LETTEREMERIDIANE www.letteremeridiane.it Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 - ! 2,00

Una radice di pietra e di mare più forte della diversità delle rive (Franco Cassano)

Messina e il sogno(foto di Claudio Panetta) delle Ztl (zone temporaneamente liberate) La sconosciuta crisi Vincenzo Talarico: L’evoluzione di una grande fabbrica quarant’anni senza dello Spettacolo pagina 5 pagina 7 Raffaella Spadaro Il Teatro e la necessaria esistenza de- gli spazi creativi nel campo circo- La disarmante semplicità Le novità della stanziale della città negata a mia città sta vivendo un mo- di Mario La Cava Città del Sole Edizioni mento di magica evoluzione. Un L gruppo di persone, per lo più gio- vani, con il sostegno di molti irriducibili nostalgici del Bene Comune, ha scelto di trasformare il pensiero, il sogno, in azione pagina pagine 9 27-35 continua a pagina 2 2 Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 LettereMeridiane

segue dalla prima pagina è stato evidentemente dimostrato dalle ultime competizioni elettorali, attraver- so le politiche clientelari. Di fatto viene L’evoluzione dello Spettacolo impedita ogni forma di libertà anche espressiva e di denuncia. e di operare quella trasformazione che alcune attività, riscuotendo un canone Nessuna misura è stata intrapresa, nono- ad oggi solo l’arte e la natura sono riu- concessorio variabile. L’intera area è stante la scandalosa rivelazione dello sciti a compiere. L’alchimia, che oggi preclusa ai cittadini ed ai numerosissimi stato di degrado in cui sono stati trovati conosciamo con il termine di scienza, li- turisti che quasi ogni giorno giungono a i luoghi, rivelato a tutti i cittadini grazie mita l’aspetto emotivo; ma in realtà è Messina con le navi da Crociera, da nu- a una campagna di comunicazione da l’unico collante della materia che serve merosi cancelli permanentemente chiu- parte degli occupanti, di grande rilievo e a canalizzare quell’energia più pura- si. Il Teatro, ribattezzato Pinelli, è stato di notevole dettaglio. Di recente gli oc- mente spirituale, che l’uomo ha la fun- trovato in condizioni a dir poco disastro- cupanti sono stati sgomberati, con uno zione di veicolare sul Pianeta Terra. se come del resto l’intera area circostan- spiegamento di forze esorbitante, del Questi cavalieri e queste dame sono en- te. La fortunata combinazione della com- quale sconosciamo i costi. Per la colos- trati nel cuore di uno dei luoghi più posizione del gruppo, che ha visto con- sale operazione sono state chiuse le stra- energeticamente luminosi della città di vergere attivisti dei movimenti No Ponte de di accesso alla città, il Teatro è stato Messina, il suo affaccio a mare, luogo di ed artisti di spettacolo, ha posto in esse- circondato da una cinquantina di poli- accoglienza per i naviganti di ogni tem- re una fervida attività creativa; sono na- ziotti, tra Digos e celerini, con addirittu- po, poco distante dal Porto della Falce di ti spettacoli, concerti, e, per andare an- ra l’impiego di un elicottero che ha crea- Orione. Il 15 di Dicembre hanno occu- cora più al punto e centrare l’aspetto più to un’atmosfera da Apocalypse Now. I Raffaella Spadaro alla ZTL della pato il Teatro in Fiera, collocato all’in- concreto del sogno, cioè la sua realizza- sei ragazzi che occupavano il Teatro Pi- Galleria Inps terno dell’Area della Fiera di Messina, zione, sono stati istituiti tavoli tecnici nelli sono usciti molto cautamente dalla un’area di circa 40.000 mq di spazio vi- per valutare possibili utilizzi dell’area, porta che mette in collegamento il teatro vibile a ridosso di una delle strade prin- in primis la ristrutturazione del Teatro con la strada, sventrata dalle rotaie del offrire ai visitatori e ai turisti. Ne abbia- cipali della città: Il Viale della Libertà. ed anche l’aspetto legale e sociale del- tram, anch’esse squallidamente circon- mo le qualità, siamo naturalmente dei Questa zona di luce è gestita dall’Auto- l’azione posta in essere: la restituzione date dal degrado condito dalle abbon- privilegiati. Come abbiamo fatto a di- rità Portuale che la concede in affitto per degli spazi comuni. Il tutto letto alla luce danti buche, in quel giorno piovoso ri- menticarlo? È chiaro ed evidente che la della più recente dotte in pozzanghere. La strada tuttavia Federazione dei Verdi, come dichiarato visione, anche na- aveva un che di meraviglioso, si poteva dal Presidente dell’Assemblea Naziona- zionale, della tute- osservare il cielo e il quartiere tutt’intor- le Angelo Bonelli, che ha proposto di as- la dei Beni Comu- no era insolitamente silenzioso. I ca- segnare il Nobel ai ragazzi, sostiene l’i- ni, intesi come be- mion che quotidianamente invadono e niziativa in toto offrendo anche un sup- ni indisponibili e stravolgono Messina, erano stati blocca- porto legale per la difesa degli occupan- dunque invendibi- ti anch’essi, così come l’utilissimo ma ti e avviando una campagna di denunce li, non cedibili né fatiscente servizio di trasporto pubblico. per l’incuria ed il mancato sviluppo so- utilizzabili per trar- Anche l’aria era respirabile. Si stava be- stenibile del territorio. ne profitti per im- ne, e così gli artisti hanno avviato un Raffaella Spadaro prenditoria di tipo concerto estemporaneo su un tappeto di- Segretaria provinciale Verdi Messina privatistico, leg- steso sul fondo stradale. Da ciò, forse, è gasi speculazione. nato un nuovo sviluppo dell’azione di Purtroppo l’habi- protesta e, da lì a qualche giorno, il Tea- tat umano che go- tro Pinelli Occupato si è evoluto in Tea- verna la città ha tro Pinelli Itinerante. L’azione di riqua- LettereMeridiane impedito di fatto lificazione si svolge così in altri ed innu- ogni possibile svi- merevoli luoghi abbandonati al degrado, CITTÀ DEL SOLE EDIZIONI luppo sostenibile le ZTL (Zone Temporaneamente Libera- REGGIO CALABRIA dell’intero territo- te) vengono rimesse in luce dal gruppo Iscrizione Registro Stampa rio, complici Enti, degli attivisti-artisti. Il tutto si svolge in Trib. di Messina n° 17 Istituzioni, Magi- poche ore, per ciò che viene percepito dell'11 luglio 1991 stratura, Univer- dai cittadini, ma l’opera di organizzazio- Iscrizione R.O.C. n° 9262 sità. In una parola ne è molto impegnativa e richiede ore ed Via Ravagnese Sup. 60/A sistema massonico ore di programmazione, comunicazione 89131 Reggio Calabria di accentramento compresa. Si aprono gli spazi, si pulisco- Città del Bergamotto di poteri. Tutto ciò no, si proiettano film, si svolgono spetta- Tel. 0965644464 condanna la popo- coli ed assemblee. Ho avuto il privilegio lazione ad uno sta- di assistere allo spettacolo di Alessio Bo- Fax 0965630176 tus di bisogno che naffini, che ha recitato Erostrato di Jean www.cittadelsoledizioni.it ne condiziona ogni Paul Sartre all’interno della galleria Inps, e-mail: [email protected] forma di autono- mi sembrava di essere stata trasportata [email protected] mia, è la classica magicamente a Parigi. Questa è la città ABBONAMENTO ANNUO: strategia del cap- che voglio vivere, questa è la vita che ! 20,00 comprese spese postali pio che rivela la voglio godere. Ne abbiamo il diritto. E da versare su CCP n. 55406987 sua potenza, come questo è ciò che vogliamo e possiamo intestato a Città del Sole Edizioni S.A.S. Direttore Responsabile: FRANCO ARCIDIACO 3 Il Teatro “liberato” Pinelli di Messina 13 L’esordio musicale dei Nabana. La prima edizione del Premio Elmo Direttore Editoriale: 4 Motta Sant’Agata: uno scrigno di ricchezze archeologiche. FEDERICA LEGATO La leggenda di Donna Canfora al Parco dei Tauriani di Palmi 14 Calabria, crocevia di grandi idealità che hanno conquistato il mondo Coordinamento Editoriale: ORIANA SCHEMBARI 5 La sconosciuta crisi di una grande fabbrica 15 La terza edizione del Premio letterario “Un mare da leggere”. Carmelo Tenio, un vero anarchico del Sud Stampa: 6 Il Crepuscoli degli idoli di Nietzsche nell’Anno Domini 2012 Creative Artworks Group S.r.l. - Reggio Calabria 16 Recensioni 7 Vincenzo Talarico: quarant’anni senza 17 L’Arte di ricordare tutto per non smarrire la propria identità Associato USPI Unione Stampa 8 La rivoluzione letteraria di Assunta Scorpiniti 18-20 Lorenzo Calogero: il Poeta e il poeta di Melicuccà Periodica Italiana 9 La disarmante semplicità di Mario La Cava «Questo periodico è aperto a quanti desiderano 21 I “Quaderni Calabresi”: fucina di idee e riflessioni collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costitu- 10 Saraceni e Turchi in Calabria tra pace e guerra Santi o Briganti… zione della Repubblica italiana che così dispo- ne: “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio 11 Vincenzo Consolo e l’irrazionalismo culturale. 21-23 L’intensa produzione di Rocco Familiari pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione”. La pubblicazione degli scritti è Il Premio Villa: una storia che sembrò una favola 24 L’arte di Mimmo Morogallo. Riflessioni da una terra al margine subordinata all’insindacabile giudizio della re- 12 I successi del Corona Chorus dazione; in ogni caso, non costituisce alcun rap- Ricordando Wislawa Zsymborska porto di collaborazione con la testata che, quin- 25 di, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Poesie e Racconti Notizie, articoli, fotografie, composizioni artisti- 26 che e materiali redazionali inviati al giornale, an- sommario 27-35 Le novità della Città del Sole che se non pubblicati, non vengono restituiti». 3 LettereMeridiane Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 Il teatro “liberato” Pinelli di Messina Dopo vent’anni di gestione fallimentare, il tentativo di restituire il presidio culturale alla collettività Moni Barreca

er essere davvero popolare, il nuove. Singole realtà cittadine hanno mes- spesso stato vittima e anche carnefice di se teatro deve essere rivoluziona- so le loro risorse a disposizione degli occu- stesso”; il segretario dell’Ugl Salvatore “P rio. E il teatro arriva a un alto panti e degli spazi del teatro; l’Orchestra Mercadante ha annunciato la possibile oc- grado rivoluzionario soltanto quando è il sinfonica del Vittorio Emanuele – i cui cupazione dei locali fieristici anche da par- popolo stesso a praticarlo, smettendo di es- componenti sono precari da quindici anni e te dei lavoratori dell’ente. serne l’ispiratore e il fruitore”. senza stipendio da diversi mesi – ha com- E dal 22 dicembre è stato riaperto alla cit- Queste sono le parole di Augusto Boal, mosso centinaia di persone sulle note di tadinanza anche l’ex Irrera a mare, “luogo fondatore del “teatro dell’oppresso”, forma Pippo Mafali; i tavoli di progettazione e i – si legge da una nota scritta del Teatro Pi- teatrale che nasce come risposta estetica e numerosi dibattiti politici sono sempre par- nelli Occupato – simbolo del declino cultu- politica alla repressione sanguinaria eserci- tata sui paesi dell’America Latina. Obietti- vo: trasformare il popolo spettatore in sog- getto attivo, capace di modificare l’azione teatrale prendendo coscienza delle proble- matiche politiche e riappropriandosi del proprio corpo, della propria cultura e, in definitiva, del potere delle idee e delle Il Teatro in Fiera ribattezzato Pinelli azioni. “Il teatro è un’arma, ed è il popolo dagli occupanti che deve maneggiarla”. Parole profetiche, anticipatrici di un feno- privatistica, in quel luogo incarcerato, in- meno che sta coinvolgendo l’intero territo- valicabile, vietato ai cittadini, è possibile rio italiano, da nord a sud: dal Teatro Valle fare incontrare le competenze necessarie a e dal Nuovo Cinema Palazzo di Roma al progettare un pezzo del nostro futuro. La Teatro Coppola di Catania, dall’asilo La cittadella fieristica diverrà un Luogo Co- Balena di Napoli al Teatro Marinoni di Ve- mune se a progettarla e a viverla saranno i nezia, passando per Macao a Milano, per il cittadini”. E, come si legge sul sito del Teatro Rossi Aperto di Pisa e il Teatro Ga- Teatro Valle Occupato - uno dei primi a da- ribaldi di Palermo, giovani e meno giovani re la propria solidarietà a quanto succede- si impossessano degli spazi per la costru- va in territorio messinese -, “i beni comuni zione e la condivisione della cultura come si conquistano, non sono mai dati. Esistono bene comune. quando un insieme rilevante di persone se E, dal 15 dicembre, alla mappa si aggiunge ne riappropria fisicamente, se ne prende il Teatro in Fiera di Messina, ribattezzato cura e li restituisce alla collettività. “Co- (foto di Claudio Panetta) “Teatro Pinelli”, dal nome dell’anarchico mune” è diverso da “pubblico”. Non è at- Pino Pinelli morto, in quello stesso giorno traverso il controllo dello Stato e delle am- tecipati, tanto quanto la fitta programma- rale di Messina: negli anni ’50 si svolgeva nella questura di Milano, durante un inter- ministrazioni che si generano democrazia zione degli eventi messa in atto fino ad og- qui il Festival Internazionale del cinema di rogatorio illegale. Se nel 1969 questa data reale e gestione partecipata: i beni comuni gi – proiezioni, assemblee, lezioni, rea- Messina e Taormina, la consegna dei Da- era segnata dal suo assassinio, oggi essa non si amministrano dall’alto, si autogo- dings, concerti, performance musicali e vid di Donatello. Teatri e cinema del centro rappresenta l’inizio di una nuova vita, per vernano. Non sono una zona neutra né pa- teatrali. Non meno importanti sono i fili si sono trasformati in negozi, supermerca- il teatro e la cittadella fieristica di Messina. cificata. Sono veri e propri campi di con- solidali che legano il Teatro Pinelli alle al- ti, ristoranti, quando non sono stati abban- L’Autorità Portuale, che dovrebbe posse- flitto: conquistare e autogovernare beni co- tre vertenze del territorio, messinese e non: donati o demoliti. L’ex Irrera a mare è solo dere e gestire l’intera area, pare intenziona- muni – dai saperi, all’acqua, al paesaggio, dalle proteste a fianco dei lavoratori e del- l’ennesimo luogo della memoria sottratto ta a spendere 8 milioni di euro per la sua al Valle come in Val di Susa – è una rispo- le lavoratrici della “Birra Triscele”, alla alla cittadinanza e affittato a privati a cifre “riqualificazione”, in contemporanea all’i- sta ai governi che svendono il patrimonio battaglia contro il MOUS a Niscemi e a esorbitanti. A partire dal teatro Pinelli e dal- niziativa del Comitato Portuale, consisten- artistico e paesaggistico”. fianco dei cittadini che da anni combattono l’ex Irrera a Mare occupati, la Fiera deve È questo l’orizzonte in cui si iscrive la bat- te in un bando di gara europeo per aprire ai contro la realizzazione dell’ecomostro, no- essere aperta, ogni giorno, vissuta dagli ar- taglia politica per rendere la cittadella fie- privati. D’altronde è prassi ormai consoli- nostante le vergognose e violente repres- tisti, dagli artigiani, da lavoratrici e lavora- ristica uno spazio “comune”, fruibile e at- data svendere spazi e territorio – parliamo sioni subite. Rilevante il confronto con gli tori della conoscenza e dello spettacolo, in questo caso di 30mila metri quadri in traversabile dall’intero corpo sociale, in altri attori istituzionali. Tra i primi il presi- opposizione alla chiusura, alla privatizza- dai migranti, dai bambini, e da tutti coloro stato di degrado e abbandono – lasciandoli dente della IV circoscrizione Francesco che se ne vorranno prendere cura. Il Teatro zione e alla speculazione dei privati, ma Palano Quero, che ha pubblicamente rin- in balia delle speculazioni più svariate. in Fiera Pinelli, l’Ex Irrera a Mare e l’area anche in risposta al fallimento delle istitu- graziato gli occupanti – sin dai primi gior- L’occupazione è avvenuta subito dopo un dell’Ex Fiera in quanto Beni Comuni van- corteo antifascista, nato in risposta a quel- zioni pubbliche. Il “pubblico”, i suoi setto- ni della riscoperta della cittadella – per ri - l’università, la sanità, i trasporti, l’assi- “aver acceso i riflettori su uno spazio che è no posti fuori commercio, perché apparten- lo blindato organizzato da Forza Nuova gono a tutti, ossia all’umanità nella sua in- nella stessa mattinata. Solo verso le tre un stenza e la previdenza sociale, la sicurezza, l’emblema di tutto quello che è stato sot- - e, in generale, l’esistenza stessa dei dirit- tratto alla città di Messina”. Importante poi terezza: sono infatti radicalmente incom- gruppo di attivisti ha deciso di aprire le patibili con l’interesse privato, il profitto e porte del Teatro, “spazio da troppo tempo ti inalienabili del cittadino, vengono, gior- la visita di Rosario Crocetta, presidente la rendita. Riunendosi e coalizzandosi dal sottratto alla collettività” – come riportato no dopo giorno, svenduti e sopraffatti dal- della Regione Sicilia, che ha fatto sua l’e- basso si può scatenare una potentissima, sul volantino distribuito ai passanti. All’a- la logica del profitto e del mercato, dal go- sigenza sollevata dagli attivisti con l’inten- pertura delle porte del teatro, gli occupanti verno delle banche e dei tecnici, da partiti zione di restituire l’intera area fieristica al- contagiosa capacità corale di modificare il hanno trovato un vero e proprio cumulo di sordi, incapaci di dar voce al tessuto socia- la libera fruizione dei cittadini e di risolle- corso degli eventi: il destino di tutta la cit- macerie sull’intera platea, a rappresentan- le, svuotati ormai di una qualsivoglia fun- vare le sorti dei diciotto lavoratori dell’En- tadella fieristica sembrava segnato, ed in- za del fallimento della gestione di queste zione rappresentativa. È questa la premessa te Fiera, da mesi privi di stipendio. Nei lo- vece abbiamo scoperto che se non ci fac- aree demaniali negli ultimi vent’anni. Par- che rende necessarie le proteste degli stu- cali riconquistati si è anche tenuta un’as- ciamo abbattere dal fatalismo e dalla rasse- tono quindi i primi lavori di pulizia e recu- denti, dei precari, dei disoccupati e di tutte semblea pubblica, prevista per il 10 gen- gnazione possiamo vincere la sfida di una pero degli spazi, e si forma una vera e pro- quei soggetti che, pur non trovando voce, naio proprio da Francesco Palano Quero, nuova democrazia, sulle istanze dei cittadi- pria Assemblea Permanente con lo scopo possono – e, anzi, devono – costituire un che ha segnato il definitivo riconoscimento ni e non degli speculatori”. di farne un “Luogo Comune”. “L’occupa- movimento collettivo che si riappropri di del valore delle azioni e dell’impegno de- Solo Francesco Di Sarcina, segretario ge- zione del Teatro – scrive Luigi Sturniolo ciò di cui è stato derubato, anche attraverso gli occupanti: il Genio Civile – attraverso nerale dell’Autorità Portuale, sembra poco (Rete No Ponte) – ha un di più rispetto al- la promozione della cultura, del sapere e una nota dell’ingegnere capo Gaetano incline a sposare le modalità scelte dagli la denuncia. È l’irruzione sulla scena di un del pensiero critico: premesse fondamenta- Sciacca – ha rivendicato il primato regio- occupanti, ma la riappropriazione da parte soggetto collettivo che annuncia fin da su- li per la coscienza e la consapevolezza del- nale sul demanio, invitando a ridefinire i li- dei cittadini di ciò che è stato loro sottratto bito di rinunciare alla rappresentanza di un l’entità di quanto c’è in gioco. Questa la miti dell’Autorità Portuale; il presidente avviene nelle forme che essi stessi libera- interesse, a perimetrare il proprio essere. forza insita nel bene comune, questo il mo- dell’ordine degli Architetti Falzea si è mente si danno. Ha addirittura definito “il- Che offre fin da subito la propria azione tore dell’aggregazione e dell’agire sponta- espresso in favore dell’apertura continua legali” le loro azioni. Ma, per dirla con Au- come strumento per dare voce a tutti. Per neo che hanno dato vita all’occupazione. dei cancelli del quartiere fieristico; il presi- gusto Boal, “dobbiamo continuare a fare costruire, appunto, il Comune. In quel luo- Dal 15 dicembre, i volti e i corpi che popo- dente del consiglio comunale, Giuseppe delle cose pericolose, altrimenti cadremmo go abbandonato, lasciato morire per ali- lano e animano la cittadella fieristica han- Previti, ha auspicato “una contaminazione in una forma di autocensura che equivar- mentare la speranza di una resurrezione no dato il via ad eventi e sinergie sempre per il resto della città, dove il cittadino è rebbe a una resa”. 4 Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 LettereMeridiane

Il sito potrebbe diventare il quinto Parco archeologico più esteso del Medioevo in Italia Motta Sant’Agata: uno scrigno di ricchezze archeologiche da riscoprire L’importante campagna di scavi promossa da Italia Nostra per la “rinascita Agatense” Anna Foti

tempo di nuove indagini che dal pas- Valeria Varà, che si quando il rudere più significativo quello del- sato lascino riaffiorare fascino e sto- stanno prodigando an- la Chiesa proto papale di San Nicola tornò È ria dimenticati su Agatholithos, l’a- che nelle opere di puli- alla vita sotto un irripetibile cielo stellato at- pogeo agatino. Siamo sulla rupe dell’antica zia del sito e di messa traverso la suggestiva lezione spettacolo città di Motta Sant’Agata i cui ruderi oggi in sicurezza del sentie- “Agathè” in collaborazione con i volontari occupano la zona collinare del monte Suso e ro di accesso alla rupe. dell’associazione “Antro di Thelema”. Uno che un tempo contava oltre duemila abitanti; Preziosa la collabora- sprazzo di vitalità dopo 227 anni di silenzio uno scrigno di tesori e ricchezza archeologi- zione del personale del e di indifferenza da parte delle istituzioni, ca, vestigia di una Reggio e di una Calabria Consorzio di Bonifica nuovamente chiamate in causa per la valo- tutte da riscoprire. Questo lo spirito della co- Basso Ionio Reggino rizzazione di questo patrimonio storico della siddetta ‘rinascita Agatense’. Vallata del Sant’Agata, città di Reggio. Motta Sant’Agata ha rivissu- Motta Sant’Agata ancora oggi domina non guidati da Pietro Cu- to così grazie alla pro loco Reggio Calabria solo le frazioni reggine di San Salvatore, Ca- trupi e Agostino Sicla- San Salvatore. Oggi a distanza di quasi taforio e Mosorrofa, ma anche quelle di Vin- ri. trent’anni da quello spiraglio concesso ad un co, Pavigliana ed Armo, nel comune di Reg- Non solo scavi nelle passato importante, quei ruderi si propongo- gio Calabria. Situata a 400 metri sul livello ore mattutine ma anche no all’attenzione come suggestiva cornice del mare, essa faceva parte delle sei Motte escursioni nel pro- per il racconto della Storia di Reggio, per de- localizzate nella fascia del comprensorio gramma della campa- bellare l’attuale ‘vacatio memoriae’ e lancia- reggino che va da Capo d’Armi a Gallico Proprio su questa rupe il 5 febbraio del 1983, gna con seminari di approfondimento e visi- re un appello da troppo tempo ignorato. (M. S. Quirillo, M. S. Giovanni, M. S. Ani- duecento anni dopo il terremoto che rase al te guidate presso i Parchi Archeologici di I volontari da tempo sono impegnati in una ceto, M. Anomeri, M. Rossa), tutte rispon- suolo le chiese e i manufatti presenti sulla Casignana, Locri e dei Tauriani a Palmi e ricerca documentaristica dalla quale emerge- denti al modello insediativo bizantino del guglia costeggiata dall’omonimo torrente, un’escursione lungo la fiumara Laverde. rebbe poco del periodo normanno e svevo, “Castron” (castello) con la possibilità di do- un tempo pescosissimo di trote e di anguille, Un’esperienza che attraverso ‘l’abitare’ fatti- ma invece molto del periodo angioino e ara- minare grandi porzioni di territorio e di se- dunque proprio nel giorno in cui si celebra la vamente un luogo antico in cui ancora si re- gonese in cui Motta Sant’Agata fu quasi gnalazione tra di essi. Nell’ambito di un pro- devozione a Sant’Agata, la Santa buona e spira la Storia, concretizza quella reazione sempre immune al giogo feudale e godeva getto inquadrato nella XIV settimana della nobile di spirito come l’etimologia greca del civile necessaria per impedire il reiterarsi di dell’autonomia municipale anche se fu con- Cultura del Mibac, questa cornice ha ospitato suo nome celebra, venne eretto un monu- uno stato di abbandono che espone questa trastata dai reggini. Il periodo di massima tra luglio e agosto una campagna di scavi pro- mento alla memoria proprio in prossimità collina, così ricca e suggestiva, a devastazio- espansione fu il diciassettesimo secolo in cui mossa da Italia Nostra, in collaborazione con del rudere più significativo quello della ne e furti, ostacolandone il sicuro e agevole il suo dominio fu significativo e il suo regno la Soprintendenza per i Beni Archeologici Chiesa proto papale di San Nicola, già inda- raggiungimento a piedi e la libera fruizione si estendeva a nord fino alla fiumara Calopi- della Calabria e la Pro Loco di San Salvatore gato. La campagna recente, invece, ha avuto da parte di cittadini. Un’occasione per ascol- nace e a sud fino alla fiumara di Armo. Do- durante la quale è stato presentato al pubblico come obiettivo quello di approfondire la co- tare parole di quella storia dimenticata, per po la catastrofe sismica del 1783, Ferdinan- quello che, ottenuto il vincolo archeologico noscenza della Chiesa di San Basilio, di età spezzare quel silenzio che si protrae da oltre do II stabilì la ricostruzione del sito nell’o- della zona a cui stanno lavorando alacremen- medievale, e delle tracce di affresco del San- due secoli, tradendo inspiegabilmente la ric- dierna Gallina. Molti non vollero trasferirsi e te e sinergicamente gli stessi enti promotori, to sulla parete, cercando riscontro con quan- chezza, il fermento e la floridezza di tempi la considerarono una colonia fallita. Una sto- potrebbe diventare il quinto parco archeolo- to le fonti archivistiche riportano circa la pre- andati e bruscamente interrotti dal sisma del ria come quella della Motta Sant’Agata, in- gico più esteso del Medioevo in Italia. senza di due cripte, identificate come una ci- 1783, per educare quella memoria altrimenti fatti, non può essere così dimenticata, come Significativa, dunque, a distanza di quasi sterna di età romana. Indagate anche numero- dispersa e che rischia di non tramandare testimoniano silenziosamente le suggestioni, trent’anni dall’ultimo intervento eseguito nel se stratificazioni che raccontano di abitazioni frangenti di vita calabrese rigogliosa, fino ad le fiaccole, i profumi della natura. Da quel 1983, questa iniziativa che risponde agli ap- costruite nelle zone adiacenti la chiesa. adesso in stato perpetuo di oblio. promontorio ancora così desideroso di rac- pelli più volte lanciati da chi questo territo- La campagna di scavi, diretta da Gabriella Già Motta Sant’Agata, nel 2010, su impulso contarsi nasce un accorato appello a rivita- rio lo ha voluto riscoprire attraverso un’in- Coppola, è eseguita dai volontari, soci di Ita- della stessa pro loco di Reggio Calabria San lizzare il promontorio, a liberarlo dai rovi e stancabile e appassionata opera di indagine, lia Nostra, la cui sezione reggina è guidata Salvatore, presieduta da Antonino Ripepi e dalle erbacce per restituirlo alla bellezza che documentazione e di promulgazione come il da Angela Martino, e della Pro Loco di San prima da Giuseppe Taglieri, rilanciò la bel- merita ed alla gente che vuole conservare la professore Orlando Sorgonà. Salvatore, presieduta da Giulio Carin, vice lezza di questo promontorio sullo Stretto memoria attraverso la vitalità del presente. La leggenda di Donna Canfora rivive attraverso la scultura “MarMythos 2012”, un simposio internazionale al Parco dei Tauriani di Palmi A.F. aurizio Carnevali e Luca Marovi- vanissima ma profondamente devota al mari- La tradizione popolare, dunque, si nutre di fi- Un cammino dalla città italica dei Tauriani no, Italia, Maria Rucker da Mun- to, fu il mercatino allestito sul ponte con stof- gure mitiche che affondano le sue radici anche (dal IV al I secolo a.C.), alla Tauriana romana M chen, Germania, Marit Lyckander, fe, tappeti e spezie di primo ordine. Fu allora nel periodo delle incursioni saracene in tutto il (I secolo a.C.-IV secolo d.C.) rappresentata Norvegia, Patrick Crombè da Born in Belgio, che il comandante dei Saraceni, cui era giunta Sud tirrenico della Calabria. La leggenda di dai primi impianti urbani della città brettia e Ray Lohr da Lussemburgo, sono gli artisti che voce della straordinaria bellezza della giova- donna Canfora è, infatti, fortemente paradig- poi romana, dalla strada romana, unicum a li- nel parco dei Tauriani ‘Antonio De Salvo’, di ne, ordinò di salpare, rapendola. matica di un incrocio di culture plurimillenarie vello provinciale, dai quartieri abitativi, dalle Palmi, in provincia di Reggio Calabria, hanno Costei si gettò così in mare sfidando e soc- che caratterizzano la provincia reggina come architetture pubbliche, sacre e private come la fatto rivivere attraverso la scultura, la leggen- combendo alla morte piuttosto che lasciare la tutta la Calabria. Lo stesso nome Cànfora de- casa del mosaico, il santuario urbano (meglio da di Donna Canfora. Un simposio internazio- sua casa natia e perdere la sua libertà ed il suo riva dal kánephoros (“portatore di cesta”), os- nota, proprio come il palazzo di donna Canfo- nale – MarMythos 2012 – dedicato all’arte onore. Un’altra leggenda narra che gettatasi in sia le cànefore che nella Grecia classica erano ra) e l’ultimo importante ritrovamento dell’e- che plasma materiale grezzo trasformandolo mare si tramutò in sirena e che il mormorio le fanciulle addette al trasporto delle ceste du- dificio per spettacoli dove non esistono tracce appunto in opera d’arte. Iniziativa promossa delle onde che si infrangono sulla battigia sia rante le processioni religiose in onore della di gradinata e che pertanto rappresenta un uni- da Italia Nostra (sezione di Reggio Calabria), l’eco del suo canto, come un ininterrotto salu- Grande madre Terra, delle divinità femminili, cum nell’Italia meridionale. Tutto ciò, insieme quali Atena, Artemide, o Demetra/Persefone, al complesso medievale di San Fantino e alla che gestisce lo stesso parco, dalla Soprinten- to alla sua terra, per tornare alla quale fu in- ghiottita dai flutti. durante la celebrazione di riti per favorire la fe- torre cinquecentesca edificata dagli Spagnoli, denza per i Beni Archeologici della Calabria e condità e la rigenerazione stagionale. Riti noti testimonia il ruolo centrale e strategico del- dalla Provincia di Reggio Calabria (Assesso- La leggenda di Donna Canfora si è incrociata con la storia ed il mito anche in altre zone del- e diffusi in tutto il bacino del Mediterraneo. l’insediamento. Una testimonianza di anti- rato alla Cultura e alla Legalità), in collabora- la Calabria come accaduto a Ricadi, nel vibo- La memoria di antiche vestigia non tramonta, chità, sempre più necessaria per contrastare la zione con lo scultore Maurizio Carnevali e nese. Un’altra leggenda narra, infatti, che i Sa- dunque, né smarrisce il suo fascino, riscopren- dimenticanza ed alimentare l’appartenenza. con “AMA” (Artistici Marmi Apuani) di Car- raceni - alcuni tramandano i Turchi – rapirono do nel presidio archeologico ‘Antonio De Sal- Così la leggenda di Donna Canfora, questa lo Andrei, con il patrocinio del Comune di la bellissima giovane mentre sulla spiaggia di vo’ di Taureana di Palmi, nel reggino, un sug- bellissima, tenace e coraggiosa calabrese, rivi- Palmi. Il tutto immerso nel mito di questa Torre Ruffa osservava alcune stoffe esposte. gestivo scrigno. Una cornice immersa nel ver- ve anche nel tempio del mito creato alle opere donna calabrese dai lunghi capelli e di bellez- Dalla nave poi lei si gettò e scomparve tra le de che unisce mare, colline e vegetazione al di questi scultori provenienti da tutto il mondo za talmente inusuale da essere rapita dai Sara- onde. La leggenda tramanda che in quel pun- fascino della storia antica. Reperti archeologi- nel parco dei Tauriani di Palmi. Il linguaggio ceni approdati al porto di Pietrenere a Taurea- to le acque siano di un azzurro cangiante, ca- ci particolarmente pregevoli per la vastità e la dell’arte, intriso di storie e miti, amplifica la na di Palmi, sulla costa tirrenica reggina. Ad pace di mutare sfumature, come il velo che varietà che attesta la contaminazione romana sua dimensione universale che attraversa i se- attrarre sulla nave la donna, vedova fin da gio- aveva sul capo. di cui questo antico popolo fu protagonista. coli ed, ancora, incanta i posteri. 5 LettereMeridiane Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013

