Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 ( conv. in L.27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, - DCB Torino Tourdell’Orsiera Vitasulla sabbia ECOSISTEMI FraDolcino inPiemonte TERRITORIO Dolomitiritrovate PARCHINAZIONALI montagna della regina La Cinque giorni, tre valli, un parco un valli, tre giorni, Cinque ISSN 1124-044 X MENSILE DI NATURA, AMBIENTE E NATURA,AMBIENTE DI TERRITORIOMENSILE Giugno/Luglio 2007 Giugno/Luglio ANNO XXII.ANNO N. 6 167 A R E E P R O T E T T E I N P I E M O N T E PIEMONTE PARCHI BoschiBoschi e RoccheRocche deldel RoeroRoero StupinigiStupinigi Mensile di natura ambiente e territorio c/o Comune, Piazza Marconi 8 c/o Ordine Mauriziano REGIONE PIEMONTE 12040 Sommariva Perno CN Via Magellano, 1 Direzione e Redazione ASSESSORATO PARCHI E AREE PROTETTE tel. 0172 46021 fax 0172 46658 10128 Torino Via Nizza, 18 - 10125 Torino Assessore: Nicola de Ruggiero tel. e fax 011 5681650 tel. 011 4323566/5761 fax 011 4325919 Via Principe Amedeo, 17 - 10123 Torino Gesso e Stura www.piemonteparchiweb.it c/o Comune Val Troncea [email protected] DIREZIONE TURISMO, SPORT, PARCHI [email protected] Via Avogadro, 30 - 10121 Torino Piazza Torino, 1 Via della Pineta - La Rua 12100 Cuneo 10060 Pragelato TO SETTORE PARCHI tel. 0171 444501 fax 0171 602669 tel. e fax 0122 78849 Direttore responsabile: Via Nizza, 18 - 10125 Torino Roberto Moisio tel. 011 4322596/3524 Po (tratto cuneese) VERBANO-CUSIO-OSSOLA Vice Direttore: fax 011 4324759/4793 Enrico Massone Rocca di Cavour Via Griselda, 8 Alpe Veglia e Alpe Devero Capo Redattore: Numero verde 800 333 444 12037 Saluzzo CN Viale Pieri, 27 Emanuela Celona tel. 0175 46505 fax 0175 43710 28868 Varzo VB tel. 0324 72572 fax 0324 72790 Redazione: ALESSANDRIA NOVARA Simonetta Avigdor Bosco delle Sorti La Communa Bosco Solivo Sacro Monte Calvario di Domodossola promozione, iniziative speciali e linee editoriali c/o Comune Canneti di Dormelletto Borgata S. Monte Calvario, 5 M. Grazia Bauducco Piazza Vittorio Veneto, 1 Fondo Toce 28845 Domodossola segreteria amministrativa e di redazione 15016 Cassine AL Lagoni di Mercurago te. 0324 241976 fax 247749 Emanuela Celona tel. e fax 0144 715151 Via Gattico, 6 Piemonte Parchi Web e News letter 28040 Mercurago di Arona NO Sacro Monte della SS. Trinità di Ghiffa Toni Farina Capanne di Marcarolo tel. 0322 240239 fax 0322 237916 Via SS. Trinità, 48 aree protette, montagna, fotografi a Via Umberto I, 32 A Enrico Massone 28823 Ghiffa ambiente, sacri monti, coordinamento rubriche 15060 Bosio AL Colle della Torre di Buccione tel. 0323 59870 fax 0323 590800 Aldo Molino tel. e fax 0143 684777 Monte Mesma itinerari, territorio, cultura Sacro Monte di Orta Po (tratto vercellese-alessandrino) Via Sacro Monte Alta Valsesia Staff collaboratori: Torrente Orba 28016 Orta S. Giulio NO Corso Roma, 35 abstract on line Mauro Beltramone Piazza Giovanni XXIII, 6 tel. 0322 911960 fax 0322 905654 13019 Varallo VC archivio fotografi co Susanna Pia 15048 Valenza AL tel. e fax 0163 54680 gestione abbonamenti e spedizioni Eugenia Angela tel. 0131 927555 fax 0131 927721 Valle del Ticino Piemonte Parchi Web Junior Laura Raffi nato Villa Picchetta Bosco delle Sorti della Partecipanza rapporti con Federparchi e aree protette Giulio Caresio Sacro Monte di Crea 28062 Cameri NO Corso Vercelli, 3 rapporti con i media Mauro Pianta Cascina Valperone, 1 tel. 0321 517706 fax 0321 517707 13039 VC revisione naturalistica dei testi Loredana Matonti 15020 Ponzano Monferrato AL tel. 0161 828642 fax 0161 805515 territorio e cultura locale Ilaria Testa tel. 0141 927120 fax 0141 927800 TORINO Art Director: Bosco del Vaj Garzaia di Massimo Bellotti ASTI Collina di Superga Garzaia di Rocchetta Tanaro Via Alessandria, 2 Isolone di Hanno collaborato: Valle Andona, Valle Botto e Val Grande 10090 Castagneto Po TO Lame del Sesia C. Bordese, F. Ceragioli, E. Giacobino, C Leonoris, L. Val Sarmassa tel. e fax 011 912462 Palude di Casalbeltrame Longo, M. Ortalda, D. Rosselli, M. Salvatore, Via S. Martino, 5 Via XX Settembre, 12 F. Tomasinelli, D. Tron, G. Tuninetti, E. Vettorazzo 14100 Asti Collina di Rivoli 13030 Albano Vercellese VC tel. 0141 592091 fax 0141 593777 La Mandria tel. 0161 73112 fax 73311 Fotografi e: Madonna della Neve sul Monte Lera E. Canal, M. Camoni, F. Ceragioli, T. Farina, L. BIELLA Ponte del Diavolo Monte Fenera Giunti, C. Leonoris, L. Longo, A. Molino, Baragge A. Mongrandi, D. Rosselli, M. Salvatore, F. Stura di Lanzo Fraz. Fenera Annunziata Tomasinelli, arc. MRSNT Bessa Viale Carlo Emanuele II, 256 13011 VC Brich di Zumaglia e Mont Prevé 10078 Venaria Reale TO tel. e fax 0163 209478 Disegni e cartine: Via Crosa, 1 tel. 011 4993311 fax 011 4594352 S. Chiantore, C. Girard, G. Tuninetti 13882 Cerrione BI Sacro Monte di Varallo tel. 015 677276 fax 015 2587904 Gran Bosco di Salbertrand Loc. Sacro Monte Foto di copertina: Via Fransuàs Fontan, 1 Piazza Basilica Marmotta, Luca Longo Burcina 10050 Salbertrand TO 13019 Varallo VC Cascina Emilia tel. 0122 854720 fax 0122 854421 tel. 0163 53938 fax 0163 54047 L’editore è a disposizione per gli eventuali aventi diritto 13814 Pollone BI per fonti iconografi che non individuate. Riproduzione anche parziale di testi, fotografi e tel. 015 2563007 fax 015 2563 914 Laghi di Avigliana PARCHI NAZIONALI e disegni vietata salvo autorizzazione dell’editore. Via Monte Pirchiriano, 54 Gran Paradiso Sacro Monte di Oropa 10051 Avigliana TO Via della Rocca, 47 Registrazione del Tribunale di Torino c/o Comune, Via Battistero, 4 tel. 011 9313000 fax 011 9328055 10123 Torino n. 3624 del 10.2.1986 13900 Biella tel. 011 8606211 fax 011 8121305 Arretrati (disponibili, dal n. 90): € 2 tel. 015 3507312 fax 015 3507508 Monti Pelati e Torre Cives Manoscritti e fotografi e non richiesti dalla Sacro Monte di Belmonte Val Grande redazione non si restituiscono e per gli stessi CUNEO Vauda Villa S. Remigio non è dovuto alcun compenso. Alpi Marittime Corso Massimo d’Azeglio, 216 28922 Verbania Abbonamento 2007 Juniperus Phoenicea di Rocca 10081 Castellamonte TO tel. 0323 557960 fax 0323 556397 € S. Giovanni-Saben tel. 0124 510605 fax 0124 514463 versamento di 14 Piazza Regina Elena, 30 sul c.c.p. n. 13440151 intestato a: AREE PROTETTE Piemonte Parchi-S.S. 31 km 22, 15030 12010 Valdieri CN Orsiera Rocciavrè Villanova Monferrato (Al) tel. 0171 97397 fax 0171 97542 Orrido di Chianocco D’INTERESSE PROVINCIALE Info abbonamenti: tel. 0142 338241 Orrido di Foresto Lago di Candia Alta Valle Pesio e Tanaro Via S. Rocco, 2 - Fraz. Foresto Monte Tre-Denti e Freidour Stampa: Augusta Bagiennorum 10053 Bussoleno TO Monte San Giorgio Diffusioni Grafi che S.p.A. Ciciu del Villar tel. 0122 47064 fax 0122 48383 Conca Cialancia Villanova Monferrato AL Oasi di Crava Morozzo Stagno di Oulx tel. 0142 3381 fax 0142 483907 Sorgenti del Belbo Po (tratto torinese) Colle del Lys c/o Provincia di Torino Riservatezza -Dlgs n. 196/’03. L’Editore garantisce la tutela dei dati Via S. Anna, 34 Corso Trieste, 98 personali. 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nel bosco, fragole Gianna Tuninetti Natura & Cultura

È il fi lo doppio della tutela che unisce l’attenzione per l’ambiente e la cura delle espressioni più autentiche della gente del luogo. Fin dal suo esordio, la politica 2 14 dei parchi della Regione Piemonte si è impegnata a 2007 valorizzare lo stretto legame fra il territorio e i segni 7 • lasciati nel corso del tempo dal lavoro e dall’ingegno dell’uomo. La presenza di parchi e riserve naturali aggiunge valore non solo a opere grandiose e SOMMARIO imponenti come il Forte di Fenestrelle o la Basilica CARTOGRAFIA di Superga, ma anche ad architetture semplici e La più artistica delle scienze di Luca Ghiraldi 2 quotidiane, e a chi in quei particolari luoghi vive e VIAGGI abitata. Sono le case dai tetti in paglia delle Alpi L’assalto all’ultimo confi ne di Riccardo Volpi 6 Marittime, o quelle di legno della Valsesia, o i vecchi PARCHI PIEMONTESI mulini allineati lungo il Po, il Ticino, il Pesio o l’Orba, Veglia e Devero, alpeggi millenari canti popolari, strade e sentieri dimenticati... di Paolo Crosa Lenz 8 Uno sforzo spesso premiato con la rivitalizzazione di APICOLTURA&BIODIVERSITA’ Quando apicoltura fa rima con natura spazi geografi ci marginali e in alcuni casi, addirittura di Fabio Casale e Paolo Pirocchi 11 capace di generare nuove sensibilità e interpretazioni, SCOPRIPARCO Alpe Devero come accade nei Sacri Monti, patrimonio religioso e di Toni Farina 14 paesaggistico, carico di arte e storia, che dopo una PARCHI NAZIONALI lunga e paziente stagione di restauro, ha superato Circeo, un’area risorta di Renato Valterza 16 gli ambiti d’interesse locale per entrare nel circuito TRADIZIONI mondiale dei beni culturali salvaguardati dall’Unesco. La ginestra, dimenticata fi bra tessile di Mimmo Cecere 18 Insieme al turismo religioso, si vede crescere il loro ERBE OFFICINALI specifi co ruolo sociale, la capacità di dialogare e di Ti piace la menta? relazionarsi con prestigiose istituzioni per realizzare di Filippo Ceragioli 20 iniziative di alto profi lo culturale. Oggi i Sacri Monti TERRITORIO Una mappa culturale per il Piemonte sono soggetti propositivi che traendo forza e nutrimento di Francesca Bagliani e Alessandra Leone 23 dal passato, delineano il proprio futuro proiettandosi in ENTOMOLOGIA Stanno scomparendo le api modo dinamico nella realtà che li circonda. di Luca Ghiraldi 27 Alla tutela storico-artistica, affi ancano azioni che GEOLOGIA Camminare sull’oceano scomparso alimentano nuovi valori come dimostra il prossimo di Gianni Boschis 34 convegno La bisaccia del pellegrino: fra evocazione AMBIENTE e memoria, al quale la rivista Atlas, edita dal Centro Luci e ombre delle energie rinnovabili di Enrico Massone 32 di documentazione Sacri Monti, Calvari e Complessi VILLE E GIARDINI devozionali europei, dedica il numero speciale allegato. Lucchesia, teatro di verzura Un convegno itinerante, che coinvolge Torino e l’intero di Elena Accati 34 RUBRICHE Monferrato, che si fa portavoce di un messaggio di speranza, improntato al rispetto delle differenti 40 confessioni religiose. Un evento che apre prospettive fi nora mai tentate a favore dell’amicizia e della solidarietà, sviluppando un programma culturale simile a quello che nell’Africa australe è svolto dai cosiddetti “parchi della pace”.

Enrico Massone 20 34 PARCHI PIEMONTESI

Tour dell’Orsiera Cinque giorni, tre valli, un parco testo di Toni Farina [email protected]

Osservati da Torino e dalla sua cintura, i monti del Parco naturale Or- siera Rocciavré infondono un’ingannevole impressione di “portata di mano”. Tranello dello sguardo: lo “strumento” giusto per apprezzarne la dimensione non è l’occhio ma il piede. Solo il camminare svela il raggiro, permettendo di scoprire che i suoi valloni non sono semplici rughe sull’orizzonte ma occasioni di viaggio. Inattese e impensabili. Un viaggio, tre valli, un parco...

