiega il coordina- sia efficace occorre il coraggio e tore regionale antiracket Renato De Scisciolo - Non la volontà di fare rete: “Aiutiamo gli imprenditori dobbiamo pretendere atti di eroismo da parte dei dall’inizio alla fine dei processi, costituendoci parte singoli ma puntare sulla capacità di contrasto che civile - conclude De Scisciolo - Quello che occorre le reti associative sono in grado di porre in essere. sono le denunce collettive, perché solo così non si Abbiamo deciso di condividere un impegno comu- resta da soli e si può vincere, arrivando alla confisca ne, inaugurando un dibattito pubblico e chiamando dei beni mafiosi, la vera sconfitta per la criminalità”. tutti a esercitare un atto di responsabilità”. Dopo aver sottolineato che in una situazione di crisi economica globale e di fronte alle tristemente note difficoltà di accesso al credito il ricorso a prestiti a tassi usurari diventa una piaga sempre più diffu- sa (alla quale si aggiunge poi quella del racket, che colpisce anche le imprese agricole e spesso consiste nell’imposizione dell’acquisto di merce di produzio- ne mafiosa), De Scisciolo illustra i diversi strumenti di reazione a disposizione degli imprenditori: dal ri- corso all’articolo 20 della Legge 44/99, che permet- te la sospensione temporanea dei pignoramenti di Equitalia in caso di denuncia, al PON sul Consumo Critico e la sicurezza, che prevede la possibilità di Un momento dell’iniziativa

NEWSLETTER ANTIRACKET 19 ATTUALITA’ FESTIVAL DELLA CULTURA ANTIMAFIA Appuntamento a Lamezia Terme DI CARMEN DEL CORE disse: “Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”. RAME FESTIVAL, l’unico Festival di libri Comunale, nei due anni seguenti, in cui oltre all’or- sulle mafie, realizzato a Lamezia Terme ogni ganizzazione anche la titolarità dell’evento era a ca- anno dal 2011 ha bisogno di tutti per andare rico della Fondazione “Trame”, il Festival ricevette Tavanti. Di tutti quelli che credono che questo festi- diversi finanziamenti privati (oltre quello dell’am- val debba continuare ad esistere, per proseguire in ministrazione comunale, l’AIE - Associazione Ita- questo percorso fatto di denuncia e di risveglio del- liana Editori e l’Ordine Nazionale dei Giornalisti). le coscienze contro le mafie. Purtroppo quest’anno non L’evento, organizzato dalla potrà contare Fondazione “Trame”, una sul contribu- costola dell’Associazione to dell’Am- Antiracket di Lamezia ALA ministrazio- ONLUS, ha l’obiettivo di ne, in quanto portare nelle piazze della il comune di città, i protagonisti, le sto- Lamezia Ter- rie, i disegni, le fotografie, i me rischia simboli, le musiche, i film, seriamen- e soprattutto te il dissesto. una montagna Quindi, nono- di libri. Tut- stante un serio contribu- to questo per to dell’ALA, Trame ha bi- far conoscere sogno dell’aiuto di tutti. a migliaia di Il Festival ha tanti amici e persone, l’im- tanti sostenitori. Ad esem- portanza e pio gli ospiti e i tanti profes- la grandezza sionisti che hanno lavorato di ciò che le nelle prime tre edizioni a mafie tolgo- titolo totalmente gratuito. no alle nostre E quelli che hanno regala- vite e quindi to le loro idee, i progetti e la necessità le opere, costituendo le soli- per ognuno di de basi su cui sta crescendo combatterle. questa magnifica iniziativa. Una terra deturpata dalla bruttezza della ‘ndrangheta, Ma adesso ha bisogno del supporto dei tanti che il so- che punta alla crescita di una coscienza civile e certa- stegno e l’amicizia l’hanno manifestata in altri modi, mente “Trame” ha dato, e continuerà a dare, un gros- seguendo, apprezzando e incoraggiando il Festival ad so contributo al rafforzamento di questa coscienza. andare avanti. Il Festival si svolge ogni anno nel mese di giugno. Da qualche giorno, insieme a RisorgiMenti.Lab e Il risultato più importante raggiunto in questi tre all’Associazione Aniti, è disponibile online, sulla anni è certamente quello di essere riusciti a coinvol- piattaforma Argalìo, la campagna di crowdfounding gere nell’organizzazione un numero sempre mag- per la realizzazione della quarta edizione del Trame giore di giovani volontari. Dopo una prima edi- Festival 2014. Ci sono solo 90 giorni a disposizione zione totalmente finanziata dall’Amministrazione per sostenere Trame Festival.