L’albero caro a Minerva, un tesoro nascosto simbolo dell’identità della Piana di Gioia Tauro La sconosciuta crisi di una grande fabbrica La deriva di un volano per lo sviluppo del territorio tra assistenzialismo e mancanza di prospettiva Natale Zerbi

a tempo i giornali si stanno abbellire parchi e giar- ro caro a Minerva la Piana di Gioia interessando notevolmente dini. In un numero li- Tauro perderebbe la sua inimitabile D della crisi che sta investendo mitato di aziende, si è identità, un tesoro nascosto e attual- l’industria italiana, in special modo di iniziato un rinnova- mente sconosciuto. Infatti, sulla scorta quella di una grande fabbrica come la mento con un serio la- di quanto un certo numero di aziende Fiat, che storicamente ha costituito la voro di ristrutturazione olivicole stanno operando, attraverso capofila di quel movimento che ha dei secolari e l’inseri- l’impiego della raccolta a mezzo della contribuito a trasformare l’economia mento di nuovi im- scuotitura meccanica, si è accertata la dell’intero nostro paese da agricola ad pianti. Pertanto, l’inte- possibilità di poter ottenere un prodot- industriale. Basta pensare che per un ro settore risulta senza to di vera eccellenza, un extravergine intero secolo ci siamo impegnati a un’adeguata program- di alta qualità, quanto mai adatto ad sovvenzionare un settore, che salvo mazione che possa inserirsi sui relativi mercati nazionali poche eccezioni, si è visto soccombe- concretamente indiriz- ed esteri, dove in questi ultimi anni si re nel confronto con quello più effi- zarlo a soddisfacenti registrano richieste sempre crescenti. ciente degli altri paesi. Si è compiuto risultati economici. Si Fra l’altro, recentemente, attraverso tanto, trascurando la capacità del set- è ben lontani da quelli un decreto ministeriale si sono stabili- tore agricolo che, alla luce di quanto ottenuti nel passato e ti dei precisi parametri, attraverso i sta accadendo nel mondo agroalimen- che avevano permesso quali si può evocare facilmente la pro- tare, è presente nell’intero universo lo sviluppo di una vera venienza italiana di detto prodotto, e con prodotti di vera eccellenza, fieri e propria grande fab- ciò allo scopo di evitare l’esportazione rappresentanti del Made in Italy, tanto brica di olio attorno al- dal nostro paese di extravergini prece- interessanti da essere oggetto di ricor- la quale si erano svi- dentemente importati, e praticamente renti, ridicole ed altrettanto banali imi- luppati ben 33 comuni. finora collocati come prodotto Made tazioni. Oggi, in questo territo- in Italy. È facilmente dimostrabile che Dopo questa premessa, ci soffermia- rio, ancora densamente questo avviene, raffrontando la produ- mo a riflettere su quanto sta accaden- abitato, vivono 180mi- zione nazionale che risulta di 4 milio- do in un ben determinato territorio la persone, alle quali ni di quintali con la cifra totale del- della Calabria e precisamente della sarebbe bene far riflet- l’extravergine, totalmente commercia- Piana di Gioia Tauro, dove principal- tere sui danni provoca- lizzato, etichettato come prodotto in mente nel corso degli ultimi quattro ti dall’assistenziali- Italia, che ammonta alla rispettabilis- secoli, attraverso l’attività agricola si smo, in cui sono in sima cifra di 9 milioni di quintali. Au- era verificata, in particolari condizioni gran parte affondati. gurandosi che un governo che si ri- di clima e terreno, una straordinaria Ormai, molti di loro spetti disponga i controlli adeguati domesticazione della natura che diede abbagliati dalle luci di agli obblighi stabiliti dai suoi stessi vita ad inimitabile e prezioso paesag- un consumismo esa- decreti, il nostro prodotto risulterebbe gio di olivi altamente produttivi. Infat- olivicoltori, in genere, tirarono a cam- sperato fanno certo fatica a percepire tutelato e capace, per le sue notevoli ti, nell’ormai lontano 1951, due emi- pare. E in un convegno ad uno di loro la potenzialità del territorio dove sono caratteristiche qualitative, di ottenere nenti personaggi di quell’epoca, eco- che si lamentava per la esiguità del nati. Un territorio dove, ai primi del quotazioni soddisfacenti. nomisti di grande fama e prestigio, contributo ottenuto, il presidente di Novecento, dopo pochi decenni dal- Sarebbe, quindi, il caso di decidersi di l’allora Presidente della Repubblica una delle tante associazioni rispose l’unità d’Italia, nel bene e nel male, la portare alla luce questo tesoro nasco- Luigi Einaudi e Manlio Rossi Doria, che bisognava accontentarsi e non pre- forza economica del settore olivicolo sto in questo nostro territorio, come visitando le nostre contrade sulle qua- tendere ogni anno di acquistare un ap- fece sì che la Piana di Gioia Tauro, a del resto, affrontando un serio lavoro, li si era abbattuto una violenta alluvio- partamento nuovo, bastava sentirsi fe- differenza di tutte le altre zone della fecero per la loro rispettabilissima cre- ne, in coincidenza di una produzione lice nel poter tranquillamente acqui- Calabria, dove si riscontravano disagi scita i nostri antenati. Infatti, quella di olive quanto mai sorprendente, eb- stare, con i quattrini destinati ad aiuta- economici e nette stagnazioni di cre- prodigiosa “fabbrica di olio” fu realiz- bero a definire, con una loro significa- re il bilancio economico della sua scita, veniva considerata una felice ec- zata attraverso i loro sacrifici aiutati tiva frase, l’intera zona, una “fabbrica azienda olivicola, gli ultimi modelli cezione. In breve, una seria presa di dalla feracità dei nostri terreni e dal di olio” di un eccezionale e inestima- degli elettrodomestici. Resta facile coscienza di detta popolazione, in spe- nostro prodigioso clima, elementi ne- bile valore economico. analizzare sinteticamente ciò che sta cial modo di quella parte ancora in età cessari a dare ai nostri olivi la capacità Da allora, sono passati più di sessanta avvenendo allo stato attuale in questo lavorativa, dovrebbe promuovere un di fregiarsi con il titolo di campioni anni, senza che nessuno si potesse ac- settore che, con la sua spettacolare vero e proprio movimento di opinione del mondo per produttività e bellezza. corgere che giorno dopo giorno quella consistenza arborea, caratterizza anco- che scuota chi pensa d’interessarsi In questi giorni poco lieti, che tutti da smisurata distesa di olivi, ormai cente- ra la stupefacente bellezza dell’intero della cosa pubblica. Nord a Sud stiamo vivendo, malgrado nari, alla luce dello scorrere del tempo paesaggio. Le tante associazioni, quasi tutte asse- distratti da denunce di scandali, di e dell’incalzante evoluzione, avrebbe- Da diversi anni si assiste ad un lento e tate di contributi e impegnate, salvo sprechi, di necessità di totale rottama- ro dovuto ricevere, al pari di consunti inarrestabile, quasi generale, declino. poche eccezioni, ad organizzare feste zione, non abbiamo potuto fare a me- motori, una vera e propria revisione, al La tradizionale produzione di oli lam- e sagre e dove la diffusione di una ne- no di soffermarci sulla crisi che ormai fine di evitare di trovarci al giorno di panti, ottenuta con la raccolta delle cessaria costruttiva cultura resta total- da tempo affligge il nostro territorio. oggi in presenza di una struttura senza olive da terra, sta contraendosi sempre mente assente; i vari sindacati affan- Con una breve analisi, ipotizzando che la potenzialità di un tempo e pertanto più a causa sia del prezzo di realizzo, nati a difendere gli svariati loro colori; ripristinando quella grande fabbrica di da considerarsi necessariamente obso- che non segue minimamente l’aumen- i numerosi partiti e le varie liste a cac- olio di un tempo e rendendola capace leta. Paradossalmente tutto ciò è avve- to dei costi di produzione, sia dell’in- cia di clientele, difese da interessi tri- di ottenere, a mezzo di un nuovo pro- nuto all’ombra di leggi e regolamenti fierire, nel periodo che il frutto va a bali più o meno inquinati e commissa- cedimento tecnico, un prodotto quanto nazionali e comunitari gestite da una maturazione prima di cascolare di una riabili; dovrebbero tutti convincersi di mai idoneo a quei mercati dove l’a- selva di associazioni agricole per l’e- crittogama, della lebbra esiziale che non aver giovato finora al bene comu- groalimentare Made in Italy, anno do- rogazione di contributi, attraverso i causa l’aumento dell’acidità dell’olio. ne, incapaci di difendere le vere poten- po anno, si va sempre più affermando, quali il settore olivicolo veniva messo D’altra parte, generalmente, si è fatto zialità del territorio dove si vive. pensiamo di aver indicato un percorso in grado di attuare quel necessario rin- poco allo scopo d’indirizzare le cure Bisognerebbe, soprattutto, considerare idoneo a poter scongiurare quella novamento atto a superare la contin- colturali al fine di ottenere oli extra- che rassegnandosi a chiudere definiti- profonda crisi del settore olivicolo che genza verificatasi con l’evoluzione dei vergini. vamente detta fabbrica, oggi di posti rischia di far perdere per sempre al- relativi mercati. Si attuò, invece, un È facile, percorrendo la zona, osserva- di lavoro se ne perderebbe non un nu- l’intera nostra Piana quella preziosa piano di assistenza economica che finì re lavori di potatura, quasi sempre in- mero impressionante, ma comunque identità inscindibile, oggi come oggi, di premiare le furbizie di coloro i qua- dirizzate a produrre legno e, al peggio, sproporzionato al danno di cui verreb- dalla presenza di piante nuove e seco- li seppero interpretare in maniera per- estirpazioni d’intere piante idonee a be investito l’intero territorio. Con la lari debitamente strutturate e pertanto versa gli stessi regolamenti; gli altri essere trasportate al Nord, destinate ad graduale scomparsa del prezioso albe- altamente produttive. 6 Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 LettereMeridiane Il Crepuscolo degli Idoli di Nietzsche nell’Anno Domini 2012 La lezione dell’insuperato maestro per imprimere al divenire la forma dell’essere Caos eterno è l’universo, regno dell’errore in cui l’ordine è un’eccezione, i colpi mancati sono la regola e i viventi una specie rara nel predominante genere dei morti Giuseppe M. S. Ierace u un poeta? Tu saresti un poeta?/ con giusta misura/ anco estimar potrà dell’u- maschera l’inappellabile giudizio di condan- 1961), pubblicato nel 1932. E Au fond de l’In- A tal punto impazzisci?”, si chie- man seme,/ cui la dura nutrice, ov’ei men te- na dei falsi valori; una follia “che cela un sa- connu pour trouver du nouveau! declamava “T deva Nietzsche negli Idyllen aus me,/ con lieve moto in un momento annulla/ pere fatale e troppo sicuro”? Baudelaire (1821-1867) nella poesia Le Voya- Messina (1882), velando con poesia l’abba- in parte, e può con moti/ poco men lievi an- Questo vagabondo delle stelle (The star ro- ge, tratta da Fleurs du mal (1857). “Ô Mort, gliante luminosità della filosofia, o forse sco- cor subitamente/ annichilare in tutto./ Dipin- ver, 1915), come lo avrebbe potuto definire vieux capitaine, il est temps! Levons l’ancre!/ prendo in quell’ombra i chiaroscuri del mi- te in queste rive/ son dell’umana gente/ le Jack London (1876-1916), non era un sem- Ce pays nous ennuie, ô Mort! Appareillons!/ raggio. magnifiche sorti e progressive” (Leopardi, plice mendicante errabondo, e forse neppure Si le ciel et la mer sont noirs comme de l’en- “Si ode, non si cerca: si prende, non si do- La ginestra, o fiore del deserto, 1836). il ricercatore d’una conoscenza superiore, cre,/ nos coeurs que tu connais sont remplis manda da chi sia stato dato; un pensiero bril- I problemi della crisi, della frustrazione e del bensì il semplice esecutore della sinfonia del- de rayons!// Verse-nous ton poison pour qu’il la come un lampo… questa è la mia esperien- lutto non sempre offrono una prospettiva rin- la vita intesa come “poesia”; l’Eremita delle nous réconforte!/ Nous voulons, tant ce feu za dell’ispirazione”, confessa in Ecce homo: serrabile all’interno della delimitazione ra- Lame dei Tarocchi, e non un isolato e incre- nous brûle le cerveau,/ plonger au fond du Wie man wird, was man ist (“Ecce Homo. zionale. Leopardi polemizza con lo Spirituali- dulo manipolatore di presupposti di beata in- gouffre, Enfer ou Ciel, qu’importe?... ”. Come si diventa ciò che si è”, 1888). E, sem- smo, nel mentre si allontana dal colera che ha verosimiglianza. In fondo si sperimenta la ripetizione per tro- pre nella medesima opera, esclamava retori- impestato la città di Napoli, Nietzsche invece vare la differenza: “questo il compito e in camente: “Quanta verità può sopportare, si è votato al nichilismo, perdendosi poi nello ogni caso rivivrai” (Die nachgelassenen quanta verità può osare un uomo”. Dipende svuotamento di senso da esso stesso indotto. Fragmente). La drastica negazione del mon- dal coraggio di chi gravita tra “fine” e “dive- Gottfried Benn (1886-1956), cinquant’anni do e di Dio si consuma in una decisiva affer- nire” e non ha niente da perdere nell’acco- dopo la morte del Filosofo e Poeta di Röcken, mazione non equivalente al falso sì, che in te- starsi e acquisire La gaia scienza (Die fröhli- annota una sorta di oscillazione tra l’Essere e desco assume il suono del raglio “j-a”, di cui che Wissenschaft, 1882), in cui si transustan- la sua decodificazione (Nihil), una “lacera- l’asino è incaricato per procura (i.a., im Auf- zia l’intelligenza del Serpente e la fierezza zione della sua intima essenza attraverso le trag), bensì all’assenso definitivo di Zarathu- dell’Aquila, “un animale, astuto, rapace, ac- parole, l’impulso a esprimersi, a formulare, stra, descritto straripante nel postumo (nach- corto,/ che deve mentire,/ avido di preda,/ la ad abbagliare, scintillare-questa era la sua gelassene) Ecce homo (1888). maschera cangiante,/ maschera di se stesso,/ esistenza. La via del contenuto all’espressio- “Fino a questo attimo, è già trascorsa un’infi- di se stesso preda,/ questo – il pretendente ne… a favore dell’espressione… Il mondo nità, cioè tutti i possibili sviluppi debbono già della verità?..” (‘Soltanto’ pazzo! ‘soltanto’ dell’espressione - questa mediazione tra il ra- essere esistiti. Conseguentemente, lo svilup- poeta!.., dai Dionysos-Dithyramben,1885- zionalismo e il nulla!.. Nietzsche, oggi ce ne po momentaneo deve essere una ripetizione, 1888). Serpente e Aquila, un accoppiamento, accorgiamo, inaugurò ‘il quarto uomo’… e così quello che lo ha generato e quello che certo, diverso dal dettato evangelico (Matteo l’uomo con la ‘perdita del baricentro’… sen- da esso nasce, e così via: in avanti e all’indie- 10, 16): “Ecco: io vi mando come pecore in za contenuto morale e filosofico… L’uomo tro!” (Die nachgelassenen Fragmente). mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i ha preoccupazioni per il nutrimento, per la La Ruota della Fortuna dei Tarocchi è la ruo- serpenti e semplici come le colombe”, pro- famiglia, ambizione, neurosi, ma tutto questo ta dell’Eterno Ritorno (Ewige Wiederkunft), prio perché “… gli uomini vollero piuttosto non è più un contenuto metafisico. Non più della metamorfosi del declino e del tramonto, le tenebre che la luce” (Giovanni 3,19). l’animismo dei primi stadi, che, in magico le- ma pure contestualmente della conferma e In un certo senso, gaiezza, intelligenza e fie- game con la natura e le sue forze creative, dell’attestazione, poiché “in un sistema fini- rezza facevano eco a quella considerazione di metteva ancora in movimento nell’uomo to, con un tempo infinito, ogni combinazione critica filosofica del Leopardi, contenuta nei stesso forze e trasformazioni. Quest’uomo può ripetersi infinite volte” (“Die nachgelas- Detti memorabili di Filippo Ottonieri (1824): capace di evocare non esiste più”. Nonostan- senen Fragmente”). Alla “ricerca di tutto ciò “Socrate affermava essere al mondo un solo te l’imperante positivismo di principio, in Il più delle volte, la “volontà di potenza”, di che finora era proscritto dalla morale” (Jen- bene, e questo essere la scienza; e un solo questa umanità degradata, “ha avuto inizio il cui parlò il Nostro, è stata fraintesa e mala- seits von Gut und Böse, 1886) ci si inserisce male, e questo essere l’ignoranza: della Male e la Dissociazione, il mondo luciferico mente posta al servizio dell’egoismo meschi- in una posizione gnostica, quella della corri- scienza e dell’ignoranza antica non so; ma che non conosce più obbiettività” (in Sämtli- no, della brama di dominio, dell’astuzia degli spondenza tra libertà e conoscenza, tra libertà oggi volgerei questo detto al contrario”. che Werke, 1991). imbroglioni e dei ladri, dell’atteggiamento e creazione, tra conoscenza e creazione; la Del genio di Recanati, Schopenhauer, nel Tale gravitazione tra pensiero e assetto del istrionesco di impostori, o di un non sempre vera “volontà di potenza” significa liberarsi quarto libro del Mondo come volontà e rap- mondo, ossia “volontà di potenza” o “volontà ben circoscritto morbo psicopatico e paranoi- dalle prescrizioni per accedere alla conoscen- presentazione (Die Welt als Wille und Vor- d’arte” in conflitto con il caos, viene ripresa de. Si tratta invece di una incorrotta esigenza za della verità della continua produzione (e stellung, 1819), aveva espresso un giudizio da Stefano Lanuzza nella prefazione al Cre- di poesia, poiché, come egli stesso delucida riproduzione), per cui nulla finisce, ma ogni oltremodo elogiativo: “nessuno ha trattato puscolo degli Idoli (Contro i falsi valori), di in Also sprach Zarathustra (1883), non è che cosa ritorna, trasformata. così a fondo e così esaurientemente questo “Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri” di Vi- la virtù “di chi ama”, quale Legge che si im- “Imprimere al divenire il carattere dell’esse- soggetto come, ai giorni nostri, Leopardi. terbo. “Perché caos eterno è l’universo, regno pone a tutte le cose (“Amore è la Legge!”, re, è questa la suprema volontà di potenza. Egli ne è tutto pervaso e compenetrato. Il suo dell’errore in cui, secondo Nietzsche, l’ordi- vien da ricordare). La concezione della po- Che tutto ritorni, è l’estremo avvicinamento tema è ovunque la beffa e la miseria di que- ne è un’eccezione, i colpi mancati sono la re- tenza, a mo’ di libidine di sopraffazione, ren- del mondo del divenire a quello dell’essere: st’esistenza”. Mentre lo stesso Nietzsche, in gola e i viventi una specie rara nel predomi- de schiavi delle ideologie di un nichilismo culmine della contemplazione” (Die nachge- una lettera indirizzata a Erwin Rodhe, emula- nante genere dei morti”. “passivo”, falsa coscienza del rancore verso lassenen Fragmente). va il grande marchigiano, per superarlo: Il pensiero insegue la menzogna nell’incer- la mancata resa alle regole dell’inganno, ac- “La pena è anche gioia, la maledizione è an- “Che anni! Che lunghi dolori! Che turbamen- tezza della poesia che “pensa se stessa”, co- quiescente conformarsi all’appiattimento, che benedizione, la notte è anche un sole… ti, sconvolgimenti solitudini! Chi ha soppor- me ricorda, dodici anni dopo, l’ironia dell’al- sotto il peso di valori “umani, troppo umani” avete mai consentito a una qualche gioia? E tato quanto me? Certo non Leopardi!”. E ri- lusione al wagneriano Crepuscolo degli Dei (Menschliches, Allzumenschliches – Ein Bu- allora, amici miei, voi consentiste anche a conosceva che: “solo una vita piena di soffe- (1876). Nel 1889, però, questo testo ebbe ch für freie Geister, 1878–1880). tutti i dolori. Le cose sono tutte incatenate, renza e privazioni ci può insegnare come l’e- quale sottotitolo: Come si filosofa col martel- “Il quarto uomo…” della crisi della moder- annodate, legate dall’amore, e se una volta sistenza sia tutta intrisa di dolce miele… Gli lo. “Leggere questo libro è scoprire l’arte di nità (o della postmodernità) di cui parlava voleste due volte ciò che era stato una volta infelici raffinati, come Leopardi, che della lo- saggiare con il martello (ma si tratta di un Gottfried Benn, “l’uomo con la perdita del sola, se mai diceste «mi piaci, felicità! attimo ro sofferenza traggono orgogliosamente ven- martelletto tanto micidiale quanto delicato) il baricentro… senza contenuto morale e filo- arrestati!», voi già voleste d’ogni cosa il ri- detta su tutta l’esistenza, non si accorgono di soffocato brontolio nei visceri vuoti dei gran- sofico…”, che vuole perire, non è neanche torno! Tutto di nuovo, tutto eternamente, tut- come il divino mezzano dell’esistenza rida di di e maestosi ‘idoli eterni’: un’arte di cui il l’ultimo, almeno non come fine inteso quale to incatenato, annodato, legato dall’amore, loro… infatti la loro vendetta, il loro orgoglio pensatore dello Zarathustra è ancora un insu- termine né come scopo che sia meta, ma un così voi amate il mondo, voi eterni, lo amate a pensare tutto quanto soffrono, la loro arte perato maestro”. Ne Lo scriba del Caos uomo ulteriore, un Oltre, che, secondo l’in- per tutta l’eternità: e al dolore voi dite: tra- nel dirlo: tutto questo non è di nuovo dolce (1978), Ferruccio Masini (1928-1988) si sof- terpretazione di Gianni Vattimo (Il Soggetto e passa, ma ritorna! Poiché ogni gioia vuole miele?” (Die nachgelassenen Fragmente, ferma sul messaggio dell’immoralista rispec- la Maschera, 1974), rispecchia meglio il con- l’Eternità!” (dal “Canto dell’Ebbrezza”, Also 1878). “Ma come, l’uomo non è che un erro- chiato dalla demolizione del Tu devi kantiano cetto espresso nella traduzione letterale del sprach Zarathustra). re di Dio? O forse Dio è solo un errore del- a favore di quel tragico Io voglio con cui si tedesco Über-Mensch (Über: “su”, “per”, Sulla morale degli “schiavi” prende il so- l’Uomo?”, appunta Nietzsche nel capitolo oltrepassa la rinunciataria Nolontà scho- “durante”, “via”), “di passaggio” cioè dalla pravvento la gioia creativa. Panta rhei (tutto Frasi e frecce del Crepuscolo degli Idoli penhaueriana per accettare dionisiacamente negazione all’affermazione, la cui volontà tra scorre), per Eraclito, nulla si crea, niente si (Contro i falsi valori), recentemente (maggio un’orgia esistenziale che non ammetta con- svalutante trascenda dal nichilismo dello sta- distrugge, ogni cosa si trasforma. Come Shi- 2012) riproposto da “Stampa Alternativa/ cetti di colpa, paura e risentimenti, abbrac- to di cose al nihilismo contro lo stato di cose. va, Dioniso, sul proprio sacrificio, danza, nel Nuovi Equilibri” di Viterbo. ciando l’“eterno piacere del divenire, quel Un pontefice della religione del superamen- “divenire”, una “promessa di vita: esso rina- “Dove s’annida e si contorce al sole/ la serpe, piacere che comprende in sé anche il piacere to, insomma, o meglio, del capovolgimento, scerà in eterno e, innocente, ritornerà dal fon- e dove al noto/ cavernoso covil torna il coni- dell’annientamento”. che ha trascorso il viaggio al termine della do della decomposizione” (Die nachgelasse- glio” cade in rovina la Torre dei Tarocchi, e Alle fondamenta stesse del sistema, Nietz- notte. Voyage au bout de la nuit è il primo ro- nen Fragmente), innocente più di un bimbo, l’effimero pensiero di bellezza si aliena. “Qui sche contrappone un pensiero poetante, che manzo di Louis-Ferdinand Céline (1894- perché innocente come un poeta. 7 LettereMeridiane Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013

L’artista poliedrico, originario di Acri, testimone della “Dolce vita” Vincenzo Talarico: quarant’anni senza Uomo di grande intelletto, curioso della vita, che raccontò pregi, vizi e paure del nostro paese Caterina Provenzano

onostante siano trascorsi quarant’anni brese a Roma, a cura di Santino Salerno e An- dalla sua scomparsa, la poliedricità ar- tonio Panzarella, realizzato per conto della N tistica e la valenza culturale di Vincen- Fondazione Padula in collaborazione con la zo Talarico (1909-1972) cosentino di Acri ci Città di Acri, la Regione Calabria, la Provincia appartengono sempre più, in modo ineluttabile. di Cosenza e la Fondazione Cassa di Risparmio E la Calabria ringrazia, ratifica, omaggia que- di Calabria e di Lucania. Nel corposo testo, nu- sto grande curioso della vita, ironico con la vo- merose fotografie e memorie di persone che lo ce e la faccia, indagatore delle pieghe sociali e hanno conosciuto e sostenuto, estimatori e cri- testimone della “Dolce vita”, quella stagione tici: Walter Veltroni, Sandro Principe, Giusep- particolare che ha curato le ferite di guerra pe Cristofaro, Elio Coschignano, Mario Olive- conducendo Roma e poi tutta l’Italia alla ribal- rio, Mario Bozzo, Maricla Boggio, Bruno Ca- ta della scena internazionale. Vincenzo Talari- ruso, Ghiro De Chiara, Goffredo Fofi, Antonel- co, giornalista, attore, sceneggiatore, c’era la Fulci, Aldo Giuffrè, Ugo Gregoretti, Raffae- dentro, attraversò il Neorealismo e la nuova in- le La Capria, Marisa Merlini, Walter Pedullà, venzione della “Commedia all’Italiana”, rac- Giulio Petroni, Anna Proclemer, Franca Rame contando pregi, vizi, paure e assurdità del no- e Dario Fo, Franco Rispoli, Giovanni Russo, stro paese. Una presenza operosa nella Capita- Ettore Scola, Laura Stoppa, Aroldo Tieri, Ma- le per un curioso della vita. Siamo negli anni rio Verdone, Ettore Zocaro, Vitaliano Brancati. Trenta. Talarico si trasferisce a Roma dalla Ca- «Pensavamo di sapere tutto di Vincenzo Tala- labria ed esordisce in veste di giornalista. È in- rico – scrivono Santino Salerno e Antonio Pan- viato speciale e redattore per diverse testate, in zarella, curatori del volume – prima di iniziare diversi tempi: Il resto del Carlino, Il Messag- questo lavoro; pensavamo di “averlo in pugno” gero, La Stampa e soprattutto Momento Sera questo solitario aristocratico e arguto perso- dove è curatore della rubrica Il Gazzettino ro- naggio che, lasciata la Calabria a metà degli mano in cui racconta aneddoti e gossip legati a anni ’20, troverà i propri spazi vitali a Roma, personaggi pubblici e cinematografici. “Porta- città che nel tempo gli si rivelerà accogliente e voce” dei pettegolezzi consumati al mitico materna oltre ogni aspettativa. Ma di quale caffè “Aragno” a Roma. Fu direttore dal 1952 considerazione avesse goduto in quel mondo del settimanale Il Cantachiaro. Premio Saint apparentemente goliardico ma concretamente Vincent per il giornalismo nel 1963. “Canta- storie instancabile” per Franco Rispoli e “criti- gi Zampa, sceneggiatore per “Il brigante Mu- co tremendo” per Dario Fo, nonché “generoso solino” (1950) di Camerini e “Pane, amore e giullare” per Anna Proclemer, dal carattere gelosia” (1954) di Comencini. Molti i ruoli in- “torvo ma adorabile” per Laura Stoppa, dallo terpretati di tipo grottesco e ai limiti dell’assur- humor e intelligenza sottile per Walter Pedullà, do che ricalcavano la sua personalità e la sua “quasi un sovrano” per Aroldo Tieri. Per Etto- parlantina spesso ricca di termini provinciali, re Scola non era un attore e neanche un inter- ma sempre divertenti. prete, ma se stesso nella sua “bruttezza attraen- Non bello, ma affascinante; era affetto da un te che piaceva proprio per il suo volto irregola- leggero strabismo che si notava soprattutto re e orientato verso un lato”. Uomo di grande quando era nervoso e ansioso. Per questo inter- intelletto, tenuto in considerazione da tutti. Gi- pretava spesso il ruolo dell’avvocato difensore, no Cervi era uno di quelli che lo stimava senza che con fare polemico e con toni accesi e risi- riserve. Talarico pubblicò anche diversi roman- bili cercava di incantare la giuria. Fra i suoi zi di genere satirico che solo da qualche anno a film figurano: “Mio figlio professore” (1946) questa parte vengono ristampati grazie all’inte- di Renato Castellani, “Dov’è la libertà?” ressamento della Fondazione Vincenzo Padula (1954) di Roberto Rossellini, “Il vigile” (1960) di Acri. Ma è nel cinema che mostrò la propria di Luigi Zampa, “Il mattatore” (1960) di Dino ironia e caricatura dei vizi e delle virtù d’epo- Risi, “I complessi” (1965). E ancora: “Il biga- ca, sia in veste di sceneggiatore che di attore. mo” (1955) con Marcello Mastroianni, “Un Nastro d’argento per la sceneggiatura della giorno in pretura” (1953) di Steno, ma soprat- pellicola “Anni facili” del 1953 diretto da Lui- tutto “Un americano a Roma” (1954), con Al-

Talarico con Peppino De Filippo nel film Un giorno in pretura

berto Sordi, nel quale Talarico interpreta il ruo- produttivo di idee, questo lo abbiamo scoperto lo di un deputato. con sorpresa ascoltando la viva voce di quanti, Ebbe successi anche come sceneggiatore ra- testimoni diretti, ebbero modo di conoscere e diofonico e televisivo con “Lo Scialle di Lady di apprezzare l’intellettuale acuto e brillante e Hamilton”e “Luisa Sanfelice”. prima ancora l’uomo. Soprattutto l’uomo: un Scomparso prematuramente all’età di 63 anni, vero campione d’umanità, sensibilità e discre- Talarico ha lasciato il ricordo di uno dei più zione». simpatici interpreti della commedia all’italia- Sarebbe opportuno che venissero valorizzati na. Subito dopo la sua morte, il quotidiano Mo- anche i suoi scritti, dalle poesie ai romanzi, dai mento Sera indisse il “Premio Nazionale Vin- testi teatrali - che non disdegnavano le nuove cenzo Talarico” voluto dagli amici del giorna- avanguardie - ai saggi. Ricordare la sua natura- lista scomparso, tra i quali Eduardo De Filippo, le teatralità, che non prescindeva mai dalle sue Vittorio Gassman, Ercole Patti e Giancarlo Vi- origini meridionali, equivale anche a contribui- gorelli. re al patrimonio della nostra cultura, orgoglio- Pietra miliare che documenta l’operato del Ta- sa e operosa, sognatrice di nuovi spazi, di nuo- Da sinistra: Milena Milani, , Suso Cecchi D'Amico, larico rimane il corposo volume biografico edi- vi fermenti culturali che allacciano il passato e Giuseppe Ungaretti, Talarico, Bartoli e Cecchi to da Rubbettino, Vincenzo Talarico, un cala- il futuro delle radici del Mezzogiorno. 8 Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 LettereMeridiane La rivoluzione letteraria di Assunta Scorpiniti Nella sua ultima opera, il mare come fonte di vita e fatica Pasquino Crupi

con Mastro Don Gesualdo. Comun- contato quello che nessun altro ha rac- Quando – e ce l insegna Francesco De que, aveva indicato la via del mare. contato: non il mare come spettacolo Sanctis - si introduce nella pagina del- I neorealisti la disattesero, forse con- della natura, ma il mare come fonte di la letteratura italiana un nuovo ceto vinti che l’unica classe lavoratrice fos- vita e fatica, vita e morte, e le donne sociale. Da questo lato, la prima rivo- sero gli operai e i contadini. E il mare del mare, che suppliscono ai mariti in luzione epocale fu provocata dal Man- scomparve nella letteratura narrativa, guerra e ai mariti sepolti nella nuda zoni con l’introduzione degli umili, la cedendo le sue onde vibranti alle navi terra. seconda da Vincenzo Padula (non il da crociera, degne solo di cronache Giovanni Verga le aveva lasciate a ter- Verga) con i primitivi, la terza da Italo giornalistiche. Al di sopra di Napoli, il ra e a casa ad attendere i mariti. As- Svevo con i travet, la quarta da Fran- mare ebbe l’onore delle belle lettere in sunta Scorpiniti le ha imbarcate con i cesco Perri con gli emigranti. Sull’Oceano (1889). Risulta, poi, che mariti e i fratelli, in luogo dei mariti. E la quinta da Assunta Scorpiniti con dal De Amicis e dal Verga a scendere Lavoratrici del mare e sul mare. Que- le donne di mare. il solo scrittore che abbia impostato un sto nessuno lo aveva mai descritto. Alla letteratura italiana mancava que- romanzo sul mare sia stato Corrado Anche gli scrittori veristi o neorealisti sto ceto, che la rendeva mutilata, zop- Alvaro con l’opera, appunto, intitolata svagano e si distraggono. E sono vitti- pa. Assunta Scorpiniti ha risarcito Il mare (1934). Poi, più nulla. me del madonnismo, procedente dal questa mutilazione. Cariati, che odora La nostra è letteratura contadinesca, è settentrionale Alessandro Manzoni. di sale e di sudore, che richiede sale, letteratura della terra, che produce ter- Altri dirà della pagina curata di Assun- resterà nella storia per Lei. razzani ed emigranti. I quali attraver- ta Scorpiniti dove si sente la musica sano il mare senza accorgersene, cioè della prosa di Corrado senza che i loro descrittori lo descriva- Alvaro. Altri dirà della no: da Francesco Perri a Saverio Stra- sociologia di sentimento ti. Fatta eccezione per Giuseppe Gan- della Scorpiniti che si ensate che paradosso. L’Italia è gemi ne La Signora di Ellis Island serra al narrato. A me bagnata da tre parti del mare. (2011) e per Gioacchino Criaco in interessa qui dire che Ciò che le merita la definizione American taste (2011). Ma non c’è con le sue donne di ma- P stato chi abbia raccontato i lavoratori e re, con quel mare, visto di penisola. Il mare non bagna Napoli (1963) è il titolo di un grande roman- - figurarsi - le lavoratrici del mare. da riva dai bambini e zo di . E non c’è Qui, in Italia. dalle bambine, Assunta dubbio che non bagna, cioè non attira, Bene, questa astenia è stata interrotta Scorpiniti provoca una i nostri scrittori e narratori, che sia da Assunta Scorpiniti, giovane e matu- rivoluzione letteraria. d’altura, sia di pianura rifuggono dalle ra narratrice. Della quale si può dire Voi, che mi leggete, pen- sue salse onde. Il solo a farvi eccezio- che sul tema del mare ha una sua ori- sate che esageri. Nient’af- ne con I Malavoglia è Giovanni Verga, ginalità assoluta. Poiché lei, per pri- fatto. Quand’è che si pro- che, pur avendo raggiunto sul mare la ma, in Sulle onde della luna. Donne di duce una rivoluzione let- sua gloria, ritorna al mondo contadino mare, storie di pesca (2012), ha rac- teraria? In Germania e a Bruxelles i racconti del mare di Calabria Assunta Scorpiniti protagonista di eventi culturali nel cuore dell’Europa

torie di donne, di mare e di luna, unite dal fi- Dessalvi si è soffermato sul passaggio dalla ricerca lo doppio della memoria e del grande tema antropologica alle storie, che l’autrice ha compiuto S del lavoro. Queste storie, che rivelano una ascoltando “tante voci del mare” e poi narrando le Calabria affascinante ma poco nota, la scrittrice vicende di una comunità mediterranea, emblemati- Italiano di Cultura di Stoccarda e la città di Wai- Assunta Scorpiniti ha portato, oltre che in varie lo- ca di tante altre che nel mare hanno la loro fonte di blingen nell’ambito delle Interkulturelle Wochen, calità calabresi, anche in Belgio e in Germania, vita. Più in generale, ha spiegato la scrittrice, si è l’evento regionale di dialogo interculturale che ce- presentando la sua ultima opera, il volume “Sulle trattato di dare “senso e nobiltà” a una realtà socia- lebra la presenza di 38 nazionalità. onde della luna. Donne di mare, storie di pesca”, le e culturale, e, nel contempo, descrivere, attraver- La serata italiana, con protagonista l’autrice cala- pubblicato da Ferrari Editore, con prefazione di Pa- so storie vere, la complessa realtà del Sud (“il ma- brese, si è svolta nella storica Kameralmtskeller, squino Crupi. re è quello delle sfide, degli incontri, delle antiche dove sono confluiti connazionali di Puglia, Sicilia, A Bruxelles l’autrice è stata al centro di un evento sapienze, dei valori, del lavoro che accomuna le fa- Campania e calabresi, che con emozione hanno organizzato, in occasione della Giornata Interna- miglie dei pescatori e oggi ci avvicina ai migranti partecipato al suo reading letterario, condividendo zionale della Donna 2012, dall’Istituto Italiano di degli sbarchi”). l’idea di “portare avanti una Calabria sconosciuta e Cultura presso il Consolato generale d’Italia, con la Storie di uomini e soprattutto di donne, detentrici nobile, spesso offuscata da quella insanguinata e collaborazione dell’associazione Calabresi in Eu- di grande forza, come le antiche pescatrici joniche, minoritaria della ‘ndrangheta contro cui, però, non ropa-Bruxelles, presieduta da Berenice Vilardo e e custodi della vita. A riguardo la stessa autrice ha bisogna abbassare la guardia”. formata da corregionali che lavorano nelle istitu- spiegato: “Mi è piaciuto raccontarle nelle loro ca- Ad accoglierla, insieme agli italiani intervenuti e zioni comunitarie. ratteristiche, nel sentimento che le lega all’ele- alla direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Nella sede di Rue de Livourne, 38, un pubblico nu- mento naturale e alla luna, presenza costante, in ar- Stoccarda, Adriana Cuffaro, che l’ha definita “am- meroso, tra cui presenze istituzionali e della diplo- monia con le stagioni naturali, umane e con l’esse- basciatrice della cultura calabrese”, c’erano il pri- mazia, ha accolto la scrittrice calabrese di Cariati re femminile; è bello, infatti, pensare, come sugge- mo cittadino di Waiblingen, Andreas Hesky e il ca- (CS), ritornata nella capitale europea, dove, nel risce la metafora del titolo, che nel triangolo don- labrese Alfonso Fazio, consigliere comunale e pro- 2007, aveva già presentato il volume “Calabria al- na, mare e luna si realizzi quel mistero della vita vinciale a Waiblingen, che ha coordinato l’evento. trove” (2005) e il suo studio sulle migrazioni. che ogni donna racchiude dentro di sé, la luna re- Il sindaco ha rilevato il lavoro “storico” svolto dal- I contenuti del libro “Sulle onde della luna”, sono gola con i suoi cicli e che il mare, nel suo mondo la scrittrice “elaborando l’identità calabrese e resti- stati illustrati nel corso di una conversazione del- sommerso, ma anche con il suo respiro, il perenne tuendola con un’opera letteraria che dona a tutti l’autrice con il direttore dell’Istituto Italiano di dare e prendere, rinnova di continuo”. molte emozioni”, chiedendole, poi, di apporre la Cultura, dott. Maurizio Dessalvi, che l’ha interpel- Questi temi sono stati ripresi durante la presenta- firma sul “libro degli ospiti illustri” della città. lata sull’intenso lavoro dedicato alla sua terra (“un zione del libro avvenuta lo scorso 22 settembre a Tra i presenti, oltre a esponenti delle istituzioni te- atto d’amore e una scelta d’impegno civile”) e sui Waiblingen (Germania). Assunta Scorpiniti era at- desche, i responsabili dell’Associazione “Dante temi prediletti della memoria, delle migrazioni, del tesa nell’antica città, situata alle porte di Stoccarda, Alighieri” di Stoccarda, docenti dell’Università dialogo interculturale, dell’identità mediterranea e avendo a lungo studiato, anche con ricerche sul dell’importante città tedesca, rappresentanti di di- femminile, con la novità, rilevata dalla prefazione, campo, l’emigrazione calabrese in terra tedesca e verse associazioni italiane attive nella regione del da Pasquino Crupi, delle donne pescatrici che han- stabilito strette relazioni con le comunità italiane. Baden Württemberg, dove è molto forte la presen- no vissuto in Calabria. La manifestazione è stata organizzata dall’Istituto za dei nostri connazionali. 9 LettereMeridiane Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013

