SCHEDA LAVORO Piano di Assestamento Forestale di parte del territorio del Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili e della C.M. dei Monti Sabini Tiburtini Cornicolani Prenestini.

Introduzione Il Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili è stato istituito con Legge Regionale n°41 del 26 giugno 1989 e fa parte integrante del sistema dei Parchi e Riserve Naturali della Regione , ai sensi della L.R. n°46 del 1977. In base alla legge regionale 41/89 è stato elaborato il piano di assestamento forestale, che costituisce il primo piano forestale del parco, quale strumento operativo per esercitare le attività silvo- pastorali all’interno dell’area protetta. Il Piano ha interessato le superfici di proprietà pubblica e le superfici di proprietà privata con estensione inferiore ai 40 ha, ricadenti all’interno del perimetro del Parco per i Comuni di , Monteflavio, , ; per la porzione ricadente nel Parco e nella IX Comunità Montana, per i Comuni di , Palombara e Marcellina. Il Piano ha validità decennale a partire dalla stagione silvana 2003.

ESTENSIONE Il Piano si estende per una superficie complessiva di 7.102,23 ettari.

PROVINCE INTERESSATE Amministrativamente il territorio ricade per 5.280,58 ettari in Provincia di Roma e per 1.821,65 in quella di Rieti.

COMUNI INTERESSATI I comuni interessati sono Scandriglia, Monteflavio, Montorio Romano, Moricone, , Marcellina e San Polo dei Cavalieri

SUPERFICIE FORESTALE Le coperture forestali assommano a 4.200 ettari composti per il 47% da formazioni miste di latifoglie, per il 26% da faggete e per il 14% da querceti.

SUPERFICIE PASCOLI Le superficie agricoli assommano a 1.400 ettari dei quali 1000 sono occupati da pascoli. AREE PROTETTE L’area protetta fa parte del sistema dei parchi regionali e riserve naturali ai sensi della legge regionale 28 novembre 1977, n°46 ora sostituita dalla L.R. n.29 del 6 ottobre 1997. Le finalità del parco sono stabilite dall’articolo 2: • conservazione degli ecosistemi e dei processi ecologici essenziali; • utilizzazione razionale e duratura delle specie e degli ecosistemi; • mantenimento della diversità genetica delle specie animali e vegetali presenti; • promozione dello sviluppo sociale ed economico delle comunità locali interessate.

La gestione è affidata ad un consorzio fra i comuni di Monteflavio, Montorio Romano, Moricone, Palombara Sabina, Marcellina, San Polo dei Cavalieri, , , , , Scandriglia, Orvinio, Poggio Moiano, la Comunità Montana IX “Monti Sabini, Tiburtini, Cornicolani, Prenestini” e la Comunità Montana X “Valle dell’Aniene” che si avvale di un apposito ufficio per la gestione tecnica ed amministrativa.

Oltre al parco regionale sono presenti due altri tipi di aree finalizzate alla conservazione della natura quali i Siti di Interesse Comnitario e le Zone di Protezione Carta del sistema di aree protette Specifica (vedi carta a destra).

Metodologia e contenuti del Piano

STUDIO CATASTALE Lo studio catastale è stata la fase più consistente delle indagini di base poiché ha interessato tutti i comuni interessati dal Piano di Assestamento. L’indagine catastale è consistita nella realizzazione di una carta vettoriale delle particelle catastali e di un elenco alfanumerico di intestatari delle medesime. Tale operazione ha permesso, mediante incrocio con la carta dell’uso del suolo (di fonte fotointerpretativa) di individuare le superfici da pianificare.

STUDIO SUGLI USI CIVICI Per la realizzazione di questa indagine è stat acondotta un’indagine conoscitiva di completamento alle informazioni di base (individuazione delle istruttorie in corso di definizione). Sono state raccolte le informazioni già esistenti presso i comuni, la Regione, l’Archivio di Stato e del Commissariato degli Usi Civici di Roma. Oltre alla verifica ed integrazione dei dati come sopra esposto, si è proceduto anche allo studio sulla natura Carta degli usi civici (aree retinate) giuridica dei diritti di proprietà comunale individuando le parti originatesi da diritti collettivi e le parti effettivamente patrimoniali. Successivamente si è procededuto alla definizione cartografica su base catastale delle aree interessate da tale diritto individuando aree omogenee per tipologia di diritto e beneficiario.