NEWSLETTER ANTIRACKET 20 il processo condannati gli esattori del pizzO Racket a Palo del Colle, colpo al cuore del clan

DI CARMEN DE CORE

ra marzo del 2013 quando i pregiudicati non solo attraverso un coraggioso atto di denun- Michele Chimienti e Fedele Giancarlo Mele cia, che è andato oltre qualsiasi minaccia, oltre il chiesero ad un imprenditore edile di Palo terrore che può incutere il solo nome di un clan Edel Colle, in provincia di Bari, di pagare il cosid- malavitoso, ma anche grazie ad una rete antiracket detto “caffè” del valore di 1000 euro in cambio di che si batte ogni giorno per gli oppressi, un fronte protezione. Il cantiere preso di mira era di piccole comune che ha radici solide di giustizia e legalità. dimensioni, quindi le richieste estorsive erano in- “La costituzione di parte civile dell’Associazione feriori rispetto a quelle degli altri cantieri edili del- Provinciale Antiracket e Antimafia di Molfetta la zona (generalmente dai 5000 ai 10000 euro). Di fronte alla volontà di non pagare da par- te dell’imprenditore, gli estorsori decisero di ricorrere a minacce di morte. E per spaventar- lo ulteriormente osten- tarono anche la propria appartenenza ai clan Cipriani e Cassano e la protezione di altri clan bitontini. Ciò indusse la vittima a cadere nella rete del racket e a versa- re la cifra di 200 euro. L’imprenditore presto si pentì della debolezza di- mostrata nell’affrontare la situazione e sporse denuncia. Accusati del reato di estorsione ag- gravata da minacce, gli imputati furono tratti agli arresti domiciliari fino alla sentenza dello scorso febbraio. Durante l’udienza preliminare, davanti al giudi- è un chiaro ed importante gesto di contrasto alle ce del Tribunale di Bari Alessandra Pilego, è stata attività criminali - conferma il presidente dell’As- accolta la richiesta di costituzione di parte civile sociazione Renato De Scisciolo, che esprime la sua dell’associazione provinciale antiracket e Antima- più totale soddisfazione per il lavoro costante e in- fia e della stessa vittima, entrambi rappresentati cessante finora svolto- Importanti segnali di ribel- dall’avvocato Angela Maralfa. lione arrivano dai cittadini ed operatori economici I due imputati, avendo richiesto di patteggiare, che, a gran voce, chiedono di spezzare questa gab- sono stati condannati rispettivamente a tre anni e bia di paura. Ed il territorio – conclude De Scisciolo quattro mesi di reclusione. – da concreti segnali di riscatto sia culturale che Si tratta di un risultato importante, a cui si è giunti economico”.