Ha raccontato ciò che solo lui era in grado di scrutare dell’animo umano La disarmante semplicità di Mario La Cava Il grande scrittore di Bovalino nel ricordo della figlia Grazia Grazia La Cava

i è stato chiesto di scrivere del mondo fuori. Ed questa breve nota per testi- io non riuscivo a M moniare cosa significhi es- comprendere: non sere figlia di uno stimato scrittore. avevo ancora capi- Nel mio caso, però, la cosa più straor- to che la mia casa dinaria ed affascinante da raccontare e era tutto un mondo. condividere credo sia l’aver vissuto Mi piace pensare per quasi trent’anni accanto all’uomo che il vero mestiere Mario La Cava. Lo scrittore può esse- di mio padre non re letto e valutato attraverso i suoi sia stato quello del- scritti; chi ha avuto la fortuna di cono- lo scrittore, la scrit- scerlo personalmente, credo ne sia ri- tura è stata lo stru- masto completamente affascinato ed mento per racconta- incantato dalla sua disarmante sempli- re ciò che solo lui cità e disponibilità. Chi, come me, ha era in grado di scru- avuto il privilegio di ricevere il suo af- tare e intendere del- fetto paterno e un’educazione non cer- l’animo umano. to usuale, può solo dispiacersi di non aver saputo cogliere per intero le op- portunità e gli innumerevoli stimoli Le foto sono pubbli- intellettuali che provenivano dall’es- cate per gentile con- sere accanto ad un uomo così straordi- cessione di Grazia La nario e singolare. nostro piccolo-grande mondo di casa. Cava. Ma ricordo che le poche volte che ri- Una ritrae lo scrittore da solo; mentre l’al- manevo in casa senza uscire con gli tra, del 1975, lo ritrae Non ascoltava, amici capitava proprio quando essi ve- in compagnia della nivano a trovarmi: rimanevano, infat- sua famiglia. La figlia egli osservava, ti, per ore a discutere con lui e, si badi Grazia, seduta nella “ bene, per niente disagiati o annoiati; seconda fila, è la ter- scrutava, leggeva semplicemente ci si era dimenticati za da sinistra. ciò che le parole non riuscivano a descrivere Una questione di scelte? chi ha la fortuna di viaggiare, all’apparenza - sembrano esaltarne “il G.L.C. La curiosità verso l’animo umano: appena giunto in aeroporto (o prodotto” proprio perché tipico della zo- questa è stata la sua costante ”peculia- comunque in stazione) di una na: copertine con lupare, berretti (“bar- rità, e questa sua curiosità lo portava A qualsiasi città, capita spesso di soffermar- ritte”) su sfondi di santi e processioni. di questi Autori è presente nella nostra alla ricerca del dialogo con le persone si ad osservare le vetrine dei negozi che Il turista poco informato – a questo pun- più umili e semplici perché lì trovava vetrina, e così succede spesso nelle libre- hanno scelto quel punto di arrivo per to – ne potrebbe dedurre che la Calabria rie di provincia dove in esposizione si grande umanità; ed ascoltava con inte- esporre i loro prodotti. Molti di questi (e la provincia di Reggio in particolare) resse anche le cose che a noi potevano trova di tutto tranne che libri, men che esercizi commerciali - proprio per il luogo siano carenti dal punto di vista letterario meno degli scrittori calabresi. sembrare banali e prive di significato. in cui sono ospitati - tendono a mettere in (visto che non ha niente da esporre) e che Non ascoltava, egli osservava, scruta- Al di là della casualità e della buona fe- bella mostra i prodotti che più ne caratte- ciò che emerge è la “cultura” della ’n- de dei librai che, mirando a più facili in- va, leggeva ciò che le parole non riu- drangheta. rizzano il luogo che il turista ha scelto per troiti, evidentemente avranno calcolato il scivano a descrivere; e ciò che solo lui le sue vacanze o comunque per attrarre La Locride, è riconosciuta, a ragion ve- era capace di interpretare, lo custodiva duta, come il territorio a maggiore den- loro tornaconto, appare evidente l’amara l’attenzione del casuale visitatore. Succe- constatazione che la Calabria, a tutti i li- come qualcosa di prezioso; e costante- de, così, che si vedano esposti prodotti ti- sità mafiosa, da cui transitano grandi mente si nutriva di questo. pici dell’artigianato regionale o preliba- quantitativi di droga proveniente da tutto velli (a cominciare dalla classe politica), Ricordo che la nostra casa, nel periodo tezze culinarie di produzione locale. il mondo e il suo entroterra aspromonta- ha da tempo scelto di non investire su della mia infanzia, è stata regolarmen- A chi si dovesse trovare all’aeroporto di no è stato per anni il luogo “governato” nessuna delle sue qualità, dalle bellezze te un luogo d’incontro di personaggi Reggio Calabria, consiglio di dare uno dalla ’ndrangheta per ospitare sequestra- naturali, alla sua storia, alla sua cultura e, che si alternavano e si diversificavano sguardo alla vetrina della piccola libreria ti, depositi di armi, rifugi per latitanti. di contro, sottovalutando o addirittura con straordinaria naturalezza: capita- che si trova in un luogo di passaggio, tra Ebbene, quegli stessi luoghi hanno pro- ignorando il fenomeno mafioso. va, infatti, che nello stesso giorno si ri- il punto di accesso per i controlli all’im- dotto un grande numero di scrittori, rico- Ho avuto modo più volte di evidenziare ceveva la visita di uno dei tanti intellet- barco e il corridoio che porta al bar mol- nosciuti artisti di grande spessore lettera- i forti contrasti della calabresità con ec- tuali che ne erano abituali frequentato- to frequentato. Ovvio che – trovandosi la rio, affermatisi in Italia e in Europa: Cor- cellenze culturali e bellezze naturali, da un lato, e ’ndrangheta e malaffare, dal- ri (Seminara, Maganzini, Buttitta, vetrina in quella posizione - chi si occu- rado Alvaro a San Luca, Mario La Cava l’altro. Sciascia, ecc.) e, al tempo stesso, il pa dell’addobbo si preoccupi di mettere a Bovalino, Francesco Perri a Careri, Sa- in bella evidenza quei libri che dovreb- verio Strati a S. Agata del Bianco, Save- Finora tutto è stato ignorato o sottovalu- contadino che ci omaggiava della frut- tato, sia la cultura che la ’ndrangheta, la- ta e degli ortaggi appena raccolti. La bero maggiormente attrarre il potenziale rio Montalto ad Ardore. In nessun altro acquirente che, si presume, ha general- posto credo si possa trovare tanta fecon- sciando agli altri il compito di decidere straordinarietà dell’uomo stava proprio le sorti della nostra regione, con i risulta- nel porsi nei confronti dell’interlocuto- mente fretta e percorre velocemente quel dità letteraria concentrata in pochissimi tratto di corridoio. Esattamente ciò che fa chilometri di distanza. ti poco edificanti ormai fin troppo evi- re – chiunque egli fosse - in una condi- denti. zione sempre paritaria senza che il suo l’esercente di artigianato o di prodotti ti- E credo pure che in qualsiasi altro posto pici, esponendo merci che il visitatore Oggi la Calabria è questa e, prima di status di uomo colto potesse in qualche si sarebbe fatto ogni cosa per poterne difficilmente troverebbe in altri posti, at- sfruttare tanta grazia in modo da trarne affondare, è necessario che siano i cala- modo intralciarne il dialogo e sempre tirando così la sua curiosità. vantaggi turistico-culturali, puntando su bresi ad investire sul loro futuro, operan- con immutato rispetto del pensiero del- Ebbene, osservando la vetrina di quella queste potenzialità, per poter attrarre i vi- do delle scelte chiare, puntando a valo- l’altro. Ognuno, conversando con lui, libreria, buona parte dei volumi esposti sitatori: parchi letterari, itinerari turistici rizzare ciò che si crede siano i veri punti si sentiva sempre a proprio agio e riu- trattano l’argomento ’ndrangheta. Atten- con visite ai luoghi descritti nelle opere di forza. sciva a tirar fuori il meglio di sé. zione: non si tratta degli interessanti vo- dei narratori, stimolando la curiosità e la Nella vetrina della piccola libreria del- Noi ragazzini abbiamo vissuto un’in- lumi di inchiesta di qualche magistrato o lettura, facendo, così, conoscere i nostri l’Aeroporto di Reggio è in scena l’esalta- fanzia nella più totale normalità e, co- di seri studi approfonditi sull’argomento. grandi narratori ad un pubblico più vasto. zione del fenomeno criminale con l’e- me tutti quelli della nostra età, eravamo Si tratta, invece di volumi che – almeno Niente di tutto ciò. E non solo. Non uno sposizione di lupare e barritte. distratti da ciò che succedeva fuori dal 10 Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 LettereMeridiane Saraceni e Turchi in Calabria tra pace e guerra Un excursus storico tra le pieghe di un tempo che ha lasciato segni Ulderico Nisticò

ell’immaginario collettivo e po- delle due sponde mescolarsi per molte gnolo Giafri per gli abitanti del Marche- ternite del Rosario sono tuttora operanti polare i Saraceni furono crudeli ragioni di commerci e agricoltura; e que- sato di Crotone. nelle parrocchie. N saccheggiatori e rapitori di sto in Calabria più che in altri luoghi. Resta qualche traccia di costumanze: I prigionieri catturati a Lepanto vennero fronte ai quali fuggire, o, nel caso mi- Diamo qui, alla rinfusa, un saggio di quello che solitamente è il “ballu do resi schiavi e distribuiti tra i vincitori. gliore, tentare di difendersi; ed “empi quel non molto che resta dei rapporti tra ciucciu” di vimini con mortaretti, in al- Dopo un po’ si convertivano o per amo- Agareni”, maledetti discendenti di Agar, le due sponde del Mediterraneo e le due cune aree del Reggino è detto “ballu do re o per forza, e venivano liberati; alcu- la schiava di Abramo ripudiata con il fi- religioni. camirhu”, cammello, animale scono- ni di loro presero il cognome augurale di glio Ismaele. Ci sono dei precedenti antichi. Annibale, sciuto se non attraverso gli Arabi. Bonavita. Memorie di un lungo conflitto: sotto- deluso nelle sue speranze di vincere i Nella cucina, qualche influsso viene o Ulugh Alì, Occhiali, Uccialli, salvò dal messa la Sicilia, invasa la Spagna, i mu- Romani, che però non lo attaccavano in direttamente o dalla Sicilia. disastro di Lepanto la sua squadra, e sulmani occuparono diversi luoghi campo aperto, pose un suo accampa- Gli altri musulmani a venire nelle nostre venne sospettato di un patto segreto con d’Europa, spingendosi sulle Alpi, sul mento nell’Alto Golfo di Squillace, do- terre sono, come abbiamo accennato, i Andrea Doria, poco degno nipote del Garigliano, persino nell’Atlantico toc- ve sorse la città di Castra Hannibalis, Turchi, o fossero di stirpe ottomana, o, grande; divenuto ammiraglio del Sulta- cando le remote Far Oer; in Calabria ancora viva nei primi secoli del Medioe- più in generale, sudditi del Sultano, Bar- no, combatté per Tunisi e Algeri; lasciò eressero gli emirati di Amantea, Tropea, vo. Quando partì dall’Italia lasciò picco- bareschi d’Africa o rinnegati cristiani. Il a Istanbul una ricca moschea. Santa Severina e Squillace; dal Monte di li reparti a presidio, e da loro discende in rapimento era scopo principale delle in- Continuarono le incursioni, seppure sen- Tariq, Gibilterra, arrivarono in Spagna e parte qualcuno di noi. Nelle aree archeo- cursioni turche: o di abbienti per chiede- za più speranza di conquista; nel 1594 nel cuore dell’attuale Francia, dove nel logiche si trovano tracce della pregiata re il riscatto; o di donne; o di bambini da Cicala devastò Reggio e altri luoghi, tra 732 li fermò Carlo Martello; ma suo ni- ceramica africana d’importazione. Delle fare schiavi o educare a diventare gian- cui Badolato, Soverato (resta un toponi- pote Carlo Magno poté solo stabilire tre colonie fondate o rifondate da Nerva, nizzeri. Molti fecero carriera dal remo al mo di Porto dei Turchi) e il convento qualche piccola contea franca sui Pire- Glevium castrum è Gloucester in Inghil- potere al trono: Kayr el Din detto Barba- della Pietà. Nel 1609 Pietro Lampro, rin- nei; nell’887-8 l’ammiraglio imperiale terra, l’altra è Scolacium, la terza è Sétif rossa; Ulugh Alì, Dionigi Galeni o di Bi- negato di Davoli, assalì il suo paese, ma Nasar e il generale Niceforo Foca ricon- in Algeria: Colonia Nervia veteranorum ni, nativo di Isola e bey di Tunisi e Alge- venne ucciso, e se ne attribuì il miracolo quistarono la Calabria. Continuarono Setifensium. ri; Scipione Cicala o pascià Cicala, che a San Vittore, patrono di Roccella e ne- però le incursioni, e nel 903 il vecchio Gli Arabi, o piuttosto musulmani di tut- saccheggio Reggio e altri luoghi. mico dei Turchi. Nel 1644 e ’45 un rin- Ibrahim, il conquistatore di Taormina, te le stirpi, compresi i nostri parenti di Turchiu significa in dialetto anche non negato spinse una squadra ottomana marciò fino a Cosenza, morendo di feb- Sétif e i pronipoti di chissà quanti e qua- battezzato, peccatore, scomunicato; o contro Stalettì. bri e dissenteria in una chiesa da lui pro- li coloni romani e italici, restituirono la soprannome di rapiti. Per la liberazione Le coste del Regno si armarono di torri fanata. Nel 915 papa Leone IV e il re visita. Restano toponimi che non posso- dei prigionieri sorse l’Ordine di monaci cavallare e castelli: cognomi come d’Italia Berengario I batterono a Ostia i no nascondere una lunga permanenza di guerrieri di Nostra Signora della Merce- Bombardiere, Caporale, Cavallaro ricor- Saraceni della Campania. Più di una gente di lingua araba: Brahalla, barak de, o Mercedari, che raccoglievano of- dano quell’antica militarizzazione. Le spedizione compirono i re di Germania e Allà, volontà di Dio, o Bragalla, è il no- ferte e trattavano i riscatti a Candia (Cre- torri appartenevano alla Corona, ma le Italia e gli imperatori Sassoni; ma nel me antico di Antifluvius, oggi Altomon- ta) o Algeri. gestivano i paesi, anche in consorzio. I 982 l’emiro al Kasim sconfisse rovino- te; Brafallà, o Brahallà, è una fonte di Cariati nel 1544 venne saccheggiata da potenti castelli di Roccella e Castelvete- samente Ottone II a Stilo. Nel 1038 Filadelfia, e questa notizia appresa di re- Barbarossa, e i suoi abitanti deportati. re (Caulonia) respinsero attacchi turchi Giorgio Maniace, generale dell’Impero cente ci ha ispirato le presenti righe; Fal- Anni dopo li riscattarono, ma, tornati in con i cannoni. d’Oriente, portò contro la Sicilia un luca, Falluja in Iraq; Maida, potrebbe es- patria, parlavano anche tra di loro, per Il lettore mi perdoni, ma lo storico non esercito in cui figuravano mercenari lon- sere Mahdia in Tunisia; Soriano, signifi- abitudine, la “lingua turchesca”: così ri- può farsi scrupoli. Quando, molti anni gobardi, lombardi e normanni. Nel 1071 ca della Sorìa, Siria; Zagarise, luogo di feriscono il Marafioti e il Fiore. fa, sentii una persona originaria di Roc- Roberto Guiscardo e suo fratello il gran- zagare. Altri toponimi, sebbene un po’ La tradizione popolare ha creato la tragi- cella usare la volgare espressione “spà- conte Ruggero iniziarono la riconquista dubbi, incuriosiscono: Malandrano, in ca figura di donna Canfora, che muore rati cu na pall’e ‘mmerda” credetti fos- della Sicilia; Ruggero la sottomise agro di Davoli: uomo nero? Muscettola, perché “’on si ‘nda vitt’e beni marìtu- se una squallida generica trivialità, fin- vent’anni dopo. precedente denominazione di Monte- ma; e allora mancu li Turchia cani”. ché non venni a sapere che la polvere da La guerra tra cristiani e musulmani sa- paone Lido: piccola moschea? Anche Molti combattenti calabresi si illustraro- sparo dei cannoni veniva preparata in lo- rebbe ripresa con le Crociate, che trat- Amaroni potrebbe significare nero. no a Lepanto il 7 ottobre 1571. Tenne la co utilizzando per il salnitro lo sterco di tennero per due secoli i Turchi nell’e- Con tutti i limiti di ogni indagine sui co- predica “Della nave cristiana” in Messi- maiale! spansione verso i Balcani, il Bosforo e gnomi, ricordiamo: Arabia, Marrapodi na alla flotta in partenza padre Lattanzio L’ultimo rapito è del 1815: un Domi- (“piede nero”), e così Mauro, Neri, Ni- Costantinopoli, dove giungeranno solo Arturo da Cropani, che celebrò anche nijanni, venne inviato a procurare al suo nel 1453; e da lì minacciarono per terra gro, Sgro; Morabito, da marabut, santo- padrone delle noccioline; fuggì e tornò ne; Musolino, da mussola; Saccà, ac- “La predica della vittoria”. Troviamo nel suo paese di Sant’Andrea, dove i Vienna e per mare l’intero Mediterraneo soldati di Tropea e di Badolato, fanti tra Occidentale. quaiolo; Saladino, Saraceno, magari fin suoi discendenti vengono ancora so- troppo evidenti per non generare sospet- le truppe di Prospero Colonna e sulle ga- prannominati Turchi. Nel 1480, l’orrendo sacco di Otranto, ri- lee siciliane di Ramirez. Armarono navi conquistata da Alfonso d’Aragona: co- to sulla manina crudele di qualche giudi- Succedeva anche il contrario. Trovo nei mandava la sua cavalleria Nicolò Picar- ce tutelare del passato; Sirianni, della Si- Francoperta, Geria, Ferrante, de Cicco, Libri mortuorum di Santa Severina, il 24 do, l’amico di San Francesco di Paola; ria. Bosurgi, Galimi da Reggio; Carnevale di febbraio nel 1751, notizia di un “Em- Cicco e Cola, dice ancora il popolo. Il Non sono molti i termini dialettali di de- da Stilo; Cavallo, Ventura da Amantea; manuele Maria Orsini, de Maumetthana Regno venne costellato di castelli e torri rivazione araba: baziariotu: mercante, Commercio da Francica; Coco, Compe- secta ad Sanctam Chatolicam (sic!) in- cavallare. Nel 1571 la flotta italo spa- da bazar, con suffisso greco; cafisu, ratore, Falletti da Terranova; Manuardi cidit”, che lascia la vita nell’antica Me- gnola voluta da san Pio V e comandata contenitore e unità di misura; cantàru, da Rogliano; Parisio da Cosenza; Gran- tropolia. Strano e fascinoso questo cen- da don Giovanni d’Austria sconfisse i quintale; gebbia, vasca da irrigazione, dopoli da Corigliano; Merenda da Pater- no a un maomettano convertito, che fa- Turchi a Lepanto, ponendo fine a ogni da jibiu; giuggiulena seme di sesamo, da no; Marullo conte di Condojanni; il Cor- ceva penitenza con un pellegrinaggio: velleità di conquista, se non del tutto al- juljulan; guallara, da adara, ernia; me- sale di Castelvetere, terrore dei Turchi; forse si sarà trattato di un barbaresco pri- le incursioni. Queste, sempre più rare, schinu, da miskin, schiavo; saia canale tre navi di Tropea; due di Reggio; due gioniero di guerra, se non di un cristiano cessarono del tutto solo quando le Po- (da saqiya); sceccu, da sceik, vecchio: dei Passacalò di Seminara; una dei Ma- rinnegato, come ce ne furono tanti al tenze europee si imposero sui Barbare- l’asino; tamarro, rustico, da ramar; ta- rini con Milio da Melicuccà; Cecco Pi- tempo della pirateria, e poi pentitosi; re- schi d’Africa: nel 1830 la Francia mi- vutu, tambutu, cassa da morto; interes- sano Fazzari, Sudano, Barone, Carrozza, sta dunque da chiedersi se il nome è nacciò Algeri, e di fronte alla resistenza, santi alcuni nomi di piante e vegetali in- Portogallo, Frezza, Galluppi, di Francia, quello originario o gli venne impostogli iniziò la sottomissione diretta del territo- trodotti probabilmente dagli Arabi: Brisbal conte di Briatico cadranno in dopo il battesimo. rio; nel 1832 il Regno delle Due Sicilie arangara, bergamotto, suriaca, zagara. battaglia. Vennero erette chiese alla Ma- Man mano che la minaccia ottomana e e il Regno di Sardegna, alleati, compiro- Un cenno a parte richiedono Giufà, il donna della Vittoria, ma san Pio V, che barbaresca si faceva fastidiosa e non pe- no una dimostrazione navale di fronte a babbeo delle storielle calabresi, che for- era un domenicano, preferì il titolo di ricolosa, e il Regno, tornato indipenden- Tunisi; ma quel bey si arrese subito, e se deriva da giafar; da cui certo il nomi- Madonna del Rosario; e molte Confra- te nel 1734 con Carlo di Borbone, si do- non divampò quella guerra che, chissà, tava di una flotta, tutto il poderoso e co- poteva cambiare la storia d’Italia. Dopo stoso apparato difensivo si era reso e si un po’ le Potenze europee si spartirono rese superfluo. Molte fortezze e torri l’Africa; e il resto è storia e cronaca con- vennero cedute alla Chiesa, e sono oggi temporanee. edifici sacri e campanili; alcune torri In mezzo a questi eventi di guerra e di vennero utilizzate per il telegrafo ottico; politica, trascorsero tempi di cui, essen- molte, abbandonate o demolite o trasfor- do privi di bagliori di gloria e di sangue, mate, e della grandissima parte resta so- la storia non parla, e che videro i popoli lo il nome. Ma di questo, un’altra volta. 11 LettereMeridiane Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 Vincenzo Consolo e l’irrazionalismo culturale La Sicilia anni Venti tra crisi ideologica e avvento dei totalitarismi, in Nottetempo, casa per casa Giuseppe M. S. Ierace

autore de Il sorriso dell’igno- in una favola, o meglio nel mito, al se- to marinaio (1976), Lunaria guito del corteo di Dionisio. L’ (1985), Retablo (1987), Le Dopo una vita di peregrinazioni, girova- pietre di Pantalica (1988), sceglie, per gando per il mondo all’inseguimento di il romanzo con cui vince il premio Stre- bizzarri esoterismi, gli eccentrici anglo- ga nel ’92, il personaggio di Aleister sassoni individuano in Cefalù la sede di Crowley quale metafora di una cultura una “chiesa” alternativa, l’Abbazia di che si arrende all’irrazionale per aver Thelema, ove si possa soppiantare il cri- perso precedenti solidi punti di riferi- stianesimo e instaurare la nuova era, mento. “Quello che ho voluto rappre- quella di Lucifero portatore di luce. sentare è l’imporsi di forme di irrazio- “So solo che ora, alla mia età, essendo- nalismo culturale. Aleister Crowley è un ne stato privato per tanti anni, sento il portavoce principe di questo irrazionali- bisogno di rivedere le albe, i tramonti, smo” (Satana a Cefalù, “Panorama”, 29 di stare in un luogo dove il paesaggio fi- marzo 1992, pp.114-119). sico e quello umano non mi offendano. Ebbene, una sottile vena di irrazionali- Non so se esiste questo luogo, lo devo smo, Vincenzo Consolo (1933-2012), lo cercare – confessava Consolo qualche scrittore di Sant’Agata di Militello la in- anno fa - E forse sarò vittima di un’altra seguiva pure in una ricerca di plurivocità utopia. La mia ideologia o se volete la lirico-poietica, traendo spunto dal dialet- mia utopia consiste nell’oppormi al po- to gallo-italico parlato nell’area natia Vincenzo Consolo tere, qualsiasi potere, nel combattere della sua Sicilia, come ad esempio, ne con l’arma della scrittura, che è come la Le pietre di Pantalica: “(…) Amalia poi ne, in preda ormai a smarrimenti, alluci- psicoanalitici e, nell’arcaico mondo ru- fionda di David, o meglio come la lan- conosceva altri linguaggi: quello sono- nazioni. […] Misera la villa, inospitale, rale, associato alla manifestazione de- cia di Don Chisciotte, le ingiustizie, le ro, contratto, allitterato con cui parlava fetida, priva di cessi, acqua, invasa dal- pressiva, in cui la sofferenza psichica si sopraffazioni, le violenze, i mali e gli le cimici, di caldi e di freddi insopporta- poteva esprimere con fughe e urla, orrori del nostro tempo”. alle bestie; conosceva il sampieroto, col La scelta di ambientare il romanzo negli quale comunicava con la famiglia; co- bili quel luogo… E il patrimonio dile- scambiate per latrati. Cosicché, insegui- guato, l’ansia costante per la mancanza to dalla luna, il “lupo mannaro”, corre- anni ‘20, quelli della nascita del fasci- nosceva il sanfratellano e il siciliano coi smo, è determinata dalla contingenza in quali comunicava cogli estranei. In di denaro… Oh come tutto quel teatro va gridando i suoi tormenti per le colli- da lui apparecchiato gli apparì d’un trat- ne argentate di ulivi. Mentre a Palermo cui avviene l’elaborazione del libro e la quella sua lingua d’invenzione, che s’e- sua scrittura, fine degli anni ‘80 e inizio ra forgiata nelle lunghe ore del pascolo, to orrendo, miserando, come insosteni- una piccola comunità di forestieri stra- bile la vita! Allora lui, il Superuomo, vaganti va propagandando misteriosi ri- dei ‘90, in cui molti segni di allora si ri- nella solitudine del bosco, chiamava per presentavano pressantemente, anni di ri- esempio sossi i maiali, beli le capre, sci- che aveva varcato ogni confine, violato ti esoterici, infarciti di pagane ieroga- ogni legge, che aveva osato l’inosabile, mie con la natura; e, guidati da un mo- flusso, crisi ideologiche, insorgenza di pe le serpi… zimpi le lepri e i conigli, settarismi, nuovi misticismi, new age, lammi le mucche (…)”. lui, la Grande Bestia dell’Apocalisse, il derno sedicente “superuomo”, appaiono che potrebbero preludere, come è avve- Nottetempo, casa per casa è un roman- Gran Maestro dei Cavalieri dello Spiri- spettrali latori di una differente evange- nuto nel passato, pure tuttora ad assetti zo che si svolge negli anni ‘20, in Sici- to, il Muratore della Grande Opera, il lizzazione, fatta di istrioniche provoca- politici di tipo autoritario. Decadenti- lia, agli albori della disavventura fasci- Poeta eccelso, il Pittore magico, lo Sca- zioni missionarie, in un solare paese smo culturale quindi e crisi ideologiche sta. Come sempre succede nei romanzi latore delle vette, l’uomo più malvagio, mediterraneo. interpretati quali sintomi allarmanti e storici, per contribuire a dare un’appro- ridiventava Alick, il fanciullo di Lea- Sembrano pagine di un caleidoscopio di inquietanti di incombenti restaurazioni priata sfumatura a quell’ambientazione, mington, il figlio del birraio, l’ostinato immagini e di infiniti rimandi storici assolutistiche e totalitarie. viene introdotto un personaggio storico predicatore quacchero, della donna geli- forniti per dare l’irripetibile sensazione Ma Consolo s’interessa a Crowley forse vero. Il prescelto diventa così simbolo da, fanatica, che mai gli diede un bacio, di navigare fuori rotta, accompagnati anche da un altro punto di vista, più let- del decadentismo culturale, del prevale- e chiedeva aiuto, aiuto!, e prorompeva dal beffardo sorriso di quel Ritratto d’i- terario e poetico, perché colui che si fa- re, nei momenti di crisi ideologica, di sconsolatamente in pianto. Pianse, pian- gnoto marinaio (dipinto da Antonello ceva chiamare la Grande Bestia aveva vecchie e nuove metafisiche, vecchi e se sussultando nel petto, nella pancia, e da Messina e conservato al Museo Man- incontrato tutti i maggiori intellettuali nuovi misticismi, contrassegnati da le lacrime rigavano la crosta della faccia dralisca di Cefalù): “un sorriso ironico, della sua epoca, quella del primo dopo- un’interiore inquietudine. “(…) Guarda- (…)”. pungente e nello stesso tempo amaro, di guerra, da William Butler Yeats a va il mondo in quello stato, si guardava Nella vicenda, l’autore non manca di in- uno che molto sa e molto ha visto. Sa Katherine Mainsfield, da William So- intorno e ogni cosa gli appariva squalli- serire, come ulteriore tocco di colore, il del presente e intuisce del futuro”. E per merset Maugham a Ferdinando Pessoa, da, perduta. Perduto lui nei suoi quaran- fenomeno della licantropia, studiato dal- di più Nottetempo, casa per casa, in una lasciando in loro, nel bene o nel male, tacinque anni, vecchio, flaccido, inson- la principessa di Lampedusa in termini Sicilia trasferita come in un sogno, anzi un’impressione indelebile. “Una storia che sembrò una favola”: il Premio Villa La rassegna ideata da Giovanni Calì che esporta da venticinque anni la Calabria dotta Pino Terranova

l Premio di lettura e pittura ”Villa tano di industria” della S.p.a. Elettro- concorsi di pittura che contribuirono a La Cava, da Saverio Strati e Lorenzo San Giovanni” è stato il principale conduttore - organismo, che divenne la far conoscere il vero volto della Terra Calogero, per citare i più significativi. I evento calabrese e ha rappresenta- sua prediletta creatura, la sua pedana di calabrese e anche a valorizzare i suoi Narratori, poeti e studiosi che hanno to, per ben venticinque anni, la Civiltà lancio, per innumerevoli e illimitate uomini più prestigiosi. legittimato e dimostrato la validità let- della Calabria. conquiste e mete industriali e commer- Il progetto fu sponsorizzato da Corrado teraria e scientifica dei Premi Villa. La Città dello Stretto ha segnato dal ciali. Alvaro, che lo definì “una nobile idea”. Il Premio ha raggiunto l’intento del suo 1956 al 1980, un momento altamente Ma, il lato più suggestivo della polie- Nonostante le critiche, le polemiche, le ideatore, cioè di segnalare sul piano significativo nella cultura nazionale. drica e ingegnosa personalità dell’inge- amarezze dei tanti Cassandra, che spe- nazionale l’esistenza di una Calabria “Il decano dei giornalisti reggini”, Totò gnere Calì, si rivela allorché frequentò ravano che la rassegna fosse destinata a dotta e non più inferiore sul piano in- Latella definì la rassegna: “una storia “il cenacolo Ambrosiano” di Agostino una rapida estinzione. tellettuale. che sembrò una favola”. Il Premio Vil- Lanzillo, insigne economista e intellet- L’elenco dei vincitori, peraltro tutti ca- I premi Villa, ancora oggi, continuano la fu ideato dal mecenate-manager tuale. Lanzillo era un calabrese, rettore labresi, ha rappresentato un esempio ad essere ricordati. Non è nostalgia o Giovanni Calì, ingegnere villese che, universitario. La sua casa, attraverso i concreto, una testimonianza di una au- provincialismo, ricordare la rassegna negli anni ’50 si affermò in una Milano convegni del mercoledì, riuniva il fiore torevolezza. E siccome tutte le manife- culturale e artistica. consolidato centro dell’alta finanza: della cultura. Stimolato dal clima Lan- stazioni devono essere giudicate dal La memoria storie non può essere can- dopo un lungo “tirocinio” effettuato zillo e richiamato dalla malinconia ca- nome dei vincitori l’elenco risulta illi- cellata, anzi, può diventare speranza anche all’estero, durante il quale poté labrese, Calì avvertì l’esigenza di isti- mitato. Da e Fortunato per una terra che continua ad essere de- far valere le sue qualità, divenne “capi- tuire dei premi. Premi di letteratura e Seminara, da Leonida Repaci e Mario nigrata e emarginata. 12 Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 LettereMeridiane

I successi del Corona Chorus Dopo l’esperienza a Montecarlo, sold out per il concerto al Siracusa old out per il concerto del coro go- spel “Corona Chorus” di Reggio SCalabria, esibitosi al teatro Siracu- sa. Le voci dei bravi coristi, animati da talento e passione, hanno trascinato il numeroso pubblico presente con quat- tordici brani, tra classici, spiritual e i na- talizi “Carol of the bell”, “Santa Claus is coming to town”, “Joy to the world”. Un grande evento per la città in riva al- lo Stretto, dove la compagnia di coristi - che è anche un’associazione culturale impegnata a diffondere l’amore per la musica - opera da dodici anni, anche se, come afferma il presidente Franco Mila- si, «il Corona Chorus è una realtà affer- mata più fuori che in città. Per questo motivo - continua Milasi - ci siamo det- ti che era arrivata l’ora di confrontarsi con la gente di Reggio, per capire se aveva voglia di ascoltarci». E la città di Reggio ha risposto con grande parteci- pazione ed entusiasmo. Gli appassiona- ti coristi, diretti dal M° Francesca Ferra- ra, hanno coinvolto la platea in un cre- scendo di voci e di emozioni. Uno scam- bio continuo, sinonimo dei sentimenti di fratellanza, pace e amore a cui questo genere musicale fa riferimento. I con- tralti Sofia Milasi, Monica Carzo, Maria Zumbo, Raffaella de Marco, Emilia Piz- zonia; i soprani Celestina La Capria, Claudia De Girolamo, Antonella Milasi, Cinzia Pagano, Lucia Milasi; i tenori Antonello Calabrò, Maurizio de Marco, Porter. Per la più giovane del gruppo di Carmine Gelonese e Marco Milasi non coristi, Sofia Milasi, «esibirsi davanti al si sono, dunque, risparmiati sul palco- pubblico del Siracusa, nella propria scenico del teatro cittadino, interpretan- città, è stato particolarmente emozio- do magnificamente tutte le sfumature di nante, un’esperienza da ripetere». Ad questo canto che è soprattutto preghiera. accompagnare le splendide voci dei co- «Gospel significa Vangelo - spiega, in- risti, la Corona Chorus Band, creata ap- fatti, il presidente Milasi - e le sue origi- positamente per l’evento del Siracusa, ni sono afroamericane. Si tratta di un ge- formata dai musicisti: Emanuela Mar- nere, sorto al tempo della schiavitù negli cianò (tastiere), Claudio Bagnato (batte- Stati Uniti d’America, fatto di canti nati ria), Daniele Marcianò (chitarra), Save- nei campi e cresciuti nelle chiese, sotto rio Viglianisi (basso), Marcello Marino forma di preghiere dissimulate». (percussioni). Un successo al di là di Reduci da grandi esperienze e successi, ogni previsione che rappresenta una come la recente partecipazione, insieme grande soddisfazione - e che giunge do- alla compagnia nazionale del gospel, lo po anni di impegno, di costanza e di ri- scorso ottobre, al prestigioso evento di cerca di una propria originalità stilistica apertura, tenutosi a Montecarlo, della II - per i componenti del coro e per il M° edizione 2012 del “Mese della Cultura e Francesca Ferrara, che ci tiene a sottoli- della Lingua Italiana”, promosso dal- neare: «Il gospel è un messaggio di l’Ambasciata d’Italia nel Principato di gioia e di lode al Signore e noi voglia- Monaco, i Corona vantano importanti mo trasmetterlo al pubblico. È una mu- collaborazioni con artisti di fama interna- sica del cuore che ha qualcosa da dire e zionale, tra cui Tichina Vaughn e Cheryl qualcosa da dare». 13 LettereMeridiane Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013

In uscita in primavera il disco “Fuori dal tempo” L’esordio musicale dei Nabana Professionalità e sentimento le carte vincenti della band calabrese Federica Legato - Gaetano Errigo

a musica, intesa come espres- musicali, scavando nelle infinite risorse che produrrà il loro primo cd di inediti sione del mondo, è una lingua timbrico-dinamiche del singolo strumento (con la loro formazione più un quartetto “L universale al massimo grado” e della voce, con l’intento di ottenere, d’archi). La band ha anche all’attivo un diceva Schopenhauer. Una lingua univer- solo con le voci e due strumenti (e per di contratto con l’etichetta L.M. European sale non soggetta alle leggi del tempo e più acustici), soluzioni ed effetti colori- Music per la distribuzione digitale degli dello spazio e che consente, dunque, al- stici sempre nuovi”, - si propongono co- inediti. I brani di “Fuori dal tempo” so- l’individuo di proiettare il proprio essere, me un’originale formazione artistica, ac- no scritti da Andrea Nania, pianista del in un’estensione di senso, al di là, appun- coppiando pianoforte e batteria senza gruppo e compositore – tranne il testo to, della dimensione spazio-temporale l’uso del basso. Una sfida. Una sfida che “Presenza Assente” della scrittrice cro- dell’esistente. Ed è proprio “Fuori dal hanno vinto brillantemente, alla luce dei tonese Francesca Greco e un altro scrit- tempo” che ci vogliono condurre i “Naba- numerosi apprezzamenti e degli svariati to da Marco Nania -, arrangiati dallo na”, band made in Calabria, con il loro traguardi raggiunti, in appena due anni stesso Andrea insieme al fratello batte- primo disco in uscita in primavera. di attività. rista. L’avventura musicale dei Nabana ha ini- Dopo una fase iniziale, in cui la band si I brani contenuti in questo album canta- zio nell’aprile del 2010, quando Enzo Na- dedica alla rivisitazione del repertorio di no l’amore in maniera profonda, non nia (batteria), Domenico Barreca (voce) e autori come Conte, Gaber, Tenco, Jan- scontata, nelle sue infinite e spesso inde- Andrea Nania (pianoforte e cori), - spinti nacci, Cammariere, Jobim, Sting, esi- finite forme. “dall’esigenza di sperimentare nuovi esiti bendosi in occasione di festival ed even- Situazioni oniriche e surreali, sospese, Giuseppe Sangeniti ti culturali e nei locali adibiti al live, al- trascendentali, protese al futuro, o ai tan- l’interno del gruppo cresce la necessità ti futuri possibili, o, meglio ancora, ad di mettersi in gioco con propri inediti: un sempre presente, e che rimandano l’occasione buona arriva nell’aprile (anche se involontariamente), per molti 2012 con la partecipazione al “DemoFe- aspetti, alle atmosfere del maestro Fran- st”, con l’inedito “Figlia del vento” co Battiato. (scritto nel 2010 da Andrea Nania). Di lì Il lavoro dei “Nabana” è l’innesto di a poco, la grande conferma, alla III edi- grande professionalità e sentimento, per zione del Contest di Faenza per Artisti e un’arte scevra da classificazioni e modu- Band Emergenti, che i Nabana si aggiu- li precostituiti, che anela a sperimentare: dicano, scavalcando ben 60 band prove- lo si evince dalla cura dei brani e dalle nienti da tutta Italia, con un brano inedi- esperienze pregresse di ciascun compo- to, “Intricato amore”, scritto nel 2012 su nente della band, che da questa sinergia musica della cantautrice cosentina Rosa sta traendo nuova linfa espressiva. Martirano, testo di Andrea Nania ed ar- Intanto, in attesa dell’uscita di “Fuori rangiamenti di Andrea ed Enzo Nania. dal tempo”, lo scorso due febbraio è sta- E, dopo l’importante esperienza al Con- to lanciato su tutte le piattaforme digita- test di Faenza, al gruppo si unisce il vio- li il b-side con i primi due singoli “Figlia linista Giuseppe Sangeniti. del vento” e “Intricato amore”. Al momento i Nabana contano sulla casa Per info: fanpage facebook Da sinistra: Andrea Nania, Enzo Nania e Domenico Barreca discografica “Wall Records” di Torino “Nabana band” (foto di Norma Aveta) La prima edizione del Premio Elmo Un tributo all’arte ideato dall’Associazione “Piazza Dalì” Antonino Policari l 28 agosto 2012 è stata una data impor- sponsabile del Museo Archeologico di Tor- dalla figlia Antonella. La cerimonia di pre- I tante per l’Associazione culturale “Piazza A cornice dell’evento tora, Federica Legato, scrittrice e giornalista, miazione è stata incorniciata dal vernissage Dalì” di Rizziconi e per il duo artistico “Ti- - che ha letto un brano tratto dal suo primo “I giorni del Papa” del duo “Tila”; progetto la”, formato da Maria Concetta Policari e “ il vernissage romanzo “L’urlo originario”, accompagnata dal titolo ardimentoso, che ha a che fare con Gianmarco Pulimeni, un duo che viaggia al- “I giorni del Papa” dal maestro Davide Mangano, alla chitarra -, quella parte di chiesa che ha emulato e pro- l’unisono nella creazione di immagini con- Paola Bottero, giornalista, scrittrice ed edi- dotto un potere simile, per molti aspetti, ad cernenti le tematiche sociali più controverse del duo Tila trice - che ha parlato del suo romanzo “Bian- altri poteri richiamati trasversalmente dalle della storia e che, insieme ad altri artisti del co come la vaniglia”, nel quale ha racconta- creazioni del pittore e body painter Pulimeni luogo, ha dato vita a questa realtà associati- Cinque donne, le premiate, d’ingegno” e crea- to la storia di Francesco Maria Inzitari - e e dalla fotografa Policari, che hanno inteso va, che opera da molti anni sul territorio. A tività, di impegno culturale e civile, di gran- Carmelita Brunetti, critico e storico d’arte, richiamare l’attenzione sull’abuso di potere suggello di un legame forte tra il paese e di passioni e grande coraggio: Maria Teresa direttore della rivista “Arte contemporanea”. che si cela dietro ideali o slogan apparente- l’associazione culturale, la scorsa estate, si è Papale, giornalista siciliana e critico cinema- Un premio speciale è stato, infine, conferito mente sani. svolta, infatti, la prima edizione del “Premio tografico, Antonella Palladino, docente e re- alla memoria di Raffaele Anastasi e ritirato Le note live del gruppo musicale “Nabana” Elmo”, nome ispirato dall’elmo del santo pa- hanno accompagnato i trono del piccolo centro della Piana di Gioia molti spettatori incuriosi- Tauro, San Teodoro. ti e partecipi durante la L’Associazione “Piazza Dalì”, - costituita da consegna dell’Elmo alle un gruppo di scultori, pittori, fotografi, gra- premiate che, alle do- fici, scrittori e critici e coordinata dal presi- mande del presentatore, dente Gianmarco Pulimeni, - ha voluto dare hanno brillantemente di- un tributo a cinque personalità che si sono scusso di temi importanti distinte, a vario titolo, nel campo artistico, quali la prospettiva arti- per le proprie energie creative e produttive. stica del nostro territorio, Protagonista dell’evento - ospitato nella ma- il coraggio di affermarsi gnifica cornice di Palazzo Arcuri e condotto in una società “controlla- dal giornalista Rai Pasquale Pandullo affian- ta” e la valenza emozio- cato da Nadia Macrì, - il mondo dell’arte, nale ed esplicativa della nella sua essenziale performatività, nella sua scrittura, e di ogni forma valenza critica rispetto a problematiche il cui d’arte, nel presentare ciò superamento è importante e determinante Il duo Tila: Gianmarco Pulimeni e Maria che qualunque animo no- per la società odierna. (foto di Antonino Policari) Concetta Policari bile porta dentro di sé. 14 Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 LettereMeridiane