STUDIO VEGETAZIONALE I rilievi sono stati eseguiti utilizzando apposite schede i cui dati, successivamente introdotti nel software UDG, hanno composto gli archivi IV.ARC. L’indagine ha permesso l’attribuzione territoriale delle tipologie rilevate, evidenziando per ogni tipologia piano altitudinale, fisionomia, fascia climatica, caratteristiche ecologiche, associazione fitoclimatica, valore naturalistico e caratteristiche delle specie di maggior pregio. Le fitocenosi sono state campionate con rilievi di carattere fitosociologico secondo il metodo abbondanza- dominanza di Braun-Blanquet. Nell’estate del 2002 sono stati effettuati 39 rilievi fitosociologici in diverse tipologie vegetazionali con Monte Serrapopolo (Scandriglia) particolare attenzione ai pascoli. In particolare i rilievi sono stati così ripartiti: 9 di bosco, 1 solo rilievo di cespuglieto, 29 rilievi di pascolo. Per i pascoli è stata effettuata una classificazione con i programmi del package Sin-Tax 5 (Podani, 1993), per i boschi (ed ovviamente per il cespuglieto) non c’è stato bisogno in quanto le tipologie rilevate sono risultate chiaramente differenziabili anche manualmente. L’indagine è stata coredata oltre che dalla descrizione dei diversi tipi di manto vegetale anche dai rapporti dinamici (sindinamica) che intercorrono tra le cenosi vegetali . Si veda in proposito la tabella riportata sotto.

Tipologia di pascolo Serie di riferimento Trifolio scabri – Hypochoeridetum Orno – Quercetum ilicis Convolvulo-Agropyrion (e aspetti di transizione) Carpino orientalis- Quercetum cerris Bromion erecti Aquifolio-Fagetum aggruppamento ad Helianthemum nummularium e Aquifolio-Fagetum Cerastium ligusticum aggruppamento ad Euphorbia spinosa Aquifolio-Fagetum e Sedum rupestre aggruppamento a Carex hallerana Aquifolio-Fagetum e Fumana procumbens aggruppamento ad Helichrysum italicum Melittio-Ostryetum (Ostryo-Quercetum ilicis) e Acinos arvensis aggruppamento a Romulea bulbocodium Aquifolio-Fagetum / Melittio-Ostryetum e Cynosurus echinatus

STUDIO PEDOLOGICO L'indagine ha fornito per ogni tipologia di uso del suolo una serie di informazioni sul tipo di suolo ritenuto dal pedologo "dominante" in correlazione con altri parametri discretizzanti come la morfologia, l’esposizione, la pendenza, etc. Con l’analisi stereoscopica delle foto aeree e la sovrapposizione dei vari fattori ecologici, è stata allestita una Carta delle Unità Cartografiche Pedologiche, sulla base della quale è stato eseguito il rilievo con scelta di n Unità di Paesaggio campione, nelle quali sono state condotte trivellate speditive, apertura di almeno un profilo del suolo nelle Unità più significative e un congruo numero di osservazioni puntuali del suolo, al fine di definire il polipedon dominante e quelli codominanti e subordinati; è stata inoltre eseguita l’analisi chimico-fisica speditiva sui campioni di suolo prelevati. I dati, successivamente introdotti nel software UDG, hanno composto gli archivi IP.ARC., a livello di singola Unità di Uso del Suolo. STUDIO TERIOLOGICO Sono stati raccolti - mediante una rete di percorsi atta a consentire la copertura delle diverse tipologie ambientali - dati su presenza, distribuzione e abbondanza dei mammiferi, da elaborare per la determinazione dello stato attuale e delle potenzialità. I dati, successivamente introdotti nel software UDG, hanno composto gli archivi IM.ARC., a livello di Unità di Gestione.