Val di Susa, sul sentiero balcone tra il Colle del Mulibas e il Colle del Chiot; sullo sfondo, il Rocciamelone (foto Toni Farina) 2 3 Monti dell’Orsiera Rocciavrè, ovvero non tragga in inganno la vicinanza alla città. Montagne per amatori, che al di là degli dall’impatto visivo con le colate di sassi accesso e il Rifugio Amprimo, dove i dove il cammino prosegue disteso tra ameni tappeti erbosi e ombrosi boschi con cui si offrono agli estimatori del pic nic domenicale, nascondono un ambiente liberate dalla montagna. camminatori trascorreranno le ore in terrazzamenti e abitazioni del tempo affatto banale, da misurarsi con il metro della curiosità e conoscere con lo strumento dei passi. Il sentiero sta ai margini e, con sollievo, dormiente attesa del giorno a venire. Ai che fu. E distesi si arriva al Rifugio che Un’orografi a complessa, quella del massiccio, molte di conseguenza le possibilità di varianti al percorso. Dal Toesca, ad conduce sul lato opposto del vallone dove margini del piano, con il Roccia di fronte dal vallone prende il nome. In tempo per esempio, si può rimanere in quota con passaggio alla Porta del Villano, oppure andare al Gravio valicando il Colle del- un invitante tappeto erboso conduce a ricevere il primo sole. il pranzo, cullati dal suono del torrente l’Aciano. Per effettuare il ritorno al punto di partenza del tour, dal Colle Vallette si può traversare al Rifugio della Balma all’ormai vicino Colle Orsiera. Come un (che da il nome al vallone). con passaggio al Col da Porta. Stessa possibilità da Tonda, tornando alla Borgata Forno con bel cammino interno alla Val ago magnetico, lo sguardo va subito a IV giorno Sangone sul Sentiero Quota 1000. Spazio alla fantasia, insomma. Pur non presentando diffi coltà tecniche, per i dislivelli settentrione, calamitato dalla piramide del Dove si va fra valloni boscosi V giorno e la lunghezza delle tappe l’itinerario descritto richiede una certa abitudine all’andar per monti. Sono comunque possibili Rocciamelone. Poi piega oltre l’apertura ... Con il Roccia di fronte a ricevere il Dove si torna in Val Sangone alternative tali da rendere i monti dell’Orsiera alla portata di tutti. Fra queste, un tour di sette tappe che si mantiene a quote del Moncenisio, per proseguire il gemel- primo sole, il viaggio prosegue a orien- E si torna con cammino lungo e vario. più basse con pernottamenti in località accessibili con mezzi motorizzati. Partenza e arrivo ancora in Val Sangone con laggio visivo con i parchi d’oltralpe: è ora te. Un viaggio tranquillo, perfetto per La notte al Gravio ha portato consiglio: passaggi al Colle della Roussa e al Colle delle Finestre. In ogni caso, qualunque sia l’itinerario scelto, camminare è il modo, il turno della Vanoise, che si presenta compensare la tirata del giorno prima. Il tornare in alto o rimanere a bassa quota unico e ineguagliabile, per svelare i segreti dei monti della Val Sangone e delle basse valli di Susa e Chisone, segreti che al meglio con il gran lenzuolo del Dôme consiglio è di andare lenti, abbandonando è nuovamente la decisione. Due ambienti, a tutt’oggi non sono davvero appannaggio di molti. de Chasseforêt, promessa di meraviglie al bosco i sensi, i passi e il respiro (dal due sensazioni, un’unica montagna. glaciali. Toesca si consiglia di scendere all’Am- Agli amanti delle altezze si prospettano Valico top del viaggio (2590 m), il Colle primo, lasciando la frenesia dei duemila avventura e sensazioni forti, angoli sel- Orsiera è occasione di sosta e di rifl es- metri per il giorno a venire). vaggi sono il loro premio. Per meritarlo si sione. Le fortifi cazioni sul crinale offrono Al termine del traverso (passaggio non sale a lungo nel vallone: Alpe Mustione, riparo dalle brezze da nord e appoggio “casuale” in località Travers a Mont) ac- Lago Rosso, quindi Cassafrera (da “cas- per le schiene sudate ma la tentazio- coglie i viaggiatori il Vallone del Gravio, sas”, o “cassè”, frana di grandi blocchi), ne è forte: salire ancora, trecento metri più vicini al cielo, sulla cima regina del Il tour in pillole gruppo. I giorno: Val Sangone, Forno di Per tutti, arditi e prudenti (passaggio Coazze – Rifugio Balma; salita 1000 esposto in prossimità della vetta), l’appun- m; tempo 4 h. tamento è alle Bergerie Orsiera. Seicento II giorno: Val Sangone – Val Chisone, metri più vicini al fondovalle, su un ripiano Rifugio della Balma - Rifugio Selle- d’incanto, sta il bivacco del parco, ricetto ries; salita 900 m; tempo 6 h. ideale per una meritata sosta. III giorno: Val Chisone - Val di Susa, E per una ponderata decisione: pro- Rifugio Selleries - Rifugio Toesca o seguire il viaggio in quota, tra conifere Amprimo; salita 900 m, tempo 7 h Rif. e macereti, oppure rilassarsi con una Toesca; 700 m, 7 h Rif. Amprimo. camminata a mezza montagna all’ombra IV giorno: Val di Susa; Rifugio Toesca I giorno Sontuoso il colpo d’occhio sul versante Val Chisone: sosta sul colletto fra il tonifi cante delle latifoglie. Nel primo caso, o Amprimo – Rifugio del Gravio; Vallone Jouglard e il Vallone dell’Orsiera; Val Sangone, dove si va alti sopra a mezzogiorno del parco: le due cime sullo sfondo, gli Ecrins (foto Toni Farina) occorre risalire l’erta china tra rododendri salita 200 m; tempo 2,30 h dal Rif. l’oriente dell’Orsiera, Prà Catinat e il suo tappeto e ontani che adduce al Colle del Mulinas, Amprimo, 3,30 h dal Rif. Toesca. Si parte da borgate di pietra e si va in di larici, il lungo solco del Chisone che sperando in un sole pomeridiano non V giorno: Val di Susa – Val Sangone, un mondo di pietre ed erbe magre. E guida lo sguardo oltre quinte di monti, III giorno troppo crudele. Il premio per lo strapazzo Rifugio del Gravio – Tonda, frazione di laghi, di “pietra” anche loro. Si va in fi n sulle cime cristalline degli Ecrins, Dove si conoscono i due volti del (300 metri) è la traversata in piano alla di Coazze; salita 1000 m; tempo 7 h direzione est-ovest, insieme al sole che remote e intriganti. parco Porta del Chiot: barra a oriente, si va su percorso alto, 700 m, 7h percorso Val Sangone: la Punta del Lago si rifl ette a tratti buca le nebbie e rivela crinali e Assai meno remota ma ugualmente in- Dal solatio versante Val Chisone al fresco un balcone affacciato sul fondovalle valsu- basso. nel Lago Soprano (foto Luca Giunti) rocce di bizzarra forma e bizzarro nome trigante è la cima del Rocciavré. Tornati versante Valsusa. Esordio nel cono d’om- sino, con l’arcigna parete nord dell’Orsiera in basso: cartina del parco (Picchi del Pagliaio, Rocca del Montone, al colle, la “variante 2” non può sfuggire bra della Cristalliera, che si abbandona a chiudere a meridione l’orizzonte. Altro Roc du Gias). La durata è a scelta: si può ai collezionisti di vette e di panorami. camminando a mezz’aria sul panoramico valico interno alla Val di Susa, la Porta partire da Forno per quattro ore di salita Nuovamente al colle, si scende – con traverso che dalla conca del Selleries del Chiot consente un agevole ingresso diretta al Rifugio della Balma, a duemila cautela – un ripido canalone, quindi si conduce al Vallone di Jouglard. Il tempo al Vallone del Rio Gerardo. Là in basso, il metri nell’omonimo vallone. Oppure, salire traversa a lungo alti sul Vallone di Rouen, di riposare lo sguardo sui larici di Prato Rifugio Toesca è un approdo nel bosco: nel Vallone del Ricciavré sul sentiero che in un oceano di serpentiniti rossastre Catinat e si pena su una china spoglia e buona notte in Valsusa! corre alla base dei Picchi del Pagliaio, per dove si naviga senza bussola grazie faticosa. Meta intermedia il Lago Jouglard, Stesso augurio ai naviganti di bassa scendere alla Balma dopo aver valicato all’ottima mulattiera. Con il cuore grato specchio effi mero in un luogo appartato, quota. La loro prima meta è l’Alpe Toglie, la cresta Ciarmagranda. Percorso di agli addetti al recupero del sentiero (veri ideale per rifi atare… e scandagliare i allo sbocco del vallone, tra fi tte fronde grande attrattiva, consigliato ai cacciatori maestri) si doppia la Costa di Glantin pendii alla ricerca di mufl oni, ospiti ignari che nascondono il traffi cato fondovalle di suggestioni… per attraversare il vallone del Colle della di un ambiente non loro. e custodiscono angoli di serena intro- Reale, solitario e assolato. Valicato il Colletto Jouglard, si accede spezione, come la graziosa Cappella II giorno Le erbe, seppur magre, hanno ora la al Vallone dell’Orsiera e al sentiero GTA omonima. Impossibile non fare tappa… Dove si va al levar del sole meglio sulle pietre. Con il cuore grato alla proveniente da Prà Catinat. A occidente, nell’omonimo, ben gestito, posto tappa. L’astro nascente scalda i muscoli dei Natura si risale in costa al Lago del Laus, i ghiacciai degli Ecrins guidano anco- Dopo di che, protetti dalle fronde si volge camminatori e illumina la chiesa sul Ro- solitario e conciliante. Acqua di cristallo, ra una volta lo sguardo sull’orizzonte a oriente: doppiata la Cresta dei Sicci si binet. Si sale nel vallone inseguendo la perfetta per “accogliere” la Cristalliera. e infondono voglia di lontananze agli respira su Prà Mean, accogliente distesa propria ombra ma sul Colle del Robinet Complici le luci del tardo pomeriggio, il spiriti errabondi. Macchie bianche che di pascoli allo sbocco del Vallone del Rio trionfa la luce d’occidente, da gustare rifl esso della montagna nel lago è l’inte- ondeggiano nell’aria tiepida dell’esta- Gerardo. Angolo più ameno del parco, nell’immancabile variante alla cima e gratore giusto per lenire la stanchezza te, solcano il cielo come vele: lontane, Prà Mean è meta domenicale di frotte di alla Chiesa della Madonna degli Angeli, e scendere distesi e appagati il buon diafane, poco più di un pensiero… poi estimatori della merenda. Alla frequen- rifugio d’anime e di corpi infreddoliti. sentiero per il Rifugio Selleries. la sensazione di levità sfuma, sostituita tazione contribuiscono la comodità di 4 5 angolo fra i più “inospitali” – e fascinosi Agli amanti dei boschi si prospettano I rifugi Nel parco informati – del parco. Lasciato a destra il sentiero sensazioni altre, diverse e più intime ma Rinnovati, accoglienti e organizzati Sede amministrativa e operativa a Bussoleno, Frazione Foresto, via San Rocco proveniente dalla Porta del Villano, si pro- ugualmente appaganti. Angoli discreti in rete, offrono servizi e ospitalità di 2; tel. 0122 47064; e-mail: [email protected], www.parco-orsiera. segue in direzione opposta lambendo la sono il loro premio e, per meritarlo, dal eccellente livello. Tutti i rifugi sono it; www.parks.it/parco.orsiera.rocciavre/index.html. colata di massi. Pur segnalato, il percorso rifugio si prosegue in lieve discesa nel soggetti partner del parco nell’orga- Nel parco guidati non è troppo evidente; in particolare con bosco per uscire nella radura che ospi- nizzazione del tour. Dalle Guide Uffi ciali del Parco naturale Orsiera-Rocciavrè, che hanno costituito nebbia evitare di abbandonare la giusta ta la Certosa di Montebenedetto, dove Rifugio Balma (CAI Coazze), in Val con il Consorzio di Prà Catinat e l’Ente di gestione del Parco la Società “3VALLI via non è un consiglio ma un obbligo: devozione e natura si confondono, e Sangone; 1986 m, tel. 011 9349336 Ambiente&Sviluppo s.r.l.”. Scopo della Società, fornire al pubblico servizi di solo così si può trovare il Colle Vallette, regalano impressioni d’antan. Presenza Rifugio-Albergo Selleries (proprietà informazione, promozione, organizzazione e gestione di eventi culturali e tu- agevole ma appartato passaggio in Val discreta tra le fronde dell’envers valsu- della Regione Piemonte, Assessorato ristici, il tutto in coerenza con le fi nalità dell’area protetta. La Società si avvale Sangone. Dove ritorna la luce d’oriente sino, la Certosa è un angolo da gustare alla Montagna) in Val Chisone; 2035 m. della collaborazione di rifugi, ecomusei, locande, agriturismi, cooperative e e si profi la il Vallone del Sangonetto, con calma… ma il tempo è tiranno, e il Raggiungibile in auto da Prà Catinat associazioni. aperto e allettante. Il più “pastorale” fra viaggio è ancora lungo. (se la strada non è innevata). Tel. 0121 In primo piano tra i prodotti di spicco dell’intesa c’è ovviamente il Giro dell’Orsiera. i quattro valloni del bacino del Sangone, Non c’è tregua per i pellegrini della 842664. Aperto tutto l’anno. Rivolgendosi alla 3Valli si potranno avere tutte le informazioni riguardanti il tour il Sangonetto costituisce una degna con- montagna, che rinfrancati nello spirito Rifugio Posto Tappa Alpe Toglie, e le numerose iniziative in programma all’interno del Parco Orsiera-Rocciavrè clusione del viaggio. Due le possibilità di proseguono sul Sentiero dei Franchi in Val di Susa; 1534 m, tel. 333 per la prossima estate. discesa, unica la meta: la Borgata Tonda (SF) per l’Alpe Fumavecchia e per Pian 4076498. Info: via Ponte 6, fraz. Foresto 10053 Bussoleno, tel. 0122 640069; 320 4257106; di Coazze. La via diretta nel vallone, con dell’Orso. Panoramica variante “mor- Rifugio Toesca (CAI Torino), in Val e-mail: [email protected]. transito al Lago Blu, solitario ai piedi del fologica” all’esile crinale che separa le di Susa; 1710 m, tel. O122 49526. Il Il tour nell’estate 2007 Monte Pian Real, e quindi alle diste- valli di Susa e Sangone, il piano è luogo rifugio ha avuto il conferimento del Verrà attivato con un minimo di 10 se prative delle Alpi Giaveno e di Pian simbolico, come conferma la presenza marchio di qualità ambientale Eco- e un massimo di 25 partecipanti. Gorai. Pascoli, fi nalmente! E pascoli si della Chiesa - Rifugio della Madonna label. La quota di partecipazione richiesta offrono anche a quanti optano per la della Neve, edifi cata quando da queste Rifugio Amprimo (CAI Bussoleno), a persona, comprensiva via sulla sinistra orografi ca del vallone parti gli orsi c’erano ancora. L’auspicio in Val di Susa; 1375 m, tel. 0122 di accompagnamento, ½ pensione (con passaggio al vicino Colle del Vento) è di un loro ritorno: siamo o non siamo 49353. presso i rifugi per 5 notti che consente di percorrere per intero il nel Parco Orsiera? accedere al Sentiero dei Geositi nei pressi Rifugio del Gravio (CAI Torino), in Val + sacchetto pranzo è di 230 € Sentiero dei Geositi, ricco di “geologici” Nell’attesa… non resta che riprendere il del Roc du Gias), ma unica è ancora la di Susa; 1376 m, tel. 011 9646364. (esclusa la quota d’agenzia). spunti di interesse: Rocca del Montone, cammino per scendere nel Vallone del meta: la Borgata Tonda di Coazze. Su Sono inoltre disponili lungo il percorso Prenotazioni: ViviMont Viaggi snc, Roc du Gias, fantasie di natura, fantasia Sangonetto. Anche qui si offrono diverse un costone rivolto al Sangonetto, Tonda alcuni rifugi-bivacchi non custoditi di viale Italia 53, Coazze; montanara. possibilità (una discesa diretta consente di è il luogo ideale per lasciar decantare i proprietà dell’Ente parco: al Lago Laus tel. 011 9340642; pensieri e i tanti passi. (Val Chisone) e alle Bergerie Orsiera e-mail: [email protected]/com (Val di Susa). Sulla Cima del Robinet Tre le date programmate: e a Pian dell’Orso si trovano ricoveri da lun 09/07 a sab 14/07; In alto da sinistra: spartani annessi alle due chiesette. da lun 13/08 a sab 18/08; il versante nord dell’Orsiera; da lun 27/08 a sab 01/09 dal Colle Robinet, mare di nebbie sulla Val Dall’alto: Sangone e sulla pianura; Camoscio in livrea estiva; la Certosa di Montebenedetto. Stiaccino. Qui sotto: Pian dell’Orso A destra: Stambecco in livrea autunnale 6 (foto Toni Farina) (foto Luca Giunti) 7 SCOPRIPARCO A cura di Toni Farina [email protected] di origine walser. Due e purtroppo se- Aperto fra il Corno di Sole e il Pizzo di parate le aree a parco. Nella valle prin- Nona, a 1.820 m di quota, il colle funge cipale, in Comune di , è tutelato da passaggio verso Bannio Anzino, in l’intero Vallone di Roj, dai 1.000 m del Valle Anzasca. Bel colpo d’occhio sui fondovalle fi no ai 2.458 metri della Cima monti della Val Formazza e sul gruppo Colmetto; nel territorio di , l’area dei Mischabel. protetta interessa il versante destro del Il ritorno. Ridiscesi all’Alpe Bach, si la- Torrente Landwasser, spingendosi nella scia la via di andata per proseguire la Vallone di S. Anna e poi del Bise Rosso discesa sul lato Rimella toccando l’Alpe fi no ai 2.400 m della Cima Capezzone. Fardal e quindi la Frazione Riva, al punto Due frammenti soltanto, signifi cativi però d’incontro con il Vallone del Bise Rosso. sotto il profi lo naturalistico e ambientale, Su strada sterrata si prosegue nella come conferma l’inserimento fra i Siti valle principale giungendo da ultimo Nel parco informati di Interesse Comunitario (SIC). E come alla Borgata Pianello. Sede del Parco naturale Alta Valsesia, conferma una visita in loco: pedule ai Ritorno possibile con l’autobus. In tal corso Roma 35, Varallo; tel. 0163 piedi e zaino in spalla. caso, occorre risalire alla Frazione Chie- 54680; Internet: www.parks.it/parco. sa (200 m di dislivello). Partenza ore alta.valsesia www.parcoaltavalsesia. La proposta: Traversata Fobello-La 14.57 e arrivo a Fobello in 15 minuti. Altri it; e-mail: parco.valsesia@reteunitaria. Res-Monte Tracciora-Colle Dorchetta- 200 m sono poi necessari per risalire a piemonte.it Rimella. Lunga ma facile escursione che Belvedere su sentiero (possibile visita A Fobello, Frazione Roj, centro vi- permette di cogliere gli aspetti principali al Museo Carestia Tirozzo alla Frazione site con annesso museo dedicato dell’area. Il percorso è ovviamente fattibile Campelli). ai mestieri tradizionali (tecniche di anche in senso inverso, con maggior In sintesi. Periodo: giugno – ottobre; caseifi cazione). Per visite tel. 347 dislivello in salita. La breve variante al quota max: 1.857 m (Monte Tracciora); 2622880 Monte Tracciora, sul crinale divisorio tra dislivello: 700 m circa; tempo di salita la valle principale e la Valle del Landwas- 2,45 h. Con salita al Monte Tracciora Vitto e alloggio ser, integra sotto il profi lo panoramico la occorre aggiungere 200 metri di dislivello A Fobello. Albergo della Posta, via camminata. e mezzora di salita. Roma 23, tel. 0163 561900; Casa Val Mastallone, Fobello e Rimella Partenza dalla Borgata Belvedere di Avendo più giorni per ferie Tabor, Fraz. Belvedere, tel. testo e foto di Toni Farina Fobello. Prima meta, la Borgata La Res, Per i meno allenati. Fattibile tutto l’anno, 0163 55196, 339 6491172; Agritu- a 1420 m di quota in splendida posizione anche con racchette da neve, la traver- rismo Il Campetto, Loc. Campetto, perfettamente valsesiana, la Val su un’ampia sella tra le due valli. La si sata lungo il sentiero GTA da Fobello Fraz. Roy, tel. 0163 55160; B&B Stella Mastallone. Valsesiane la com- raggiunge in circa mezzora di agevole a Rimella, con passaggio alla Borgata Alpina, Fraz. Roj, tel. 347 2622880; È plessità dell’orografi a, la severità salita su aperti pendii lungo il percorso La Res. Sul lato Fobello, consigliabile B&B La Squara, Fraz. Campelli; tel. dell’ambiente e l’esuberanza della vege- GTA (tappa Fobello-Rimella). A La Res anche d’inverno e priva di diffi coltà la 0163 55095, www.la squara.it; B&B tazione, valsesiani i centri abitati, la cura si lascia il sentiero GTA per imboccare passeggiata di un’ora da a Alpe Baranca, sul sentiero Gta per dei particolari architettonici. Manca solo il sentiero con segnavia 525, più piccolo Roj, sul versante destro della valle. Di il Colle Baranca, tel. 347 8659385. un Monte Rosa in fondo, a segnare un ma evidente sul crinale (ind. Colle Dor- rilievo, oltre ai boschi di faggio e abete Caseifi cio la Giunca, Fraz. Roj, dotato distacco emotivo e paesaggistico tra la chetta). Dopo un primo tratto in salita, il bianco, le case signorili della Borgata di quattro monolocali a disposizione montagna dei montanari e la montagna sentiero taglia in costa sul lato Rimella Cervatto (fra queste l’edifi cio detto “il dei visitatori, tel. 0163 55043. delle rocce e dei ghiacciai, “inutile” e in direzione del costone che ospita l’Alpe Castello”, situato su un aereo sperone), A Rimella. Albergo Fontana, Fraz. spettacolare. Faut. Imperdibile con buona visibilità la la settecentesca Chiesa della Madonna Chiesa, tel. 0163 55200, 55201; Rifu- Valsesiano è, infi ne, il parco. Che nell’alta salita al soprastante Monte Tracciora, delle Grazie nella Borgata Torno, a metà gio dei Walser, Fraz. San Gottardo, tel. Val Mastallone “spinge” un’enclave, raggiungibile in circa mezzora su ripide percorso, e da ultimo il centro visite del 0163 55257; Rifugio incustodito Alpe 1800 ettari di prezioso ambiente alpino tracce. Ripaga la fatica l’ampia visuale, parco a Roj. Helo, Cai Varallo tel. 0163 51530; Pani- purtroppo separati dal resto dell’area con il Monte Rosa al di là dei crinali a Gli estimatori delle lunghe camminate fi cio “Vulaiga”, panifi cazione biologica, protetta (Val Sermenza e zona di Ala- infondere all’insieme una nota di alta solitarie non possono invece mancare, via Pizzetti 22, tel. 0163 55901. gna). Laterale della Valsesia all’altezza montagna. Il Monte Tracciora è altresì sul lato Fobello, una visita al Vallone di Altre info: www.atlvalsesiavercelli.it di Varallo, la Val Mastallone si incunea raggiungibile con percorso diretto sul Roj, top dal punto di vista ambientale di profondamente sul versante sinistro crinale (deviazione all’Alpe Carghetta; questo settore del parco. Dalla borgata Come arrivare orografi co del solco principale, con anda- breve passaggio un po’ esposto) e suc- omonima alla Bocchetta del Cardone Con mezzi propri. Si arriva in Val- mento tutt’altro che regolare (valsesiano, cessiva discesa all’Alpe Faut. sono tre ore e mezza di salita in un sesia dalla A4 Torino Milano: uscita appunto) in direzione nord ovest. Al limite Tornati all’alpeggio, si prosegue a lungo ambiente ancora integro, rifugio per i Carisio, prosecuzione per , settentrionale si apre l’agevole Colle di a saliscendi tra fi tti ontaneti, sul ver- partigiani nella prima metà del 1944. Borgosesia, Varallo. Oppure dalla Baranca, per secoli importante passag- sante destro del Vallone del Rio Bach, Sul lato Rimella si può invece andare A26 Voltri Sempione, con uscita a gio verso la Valle Anzasca (fra i transiti raggiungendo le alpi Rossa Inferiore e nel Vallone del Bise Rosso, fi no al Col- Romagnano-Ghemme. celebri, il naturalista ginevrino Orace Superiore, ottimi punti panoramici sul le Segnara, un tempo frequentato (e Da Varallo (uffi ci del parco), Benedict de Saussure, nel 1789). Vallone del Bise Rosso, interamente com- impegnativo) passaggio verso la Valle Con mezzi pubblici. In treno a Varallo, A una ventina di chilometri dall’imbocco preso nel parco. Una discesa conduce Anzasca. quindi in pullman, autolinee ATAP; tel. la valle si divide: a sinistra prosegue il all’Alpe Bach, oltre il quale si affronta la 015 8408117; www.atapspa.it .Attivo Nella pagina a fi anco dall’alto: vista verso ramo principale verso Fobello (e il citato salita fi nale che conduce dapprima alla la pianura dal Monte Tracciora, in basso la da pochi mesi un servizio su chiamata Colle Baranca); a destra si origina il solitaria baita dell’Alpe Helo (ristruttu- Borgata La Res; la valle principale vista dal (almeno un giorno di anticipo): tel. crinale di La Res; la Borgata Ronco di Fobello Vallone del Landwasser che ospita sul rata dal CAI Varallo, possibile punto di in alto, il Monte Tracciora. A destra in alto: Sul 800 68 96 95; fl exibus@provincia. lato a solatio Rimella e le sue borgate appoggio) e quindi al Colle Dorchetta. Monte Tracciora appare il Monte Rosa. vercelli.it 8 9 PARCHIPARCHI PIEMONTESI