Vegetarianismo, libertà e convivio: i tre valori italici germogliati a Crotone Calabria, crocevia di grandi idealità che hanno conquistato il mondo Da Pitagora alla Medicina Eudemonica per sconfiggere ciò che impedisce la felicità dell’uomo Salvatore Mongiardo

orreva l’anno 399 avanti Cristo quei tre valori italici dentro la sua sin- senza quartiere contro ogni angoscia con la quale Hitler incaricava il Capo e Socrate era stato condannato tesi di filosofia, matematica e religione. del vivere: dava il pane agli affamati, la dei Medici del Reich, il dottor Gerhard C a bere la cicuta dai Trenta Ti- Egli formò così un corpo di dottrina che vista ai ciechi, la vita ai morti. Wagner, di provvedere col piano Ak- ranni che governavano Atene. Quell’e- sbalordì il mondo, si diffuse per tutto il Ho letto di recente che negli USA metà tion T4 all’eliminazione dei cittadini pisodio traumatizzò Platone e lo con- Mediterraneo e arrivò agli Esseni, i Pita- della popolazione ricorre all’aiuto di tedeschi malformati, mutilati, disadat- vinse a lasciare Atene per venire a Cro- gorici ebrei, che la trasmisero a Gesù. psicofarmaci per vincere l’ansia. Cosa tati, down, omosessuali. Non ci fu tone, dove si era sviluppata una dottri- Questa premessa era necessaria per è che non va? La risposta viene da Pi- nemmeno una legge, ma un semplice na, la pitagorica, che aveva cercato di mostrare come questa terra di Calabria, tagora, che condannava i tre fondamen- incarico scritto su una lettera, che i me- cambiare il mondo. Platone rimase a oggi così problematica, è stata il croce- ti della vita americana: il consumo di dici tedeschi assolsero praticando una Crotone sette anni e frequentò la Scuo- via di grandi idealità che hanno conqui- carne, la competizione, la ricerca del iniezione letale a circa duecentomila la Pitagorica riaperta dopo la cacciata stato il mondo. E mi domando se que- successo e dei soldi. Pitagora insegna- persone. Allora compresi che a quei di Pitagora e dei suoi. La riapertura, av- sta terra è stata grande solo nel passato va che il cibarsi di carne scatenava pul- medici mancava quello che mancava a venuta per intervento di Pericle, fu gui- o può esserlo ancora oggi. A questa do- sioni di violenza e disordine sessuale. E tutti i tedeschi: una presa di coscienza, data dai vecchi Pitagorici sopravvissuti manda ho risposto col mio libro Cristo riteneva che la vittoria era indegna di l’unica forza capace di portare a un che si erano dati alla medicina. ritorna da Crotone, breve e libero in re- una persona perbene: la vittoria sporca cambiamento duraturo. Perché non A Platone non bastò la conoscenza del- te, che vi invito a leggere. Io non ho l’uomo, sosteneva, perché la vittoria pensare allora a una Assemblea Eude- la dottrina appresa da Filolao, Archita, dubbi che dalla Calabria verrà la nuova separa il vincitore dai vinti e lo rende monica Permanente che dalla Nuova Eurito, e decise di scendere in campo Civiltà Sissiziale. E lo affermo senza soggetto di invidia. Una società alta- Scuola Pitagorica dia direttive che por- per cercare di cambiare il mondo. Ac- lasciarmi scoraggiare dal fenomeno mente competitiva come quella ameri- tino l’Italia e il mondo fuori dalle sac- cettò così l’invito di Dionigi il Giova- della criminalità organizzata, anzi noto cana, dove tutti sono spinti al successo che della politica attuale? Immagino le ne, tiranno di Siracusa, e si recò alla che questa terra sprigiona sempre gran- e a guadagnare molti soldi, non può che vostre obiezioni e il richiamo alla sua corte cercando di guidarlo verso un di energie, anche nel crimine. Aspro- generare angoscia. Nelle antiche comu- realtà. Ma l’uomo è fatto di grandi de- governo che promuovesse il bene co- monte, terra degli schiavi pastori fuggi- nità pitagoriche e cristiane, l’ansia del sideri, e i desideri nascono per essere mune. Ma da Dionigi trovò solo intri- tivi, che poi i conquistatori Normanni vivere era azzerata dalla comunione di esauditi, così come è stato per il volo ghi, soprusi, omicidi. Platone dovette ridussero di nuovo a schiavi pastori! Se vita e di beni: il profitto e il danaro stes- umano e la vittoria su molte malattie. fuggire due volte per salvarsi, e de- togli la libertà e l’uguaglianza, prevar- so erano proibiti. Oggi siamo tutti an- Noi ci troviamo in una terra che ha vi- scrisse quella sua esperienza nella Set- ranno degrado e crimine, scriveva Pla- gosciati da debiti pubblici insostenibili sto formidabili sperimentatori come tima Lettera, dove concluse che la po- tone nella Repubblica! e nessuno ha proposto finora una solu- Italo, Pitagora, Alcmeone, Platone, litica altro non è che corruzione e, se si Passiamo ora alla Medicina Eudemoni- zione accettabile del problema. Cassiodoro, Gioacchino da Fiore, voleva cambiare il mondo, bisognava ca e chiariamo che la parola viene dal Dobbiamo però ammettere che le scuo- Campanella. Una cosa accomuna que- che o i re diventassero filosofi o che i fi- greco eudaimonìa che significa felicità, le di Crotone, Atene e Alessandria sono sti personaggi: lo sforzo per trovare losofi diventassero re. il traguardo al quale hanno aspirato gli passate e il mondo è stato sempre gui- forme di vita in armonia con la società Da allora sono passati ventiquattro se- uomini di tutti i tempi. Scopo della Me- dato da politici ambiziosi e corrotti, se e con se stessi. Quell’armonia, che di- coli e i politici non sono diventati filo- dicina Eudemonica è quello di interve- non completamente pazzi. E verrebbe ventò il simbolo del pitagorismo, non si sofi così come i filosofi non sono saliti nire sulle cause che impediscono la fe- la voglia di risolvere il dilemma di Pla- raggiunge per favore divino né per uno al comando della cosa pubblica. Nel licità dell’uomo e che possiamo riassu- tone sostituendo i medici ai filosofi: strano destino, ma si ottiene con uno suo dialogo La Repubblica, Platone in- mere con una sola parola: angoscia o perché non mandiamo i medici al pote- stile di vita che elimina le cause del- dividua l’ostacolo al cambiamento nel- dolore della vita, come nella lontana re? Sono una classe colta, rispettata, l’angoscia. Si comprende così il mes- la psiche del tiranno, che anela al pote- India la chiamò un contemporaneo di sempre a contatto con i pazienti e le lo- saggio di Cristo: Il regno di Dio è den- re per soddisfare tre brame: prima il Pitagora, Budda. La Medicina Eude- ro famiglie. Chi meglio di loro potreb- tro di voi. Egli afferma, da filosofo pi- sesso, poi i soldi, infine il potere. Sem- monica va oltre la salute del corpo e be governare il mondo? Quest’interro- tagorico, che il raggiungimento della brerebbe, dunque, che la città del buon mira a portare armonia nella psiche, gativo me l’ero già posto al momento felicità è a portata di mano se si vive in governo sia destinata a rimanere nel dentro l’individuo: questa medicina della visita militare, quando il capitano comunità di vita e di beni, se si rimetto- mondo dei sogni, dell’utopia. sarà la base della Nuova Scuola Pitago- medico mi dichiarò abile alle armi. Al- no i debiti, se non si spreca la vita alla L’Italia è nata in Calabria, una terra che rica che vogliamo aprire a Crotone. Pi- lora avvertii una stonatura: quel medi- ricerca del successo e dei soldi. Più ci si possiede il più ricco giacimento cultu- tagora, nel tentativo di stabilire l’armo- co, che per vocazione doveva curare la avvicina a questi principi, più diminui- rale della storia umana. Difatti, Re Ita- nia, estese la liberazione dall’angoscia salute, era invece un alleato del potere sce l’angoscia che invece più aumenta lo fondò l’Italia trasformando il popolo agli animali che soffrivano al momento e mi mandava sotto le armi: altri medi- quando da essi ci si allontana. degli Enotri da allevatori di animali in dell’uccisione. La stessa cosa fece Ge- ci avevano fatto la stessa cosa con mez- La Nuova Scuola Pitagorica dovrà cer- agricoltori, avviò cioè un intero popolo sù quando cacciò gli animali dal Tem- zo milione di giovani italiani morti nel- care di vincere anche la più grande del- verso il vegetarianismo: è questa la vera pio di Gerusalemme, dove aspettavano la seconda guerra mondiale. le angosce, quella della morte, che Pi- origine della dieta mediterranea, certifi- di essere venduti e sacrificati. Gesù, il Poi, durante i miei studi in Germania, tagora vedeva come una trasmigrazio- cata da Aristotele che riporta quel cam- grande medico, conduceva una lotta rimasi scosso quando lessi la lettera ne misteriosa dell’anima in un nuovo biamento nella Politica (libro VII, capi- corpo: la metempsicosi. La Nuova tolo X). Italo inoltre istituì il sissizio, il Scuola indagherà a fondo la morte, se- pasto comune al quale tutti partecipava- guendo l’insegnamento di Gesù. La sua no e al quale tutti portavano il cibo che tomba vuota significa che la morte non divideva in amicizia. Il modo di vivere farà più paura quando la conoscenza libero ed egualitario degli Itali influenzò spiegherà la morte. L’eclisse di sole ci gli schiavi pastori della Lucania, i Bru- insegna come ciò sia possibile. Ai tem- zi, che fuggirono dai loro padroni e si ri- pi di Cartagine, i genitori offrivano al fugiarono in Aspromonte. La vicenda dio Baal il primogenito, bruciandolo vi- dei Bruzi influenzò a sua volta i coloni vo, per paura che il sole non sorgesse greci di Locri, i quali introdussero la più. Oggi l’eclisse non mette più paura proibizione della schiavitù nel VI seco- perché è spiegato: una cosa è il feno- lo avanti Cristo: era la prima volta al meno e altra cosa è la paura del feno- mondo che questo accadeva. meno. Sembra un traguardo impossibi- Vegetarianismo, libertà, convivio: su le, ma la scoperta del Big Bang, della questi tre principi si basava quell’Italia materia oscura e dei buchi neri ci sug- che fece una grande impressione su un geriscono che ci sono molte dimensio- bimbo portato a Crotone dal padre du- ni dell’essere ancora inesplorate. Io vi rante un suo viaggio d’affari. Quel esorto di ispirarvi a quelle grandi figu- bimbo, di nome Pitagora, avrebbe gira- re e di essere audaci nel desiderio. Il ci- to il mondo e imparato tutto lo scibile clo di decadenza della Calabria e dell’I- umano, ma sarebbe tornato a Crotone, talia si sta per chiudere e da Crotone dove fondò la Magna Grecia, inserendo nasce una nuova epoca della storia. 15 LettereMeridiane Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 “Un mare da leggere” terza edizione: il premio letterario indetto dal Cral Medcenter si conferma un appuntamento culturale d’eccezione

rande successo per il Premio per la Sezione C “Poesia inedita” in Letterario “Un mare da leg- lingua italiana per i partecipanti G gere”, alla sua terza edizione, non associati al CRAL organizzato dalla Sezione Formazio- 1° classificato - “Il sole vecchio” di ne del Cral di Medcenter, la cui sera- Domenico Luiso - Bitonto (BA) ta di premiazione, che si conferma un 2° classificato – “Qui dove la terra appuntamento culturale d’eccezione, olezza” di Giancarlo Interlandi – Ca- si è tenuta, nello scorso mese di otto- tania bre, presso la sala consiliare del Co- 3° classificato – “La pazienza” di Ro- mune di San Ferdinando. dolfo Vettorello – Milano Il concorso ha registrato numerose partecipazioni, nelle sezioni poesia e per la Sezione D “Racconto inedi- prosa, sia dei soci dell’associazione - to” per i partecipanti non associati coordinata da Mario Suraci (presiden- al CRAL La Giuria del Premio 1° classificato – “Bagnarote” di Anto- nio Giordano – Palermo te), Rocco Galante riale di Calabria Letteraria, ha decre- 2° classificato – “Io l’amo il resto che e Carmelo Cozza - tato i seguenti vincitori delle sezioni importa” di Gerardo Giordanelli - Ce- che di autori esterni in concorso: traro (CS) provenienti da tutta 3° classificato – “Un ragionevole ri- la penisola. per la sezione A “Poesia inedita” in schio” di Annavera Viva – Napoli Il Comitato di Giu- lingua italiana per i Soci e soci ag- ria del Premio com- gregati CRAL MCT Ai primi classificati di ogni sezione in posto dal Presidente 1° classificato - “E mentre vien la se- concorso è stato assegnato un premio di Giuria Caterina ra” di Giovanna Cassalia in denaro del valore di 300 euro. Provenzano, gior- 2° classificato – “Triste” di Antonio Mentre ai secondi e terzi classificati è nalista e saggista e Ponticiello stata consegnata una targa. dai membri di giu- 3° classificato – “Rimani Bambino” Alla cerimonia di premiazione, con- ria Federica Legato, di Eufemia Donatella Straffalaci dotta dal giornalista Francesco Russo, direttore editoriale sono intervenuti: il sindaco di San Fer- di Lettere Meridia- per la Sezione B “Racconto inedito” dinando, Domenico Madafferi, l’as- ne, Michele Borrel- per i Soci e soci aggregati CRAL sessore alla cultura, Giuseppe Calì e il li, docente universi- MCT Direttore Generale di Medcenter Con- tario presso l’Uni- 1° classificato - “Il porto delle neb- tainer Terminal SpA, Carmine Crudo. versità della Cala- bie” di Girolamo Quintino Durante la serata, i componimenti bria, Luigi Franco, 2° classificato – “Quanto può essere premiati sono stati letti ed interpretati direttore editoriale stravolgente la vita” di Giuseppina dall’attore e regista teatrale Andrea di Rubbettino Edito- Arena Naso accompagnato dalle musiche re, Franco del Buo- 3° classificato – “Nyeupe Ndugu” di del maestro Davide Mangano, alla no, direttore edito- Domenico Cannatà chitarra. Un momento della serata di premiazione Carmelo Tenio, un vero anarchico del Sud Il ricordo di un uomo e un artista che non amava i compromessi Giuseppe Gangemi

o scorso 20 novembre si è spento messi e parlava schietto, a costo di tistiche e l’amore che sbocciò fra i ha usato,/ per le battaglie combattute/ L a Reggio Calabria Carmelo Te- inimicarsi il proprio interlocutore. Fin banchi di scuola con Maria Teresa che ed anche perse contro chi l’ha offeso/ nio, scultore, insegnante, poeta, attivi- da studente fu sempre pronto a com- diventò sua moglie e che gli diede due provocando sofferenze, distruzione, sta anarchico e non violento, membro battere contro le prepotenze e le in- figli, Valentina e Carlo. Recentemen- degrado.../ non basterà per seppellir dell’associazione nazionale partigiani giustizie, attraverso la contestazione, te aveva scoperto la passione per la con le mie mani/ il pluridecorato, d’Italia, aveva 64 anni. In un periodo gli scioperi e il volantinaggio. poesia in dialetto ed in italiano. “glorioso” generale/ che ha bombar- di crisi etica, in una città abbandonata Insegnò quasi sempre lontano da casa, Riportiamo qui di seguito alcuni versi dato donne, bambini, anziani,/ defi- come molte altre al saccheggio dei sottoponendosi al disagio dello spo- che racchiudono la sua esperienza e le nendo il crimine efferato/ “normale politici, dei mafiosi e degli affaristi, si stamento, per non venire meno ai pro- sue idee e costituiscono una sorta di effetto collaterale”.../ non basterà per è distinto per onestà e per impegno ci- pri principi, incurante dei favoritismi testamento spirituale, anche se forse a inneggiare vittoriosamente/ al credo e vile. Frequentavamo gli stessi circoli ai quali ricorrevano molti suoi colle- Carmelo, che è vissuto ed è morto da alla morale/ di chi è caduto assassi- culturali e spesso conversavamo. Mi ghi, come ha ricordato il professore laico, quest’ultima espressione non nato,/ non servo omertoso ed obbe- raccontò della sua esperienza di gio- Sandro Vitale durante il saluto che i sarebbe piaciuta. diente,/ ma combattente risoluto e co- vane anarchico, degli incontri con i parenti e gli amici gli hanno tributato Il tempo che mi rimane/ non basterà raggioso/ contro il vile, spregevole compagni nella baracca che sorgeva in maniera non formale, secondo le per ritrovare/ le cose che ho perduto,/ mafioso/ e chi l’ha foraggiato.../ non dove adesso è il cinema Odeon, della sue volontà, presso il cortile antistan- comprendere ciò che non ho capito,/ basterà per dare sfogo e consistenza/ riservatezza di alcune attività per ti- te la sala mortuaria degli Ospedali sapere cosa e chi non ho amato;/ tut- al senso d’impotenza/ ed alla rabbia more che tra di loro si celasse qualche Riuniti. Allievo di Celestino Petrone to il buono, il bello e il giusto/ che che ho accumulato/ nei confronti di infiltrato. Nel 1970 avrebbe dovuto all’Accademia di Belle Arti di Reggio non ho veduto/ o che non ho incontra- chi con arroganza,/ senza giustizia e partecipare alla manifestazione contro Calabria, Carmelo Tenio è stato un to./ Il tempo che mi rimane/ non ba- senno ha dominato.../ il tempo che mi Nixon insieme ad Angelo Casile e bravo scultore. Insegnante di figura e sterà per farmi perdonare/ da chi ho rimane:/ un sol momento,/ o un giorno agli altri amici, fu solo un caso che ornato modellato, partecipò a numero- deluso e mortificato,/ per essermi di- o, forse, un anno,/ forse dieci o anche non partì per Roma e che non perse la se manifestazioni e a mostre di livello stratto e allontanato/ quando voleva cento,/ non basterà per giungere sere- vita insieme a loro in quel controver- internazionale, ottenendo premi e ri- comprensione e aiuto.../ non basterà no ed appagato/ all’abbraccio mater- so incidente stradale. Quasi sempre conoscimenti. per conoscere/ l’autore del creato,/ no ed accogliente/ di colei che sola, sorridente, mutava espressione quan- Alcune sue opere si trovano in chiese, chiunque sia, comunque sia chiama- finalmente,/ addolcirà questo mio es- do denunciava i mali della società e la piazze e altri luoghi pubblici e privati. to,/ e ringraziarlo per il bene ricevu- sere inquieto.../ non basterà ...non ba- mediocrità delle persone che abusano Domenico Fera, che fu suo compagno to,/ per il male che ho evitato,/ per le sterà.../ ma non sarà passato inutil- del loro potere. Non amava i compro- di scuola, ne ricorda le doti umane e ar- guerre non fatte/ per conto di chi lo mente. 16 Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 LettereMeridiane Breve storia di Lev Edito da Meligrana il Glossario Scoobyskij: cane-filosofo supplementare

Maria Cristina Rocchetti di Mosino

land white terrier che sopravvive ad una vera Giuseppe Gangemi e propria deportazione dai paesi dell’Est eu- ropeo per approdare in una modesta famiglia italiana, “nella quale trova affetto e conforto” Franco Mosino e “trascorre una felicissima infanzia, pur con Glossario qualche contrarietà. Un viaggio nel viaggio, supplementare quello narrato da Silvio Napoli ed edito da “Laruffa Editore”, dove il protagonista ed io del dialetto narrante è appunto un cane che si contraddi- calabrese stingue per “attitudine alla riflessione, senso Mosino Editore critico, acutezza e lungimiranza” - come spie- pp. 236 ga Stefano Mangione, nell’introduzione al- Euro 15,00 l’opera - che “ci riportano a Franz Kafka e al suo lungo racconto, del 1922, Indagini di un cane, opera nella quale è fortemente accen- tuato lo stigma autobiografico e il cane non è l linguista Fran- che lo stesso Kafka”. In Silvio Napoli, però, co Mosino ar- “siamo in presenza di un personaggio con- I ricchisce la no- temporaneo, - continua Mangione - che non stra conoscenza del ha bisogno dell’apologo per conferire validità dialetto calabrese al suo pensiero e alla sua azione, né la neces- pubblicando per sità di riconoscere il proprio fallimento, vis- l’editore Meligrana Silvio Napoli suto come senso di colpa dei personaggi di Tropea il “Glossa- Lev Scoobyskij kafkiani, per raggiungere forse una sorta di li- rio supplementare del Storia Baugrafica di un cane berazione”. Pagina dopo pagina, secondo dialetto calabrese” l’autore dell’introduzione al testo, scorrono, che continua, integrandolo, il “Nuovo dizionario dialet- venuto dall’Est talvolta, “concetti e immagini che hanno uno tale della Calabria” di Gerhard Rohlfs. Lo studioso te- Laruffa Editore stretto rapporto con la poesia, la quale confe- desco ha dato un contributo fondamentale per la sco- pp. 96 - Euro 8,00 risce all’espressione, essenzialità, plasticità, perta della provenienza e della grammatica della parla- rigorosità lessicale e quella indefinitezza, che ta calabrese che in gran parte deriva dal greco classico fa dell’arte, un’espressione asintotica e della e bizantino, ma anche dal latino, dall’arabo, dallo spa- conoscenza un percorso la cui meta non può gnolo e dal francese. Questi influssi testimoniano la on ricordo molto del mio viag- mai essere raggiunta”. Al contempo, lo stret- ricchezza della storia calabrese. Il glossario del profes- gio. Ricordo però che in quei to rapporto con la realtà e la contemporaneità giorni faceva freddo e che alcu- sore Mosino contiene parole che mancano nel diziona- “N emerge dalle considerazioni di Lev Scooby- rio del Rohlfs, ma anche alcune voci che, benché pre- ni uomini, con indicibile crudeltà, ci urlarono skij sugli “effetti nefasti della globalizzazio- contro deridendoci. Mi spaventai. Assieme senti, sono sprovviste dei significati censiti dal grecista ne: ingiustizie sociali, asservimento dei lavo- reggino. agli altri cuccioli ci condussero brutalmente ratori da parte del nuovo e più spietato capi- in un grande spazio polveroso. Qui fummo talismo, soprattutto nei paesi più sviluppati, Se diamo uno sguardo alla tradizione lessicografica in caricati con forza sopra di un vagone che ci dove la democrazia e la libertà sono illusorie Calabria, segnaliamo che due sono le novità in questa aspettava già pronto per la partenza. Neanche e svaniscono, deludendo, come miraggi”. opera, la complessa e ricca griglia nella quale sono pre- il tempo di un saluto a mia madre; avrei vo- La salvezza è nella “leggerezza” propria del- sentati i vocaboli e, quando possibile, la presenza della luto parlarle, odorarla, guardarla negli occhi lo scrittore di talento che si serve dell’ironia datazione proposta dall’autore. L’etimologia è stata per l’ultima volta. Invece, potei conservarne e dell’autoironia e di una anelata “trasforma- fornita solo quando essa appariva utile e abbastanza solo il ricordo dei primi giorni”. Inizia così il zione dell’uomo, alla ricerca di nuovi equili- certa, in quanto essa rappresenta la sezione più caduca, “viaggio” di Lev Scoobyskij, un west high- bri e della smarrita centralità”. superata o discutibile dei vocabolari. Le memorie di Raffaele Giovanni Crea in un libro

Raffaele Giovanni Crea ria Domenica in un agile volume dal cadenza di un diario e percorre tutte le Nelle profondità del mare. titolo “Nelle profondità del mare. Dia- vicende vissute dal protagonista”: gli Diari di vita e di eroismo sui ri di vita e di eroismo sui sommergibi- otto anni dell’arruolamento in marina, li italiani dal 1935 al 1943”. Uno spac- le prime esperienze sui sommergibili sommergibili italiani cato di vita di un «uomo acuto, schiet- Delfino e Diaspro, le operazioni belli- dal 1935 al 1943 to, essenziale, molto deciso nel mani- che in Spagna, Africa Orientale e nel pp. 95 festare il proprio pensiero», - come lo Mediterraneo durante la seconda guer- descrive Giuseppe Arena già Coman- ra mondiale. Un tributo ad un uomo e memorie di Raffaele Giovan- dante dei Sommergibili 1983-1985, d’altri tempi, che “ha combattuto una ni Crea, sommergibilista “della che ha scritto la prefazione all’opera – guerra durissima compiendo il proprio L guerra” imbarcato su tre battel- classe 1915, originario di Sant’Eufe- dovere in modo esemplare”, ma che, li nel 2° conflitto mondiale, affrontan- mia d’Aspromonte dove visse fino al- soprattutto, ha lasciato un “inestimabi-

recensioni do pericoli, rischi e disagi notevolissi- la sua dipartita, nell’ottobre del 2000. le patrimonio etico e spirituale” da cu- mi, sono state raccolte dalla figlia Ma- “Il libro si snoda gradevolmente con la stodire. 17 LettereMeridiane Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 L’Arte di ricordare tutto per non smarrire la propria identità Dagli emblemata di Gioacchino da Fiore alla mnemotecnica di Girolamo Marafioti Giuseppe M. S. Ierace

n una società, in cui la scrittura, per l’Anticristo, non lo identifica, né palcoscenico enciclopedico, che è versale in grado di trasmettere e rive- anche se conosciuta, non era an- inserisce una didascalia sufficiente- stato a questo scopo allestito in un lare diversi tipi di informazioni es- I cora sufficientemente diffusa, mente esplicativa accanto alla setti- ordine sistematico sulle pareti dei senziali per ogni gestualità quotidia- una società quindi costretta ad affi- ma testa del drago rosso, e neppure ci templi e sulle mura che circondano na. E senza alcun dubbio, come dice darsi in toto a delle relazioni impron- fornisce dei dati nella descrizione l’intera città ideale. Quest’intento di Aristotele nel “De Anima” (3,8), “la tate sulla trasmissione orale, le im- della figura, poiché si limita a formu- rinnovamento del sapere, dal forte mano è lo strumento degli strumen- magini e la memoria dovevano appa- lare generici pronostici. Invece, nel gusto utopico, sembra precorrere ti”, qualcosa di fondamentale per rire davvero essenziali e indispensa- Commentarium della Biblioteca quell’universale pedagogia pacifica- qualsiasi esperienza che voglia dirsi bili, se non addirittura sacre. La me- trice, da Comenius (Jan Amos Ko- umana, in quanto coinvolta nelle più moria in particolare, nell’assicurare mensky, 1592-1670), formulata nella svariate attività: dal toccare, sentire, il senso della propria identità indivi- pansophia, dove le immagini rendo- agire, scrivere, al creare, contare, duale, contribuisce alla diretta so- no possibile la riscoperta di un comu- parlare e perfino pensare e ricordare. pravvivenza della comunità delle ne patrimonio culturale che va oltre Hieronymous Marafioti (1595- genti e a essa va assegnato l’irrinun- la pluralità dei linguaggi, e, traspo- 1626), nel suo breve trattato sull’Ars ciabile compito di trasmettere valori nendo il tutto dall’orbis sensualis al- Memoriae (1602), applicò ad una se- e conoscenze. Le immagini del resto l’orbis intellectualis, consente di for- rie di immagini, quelle di quattro ma- nire, allo stesso tempo, una visione ni (anteroposteriore destra e antero- servono, per lo più, a essere esplica- unificata della realtà. tive e a stimolare quell’impressione posteriore sinistra), un tradizionale Tra il 1617 ed il 1621, l’arte della sistema strutturale di loci “architetto- utile a rammentare meglio ciò che si memoria, soprattutto con Robert è inteso proprio perché lo si è visto. Fludd (1574-1637), risentirà mag- nici”. Il metodo del francescano cala- Una famosa illustrazione, inserita nel giormente delle influenze del neopla- brese includeva così un totale di no- XIV capitolo del “Liber Figurarum” tonismo, dell’ermetismo e della ca- vantadue posti, suddivisi tra il lato di Gioacchino da Fiore (1130-1202), bala, trovando ulteriore sviluppo in palmare e il dorsale di entrambe le costituisce un primitivo sistema rela- misteriose corrispondenze presuppo- mani. Facendo così ricorso a ogni par- tivamente semplice di formulazione ste nel collegamento tra micro e ma- te di questi nobili organi prensili, di paragoni tra le età dell’uomo, da crocosmo, l’uomo e l’universo, quasi comprese le giunture delle dita e altre una parte, e, dall’altra, episodi bibli- a riprendere quelle imagines agentes aree dei monti e delle linee sino al ci, ed eventi storici antichi e moder- dell’insegnamento di Giordano Bruno polso, Marafioti assegna a ciascuna ni. Allo scopo di raffigurare le perse- (1548-1600), il quale, nel “De umbris delle quattro localizzazioni (palmare cuzioni subite dalla Chiesa, o ancora idearum” (1582), con i decani dell’a- e dorsale destra, palmare e dorsale si- da affrontare, quindi sia prima sia al strologia, aveva recuperato le vestigia nistra) ventitré siti individuali, corri- momento dell’avvento dell’età dello di antichi riti orientali tradizional- spondenti al numero delle lettere del- Spirito Santo, l’abate calabrese “di mente associati ai poteri occulti. l’alfabeto latino. In tal modo, lo stori- spirito profetico dotato” immagina In seguito, il gesuita Athanasius Kir- co polistenese, autore delle “Croniche un grande drago rosso con sette teste cher (1602-1680) farà rivivere l’ars et antichità di Calabria” (1596), rea- e dieci corna, come quello descritto combinatoria di Raimondo Lullo lizzava che il lettore potesse usare le nell’Apocalisse (12,3; 17,10). Le pri- (1235-1316) in una più complessa mani, come facile riferimento stru- me cinque teste di questo draco ma- struttura portante in cui metafisica e mentale, in una ordinata sequenza di gnus et rufus rappresentano gli anti- corrispondenze magiche si combine- associazioni necessarie al ritrovamen- chi persecutori tra cui Erode, Nerone, ranno con una sperimentazione di al- to mnemonico di informazioni utili a Costantino Ariano (Costanzo II), Co- trettanto sofisticati meccanismi di pen- parlare e rammentare, oppure, da fra- sdroes (il sasanide Khosro) e Mese- Marciana di Venezia, la quinta testa, siero. Le procedure mentali descritte te qual era, soprattutto a predicare. mothus, un capo musulmano imma- al posto di quella di Mesemothus, di- dal Kircher andranno a comporre un ginario (con riferimento forse alla venta di Enrico I, mentre la settima è nuovo alfabeto geroglifico, intriso di tribù berbera dei Masmuda oppure a di Federico II. L’immagine del draco complicati diagrammi e splendide il- BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE: qualche rappresentante degli Al- magnus et rufus serve a combinare lustrazioni di accompagnamento ai mohadi); il sesto posto era riservato a tra loro insegnamenti esegetici e pro- testi, che li renderanno ancora più Carruthers M. J.: “The Book of Me- un nemico contemporaneo, quale il fetici in uno scenario approssimati- leggibili ed invitanti per una rifles- mory: a study in Medieval Culture”, saraceno Saladino, mentre il settimo vo, contornato dalle colonne del te- sione sull’armonioso ordine divino Cambridge University Press, New e ultimo sarebbe stato occupato, alla sto. Si tratta di un primitivo, ma ef- che presiede all’intero universo. York 1990 fine dei tempi, dall’immagine con fettivo, uso iconografico, vivido e fa- A metà strada tra esoterismo, psico- Foer J.: “L’arte di ricordare tutto”, cui sarebbe apparso l’Anticristo, tipo miliare, in grado di elevare tale illu- logia, filosofia, anatomia, simbolo- Longanesi, Milano 2011 Magog della terra di Gog. strazione al livello di una imago gia, matematica e letteratura, le rap- agens, un’immagine attiva, con cui le presentazioni a scopo mnemotecnico Ierace G. M. S.: “Sull’Apocalisse di Dall’aspetto della coda del draco si teste del dragone e la coda formano Gioacchino da Fiore”, Calabria Sco- sarebbe dovuto dedurre, per quest’ul- delle mani, indipendentemente dal dei loci mnemotecnici sistemati in un resto del corpo, sventagliano una va- nosciuta, 76, 73-74, 1997 timo, una forma duale, poiché una ordine preciso e ciascuno collegato Ierace G. M. S.: “Tommaso Campa- prima sarebbe rimasta occulta, fin sta gamma di immagini in cui vengo- ad un peculiare significato. no esposte qualità esteriori, materiali nella…”, Calabria Sconosciuta, 99, quando non avverrà l’azione ricono- A distanza di qualche secolo, nel 63-64, 2003 sciuta del Cristo, e quindi successiva- e visibili, come pure impalpabili e 1593, riprendendo gli Hieroglyphica spirituali interiorità. Ierace G. M. S.: “La Religione Noa- mente una seconda manifesta e balu- di Piero Valeriano, l’Emblematum li- Gerolamo Cardano (1501-1576), in ginante, proprio come l’avvento del chide e la Parola Perduta”, su Kemi bellus di Andrea Alciato, il Discorso “De rerum varietate libri XVII” Hathor, XV, 85, 47-56, 1997 Giudizio. Il numero sette delle teste sopra le medaglie degli antichi di Se- (1557), esplorando le connessioni Ierace G. M. S.: “Interpretazione e fe- del dragone evoca i sette peccati capi- bastiano Erizzo e le Pitture di Anton dell’anima con il corpo, attraverso le tali, i sette doni dello Spirito Santo, i Francesco Doni, Cesare Ripa redige de negli Astri”, su Atrium, IV, 1, 22- caratteristiche fisiche di quest’ulti- 30, 2002 sette sacramenti, laddove il dieci del- quella che diverrà la fonte principale mo, metteva in certe relazioni punti, le corna fa riferimento ai dieci co- della simbologia classica: “Iconolo- rilievi, linee, pieghe, colori delle ma- Ierace G. M. S.: “I Geroglifici fantasti- mandamenti, seguiti se negativi o tra- gia overo Descrittione Dell’imagini ni con numeri, stelle e pianeti. Il po- ci di A. O. Spare”, Primordia, XIII, scurati se positivi, e quindi ai dieci Universali cavate dall’Antichità et da liedrico astrologo del Rinascimento XXIV, 15-22, 2004 imperatori romani, a partire da Nero- altri luoghi”. italiano traduce in latino i termini Marrone C.: “I Geroglifici fantastici di ne per finire a Diocleziano, persecu- Poco più tardi, nel proporre il meto- greci thenar e hypothenar, rispettiva- Athanasius Kircher”, Stampa alterna- tori della chiesa. Questa figura, di un do pedagogico degli abitanti della mente il rilievo muscolare al di sotto tiva/Graffiti, Viterbo 2002 vivace rosso, interpreta la visione sua utopica Città del Sole (1602), del pollice e l’eminenza analoga del Thorndike L.: “A History of Magic apocalittica del XII capitolo del libro Tommaso Campanella (1568-1639), mignolo. Ma la sua ferma credenza and experimental science”, Macmil- giovanneo: “un drago enorme, rosso fa ricorso ad una forma di mnemo- nella lettura della mano e nella chiro- lan, New York 1923-58 fuoco, con sette teste e dieci corna; su tecnica in cui, al fine di imparare manzia fu talmente totale da convin- ogni testa aveva un diadema, e la sua ogni arte e scienza, i giovani “solaria- cerlo di poter predire la data esatta Wilson F. R.: “The Hand”, Pantheon coda trascinava un terzo delle stelle ni” vengono abituati a osservare e, della propria morte. Books, New York 1998 del cielo e le scagliava sulla terra”. leggendo le didascalie, esaminare tut- Certamente la mano, nella comunica- Yates F. A.: “The art of Memory”, Gioacchino non pronuncia un nome te le scene di un grande, spettacolare zione visiva, assurge a simbolo uni- Penguin Books, London 1969 18 Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 LettereMeridiane

Nei suoi versi, tramutati in lacrime nelle “concavi Lorenzo Calogero: il Poeta Una voce inquietante, smarrita nell’oceano del silenzio, che

“I poeti conclamano il vero sono inermi. Lasciamoli al loro linguaggio, l’esempio del loro vivere nudo ci sosterrà fino alla fine del mondo quando prenderanno le trombe e suoneranno per noi”.