NEWSLETTER ANTIRACKET 21 NOTIZIE prOFESSIONISTI lIBErI dAllA mAFIA pArlA EmANuElE NICOSIA

DI CARMEN DEL CORE

on faccio affari con professioni. della professione, ossia l’espleta- la mafia ne’ con gli La straordinaria diffusione e peri- mento dell’attività forense, a favore amici dei mafiosi”. colosità del sistema mafioso impo- del cittadino, indipendentemente “NCosi può sintetizzarsi l’essenza del ne ad ogni soggetto sociale, singo- dalla tipologia dei fatti per i quali Manifesto, redatto dal movimen- lo o associato, pubblico o privato, è richiesta l’assistenza – sottolinea to culturale Professionisti Liberi, di svolgere un ruolo attivo per con- con rammarico Nicosia - Noi non trastarlo, senza più demandare ad crediamo che tutti i Consigli degli altri. Chi ha grandi responsabilità Ordini debbano aderire al nostro sociali come i professionisti do- Manifesto-decalogo, e non possia- vrebbe, più di ogni altro, avere mo essere d’accordo con l’Ordine comportamenti etici, ma la realtà è degli avvocati poiché una cosa è che un gran numero di essi vengo- assicurare la tutela legale altra è no condannati per reati di mafia e fare affari con la Mafia o curare gli spesso proseguono indisturbati la affari sporchi della Mafia – chiari- loro attività professionale. sce il presidente”. “Così, nel 2010, dall’incontro L’adesione al movimento presup- di Addiopizzo e LiberoFuturo con pone, dunque, la sottoscrizione del un gruppo di professionisti - ci Manifesto, una raccolta di 10 rego- spiega Giuseppe Nicosia, presiden- le che formano un decalogo anti- Emanuele Nicosia, te di ProfessionistiLiberi - è nata Liberi Professionisti presidente l’idea di costituire un movimento del movimento culturale basato sulla responsabilizzazione dei singoli professionisti nella lotta che oltre a riprendere quanto già alla mafia a fianco degli imprendi- regolato dalle norme e dai codici tori, avviando un profondo muta- deontologici, costituisce una guida mento culturale”. etica nell’ambito più specifico della “Dopo aver elaborato il decalogo, lotta al racket del pizzo ed al siste- abbiamo raccolto le prime sette- ma mafioso. cento sottoscrizioni. E il 28 maggio Dopo l’arresto eccellente e la radia- 2011, durante la Fiera del Consumo zione dall’albo di Michele Aiello, Critico di Addio Pizzo a Palermo, prestanome del boss Provenzano e abbiamo presentato il movimento di altri mafiosi di , inge- – continua Nicosia – Dopo appe- gnere dai modi raffinati e dall’e- na qualche mese le adesioni hanno leganza impeccabile, che riuscì a raggiunto quota 1000. Numerosi creare un impero economico dal- ordini professionali hanno aderi- le vaste dimensioni e che gli valse to, tra i quali quello degli agrono- l’epiteto del “Re Mida della Sani- mi, dei geologi, degli ingeneri, dei tà siciliana”, inizia a mobilitarsi il commercialisti e contabili. Mentre mondo sano dei professionisti. l’Ordine degli avvocati di Palermo Una vicenda che scosse molto l’o- mostrò non poche reticenze con- pinione pubblica e che spinse un tro il movimento”. gruppo di “Professionisti, Liberi “L’Ordine degli Avvocati attraver- per scelta e non per professione” so una delibera di Consiglio ri- (questo lo slogan del movimento) chiamò i propri iscritti ad attener- ad occuparsi di etica e legalità nelle si ai principi cardine della libertà

NEWSLETTER ANTIRACKET 22 notizie

mafia, che ogni singolo professio- aderenti alla FAI, si sta cercando poco trasparente - sottolinea Ni- nista si impegnerà pubblicamente di esportarlo ulteriormente oltre la cosia, analizzando i pro e i contro a rispettare e osservare, pena l’e- Sicilia. del movimento - Ma da parte dei sclusione dalla lista pubblica nella “Attualmente hanno aderito oltre giovani professionisti c’è molta quale sarà inserito dopo la sotto- 1700 professionisti, che si impe- attenzione a questi temi, che ser- scrizione. L’adesione è accordata gnano ogni giorno ad essere ri- vono a garantire ai cittadini i pro- non solo ai liberi professionisti ma spettosi di norme che vanno bel pri diritti costituzionali”. anche ai non iscritti agli Ordini, ai al di là dei doveri deontologici. Il “In qualità di presidente, invece, semplici laureati, ai professionisti movimento rappresenta una luce sono convinto che la nostra è la dipendenti pubblici o privati e ai sul covo sociale delle professioni – terra del virus della mafia ma si- diplomati in materie professionali, spiega Nicosia”. curamente anche dell’antivirus. che si impegnano a rispettarne le “Da un punto di vista professiona- Sono fiducioso e spero, insieme ai indicazioni nell’ambito delle loro le la battaglia che conduciamo su tanti sostenitori del movimento, di competenze professionali e re- scala nazionale non aiuta. Si alza il esportare la formazione professio- sponsabilità individuali. tiro contro una società che tende nale su questi temi a livello nazio- Il Manifesto è stato sottoscritto da a mettere la testa sotto la sabbia. nale. In questo modo si aprirà una migliaia di professionisti di tut- E gli ordini professionali appa- grande sfida. Noi ci proviamo e lo ta Italia. Grazie, inoltre, alle oltre iono parecchio distratti, la dove facciamo con grande orgoglio – settanta associazioni antiracket il mondo del lavoro risulta essere conclude Nicosia”.