in Alta Valsesia testotesto e ffotooto ddii CChiarahiara LLeonoriseonoris delladella ValsesiaValsesia hannohanno avutoavuto lala loroloro fasefase defldefl ussiussi idriciidrici dovutidovuti allaalla suasua fusione,fusione, è [email protected] di maggior espansione tra il 1.550 e il ovvio che negli ultimi anni i bilanci glaciali 1.850. I ghiacciai esistono in quanto, siano negativi: i ghiacciai hanno perso sservato da lontano il Monte Rosa sopra la linea delle nevi persistenti, la massa e sono regrediti verso monte. appare come un gigante bianco neve caduta al suolo durante la stagio- Oche domina la Pianura Padana. ne fredda non fonde e, col passare del I ghiacciai della Valsesia Persino nella torrida estate del 2003 i tempo, subisce continue trasformazioni L’orografi a scoscesa della testata della suoi ghiacciai sembravano regalare un che ne riducono il contenuto d’aria e ne valle, dovuta principalmente alla natura po’ di refrigerio a quanti dalla pianura aumentano la compattezza. La linea delle gneissica del substrato roccioso, la man- rivolgevano lo sguardo a settentrione. nevi persistenti varia di quota soprattutto canza di ampie aree di alimentazione Nelle quattro valli italiane che convergono per effetto dell’esposizione dei versanti. dei ghiacciai a quote superiori ai 3000 sul massiccio l’area totale coperta dai Sulle Alpi settentrionali si pone attorno ai m e l’esposizione a sud del versante ghiacci misura circa 51 km², superando 2.800 metri, ma sale a 3.000 sul versante valsesiano del Monte Rosa, rendono di poco il territorio glaciale del Monte meridionale della catena. relativamente poco sviluppato il gla- Bianco. Una piccola porzione della su- Certamente uno zero termico posto per cialismo, nonostante la considerevole perfi cie glaciale interessa la Valsesia: lungo tempo oltre 4.000 metri, come è quota massima del bacino (4.554 m, sette km² soltanto, suffi cienti però a ca- accaduto nell’estate del 2003, contri- Punta Gnifetti). ratterizzarne il territorio e infl uenzarne buisce drasticamente all’innalzamento Al di là di tali fattori, il limite delle nevi la storia e l’economia. Terminata l’era di tale linea provocando un’ablazione permanenti risulta infl uenzato anche delle grandi glaciazioni pleistoceniche intensa delle masse glaciali. Posto che dall’entità delle precipitazioni. È infatti (circa 12.000 anni fa) come quasi tutti i lo stato di salute dei ghiacciai dipende l’apporto di nuova neve che determina ghiacciai delle Alpi italiane, anche quelli dall’equilibrio fra gli affl ussi nevosi e i l’alimentazione dei ghiacciai. Dai dati raccolti tra il 1932 e il 1989, la distri- senza fatica a sciatori e alpinisti. Esso fronte sempre innevata e con pochi cre- buzione mensile della neve fresca ad occupa i pendii meridionali della Piramide pacci, veniva anch’esso utilizzato per la Alagna mette in luce la dipendenza delle Vincent e presenta una superfi cie ad pratica dello sci estivo, ma ora è in fase di precipitazioni nevose con il regime ter- andamento piuttosto regolare. Nel cor- notevole riduzione. Si estende da 3.750 mico. L’analisi dei dati climatici storici so degli ultimi decenni il ghiacciaio ha m fi no a 3.089 m su una superfi cie di indica un incremento delle precipitazioni subito una sorprendente riduzione: dopo circa 1,3 km². Negli ultimi 150 anni ha liquide e solide attorno agli Anni ’20 il progresso del 1913-22, la fronte si è subito molte oscillazioni e dalla fi ne degli e agli Anni ’60-’80 e una diminuzione ritirata a monte di un gradino roccioso Anni ‘80 ha incominciato a ritirarsi, tanto attorno agli Anni ’30-’50. Il primo evento sul quale, fi n dagli Anni ’40, si è andato che oggi il suo fronte è arretrato di circa è coinciso con un abbassamento della formando un laghetto. Negli Anni ’70, 500 metri. temperatura media estiva, il secondo grazie a un periodo fresco e nevoso, è Il record di estensione dei ghiacciai val- con un innalzamento. subentrata una fase stazionaria durante sesiani spetta al Ghiacciaio delle , la quale il ghiacciaio tendeva a uscire adagiato in una conca tra le punte Gior- Un giro d’orizzonte dalla piccola morena posta al Colletto dani e Parrot e alimentato da un ampio Partendo da ovest si trovano il Ghiac- dell’Acqua sotto Punta Indren. A quei bacino che riceve le nevi dai canaloni e ciaio di Indre, il Ghiacciaio di Bors, i tempi la neve persisteva fi no a tarda dalle pareti soprastanti. La riserva idrica due ghiacciai delle Piode, occidentale e estate permettendo il completo funziona- stimata si aggira su 69 mq. La massa orientale, il Ghiacciaio del Sesia, quello mento degli impianti sciistici. Attualmente gelata precipita dal versante sud del delle Vigne, il Ghiacciaio meridionale la fronte del ghiacciaio si colloca poco Monte Rosa con imponenti seraccate e delle Locce e il Ghiacciaio di Flua. oltre 3.000 metri di quota. Considerevole scendendo verso valle si divide in due Sebbene dal punto di vista geografi co il regresso misurato nel 2005: ben 25 rami, spingendo quello orientale, più il ghiacciaio di Indren si trovi in terri- metri, imputabili alla formazione di un sviluppato, fi no a 2.465 metri di altitudi- torio valdostano, (bacino del Torrente laghetto glaciale alla fronte. ne. Un tempo le due lingue si riunivano Lys), esso viene talvolta menzionato Sovrastato dalla Piramide Vincent, il formando un’unica massa glaciale, ma Monte Rosa in primavera; a destra: tra i ghiacciai valsesiani, probabilmente ghiacciaio di Bors occupa le pendici in un arco temporale compreso tra la sentiero glaciologico Alpe Pile per la presenza degli impianti di risalita meridionali della Punta Giordani. Un fi ne del 1800 e il 1970 la sua superfi cie tabellone n. 3 di Alagna che lo rendono accessibile tempo, quando si presentava con una si è ridotta ben del 34%. L’innalzamento 10 11 delle temperature medie, soprattutto raccogliendo una preziosissima mole di estive, ha causato un’ulteriore drastica dati climatici. La parte più originale delle riduzione del ghiacciaio dalla fine degli sue ricerche riguarda il collegamento Anni ’80 a oggi, tanto che in soli 15 Anni delle variazioni glaciali con le variazioni la fronte è arretrata di oltre 250 metri, con climatiche, problema fondamentale della un massimo di 51 metri tra il 1993 e il glaciologia, sul quale s’impernia qualsiasi 1994. Un ulteriore più modesto regresso teoria dei fenomeni glaciali. Dopo la sua si è verificato negli ultimi anni. morte, l’opera del grande scienziato fu Alla base dell’erta parete sudest della portata avanti dal figlio Willy, che a soli Punta Gnifetti si sviluppa il Ghiacciaio 15 anni iniziò a raccogliere dati climatici del Sesia, dal nome delle sorgenti del e meteorologici per conto del Comitato torrente; un tempo si presentava ab- Glaciologico Italiano. Con l’assunzione bastanza esteso e articolato nella sua nel 1951 da parte dell’Ufficio Centrale struttura in quanto formato da tre parti: di Meteorologia ed Ecologia Agraria, lo il ghiacciaio del Sesia a ovest, nel qua- studio dei ghiacciai diventò la sua pro- le confluivano i ghiacciai delle Vigne e fessione: per più di 40 Anni raccolse (e delle Locce. A valle delle fronti è eviden- continua tutt’ora, anche se in pensione) te l’apparato morenico edificato dalle dati meteorologici e climatici, conducendo espansioni del 1820 e 1850, corredato numerose campagne di rilevamento delle da begli esempi di rocce montonate. masse glaciali del Monte Rosa, tanto da Attorno al 1920 i ghiacciai presentavano guadagnarsi l’appellativo di “guardiano ancora una notevole estensione, ma oggi dei ghiacciai”. l’apparato è ormai in disfacimento tanto che è diventato impossibile misurarne I ghiacciai: un ambiente a rischio la fronte. Nel lato orientale, infine, gli Lo studio dei ghiacciai non riveste solo un attuali tre ghiacciai di Flua formavano interesse scientifico, in quanto importante un tempo una sola lingua che occupava indicatore climatico, ma anche pratico: le i fondi vallivi. masse ghiacciate, infatti, rappresentano una grande riserva di acqua potabi- Lo studio dei ghiacciai le e costituiscono un efficace sistema del Monte Rosa di regolazione delle portate d’acqua È legato in modo indissolubile al nome di estive, tanto da influenzare l’equilibrio Umberto Monterin, eminente scienziato idrogeologico di un intero bacino. Il loro di Gressoney, che dedicò la sua vita a arretramento e, di conseguenza, la ri- indagare i ghiacciai sotto ogni punto di duzione di volume, sono fonte di grande vista: dalla loro storia passata alla forma preoccupazione, non solo per il mondo presente, dal clima corrispondente alla scientifico. In seguito alle mutazioni clima- varie epoche all’azione sulle rocce, dalle tiche preventivate per il prossimo futuro loro variazioni ai contributi idrici. Dal 1927 si ritiene tra l’altro che vi sarà una forte al 1940 (anno in cui morì prematura- spinta al loro sfruttamento per la pratica mente) diresse gli Osservatori meteo- dello sci sulle Alpi. Un’ulteriore minaccia rologici del Monte Rosa al Col d’Olen, per la sopravvivenza delle masse di alla Capanna Margherita e a Gressoney, ghiaccio! Da un lato la costruzione di nuovi impianti di risalita, come la funivia che in Alta Per conoscere i ghiacciai Valsesia collegherà il Passo dei Salati al della Valsesia Ghiacciaio di Indren, permette a sciatori Nulla di meglio che percorrere il e alpinisti di raggiungere agevolmente Sentiero glaciologico valsesiano. quote elevate, dall’altro la protezione dei Allestito a cura del Parco naturale ghiacciai alpini, che costituiscono le più Alta Valsesia e primo del genere in grandi riserve d’acqua dolce d’Europa, Italia, consente ai neofiti di familia- spinge le associazioni ambientaliste a rizzare con gli elementi di geologia. chiedere di vietarne lo sfruttamento. Dal parcheggio dell’Acqua Bianca, Un equilibrio difficile, sta di fatto che i due ore di agevole cammino per ghiacciai fuggono sempre più in alto: 600 metri di dislivello, con un occhio dopo un inverno come quello passato, alla montagna e l’altro ai pannelli caratterizzato da scarsità di precipita- Nella pagina di sinistra dall’alto: descrittivi. zioni nevose e da temperature eccezio- Monte Rosa e Istituto Scientifico Angelo Info: Parco naturale Alta Valsesia, nalmente elevate, cosa succederà nel Mosso al Col d’Alen e ghiacciaio di Bars, in una foto d’epoca e in una attuale; tel. tel. 0163 54680. Sul sentiero, corso della prossima estate? Di quanto ghiacciaio delle Piode; all’Alpe Fum Bitz, punto info del ancora il nostro sguardo dovrà alzarsi cascata delle Pisse nel Vallone di Bars. In questa pagina dall’alto: parco con possibile visita all’orto per ammirare ciò che rimane delle mae- crepaccio sul ghiacciaio d’Indren; botanico. stose lingue di ghiaccio che un tempo il versante valsesiano del Monte Rosa ricoprivano il Monte Rosa? in una foto di Toni Farina 12 13 PARCHI NAZIONALI