Sono versi di Alda Merini, matta come lo fu Calo- gero, e uno dei nostri poeti più veri, una voce che, come dice Franco Loi, «si lascia parlare dall’igno- to, che procede dalle oscurità piuttosto che dalle troppe sapienze della mente, che sa trascorrere tra i dolori e i deliri senza cedere al compiacimento». Questo mio omaggio a Lorenzo Calogero è un atto dovuto, perché è stato mio compagno di viaggio nella sofferenza quotidiana. E allora cerco un appi- glio alvarianamente nella notte della stanza, perché di notte il silenzio è come un’acqua e io bevo, be- vo, mentre «l’orologio misura scalpitando il tempo e ci ricorda che siamo legati alla vita da sottilissime vene». Mentre nel luglio scorso, meditabondo, stavo sedu- to su una comoda panchina di legno in via Medina, accanto alla fontana del Tritone, mi è parso per un attimo di scorgere la figura stanca e barcollante di Lorenzo Calogero. Avevo portato con me le sue poesie che sul treno mi avevano fatto compagnia come tante «filigrane infilzate dentro un raggio di sole» e mi aiutavano a capire, intuire la vera essen- za del poeta:

Sono il solitario origliere di ciò che dorme. Perciò scrivo colla tacita mano, l’occhio rivolto ai sonni.

Oggi mezzo assopito nel frastuono grondante nuvole bionde dal cielo infinito guardo solitario i passanti dal volto duro dai torbidi occhi incavati.

E tutto odorava di menta Lorenzo Calogero e del profumo delle viole, delle viole da noi raccolte come pallida messe di sogni. A luglio, la città si spalanca come una rosa nel bic- so obbligarono il poeta a tuffarsi con più lena nel chiere, lo spremilimoni nel suo chiosco non riesce mestiere di poeta con risultati straordinari e inimi- Mi viene istintivo accostare l’abitudine ad ascolta- a stare un attimo zitto: leggere con la frescura che tabili. La vera poesia - annotava Montale - quando re di Calogero al Pavese del bellissimo articolo Ri- arriva dal porto ti stacca dal mondo. Mi par di ve- c’è, può sempre attendere il suo turno. torno all’uomo, scritto il 20 maggio 1945 per «L’U- derlo Calogero con il suo «Frontespizio», attraver- La ininterrotta poesia di Calogero ci obbliga ogni nità», il cui incipit è l’emblema di una generazione: sare di fretta la vie del centro storico napoletano e volta che apriamo i suoi libri a una lettura molto non veder l’ora di divorare le pagine di una rivista impegnativa e defatigante. Come scrive Dante Ma- «Da anni tendiamo l’orecchio alle nuove paro- che voleva togliere alla cultura cattolica la patina di fia la sua le […] conoscemmo la carne e il sangue da cui conformismo che la confinava ai margini, e aprirla nascono i libri. […] Laggiù noi cercammo e così alle esperienze dell’arte e della cultura contem- «è una poesia travolgente: pare di trovarsi di trovammo noi stessi. Le parole sono il nostro poranee. La vera anima della rivista era don Giu- fronte ad accumuli di fuochi d’artificio che si mestiere. Le parole sono tenere cose, intratta- seppe De Luca, uno dei protagonisti più notevoli aprono a ripetizione, senza sosta, senza mai bili e vive, ma fatte per l’uomo e non l’uomo della cultura italiana del secolo scorso, che iniziò una pausa che consenta di fermarsi su un’im- per loro». subito a collaborare perché vedeva nel «Frontespi- magine, su un pensiero, su una nota. Tutto un zio» una delle vie per portare la cultura cattolica susseguirsi di metafore di cui non si conosce Continuavo a pensare alla Napoli dei primi anni fuori dalle sagrestie e agire liberamente accanto e in l’approdo». ‘30, dove Calogero - tra il 1929 e il 1937 - studiò mezzo alla cultura laica per infondere nella anemi- per diventare un bravo medico: una città magica- ca letteratura italiana un poco di vita interiore. C’è in lui come un furore espressionistico tra il pa- mente descritta da Peppino Marotta nell’Oro di Na- Se leggete i carteggi tra Piero Bargellini e De Luca, tologico e il poetico, un discorso ininterrotto che dà poli e da Anna Maria Ortese nel Mare non bagna tra Carlo Bo e De Luca, tra Ungaretti e Prezzolini, luogo ad arabeschi linguistici che segnano tutto un Napoli. Li ho riletti d’un fiato e mi sono emoziona- vi renderete conto perché le prime poesie di Calo- percorso ben definito. È lui stesso a definire l’es- to perché a Napoli non tornerò più. gero vennero rifiutate da Betocchi e in un certo sen- senza della sua poetica in una lettera a Sinisgalli: 19 LettereMeridiane Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 notti senza passi”, la disperata solitudine dell’uomo e il poeta di Melicuccà procede dall’oscurità tra dolore e delirio Gianni Carteri

«Quando tendo a realizzare un’immagine, ne «La parola calogeriana, come quella di Pavese, azzurro violetto. distolgo quasi apposta il lettore con un altro scorge il senso del luogo nel dio incarnato, nel- Vergini verso in un’altra direzione». la natura dei suoi spazi». variegano le nude ciglia del sonno i risvegli ti allettano La lettura delle sue poesie è cosa ardua, perché in Le prime prove poetiche di Calogero partono da lungo il percorso. lui la parola è del tutto spogliata del suo contenuto questa natura divina, da questo panteismo creando semantico e ridotta a puro segno. La vita a giorno a con il passare degli anni nuovi nuclei attivati da un E le borgate, le vigne fiorenti giorno gli sfuggiva, dissanguata dall’altra «vita sangue ritmico sempre più incalzante e attraversa- risplenderanno di sole. acre dei segni». Quando avremo preso completa vi- to, nelle prove più mature e riuscite, dal demone sione degli ottocento quaderni inediti riusciremo a dell’analogia: Guardi nei cerchi dare più compiutezza al suo profilo, alla sua poetica concentrici della memoria: melodiosi e alla sua vita, sempre mossa da densi venti che Dalla lontananza si congiungono a me in sogno al luogo spesso non facevano sentire il suo grido di dolore: dei boschi una voce viene: suona all’orecchio che ti fu caro. […] Giorno dopo giorno ho combattuto Io dico che questa voce, Io mi ricordo dei tempi passati, antichi. solo col mio dolore. la voce della poesia, Tutto era accolto nel calmo si ripete per questi chiari taciturno lento svolgersi delle stagioni. D’autunno son guaste le parole. spazi stellari e riempie di sé tutto si muoveva lento quieto, Penso anch’io. Nell’occhio stanco questo firmamento delle cose. quasi senza un perché. riconduco il senso della vita. Ascoltavo la prima voce dei pastori L’afosa luna non sai più che sia, quali al limite dei tempi solitari, Lascio che il tempo in me parli antico remoti esseri s’allontanano dormenti, se in fermo finché non me la ritoglieva sonoro fumo, fuoco e sonno sono della terra e lasci un sapore salmastro la voce impetuosa del vento. intorno all’aria o nel remoto centro. nelle mie parole, coi suoi soavi detti. l’urlo delle passioni Aspiro ad una veste d’assoluto silenzio. la marea è bassa entro cui mi raccolgo, mi ravvolgo anch’io. Raggi vedi, non era ancora solitario entrato nel cavo delle vene a scuotermi. Sto con le ginocchia piegate nostalgica un’ala immersa nella solitudine dell’immenso. tutto era calmo solare come un giorno aperto. in un tabernacolo di luce in puro atto d’amore. La rivista «Poesia» del giugno 2008 ci ha ridato in copertina I pensieri a stormo passavano cortissimi l’unica nitida immagine di Lo- e i supplizi erano il pensiero più disadorno renzo Calogero in Piazza Duo- quelli alla cui rupe del tempo mo a Milano. Un poeta piccolo, era un faggio intorno. magro, storto (così lo descrive il Tedeschi). «Faccia semiglabra e Non si aveva bisogno di sogni lucida, occhiali tondi e antichi, quando una nebbia liquida occhi vividi o spenti allo stesso era che rincasa; ma tu nel sangue magico tempo». Nel descrivere il suo in- giorno dopo giorno spegnevi la corsa. contro con il poeta, Tedeschi ri- corda quando l’accompagnò al Tu eri pazzo e nessuno ti bada Policlinico: sovranamente tra quelli che una volta ti guardavano, ti mordevi «Lo spogliarono, lo spulciaro- un dito in mezzo alla tua casa, no, gli fecero una doccia. Ri- quando morte era comparve con un camice bian- o era un desiderato nulla. co enorme, tratteneva a stento le lacrime. Una figura pallida Ma come nasce la poesia di Lorenzo Calogero? e disordinata, suggestionante Istintivamente ho pensato a Pavese che da Branca- e di- spettosa, apparentemente leone così scriveva nel suo Secretum professionale: senza storia, a cui tutto capita per ineluttabilità». Gianni Carteri «Questa sera, sotto le rocce rosse lunari, pen- Calogero aveva cinquant’anni e veniva da tutta una savo come sarebbe di una grande poesia mo- serie di fallimenti nella sua vita professionale di Calogero crede nella parola, incarnata nel mondo strare il dio incarnato in questo luogo, con tut- medico. Decise allora di dedicarsi interamente al che lo circonda, a cui vuole dare un significato, tro- te le allusioni d’immagini che simile tratto lavoro letterario tornando definitivamente a Meli- vare le vere radici: la poesia lo aiuta pavesianamen- consentirebbe. [...] Perché non posso trattare io cuccà, suo nido materno e matrigno che lo chiama- te a difendersi dalle offese della vita. La poesia, an- delle rocce rosse lunari. Ma perché esse non ri- va «come una sirena, che gli sorrideva come una zi, diventa la residua, unica compensazione alla vita: flettono nulla di mio, tranne uno scarno turba- sfinge», che alla fine lo ha castigato come una me- mento paesistico, quale non dovrebbe mai giu- dusa, sorella carnosa e vicina. Ritorna alla sua roz- Solo la parola stificare una poesia. Che viene a dire come il za infanzia «che prega e piange, / si estasia di sole può salvare la mia anima primo fondamento della poesia sia l’oscura co- morente, / in una riva autunnale». Appare evidente solo che sia grido riflesso scienza del valore dei rapporti, quelli biologici il riferimento al mare di Bagnara, della Costa Viola d’un illuminato mondo, magari, che già vivono una larvale vita d’im- con il superbo e mitico scenario delle Eolie: del mondo che vedo vaneggiante magine nella coscienza prepoetica». nella mia anima. Paese del bosco. Vane immagini della strada. Troverò le nude radici di esso. L’amico Vito Teti mi ha preceduto in una intuizio- Tu ritorni. Sì presto! Approdano ne che mugolavo da tempo tra me e me: popoli nuovi in quest’angolo segue alla pagina dopo 20 Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 LettereMeridiane

per crescere La morte - oh sì - la morte m’innamora per diventare un mare di spighe. e la vorrei condurre a quel sito Lorenzo Calogero: in cui come amata amante Tendetemi la mano mi ama ancora. ed accoglietemi nel grembo vostro: il Poeta e il poeta mai desiderai la morte La poesia italiana, dominata dallo sperimentalismo come in questo momento. del Gruppo 63, non ha tempo per leggere Calogero. I suoi versi sono difficili perché nessuno può resi- di Melicuccà ...Forse ora io esulto stere a lungo al suo diluvio ininterrotto di parole. ed imploro morte a piene mani. Sinisgalli gli dedicherà versi indimenticabili: segue dalla pagina precedente Intuisce che il mondo sta prendendo altre strade, Come un cane infetto opposte alla sua vocazione di poeta. È lo strano, ha raspato alle vostre porte Se c’è un autore al quale si può ricondurre l’espe- amaro destino dei poeti. Ecco cosa scriveva da Mi- nessuno gli ha aperto. rienza poetica di Calogero io farei il nome di Mal- lano in data 8 novembre 1914 Giuseppe Ungaretti a larmé, sempre alla ricerca della parola assoluta, Prezzolini: Lorenzo Calogero è un vero innovatore, in grado di bruciata da ogni scoria di materialità, di incrosta- creare alla fine quell’unitario canzoniere-poema, zioni. Anche il poeta di Melicuccà fa suo, per dirla «Sono uno smarrito. A che gente appartengo, dove le parole non sono usate per veicolare signifi- con Hugo Friedrich, «l’allontanamento più radicale di dove sono? Sono senza posto nel mondo, cati, ma per giungere al significato vero dell’esi- dalla lirica imperniata sull’esperienza vissuta e sul- senza prossimo. Mi chino verso qualcuno, e mi stenza. Ecco perché i suoi versi ormai si tramutava- la confessione». Questa ricerca, quasi ascetica, di faccio male. E come fare a vivere e continua- no in lacrime nelle «concave notti senza passi». assoluto, di parole incontaminate, porta Calogero al mente rinchiudersi come una tomba? È questa Lungo le croci del labirinto si preparava a insegna- dramma dell’inespresso, dell’oscurità. la mia sorte. E chi dovrebbe accorgersi che pa- re alla sua anima disfatta un inevitabile «passo Il critico tedesco spaziando attraverso diverse lin- tisco, Chi potrebbe ascoltarmi, Chi può divide- d’addio, consumato negli accesi silenzi», per usare re il mio patimento. Mi distruggerò al fuoco gue e letterature conduce per mano il lettore nei la- le parole di una grande poetessa, Cristina Campo. della mia desolazione». birinti delle poetiche. Ne emerge il lato più caratte- La fede assoluta nella parola non bastava più. Le ristico del poeta moderno, il suo uso più suggestivo sue celesti titubanze, i suoi miracolosi detriti erano Quell’Ungaretti delle trentatré liriche del Porto se- che comunicativo del linguaggio. Questo radicaliz- ormai divorati dal livore del mondo. za al massimo espressioni conosciute e praticate an- polto, uomo di pena, pena di spirito e corpo, la so- litudine metafisica e la rassegnazione alla propria Come si legge nei cenni biografici di Giuseppe che in epoche precedenti al Novecento. Scrive Hu- Martino «la mattina del 25 marzo 1961, all’alba, go Friedrich: croce, che a Napoli Calogero si era quasi divertito a imitare: Lorenzo Calogero bussò alla casa del parroco per- ché voleva confessarsi e ricevere la comunione». «La lirica moderna pone alla lingua il compito Di che reggimento siete fratelli? Da bambino aveva seguito la pratica dei primi ve- paradossale di esprimere e al tempo stesso ce- nerdì, ben consapevole, come voleva la tradizione lare un significato. L’oscurità è divenuta un Mai ho visto il vostro viso sì scarno, il passo vacillante, cristiana seguita in famiglia, che ciò lo avrebbe aiu- principio estetico universale. È essa che stacca tato a morire nella grazia di Dio. Quel Dio che era così la poesia dalla normale comunicazione il vostro vestito così lacero sanguinante, la sembianza d’una perpetua truppa. penetrato nella sua intima carne come un acciaio della lingua, per tenerla librata in una sfera in rovente e che cercava continuamente. Ma non ba- cui essa più allontanarsi che avvicinarsi». Non vi ho visto mai così. Era mestieri dirlo? stava. La morte era venuta a prendere i suoi occhi, Alla bocca del fuoco siete stati. quella morte che più volte lo aveva allettato come Lorenzo Calogero è tutto questo e, a mio avviso, da un vizio assurdo mai sopito. La luna in cielo era una qui bisogna partire per entrare nel suo mondo poe- larva, era quella di Alvaro, simile a una cicala dopo tico. Gli inediti in questo ci saranno d’aiuto. Per il Come non ricordare i versi delle Poesie grigioverdi di Corrado Alvaro: aver cantato. Pendeva stanca nel cielo, pur essa sor- poeta di Melicuccà la realtà non deve esistere. Va presa dall’alba. Un’alba che con il suo chiarore quasi rifiutata per viverla al di fuori di ogni impe- tranquillo si posò per sempre sul suo viso scarno e gno. E così il mare, componente essenziale del suo Non dire alla povera mamma supino: paesaggio poetico, si traduce in metafora della de- che io sia morto solo. solata e disperata solitudine dell’uomo: Dille che il suo figliolo più grande, è morto con tanta Il fantastico lume si spegne Entro una superficie carne cristiana intorno. ti guarda una luce titubando liscia si distingueva di un’infinita in frantumi. distesa il bagliore. Non è casuale il riferimento allo scrittore di San Luca. C’è una linea di continuità nei versi di Tom- Un’altra mattina (come un amico Era anche stata la condizione di nel- maso Campanella, Corrado Alvaro e Lorenzo Calo- versò un farmaco bianco) era di mezzo marzo la solitudine del confino calabrese, a Brancaleone: gero. Così come lo scrittore di San Luca, che suo nella notte stellata a pieno. padre voleva diventasse poeta, aveva ridato voce Uomo solo dinanzi all’inutile mare, alla Calabria dopo tre secoli di silenzio, anche il Non so se li conosceva questi versi alvariani, ma mi attendendo la sera, attendendo il mattino. poeta di Melicuccà fa sua la lezione che Tommaso piace immaginare che, con un battito sempre più Campanella, venuto a debellare tirannide, sofismi e flebile, siano usciti dalle sue labbra: L’uomo solo si leva che il mare è ancora buio ipocrisia, trasmise ad Alvaro: e le stelle vacillano. […] Come in sogno, come la pioggia di settembre, Non c’è cosa più amara che l’alba di un giorno «Bisogna osare fin dove dice lo spirito e la co- o Signore, arriva piano, in cui nulla accadrà. […] scienza individuale, se non ci si vuole rasse- poiché il cuore che ho qui dentro L’uomo solo vorrebbe soltanto dormire. gnare a essere tardi imitatori e seguaci di mon- è solamente un cuore umano. quando l’ultima stella si spegne nel cielo, di già scoperti». l’uomo adagio prepara la pipa e l’accende. Quando si scriverà la vera storia letteraria di questo La poesia di Calogero dagli anni ‘50 diventa l’uni- Paese (esiste anche in questo campo una irrisolta Anche le labbra di Calogero, arse di solitudine, so- co scopo della sua vita, si tramuta in un linguaggio questione meridionale) sotto forma di atlante geo- no ormai stanche di rivolgersi al mondo delle lette- oscuro, nel quale sofferenza e scrittura si vampiriz- grafico, collegando luoghi e memoria, la nostra Ca- re che non lo comprende. Aveva tentato due volte il zano a vicenda; ogni verso trasuda la disperazione labria sarà, di certo, l’itinerario più suggestivo e in suicidio. Le malattie immaginarie lo tormentano del poeta per la propria sconfitta, per il proprio fal- esso la voce inquietante di Lorenzo Calogero, smar- ancora di più. Viene ricoverato a più riprese nella limento. Il testo diventa fuga dalla realtà, strumen- rita nell’oceano del silenzio, ci obbligherà a riflette- clinica Villa Nuccia a Catanzaro, ritorna nell’isola- to e trascrizione di una vita alienata e sublimata. Un re sul significato ultimo del suo testamento poetico: mento periferico della casetta di Melicuccà, di pro- processo di estraniazione dalla vita che si fa cupa- prietà della famiglia, al limitare del bosco. Inizia a mente parossistico, con una dedizione mostruosa e Verranno gli eventi nutrirsi di caffè fortissimo, sigarette Alfa, Talofen e disperata alla poesia. La natura occupa ampi spazi, muteranno i tempi Luminal. Continuava a scrivere, a riempire quader- diventa interlocutore privilegiato, facendolo appog- ci calcheranno ni a quadretti; è stanco di urlare senza voce. Quasi giare ai detriti del passato: in quel che avemmo di più caro cade la fiducia incondizionata in un solo Dio, in Ci sosterremo a vicenda quel Dio che da giovane ritrovava in ogni cosa e Non si muove più libero il tuo cuore col cuore di marmo. che lo faceva sentire da un fondo grigio e stanco. Ciascuno ha il suo cuore A questo grido, che io chiamo partire, che non conosce misero frumento è uno spiraglio quieto di un improvviso meglio morire che giace sepolto nel mare della terra tuo dolore. che vedere la propria distruzione. 21 LettereMeridiane Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 I “Quaderni Calabresi”: fucina di idee e riflessioni

La storica rivista al centro di un interessante incontro promosso dal Cis Calabria Giuseppe Gangemi

mutare le nostre più radicate convin- go “Quando Napoli era la Germania di Tassone. Critico, ma stimolante, zioni. Altrettanto fondamentali per la d’Italia” che parte dallo studio di l’intervento del dottor Francesco Ia- rivista sono stati gli studi di Nicola Stephanie Collet sull’unificazione ria che ha spiegato di essersi allonta- Zitara sul colonialismo interno. L’im- dei debiti pubblici degli stati preuni- nato dal laboratorio del circolo Sal- pronta che ha lasciato sulla rivista fin tari. Tale unificazione convenne al vemini e dall’ambiente dei Quaderni dal primo numero, ha determinato Piemonte, che era fortemente indebi- Calabresi dopo aver constatato che l’indirizzo editoriale dei Quaderni. tato, ma danneggiò il territorio del- non rappresentavano una novità e si Zitara ha svelato i meccanismi politi- l’ex stato napoletano che era ben am- limitavano alla riproposizione delle co-economici attraverso i quali il Sud ministrato ed era solido dal punto di analisi di Gramsci sullo sfruttamento è stato espropriato della sua ricchez- vista finanziario. Nello stesso artico- del Sud. Iaria ha evidenziato la ne- za umana e materiale per formare lo lo Di Brango fornisce i dati aggiorna- cessità di aggiornare gli studi sul Me- sviluppo del Nord Italia”. ti del divario Nord-Sud. Lo scrittore ridione alla luce delle trasformazioni L’avvocato Tassone ha sottolineato la Domenico Minuto ha incentrato il sociali ed economiche in corso. necessità che i meridionali si rendano suo intervento sulla figura di France- Il professor Giuseppe Spinelli ha conto delle ingiustizie che subiscono sco Tassone, elogiando il suo impe- concluso la discussione avanzando e che si approprino di quel bene co- gno disinteressato, il coraggio e la l’ipotesi della secessione che è avve- mune costituito dalla memoria stori- dedizione agli altri. Altrettanto ha fat- nuta senza traumi in molti territori ca. A differenza di quanto accaduto to il giudice Giuseppe Viola che ha come nelle attuali Norvegia, Dani- ad altri territori come l’Algeria o l’In- manifestato l’amicizia e l’ammira- marca, Svezia ed in tempi recenti in dia, la popolazione del Sud Italia non zione con le quali ha sempre seguito Cecoslovacchia e nell’ex Unione So- si è resa conto di subire un processo l’attività professionale ed editoriale vietica. l processo di colonizzazio- di emarginazione e di sfruttamento. ne, iniziato nel 1860, è an- Ha inoltre evidenziato che è prematu- “I cora in atto e per certi aspet- ro e inopportuno che i vari movimen- ti si è aggravato. Neanche i diploma- ti sorti a difesa del Sud partecipino ti e i laureati, a differenza di quanto alle elezioni politiche. Santi o briganti... avveniva in passato, riescono a radi- La loro azione dovrebbe mirare a ri- carsi nella terra natia; alla ricerca di costruire la comunità attualmente di- lavori, spesso precari, fuori dalla pro- sgregata e senza riferimenti, aiutando a nostra Calabria, terra bel- Clelia Spina pria regione o all’estero, quando han- i meridionali a costituire una sogget- L lissima ma dolente, terra di no la fortuna di trovarli non tornano, tività che consenta loro di esercitare Santi e di Briganti ha una Storia per scelta o per necessità, a differen- poteri e responsabilità, di essere par- che inesorabilmente si ripete, portandosi dietro piaghe ataviche e scorribande za dei vecchi emigranti che partivano tecipi del proprio destino esercitando di invasori che si sono avvicendati fin dagli albori. Ma chi sono i “Santi” ed con la speranza di ritornare”. la sovranità sul proprio territorio. i “Briganti” di oggi? L’avvocato Francesco Tassone, edito- L’azione civica svolta a Vibo Valentia E chi possono essere i nuovi “Santi” se non i cittadini della classe popolare re ed intellettuale, ha illustrato i temi da associazioni vicine ai Quaderni media, la più rappresentativa della nostra società (italiana non solo calabre- trattati dalla rivista Quaderni del Sud per promuovere la raccolta differen- se!), la fascia a reddito medio-basso, tartassata da pesanti provvedimenti an- – Quaderni Calabresi durante un in- ziata, per tutelare i beni artistici, ar- ticrisi il cui unico intento è quello di chiedere rigore e sacrifici sempre alla contro promosso dal Cis Calabria di chitettonici e l’ambiente, per la qua- stessa categoria, imponendo tassazioni e gabelle con l’illusione che queste Rosita Loreley Borruto, che si è svol- lità dell’acqua, è stata illustrata bre- manovre, ai limiti dell’antidemocrazia e/o anticostituzionalità, possano esse- to nel mese di febbraio alla libreria vemente dall’ingegnere Antonio re in grado di contrastare i danni derivanti da una situazione economica mon- Culture a Reggio Calabria. “Il circo- D’Agostino. Il professore Francesco diale talmente devastante. Talmente devastante da essere tenuta celata, in que- lo Salvemini di Vibo Valentia, nel cui Gallo ha illustrato l’ultimo numero sti ultimi decenni, da una classe politica inefficiente e incapace, ma sopratut- ambito nasce nel 1968 la rivista Qua- dei Quaderni dedicato al cineasta ca- to lontana anni-luce da quello che doveva essere l’unico fine del mandato po- derni Calabresi, era molto eteroge- labrese Vittorio De Seta, che ha rac- litico: amministrare la cosa pubblica avendo come unico obiettivo il bene del- neo, era frequentato da persone di di- contato in vari documentari le tradi- la collettività, programmando e attuando interventi a medio e a lungo raggio. verse opinioni politiche” ha prose- zioni e le contraddizioni della nostra Intanto, i cittadini vengono martellati da ansie consumistiche, anestetizzati guito Tassone “questo è stato fonda- regione. Il professore Gallo ha anche nei parchi commerciali (unici centri di aggregazione) dove si raggruppano in mentale per metterci in gioco, per parlato dell’articolo di Enzo Di Bran- massa tutti i sabato e domenica; lì dentro passeggiano per diverse ore, respi- rando quell’aria condizionata insalubre e le loro orecchie sono bombardate da tutti quei decibel che annichiliscono i neuroni! Una volta rientrati a casa, si deprimono pensando a quello che hanno desiderato di comprare, ma non han- no potuto, e accendono il televisore, venendo fagocitati da un mondo fanta- stico e irreale. Il risultato finale è l’annullamento definitivo dell’individuo pensante. Esistono, poi, i “Briganti”, termine però non più coincidente al suo significa- to storico. I nuovi “Briganti” sono una categoria di personaggi che provoca e organizza le maglie di una rete invisibile che si infiltra nel tessuto sociale civile e che intacca irreversibilmente il suo sano progredire. Vi fanno parte persone che con il loro ruolo, piccolo o grande che sia, non compiono il proprio dovere: sono quelli che abusano del potere che hanno, che agiscono quasi in termini delinquenziali e ’ndranghetistici, senza arriva- re, però, all’efferatezza criminale. La diffusione di questa mentalità è enorme e la viviamo tutti i giorni in ambito amministrativo, commerciale, sanitario, scolastico e anche associativo. Che fare per combattere questo cancro sociale e svegliare le coscienze? Sarebbe necessario che i ”Santi” spengano il televi- sore ed internet, ma che, soprattutto, comincino a parlare tra loro, confrontan- dosi, guardandosi in faccia, analizzando la qualità della loro vita, cercando qualche bell’ideale da trasmettere ai loro figli e organizzare insieme la rivol- ta contro i “Briganti”. Questo dovremmo fare, noi calabresi, e farlo subito non trastullarci più, aspettando che soluzioni vengano da fuori oppure pensare so- lo a noi stessi, curare il nostro orticello, isolandoci dagli altri: sarebbe il mo- do migliore per affondare in un mondo in cui tutto (o quasi, voglio aggiunge- re per solo mio spirito ottimistico!) è già in un profondo abisso. Insomma, dovremmo avere il coraggio di tentare di sconvolgere meccanismi negativi così fortemente radicati, far parte di un movimento culturale attivo e Grande Sandro Teti, editore resistente figlio di cotanto padre, che ha salvifico tanto forte da poter smuovere le montagne. Forse, se ci crediamo ve- il coraggio di chiamare Leningrado con il suo vero sacrosanto nome! ramente, ce la possiamo fare. 22 Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 LettereMeridiane L’intensa produzione Il suo messaggio: l’arte come unica “luce“ possibile.

l titolo del libro, “Il Ragazzo che zanti questo racconto, che stinati allo scacco: i messaggi scritti lanciava messaggi nella bottiglia”, è fortemente metaforico. tornano indietro, mentre il “linguag- I è anche quello del racconto con- Lo si intravede fin dalle gio” dell’arte riesce a “vedere”, a evo- clusivo, che, in qualche modo, sembra prime battute, lì dove il care, a comunicare, forse. Dunque, rappresentare la cifra dell’intera produ- termine dell’ombra, “il ci- l’arte sembra prospettarsi come unica zione di Familiari. E allora, mi piace glio del bosco”, coincide “luce” possibile. Anche se conduce iniziare questa recensione dalla fine, col “punto in cui la monta- verso l’ignoto. E, in finale di racconto, come si conviene a un’analisi “disordi- gna finisce a precipizio ecco la dissonanza-consonanza nata ma non troppo”: …. se l’ordine è sull’acqua” (pag. 110). At- luce/oscurità. il piacere della ragione, il disordine - torno a quella montagna, “La buca” cui fa riferimento il titolo del sosteneva Paul Claudel - è la pura deli- un promontorio che oscura racconto, è quella del suggeritore di un zia dell’ immaginazione. la vista, le bottiglie girava- teatro, una “postazione privilegiata” È proprio l’immaginazione, infatti, che no, senza andare oltre, sen- (pag. 32), perfetta per godere al meglio za che i messaggi potesse- tutta la scena. In essa, mentre le “vo- questo racconto di Familiari sembra ro essere letti, o visti. L’in- voler sollecitare, e fascinare, con la sua ci, o suoni,… si proiettano nell’aria” comunicabilità, la solitudi- (pag. 31), quasi sfuggendo alla perce- apertura verso l’ignoto, seppur in un ne, temi cari al Familiari calibrato, ma misuratamente appassio- zione, “si deposita la sostanza sonora drammaturgo, si ritrovano più grave …, e i suoni, vengono quasi nato, calcolo degli effetti stilistici. Ci anche nello scrittore: “la troviamo di fronte a una scrittura di cui solitudine l’avevano nelle distillati” (cit.). È la postazione di colui si apprezza la pacata musicalità, e, a ossa, da quelle parti” (pag. che ascolta, vede, osserva, rimanendo tratti, il sapore timbrico dell’esametro. 112). Ma il bisogno di “al- da parte, senza farsi notare. Familiari, profondo conoscitore delle tro” è forte, e fa “mandare La scena è quella della vita, che si in- lingue classiche (ha tradotto varie ope- i messaggi che aveva nel terseca inesorabilmente con la morte. re dal latino) nella scelta delle parole, cuore…”, porta il ragazzo Familiari, con una “religiosità” assolu- non lascia nulla al caso. A pagina 118: a ”imparare a dargli for- tamente laica, anticonvenzionale, sem- “non esistendo le parole in natura, né ma, a tradurli”, per comu- bra intendere la morte non come “fi- disegnate dalle nuvole, né tracciate dai nicarli. Familiari si soffer- ne”, tout court, ma come “crisis”, alla fulmini, o composte dalle onde del ma- ma molto sui segni, sul lin- greca, dunque come rinascita : il sug- re …”. Il “mare” è il simbolo di tutto guaggio, che qui è quello geritore, nel descrivere la morte di Isol- ciò che è ”altro”, è “mistero”, evoca dell’arte, elemento sovra- de, dal Tristan und Isolde di Wagner, “viaggi”, che, però, possono ferire : co- no della comunicazione. Il dice “… nel momento in cui moriva, me “aghi puntuti, … conficcati nelle mente da quella “immensa distesa di ragazzo, un pastore abilissimo nel dise- sembrava … rinascere da sé … una palpebre” (pag. 110). I messaggi che il luce”, una “tempesta di barbaglii” che gno e nella scultura, autodidatta, sa co- nuova vita” (cit. pag.51), un motivo, ragazzo richiude, con estrema cura, lo stordisce, investendolo col suo “fra- municare solo così. questo, che Familiari mutua dalla sua dentro le bottiglie che lancia nel mare, gore luminoso” (pag. 101). Il rapporto I segni del linguaggio comune, invece, (“splendida”, secondo il giudizio di Al- tornano indietro, sospinti impietosa- luce-ombra è una delle note caratteriz- che lui decide di apprendere, sono de- do Trionfo) “Herodias e Salome”.