NEWSLETTER ANTIRACKET 23 ASSOCIAZIONE ANTIRACKET Il mOdEllO dI CApO d’OrlANdO Ventiquattro anni di lotte e di successi

DI GIUSEPPE CRIMALDI

tretta tra l’azzurro di un mare incontamina- ma sentite parole: “Sappiamo che le cose ti vanno to e il verde dei Nebrodi che le guardano le bene. Se vuoi continuare così per fine mese mettici spalle, Capo d’Orlando - in provincia di Mes- da parte 30 milioni di lire...”. Sarino ne parlò a un Ssina - ha vissuto per secoli della sua tranquillità amico che, allora, era il titolare di un negozio di quasi inconiliabile con una vocazione geografica calzature. Quel giovane uomo, Tano Grasso, intuì che la vuole sporta, quasi spinta dalla terra sicilia- che i racconto coincideva con quelli che aveva già na su un promontorio che guarda l’immensità del ascoltato da altri commercianti della zona. Mediterraneo. Priviegi naturali che non l’hanno Fu così che ci si cominciò a organizzare. Incontri tuttavia resa immune dagli artigi della crimina- quasi carbonari, organizzati all’ultimo momento e lità organizzata: negli anni ‘90 anche qui, per la di sera, magari nella sagrestia della parrocchia di prima volta, si allungò minacciosa l’ombra lunga don Tonino Licata. Riunioni e sussurri per comin- del racket. ciare il percorso di una nuova resistenza e di una Cosa Nostra, si sa, non ama la bellezza, e tanto- “guerra” senz’armi in nome della liberazione da meno la rispetta. Fu così che Capo d’Orlando un Cosa Nostra. A ben guardare, però, un’arma quel giorno si risvegliò da un sogno antico, da quella gruppetto di coraggiosi ce l’aveva. Era quella delle magia naturale nella quale si era immersa per se- idee. Oggi Tano Grasso, che è presidente onora- coli. C’è una data precisa: 4 maggio 1990. Fi alora rio della Fai, quei giorni li ricorda coì: “Partimmo che Sarino Damiano, proprietario del ristorante per puro caso perché quando nacque la rivolta di “La Tartaruga”, ricevette il primo “avviso”. Arriva- Capo d’Orlando c’era soltanto il tentativo di un rono i picciotti a consegnarli il messaggio. Poche gruppo di persone di opporsi ai propri estorsori.

Il lungomare di Capo d’Orlando

NEWSLETTER ANTIRACKET 24 ASSOCIAZIONE ANTIRACKET

Il progetto nacque dopo, quando nelle settimane muni: Damiano, Signorini, Faranda, Messina. successive all’uccisione di , capimmo Si sperimentò in qugli anni, e in quelle aule di giu- che la nostra sicurezza sarebbe dipesa dalla nascita stizia, il sistema dele prime costituzioni di parte di un’associazione e da quel momento è partito il civile nei processi contro i mafiosi. E così, il 7 di- mio giro per l’Italia”. cembre del ‘90, nacque l’Acio, acronimo di asso- Stava nascendo - e i protagonisti nemmeno pote- ciazione commercianti e imprenditori orlandini. vano immaginarselo, all’epoca, un modello di lot- A presiederla furono lo stesso Grasso, seguito da

L’antiracket a scuola, incontro con gli studenti del Liceo Lucio Piccolo ta alla criminalità organizzata. Il “modello capo Sarino Damiano e, poi ancora, da Vincenzo Mam- d’Orlando”, che sarebbe stato esportto nel resto mana, che oggi ne è ancora al vertice. E proprio del paese, in tutte le regioni del Sud, e che - anco- mammana oggi spiega: “Noi non abbiamo mai ra oggi - resta l’approdo sicuro in un mare spesso perduto il coraggio di andare avanti, contribuendo purtroppo ancora molto tempestoso. Idee conta- alla nascita di nuove realtà sul territorio. L’asso- giose, che negli anni ‘90 incominciarono a diffon- ciazione ha sempre mantenuto costante l’impegno dersi e a mettere radici. Proprio qui, esattamen- assunto otre 20 anni fa, né è calata quella tensione te da quel promontorio sporto sul Mediterraneo. morale di riscatto sociale. Il nostro lavoro conti- Nacque così la prima associazione antiracket ita- nua, non solo grazie all’assistenza degli operatori liana. Il resto arrivò dopo, in maniera quasi spon- economici, all’accompagnamento alle denunce, tanea e naturale: con il fioccare delle denunce di alla partecipazione e all’organizzazione di even- chi veniva taglieggiato e faceva nomi e cognomi ti, ma anche con la divugazione del contrasto alle degli aguzzini, con gli arresti, le retate, i processi e mafie quale materia di insegnamento nelle scuole”. le condanne della magistratura. Nomi di eroi co- Eccolo, il modello Capo d’Orlando.