Dolomiti perduteDolomiti ritrovate testo di Enrico Vettorazzo* [email protected] foto di Enrico Canal** Altopiano di Erea Brendol

Dolomiti perdute alla scena e solo coloro che le hanno e, di fatto, battezza queste montagne, attraversate da strade, imbrigliate da saggi non sfregiati dai segni dell’uomo, piuttosto misterioso. […] commoventi “Vi è qui per i viaggiatori la possibilità viste sono in grado di apprezzarle come estendendo a una intera regione geo- impianti di risalita, umiliate da residence una fl ora e una fauna di straordinaria per le storie che raccontano, per l’aria di di vedere le montagne Dolomitiche. conviene”. grafi ca il nome di una roccia, la Dolomia, e cannoni sparaneve, che ne hanno fatto ricchezza accompagnata da peculiarità altri secoli, per la solitudine paragonabile Diverse da ogni altra montagna, non Così descriveva le Dolomiti, nel 1837, presente anche altrove, ma che solo qui una sorta di parco giochi. geologiche uniche al mondo. a quella dei deserti”. è consentito di osservarne di egua- l’Handbook for travellers in southern “reclama lo scenario per lei sola”. Le decine di chilometri di sentieri che li in alcun altro posto delle Alpi. Esse Germany, pubblicato dall’editore inglese Gilbert e Churchill non erano attirati Dolomiti ritrovate Paesaggi antichi attraversano il Parco consentono al attirano l’attenzione per la singolarità Murray. solo dalla “peculiarità dell’ambiente”, ma Fortunatamente esistono ancora zone Molti dei paesaggi del Parco sono immu- visitatore di immergersi nell’atmosfera e il carattere pittoresco delle forme, Una presentazione così affascinante at- anche e soprattutto dal “suo carattere delle Dolomiti sfuggite all’assalto del tati da secoli e conservano un fascino descritta da Buzzati. dei picchi aguzzi e delle guglie, talvolta tirò l’attenzione di due viaggiatori inglesi: appartato rispetto alle normali correnti turismo di massa, nelle quali è possibile straordinario. “Esistono da noi – scriveva emergenti quali pinnacoli ed obelischi, il pittore Josiah Gilbert e il botanico e turistiche”. “Per otto settimane – scrivono rivivere le emozioni pionieristiche di Dino Buzzati – valli che non ho mai Una fl ora unica oppure allineati in creste ininterrotte, geologo George Cheetham Churchill. – coprendo una distanza di più di due- Gilbert e Churchill; il Parco Nazionale visto da nessun’altra parte. Identiche ai Churchill, nelle sue peregrinazioni do- dentate come la mascella di un alliga- Accompagnati dalle consorti i due vi- cento miglia, non incontrammo un solo Dolomiti Bellunesi è certamente una di paesaggi di certe vecchie stampe del lomitiche, cercava e raccoglieva rarità tore. […] Le Dolomiti offrono un netto sitarono, tra il 1861 e il 1863, il settore rappresentante di quell’inquieta schiera queste: 32.000 ettari di montagne silen- romanticismo che a vederle si pensava: botaniche, girovagando “con un vascolo contrasto con tutte le altre montagne per orientale delle Alpi e le loro esperienze di turisti – inglesi o stranieri - che per- ziose, in cui vivono meno di 90 persone, ma è tutto falso, posti come questo non a tracolla e una cartella sottobraccio”. In il loro candore abbagliante. […] Le guglie di viaggio diventarono un libro: The Do- corre l’Europa e, in molti posti, fummo ne fanno una delle aree wilderness più ne esistono. Invece esistono: con la questo però, va detto, non fu un pioniere. sono così numerose e sottili da evocare lomite Mountains. Excursions through noi i primi inglesi a porre piede”. estese dell’arco alpino orientale. stessa solitudine, gli stessi inverosimili Le Dolomiti, e le montagne del Parco l’immagine di un fascio di baionette o di Tirol, Carinthia, Carniola & Friuli in 1861, Dopo quasi 150 anni la situazione è Qui è ancora possibile trovare tutte le dirupi mezzo nascosti da alberi e cespu- in particolare, sono infatti oggetto di spade. Nell’insieme esse conferiscono 1862 & 1863. Pubblicato nel 1864, il libro cambiata. Le Dolomiti sono probabil- cose che cercavano, nell’800, i due viag- gli pencolanti sull’abisso, e le cascate attenzione da parte dei botanici fi n dal un’aria di inedita e sublime grandezza è la prima “guida turistica” delle Dolomiti mente le montagne più visitate al mondo, giatori inglesi: montagne appartate, pae- di acqua, e sul sentiero un viandante 1400, a causa della straordinaria ricchez-

Sass de Mura Primavera sulle vette 14 15 Pramper in autunno Sass de Mura Gruppo del Cimonega Lago de La Stua

za della loro fl ora. La British Library di sono stati in parte risparmiati dalle gla- che spiegano la straordinaria biodiver- nelle quali si trovano sia rocce sedi- Parco, sono state restaurate e rese in ha guidato in questa “riscoperta” delle Londra custodisce il Codex bellunensis: ciazioni del Quaternario, offrendo rifugio sità vegetale presente nel Parco, dove mentarie che rocce vulcaniche. parte visitabili. Quella che per noi oggi Dolomiti – ma certo non ci dispiacerà un erbario fi gurato degli inizi del 1400, di a molte specie vegetali che, nel resto vivono oltre 1700 piante diverse. Alcune Nell’area del Parco sono presenti quasi è una delle più importanti testimonianze se anche altre persone, che provano recente ristampato dal Parco, che illustra delle Alpi, sono invece state cancellate sono state scoperte proprio qui, come esclusivamente rocce di tipo sedimen- di archeologia industriale di tutte le Alpi gli stessi nostri sentimenti, avranno la e descrive caratteristiche e proprietà dall’avanzata dei ghiacciai. Thlaspi minimum, Minuartia graminifolia tario, accumulatesi sui fondali marini non era altrettanto attraente per i visita- buona volontà di verifi care queste de- medicinali di oltre 250 piante, raccolte Così oggi possiamo ammirare nel Parco e Alchemilla lasenii, quest’ultima sco- in un periodo compreso tra i 235 e i 65 tori inglesi dell’800, dato che all’epoca scrizioni con una loro personale visita sui monti oggi inclusi nell’area protetta. molte specie endemiche (che vivono perta e descritta solo nel 2005. milioni di anni fa e successivamente, nella zona delle miniere, in piena attività, […]. Siamo però contrari all’intrusione Nel Codex sono illustrate, per la prima cioè in un’area geografi camente molto nell’Era Terziaria, sollevatesi per effetto aleggiava “in continuazione una nebbia della rumorosa, pigra corrente di turisti, volta nella storia, alcune tra le più note ridotta) come la Campanula morettiana, Una storia geologica complessa dello scontro tra la placca europea e bluastra e pestifera”. così poco disposta a rinunciare a quelle piante di montagna, come la stella alpina, eletta a simbolo dell’area protetta, la “Saremo contenti – scrivevano Gilbert quella africana. Nel Parco la ricchezza del sottosuolo comodità, che solo la “strada principale” l’arnica, il ginepro o la carlina. primula tirolese, il vistoso semprevivo e Churchill – se potremo interessare Ai margini del Parco, nell’alta Valle del non è solo mineraria: l’altopiano dei Piani è in grado di assicurare”. Se anche voi La biodiversità vegetale di questi monti delle Dolomiti e la minuscola Rhizobo- qualcuno ai curiosi problemi geologici Mis e in Valle Imperina, affi orano invece Eterni ospita infatti uno dei principali non amate la “strada principale” e non era dunque ben nota agli speziali me- trya alpina. della regione dolomitica”. rocce molto più antiche, di origine me- complessi carsici italiani, esplorato fi no appartenete alla “pigra corrente”, le dievali, che non conoscevano però le L’escursione altitudinale (il Parco si In effetti dall’800 ad oggi sono molte le tamorfi ca. Nel passato, in queste zone, ad una profondità di quasi 1000 metri. montagne del Parco Nazionale Dolomiti cause di tanta varietà, spiegata dai bo- estende tra i 400 metri del fondovalle generazioni di geologi che hanno per- si sviluppò un’intensa attività mineraria, Bellunesi vi aspettano: sono il posto tanici moderni con le vicende glaciali e gli oltre 2500 delle vette più alte), la corso queste montagne per spiegarne con l’estrazione di mercurio e rame. Le Dolomiti protette giusto per voi. del Quaternario. diversità di substrati, l’orografi a articolata l’origine, affascinante come i paesaggi miniere di Valle Imperina, nell’Agordino, “Noi amiamo la vita in solitudine – scri- Questi monti, che occupano la parte (con la conseguente presenza di molti che oggi ammiriamo. Le Dolomiti sono vantano una storia lunga oltre mezzo vevano Gilbert e Churchill nell’introdu- *Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi più meridionale e “calda” delle Dolomiti, microclimi diversi), sono gli altri fattori montagne nate dal mare e dal fuoco, millennio e oggi, grazie all’intervento del zione al loro libro, fi lo conduttore che ci ** CTA del Corpo Forestale dello Stato