Note biografiche carlo Nanni, più di recente con Paola Quattrini e la re- stione, sembra essere stato mosso Rocco Familiari, il gia di K. Zanussi; L’altra metà, con Amanda Sandrelli, quale, se come drammaturgo ha fatto esplodere, sulle occo Familiari drammaturgo e scrittore. Nato regia di Piero Maccarinelli (Teatro Stabile di Catania); pagine e sulle scene, anche i lati oscuri, non solo demo- ad Addis Abeba, ha trascorso parte della sua L’odore, con Enrico Lo Verso, al Festival dei Due nici, ma anche “demoniaci”, dell’umano, in questo li- R giovinezza a Melito Porto Salvo. Da circa Mondi di Spoleto nel 2003; Amleto in prova, con la re- bro di racconti, invece, tratteggia personaggi “positi- trent’anni vive a Roma. Ha dimorato a lungo a Messi- gia di Mario Missiroli, sempre a Spoleto, nel 2004. Le vi”. In qualche modo surreali, però. Questi personaggi, na, dove ha diretto il “Teatro Struttura” e ha curato la rappresentazioni più recenti: Ritratto di spalle, con Vi- infatti, in comune con l’Idiota dostoievskjiano (da tem- regia di lavori di Hauptmann, De Ghelderode, Euripi- viana Piccolo (attrice prediletta da Arrabal) al Teatro di po la critica ha trovato punti di contatto tra Familiari e de, Nino Pino. Messina nel 2010, e In scena, con Mita Medici,al Tea- lo scrittore russo), hanno un certo senso di “alienazio- Fondatore e direttore del Festival Internazionale del tro dell’Orologio, Roma, nel 2011; L’Odore, dato in ne” rispetto al mondo: una sorta di estraneità ontologi- Teatro di Taormina, ha realizzato alcune tra le produ- Russia, per la regia di K. Zanussi, sempre nel 2011. ca, che si manifesta in un rapporto realtà/finzione, che, zioni di maggiore spicco nel panorama internazionale e Nel 2005 il Presidente della Repubblica gli ha conferi- peraltro, è costitutivamente indissolubile in un’opera ha fatto conoscere in Italia i maggiori registi e gruppi to il titolo di Benemerito della Cultura e dell’Arte. d’arte. Ciò fa sì che, in questo libro di racconti “in mu- teatrali operanti sulla scena mondiale. Ha curato la cri- Drammaturgo dotato di “rara padronanza della parola sica”, la parola chiave sia “interpretazione”. E del re- tica musicale per “L’Ora” di Palermo, si è occupato di teatrale“ (così ha detto di lui Aldo Trionfo), da qualche sto, ogni opera artistica che si rispetti trascende se stes- storia dell’arte, in particolar modo dell’espressionismo anno Rocco Familiari si è dedicato alla narrativa. Do- sa, e consente, con le suggestioni che offre, una molte- tedesco, pubblicando per Franco Maria Ricci. po i due romanzi editi da Marsilio, “Il Sole nero”, da plicità di percorsi ermeneutici, lucidamente distanti Tra le sue opere Ritratto di spalle, monodramma, cui Krzysztof Zanussi ha tratto un film interpretato da dalla pretesa di “interpretazione autentica”. Scheiwiller, “All’insegna del pesce d’oro”, 1973; Don Valeria Golino, e “L’Odore”, il cui omonimo dramma “La musica è il filo che unisce i racconti di questo vo- Giovanni e il suo servo, dramma (Premio IDI), Casa è andato in scena al Festival dei due Mondi per la regia lume. Il sentimento di fondo è una smisurata passione Usher, 1982; Orfeo Euridice, Franco Maria Ricci, di Massimo Zucchi, con Enrico Lo Verso (in novembre per ciò che la musica significa e dà. I protagonisti so- 2000; L’odore, romanzo, Marsilio, 2006 (premio “Fe- è stato dato in Russia, con la regia di Zanussi), ecco “Il no, infatti, dei musicisti, realmente vissuti, o personag- stival du Premier Roman”, Chambery, 2008, Premio Ragazzo che lanciava messaggi nella bottiglia”, pub- gi di fantasia legati, in qualche modo, al mondo musi- “Padula” 2008); Il sole nero, romanzo, Marsilio, 2007 blicato dalla stessa casa editrice veneziana. cale” (dalle note di copertina). (Premio “Siderno”), da cui è stato tratto un film, diret- Si tratta di un libro di racconti caratterizzati da un ele- I primi due racconti, “La volta pagine”, e “La buca” (il to da Krzysztof Zanussi, con Valeria Golino; Teatro, mento comune : la passione per l’arte, in modo partico- primo pubblicato su “Il caffè illustrato” di Walter Pedul- Gangemi, 2008, volume che raccoglie tutti i testi e i lare la musica, che ha “il potere di contrastare questa là, il secondo in fase di pubblicazione sulla rivista fran- saggi teatrali pubblicati precedentemente in altre edi- discesa verso l’abisso…” (pag. 107). La “domanda”, cese “Europe”) si collocano in un contesto geografico- zioni o in riviste culturali. infatti, tutta dostojievskjana, myskiana più precisamen- culturale di tipo internazionale; il terzo, “I corni, entre- Fra i suoi lavori più importanti andati in scena: Don te, che sembra percorrere le pagine di questo libro, è: ranno all’unisono?” è ambientato in Russia, collocazione Giovanni e il suo servo, nel 1982 con Andrea Giordana la Bellezza, può salvare il mondo? Un’idea, quella del- geografica “obbligata” dalla trama; gli ultimi tre, invece, e la regia di Aldo Trionfo, nel 1998 con Corrado Pani e la prekrasnyi, lo splendore interiore, che, sicuramente, “Dorfmusikanten”, “Il maestro di violino”, “Il ragazzo la regia di A. Zucchi; Il Presidente, con Raf Vallone e muove dalla musica: “troppo difficile”, ma al tempo che lanciava messaggi”, sono ambientati in una Calabria la regia di K. Zanussi; Herodias Salome, in una prima stesso “estremamente seducente”, scriveva lo scrittore di cui l’autore narra le atmosfere, le abitudini, la menta- edizione con Manuela Kustermann e la regia di Gian- de “I demoni”. Da questa identica “difficoltà”, e sugge- lità, i ritmi di vita, seppur “reinventando” i luoghi. 23 LettereMeridiane Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 di Rocco Familiari Anche se conduce verso l’ignoto Zina Crocè

Ed ecco l’eternità dell’Essere, di cui la do districarsi tra quello che può non es- gimento emotivo che il testo suscita. lità capace di esprimere interamente il musica è simbolo in quanto espressio- sere del tutto falso, e ciò che non è La vicenda narrata trova la sua origine tormento dell’essere, i dubbi, le ansie, ne eminentemente metafisica, “ripro- completamente vero, tutto è possibile. in Calabria, in un paese di cui si indivi- l’inquietudine dell’uomo” (pag.107), e duzione dell’essenza del mondo”, dice- “I corni entreranno all’unisono?”, rie- duano le strade, gli ambienti, le perso- “il trionfo della vita sulla morte” (pag. va Schopenhauer. E proprio la musica, cheggia in parte “La caduta”, il mono- ne, le situazioni, gli eventi. Eventi mu- 108). Ne aveva affidato lo spartito allo con la sua elevata profondità, consente dramma di Familiari, andato in scena sicali, ovviamente, come i concerti or- zio dell’io narrante, che era il suo me- di guardare alla vita, e alla morte, da nella stagione teatrale 84-85 con la re- ganizzati dal “maestro di violino in dico. Qui, il racconto assume quasi una “postazione privilegiata”. Del re- gia di Aldo Trionfo, al Teatro dell’Oro- coincidenza delle grandi feste, Pasqua l’andamento di un giallo, fino al colpo sto, è un musicista “la prova tangibile logio, di Roma. E’ una sorta di inno al- e Natale, in un grande cinema, grazio- di scena finale, che sposta l’azione da dell’esistenza di Dio, che ha voluto ri- la perfezione, in questo caso dell’ese- samente messo a disposizione dal pro- un paese di provincia a un milieu inter- velarsi attraverso la sua musica”: così cuzione musicale, e del suo culto, os- prietario in considerazione del fatto nazionale, in una situazione in cui il disse Beethoven di Mozart, dopo avere sessivo, attraverso la figura del leggen- che all’evento avrebbero partecipato lettore, per dirla con ascoltato il suo Requiem. Questo rac- dario Jevgenij Mravinskij, per cin- tutti i notabili cittadini” (pag.86). Il (saggio introduttivo alla traduzione ita- conto, al di là della trama, peraltro mol- quant’anni direttore della Filarmonica maestro di violino ”era asciutto, ma- liana di Kreisleriana) “si sente diven- to coinvolgente (un intenso dialogo, tra di Leningrado. Figura ieratica, “gli oc- gro, anzi,… e la magrezza era messa tare lui stesso la musica udita”. De- un musicista e un suggeritore di teatro, chi tormentati da un’ansia che riusciva maggiormente in risalto da un gilè, un scritta, in questo caso. Il racconto sem- ricco di analisi musicali che si intrec- a placare solo … quando, dopo mesi e corpetto di lana indossato sotto la bra una sorta di “omaggio” alla passio- ciano a toccanti ricordi personali), di- mesi di prove, finalmente un accordo giacca, che gli fasciava strettamente il ne, e alla sofferenza, di un musicista, venta metafora, occasione di riflessione nasceva come voleva” (pag. 62), passa- torace”(pagg. 86-87). Nonostante fos- “di talento”, che però, nella sua vita, sui fatti della vita, per analizzare, in un va intere notti “ a studiare le partiture se un bravo musicista, e avesse “talen- “non aveva avuto la fortuna dalla sua” feedback continuo che tiene insieme (pag.99). In controcopertina : “là, dove nei minimi dettagli, per appropriarsi di to e sensibilità” (pag.99), era mirato da autore e lettore, i grandi temi della pas- ogni emozione nascosta nei segni del finisce il mare, c’è il mondo, ma è lon- sione amorosa, della solitudine, della certa acredine classista che non manca- tano, lontano, non lo possiamo vedere, pentagramma e tradurla in suono” va di inchiodarlo alla sua “modesta morte. E dello scorrere del tempo (ar- (pag. 63) : un tendere, insieme agli ec- solo immaginare, e della nostra vita, di gomento molto caro al Familiari dram- estrazione sociale”(87). Non così l’io noi che siamo qui, nessuno sa niente. cellenti orchestrali da lui diretti, all’as- maturgo, ed elemento centrale del suo narrante, che, ragazzo, comincia ad ap- Possiamo solo infilare un messaggio in dramma “Don Giovanni e il suo ser- soluta perfezione, nella convinzione passionarsi alla musica colta, proprio una bottiglia, tirarla a mare e aspetta- vo”), e dell’accumularsi dei ricordi, che che “lo spirito prevarrà sempre co- grazie alle suggestioni provate in un re. Forse qualcuno la trova e ci viene a il tempo porta con sé …: “i ricordi munque sulla barbarie” (pag.70), an- concerto che il violinista tiene prima cercare. E allora la nostra vita cambia. …,appartengono solo a me, e scompa- che in condizioni estreme. Un barlume della sua fine. Ma se nessuno la trova e nessuno vie- riranno con me, se altri, a loro volta, di speranza, in un mare di generale di- E qui inizia un percorso di grande im- ne, non cambia niente”, pp. 16-17). E, non si faranno carico di appropriarse- struzione. patto emotivo, nella convinzione che forse, l’io narrante ha raccolto il “mes- ne, e ritrasmetterli ancora. Noi, in fon- Con La volta pagine, si cambia tonalità “la musica sia in grado di opporre un saggio” del maestro di violino: gli ha do, siamo fatti di ricordi” (cit. pag. 49). emotiva. L’elemento “ossessione”, che, argine alle forze che vorrebbero an- negato l’inesistenza, lo ha “eternizza- Dorfmusikanten narra di due personag- in “I corni…” è di slancio verso l’alto, nientarci” (pag. 107). Ed ecco che il to”. Del resto, “nel raccontare le voci gi molto singolari (Familiari li aveva assillo di perfezione, travolgente e lettore viene immerso in una dimensio- delle anime, Rocco Familiari sa rima- già “presentati” nel suo romanzo “Il struggente Sehnsucht, appassionato ne quasi onirica, in cui realtà, fantasia, nere, sempre, profondamente solidale Sole Nero”, anch’esso ambientato nel tendere a un “suono limpido e intenso”, e musica, realizzano una magica osmo- con l’uomo” (Ugo Ronfani, Introdu- sud della Calabria), “creature eccentri- qui, invece, diventa cruda possessione, si. Il violinista, prima di morire, aveva zione, in R. Familiari, “La prova d’a- che” (pag.74), che “si spostano a piedi, terragno dominio dell’altro. Anzi, del- scritto una “Suonata per violino e pia- more e altri testi”, Shakespeare and o con mezzi di fortuna,… fino ad arri- l’altra. Il racconto narra un rapporto di noforte”, in re minore, n.13, “una tona- Company, Firenze, 1993). vare nella zona più interna dell’Aspro- “vampirizzazione”, così lo ha definito monte” (pag.77), suonatori l’uno di Ermanno Paccagnini sulle pagine del melodeon, l’altro di violino, “abbina- “Corriere della sera”, messo in atto da Zina Crocè giornalista, saggista, esperta mento non usuale” (pag.75), che riflet- una famosa pianista su una giovane al- di Gender Mainstreaming, ha insegnato in te anche la profonda differenza dei due lieva “a cui tutti pronosticavano un av- varie Università (Unime, UniMed, Ma- personaggi. Anche qui torna l’elemen- venire luminoso” (pag.9). Di lei, la gnaGraecia). Ha pubblicato, tra gli altri, to ricordo: “Fino a che punto è possibi- donna, una sorta di Stavrogin in gon- con Aracne, Lucarini-Pagine, Falzea, le distinguere, nella massa di ricordi nella, fagocita “tutto il … tempo,… la .. Città del Sole, Aliquò. Il suo “Codice di che formano sostanzialmente la strut- mente” (pag. 10), e anche il corpo. La Autoregolamentazione” per la comunica- tura di un uomo, personaggi reali da giovane vive “ in una sorta di dipen- zione mediatica, è stato apprezzato dalla personaggi di fantasia?”. Questo rac- denza, come … nel tunnel della droga, CPO della Federazione Nazionale Stampa conto si differenzia dagli altri per lo sti- o dell’alcol (pag.10), subisce docil- italiana, ed è stato analizzato dal Rappor- le, indagante, un’analisi condotta con mente. A un certo punto, però, succede to Eurispes 2004 e dal Libro Bianco “Wo- logica stringente e con un approccio qualcosa, la situazione sembra ribaltar- men and Media in Europe” 2006. quasi da epistemologo : “avanzare ipo- si quando la giovane, dopo anni tra- Ha collaborato a varie riviste istituzionali, tesi e verificarne la fondatezza, in ter- scorsi ad assumere su di sé, senza mai tra cui “Calabresi nel mondo”, “Cala- mini di coerenza, rispetto allo sviluppo rifiutarsi, ogni esigenza della pianista, bria”,“Provincia”. Ha scritto su Il Quoti- della vicenda”. Il racconto, nell’inter- mette in atto una strategia di rivalsa. diano della Calabria, Il Domani della Ca- secarsi di suggestioni diverse, in qual- Destinata, però, al fallimento. Ormai labria, Questa Calabria, Oggi Sud, Nuova Calabria,Nuove Prospettive che modo anche dissonanti, è caratte- tarata dall’inazione, dalla paralisi della culturali, Calabria Ora, Gazzetta del Sud, e, ancora, su Operare, e su Mal- rizzato da echi di surrealtà rappresenta- volontà, e vittima, fino alla fine, delle vagia, del cui comitato di redazione ha fatto parte, nei primi anni ’80, in- tiva. Del resto, per un autore teatrale, spire della pianista, la voltapagine sieme a . Familiari è innanzitutto tale, il rappor- piomba in uno stato di quasi follia. Sulla drammaturgia di Rocco Familiari ha pubblicato per “Teatro Con- to verità/finzione - che è essenza del Racconto asciutto, vicenda cruda, sen- temporaneo e Cinema”, quadrimestrale fondato da Mario Verdone, e di- teatro, dove tutto è finto, ma nulla è fal- za spiragli di “luce”. retto da Gianfranco Bartalotta, dell’Università Roma Tre. Alcuni titoli : so - è anche cifra dell’esistenza umana Anche nel racconto Il maestro di violi- Tecnologia mediatica, Caos esistenziale, Potere, in “Circuito Chiuso”; Il che la scrittura sonda e narra. In questo no, come in “Dorfmusikanten” i fatti Dramma della Seduzione: “Don Giovanni e il suo servo”; Seduzione e racconto, protagonista autentico rima- reali si mescolano a elementi surreali, Potere in “Herodias Salome”; Eros come paradosso: “Orfeo Euridice”. ne, quindi, l’aspetto problematico, in un ordito intrecciato con estrema ac- Quest’ultimo scritto di Zina Crocè ha ricevuto gli apprezzamenti di Clau- sfuggente, della verità, il suo collocar- curatezza stilistica, senza che ciò ridu- dio Magris. si in una terra di nessuno in cui, doven- ca minimamente la capacità di coinvol- 24 Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 LettereMeridiane Mimmo Morogallo: l’arte di un’anima raffinata Nelle tele del “pittore giramondo”, la luminosa e suggestiva bellezza della terra natia Caterina Sorbara

nizia nel lontano 1960 l’intensa e zuela, invitato dal giornalista Cristobal settaria; in questa società, dove ogni feconda attività il maestro Mimmo Pier Luis. Qui la selvaggia bellezza della giorno registriamo perdite di ideali e I Morogallo, pittore e scultore di fa- natura con i suoi colori infiniti, lo colpi- sfrenate competizioni tese a calpestare ma internazionale, originario di Gioia sce e decide di accamparsi sulle rive del- l’altro, la figura di Mimmo Morogallo si Tauro. Insegna pittura e grafica ai pas- l’Orinico e del Rio Caroni, per scoprire il eleva al di sopra di tutto e tutti. Come un seggeri dei transatlantici Leonardo Da fascino della pittura “en plein air”. raggio di luce che squarcia le tenebre, Vinci, Raffaello e Michelangelo. Dise- Soggiorna poi a Thaiti, Honolulu, nelle come un’alba rosata dopo le tenebre del- gna e dipinge scene per il teatro, trucca i isole Fiji, in Australia, nelle Piccole An- la notte. passeggeri per le feste in maschera e so- tille, in molte isole dei Caraibi. Compie, Con i suoi colori egli diventa poeta, le prattutto espone le sue tele nei grandi sa- inoltre, tantissimi viaggi negli Stati Uni- sue magiche pennellate come i versi di loni delle navi, occasione favorevole che ti, in Canada, in Brasile, in Argentina e una suggestiva poesia che descrive, con gli permette di farsi conoscere, di far co- per questo viene definito “il pittore gira- particolari accenti la luminosa bellezza noscere il proprio stile pittorico a perso- mondo”. tutta mediterranea della nostra amata ne qualificate come importanti collezio- Nelle sue opere ritroviamo le bellezze Calabria e dei luoghi del mondo dove ha nisti e critici d’arte. della Calabria, segno del forte legame soggiornato. Nel 1964 ha un’idea innovativa, geniale: che lo unisce alla sua terra natia. Ma non solo questo. modella un bassorilievo servendosi di Le sue opere si trovano in molti musei I suoi dipinti sono scene di un sogno, materiali poveri, segatura e sabbia. Que- del mondo: Canada, Australia, USA, forse irrealizzabile, vorresti tuffarti den- st’idea si rivela un successo. America Latina, Europa. Numerose so- tro per perderti nell’eternità dei colori, Nello stesso periodo realizza a Roma no le mostre che ha realizzato unite a ca- dei paesaggi, del cielo, dei volti, degli una serie di mostre importanti e si fa co- taloghi importanti e per i suoi meriti ar- incanti, del mare a volte agitato, a volte noscere da giornalisti e critici d’arte e tistici il maestro è stato insignito nel cor- calmo, a volte increspato, inseguendo il nel 1968 Mimmo si trasferisce in Vene- so degli anni di numerosi e prestigiosi volo dei gabbiani, simbolo dell’eternità, premi. Più di 400 sono gli articoli pub- dell’infinito. blicati sulla sua attività artistica su quo- Un incontro tra Dio e un’anima raffina- tidiani e riviste non solo italiane. ta, felice e triste allo stesso tempo. Nel 1994, dà vita, dalla sua Gioia Tauro, Morogallo immerge la sua anima nelle ta- ad un premio importante: il Premio “Ca- volozze, dove gli arcobaleni del mondo si labria America” a favore dei calabresi il- sciolgono in una dolce sintesi, per regala- lustri presenti in tutto il mondo. Scopo re a noi tutti un pezzettino di eternità. principale del premio è quello del recu- pero del rapporto con i figli della nostra terra che hanno avuto fama e fortuna nel mondo. A riprova di ciò, l’opera che il maestro ha ideato appositamente per il premio raffigura l’immagine di una don- na che poggia sulla Calabria la bandiera nazionale di fronte alla quale si staglia- no le navi degli emigranti, un moderno aereo, la Statua della Libertà e i gratta- cieli di New York e Toronto. In una società come la nostra, che tradi- sce i principi e i veri valori della vita per il dio denaro e i piaceri materiali, dove l’uomo cosiddetto tecnologico, per assi- curarsi una propria escalation, si fa pro- motore di una cultura multimediale, che si dice pluralistica, invece altri non è che Il dialogo dei corpi Riflessioni da una terra al margine per sfuggire a un destino di emarginazione…

utro per la Calabria quel senti- come quello meridionale! Quante ne- provincialismo che non risparmiano mento ambivalente che ogni fandezze hanno commesso, quante bu- neanche il resto dell’Italia, occorre re- Giuseppe Gangemi N meridionale prova per la sua gie hanno dovuto inventare per giusti- spirare l’aria fresca di altre culture e terra, quando va via e quando, pur ri- ficarle! Se adesso il Meridione è una contemporaneamente conoscere le manendo, si sente straniero. Ho sem- colonia culturale, politica ed economi- proprie radici. Non tutti hanno questa il misticismo, la solidarietà, la cura pre pensato che la cultura sia il princi- ca è per una ferita originaria che non si fortuna e questa capacità che conduce della famiglia che rischiano di scom- pale strumento per l’emancipazione e è rimarginata. Per sfuggire a questo al cosmopolitismo e alla problematiz- parire a causa dell’edonismo e dell’o- mi indigna sempre più la scarsa qualità destino di emarginazione, per non la- zazione dei concetti di origine e di ap- mologazione. Deve riscoprire il note- del giornalismo italiano, il proliferare sciarsi irretire dalla sottocultura e dal partenenza. Però, se è vero che non vole patrimonio artistico, la sua ricca di pseudoscrittori, il pattume politiciz- esiste una sola origine o una identità eredità umana e storica e aprirsi a nuo- zato ed esibizionista che in televisione, privilegiata, noi siamo anche i luoghi ve esperienze ambientali, economiche nelle università o nelle piazze, viene dove nasciamo. La Calabria è stata la e culturali. Ma per raggiungere lo sco- contrabbandato come cultura. Sono Se adesso terra dove i Greci, liberi dai condizio- po occorre una presa di coscienza e un scandalizzato dal perdurare dell’ostra- il Meridione è una namenti della madrepatria, hanno spe- cambiamento nella prospettiva e nel- cismo che colpisce i pochi intellettuali “ rimentato nuovi modi di vivere, dove l’agire dei suoi abitanti, dei rappresen- validi che vengono messi da parte o colonia culturale, si sono conservati i fermenti della clas- tanti politici, di coloro che operano nel che, di fronte al degrado e al deserto sicità che hanno originato il Rinasci- mondo della scuola e delle università culturale, preferiscono essi stessi l’esi- politica ed economica mento, un fecondo crocevia di popola- che al momento, a parte poche ecce- lio. Ma la violenza, l’emarginazione, zioni e di culture che non hanno mai zioni, non possiedono la sensibilità e la fobia, l’isolamento, sono il destino è per una ferita smesso di arricchirsi reciprocamente. gli strumenti culturali per un salto di che la massa riserva alle persone non La nostra terra, per progredire, deve qualità. Oggi la Calabria, il Meridione comuni e alle grandi civiltà. Quanto originaria che non spezzare l’isolamento e il provinciali- e l’intera penisola mi appaiono più av- hanno dovuto lottare i Piemontesi per si è rimarginata smo attuali e deve custodire al contem- viati ad accentuare la loro condizione asservire un popolo civile ed operoso ” po le sue antiche prerogative positive: di periferie e di colonie. 25 LettereMeridiane Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 Ricordando Wislawa Zsymborska Nei versi della poetessa polacca, Premio Nobel nel 1996, la meraviglia del sempre visibile ma sempre nuovo Michela Cogliandro

Dateci un luogo, dateci dei fogli Sono un tranquillante. da sé si avvolge in tondo. e noi trasformeremo la carta in poesia. Agisco in casa. In noi – grasso, nervi, vene, La nuda carta bianca che profuma! Funziono in ufficio, muchi e secrezione. affronto gli esami, E a noi resta negata Non saremo più distratti e delusi, mi presento all’udienza, l’idiozia della perfezione. prontamente infelici, incollo con cura le tazze (“La cipolla”) ma finalmente vivi rotte - e carichi di segni! devi solo prendermi, L’intenzione di questi versi è quella di far farmi sciogliere sotto la emergere e prevalere la circolarità perfetta La poesia trasforma il quotidiano in sublime. lingua, della cipolla, identica nel nucleo come nella Mentre lo racconta lo rinnova, rendendolo devi solo mandarmi giù circonferenza e negli strati che si succedono universale. Il poeta è poeta per un attimo e con un sorso d’acqua. via via, “un’eco in coro composta”, una per- per tutta la vita. Ciò che dice dura per sempre fezione che fa invidia all’uomo che deve e rilegge la storia comune, la storia di tutti gli So come trattare l’infelicità, sempre affannarsi a ricrearla e a mantenerla. uomini, la storia dell’inenarrabile minuto. come sopportare una La cipolla non si ossida col tempo nella sua Wislawa Szymborska, poetessa polacca nata cattiva notizia, essenzialità perfetta, non cede agli eventi. nel 1923 e scomparsa il primo febbraio di ridurre l’ingiustizia, La cipolla è tutta cipolla, non ha sangue, quest’anno, fu insignita del premio Nobel rischiarare l’assenza di nervi, muscoli, pensieri, ha solo la sua cipol- nel 1996, perché trasformava con precisione Dio, il contesto storico-ambientale in frammenti losità che non trema, non si turba, non san- scegliere un bel cappellino guina e non ferisce. Dall’inizio è perfetta, e di umana realtà. Più che fare verso racconta- da lutto. va. Prendeva l’elemento e lo analizzava, fino alla fine non avrà dubbi d’essere cipol- Che cosa aspetti - la, non come l’uomo che oscilla sempre tra quasi davanti ai tuoi occhi, usando il bisturi li avvicinava, li allontanava, fidati della pietà chimica. delle parole che incide nella narrazione. un’affermazione umana e un dubbio divino, gli tagliava la strada sì da non essere ne uomo né Dio. Gli fa da e soffocando un risolino Sei ancora giovane, maestra la cipolla che, a costo di essere di- Con uno sguardo mi ha resa più bella, si scansava con un salto. e io questa bellezza l’ho fatta mia. dovresti sistemarti in qualche modo. vorata, non tradisce la sua identità e... rima- Felice, ho inghiottito una stella. Chi ha detto ne così, come dall’inizio doveva essere: ci- Vi furono segni, segnali, che la vita va vissuta con coraggio? polla e cipollosità. Quando l’uomo si rico- che importa se indecifrabili. noscerà ed affermerà di essere una piccola Ho lasciato che mi immaginasse Forse tre anni fa a somiglianza del mio riflesso Consegnami il tuo abisso - parte divina, destinata ad essere interamente nei suoi occhi. Io ballo, io ballo o il martedì scorso lo imbottirò di sonno. divina se solo comprenderà che la sua uma- una fogliolina volò via (“Sono un tranquillante”) nel battito di ali improvvise. da una spalla all’altra? nità è trasversale, non definitiva? Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto. Wislawa Szymborska aveva intuito il pro- Il tavolo è tavolo, il vino è vino getto degli eventi, quel tutto accaduto prima nel bicchiere che è un bicchiere Chissà, era forse la palla Nulla è cambiato. tra i cespugli dell’infanzia? che accada e questa consapevolezza la fa e sta lì dritto sul tavolo. Tranne forse i modi, le cerimonie, le danze. sembrare distante da ciò che con la penna Io invece sono immaginaria, Il gesto delle mani che proteggono il capo descrive. Sembra quasi non ci sia il suo cuo- incredibilmente immaginaria, Vi furono maniglie e campanelli è rimasto lo stesso. in cui anzitempo re presente, ma l’evento accaduto e inevita- immaginaria fino al midollo. Il corpo si torce, si dimena e si divincola, bile, di cui solo si deve prendere atto. Ella (“Accanto a un bicchiere di vino”) un tocco si posava sopra un tocco. fiaccato cade, raggomitola le ginocchia, Valigie accostate nel deposito bagagli. aveva raggiunto la centralità “cipollina”, ave- illividisce, si gonfia, sbava e sanguina. va all’interno lo stesso perfetto equilibrio Per lei e con lei la poesia poteva essere un Una notte, forse, lo stesso sogno, subito confuso al risveglio. Nulla è cambiato. che vedevasi all’esterno, l’equilibrio che co- elemento visivamente riscontrabile, un ele- me tale è freddo perché ha affrontato le mento da scegliere o da scartare: “Ad alcuni Tranne il corso dei fiumi, piace la pasta in brodo, ad alcuni una vecchia Ogni inizio infatti la linea dei boschi, del litorale, di deserti e emozioni e le ha collocate, le vive ancora, a sciarpa, i complimenti, il colore azzurro… ad è solo un seguito ghiacciai. volte, ma senza discostarsi da ciò che conta: altri piace la poesia”. Ma quando quell’ele- e il libro degli eventi Tra questi paesaggi l’anima vaga, la sua centralità, quel punto dove l’umanità mento te lo metteva davanti e te lo descrive- è sempre aperto a metà. sparisce, ritorna, si avvicina, si allontana, diventa divina, cioè senza più esasperate an- va con rigorosa precisione, senza che niente (“Amore a prima vista”) a se stessa estranea, inafferrabile, gosce, perché senza più esasperate attese. sfuggisse e senza che niente diventasse su- ora certa, ora incerta della propria esistenza, Accade solo ciò che deve accadere, e se va perfluo, allora capivi che non ne potevi fare La poesia basta, da sola, a fa conoscere non mentre il corpo c’è, c’è, c’è descritto con tanta chiarezza, con tanto dato più a meno. Te lo ritrovavi come tuo, speri- solo chi la scrive, ma anche chi la legge, per- e non trova riparo. di fatto, è perché nell’equilibrio interno ed mentato e letto, cosicché la suggestione era ché già di per sé il bisogno stesso di poesia (“Torture”) esterno la visione è chiara ed il racconto è la tua verità, e il turbamento l’inevitabile è significativo ed identificativo. freddo! L’anima è fuori dall’emozione, emozione per il tuo accaduto. Poche parole a “gioia e tristezza non sono per lei due senti- …Non devo attendere una notte serena, Nel mondo poetico della Zsymborska, tra volte ma incisive e nette, ineluttabili: sfumature concettuali e sottili riflessioni, c’è menti diversi;/ è presente accanto a noi solo né alzare la testa, 1 uno spazio dedicato alla cipolla che viene quando essi sono uniti” . …Si sono incrociati come estranei per osservare il cielo. La poesia della Zsymborska è semplice, col- Il cielo l’ho dietro le spalle, descritta nella sua dimensione tutt’altro che senza un gesto o una parola, umana eppure perfetta. loquiale, anche se a volte scivola e diventa lei diretta al negozio sottobraccio e sulle palpebre. insidiosa, tutt’altro che tranquilla. Nasce lui alla sua auto. Il cielo mi avvolge ermeticamente dalla più comune delle parole che con lei si Forse smarriti e mi solleva da sotto. racconta in modo nuovo, come se mai aves- o distratti (da “Il cielo”) La cipolla è un’altra cosa. se avuto un senso prima. Sembra che a vol- o immemori Interiora non ne ha. te il verso ti guardi e ti sorrida, facendoti an- di essersi per un breve attimo, Completamente cipolla dare più lontano, facendoti sentire più amati per sempre… Non ce l’ho con la primavera Fino alla cipollità. profondo. Ciò che vuole ricreare è lo stupo- (“Prospettiva”) perché è tornata. Cipolluta di fuori, re, salvare le cose piccole, i dettagli, le ecce- (…) cipollosa fino al cuore, zioni; scoprire e far sentire la meraviglia del Non mi fa soffrire potrebbe guardarsi dentro semplice, del sempre visibile ma sempre Sono entrambi convinti che gli isolotti di ontani sulle acque senza provare timore. nuovo, perché niente è ovvio e immobile. che un sentimento improvviso li unì. abbiano di nuovo con che stormire. In noi ignoto e selve (…) “Si tratta di vedere i miracoli, soprattutto Non conoscendosi prima, credono di pelle appena coperti, quelli alla buona, in base ai quali le mucche che non sia mai successo nulla fra loro. Non ho rancore interni d’inferno, contro la vista per la vista sono mucche e la frutta matura nel frutte- Ma che ne pensano le strade, le scale, i violenta anatomia, 2 sulla baia abbacinata dal sole. to” . Così quello che prima ti è sfuggito te lo corridoi ma nella cipolla - cipolla, ritrovi all’improvviso con tutta una sua dove da tempo potevano incrociarsi? non visceri ritorti. Riesco perfino ad immaginare emozione, quasi un miracolo per gli occhi e Lei più e più volte nuda, per il cuore. che degli altri, non noi fin nel fondo e così via. Vorrei chiedere loro siedano in questo momento La nostra esistenza è un Benvenuto e Addio se non ricordano - sul tronco rovesciato d’una betulla. Coerente è la cipolla, in un solo sguardo… una volta un faccia a faccia riuscita è la cipolla. Tutto è nostro e nulla ci appartiene… forse in una porta girevole? Rispetto il loro diritto Nell’una ecco sta l’altra, Ci salva la meraviglia e la bellezza che va Uno “scusi” nella ressa? a sussurrare, ridere nella maggiore la minore, oltre la fine della vita stessa…3 Un “ha sbagliato numero” nella cornetta. e tacere felici. nella seguente la successiva, cioè la terza e la quarta. Li stupirebbe molto sapere Suppongo perfino Una centripeta fuga. 1 Dalla lirica Qualcosa sull’anima. che già da parecchio che li unisca l’amore Un’eco in coro composta. 2 Dal discorso di W. Zsymborskain in occa- il caso stava giocando con loro. e che lui stringa lei La cipolla, d’accordo: sione della consegna del Premio Nobel Non ancora del tutto pronto con il suo braccio vivo. il più bel ventre del mondo. nel 1996. a mutarsi per loro in destino, (da “Addio a una visita”) A propria lode di aureole 3 Ibidem. 26 Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 LettereMeridiane

Alle Grecia Quanti ricordi tra le pagine U me Paisi, Melitu Non vedo nuove albe oppressa dal sistema sgualcite di un libro finanziario anglosassone smarrito e ritrovato: I stu celu spacendatu, all’orizzonte una violetta appassita si vidi jampratu. Sempre ti ho amato, o Grecia, e ora una foglia ingiallita. I stu mari bagnatu, Non vedo nuove albe all’orizzonte, penso un amore sbocciato du suli basciatu. questa gioventù non conosce la all’azzurro assolato del tuo mare e poi finito. speranza. in questi giorni che nordiche Un amaro scorcio di vita. Sutta i dda turri, È cinica ed arida, come coloro che brume Intanto u strapuntu curri. l’hanno generata, offuscano i tuoi lidi di sogno al calar della sera U sciroccu mpunta, ignorante e senza entusiasmo, dove nacquero Venere ed Apollo. il fiume spezza l’orizzonte a sta ntica punta. come quel professore Feroci artigli di avidi banchieri dove comincia il cielo. di quattro soldi che è costretta a non riusciranno, o Grecia, non temere, Serafino Risisti u Casinu, sopportare a scuola. a rubarti la luce del pensiero sapend’u so distinu. Le abbiamo insegnato a mentire e di cui sei la feconda genitrice. Prim’opoi, cadi com’a nu boi. a prostituirsi, Grecia, divina madre di eroi, che non serve a niente studiare ed ai barbari opporremo il nostro petto essere onesti, e lotteremo con l’arciere Apollo Prunedda sensa gianneddi, pirdìu i ciriveddi. che per riuscire nella vita basta che lanciando i suoi strali luminosi trovare la chiave giusta. dissiperà la nordica caligine. A Marina si nnisca, Emozione pirdìu a so pisca. Le abbiamo indicato le scorciatoie, Salvatore Mongiardo l’ambizione fine a se stessa, I so ringi, Pintidattilu a rrocca, non l’abbiamo abituata a sognare, l’anima spingi. fu unu c’a stocca. alla bellezza di essere considerati A stingi, U paisi vecchju si teni, dei perdenti e degli stupidi, Chi esti? a tingi. i nenti si susteni. a innamorarsi di una donna o di una idea fino a perdere la ragione. Nqueta, È duci u me paisi, Così il mondo cade a pezzi I stati si vesti, squeta. i marizzi e d’offisi. sutt’o celu celesti. E’ sensa luna, nel buco nero della mediocrità, Ntrubulija, dove pochi inetti con i soldi I mbernu si spogghja, sciacquarija. a notti è bruna. perd’a so fogghja. comandano su molti inetti Na ducizza, Fu nu paisi sputtenti, senza soldi Si mprofuma, na marizza. ora si ntrica e si senti. e il denaro è la misura di tutto. i ducizza ti dduma. Smovi, Fu nu paisi i stenti, Cari ragazzi, adesso basta, Sutta d’idda, ch’i so novi. ora si ncanija e no risenti. non servono una bottiglia in mano, l’aria è fridda. la sigaretta o la pasticca di ecstasy, Cunfundi, C’u so metru misura, per diventare ribelli e sognatori. I stati e so festi, ch’i so undi. curtu pi iddu a so cura. Voglio vedervi sulle panchine di ti mbita, ti mpresti. Pi ll’atri u llonga, Ti mundi, San Giorgio assorti a leggere un I mbernu a so sogghja, voli cuntu e i tonga. sinnò ffundi. libro liggera scarfogghja. o mentre recitate ad alta voce una Su i melitoteddi, Ti perdi, poesia. I stati ntrizza i so vesti, chin’i nenti e boruiuseddi. Voglio vedervi inveire contro i so sensi su desti. si non ti sperdi. Cavadd’i parata, Nu filu, e i spaparanzata. quelli che vi stanno rubando I mbernu a so sogghja, il futuro, na pirduta ravogghja. nu spilu. Nc’è cu si sarba, che vi vogliono inermi e rassegnati. I stati umbrusa s’esti, Duluri e festa. e, u silenziu nci garba. Voglio sentire la promessa eterna e i mbernu sensa vesti. Desta. Su assai e tanti, silenziosa che farete a voi stessi e Spinusa ti mbesti, A vita resta, nti stu paisi vacanti. al mondo. com’o fissa resti. i so gesta. Orchisimia Giuseppe Gangemi