STUDIO ORNITOLOGICO Con il rilievo di campagna è stata compilata una lista   delle specie di uccelli nidificanti nel territorio,    mediante osservazione diretta con analisi del richiamo      e con metodo visivo.  Il rilievo ornitologico ha dato luogo alla costituzione         degli archivi specifici nel software UDG, denominati     IO.ARC. I censimenti da punti sono stati svolti in 59       localizzazioni, rispetto alle 35 previste dal progetto,      ciascuna delle quali è stata visitata una volta, per un   tempo standard di 10 minuti, raccogliendo   informazioni sugli uccelli presenti secondo una  metodologia standard. L’osservatore ha annotato, per    ciascun punto, tutti gli uccelli osservati o sentiti, a tutte     le distanze. Si tratta in definitiva del classico   censimento da punti d’ascolto, adottato ormai in modo      generalizzato per lo studio degli uccelli nidificanti (cfr.   Bibby et al. 1992). 0.9 0.75  1.05 Dall’indagine sono   0.45 1.35 0.9 0.6 emersi: la 1.2 1.05 0.75  1.35 composizione 2.55 1.2 1.8 Distribuzione delle 59 stazioni di ascolto per la rete di monitoraggio permanente 1.2 dell’avifauna 0.6 1.05 2.1 2.25 0.45 1.351.65 nidificante, attraverso un’analisi spaziale dei dati è stata valutata 0.75 0.6 0.9 l’efficienza ecosistemica del territorio, indicazioni gestionali.

1.2 0.9 1.35 0.75 1.8 1.2

1.05 STUDIO DENDROMETRICO

0.75 1.05 1.2 1.2 Per acquisire una stima sufficientemente attendibile della massa legnosa esistente e degli eventuali prelievi in relazione agli interventi prescritti, 0.45 Valori dell’indice di rarità nei vari settori sono state eseguite dell’area indagata aree di saggio permanenti a raggio fisso. A completamento dello studio dei soprassuoli sono state effettuate delle aree di saggio relascopiche, per definire il valore dell’area basimetrica media per particella e il popolamento virtuale. Sono state realizzate complessivamente 190 aree di saggio circolari a raggio variabile in funzione dell’altezza media, della densità, della variabilità strutturale dei soprassuoli saggiati e dell’accidentalità della stazione. Per i soprassuoli di maggior interesse selvicolturale sono state eseguite circa 1441 prove relascopiche, con una media di 1,5 ad ettaro. Le aree Distribuzione dei rilievi dendrometrici nel sono state scelte con il metodo del “camminamento” e localizzate di Montorio Romano tramite GPS palmare Garmin mod GPS12. L’attività ha prodotto una stima per ciascun strato campionato dei parametri di area basimetrica e volume dendrometrico ed i rispettivi errori standard di stima. Tali valori sono stati poi riportati per ciascuna sottoparticella del piano applicando un fattore di correzione che è stato derivato dalle elaborazioni delle aree di saggio relascopiche effettuate all’interno di ciascuna particella. STUDIO DELLA RETE VIABILE Lo studio ha riguardato sia la viabilità principale (strade carrozzabili) sia la viabilità secondaria, rappresentata dalle piste d’esbosco e dai principali sentieri e mulattiere di SCANDRIGLIASCANDRIGLIA interesse gestionale (in modo particolare nelle zone per le quali sono previsti interventi selvicolturali). MONTORIOMONTORIO Schematicamente le principali operazioni che hanno interessato la redazione di questo Studio sono sintetizzate MORICONEMORICONE qui di seguito: MONTEFLAVIOMONTEFLAVIO - Inventario della viabilità esistente, con classificazione MONTEFLAVIOMONTEFLAVIO dei tracciati secondo le caratteristiche di larghezza, raggio di curvatura minima, contropendenza, ecc. - Valutazione del grado di accessibilità e di servibilità nelle varie aree di intervento e di sviluppo settoriale, e suddivisione del territorio in fasce o categorie che indicano lo stato attuale e le situazioni di carenza o PALOMBARAPALOMBARA insufficienza. - Individuazione e cernita dei tracciati su cui svolgere le

opere straordinarie di recupero, di adeguamento e di MARCELLINAMARCELLINA ripristino al fine di renderli funzionali agli obiettivi viabilità gestionali e di intervento sul territorio. camionabile principale S.S. POLOPOLO camionabile secondaria - strada di servizio Individuazione dei nuovi tracciati ad integrazione della pista forestale (viab.secondaria) sentiero/mulattiera (viab. secondaria) rete esistente. Carta della viabilità rilevata - Indicazione delle opere di recupero e di mantenimento a carico dei tracciati esistenti per facilitarne la transitabilità e migliorarne l’agibilità e di eventuali tracciati da aprire ex novo ed adeguamenti di tracciati esistenti. - Redazione di un elaborato cartografico riassuntivo con evidenziati: i tracciati interessati dal Piano della Viabilità, il grado di accessibilità, il grado di servibilità/esboscabilità, gli interventi di manutenzione, le aree che necessitano dell’ampliamento della viabilità esistente.