Visitare il Parco Ente Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi piazzale Zancanaro, 1 - Feltre (BL); tel. 0439 3328; e-mail: [email protected]. Centri visita: Il sasso nello stagno piazza I Novembre, 1 Pedavena (BL); Uomini di Valle Imperina, Località Miniere, Rivamonte Agordino (BL) Informazioni dettagliate sugli aspetti naturalistici e storici, gli itinerari, le strutture turistiche, gli eventi culturali sono disponibili sul portale internet www.dolomitipark.it 16 17 FAUNA

una presenza abituale in molte profondità ed è in genere imbottita d’erba; fi schio fornisce, inoltre, indicazioni anche zone dell’arco alpino, ma non si corte ramifi cazioni laterali fungono, inve- sulla distanza cui si trova il predatore. Èpuò certo dire che goda di grande ce, da latrine. Nei pressi della tana, poi, Ecco spiegato perché, quando mi affaccio attenzione. Forse perché la maggior parte sono spesso scavate numerose gallerie in una prateria abitata dalle marmotte, della sua vita si svolge lontano da occhi di fuga, lunghe un paio di metri, a fondo il mio arrivo è sempre salutato da una indiscreti in una tana sotterranea. Questo cieco, che si aprono di solito alla base di serie di fi schi che precedono di pochi però non signifi ca che la marmotta non un grosso sasso. Ogni tana è occupata secondi la fuga precipitosa di tutti gli abbia niente da “dire”. da un nucleo familiare composto da una individui verso le tane. In una fresca mattina di giugno, percorro coppia di riproduttori, dalla prole nata La sua dimora preferita sono i prati e i il sentiero che risale il Vallone del Sabbio- nell’anno, da quella dell’anno precedente pascoli di montagna, oltre il limite su- ne. Mi trovo nel Parco naturale regionale e, in alcuni casi, anche dai fi gli di due periore degli alberi, tra i 1.500 e i 3.000 delle Alpi Marittime, provincia di Cuneo. stagioni prima. Talvolta, famiglie vicine metri di quota. Contrariamente a quanto All’improvviso, il silenzio è rotto da un fi - possono dividere parte dei territori for- molti credono, la dieta della marmotta schio lacerante. Non ho neanche il tempo mando una colonia. La marmotta, infatti, è essenzialmente vegetariana e include di girarmi e impugnare il binocolo che, a è un animale sociale. Non a caso, per erbe, radici, bulbi, semi e fi ori; occasio- circa una ventina di metri, una sagoma difendersi dai predatori, ha elaborato nalmente, però, possono farne parte marrone si infi la veloce sotto una roccia. un sistema collettivo di difesa. Quando anche vermi, insetti e perfi no uova o Anche questa volta non sono riuscito a un membro della famiglia scorge una nidiacei. vederla. Attendo qualche minuto nella possibile minaccia emette un fi schio Come spesso capita nei roditori, la speranza che decida di ricomparire, ma lacerante e comunica l’informazione riproduzione, che in genere avviene non c’è niente da fare. La marmotta non a tutta la colonia. Il segnale di perico- ogni anno, in annate particolarmente sembra intenzionata a uscire dal proprio lo, in verità, non è un vero e proprio sfavorevoli può anche non verifi carsi. nascondiglio. fi schio, come erroneamente si riteneva L’accoppiamento ha luogo di solito verso E non è un caso, dal momento che tutta in passato, ma un grido di origine larin- la fi ne di aprile e la gestazione dura circa la vita di questo roditore si svolge intorno gea che viene lanciato a bocca aperta. 4-5 settimane. Vengono partoriti da 2 a alla propria tana. Al suo interno trascor- L’aspetto sorprendente, tuttavia, è che 5 cuccioli, talvolta fi no a 7, nudi e ciechi, re in letargo quasi sei mesi all’anno, si ogni segnale, a seconda di come viene che aprono gli occhi dopo 20-22 giorni accoppia, dà alla luce i fi gli, li alleva e si emesso, ha un signifi cato ben preciso: e rimangono nella tana, allattati dalla nasconde al minimo segnale di pericolo. un solo fi schio indica, ad esempio, una madre, per circa un mese. La maturità Più che una tana, però, è di un sistema minaccia che proviene dall’alto (un’aquila sessuale viene raggiunta intorno ai 3 di camere tra loro collegate da una fi tta o un predatore alato), mentre una serie anni, mentre la durata massima della rete di gallerie. La stanza principale può di fi schi segnalano un pericolo da terra vita è di 15-18 anni. essere ubicata anche ad alcuni metri di (una volpe o un uomo). L’intensità del Attualmente la marmotta è presente e

MARMOTTA la vita segreta della regina della montagna testo e foto di Luca Longo [email protected] 18 19 ben distribuita sull’intero arco alpino e parco di ben 332 colonie, concentrate gruppi familiari e le ridotte capacità di con una piccola popolazione reintrodotta soprattutto nel Vallone del Sabbione, spostamento degli animali provocano anche sull’Appennino tosco-emiliano. nell’alta Val Grande di Vernante, nel il cosiddetto “inbreeding”, vale a dire Ma non è sempre stato così. In passato, Vallone di Moncolombo, del Gesso della l’incrocio tra individui consanguinei. Le questo roditore è stato intensamente Barra e in quello della Meris. La maggior principali conseguenze sono un impo- cacciato per la bontà delle sue carni, la parte delle colonie è ubicata nelle praterie verimento del patrimonio genetico della calda pelliccia e il suo grasso. Questo d’alta quota, in modo particolare in quelle popolazione, una diminuzione della sua portò la specie sull’orlo dell’estinzio- esposte a sud-est, in una fascia altitu- variabilità e, soprattutto, un aumento delle ne in molte zone della catena alpina. dinale compresa tra i 1.500 e i 2.500 m malattie. Questo, per fortuna, può essere All’inizio del 1800, inoltre, si diffuse la slm; solo il 9% dei nuclei familiari rilevati facilmente limitato con i ripopolamenti e credenza che il grasso della marmotta sale sopra questa fascia. le reintroduzioni, due semplici interventi avesse miracolose proprietà curative Tra i pericoli che in futuro possono minac- che per fortuna le Amministrazioni pro- e si cominciò a utilizzarlo per guarire ciare l’esistenza delle colonie, l’isolamen- vinciali e gli Enti parco hanno iniziato a raffreddori, reumatismi e coliche renali. to spaziale che caratterizza numerose praticare con una certa regolarità in vari Naturalmente, come spesso accade in colonie. Le limitate dimensioni di molti settori dell’arco alpino. questi casi, ciò non corrispondeva a verità: la marmotta cessò rtuna di essere perseguitata e, grazie anche al regime di protezione di cui gode la specie dal 1977, oggi è tornata a popolare gran parte delle aree un tempo abitate. Nel Parco delle Alpi Marittime questo simpatico roditore, nel biennio 2005- 2006, è stato oggetto di un’interessante ricerca volta a defi nire la consistenza della popolazione e la distribuzione delle colonie presenti nelle diverse vallate dell’area protetta. L’indagine si è svolta suddividendo il territorio in una serie di zone all’interno delle quali con il GPS è stata rilevata l’ubicazione di tutte le tane. Le informazioni raccolte hanno permesso di stabilire la presenza entro i confi ni del

20 TRADIZIONI OccitaniaOccitania terra di suoni

testo di Dino Tron dino@loudalfi n.it

“Accourdaren la museto, Fau dóu tambourin touca, Diren uno cansouneto. Peirot saup proun bèn canta”

osì recita il Nouvé n. 8 di Notre-Da- me des Doms (Avignon) della fi ne C del XVI secolo. In questa raccolta di canti natalizi e in molte altre, presenti nell’area occitana, sono innumerevoli le citazioni e i rimandi di vario genere a “cansonetas, tambourin, pinfres, cha- bretas, vioulouns, musetas, caramels”: gli strumenti musicali del popolo, mera- viglioso prodotto dell’umano ingegno, di cui è ricchissima la Terra d’Oc. Ma cos’é l’Occitania, e dove si trova? La regione occitana è una delle maggiori “nazioni senza stato” dell’Europa occidentale, identifi cabile attraverso l’applicazione di criteri linguistici. In quest’area, che si estende per 190.000 km² sul territorio di tre stati, si parla l’antica lingua d’OC: dalle 14 Valades Ousitanes piemontesi, spartite tra le province di Cuneo e Torino (a cui si aggiungono alcune enclaves in Provincia di Imperia e il Comune di Guardia Piemontese, in Calabria), attra- verso 32 departaments del Midi francese (compresi nelle attuali regioni di Proven- ce, Languedoc-Roussillon, Acquitaine, Limousin, Auvergne, Rhône-Alpes) si arriva sino alla Val d’Aran, valle pirenaica posta sotto la sovranità della Generalitat de Catalunya, in cui è corrente e rispet- tato il trilinguismo occitano-catalano- Suonatore e cornamusa della castigliano. Questo ampio territorio ci Montagna Negra (Foto A. Molino)

21 Pragelato, 25 anni di festa della ghironda Ghironda (Foto D. Rosselli Costruzione dela ghironda (Foto D. Rosselli presenta una non comune varietà di accordature, strumento del lavoro e del letterarie di George Sand, autrice del 1983: la prima edizione della Festa nel segno di una tradizione, ma anche di terà nei locali della Casa degli Escarton, canti, danze e brani strumentali, legati a sogno dei “vioulaires”, outsiders per ec- romanzo Les Maitres Sonneurs), alle delladella ghirondaghironda a PragelatoPragelato natanata dalladalla unauna ssperimentazioneperimentazione e didi uun’evoluzionen’evoluzione lala mostramostra deidei tradizionalitradizionali strumentistrumenti oc-oc- prassi musicali, coreutiche e cerimoniali cellenza delle Valli Occitane, instancabili “cabrettes e musettes Béchonnet” (cor- passionepassione ddii GGuidouido RRonchail,onchail, aartistartista ddelel musicalemusicale cheche haha ampiamenteampiamente superatosuperato citanicitani MuzicoMuzico MuzicantesMuzicantes, organizzataorganizzata di origine antichissima e che oggi, a una musicisti ambulanti che fi no al secolo namuse a soffi etto dell’Auvergne), le legnolegno e artigianoartigiano liutaio,liutaio, inin concomitanzaconcomitanza i cconfionfi nnii ddii qquestauesta vvalle.alle. a suosuo tempotempo dalladalla ComunitàComunità MontanaMontana moderna rilettura, appaiono trascolorate scorso percorsero le strade di mezza ricche, decorate e un po’ enigmatiche concon i pprimirimi ttimidiimidi rrecuperiecuperi ddelleelle ddanzeanze e InIn occasioneoccasione delladella ricorrenzaricorrenza deidei 2525 anni,anni, ValleValle SSturatura ppressoresso ll’Ecomuseo’Ecomuseo ddellaella da “metissages” millenari, rifunziona- Europa), gli “armonis” (le fi sarmoniche “chabretas” del Limousin e del Périgord, musichemusiche ttradizionaliradizionali ddelleelle vvallialli ooccitaneccitane numerosenumerose ssonoono llee iiniziativeniziative cchehe ffrara iill 9 e pastoriziapastorizia didi Pontebernardo,Pontebernardo, oltreoltre allaalla lizzate e veicolate da uno strumentario diatoniche, semitonate, cromatiche), il la “piva d’Estrop” (cornamusa alpina, operatioperati iinizialmentenizialmente nnelleelle vvallialli ccuneesi.uneesi. ilil 1212 agostoagosto animerannoanimeranno lele serateserate estiveestive serataserata inizialeiniziale concon lala lezione-concertolezione-concerto popolare di straordinaria ricchezza e in clarinetto, gli “aboès” (gli oboi popolari ricostruita da un affresco presente nella IlIl costituirsicostituirsi deidei primiprimi gruppigruppi haha resoreso didi Pragelato,Pragelato, graziegrazie allaalla e ilil balloballo d’aperturad’apertura tenutitenuti dada DinoDino TronTron continua evoluzione, che gode di rin- “clari, aboès du Couseran, graile, aubòi Chiesa di Sanpeyre di Stroppo in Valle possibilepossibile qquestauesta rricercaicerca e rrecuperoecupero vitalitàvitalità dell’Associa-dell’Associa- e ddaa SSimoneimone LLombardo.ombardo. novata vitalità. La mostra Muzico Mu- du Bas-Languedoc”) e le nove differenti Maira), l’arcaica ed evocativa “bodega” culturaleculturale cchehe ooggiggi rrappresentaappresenta nnonon ssoloolo zionezione LouLou MagnautMagnaut IlIl programma,programma, moltomolto ricco,ricco, vedevede oltreoltre zicantes, che grazie al Parco naturale tipologie di cornamusa, ricostruite o della Montagne Noire e strumenti dal ilil ricordo,ricordo, mama ancheanche l’evoluzionel’evoluzione e ilil e alal contributocontributo deldel lala partecipazionepartecipazione didi famosifamosi gruppigruppi della Val Troncea approda a Pragelato storicamente attestate, recante ciascuna vissuto e dalle caratteristiche fortemente futurofuturo didi unauna tradizionetradizione cheche fortunata-fortunata- ParcoParco naturalenaturale ValVal nazionalinazionali comecome i LouLou DalfiDalfi n,n, ancheanche in occasione della festa della Ghironda, peculiarità organologiche, repertorio e atipiche, quali la “samponha” dei Pirenei e mentemente nonnon è andataandata persa.persa. FestaFesta delladella TronceaTroncea cchehe ppor-or- importantiimportanti aartistirtisti dd’oltralpe’oltralpe e rrendeende voluta dall’Ecomuseo della Pastorizia di contesti d’uso differenti: dalle “grandes la piccola “boha” delle Landes di Gasco- ghirondaghironda, dunque,dunque, ddedicataedicata a uunono sstru-tru- questaquesta 25°25° edizione,edizione, unun appunta-appunta- Pontebernardo (Valle Stura di Demonte cornemuses” del Bourbonnais e del gne, strumento che rivela sorprendenti mentomento bbelloello ddaa vvedereedere qquantouanto ddiffiiffi ccileile mentomento pparticolarmentearticolarmente gghiottohiotto pperer - CN), coordinata da Stefano Martini e Berry (che godettero delle attenzioni e misteriose analogie con le cornamuse dada suonare,suonare, natonato inin epocaepoca medioevalemedioevale ilil ssempreempre ppiùiù nnumerosoumeroso ppubblicoubblico ddii Sergio Berardo (musicista, leader del dell’est europeo. Muzico, Muzicantes perper aaccompagnareccompagnare llaa mmusicausica ssacra,acra, appassionati.appassionati. gruppo Lou Dalfi n) si inserisce a pieno è certamente questo: lasciato ad altre apprezzatoapprezzato ttrara iill 11600600 e iill 11700700 ddaa GliGli appuntamentiappuntamenti piùpiù signifisignifi cativi:cativi: giovedìgiovedì titolo in questo percorso di riscoperta sedi più idonee un approccio fi lologico insigniinsigni ccompositoriompositori ccomeome MMozart,ozart, 9 agostoagosto h.h. 21.00:21.00: lezione-concertolezione-concerto e e diffusione dell’antica e nuova cultura e conservativo, la mostra appare come dimenticatodimenticato poipoi nelnel tempotempo dalladalla balloballo dd’apertura’apertura ddii DDinoino TTronron e SSimoneimone d’OC che, affrancato da velleità archeolo- una coerente e “fresca” esposizione musicamusica coltacolta eded entratoentrato a farfar Lombardo;Lombardo; vvenerdìenerdì 1100 aagostogosto hh.. 221.30:1.30: giche bolse e conservatrici, vuole essere degli oggetti sonori che hanno animato parteparte delladella tradizionetradizione musi-musi- – CConcertooncerto ddii FFerdinandoerdinando RRossoosso ((fifi ssar-ar- soprattutto un “viatge”, un viaggio attra- le feste e i momenti rituali del popolo calecale ppopolareopolare iinn uunn aambitombito monica)monica) e DDanieleaniele RRonchailonchail verso la musica e gli strumenti popolari d’Oc che hanno animato le “farandolas in geografigeografi ccoo mmoltoolto aampio,mpio, (ghironda)(ghironda) – musicamusica “nuo-“nuo- occitani. Da quelli apparentemente più “Provença”, i “rondeus in “Gasconha”, le cheche vava daglidagli AppenniniAppennini va”va” pperer gghironda-Patrickhironda-Patrick semplici e “poveri” quali “l’arebebo” (lo “boreias in Auvernha” e le “corentes” nelle allaalla GGranran BBretagna.retagna. IIll ssuc-uc- BouffardBouffard (ghironda)(ghironda) e scacciapensieri), il “fi fre” (piffero in ebano nostre valli, trasportando fi no a nostri cessocesso didi questaquesta festa,festa, cheche sisi GillesGilles CChabenathabenat ((ghi-ghi- o in canna che affonda le sue origini giorni, le abilità degli antichi “menestrers, tienetiene ttradizionalmenteradizionalmente nnelel ssecondoecondo fi nnee ronda)ronda) – TourTour à Tour;Tour; nella musica militare, presente oggi in dei sonaires” o dei “sounadour” che dir settimanasettimana didi agosto,agosto, è benben rappresen-rappresen- sabatosabato 1111 aagostogosto hh.. piccole orchestre con il tamburo rullante si voglia: un poco dell’arte di Antoine tatotato daglidagli oltreoltre 5050 gruppigruppi musicalimusicali 21.0021.00 – CConcertooncerto ddeiei LLouou DDal-al- e la grancassa dette “ripatouleres”) e il Bouscatel, di Joseph Bechonnét, dei provenientiprovenienti ddaa ttuttautta EEuropauropa cchehe iinn fi n – musicamusica occitana.occitana. Program-Program- “galoubet” (fl auto provenzale diritto a tre fraire Guillemain, di Leon Peyrat, Ulysses questiquesti 2424 annianni sisi sonosono alternatialternati mama completocompleto sulsul sito:sito: www.www. fori, accompagnato dal sostegno ritmico Salesses, di Giuan Bernardi, Juzep ‘da sullesulle ppiazzeiazze ddii PragelatoPragelato pperer festadellaghironda.com.festadellaghironda.com. dell’immancabile “tambourin” deman- Rous, Noutou sounadour, Jan ‘d Servelh rendererendere onoreonore a questoquesto dato allo stesso esecutore) a oggetti e delle centina di suonatori popolari affascinanteaffascinante sstru-tru- DomenicoDomenico RRosselliosselli musicali di raffi nata e preziosa fattura che hanno fatto vivere e reso grande mentomento nnonon ssoloolo quali “lou violoun” (il violino, suonato se- la Muzica del pais d’OC è certamente condo l’antica tecnica popolare, a corde ancora racchiusa in questi strumenti, che doppie e su modi gregoriani), “la violo” ci giungono, oggi più attuali che mai, da (Foto A. Molino) (la ghironda, presente in varie forme e un passato millenario. 22 23 ECOSISTEMI