U so tremulizziu, Fogghja i buda, non è vizziu. nuda. Quanto all’occhio nobil’è Fiducia, Ventulìa, A vita culura, gioiello di pregevole fattura, u so locu ricrija. si nondi mpastura. che’l fuoco col calor suo non la brucia; col tempo divenir può duratura. Non pinsati scustumatu, U Signuri criatu, Ma cauti quand’è troppo manifesta: è cosa du nostru crijatu. ndi duna hjatu. si vigili, si faccia attenzione, Si jampra pi sarbizza, Emozioni, A ch’in benevolenza vi si presta rifrisca ogni billizza. sensa illusioni. pria di magistral sodomazione. Orchisimia Orchisimia Angelo Bellocco - (Cinquefrondi) Detti famosi di Cola d’a Fattura

l secolo si chiamava Nicola Be- a Brooklyn, dove visse e morì. Cola fa- Avvenne così che una volta si ritrovò a trò, ma in paese era conosciuto ceva il duro lavoro della maggior parte Satriano e si fece notte. Cola si mise in Salvatore Mongiardo A come Cola d’a Fattura, nato al- degli andreolesi, cioè zappava la terra. cammino per Sant’Andrea e, passando l’incirca nel 1860 e morto nel 1941. Era Ma affondare la zappa sotto il sole nel- vicino a una campagna, vide delle luci il bisnonno di Alfredo Varano e nonno, la terra dura non era per lui. Così un che si spostavano. Erano contadini che Un giorno stava tornando verso casa e, quindi, di sua madre Annina. Li ringra- giorno decise di smettere, lasciò la cam- zappavano, facevano i terribili maggesi mentre scendeva per Piazza Castello, zio entrambi per avermi fornito le infor- pagna della Pirarella e se ne tornò a ca- di luglio per preparare la terra alle pri- chiese ad un carabiniere che saliva: mazioni che mi hanno permesso di rico- sa. Entrò nel basso, appese la zappa al me piogge, e lavoravano di notte con le Scusate, ma io vado o vengo? Scusati, struire i suoi detti che vengono ricorda- chiodo e prese commiato dall’arnese lanterne per evitare il solleone. Allergi- ma io vàju o vìagnu? Il carabiniere si ti ancora oggi. con queste parole: Dalle pietre ti guardo co com’era alla zappa, Cola esclamò: sentì provocato e lo portò in caserma. Cola era alto e magro, aveva occhi az- io, dalla ruggine guardati tu! De’ pìatri Signore, ti ringrazio perché non sono A Cola piaceva scherzare e un giorno zurrissimi e capelli sul biondo pettinati ti guardu io, d’a rùggia guardati tu! nato a Satriano! Signuri, ti ringràzziu ca chiese a una signora alta e prosperosa: a mascagna. Ebbe sei figli, alcuni emi- Dovette poi dare spiegazioni di quella ’on nescìvi a Satriànu! Se ti do dieci lire, vieni a coricarti con grati in America i quali, durante la crisi decisione e raccontò che, mentre stava Una volta andò a Catanzaro in treno e me? Si ti dugnu dìaci liri, vìani ’u ti degli anni Trenta, gli mandavano 110 li- zappando, un bombaco si mise a girare volle fare bella figura con i viaggiatori curchi cu mia? re al mese. Appena riceveva la somma, attorno e gli ronzava: Cola, vattene, che leggevano il giornale. Se ne procurò La donna rispose: Svergognato, a me di- Cola correva a comprare pane che rega- questo non è lavoro per te! Cola, vattìn- uno e cominciò a sfogliarlo, ma lo teneva ci queste porcherie? Sbirgognatu, a mia lava ai poveri. Un suo figlio, che si da, chissu ’on è mistìari u tua! alla rovescia perché era analfabeta. Un dici ’si porcherìi? chiamava Nicola come lui, sposò Emi- Si diede allora al commercio dell’olio e viaggiatore glielo fece notare e lui rispo- Subito Cola cambiò la proposta: Allora lia Mattei, l’ultima discendente della accompagnava i grossisti che lo com- se prontamente: Chi sa leggere alla rove- dai tu cinque lire a me e vengo io a co- nobile famiglia del letterato barone Sa- pravano nei paesi dove lui conosceva i scia, sa leggere anche dritto! Cui sapa u ricarmi con te! Allora tu duni cincu liri poesie - racconti verio Mattei. Emilia emigrò col marito migliori produttori. lèja ara storta, sapa puru ar’a derìtta! a mia e vìagnu io u mi curcu cu tia! 27 LettereMeridiane Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 LE INCHIESTE Grande successo editoriale per “Il caso Fallara” L’inchiesta di Baldessarro e Ursini supera le 3.000 copie vendute giudiziaria che ha coinvolto i suoi ammini- pie, suscitando molto interesse ed anche per spettacoli, notti bianche, passeggiate di stratori politici, la sua classe dirigente, il aspre polemiche ma che proprio dal fratello vip, per un progetto d’immagine che avreb- suo tessuto economico. Il 9 ottobre dello di Orsola Fallara, Paolo Fallara, è stato de- be dovuto catapultarla tra le grandi metro- scorso anno il Consiglio dei Ministri del di- finito “un libro onesto”. Recentemente an- poli di Italia e del Mediterraneo e che si è missionario governo Monti ha deciso lo che la trasmissione di Riccardo Iacona rivelato essere solo un grande sogno. scioglimento “per contiguità mafiosa” del “Presa diretta” ha parlato del caso Reggio, Un quadro inquietante emerge, quindi, da Comune di Reggio Calabria, primo comune facendo ampio riferimento al volume. questi filoni di indagini, diversi ma collega- capoluogo di provincia a subire questo gra- Secondo quanto emerge dal lavoro di Bal- ti fra loro. Suonano quindi estremamente si- vissimo provvedimento. dessarro e Ursini, la tragica fine della Falla- gnificative le parole del magistrato Stefano Dalla terribile fine della dirigente al Settore ra, accusata di essersi impropriamente auto- Musolino, titolare insieme a Giuseppe Bilancio e Tributi del Comune Orsola Fal- liquidata forti somme, ha scoperchiato il Lombardo, di importanti indagini: «Negli lara, suicidatasi nel dicembre 2009, dopo pozzo nero in cui il capoluogo è sprofonda- ultimi anni abbiamo iniziato un percorso gli scandali che l’avevano coinvolta, fino to. Debiti e malaffare, come documentato che difficilmente può essere interrotto. C’è alle operazioni giudiziarie che hanno porta- nel libro, sono la sintesi di un sistema ali- una parte di città che è indifferente, una par- to l’arresto di un ex consigliere comunale mentato da un’incontrollata gestione eco- te che lo teme ed una che lo accoglie con fa- nella lista “Alleanza per Scopelliti” Domi- nomica. Consulenti, associazioni, partiti, vore. Reggio ha una classe dirigente forte- nique Suraci, nonché imprenditore, con professionisti si sono abbeverati al “model- mente inquinata e per anni ha vissuto al di l’accusa di bancarotta e concorso esterno in lo Reggio”, fin quando sono arrivate verità sopra delle sue possibilità economiche. Noi associazione mafiosa; il fallimento pilotato inconfessabili e inchieste della magistratu- ci andremo giù pesante e probabilmente di importanti supermercati, alcuni facenti ra. La reale situazione, denunciata più volte questo produrrà un calo dei circuiti econo- capo alla famiglia Montesano, da sempre dalle forze politiche di opposizione e dalla mici fittizi. Sicuramente la città sarà co- leader dell’accoglienza alberghiera a Reg- stampa, è emersa solo recentemente grazie stretta a fare delle scelte». gio; l’ennesimo coinvolgimento del deus ex alle due relazioni degli ispettori della Pro- «Reggio è una città strana che ha commes- Giuseppe Baldessarro machina dell’imprenditoria reggina, quel cura della Repubblica e del Ministero del- so tanti errori - ribadisce il giornalista Giu- Gianluca Ursini Giuseppe Rechichi, socio privato della mu- l’Economia, pubblicate all’interno del cd- seppe Baldessarro - e oggi dovrebbe inizia- IL CASO FALLARA nicipalizzata Multiservizi, già in carcere da rom allegato. re a guardare dentro se stessa e smettere di pp. 216 - Euro 15,00 diversi mesi, - sono state le ombre allunga- Il volume analizza alcuni passaggi chiave essere cinica. Non basta più essere contro la tesi su una situazione già gravemente com- della sua storia più recente: la vicenda Ital- mafia, bisogna essere conseguenti e rompe- promessa, in cui l’ispezione della Commis- citrus, l’ex fabbrica di agrumi acquistata re i meccanismi mafiosi che gestiscono il sione d’Accesso antimafia al Comune ha per una cifra spropositata dal Comune per potere in città». svelato fatti salienti e retroscena. realizzare un fantomatico Centro RAI, il cui «Una città - infatti, secondo Gianluca Ursi- na città ingannata. Una città tradita. Tutta la triste vicenda viene ripercorsa dai progetto non è mai partito; il fallito attenta- ni, - che sta vivendo un brusco ritorno alla Una città, però, che ha vissuto per giornalisti Giuseppe Baldessarro e Gianlu- to all’allora Sindaco Scopelliti; le cause realtà e i suoi cittadini ne pagheranno le U molto tempo al di sopra delle sue ca Ursini, autori de Il caso Fallara. Storia giudiziarie in cui è rimasta coinvolta l’am- conseguenze. Negli ultimi anni ha ricevuto possibilità, preferendo non vedere e non ca- del “modello Reggio” e del suo tragico epi- ministrazione per i photored e l’acqua sala- proporzionalmente più finanziamenti di pire, che si è ritrovata nella paralisi finan- logo, edita da Città del Sole Edizioni. In po- ta. Una trama di decisioni discutibili e inop- Milano o Torino, il problema è capire come ziaria e amministrativa, in una temperie co più di tre mesi ha venduto circa 3000 co- portune, operazioni maldestre, spese folli sono stati spesi». I retroscena delle alluvioni di Messina in un libro L'incubo dell'inquinamento raccontato da due giornalisti Gianluca Rossellini Andrea Tomasi INFERNO DI FANGO Jacopo Valenti 2009-2011. Le alluvioni a Messina LA FARFALLA AVVELENATA e provincia Il Trentino che non ti aspetti pp. 192 - Euro 15,00 pp. 168 - Euro 15,00

e tremende alluvioni che dal 2009 al 2011 hanno devasta- umo, diossina, scorie, aria e terreni in- L to le frazioni di Messina e i comuni della sua provincia F quinati, leggi non rispettate, ambiente hanno lasciato un segno indelebile nel territorio e nel tessuto a rischio: non è questa l’immagine che tut- sociale. Un mare di melma ha sotterrato al suo passaggio ca- ti hanno del Trentino. Non è l’immagine se, auto, negozi, aziende e vite umane. Quattro alluvioni in tre della farfalla, simbolo della promozione anni hanno provocato 40 vittime, tra le quali quattro bambini turistica della Provincia autonoma, che fa di età compresa tra i due e i dieci anni, decine di feriti, 800 mi- il giro del mondo, né quella che hanno gli lioni di euro di danni, nonché migliaia di sfollati. stessi abitanti del Trentino, dove si parla Gianluca Rossellini, giornalista messinese dell’Ansa, riper- di ambiente salubre e difesa del territorio. corre oggi nel libro Inferno di fango, i tragici fatti. L’inchie- “Trentino: l’Italia come dovrebbe essere” sta racconta i giorni dei disastri, evidenziando le gravi mancanze nel controllo del territorio e nel- recitava un controverso slogan degli anni la prevenzione e gli assurdi ritardi nell’erogazione dei fondi per la ricostruzione. Il quadro che Novanta. E invece è il “Trentino che non ti aspetti” ad essere raccontato nel emerge è quello di una colpevole appros- libro-inchiesta di due giovani giornalisti Andrea Tomasi e Jacopo Valenti ne simazione nella gestione dell’emergenza, La farfalla avvelenata. Dopo la notevole risonanza avuta da Avvelenati, di molte passerelle inutili e vuote promesse, P. Baldessarro e M. Iatì, viaggio tra le navi dei veleni in terra di Calabria, ec- insieme a una scorretta denigrazione del- co una nuova inchiesta che raggiunge l’altro capo di Italia. Nel regno del- le popolazioni locali. Le accuse di abusi- l’autonomia, criticato e invidiato, all’estremo nord della penisola, si passa vismo edilizio, poi rivelatisi false, hanno dal sogno all’incubo. È l’incubo dell’inquinamento, della contaminazione da reso le alluvioni nel messinese tragedie di scorie tossiche. Nell’inverno del 2008 gli abitanti di questo lembo di terra, riparato dalle montagne e da uno statuto speciale, si scoprono meno sani e serie B, e presto sono state oscurate dai meno belli. Sulle prime pagine dei quotidiani locali i titoli sono un pugno grandi mezzi di comunicazione e dimen- nello stomaco: “Siamo diventati la discarica del nord”. ticate dal resto dei cittadini italiani, che Nell’introduzione, Claudio Sabelli Fioretti, afferma: “La mancanza di con- non si sono spesi in gare di solidarietà per trolli, la responsabilità politica, la presunzione degli amministratori, il loro i cittadini siciliani, come accaduto per al- fastidio per le critiche. La storia dei rifiuti velenosi, della bonifica delle ca- tre tragedie occorse nel resto del territorio ve di Monte Zaccon e di Sardagna e dei fumi delle acciaierie Valsugana en- nazionale. tra a gamba tesa - come direbbero i giornalisti sportivi - sul tema dell’auto- Il volume ha suscitato notevole interesse nomia, della responsabilità, della diversità del Trentino. Non a caso la cosa in tutta la Sicilia ed è stato apprezzato an- che innervosisce di più gli amministratori trentini è che il tutto sia partito da che dal neo-governatore Rosario Crocetta un’indagine di una sezione veneta del Corpo Forestale dello Stato, mentre Il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta che ha partecipato ad un incontro di pre- esiste un Corpo Forestale Trentino che sul tema è risultato quasi completa- alla presentazione del libro Inferno di fango sentazione negli scorsi mesi. mente assente”. 28 Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 LettereMeridiane In viaggio con una zia speciale, Adele Cambria Il femminile tra i miti di ieri e le generazioni di oggi luoghi segnati, nel mito, nella tradizione e nella storia, da figure di donne: dee, regine, ninfe, amazzoni, poetesse… La giornalista e scrittrice Adele Cambria, pionie- ra del giornalismo femminile in Italia, figura di spicco del panorama culturale dal dopoguerra ad oggi, sceglie la formula del romanzo di formazio- ne per ripensare in maniera suggestiva la lezione delle lotte femministe degli anni Settanta, com- piendo altresì un originale itinerario culturale. L’alter ego dell’autrice è una “Zia” cinquantenne, di mestiere giornalista e reduce “non pentita” del Sessantotto, che organizza un viaggio nel sud Ita- lia per le sue nipoti quattordicenni: Nora, figlia della sorella più piccola, e Yelena, una giovane russa che la madre le ha affidato perché viva una esistenza migliore in Italia. Tra il settembre e l’ottobre del 2002 la Zia conduce le due ragazzi- ne, che lei chiama affettuosamente bambine, in un itinerario che da Locri, in provincia di Reggio Calabria, le condurrà attraverso i luoghi più si- Adele Cambria gnificativi della Sicilia e della Calabria, lungo la scia della storia dei culti femminili. Un sud di fi- IN VIAGGIO CON LA ZIA Fiera di Roma 2012 Più libri più liberi, presentazione del libro di Adele ne estate accoglie i racconti della Zia che, attra- Cambria. Da sinistra: , Adele Cambria, Filippo La Porta Con due bambine alla verso le tante figurazioni del maschile e del fem- scoperta del mito in minile nel mito, va alla ricerca della Dea, la figu- Magna Grecia ra primigenia che secondo le antiche culture del Mediterraneo governava il creato prima dell’av- pp. 184 - Euro 15,00 vento del pantheon maschile, eterno archetipo dello spirito femminile… ma il reale irrompe nel- la lunga vacanza attualizzando in maniera radica- «Una storia che tutti, più o meno, conoscia- le il fantastico mondo degli eroi e delle divinità. mo... ma che nessuno può dire di avere letto Tra il timore di annoiarle o l’ansia di atterrirle, la o ascoltato davvero con la passione che me- Zia mantiene saldo il suo impegno culturale e pe- rita, fino a quando non trova la chiave della dagogico, tessendo i suoi racconti con citazioni e sua, individuale, personale interpretazione letture, ma anche parlando apertamente di sesso e della leggenda, del mito... Ognuno di voi, di metodi contraccettivi. A fare da contrappunto ogni ragazza, ogni ragazzo, sceglierà... ma al viaggio l’incontro con significativi personaggi non ora, solo quando avrà accumulato ab- femminili in carne e ossa, che fanno loro da gui- bastanza vita sulle spalle... la storia che più da attraverso racconti e testimonianze. Ancora lo riguarda… ». una volta Adele Cambria si interroga sul ruolo della donna nella nostra epoca, lo fa con questo romanzo atipico, in maniera dialettica, aperta, i immergeremo nel mare della Sto- confrontandosi con generazioni che hanno ac- ria sconosciuta delle donne… ». È quisito definitivamente i frutti dell’emancipa- «C questa la promessa della Zia alle zione femminile - non per questo assolutamente due nipotine per il loro viaggio. Le tre protagoni- libere dal giogo del potere e dello sguardo ma- ste intraprendono un affascinante percorso in schile - ma che oggi sono chiamate a vivere in quella che fu l’antica Magna Grecia, attraverso i modo nuovo le proprie scelte di genere. Adele Cambria con l’editore Franco Arcidiaco Rassegna stampa

da “Il Quotidiano della Calabria” da “Repubblica Sera” del del 02/02/2013 da “Gazzetta del Sud” del 26/01/2013 22/01/2013 29 LettereMeridiane Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 Le Storie di ordinaria resistenza di una Calabria ribelle Giuseppe Trimarchi intervista gli eroi quotidiani di una terra che non ricorda

ella Calabria tristemente nota giustizia alla ricerca della verità e di taglieggiata dal racket e poi quasi di- per essere la terra della mafia una speranza, che hanno scelto di ri- strutta dalla mafia e dalle difficoltà N più potente al mondo emergo- manere in Calabria e guardare in fac- economiche, dopo le denunce. no le storie di gente comune che a cia gli assassini dei propri figli e dei Un testo onesto, limpido, che, sce- questa si è ribellata: storie di ribellio- propri genitori; gente che è rimasta a gliendo la formula intervista, consente ne e speranza che raccontano una Ca- lavorare e a vivere, senza cedere all’o- ai protagonisti di parlare senza reti- labria diversa. Laddove la penetrazio- dioso ricatto che vede le vite di molti cenze, e al lettore di entrare nel vivo ne nel tessuto sociale, culturale e poli- calabresi piegate ai vari interessi delle dei fatti raccontati, senza indugiare a tico è più alta, è molto difficile dire di cosche. Sono le storie di Deborah facili patetismi. no. Farlo in silenzio, senza clamori Cartisano, figlia del fotografo di Bo- Storie in alcuni casi già ampiamente mediatici, con tutti i sacrifici che que- valino (RC) rapito e ucciso nel 1993; conosciute, che hanno destato scalpo- sta scelta impone, sempre, ogni gior- don Pino Demasi,prete coraggio, re e penetrato la coltre dell’indifferen- no, lo è ancora di più. esponente di Libera nella martoriata za, e per alcune di esse ancora si cerca Oggi che le cronache ci consegnano la Piana di Gioia Tauro, ispiratore delle la verità giudiziaria, che in questo li- radiografia di un’Italia intera penetra- esperienze di lavoro nelle cooperative bro rivelano aspetti meno noti e parti- ta dai tentacoli della ’ndrangheta, che sulle terre confiscate alla criminalità; colari personali. influenza la politica, piega l’economia Stefania Grasso, figlia un meccanico Come scrive nella prefazione il socio- e penetra gli appalti pubblici in tutte le della Locride ucciso perché non vole- logo Tonino Perna, Calabria ribelle è ricche regioni del nord, assumono un va pagare il pizzo, Mario Congiusta, «un testo sorprendente, che scompagi- significato diverso le storie di questi padre del giovane Gianluca ucciso na i luoghi comuni sui calabresi... In uomini e donne che, già da molti anni perché aveva ficcato il naso in affari questo lavoro sono le vittime che rac- e da soli, hanno detto no alla ’ndran- che non lo riguardavano, Liliana Car- contano le loro tragedie personali, il Giuseppe Trimarchi gheta. bone, madre di un giovane che aveva modo in cui sono arrivati a ribellarsi. CALABRIA RIBELLE Sono figli e figlie, padri e madri che la colpa di essersi innamorato della Sono pagine intrise di dolore e soffe- hanno visto cadere sotto una mano as- donna sbagliata; gli imprenditori Mi- renza, ma anche il segno tangibile che Storie di ordinaria resistenza sassina un loro congiunto, vite irrime- chele Luccisano, e Gaetano Saffioti, c’è chi non si piega più e cerca giusti- pp. 200 - Euro 15,00 diabilmente segnate dal lutto e dall’in- che hanno visto la loro attività prima zia per sé e per gli altri». La lingua dell’Altro e le parole che “parlano” l’anima

della lingua in una scuola sempre di to. ‘La conoscenza è il principio della più luogo in cui le diversità anche lin- trasformazione’. Anna Foti guistiche si manifestano. Un viaggio La lingua è luogo in cui parole e pau- nell’universo altrettanto complesso se coesistono per educare all’ascolto e lasciare spazio non al vuoto ma a suo- Chi ha un Dialetto come lingua madre, della trasformazione della lingua Ita- l’unica in cui le parole parlino e abbia- liana, ricca di lessico mai frequentato ni di armonia quali sono le lingue de- gli altri; è strumento politico privile- no un’anima, racconta delle radici e come di Dialetti e Vernacoli molti più dell’appartenenza ad un territorio, la antichi di lei, ma in via di estinzione. giato di costruzione di pace, integra- zione ed armonia. cui essenza è narrata dai suoni e dalle Un viaggio in cui ogni evoluzione può parole di uomini e donne che, abitan- in realtà essere un’involuzione e tra- Affinché ciò non sia solo mera enun- ciazione ma vitale realtà è necessario do quei luoghi, li sentono e li fanno dursi in impoverimento, in cui la tra- propri generando quella che l’autore duzione dal Dialetto all’Italiano o da guardare alla lingua Italiana nella sua una lingua all’altra, necessaria alla eterogeneità, senza pregiudizio alcuno definisce proprio una ‘letteratura’ con diffusione di idee e contenuti di un’e- per le lingue Dialettali di cui la nostra cui entrare in confidenza. ‘Ogni popo- poca nel tempo e da un popolo all’al- penisola è peculiarmente ricca o verso lo produce una letteratura nella quale tro, non può non tenere conto che lingue altre, ‘diverse’. Uno sguardo di convergono sogni, speranze, aspira- quelle idee sono di quei luoghi e di tale respiro, rapidamente volge alla di- zioni, paure delle generazioni che si quell’epoca. Altro banco di prova per mensione scolastica deputata all’inse- succedono su quel determinato palco- il linguaggio è la trascrizione di tradi- gnamento della lingua Italiana scritta e scenico(…) Non c’è insegnamento zioni orali perché non tutto può diven- parlata e dunque alle delicate dinami- grammaticale che possa rimpiazzare tare un simbolo e non tutti i simboli che che si incardinano laddove per gli l’apprendimento della lingua viva.’ sono noti a tutti, universalmente. Non alunni non sia l’Italiano ad essere la La lingua, come la musica, ha ritmo e in tutti i luoghi e non per tutti ad un si- lingua madre a cui si sia abituati fin da cadenza. ‘La dissonanza linguistica Francesco Idotta gnificante - parola - corrisponde un si- piccoli, quella che abbia cullato le pri- educa alle differenze. Imparare la mu- LA LINGUA DELL’ALTRO gnificato - anima. Non tutto è traduci- me parole e tradotto i primi pensieri, sica dell’altro vuol dire suonare stru- Il problema del dialetto bile perché la grammatica è un mezzo bensì quella Dialettale o una lingua menti diversi, possedere un’anima mol- straniera. Rispetto a queste, dunque, teplice, che non retrocede davanti al- nel’apprendimento non un fine per esprimere in modo corretto un pensiero, un bisogno, un’i- ‘imporre’ una univoca e misera lingua l’ignoto, ma si incammina verso il lin- scolastico. Uno sguardo dea autentica di per sé e che dunque Italiana definendola l’unica adeguata e guaggio’. Essa è una possibilità pro- didattico-filosofico potrebbe non essere suscettibile di tra- la migliore, in realtà la depaupera del- teiforme di comunicare il sentire della pp. 160 - Euro 14,00 duzione o trasposizione dalla sua di- la sua ricchezza e la disegna come lin- propria anima, di condividere e di esi- mensione originaria senza perdere gua matrigna. stere insieme, uno sguardo libero sul qualcosa di sé, rimanendo, pur in que- Il Dialetto, nella sua etimologia greca mondo e sui suoi cambiamenti, un via- sta impossibilità, integra nella sua es- dialektos tratto da dialègo(mai) tradu- tico per esplorare nuove visioni del a parola è il mare, la filosofia la senza. Francesco Idotta, infatti, richia- cibile in dire tra quindi conversare, di- mondo medesimo, differenti codici e L zattera che consente di passare da ma Platone per affermare che la scrit- scutere, intrinsecamente guida ad un modalità di appartenenza, un’opportu- un’isola all’altra, creando contamina- tura può distruggere la memoria. confronto e non ad uno scontro impa- nità per creare nuovi mondi dal mo- zioni e generando possibilità. È dedi- Tanti gli interrogativi sollevati in que- ri. Lo stesso titolo del volume richia- mento che ‘le lingue plasmano il pen- cato proprio ai suoi alunni dialettofoni sto volume come ad esempio quello ma il concetto di alterità e come scri- siero’ e che ‘ inventare la parola, ogni il volume ‘La lingua dell’Altro. Il pro- relativo al ruolo dell’insegnante nel- veva l’antropologa camerunense, cala- giorno, ci dispone al futuro privi di blema del dialetto nell’apprendimento l’integrazione dell’alunno straniero brese di adozione, Genevieve Maka- paure e pregiudizi’, ci educa alla li- scolastico. Uno sguardo didattico-filo- per il quale la lingua Italiana non è ping, in un dialogo le alterità sono bertà ed al rispetto autentico dell’altro. sofico’ (Città del Sole Edizioni, 2011) certamente la lingua madre. Anche le sempre due e nell’incontro di queste La Lingua è, infatti, una via di civiliz- in cui Francesco Idotta, insegnante e parole infatti migrano quando il verbo due reciproche alterità la diversità de- zazione e la parola un soffio di Li- scrittore, propone un viaggio nell’uni- trasloca verso un luogo adottivo in at- ve essere vista come risorsa e ricchez- bertà. È una possibilità di Speranza in verso complesso dell’apprendimento tesa di essere riconosciuto ed accetta- za e non come limite. costante evoluzione. 30 Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 LettereMeridiane “Lettere dal Sud”, riflessioni politiche di inizio millennio Grande interesse per il volume di Giuseppe Romeo alla sua prima ristampa

Calabria (2001-2011) di Giuseppe Ro- la carta, rendendole pubbliche in un meo, edita da Città del Sole Edizioni. contesto locale, una dimensione in cui Maria Chiara Tarsia Il testo ha avuto un notevole riscontro i feedback e gli scambi sono non solo dopo la serie di presentazioni tenute in possibili, ma anche quasi immediati. varie città italiane, durante le quali so- “È importante ribadire l’importanza considerazioni sulle disparità e le con- no stati discussi gli articoli che com- dei quotidiani che operano sul territo- trapposizioni fra Nord e Sud, le men- pongono la composita raccolta: inter- rio, realtà che, quando puntano sulla talità della gente che si sente ancora venti coraggiosi e controcorrente, qualità dei contenuti, rendono così legata a divisioni tanto arcaiche. L’au- punti di vista da conoscere e far cono- possibile il giornalismo vero in una tore non manca di fare il punto sulla scere, nonché riflessioni attualissime terra come la Calabria (e, ovviamente, mafia, ma anche sull’antimafia e, dun- sulla nostra regione e sulla politica ovunque). Perché - prosegue - essere que, sull’importanza di concetti fon- estera. calabresi non può e non deve signifi- damentali quali la legalità o l’onestà Il volume si presenta corposo, diviso care essere cittadini di serie B, né do- intellettuale. per tematiche, e fissa dieci anni di col- versi sentire emarginati perché si è na- Leggendo Lettere dal Sud quello che laborazione giornalistica dell’autore ti e si vive in una regione che, per vi- abbiamo davanti è dunque un compo- con il giornale calabrese “Il Quotidia- cissitudini avverse, si trova ai margini sito mix di riflessioni oggi più che mai no della Calabria”, focalizzando i mo- del Paese”. Nelle parole dell’autore si fondamentali. menti ed i fatti più particolari del nuo- avverte la grande volontà di sconfig- Ma l’autore ha compiuto un passo in vo secolo che, dall’11 settembre 2001 gere, anche attraverso un mezzo come più, si è sforzato di non fermarsi allo in poi, hanno segnato e continuano a gli articoli di un giornale, quel fatali- “stadio uno”, ovvero alla determina- segnare la nostra quotidianità. “Nes- smo ormai purtroppo così radicato nel zione di quali siano i problemi. Perché Giuseppe Romeo sun cuore è al sicuro” recita il titolo popolo calabrese, che Giuseppe Ro- questi articoli ci svelano un particola- LETTERE DAL SUD del suo primo articolo, dedicato pro- meo desidera spronare all’autovaloriz- re punto di forza, che coincide con L’Italia, l’Europa, il Mondo, prio ai tragici eventi che, in quella zazione e a combattere la tanta dema- quello che è il lodevole intento del- la Calabria (2001-2011) giornata, coinvolsero la città di New gogia che, ormai da troppo, si fa sulla l’autore: proporre una soluzione. Sco- York e il resto del mondo. nostra terra. prire cosa non funziona, nella convin- pp. 400 - Euro 25,00 Giuseppe Romeo, colonnello dell’Ar- Gli argomenti che si trovano sfoglian- zione che proprio un’onesta valutazio- ma dei Carabinieri che, come tiene a do “Lettere dal Sud”, oltre i numerosi ne di tutte le soluzioni individuali e il sottolineare, scinde la sua professione scritti sulla Calabria, abbracciano dialogo intorno a queste, possano det- orna in ristampa il volume di dall’attività di scrittore, ha deciso di molte tematiche chiave della storia tare e determinare un sicuro successo studi politici Lettere dal Sud - mettere in gioco se stesso, e ha scelto contemporanea. Articoli di attualità, nella scoperta della migliore soluzione T L’Italia, l’Europa, il Mondo, la di farlo riversando le proprie idee sul- come di politica sia estera che interna, possibile. Riflessioni sulla Calabria dolente Il film di Ansano Giannarelli e Esce il nuovo libro del giornalista Filippo Veltri Mino Argentieri diventa un libro Filippo Veltri LA CALABRIA DOLENTE pp. 104 - Euro 12,00 Ansano Giannarelli - Mino Argentieri RESISTENZA UNA NAZIONE CHE RISORGE ome parlare della Calabria oggi? Come costrui- pp. 264 - Euro 20,00 C re un’efficace e veritiera narrazione della no- stra regione, senza scivolare in banalità, scuse, pre- giudizi cui molta parte dei commentatori nazionali e sce finalmente in volume per Città del Sole locali ci hanno abituato? Ci riesce un giornalista di E Edizioni, Resistenza. Una nazione che risorge lungo corso come Filippo Veltri, firma di punta di Mino Argentieri e Ansano Giannarelli. Si tratta dell’Unità e responsabile per molti anni della reda- dei testi delle videointerviste integrali filmate da zione calabrese dell’agenzia di stampa Ansa, che Ansano Giannarelli per il documentario omonimo, con La Calabria dolente, appena pubblicato dalla un film-saggio realizzato nel 1975, suddiviso in 5 casa editrice reggina Città del Sole Edizioni, racco- parti per consentirne una più facile diffusione nel- glie diversi interventi apparsi nel corso dell’ultimo le scuole e in tutte le realtà associative, un esempio anno su Il Quotidiano della Calabria e il Lametino. di film di ricostruzione storica, epico e ricchissimo Una voce autorevole, puntuale e sferzante che attra- di documenti cinematografici d’archivio. versa temi salienti della Calabria: il senso civico dei suoi cittadini, la responsabilità poli- Per risvegliare una memoria collettiva assopita, tica e l’efficacia dell’azione dei suoi amministratori, il problema della ’ndrangheta, la sua dopo trentacinque anni, il film documentario divie- penetrazione negli alti livelli, la reazione civile e la lotta antimafia, anche quando que- ne un libro che traccia i lineamenti di una storia politica della Resistenza in un lin- sta diventa parata e mestiere, la posizione della Chiesa di fronte a questo problema. So- guaggio diretto, in una forma problematica, nell’intreccio tra fermenti sociali e rela- no tracce di pensiero che si snodano efficacemente da un commento a un altro costruen- zioni con il contesto internazionale. A ravvivare una narrazione lucida e avvincente do l’immagine di una terra che oggi più che mai appare “dolente”, stretta com’è da ten- sono le dettagliate e intense testimonianze di alcuni tra i più rappresentativi protago- tativi più o meno validi di rinnovamento sociale, civile e politico e la permanenza di nisti della lotta antifascista: Enzo Enriques Agnoletti, Giorgio Amendola, Giustino Ar- vecchie logiche di potere, meschine mentalità diffuse e pervasiva cultura mafiosa. pesani, Arrigo Boldrini (Bulow), Giuseppe Brusasca, Franco Catalano, Arturo Colom- Necessaria è quindi l’esigenza di un racconto normale dei fatti “di cui gli stessi cala- bi, Ugo La Malfa, Girolamo Li Causi, Oreste Lizzadri, Luigi Longo, Cino Moscatelli, bresi devono farsi interpreti”, nonché di “una presa di coscienza amara” che non cada, Giancarlo Pajetta, Ferruccio Parri, Emilio Sereni, Giuseppe Spataro, Enzo Storoni, scrive Veltri, “nel rancorismo, nel provincialismo, nel vittimismo: tre angoli per lancia- Umberto Terracini, Leo Valiani. Una rievocazione che lascia trasparire conflitti e con- re, appunto, con serietà e rigore, l’approccio alla narrazione normale della Calabria, che traddizioni proiettati sull’Italia repubblicana. Il volume è stato presentato presso la se- poi significa narrazione di quel che accade senza sconti a nessuno, ma anche di quel de della Fondazione AAMOD, l’Archivio Audiovisivo del movimento operario e de- che accade e che non viene raccontato da nessuno”. mocratico. Sono intervenuti oltre lo sceneggiatore del film, ovvero il critico cinema- Nella prefazione Aldo Varano, altra firma storica del giornalismo calabrese, commenta tografico Mino Argentieri, nonché coautore del volume, rappresentanti dell’Anpi, re- così il volume: “Non mi sono mai apparse riflessioni sparse su argomenti pur impor- gisti e docenti. Durante l’incontro, l’attore Fabrizio Gifuni ha letto alcuni brani del tanti di varia umanità ma una lettura della Calabria questa sì “organica e coerente”, di- saggio di Ansano Giannarelli e alcuni estratti delle interviste ai protagonisti della Re- spiegata attraverso storie, commenti e riflessioni su fatti specifici, analisi politiche che sistenza. È stato inoltre presentato il progetto della costituzione di una banca dati re- hanno sempre il vantaggio della freschezza e l’efficacia dell’immediatezza così da of- lativa al cinema sulla Resistenza e sulla Guerra di Liberazione in Italia a cui stava la- frire meglio l’occasione e la riflessione di uno sguardo lungo sulla nostra regione”. vorando Ansano Giannarelli prima della sua scomparsa. 31 LettereMeridiane Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 L’esperienza in divenire di ogni esistenza Esce la raccolta di racconti Siamo tutti farfalle di Benedetta Borrata

da affermazione e vitale ritrovamento Una tesi supportata da tante storie che di sé, come fatto creativo, come affa- nel genere letterario di calviniana me- Anna Foti scinante viatico per riscoprire l’antico moria del racconto, trova compiuta e raccontare la natura ed il suo inces- ed essenziale espressione. Il titolo, al- uguale. Tutto fluisce ed ogni forma sante divenire, come strumento di tresì, esalta la bellezza struggente e diventa mobile, così come il tempo, il creazione che diffonde universalmen- fugace della farfalla destinata ad una fiume ed anche il mare le cui onde si te la poesia, offre voce a uomini ma breve vita, dopo gli altri tre stadi del spingono l’una dietro l’altra sempre soprattutto alle donne, alla loro inelut- suo ciclo vitale in cui in realtà di svi- simili e sempre nuove (…). tabile fragilità e alla loro straordinaria luppa la sua esistenza in attesa di quel Un viaggio da Pentadattilo a Roma, capacità di trasformazione e re-inven- giorno, o di quella settimana, in cui, da Firenze al chiostro delle Repentite zione delle proprie esistenze. Siamo dopo l’ultima trasformazione, avrà ali di Palermo, fino ai Magazzini Ostru- Tutti Farfalle è il titolo della raccolta colorate e linee leggiadre. Teatro pri- zioni Retali di Reggio Calabria, alle di racconti, edita da Città del Sole vilegiato delle trasformazioni nel cor- Saline a Marsala, con Amina Flachis, Edizioni (2012), e presentata in occa- po ed ancora più nell’anima, in realtà Nicoletta Maugeri, Alda Merini, Re- sione del quarto caffè letterario pro- vitali, è anche la scrittura che riscatta nato Guttuso, Antonello da Messina, mosso dal circolo culturale Rhegium dalle ingiustizie subite, dalla violenza Didone, la regina Cristina di Svezia, Julii a Reggio Calabria. e dalla dimenticanza, quella che nobi- Beatrice una tartaruga poco conosciu- Un’opera letteraria che attraversa la lita la follia genuina e imprescindibi- ta. Un viaggio nella vita quotidiana letteratura da Ovidio a Dante, da Vir- le del poeta, che salva dall’emargina- che non cambia registro stilistico e gilio ad Alda Merini e che dell’autri- zione, quella a cui, attraverso una let- narrativo quando l’autrice intinge la ce tradisce l’instancabile volontà di tera, si affida il racconto di una fami- penna nella realtà vera e verosimile, capire e sapere, l’insaziabile sete di glia che la storia ha separato. Tutte vi- Benedetta Borrata nella storia e nella letteratura; un conoscenza e di approfondimento. branti testimonianze di una nostra viaggio che si nutre di graziosi aned- SIAMO TUTTI FARFALLE Benedetta Borrata è nata e vive a Reg- natura complessa e misteriosa all’in- doti e affascinanti leggende, ai miti pp. 192 - Euro 16,00 gio Calabria. Si è laureata in Lettere terno di una realtà mutevole, indefi- legati ai luoghi oltre che di suggestivi moderne all’Università di Messina. Ha nibile, inafferrabile. Una natura im- scenari. Una viaggio nella grande e insegnato Lettere italiane e latine nel mersa in un mondo in cui le parole si piccola Storia in cui anche le termiti ra sono qui a scrivere. Lo Liceo Classico “T. Campanella” di sprecano e c’è bisogno di silenzio. ne scrivono una pagina, quella epoca- faccio spesso nel silenzio Reggio Calabria. Ha collaborato con La trasformazione e la scrittura, squi- le dell’11 settembre 2001. O della mia cella o del chiostro la Casa Editrice Le Monnier per l’edi- sitamente capace di interpretarla e Una raccolta di racconti in cui il cam- perché la scrittura è conquista di li- zione di testi in latino per le scuole di rappresentarla, alimentano il ritmo ed biamento non è mai indolore ma sul- bertà, è arte, è lettura di sé, è compo- secondo grado (Gradatim e Latinitatis il flusso emotivo di questi sedici rac- le cui scie, la vita resiste e ri-esiste sizione, è mettere ordine nel disordi- exempla). Collabora, come critica let- conti, forma dalla incastonati in luo- perché nulla si perde e tutto si tra- ne che ci opprime, è narrazione di teraria, con il Circolo culturale Rhe- ghi suggestivi e familiari in cui il mu- sforma, e la scrittura è momento di li- fatti di uomini e di donne, determina- gium Julii per i progetti “Invito alla tamento del tempo e degli spazi si ar- bertà sublime che, contrariamente al ti da una rete di relazioni con dettagli lettura” e “Per amare il libro”. monizza con quello delle esistenze telaio in cui forme vengono paziente- che si moltiplicano (…) Il titolo della sua raccolta Siamo tutti dei personaggi. Racconti che esplora- mente tessute ispirandosi ad un mo- Dopo Il Tappeto di Eudossia, poten- farfalle richiama, con tono affermati- no luoghi ed esistenze e che la scrit- dello, si snoda su un foglio bianco, zialità della scrittura a più voci, Be- vo e perentorio, l’esperienza in dive- tura lascia in modo diverso da come li anch’esso proteiforme ed eclettico, nedetta Borrata regala al panorama nire di ogni esistenza, in sé plurima, ha trovati. Questo il suo miracolo. potenziale di infiniti racconti custodi letterario un nuovo intenso viaggio coacervo di parole stanche oppure Questo il suo fascino. (…) Non c’ è del valore Vita e dell’inscindibile va- che, attraverso la scrittura come fervi- nuove, scrigno di infinite possibilità. proprio niente al mondo che rimanga lore Parola. L’odore della tonaca, un romanzo ricco di suggestioni letterarie Il volume di Nino Piccione inaugura il progetto editoriale di Città del Sole e Bibliotheca Edizioni