NEWSLETTER ANTIRACKET 25 STORIE ANTIRACKET luCIO CErASuOlO Quando l’onestà è più forte della paura

DI TINA CIOFFO

uando ha denunciato la prima volta erano gli davvero”, ricorda Lucio. Nel ’97 a Miano al suo lavoro anni Ottanta. L’ultima volta è invece appena un nella clinica Villa Russo si interessò il clan de i Capito- mese fa. Il 7 dicembre mentre il movimento an- ni. “Mi fi nsi un medico e - ricorda- tentati di capire da Qtiracket nazionale era in fi era a Napoli, in piazza Plebisci- dove fosse partita la richiesta, ne scoprii l’origine in una to, Lucio Cerasuolo imprenditore edile ha riconosciuto i pompa funebre ma riuscii ugualmente a terminare la ri- suoi estorsori. “E non sarebbe potuto essere diversamen- strutturazione. Ho sempre avuto come prima esigenza te”, dice Cerasuolo con anni di esperienze sulle spalle e la proteggere i miei operai e la mia famiglia. Da quella vol- certezza di non dover mai sottostare alle richieste estor- ta ho tentato di aprire cantieri lontano da casa, per non sive. “Quando annunciai a mio padre che avevo deciso essere rintracciabile e per non mettere in pericolo mia di seguire le sue orme e quelle di mio nonno fece di tutto moglie ed i miei fi gli”. La prima volta che ha avuto se- per tentare di dissuadermi. Voleva – continua- pagarmi riamente timore però è stato, nel 2005, a Bagnoli. Chiuse altri tipi di studi e mi consiglio di pensare ad altro. Ma il cantiere per una settimana, non sapeva cosa fare. Fu avevo scelto la strada che poi avrei percorso e forse non a quel punto che incontrò l’associazionismo antiracket. fu neppure un caso che dovetti rilevare la società, piutto- Quando si presentò per la denuncia, si sentì dire: “fi - sto che costituirne un’altra, per la sua prematura morte”. nalmente ti sei deciso”. I camorristi avevano il telefono Gli aveva insegnato l’amore per il lavoro e l’onestà di chi sotto controllo e la richiesta era stata già ascol- sa a che ora si alza e non sa a che ora va a dormire, il tata e registrata. Gli estorso- r i testimone dell’imprenditore edile gli fu lasciato sulle vie erano del clan Di Matteo, dell’inconscio e probabilmente solo ora che ha i capel- violento e sanguinario. li bianchi, Lucio, se ne accorge. Da anni lavora con suo Da quella denuncia è fratello ma quando si tratta di aff rontare i camorristi Ce- scaturito poi un proces- rasuolo non lascia campo a nessuno. Non lo ha fatto nel so con rito abbreviato ed 1989, quando stava lavorando a Marechiaro e quando gli una condanna a 16 anni estorsori non si presentarono con la solita richiesta ‘pa- di carcere. Una condanna cifi ca’ . “In genere arrivano e chiedono del responsabile, a sei anni con l’aggravante non minacciano subito anche se la loro stessa presenza è del metodo mafi oso, grazie una minaccia, e chiedono di ‘ mettersi a posto’ di pagare alla denuncia di Cerasuolo, cioè il ‘pizzo’”, spiega l’imprenditore. Quella volta a Ma- c’è stata anche tra il 2010 e rechiaro furono violenti intimando agli operai presenti 2011 a Sant’Antonio Abbate. in cantieredi andarsene: “chiudete, abbiamo messo una Ha fondato l’associazione bomba”. L’allarme fu forte. La polizia venne immediata- antiracket degli edili il 18 mente avvertita. Sul posto convogliarono le pattuglie e aprile del 2005 e ne è sta- gli artifi cieri. Lucio aveva il cuore in gola, non sapeva se to tesoriere. Oggi è vi- dover prestare credito a quell’avvertimento o se quella cepresidente, continua frase era stata pronunciata senza alcun fondamento ra- a lavorare nell’edilizia gionevole. Temeva per gli operai e per chi viveva intorno così come ha sempre al cantiere. L’allarme si rivelò infondato ma la richiesta desiderato e fatto. estorsiva fu di due milioni di lire. Le banconote vennero Nessuno lo segnate e fotocopiate ed i poliziotti si fi nsero degli operai. ha fer- Il movimento aveva però messo in allarmare gli estorso- mato. ri che ovviamente decisero di non presentarsi all’appun- tamento. Quei soldi li presero in un altro momento ed in un altro modo. Meno di un mese dopo il cantiere fu letteralmente svaligiato. Presero tutti gli attrezzi di uso Lucio quotidiano bloccando difatti l’attività. “Dovetti correre Cerasuolo a comprare tutto altrimenti avremmo dovuto chiudere

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