testotesto e ffotooto perper ssconvolgereconvolgere uunn ggiocoioco ddii ccorrentiorrenti e superfi cie può raggiungere i 50 gradi! come Anfi podi e Iso- cacciatore dei didi FFrancescorancesco TomasinelliTomasinelli apportiapporti didi sedimentisedimenti cheche consentonoconsentono ilil Per questo le piante pioniere corrono podi, piccoli crostacei, già citati An- [email protected]@tiscali.it mantenimento della spiaggia. ai ripari germogliando solo in alcuni prevalentemente notturni, tipodi, o il ra- La vita sui pochi arenili integri è un periodi dell’anno o per mezzo della che si cibano di detriti che rissimo Eury- e sspiaggepiagge cchehe bbordavanoordavano llee cco-o- fenomeno affascinante: un’esistenza succulenza, che consente di conser- il mare riversa in abbondan- nebria complana- ste italiane qualche dozzina di al limite, in uno degli ambienti naturali vare una riserva di acqua. Anche la za sulla riva. I loro più temibili ta, ottimo bioindicatore L anni fa erano molto diverse dalle più selettivi. Per comprenderlo, basta pelosità e la spessa cuticola delle foglie predatori sono due specie di della salute di una spiaggia. grandi distese di sabbia sulle quali ogni recarsi in alcune delle poche spiagge sono utili per proteggersi dall’eccessiva grandi quanto belli e ormai rari co- Una pianta, in particolare, che estate tutti si coricano al sole. Certo, protette presenti in Italia, luoghi come traspirazione. leotteri, Parallemorphus laevigatus dimora in questa fascia intermedia, nei complessi turistici a tutti familiari, la la Tenuta di San Rossore, il Parco della Gli Artropodi di spiaggia, principalmente ed Eurynebria complanata. ha un ruolo importantissimo nell’eco- sabbia c’è sempre, ma il resto manca: Maremma, del Circeo, il Golfo di Ori- crostacei, insetti e ragni, non solo sono Spostandosi verso l’interno, e superan- logia della spiaggia: si tratta dello sparto pochissime le piante, pressoché assenti stano in Sardegna, o in certe calette morfologicamente e fi siologicamente do un primo scalino di sabbia, creato (Ammophila arenaria), un’erba peren- gli animali. Oggi i pochi litorali sabbiosi del Salento Pugliese, solo per citare adattati a questo ecosistema diffi cile, dalle mareggiate (la berma di tempesta), ne perfettamente adattata e vivere in non alterati sono, assieme alle zone alcuni esempi. ma per sopravvivere hanno sviluppato si incontrano altri inquilini, piante come questi ambienti che a prima vista non umide, gli ambienti più minacciati a Le specie di fl ora e fauna che si tro- un comportamento che permette loro di il ravastrello (Cakile maritima), con le ha davvero nulla di speciale. Invece, livello nazionale. Si tratta, il più delle vano sul litorale sabbioso hanno molto sfuggire a condizioni climatiche stres- sue foglie carnose i fi ori bianchi, la grazie alle sue doti, resistenza alle alte volte, di minuscoli segmenti di costa, in comune con quelle che vivono nei santi e di cercare zone di “pascolo” o di calcatreppola (Eryngium maritimum) e il temperature del suolo e alta prolifi cità, circondati da una distesa di stabilimenti deserti del pianeta: si tratta di specie caccia recuperando successivamente fi nocchio litorale (Echinophora spinosa), esercita un’importante azione di smor- balneari, porti, cittadine e scogli. Piccoli, talmente ben adattate a questo eco- il proprio rifugio grazie ad uno straor- entrambe protette da robuste spine. zamento dei venti e di stabilizzazione fragili spazi spesso a rischio di essere sistema estremo che sono incapaci di dinario senso dell’orientamento solare Nei dintorni, in punti più riparati, spun- delle dune con le radici. Dopo lo sparto seppelliti da colate di cemento, inglobati vivere altrove. e astronomico. tano i ciuffi delle euforbie (Euphorbia molte altre piante possono attecchire in grandi complessi turistici, oppure Al tipo di substrato incoerente, la sab- Le specie pioniere hanno conquista- e E. peplis), le foglioline biancastre e e trasformare ancora l’ambiente, così mangiate letteralmente dal mare. Le atti- bia, ed al basso livello di nutrienti, si to con discrezione ogni sezione della villose della santolina (Otanthus mariti- arrivano le macchie di colore dei fi ori vità dell’uomo, infatti, alterano il bilancio aggiunge anche l’effetto disseccante spiaggia, a cominciare da quelle più mus), l’erba medica marina (Medicago come l’ononide (Ononis variegata), il costiero innescando fenomeni erosivi dell’aerosol marino ed i continui mu- dinamiche e diffi cili, come le linea delle marina) e la crucianella (Crucianella ginestrino delle spiagge (Lotus com- spesso non completamente prevedibili. tamenti della spiaggia per azione del onde, la battigia. Tra i miliardi di granelli maritima). Non lontano dall’acqua com- mutatus), la violacciocca (Matthiola A volte è suffi ciente modifi care il tratto mare e del vento. In certi momenti di sabbia ci sono, ovviamente, batteri e paiono nuove specie, come il piccolo sp.) ma soprattutto i fi ori rosa del vil- di un fi ume o costruire un piccolo porto dell’anno la temperatura del suolo in protozoi, ma anche organismi più grandi, coleottero Parallelomorphus laevigatus lucchio (Calystegia soldanella) e poi il

24 25 giglio marino (Pancratium maritimum), localmente possono essere anche di migliaia di turisti possa alterare in mo- con i suoi folti ciuffi di foglie laminari di piuttosto comuni. La loro presenza è do radicale questi ambienti. D’altronde un bel verde scuro e le bianchissime uno dei migliori indicatori della qualità gli interessi economici sono immensi fi oriture estive. della spiaggia; le larve, infatti, vivono e non è pensabile “tornare indietro”, Tra la vegetazione presente e i versanti nelle sabbie e non potrebbero certo ponendo sotto protezione vaste aree scoscesi delle dune si muovono tanti tollerare una massiccia presenza di di litorale già sfruttate turisticamente. inquilini, anche se questo appare come turisti a passeggio sulle loro tane. Ma si può, certamente, continuare a un ambiente povero, un universo dina- Anche i ragni Arctosa perita usano un proteggere le poche zone integre e mico che a tratti si modifi ca, sventrato nascondiglio, un piccolo e caratteristico cominciare a sensibilizzare. Ci sono dal mare in tempesta e da venti impe- tunnel nella sabbia largo meno di un ancora, soprattutto al Sud Italia e in tuosi. I coleotteri Tenebrionidi Pimelia, centimetro, ma spesso lo abbandonano Sardegna, piccole spiagge non protette, perfettamente adattati alla siccità e per cacciare all’aperto, protetti da una che nascondono un ecosistema non sempre attivi, sono ospiti regolari delle straordinaria livrea mimetica che li fa troppo alterato, che meriterebbero mag- dune, assieme al più raro coleottero scomparire tra i granelli. Per le spe- giore tutela. È essenziale per il futuro Carabide Scarites buparius che caccia cie di taglia maggiore il legame con le la creazione di una mappa a seguito con le robuste mandibole nelle ore sabbie si fa meno forte, anche se le di un serio censimento delle spiagge, notturne. Sulla poca vegetazione pre- lucertole campestri (Podarcis sicula) e il che defi nisca le aree a partire da quelle sente si trovano in grandissimo numero congilo (Chalcides ocellatus), un rettile destinate al turismo fi no a quelle naturali le chiocciole Theba pisana, di giorno della famiglia degli scinchi, dimostrano da preservare. La sfi da più grande per ben sigillate per resistere alla siccità; i una predilezione per questi ambienti la conservazione di questi ecosistemi è più fortunati possono anche scorgere e il fratino (Charadius alexandrinus), di cambiare la percezione di “spiaggia”, un’elegante mantide Empusa penna- un uccello limicolo poco più grande da un luogo visto da tutti come simbolo ta, simile a un fi ore secco. Lungo alla di un colombo, nidifi ca regolarmente del divertimento ad un’area naturale in costa, inoltre, ma anche tra gli stagni negli ambienti costieri italiani meno cui entrare in punta di piedi. del retroduna, può capitare di osservare perturbati. Le impronte lasciate sulla altri insetti che si muovono rapidamente, sabbia raccontano inoltre di altre visite: spiccando brevi e occasionali voli. Sono volpi, cinghiali, toporagni e innumerevoli altri coleotteri, le cicindele Lophyridia uccelli. Si ringrazia per la collaborazione Elena littoralis, vivaci predatori diurni, che È facile comprendere come la presenza Gagnarli

In apertura, in alto: Podarcis tiliguerta e Portulaca; qui a fi anco Erybgium. Nella pagina a fi anco, dall’alto: Sphinx euphorbiae e Theba; Calystegia e Piemlia; Egagropili e Arctosa Variana. 26 27 w

TERRITORIO 700 anni fa… Fra Dolcino in Piemonte testo di Filippo Ceragioli fi [email protected] foto di Aldo Molino e Filippo Ceragioli