toriale nato dalla collabora- la presenza delle creature, a un sono vere a tutto tondo, come il zione con la prestigiosa casa episodio che ha qualcosa di ter- proprietario erudito che possie- Dante Maffia editrice Bibliotheca Edizioni, rificante. Mi riferisco alla sce- de una biblioteca e conosce la diretta dal prof. Francesco na di Vita, una povera cieca, al storia, l’archeologia, la lettera- nato tra spine e rovi illimpiden- Mercadante. Pubblichiamo suo succhiare il latte “impietra- tura. Piccione sa tessere una te- do sempre più il linguaggio e i di seguito la nota critica di to” dalle mammelle di una don- la lunga, infinita di citazioni concetti. Egli sa porgere i dati Dante Maffia relativa al ro- na che ha da poco partorito. Ma che aiutano a comprendere me- con la grazia di chi ha consu- manzo. il libro è denso di notizie, di vi- glio la personalità del sacerdo- mato i nodi intricati delle con- cende, di incontri, di medita- te, e aiuta a entrare nella suetudini e si può permettere di Nino Piccione ha potuto affron- zioni, proprio come dev’essere profondità del suo essere. La parlare con giudizio e con co- tare un tema così scottante e un romanzo che si rispetti. Per- valanga di riferimenti storici, gnizione di causa tanto è vero così delicato soltanto perché ha fino era solito filosofici, teologici, artistici, che addirittura le “incursioni” una solida ed estesa conoscen- ripetere che narrando bisogna letterari, antropologici, musica- antropologiche diventano mo- za dei testi sacri. Egli si sa informare minutamente il letto- li ed etnologici e ci trascina co- mento importante per la strut- muovere a suo agio nel perico- re sugli argomenti più disparati. me in un gorgo che straripa e tura del romanzo. loso ginepraio delle lacerazioni E così Piccione parla (l’ha fatto accende l’interesse focalizzan- Un romanzo che non mira a fa- interiori e ne sa trarre pagine in- altre volte) di Gagini, poi di Ni- do un percorso eccezionale. re l’occhiolino al lettore, ma dimenticabili. Ovviamente sen- no Salvaneschi, e a seguire, dei La trama è imperniata attorno punta a fermare lo strazio e la Nino Piccione za trascurare mai il fattore uma- filosofi e dei poeti dell’anti- al sacerdote che narra e narran- resurrezione di un uomo che L’ODORE DELLA no, e cominciando da quella chità, ricordando avvenimenti do attraversa gli ultimi decenni cercando l’Assoluto non si è TONACA “educazione sentimentale e leggendari come quello di Em- in un turbinare di esperienze e tuttavia mai discostato dall’u- spirituale” che forgia l’anima e pedocle e citando i versi, e par- perfino di cadute che rendono mano. pp. 168 - Euro 14,00 la rende ricca e forte. la di Napoleone, di Wagner, di credibilità a ogni pagina. Ciò non è una caratteristica La storia comincia da quando il Seneca, e Tolstoj, di Camus, di Nino Piccione ha un lungo tiro- nuova dell’opera di Nino Pic- protagonista è bambino e può Kafka e di cento altri autori lai- cinio di lavoro prima giornali- cione, ed è sicuramente il se- odore della tonaca di assistere, in un mondo contadi- ci e religiosi che hanno cambia- stico e poi letterario e per arri- gno vincente delle sue pagine L’ Nino Piccione è il pri- no che spesso, come dice lo to il volto del mondo. vare a risultati come quelli de che qui hanno il sapore di un mo volume del progetto edi- scrittore, non si preoccupa del- Alcune delle figure delineate L’odore della tonaca ha cammi- messaggio evangelico. 32 Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 LettereMeridiane L’intensa prosa di Dante Maffia I racconti di “Sette donne per fare un uomo intero”

articolazione di una imago di un femminile momento di amplificazione grottesca - a controverso, ora succubo ora aggressivo, volte opportunamente contenuta, scherma- Luigi Celi che si esprime specularmente al maschile e ta, metamorfizzata -, sia di un movimento ad esso si concede in forme facili e compul- narrativo corrosivo ed insieme evocativo di sive, nella non consapevolezza dei valori un sociale che emerge distorto dalle afasie spersonalizzante e individualismo estremo, della relazione, inclinato a volte in coazio- dell’umanità sofferente, e così dà voce a di- ogni rapporto è un’oscillazione che si inne- ne a ripetere al trionfo di Thanatos, princi- sadattati, emigranti, emarginati, barboni, sta in un luogo simbolico in cui coesistono pio correlato a Eros, come ha mostrato S. prostitute, assassini, malati mentali, come un’aspirazione edenica e un senso di colpa Freud in Al di là del principio del piacere. già era avvenuto nello splendido Lo spec- atavica che getta e vincola ulteriormente al- Alcuni racconti sono segnati da riferimenti chio della mente del 1999. la terra personaggi irretiti nella condanna autobiografici o apparentemente tali, ma Scrivevo ancora che il suo è un poiein di della dimensione nullificante di una totalità l’ironia dell’autore, il suo giocare ora a sco- storie metaforizzate, di allegorie, di ritmi artificiale, qual è la vita cittadina, troppo prirsi ora a nascondersi, opera un investi- che guardano al labirinto borgesiano, alla piena di materia, vuotata di metafisica, di mento simbolico che va dal soggettivo al sua ‘cecità’ poeticamente abitata, anche senso ultimo e trascendente. L’antinomia trans-soggettivo, dal reale al surreale oniri- quale problematizzazione emozionale della tra puritanesimo codino e sfrenatezza pro- co. Dalla fisiologia del corpo e dell’istinto natura civile e tragicamente incivile dell’e- miscua la troviamo esercitata a livello rela- si perviene alla sua patologica deflagrazio- sistenza, che riconduce in qualche modo al zionale, invece, nel pieno disorientamento ne, anche nel linguaggio del nostro, specu- suo forse non troppo amato Pasolini, a certi di chi subisce l’inconsapevolezza tragica larmente, la strutturazione tende alla de- scrittori americani, a un Herry Miller in- dei fini della propria ed altrui esistenza. strutturazione per mezzo della “commuta- fluenzato dai surrealisti – sappiamo che Maffia mostra di divertirsi nel suo affabula- zione”, che - direbbe R. Barthes - si dà a Miller ha frequentato gli autori che ruotava- re e si diverte pure il lettore che legge que- partire dal tutto alle frazioni del tutto, nei no proprio intorno a Villa Seurat (...). La sti racconti: essi, anche quando tendono al Dante Maffia sintagmi di sistema. I singoli racconti, sot- scrittura dei libri che potremmo definire drammatico, hanno infatti, in molti casi, più toinsiemi di una totalità magmaticamente in della maturità, mi richiama pure la Beat Ge- il tono del grottesco che del tragico, mentre SETTE DONNE PER FARE alcuni conservano una pregevole aura boc- UN UOMO INTERO movimento, si scompongono in imprevedi- neration, un Jack Kerouac, un Bukowki, bili dettagli, sfumature psicologiche, sensa- però, più urbanizzati. Si risentono in que- caccesca. Racconti di donne zioni, corrispettivo segnico della frantuma- st’opera gli influssi del maledettismo fran- Scrivendo in altra occasione della poesia e sulle donne zione sociale e psichica. Si va verso un nar- cese e direi anche del romanzo gotico. dell’ultimo Maffia notavo il declinare del pp. 208 - Euro 14,00 rato policentrico, ellittico, seppure questa In Maffia come in Borges di tanto in tanto linguaggio verso il parlare corrente; in alcu- scrittura conservi compattezza di motivi e urge l’esigenza di superare il racconto di ni testi egli adotta anche termini triviali, che coerenza stilistica, per cui l’operazione di realtà nella parola magica, evocativa, indis- però sa mutare sorprendentemente in filo Maffia può anche essere colta nel suo mo- solubilmente collegata nel significante ad d’Arianna per decodificare i labirinti dell’a- ette donne per fare un uomo intero. nima e della città (...). Maffia ci offre allora Racconti di donne e sulle donne di vimento dialetticamente inverso. C’è un fi- un suo metasenso che oscilla tra il surreale e l’assurdo. Il raccontare più corporeo, personaggi sconfitti che diventano archetipi Dante Maffia è un testo ellittico, ricco le rouge che lega tra loro i racconti, nondi- della disfatta del nostro tempo; pur nella S meno il perno stilistico del libro non sta so- prossimo alla rivisitazione letteraria degli di esperienza umana, di realtà, d’immagina- istinti umani, erotici, aggressivi, violenti, si concretezza della corposa materia del suo zione. L’incipit, come è di prassi nei rac- lo nel ritmo unitario, ma nel fatto che il pro- narrato, mostra esseri in dissoluzione in un conti brevi, cattura; lo svolgimento elabora cesso dell’affabulazione si muove in rela- produce e riproduce nella sua sfaccettata contesto a volte volutamente corrotto... rapido e pertinente l’avvio, ma a volte si ro- zione funzionale al suo contenuto, che è la complessità, come per l’azione segreta di Ricordavo il romanzo Mi faccio Mussulma- vescia, creando un effetto di sorpresa ag- disintegrazione del soggetto nei luoghi del- specchi deformanti. C’è nell’immaginario no, testimonianza di mutamenti epocali, in giuntiva, come sorprende spesso l’explicit. l’abitare del mondo postmoderno. La scrit- di Maffia un’oscillazione antinomica di quanto nella follia individuale – come la de- I testi sono linguisticamente ma anche umo- tura, la poesia e la prosa poetica di Maffia città e paesi e luoghi naturali - mare, cam- scrive il nostro - si riflette la deriva di un ralmente compatti. Forti le sinestesie d’im- non ricadono certo nelle forme del minima- pagna ecc. –, una oscillazione che però ren- mondo multietnico, disancorato (...), un magini, sensazioni tattili, erotiche, odori, lismo, ma appaiono composite articolazioni de evocativi solo questi ultimi, quali oasi di universo antropologico che è funzione del- sapori. Il linguaggio ora è vicino al quoti- di diversi registri poetici, narratologici. No- riposo, edenica utopia, termini di un deside- la globalizzazione disadattante, tale per gli diano, al sociale della vita urbana, ora si in- tavo altrove che si occhieggia perfino alla rio dolente che aspira agli affetti primigeni, occidentali in primis che hanno perso le nalza perché sfiora la poesia. Direi che nei filosofia, in particolare a Nietzsche, al pen- al recupero memoriale della giovinezza, a coordinate, i punti certi di riferimento valo- racconti - più che nei romanzi - la prosa di siero debole di Vattimo, e direi ora anche a un nostos che ha dell’archetipico. L’antino- riale, né più si possono identificare nelle si- Maffia conserva della poesia la concentra- Camus, che ne la Caduta tratta della rottura mia conferisce alla città una figurazione la- curezze borghesi che hanno segnato la mo- zione, l’intensità. La doppia cifra di que- radicale con tutto ciò che precede. In Ca- cerata, la fa apparire solcata da rivoli di de- dernità. st’opera, la prima, sociale e storica, la se- mus come in Maffia la “disillusione”, poi, grado e violenza. Quel libro, sappiamo, culminava in una conda individuale/esperienziale è connotata ha un effetto distruttivo. Gli incontri sessuali occasionali si svelano emigrazione a rovescio dall’Italia all’Afri- da un immaginario che si configura come In riferimento a Poesie Torinesi e Abitare la metafore di un istinto volto alla compensa- ca. Per concludere, Maffia nelle sue opere evocazione fantasmatica di un eros onniper- cecità scrivevo che nell’opera dell’autore si zione della solitudine, mentre appaiono al- metabolizza il diverso con una scrittura tut- vasivo. Al di là del titolo e del sottotitolo, evidenzia la commistione di realismo e me- legorie di una promiscuità che manifesta il ta sua, in una incessante rivisitazione che è che a mio avviso non rendono ragione della tarealismo, si compie un viaggio nel “corpo carattere orgiastico-regressivo del vivere un’anamnesi di una mercuriale identità per- polivalenza e polisemia dell’opera, diciamo grottesco”, nel tempo biologico scandito da odierno, per cui l’estraneazione tracima sonale e collettiva, cosa che gli consente di che essa si esprime per un verso quale esi- nutrizione, defecazione, sesso (...), come spesso nel grottesco e nella follia. Le rela- muoversi – scrivevo, e confermo il mio giu- bizione della forza coattivamente virilistica nel carnevalesco di Bachtin, (...). Maffia si zioni più stabili non arginano adeguatamen- dizio - come un Proteo, per continui slitta- dei personaggi maschili, e per l’altro quale fa erede e interprete sia di un individuale te l’individualismo. Tra massificazione menti semantici e su più piani. Storie ai margini in una notte metropolitana Katia Colica Come dentro un viaggio che piccola metropoli. niste attraverso i racconti diret- ANCORA UNA conduce verso la solitudine Un reportage fatto di storie ve- ti, svelando realtà spesso na- della città si intrecciano le te- re inscatolate dentro lo spazio scoste. SCUSA stimonianze di richiami troppo possibile dato da un tempo sta- PER RESTARE Ad accompagnarli c'è un punto spesso ignorati e che praticano bilito: una sola notte. di vista nuovo: quello di una Storie di ordinaria la resistenza dentro una realtà In questo libro, per una volta città che non afferma la propria invisibilità in una dai tratti feroci. sono invece le piccole storie a Storie di ordinaria invisibilità bucare questo velo e dimostra- personalità attraverso i fatti notte metropolitana ma nel loro insieme universali, re la loro forza focalizzando clamorosi di cui è stata fatta, pp. 144 - Euro 14,00 perché in quella apparente nor- l'attenzione. nel bene e nel male, protagoni- malità traggono la capacità di Sono le vite che si incontrono sta ma che, come in un istante racchiudere e rappresentare lungo le vie, nei locali, nelle onorico, sa rivelarsi comunque n susseguirsi di voci reali, quelle che sono le essenze più periferie, nelle strade a diven- gentile per chi ha ancora la for- U di sussurri e di grida. vere di una comunità di una tare per la prima volta protago- za di restare. 33 LettereMeridiane Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 Esistenza e memoria ne “La Forma di Cospea” di Silvia Filippi che riguarda lo stile narrativo, sia per ciò immagini (i ricordi, le sensazioni che ac- che concerne il modo di “srotolare” la te- cumuliamo nel corso della nostra vita e Marzia Matalone matica di un vivere quotidiano, servendo- che segnano la nostra esistenza)? si di strumenti completamente inediti. È impossibile misurare il tempo della vi- La narrazione in prima persona, si dipa- ta umana servendosi solo di punti di rife- vendoci di “alcuni” di questi accadimen- na lungo un intreccio temporale che più rimento storici. Oltre ad essere Storia, la ti, non necessariamente vicini né legati che in un flash-back, risulta in una giu- vita si traduce in un eterno percorso cir- cronologicamente, ma probabilmente si- stapposizione di due differenti concezio- colare, fatto di accadimenti che non ne- mili per l’impatto che hanno avuto su di ni di tempo: il “Tempo–Storia”, catego- cessariamente si verificano nella sfera del noi in quanto persone. ria tanto utile quanto fittizia, fatta di sensibile. Anzi, nella maggior parte dei Potremmo chiamarli “punti di svolta”, o punti di riferimento dal carattere profon- casi, si tratta di puri accadimenti interiori, “segnali stradali” nel percorso troppo damente umano; e il “Tempo-Memoria”, sofferenze e maturazioni che solo in un tortuoso e ignoto della nostra vita. ovvero il tempo del sentimento, delle secondo momento si accompagnano e si Ecco, quelli che la Filippi racconta nel sensazioni momentanee e delle cicatrici riflettono in “fatti” propriamente detti. suo libro, gli eventi di cui parla in ogni indelebili. I ricordi si traducono qui in Attraverso la storia di Giulia, o meglio, “micro-racconto”, credo potrebbero de- un vero e proprio percorso narrativo, in attraverso il racconto di alcuni dei più si- finirsi come una successione di punti di cui passato e presente si incontrano e si gnificativi “spicchi di esistenza” accanto svolta, slegati cronologicamente (nel scontrano, emergendo in sensazioni e al marito, il lettore si addentra in una di- Tempo della Storia), ma indissolubil- pensieri che sono stati e che ritornano, mensione che va ben oltre il vivere quoti- mente uniti a livello psicologico (nel perché per il “Tempo della Memoria”, in diano. Assieme a lei, è chiamato ad af- Tempo della Memoria). Il prodotto di realtà, non sono mai passati. A simbolo e frontare un percorso di riflessione e intro- questo processo di giustapposizione, sintesi di tale concezione, ritroviamo l’in- spezione che in realtà potrebbe valere per dunque, non può che tradursi in una nar- Silvia Filippi tercalare nel discorso di “Cospea”, il cor- chiunque, poiché nessun essere umano razione sperimentale e ben congegnata, LA FORMA DI COSPEA so d’acqua, la “pura forma”, che racconta può sfuggire alla legge del tempo storico, senza dare l’impressione di esserlo, ma- di sé in prima persona, mettendo in evi- né a quella del tempo della memoria. tematica e artistica allo stesso tempo, pp. 160 - Euro 12,00 denza come per un fiume (dunque qual- In particolare, nessuno di noi, anche pro- proprio come i suoi protagonisti (Matteo cosa che è sempre stato), in sostanza, lo vando a ripercorrere mentalmente la e Giulia), le due facce di una stessa me- scorrere del tempo non conta nulla. propria esistenza, sarebbe in grado di ri- daglia. Nel complesso un lavoro di indi- eggere la “Forma di Cospea” è E cos’è il cuore dell’uomo se non una cordarne uno per uno gli avvenimenti. scutibile pregio, che però va capito e ap- stato come addentrarsi in una di- somma di forme, un quadro astratto ri- A pensarci bene, forse saremmo in gra- profondito, poiché restare in superficie, L mensione differente, sia per quel sultante da un agglomerato di punti e do di raccontare la nostra storia solo ser- in questo caso, servirebbe a poco. Una Calabria di umori ancestrali e doviziose Per non morire malinconie: “La Batana” di Macedone debitori di parole Federica Legato Domenico dizioni popolari, ai rituali delle feste, delle abitudini È QUELLO CHE Macedone che seguivano il corso silenzioso di un tempo immo- VIDI NEGLI OCCHI LA BATANA bile e chiuso nel recinto delle assuefazioni, ma c’è an- DI ANNETTE... che la storia d’amore saputa tessere con quella dolcez- pp. 184 pp. 80 za che di solito possiedono gli aedi. E credo che il pre- Euro 12,00 Euro 14,00 gio maggiore del testo sia proprio in questa oralità che non si abbellisce di modelli esornativi presi in presti- to dalla letteratura. Qui a contare è la voce dei prota- i sono com- ederica Legato, scrit- gonisti che si presentano così come sono, umili, spoc- trice italiana di ulti- M mosso nel chiosi, antipatici, caldi, umani, fuori da qualsiasi sche- F leggere nella Pre- ma generazione, “distur- ma. Da cui la felicità espressiva che si apre a ventaglio ba” nuovamente il lettore fazione a questo e mostra i vari volti della Calabria senza adombrare libro, scritta da con la sua particolarissi- nulla. C’è ogni tanto il piacere di adagiarsi sui detta- ma prosa introspettiva di Antonino Tramon- gli e di crogiolarsi sulle descrizioni infarcite di mo- tana, “che Dome- romanzo fabulatorio. È venze liriche, ma su tutto si esercita la lezione (lo so, quello che vidi negli oc- nico Macedone troppo facile dirlo) di Fortunato Seminara, quel suo non solo conobbe chi di Annette… è il suo saper dire le cose con fermezza, quel suo saper dare terzo romanzo importante, il risultato di una carriera di personalmente il sapore e colore agli eventi. Come non dare ragione ad scrittrice che attualmente si risolve con questo scritto ma- grande maropate- Antonino Tramontana che in maniera impeccabile sa turo, dalla sintassi raffinata, elegante e dall’incedere rifles- se (cioè Fortunato Seminara) ma, per molti dei suoi condensare il libro mettendone in rilievo le qualità sivo e controllato, soprattutto nella punteggiatura, che l’au- romanzi, fu il suo scrivano, il suo amanuense”. Com- con una sintesi perfetta? “Entrambe le trame partono trice spesso adopera come arma, ma anche negli spazi vuo- mosso perché spesso da Roseto Capo Spulico o da da due fuochi distanti per poi convergere in un unico ti, che solo il lettore ha il diritto di colmare, riempiendoli Trebisacce andavo a trovare a Maropati lo scrittore de punto focale, come due affluenti che si riversano nel con le proprie sensazioni e presagi nascosti. Il tratto distin- Le baracche, a chiacchierare con lui, a intervistarlo, in fiume che corre verso il mare”. tivo e ben definito della Legato è la parola che si fa porta- paese o in campagna, accolto sempre con affetto e Quel che comunque convince ancora di più è il finale trice di significati, sia palesi che occulti, tracciando una grande attenzione. che apre le porte alla speranza: “Chissà - rifletteva scrittura a metà strada tra prosa e poesia, e per questo mol- Ero ragazzo ed essere accolto da Seminara con quello Pepè - forse le rondini fra non molto si appresteranno to evocatrice. (Dalla Prefazione di Caterina Provenzano). slancio mi faceva sentire importante. a partire, nelle prossime stagioni estive potranno gar- Ma andiamo al libro di Domenico Macedone che rie- rire con maggiore gaiezza nell’osservare dall’alto del- Questo racconto va letto con a fianco il proprio personale sce a far rivivere atmosfere che ormai sembrano in- le grondaie molti bambini giocare sulle strade e sugli dolore e non sarà facile. venzioni fiabesche e che invece, nella mia infanzia, spiazzi del paese’. In questi pensieri erano riposti tut- Che cosa si può dire dopo che hanno parlato tutti i non detti? erano realtà del quotidiano. Donne come La Batana ti i desideri di Pepè! Ed era questa la speranza che il c’erano in quasi tutti i paesi della Calabria ed erano le La condanna della parola è il nostro doverla trovare. paese attendeva per ricominciare a vivere”. Pensiamo di averle, le parole; non le abbiamo. custodi di rituali, di ricordi, di memorie sanguigne e Niente pessimismo, niente piagnistei. Il ritorno (il no- autentiche. Ecco perché bisogna essere grati a Mace- stos) visto come rigenerazione e non come sconfitta. La salvezza è un significato che va a posto; una storia esi- done di averla saputa far rivivere come un’icona che Da non trascurare i racconti delle anziane del paese liata che torna a casa, che ci libera per sempre dal doverla conserva umori ancestrali, doviziose malinconie. che rinnovano il bagaglio inesauribile dei fatti che cercare (…). Cos’è questo libro? Il coraggio del midollo Ciò che maggiormente risalta in queste pagine è il ma- stanno alla base delle comunità e ne delineano spesso spinale esposto prima del volto. (Dalla Postfazione di Lau- teriale utile per un antropologo, i riferimenti alle tra- il carattere. ra Melara). 34 Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 LettereMeridiane Shùlai, il movimento maoista afgano Il libro di Enrico Piovesana presentato al Salone del libro di Torino

er la prima volta si racconta la ro per decenni e che nessuno aveva contare; come hanno spiegato Enrico storia del movimento maoista osato trattare. Il movimento Shùlai Piovesana e Naoki Tomasini, realizza- P afgano Shùlai, promotore delle (dal nome di una rivista molto nota nel re le interviste e il reportage fotografi- rivolte studentesche, operaie e conta- ’68, durata per 6 mesi per poi venire co non è stato affatto semplice. Trat- dine nell’Afghanistan dei primi anni censurata dal governo) ha difatti eser- tandosi infatti di un movimento clan- ’70, e ancora oggi impegnato clande- citato un ruolo attivo già negli anni destino, i militanti hanno posto, nel stinamente a lottare contro il fonda- ’70, schierandosi contro i sovietici e corso degli incontri, determinate con- mentalismo e l’imperialismo stranie- contro il “fascismo religioso” dei dizioni di sicurezza; le foto, conside- ro. A farlo è il giornalista Enrico Pio- gruppi integralisti, ed è attualmente at- rate un pericolo, spesso venivano ne- vesana (insieme al fotogiornalista tivo come ALO (Liberazione dell’Af- gate. Naoki Tomasini) con “Shùlai”, edito ghanistan) contro l’occupazione Nato, Un lavoro decisamente impegnativo da Città del Sole Edizioni e presentato contro i talebani e contro i signori del- dunque, testimonianza attiva di una allo stand Calabria del Salone del Li- la guerra di Karzai. realtà che necessita di essere diffusa, bro di Torino. “Shùlai” raccoglie di- Quella del maoismo è per gli afgani anche in scuole e università (per que- verse interviste, realizzate nella scorsa una via alternativa: “maoisti – ha spie- sto da giugno ci sarà anche una versio- estate, ai militanti che hanno accettato gato il giornalista - sembra un nome ne inglese dell’opera). di rompere un lungo silenzio, affidan- fuori dal tempo ma l’Afghanistan è un A esprimere la sua gratitudine nei con- do le proprie testimonianze a un gior- Paese fuori dal tempo. È uno stato feu- fronti dell’opera anche Anna Santarel- nalista straniero. dale controllato dai signori della guer- li Silvestro (CISDA, Comitato Italiano E in occasione della presentazione l’e- ra. Ma ci sono tanti giovani afgani le- Sostegno Donne Afgane), che ha con- ditore Franco Arcidiaco ha espresso il gati al maoismo, un maoismo che è cluso l’incontro al Salone di Torino: suo grande interesse nei confronti del ancora una soluzione politica, è un “Grazie a libri come questo - ha affer- Enrico Piovesana lavoro di colleghi giornalisti come movimento che è giusto raccontare. mato - cambia l’immaginario negativo SHÙLAI Piovesana che mirano a riportare, sen- La Città del Sole Edizioni ha avuto il dell’Afghanistan. In questo modo si Il movimento maoista afgano za alcun filtro, la verità dei fatti. E di- coraggio di pubblicare una storia che può raccontare che cos’è questo Paese fatti il libro – come ha spiegato lo stes- non può perdersi nell’oblio”. e che cosa si può fare”. raccontato dai suoi militanti so autore - “tratta un tema di nicchia”, “Shùlai” nasce dunque dalla scelta di I diritti d’autore del libro saranno de- (1965-2011) un aspetto, di un Paese importante co- voler analizzare e diffondere una sto- voluti agli ospedali di Emergency in pp. 104 - Euro 14,00 me l’Afghanistan, che è rimasto oscu- ria poco conosciuta e difficile da rac- Afghanistan. I limpidi versi di Luca Caccamo Una figura leggendaria di origine calabrese Luca Caccamo Santino Oliverio VOLEVO SOLTANTO AMARE UCCIALI’ IL RE DI ALGERI pp. 304 - Euro 15,00 pp. 384 - Euro 19,00

l libro è una raccolta di poesie e fiabe, che racchiu- l Mediterraneo del ‘500 è crocevia di I de tutte quelle da lui pubblicate nel corso degli an- I scontri militari e religiosi. I pirati tur- ni, sono presenti i componimenti delicati di un'anima chi compiono scorrerie sulle coste italia- gentile, quelli ironici, più leggeri di un ragazzo che ne, e molti, uomini e donne, vengono ra- amava la musica e lo sport, quelli amari di chi ha svi- piti come schiavi. Tra questi il calabrese luppato presto una certa sensibilità, forse saggezza, e Giovanni Galeni che, portato via in gio- non desidera sottostare alle brutture e alla superficia- vanissima età dall’attuale Isola Capo Riz- lità di questo mondo. zuto, nel crotonese, grazie alla sua cono- Le stesse tematiche si trovano nelle favole che ha scrit- scenza del mare e al suo temperamento, to. Scorci di luoghi del fantastico e del quotidiano do- passerà dalla condizione di schiavo a ve gli animali, gli oggetti e persino le idee diventano quella di potente corsaro. Convertitosi al- personaggi ricchi di sentimenti eroici e altruistici che la religione musulmana, prenderà il nome vivono e agiscono secondo la legge del Bene. di Uluch Alì - Alì il rinnegato -, diventan- do fedele suddito del Sultano e, infine, re di Algeri e del Maghreb. Una fi- Improvvisamente scomparso, a soli 28 anni, nel marzo dello scorso anno, Luca Cacca- gura leggendaria e affascinante, la cui vicenda si intreccia con i fatti stori- mo è stato e rimane una limpida voce della poesia reggina. Il 20 ottobre, presso la Sa- ci del tempo e le diverse guerre di cui sono stati protagonisti turchi e spa- la delle conferenze Provincia di Reggio Calabria, si è svolta una sentita manifestazio- gnoli, prima fra tutte la battaglia di Lepanto del 1571. ne in sua memoria.

Presentazione del libro di Luca Caccamo. Da sinistra: Stefano Iorfida, Francesca Presentazione del libro di Santino Oliverio. Il sindaco di isola Capo Neri, Franco Arcidiaco, Domenico Nisticò, Eduardo Lamberti Castronuovo Rizzuto Carolina Girasole con il nostro editore Franco Arcidiaco 35 LettereMeridiane Anno VIII n. 29/31 - Luglio/Dicembre 2012 - Gennaio/Marzo 2013 L’affascinante ricerca di Enrico Costa tra le coordinate del suo mare Mediterraneo

uasi giunti alla fine della se- luoghi diviene ancora più affascinan- conda giornata del Salone in- te nel momento in cui decide di cer- Maria Chiara Tarsia ternazionale del Libro di To- care i riferimenti al suo mare Medi- Q terraneo. rino, ci ritroviamo a vagare per il me- l’Egitto, la Rumenia... E se appare diterraneo in maniera inedita, con il La stesura del testo, accarezzata da strano che un fiorentino si dedichi Decameron come guida. tempo ma a lungo rimandata, diventa tanto a queste mete, che non si di- Alle ore 21 viene presentato “Itinera- realtà nel momento in cui il professo- mentichi la sua adolescenza nell’a- ri mediterranei”, libro particolarissi- re apprende la notizia della ribellione mata Napoli, periodo fondamentale mo e pregevole scritto dal professor in Tunisia, sua seconda patria più della sua formazione. E non sembra Enrico Costa, ordinario di Urbanisti- amata. Una ribellione che egli defini- forzato credere che in questo luogo ca alla facoltà di Architettura di Reg- sce “rivoluzione per la dignità”. l’autore abbia sviluppato l’interesse gio Calabria ed edito da Città del So- Giuseppe De Matteis, professore per la varietà dei registri e la dinami- le. Dedicato a Reggio Calabria, città emerito di Geografia Urbana e Re- cità che nelle sue opere vediamo lad- importante per l’autore, nasce dalla gionale al Politecnico di Torino e re- dove sono presenti personaggi così sua grande passione per la letteratura. latore durante questa presentazione, diversi fra loro, crocevie di popoli e La genesi del libro la si trova in un lo definisce un libro di geografia mol- di società che si incontrano e si me- luogo ed una frase. Il luogo in que- to sottile, una lettura divertente che scolano in una convivenza che ri- stione è la Tunisia, dove il professore mescola la geografia - appunto - alle specchia, per Costa, quella da lui Costa soggiornò per lavoro, e la frase, novelle, arricchendosi di studi e rife- stesso vissuta nella Tunisia post-indi- trovata tra le pagine del Decameron rimenti alla critica letteraria, al cine- pendenza. Enrico Costa di Boccaccio, è una breve descrizione ma e alla pittura. E se, come il professore racconta di- ITINERARI MEDITERRANEI della costa mediterranea da Reggio a Ed è stupefacente rendersi conto di vertito, la pubblicazione di un lavoro quante città siano citate nella famosa Simboli e immaginario Gaeta (“la marina più dilettevole d’I- così atipico ha spiazzato i suoi colle- talia”). opera (ben 750!). Grazie anche a que- ghi urbanisti, il suo autore è riuscito a fra mari isole e porti, città L’amore per i classici, nato durante sta analisi Boccaccio si rivela autore realizzare gli scopi: trovare l’attualità e paesaggi, ebrei cristiani gli anni del Liceo scientifico, rifiori- immaginifico e geografico, che nei classici e, anche ad essi, indivi- esplora, anche se solo con la mente, e musulmani nel Decameron sce dunque in questo periodo tunisi- duare il riflesso della propria vita in no, durante il quale il professore sco- innumerevoli luoghi per poi concen- un testo, operando con un approccio di Giovanni Boccaccio pre ulteriori indicazioni geografiche trarsi sul bacino del Mediterraneo, in- attuale, utilizzando l’importante stru- pp. 144 - Euro 14,00 all’interno delle novelle. La ricerca di dugiando sul sud d’Italia, la Tunisia, mento dell’interdisciplinarità.

L’indagine storica di Nisticò sulle radici del nostro Paese Cinque lingue per un Pianeta Tascabile

Ulderico Nisticò Krisztina Gulyàs STORIA DELLE ITALIE PIANETA TASCABILE DAL 1784 AL 1870 Manuale di conversazione, Con un antefatto e un epilogo con dvd audio mp3 pp. 208 - Euro 14,00 pp. 296 - Euro 19,00

el piccolo angolo di Calabria della venticinquesima n libro innovativo e originale, un N edizione del Salone internazionale del Libro di To- U progetto editoriale di grande va- rino si è tenuta, la presentazione del libro “Storia delle lenza e utilità, firmato da Krisztina Italie dal 1734 al 1870, con un Antefatto e un Epilogo”, Gulyás, traduttrice poliglotta ed esper- scritto dallo storico Ulderico Nisticò e edito da Città del ta in marketing internazionale, per la Sole. Città del Sole Edizioni. Pianeta tasca- Il testo nasce dalla necessità dell’autore di andare oltre, bile è un manuale di conversazione in e apertamente contro, le superficialità della storiografia cinque lingue, inglese, francese, spa- ufficiale e dei facili revisionismi che, sopratutto negli ul- gnolo, tedesco e italiano, con DVD timi anni, hanno affollato il dibattito storico e gli scaffa- audio mp3. li delle librerie. Pensato per essere utilizzato in particolar mondo nel settore del turi- Una ricerca della verità che intende superare la reinvenzione del passato che ambo le fa- smo, dagli addetti ai lavori, il testo è di facile comprensione per chiun- zioni hanno praticato e che, l’autore stesso ne è consapevole, scatenerà le antipatie fra i que, giovane o meno giovane, voglia imparare a parlare agevolmente retorici filosabaudi, come fra i tradizionalisti pro-borbonici. diverse lingue straniere. Gli strumenti d’elezione sono un’attenta analisi dell’assetto politico ed economico delle varie regioni italiane nel periodo ed un linguaggio non aderente a quello proposto dai “normali libri di storia delle scuole” con i quali Ulderico Nisticò racconta dell’immobi- lismo e conservatorismo dei Borboni, del vorace interesse di Vittorio Emanuele e delle manovre di Cavour, delle attività antitetiche portate avanti, spesso in maniera discutibi- le, dalle corti piemontese e napoletana, sull’impeto dei patrioti mazziniani e garibaldini e, naturalmente, sui numerosi “colpi di mano”, come egli stesso sceglie di definirli, che portarono, in maniera quasi fortuita, agli eventi del 1860. L’indagine storica si eleva a utile supremo per la società quando non si limita ad una me- ra cronaca del passato, diviene tale quando si trasforma in una ricerca impegnata, atta a rintracciare in esso le origini (e le soluzioni!) di problematiche e mali odierni osservan- do direttamente gli accadimenti che ne hanno determinato la formazione. E, se già la scel- ta del titolo rievoca la natura composita e di contrapposizione del nostro Paese in un’e- poca in cui l’unità era una materia totalmente work in progress, lo stesso termine, “Ita- lie”, può - appunto - tramutarsi in riflessione attualissima che pone fondamentali doman- de (Questa Italia può trarre giovamento da una narrazione veritiera del suo passato? Que- sta Italia può trovare una sua unità, smettere di essere Italie, recuperare il sentimento pa- triottico senza perdere i particolarismi regionali, senza cedere a facili propagande create ad hoc e col solo intento di dare vita ad un posticcio senso patriottico?) e si propone, at- traverso un’onesta rilettura storica, di trovare risposte. M.C.T. Presentazione del libro di Krisztina Gulyàs a Roma www.hsyco.com

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