A partire dallo studio della viabilità applicando un modello di elaborazione dati elaborato da D.R.E.Am. basato sull’analisi spaziale della rete viaria e sul modello digitale del terreno, viene redatta la Carta dell’ACCESSIBILITÀ e la carta dei SISTEMI DI ESBOSCO. La prima cartografia viene elaborata adottando come discrimine il filtro che è riportato nella tabella sottostante.

Servibilità Terreni pianeggianti Terreni di montagna Ia classe IIa IIIa IVa (0-20%) (20-40%) (40-60%) (60-100%)

Boschi ben Dist. orizz. 500-1.000 m Dislivello 0-100 m viabilità principale accessibili confine parco Boschi Dist. orizz 1.000-4.000 m Dislivello 100-400 m scarsamente aree accessibili

accessibili aree scarsamente accessibili Boschi non Dist. orizz >4.000 m Dislivello >400 m accessibili Carta dell’accessibilità Per la carta degli esboschi si è invece tenuto conto della seguente selezione. distanza max da sistema di esbosco pendenza (%) strade e piste note forestali (metri) avvallamento libero 40-80 100 solo in discesa esbosco con risine 20-60 150 solo in discesa condizionato esbosco con trattore <25 250 dall’accidentalità del terreno esbosco con verricello 0-80 70 forestale 0-40 1000 distanza da mulattiere esbosco a soma <200 m

TUDIO SUI PASCOLI S confine Parco Lucretili

L’obbiettivo di questo studio è consistito nell’identificare aree interessate dal Piano aree di intervento con problemi di esbosco interventi atti ad una razionale utilizzazione delle aree a pascolo aree di intervento senza problemi di esbosco presenti nel Parco. In proposito si sono ricercate soluzioni adatte a valorizzare la produttività di questi pascoli e limitare sprechi e Carta degli esboschi danni da eccessivo carico, al fine di mantenere la capacità di ricaccio delle foraggere e una loro equilibrata presenza. Osservando inoltre che il pascolamento brado-estensivo è la modalità di esercizio ricorrente all’interno del territorio del Parco, si è cercato di dare indicazioni utili al suo miglioramento in modo tale da assicurare al bestiame quei benefici propri della stabulazione in “aperta campagna”. Il lavoro risulta articolato in due parti. La prima, denominata “Parte generale”, composta da: Analisi dei pascoli - (sono state esaminate le varie tipologie vegetazionali presenti all’interno dei pascoli), rilievi descrittivi delle aree pascolive e prelievi di vegetazione - (sono descritti i pascoli in esame e si selezionano le zone in cui eseguire i campionamenti), definizione delle comprese - (è stata illustrata la suddivisione del territorio secondo i vari comprensori di pascolo), individuazone delle tipologie gestionali e tipologie di intervento - (sono individuati e descritti gli indirizzi di utilizzo delle comprese e gli eventuali interventi per il “miglioramento” dei pascoli). La seconda parte, denominata “Parte specifica”, si compone di piani di gestione quanti sono i comuni che si trovano all’interno del parco. Per ogni comune vengono descritti i comprensori di pascolo, sono riportati i risultati dei rilievi agronomici, sono indicati i valori di Valore pabulare e di calcolo del carico e infine gli indirizzi gestionali e interventi previsti.

STUDIO FORESTALE E PIANO DI GESTIONE

Questo parte ha avuto lo scopo di analizzare “il bosco” confini Parco Lucretili altre comprese soprattutto dal punto di vista colturale, e cedui in conversione e fustaie transitorie successivamente formulare ipotesi di gestione, basate sui risultati dei rilievi e su considerazioni circa la presenza di infrastrutture di servizio, sulle effettive possibilità dell’Ente gestore. Oltre a ciò proporre una serie di interventi integrati con le indicazioni degli altri studi specifici soprattutto nel caso di gestione intensiva e nel caso di aree ad elevato valore sia produttivo che naturalistico. Il territorio è stato suddiviso in una compartimentazione (particelle assestamentali) all’interno della quale sono state individuate e unità forestali omogenee per tipologia compositiva, colturale ed evolutiva (sottoparticelle). Per ciascuna sottoparticella sono stati previsti interventi di gestione funzionali alla destinazione di appartenenza. Le destinazioni infatti sono state utilizzate per definire le comprese assestamentali. Gli interventi sono così stati organizzati in un prospetto finale (registro degli Carta degli interventi di conversione a fustaia interventi) ripartito per compresa e per anno per ciascun comune interessato.