ettimana Santa del 1307: sulle state erette torri di guardia ed è addirittura noti sono Dolcino, il suo luogotenente truppe vescovili, fuggirono nel Biellese montagne a nord del Biellese si stato assoldato un contingente di esperti Longino da Bergamo e Margherita. La trincerandosi su quel Monte Rubello che S chiude nel sangue la vicenda dei balestrieri genovesi. In una cronaca del loro sorte è comunque segnata dopo il avrebbe visto, dopo poco più di un anno, dolciniani, uno dei più noti movimenti tempo si racconta che: “Il giovedì santo processo per eresia Margherita e Longino la loro sconfi tta militare. Ai nostri giorni il ereticali del Medioevo. Dopo anni di este- gli uomini che combattevano contro i vengono bruciati a Biella mentre per il transito per queste montagne è facilitato nuante guerriglia, i seguaci di Dolcino gazzari (così il cronista defi nisce i dol- supplizio del leader si sceglie la città da una fi tta rete di sentieri ma, anche e della sua compagna, Margherita da ciniani, ndr) presero il bastione che si di Vercelli dove, prima della condanna d’estate e con bel tempo, per percorrere Trento, sono allo stremo. Asserragliati trovava sul luogo chiamato Stavello e al rogo, Dolcino è torturato ed evirato l’itinerario sono necessarie almeno 10 su quello che resterà noto come “Monte nella pianura di Stavello la battaglia durò davanti alla folla. È il 1 giugno del 1307. ore di cammino. Si può però dividere il Rubello” (monte dei ribelli) sono da mesi per quasi tutto il giovedì santo e gran Nei decenni successivi qua e là nel nord percorso in due tappe sfruttando il punto assediati dalle truppe dei potenti vescovi parte di quei dannati fu uccisa e anche Italia rimane traccia di processi per eresia d’appoggio dell’Alpe Peccia, una baita del di Vercelli e di Novara. Questi, con l’accor- molti cristiani furono feriti, tanto che molti a carico degli ultimi, dispersi dolciniani. Comune di Pettinengo dove è allestito un do del Papa e di vari feudatari della zona, infedeli furono gettati in un ruscello, ora In seguito l’attenzione degli inquisitori si posto tappa. Lungo l’itinerario sono stati hanno raccolto un vero esercito in modo chiamato Carnasco, e si dice che l’acqua sposterà verso la stregoneria e, dopo la sistemati una ventina di pannelli didattici da stroncare la mala pianta dell’eresia e, del fi ume fosse rossa come sangue per riforma protestante, dalla lotta all’eresia che illustrano la vicenda storica e le prin- con essa, il messaggio egualitaristico e i morti che vi furono gettati.” (Da “Storia si passerà alla guerra di religione, mentre cipali particolarità dei luoghi attraversati. libertario del “frate”. I vescovili non hanno di Fra Dolcino eresiarca” in Fra Dolcino, il movimento dolciniano resterà materia Data la lunghezza del cammino e la badato a spese: le cime delle montagne a cura di Rainero Orioli, ed. Europìa- di dibattito per storici ed eruditi. In zona, frequenza in zona di nebbia e maltempo, circostanti sono state fortifi cate, sono Jaka Book, 1984). Gli unici prigionieri la memoria degli avvenimenti, anche se sono necessarie una certa esperienza fi ltrata dal punto di vista della Chiesa venne inaugurato l’11 agosto dello stesso di montagna e un’adeguata attrezzatura di Roma, rimase però viva. Le parroc- anno con il concorso di migliaia di per- escursionistica. Sempre a cura dell’Oasi chie della zona presero l’abitudine di sone e centinaia di associazioni di area Zegna sono segnalate anche escursioni organizzare pellegrinaggi e processioni anarchica, socialista, laica e massonica. meno impegnative che permettono di di ringraziamento che celebrassero la La costruzione originaria, oggi, non è più esplorare agevolmente l’area intorno vittoria dell’ortodossia. Nel Cinquecento, visibile: l’obelisco venne infatti abbattuto al Monte Rubello. Per quanto riguarda i poi, sulla cima di un panoramico rilievo a cannonate nell’estate del 1927 durante percorsi escursionistici e l’accessibilità a est del Monte Rubello, fu eretto un un’esercitazione militare in piena era dell’Alpe Peccia si può fare riferimento oratorio dedicato a San Bernardo che fascista. Al suo posto la sinistra biellese al sito www.oasizegna.com o contattare venne ingrandito e trasformato in san- ha però sistemato nel 1974 un cippo an- l’Oasi all’indirizzo Email: tuario nel 1839. tropomorfo in pietra realizzato da Pierino [email protected]. Una curiosa leggenda diffusa nel Bielle- Machetti, tagliapietre dell’alta Valle del se racconta che sui monti di Trivero sia Cervo. Varie associazioni cercano oggi di Per saperne di più: sepolto il favoloso tesoro che Fra Dolcino tenere viva la memoria di Dolcino: primo L’anarchia cristiana avrebbe accumulato durante i numerosi fra tutti è il Centro Studi Dolciniani che tutti di Fra Dolcino saccheggi a danno di castelli e conventi. gli anni organizza a metà settembre un e Margherita Verso la fi ne dell’Ottocento, il diffondersi incontro al cippo di Fra Dolcino. Questa di Tavo Burat, delle idee anarchiche e socialiste legate “Domenica Dolciniana” prevede la ce- Leone & Griffa, 2002; al movimento operaio biellese, cominciò lebrazione del culto valdese, la salita in Centro Studi Dolciniani: a indebolire il consenso verso la Chiesa corteo al cippo, un’assemblea con varie http://fradolcino.interfree.it cattolica, cosa che portò a rivalutare an- relazioni e interventi e, per concludere, che a livello popolare le fi gure di Dolcino un’agape fraterna seguita da musiche e e di Margherita. Nel 1907, in occasione danze tradizionali. Una possibilità con- del sesto centenario della morte, varie creta per immergersi nell’atmosfera dei associazioni laiche e socialiste di Trivero luoghi che videro concludersi la vicenda e della Valle Mosso eressero un obe- terrena di Dolcino è offerta dall’itinerario Nella pagina a fi anco, Parete Calva; nelle pagine lisco in pietra alto 12 metri sul Monte dolciniano. Si tratta di una via escur- successive, dall’alto: Massaro, poco a ovest del Santuario sionistica allestita dall’Oasi Zegna che Rassa; Santuario San Bernardo; ponte Babbiera; di San Bernardo. Questo monumento, ripercorre la “lunga marcia” con la quale architettura tipica locale e costruito con il lavoro di volontari locali, i dolciniani, braccati in Valsesia dalla fabbrica della ruota. 28 29 w

Da Rassa alla Bocchetta di Stavello

Percorrendo verso monte la strada della Valsesia, a Piode si svolta a sinistra verso Rassa; poco prima dell’abitato si svolta ancora a sinistra per superare il Torrente Sorba e posteggiare a monte del paese e di un secondo ponte (940 m). A piedi s’imbocca un sentiero che parte con alcuni scalini (bacheca, se- gnavia giallo/rosso) e prende quota tra i prati alternati a conifere, raggiungendo l’Alpe Le Piane. Lasciata a sinistra la di- ramazione per il Pizzo Selvaccia (52A) si supera un torrentello e, dopo un edifi cio ben ristrutturato nei pressi del quale si trova un pilone votivo, si entra in uno splendido bosco di faggi e abeti bianchi, la “selva grande”. Il sentiero si mantiene ben tracciato ma ripido fi no a uscire sui prati che circondano l’Alpe Scandalorso (1.448 m) dove è possibile acquistare ottimi formaggi). La via si fa meno ripida e il bosco più rado; si raggiunge così la vasta Alpe Sorbella (1.658 m) e la sua bella chiesetta. La nostra via prosegue pietrosa a est dell’Alpe per raggiungere casa a quota 1032 con una bella fontana. che chiude al traffi co il tratto di monte un sentiero che, dopo un primo tratto risalendo a mezzacosta i pascoli e si un pianoro erboso a valle delle zona Di qui, sempre in falsopiano, si avanza e, con un percorso di circa 3,5 km, si piuttosto ripido, prosegue in falsopiano. allarga verso destra fi no a un ponticello pascoliva. Qui la mulattiera ridiventa tra prati punteggiati da alberi, facendo perde gradualmente quota fi no al ponte Fattosi più ampio ricomincia poi a salire metallico; qui si piega a sinistra e ci si evidente e in un bosco misto di betulle bene attenzione ai segni e senza lasciarsi di Babbiera, una splendida costruzione senza strappi. Sempre nel bosco fi tto immette nel ripido valloncello che scende e altre latifoglie scende verso lo ster- tentare dal sentiero più battuto che sale in pietra a schiena d’asino a quota 692. si contornano un paio di valloncelli per dall’evidente depressione della Bocchetta rato che collega le bocchette Sessera verso sinistra nel bosco per perdersi poco Attraversato il Sessera sul ponte si gua- uscire quindi in un prato poco sotto ad dei Fornei. Il sentiero si mantiene evi- e Boscarola, sterrato che si raggiunge dopo. Si raggiunge così un guado sul Rio dagna la destra idrografi ca e si rientra alcuni edifi ci e infi ne, con un’ultima svolta dente e, tra ontani e rododendri, risale poco a est del ponte sul Torrente Dolca Stramba oltre il quale si passa in una nel bosco. Il nostro itinerario trascura una a destra, si guadagna l’ampia spianata fi no alla bocchetta stessa (1.961 m). Di (1.105 m). Si prosegue sulla stradina per bella faggeta e, con ampi tornanti, si sale diramazione verso destra, imboccando della Bocchetta di Stavello (1.206 m). qui una traccia segnata tra l’erba alta qualche centinaio di metri verso sinistra alla sella prativa dell’Alpe Baroso (1.250 Dettagli itinerario (segnavia F6) scende gradualmente fi no a un bivio dove si prende a destra m). Di qui il sentiero, in questo tratto Luogo di partenza: Rassa 940 m (VC) tagliando il pendio verso sinistra fi no (cartello) su un viottolo che in breve ter- poco segnato, prosegue sul versante Luogo di arrivo: Bocchetta di Stavello 1.204 m (Trivero, BI) all’Alpe Fornei. Tralasciata la mulattiera mina all’Alpe Piana dei Lavaggi di Sopra. opposto con un lungo mezzacosta in un Dislivello complessivo in salita: 1.900 m; dislivello complessivo in discesa: 1650 m che si tiene in alto si va a destra e con- Contornata verso valle una costruzione ambiente più arido e soleggiato. Quando Sviluppo complessivo: 22 km tinuando ad abbassarsi obliquamente, si scende per sentiero all’Alpe Piana dei verso destra si comincia a scorgere tra si contornano alcuni valloncelli, sempre Lavaggi di Sotto, dove il Cai di Trivero ha gli alberi il bacino artifi ciale delle Mischie, Info sulla parte storica: in ambiente prativo. Con una discesa ristrutturato un edifi cio. Di qui si continua il nostro itinerario comincia a perdere http://fradolcino.interfree.it più decisa si toccano alcune rovine e in falsopiano nel bosco fi no a un ponte quota per raggiungere la stradina di Info percorso escursionistico si raggiunge poi l’Alpe La Peccia (1.358 in pietra sulla Dolca (Ponte dei Lavaggi, fondovalle poco prima della casa del e accessibilità dell’Alpe Peccia: m, posto tappa). 960 m). Senza oltrepassare il torrente guardiano della diga (Oro della Lam- www.atl.biella.it/riserve_naturali/oasizegna/sentieri.html; Il sentiero è confuso dalle tracce di pas- si prosegue in salita sulla stradina pro- ma, 900 m circa). Si imbocca la strada Oasi Zegna, Trivero - tel. 015 75911 Email: [email protected] saggio del bestiame: si attraversa la zona veniente dal ponte per raggiungere una verso sinistra superando la cancellata

Trivero e Fra Dolcino Nella Fabbrica della Ruota di Pray (cellula dell’Ecomuseo del Biellese) edi- fi cata nel 1878 e uno dei più signifi cativi esempi di archeologia industriale del Biellese, è ospitata la mostra dedicata al rapporto tra Trivero (dove si trova Bocchetta Stavello) e l’eretico medievale. La mostra è introdotta da una cronologia sintetica di quei lontani avvenimenti e intende favorire una lettura della vicenda dolciniana e delle tracce lasciate sul territorio. Oltre all’esposizione dei risultati degli scavi archeologici con i reperti me- tallici rinvenuti nel 1938 vi è riprodotta l’iconografi a attinente alla vicenda dolciniana. A completare l’esposizione, una raccolta di documenti e in particolare dei resoconti degli avvenimenti connessi con il sesto centenario della tragica vicenda. La Fabbrica della Ruota è aperta la domenica dalle 15 alle 18.30 Per gruppi e visite guidate si può telefonare allo 015 7388393 (AlMo) 30 31 PERCORSI ETNOGRAFICI

Il Sentiero del Rio Caino Cartina Ecomuseo della Valle del Chiese testo e foto di Aldo Molino ricordo a sette secoli di distanza è ancora e diabolico, o la condanna della pena di si incontra la prima delle due fucine da notorietà. Di Nicolina sappiamo che fu cevano sapidi formaggi. Sulla via del [email protected] vivo. Ad Arco si dice avvenne il loro primo morte e delle pene corporali. ferro del rio. Si tratta dell’offi cina idraulica bruciata a seguito di scellerati misfatti ritorno, il Roccolo ci ricorda il mestiere incontro, Margherita Boninsegna (Trank A ricordo di quella permanenza, lungo di Gelsomino Girardi dalla quale escono attorno al 1516, mentre Brigida, che ci (oggi esecrato) dell’uccellatore, mentre imego è uno dei primi paesi trentini secondo altre fonti), di nobile lignaggio, il sentiero etnografi co è stata allestita la ancora di tanto in tanto gli antichi attrezzi descrivono come criminale, avvelenatrice la fornace ci rimanda al mestiere del che si incontrano risalendo la valle originaria non di Trento, ma della Pieve “Casa-museo di Dolcino e Margherita” contadini lavorati con la perizia di un e cospiratrice politica, fu accusata di aver calcinaio dove le rocce calcaree erano Cdel Fiume Chiese provenendo di Ledro, lei affascinata dall’eloquenza e riproponendo negli arredi i modi di vita tempo. La seconda fucina si trova poco fornito veleno a un amico per sbarazzarsi cotte per farne calce. dalla Lombardia. Al Ponte di Cimego, il dall’intelligenza di Dolcino, lui soggiogato di quel tempo. Il sentiero etnografi co è sopra ed è stata restaurata a fi ni didattici: della moglie, all’amante per lo stesso L’Ecomuseo della Valle del Chiese che 16 giugno del 1866, i garibaldini subirono dalla sua straordinaria bellezza. Prima quello del Rio Caino, un percorso ad qui è possibile seguire le varie fasi della scopo e, infi ne con gli stessi intrugli di si propone come “Porta del Trentino” si un duro attacco da parte delle truppe di essere scacciato dal principe-vescovo anello dallo sviluppo di circa 4 km con lavorazione del metallo. Proseguendo, aver fatto fuori il proprio marito. A fi nire articola in una serie di percorsi tematici imperiali del generale Kuhn, e soltanto Bartolomeo Quirini e attraversare le Alpi 300 m di dislivello che richiede 2-3 ore di troviamo un vecchio mulino con la sua impiccato fu però il complice, mentre lei dedicati alla memoria, al lavoro, alla na- l’intervento di Garibaldi in persona riuscì per cercare rifugio in Valsesia andando cammino. Pur percorrendo un territorio ruota di legno dove si assiste invece al riuscì a cavarsela, vuoi per la sua abilità tura e all’arte per conoscere il territorio a rovesciare l’esito dello scontro. Durante incontro a un tragico epilogo, frequentò relativamente ristretto, offre moltissimi ciclo completo del pane: dalla macinazio- politica, ma anche perché era troppo da “quattro importanti e caratterizzanti la Grande Guerra qui si trovava il fronte con i suoi seguaci queste montagne. Tra motivi di interesse. La sua realizzazione ne alla cottura nel forno a legna, l’angolo utile alla comunità con le sue capacità angolazioni diverse.” con le trincee italiane che si contrap- il 1301 e il 1303 il predicatore soggiornò si collega alle iniziative ecomuseali della del boscaiolo e del carbonaio, le trincee di maneggiare erbe. ponevano a quelle austro-ungariche di prevalentemente a Cimego dove elaborò valle del Chiese. Il sentiero è stato ideato e i camminamenti del 1915-18 e, a una L’orto ci propone alcune di quelle piante Lardaro poste a sbarramento delle Valli ulteriormente la dottrina “apostolica” dal Comune di Cimego e progettato dal svolta del sentiero, l’Orto (ricostruito) di cui le streghe, ma non solo, facevano Per saperne di più: Giudicarie. tanto che negli atti processuali l’eresia Centro studi Judicaria, con la consulenza della Strega Brigida. Si tratta di un piccolo uso per pratiche terapeutiche, e di cui Consorzio turistico Val del Chiese, Terra di fabbri ed eretici, come quel mae- viene defi nita di origine “gardesana” o del Museo etnografi co di San Michele. giardino botanico realizzato con la con- i moderni studi hanno rivelato un certo tel. 0465 685033 stro fabbro Alberto da Cimego con la “trentina”. Dottrina con molti connotati L’inizio dell’itinerario è al parcheggio situa- sulenza dell’antropologa Michela Zucca fondamento. e-mail [email protected] moglie Bianca, che fu a capo della setta di attualità, come il rifi uto dell’ipocrisia to a fi anco della Statale del Caffaro, poco che ricorda un personaggio veramente Al termine della salita troviamo la malga, Ecomuseo della Val del Chiese apostolica e braccio destro di Dolcino medievale in materia sessuale, l’attribu- prima dell’abitato di Cimego. Superato il esistito, Brigida, una delle due streghe il luogo in cui d’estate è ed era portato tel. 0465 921720 in Trentino. Dolcino e Margherita, il loro zione alla donna di un carattere impuro ponte sospeso sul Chiese, sulla destra di Cimiego che acquisirono una certa il bestiame a pascolare, e dove si fa- e-mail [email protected]

32 33 FIBRE NATURALI

testo e foto di Mariano Salvatore base della fabbricazione della seta fu zione della fi bra. In epoca cinquecentesca marianoinfi [email protected] diffuso anche in Occidente. Sino a quel il primato della sericoltura si sposta verso periodo i numerosi fi lati di seta presenti le regioni del Settentrione. In questo pe- ono molte le storie incredibili che nei mercati dell’Impero Romano erano riodo è la Repubblica di Venezia, in forte la natura sa offrirci, stupendoci, esclusivamente di importazione orien- ascesa politico-economica, a diventare la Sogni volta, con la sapienza che tale; giungevano da una terra lontana e capitale della seta. In Piemonte occorre solo lei sa avere. Quella che stiamo per misteriosa nota come il paese dei Seri, attendere un altro secolo prima di veder ripercorrere è la storia di un legame an- da cui il nome di “sericoltura” ad indi- fi orire, nel vero senso della parola, i primi tico tra l’uomo e la natura, o per meglio care l’arte della lavorazione della seta. fi lari di gelso adibiti all’allevamento del dire tra l’uomo e il piccolo bruco di una La storia uffi ciale attribuisce tale merito baco da seta. farfalla: il baco da seta. all’Imperatore Giustiniano che affi dò a A partire dalla seconda metà del Seicento, Un legame intrecciato da oltre quattromila due monaci di S. Basilio, che si recavano però, il Piemonte si fa avanti con impeto anni lungo il fi lo più prezioso che la storia in Oriente per predicare il Cristianesimo, nella produzione della fi bra, soprattutto della tessitura abbia mai conosciuto. il compito di appropriarsi della tecnica di con fi lati di pregio esportati in tutto il Con- Risalgono infatti al 2600 a.C. le prime tale lavorazione. Questi, dopo un viaggio tinente. Questo settore viene incoraggiato testimonianze scritte riguardanti l’alleva- non privo di pericoli, riuscirono a portare e fi nanziato direttamente dai regnanti di mento del baco da seta. Il fi losofo cinese in Occidente alcune uova di bachi da casa Savoia (in particolar modo Vittorio Confucio scrisse nel Libro delle Odi e in seta nascosti all’interno di bastoni di Amedeo II e Carlo Emanuele, che non quello dei Riti, di una tradizione, già pre- bambù. lesinano nell’elargire favori e concessioni sente nel Celeste Impero nel III millennio Dal VI sec. d. C. la bachicoltura e la gel- alle fabbriche di stoffe seriche). Questi a. C., in cui si attribuiva all’imperatrice Si- sicoltura iniziano a diffondersi in tutto il comprendono sin dall’inizio i grandi red- ling-chi il merito di essere stata la prima bacino del Mediterraneo. In Italia arrivano diti che la sericoltura può assicurare e ad insegnare l’arte di allevare il baco da a partire dall’VIII secolo, grazie agli arabi le favorevoli ripercussioni che possono seta e di svolgerne il bozzolo. che la introducono in Sicilia e nel Sud derivare su tutta l’economia locale. Si Da quel momento in poi la Cina diven- Italia. In poco tempo le tecniche di lavo- innesca, così, nei decenni successivi ne la culla di una lavorazione unica al razione della seta risalgono la penisola, una forte rivalità con i produttori d’ol- Mondo e ne rimase gelosa custode per affi nandosi nel Centro Italia, in città come tralpe, soprattutto del distretto di Lione, oltre tre millenni. Lucca che diviene, a partire dal XII sec., per contendersi, con un’espressione di Fu solo nel 552 d. C. che il segreto alla uno dei maggiori centri europei di lavora- forte attualità, nuove “fette di mercato”. I transalpini risultano vincenti, soprattutto, di impupamento, fase che precede lo in acqua bollente facilita anche il dipana- per la capacità di innovare i metodi di sfarfallamento e il conseguente raggiun- mento del fi lo. In alcune culture il bruco, lavorazione e i sistemi di produzione. gimento della forma adulta. estratto dal bozzolo, viene mangiato. Nel panorama italiano la lavorazione Il bozzolo è formato da circa 20-30 strati Alcuni bozzoli vengono risparmiati per Nella pagina a fi anco: alberi di gelso. della seta rappresenta per oltre sette concentrici costituiti da un unico fi lo di consentire la riproduzione del baco. In Nelle pagine seguenti a sinistra dall’alto: secoli un settore di assoluta eccellenza, materiale proteico, la seta, che dipanato questa affascinante storia occorre fare la preparazione delle foglie; bruco; sino al secondo dopo guerra, quando la può raggiungere i 1.500 metri di lunghez- conoscenza di un altro protagonista, que- bozzoli; mancanza di manodopera e la comparsa za. Nella sua natura proteica (la sericina) sta volta appartenente al mondo vegetale. farfalla che depone le uova; di fi bre sintetiche meno costose come il risiedono le doti tecniche di questo fi lato Il baco da seta si nutre esclusivamente di farfalla dopo la schiusa; crisalide nel bozzolo. nylon o il rayon ne determinano, irrevo- unico in lucentezza, resistenza, elasticità, foglie di gelso, ne è così goloso che se Sulla sinistra: fi latrice con bozzoli cabilmente, il declino. fi nezza e ingualcibilità. per similitudine un bebè mangiasse e si a destra Castello di Racconigi Nonostante le alterne vicende che hanno Il bozzolo di seta viene tessuto dal bruco ingrossasse quanto un baco, avremmo caratterizzato la storia di questo fi lato, del Bombice in 3-4 giorni. Se la meta- un adulto alto 13 metri e dal peso poco il fascino legato al fi lo di seta è rimasto morfosi arriva al termine e il bruco si invidiabile di 35.000 kg. inalterato. L’artefi ce, il Baco da seta (Bom- trasforma in falena, l’insetto adulto uscirà Esistono due varietà di gelso, quello byx Mori), è una tozza falena inadatta al dal bozzolo tagliando il fi lo di seta che lo nero (Morus nigra), presente nel bacino volo e priva di colori sgargianti come le compone, rendendolo inutilizzabile. Per del Mediterraneo da molti millenni, e il più apprezzate farfalle dell’ordine a cui questo, gli allevatori gettano i bozzoli gelso bianco (Morus alba) che come il appartiene. La sua notorietà è merito del in acqua bollente per uccidere l’insetto baco è originario della Cina. A partire dal bozzolo che il bruco tesse per la fase prima che questo avvenga. L’immersione XIV sec. il gelso bianco, per le migliori 34 35 conservati e rispettati, altri decisamente più degradati.E’ possibile trovare esempi di opifi ci settecenteschi e ottocenteschi risalendo il corso della Dora Riparia da Torino verso le Alpi. Nel quartiere storico di Lucento è ancora ben conservato il Filatoio prospiciente il castello di Lucento mentre, poco distante è possibile ritrovare, nel comune di Collegno, lo storico fi latoio Caccia, tutelato come bene storico. Lungo il fi ume Dora è possibile osservare consistenti tracce di quel che rimane degli impianti e dei fi lari di gelso adibiti alla bachicoltura, capaci, in alcuni punti, di caratterizzare ancora il paesaggio fl uviale. In queste aree si sta lentamente risco- prendo il valore del gelso, per l’importante valore biologico che può ricoprire nella riqualifi cazione del paesaggio agricolo; con la reintroduzione di siepi e fi lari capaci caratteristiche (crescita rapida, maggiore carotene e, come tutti i frutti di bosco, di di restituire decoro e valore naturalistico produzione fogliare) ha soppiantato quasi vitamina C, B1 e B2. Le more sono usate a luoghi spesso negletti. completamente il nero, rendendolo una per confetture e liquori, come tonici e rarità. Il gelso bianco, peraltro molto simile sedativi. Nella medicina orientale sono Per saperne di più: al nero, si presenta come un albero di sfruttate per curare il mal di denti, la stiti- Flavio Crippa (a cura), La seta della Se- modeste dimensioni, dal fogliame de- chezza, gli eczemi e la tosse. Da queste renissima, Amministrazione comunale di ciduo di colore verde scuro a formare si può anche ricavare uno sciroppo ottimo Salzano, 2004 una densa chioma globosa. Il tronco contro le infi ammazioni della gola e uno Maria Grazia Codutti e Gerardo Unia, corto e massiccio viene spesso tagliato stimolante per l’apparato gastrointestinale. Bachi e fi lande nell’economia subalpina, a capitozza a non più di 1,5 – 2 m per Il gelso, bene adattato alle condizioni l’Arciere 1982 facilitare la raccolta delle foglie e dei pedoclimatiche della pianura padana, frutti. Le foglie serviranno da lettiere di ne è diventato uno degli alberi più rap- Istituzioni italiane allevamento dei bachi; i frutti, presentativi. Almeno sino agli Anni ’50, che si occupano del baco da seta al contrario, hanno notevoli quando con la crisi dell’industria serica e - Luciano Cappellozza, sezione Specia- impieghi alimentari e far- la comparsa di un’agricoltura intensiva e lizzata per la Bachicoltura di Padova, Isti- maceutici. La mora del meccanizzata molti gelsi sono stati tagliati tuto sperimentale per la Zoologia Agraria, gelso, bianca o rosata, allo scopo di sfruttare più “razionalmente” Via dei Colli, 28, 35146 Padova; tel. 049 costituita per l’85% da i terreni coltivati. Racconigi: dove la storia continua Agraria di Torino, è ripreso, da qualche 620205; e-mail: info@sezionebachicoltura. acqua, contiene protei- I gelsi sono stati confi nati in zone mar- Pensando a Racconigi viene spontaneo anno, l’allevamento dei bachi da seta. it (Ministero Politiche Agricole e Forestali) ne, fi bra grezza, zuc- ginali o poco interessanti sotto il profi lo associarla al castello, un tempo residenza Dal 2004, l’Associazione “Sul fi lo della - Stazione Sperimentale per la Seta, via cheri; è ricca di produttivo determinando, in tal modo, reale o alle cicogne, presenze, ormai, seta” è impegnata in un progetto di rein- G. Colombo, 83, 20133 Milano; un impoverimento estetico e biologico stanziali nel centro storico; meno imme- serimento dell’allevamento di bachi. Il tel. 02 2665990-70605347; e-mail: di molti paesaggi agricoli. Attualmente, diato risulta l’accostamento alla seta e ai buon esito dell’esperienza, iniziata con [email protected] (Ministero dell’Industria) sulla lavorazione della seta sono in corso gelsi, di cui, oggi, è diffi cile recuperare l’acquisto di pochi esemplari, ha spinto - Associazione nazionale Bachicoltori, nuovi progetti di ingegneria genetica le tra tracce. l’intera comunità locale a credere nel pro- Via Augusto Serena, 45/A Int. 11, 31044 orientati a riprodurre le caratteristiche Un tempo, però, Racconigi è stato il cen- getto, motivando la giovane associazione Montebelluna (TV); tel. 0423 615699; e- del pregiato tessuto a costi più contenuti. tro del regno sabaudo nella produzione a prendersi di oltre 20.000 bruchi. mail: [email protected] Gli esempi più curiosi sono l’impiego di di seta, con imprese fl oride e dinamiche. Il futuro dell’iniziativa si presenta pro- - Agenzia generale per lo Sviluppo e per alcune specie di ragni tropicali, molto Nella città delle cicogne erano attivi sino mettente, soprattutto, perché spinta da i Servizi in Calabria (A.R.S.S.A.), località meno docili dei miti bachi, o l’inserimento agli anni ’50 ben 33 fi latoi in grado di dare una buona dose di passione e dalla con- Pantano, 87060 Mirto Crosia (CS); tel. 0983 di sequenze di geni di bachi in piante occupazione alla popolazione dei comuni vinzione che il recupero del territorio 42235; E-mail:[email protected] di tabacco, al fi ne di produrre fi lati con limitrofi . Una storia produttiva importante, debba partire dalla riscoperta del proprio - Food and Agriculture Organization, via analoghe caratteristiche. iniziata nel ‘500 e proseguita, con alterne passato. Terme di Caracalla, 00100 ROMA A parte le bizzarre prove da laboratorio geografo tedesco Ferdinand Von Richtho- fortune, sino al secondo dopoguerra, o la competizione sfrenata delle fi bre sin- fen coniando la suggestiva e fortunata periodo in cui l’industria serica è stata Il fi ume della seta Musei e mostre sulla bachicoltura tetiche, quel che è certo è che le qualità defi nizione di “Via della seta”. Defi nizione abbandonata e sono scomparsi quasi tutti La sericoltura e la gelsicoltura hanno - Museo Didattico della Seta di Como, tecniche della seta diffi cilmente saranno che indicava quel lungo itinerario che si gli esemplari di gelsi, che, fi no ad allora, lasciato testimonianze in tutto il Nord Via Valeggio, 3 - 22100 Como; tel. 031 eguagliabili e ancor meno il patrimonio dipanava come un sottile fi lo dalla Cina alternandosi a campi e canali, compo- Italia, in particolar modo lungo i corsi 303180 storico e culturale tessuto, nel corso dei sino alle coste del Libano, passando nevano fi tti boschi. Non tutto è perduto, d’acqua della Pianura Padana, dove - Museo della Serica e della Laterizia secoli, da questo fi lo unico al mondo. tra paesi da fi aba come l’Himalaya, l’Af- di recente, un gruppo di amici ed esperti clima, disponibilità di fonti idriche come di Malo: Via Cardinal De Lai 2, 36034 Diffi cilmente un geografo dei nostri ghanistan, la Persia e la Siria, e che ha ha deciso di far riemergere questa parte energia e buona rete viaria hanno per- Vicenza; tel. 0445 581010 giorni riuscirebbe a trovare e a ideare contribuito a rendere immortale questo importante dell’identità del luogo. Con messo l’insediamento di numerosi fi latoi. - Civico Museo della Seta, abegg: Via una via del goretex o una via del nylon incredibile fi lo e coloro che a esso si il sostegno delle Amministrazioni locali Oggi nella provincia di Torino riman- Statale, 490 - Garlate - Milano; tel. 0341 così come fece alla fi ne dell’Ottocento il sono legati. e il supporto scientifi co della Facoltà di gono molti esempi di fi latoi, alcuni ben 681306 36 37 ARCHEOLOGIA SPERIMENTALE

testo e foto di Aldo Molino n paio di ben assestate martel- Taranis”. Proprio a Taranis è dedicato fu stroncata dalle legioni romane di late e il fi or di conio è pronto. il nuovo parco culturale gallico che, Giulio Cesare. I galli cessano di fatto UMoneta dalle forme irregolari sebbene sorga nei pressi di un antico di esistere quando Vercingetorige gettò (che non fosse rotonda all’epoca non insediamento, è realizzazione recente le sue armi e si consegnò prigioniero interessava) ma dal design straordi- ancora in divenire. Non un ecomuseo, al generale romano. Il villaggio si trova nariamente moderno quasi futurista, neppure un museo all’aria aperta e su una collina sulla destra della Ga- copia perfetta delle monete galliche di neanche un laboratorio sperimentale, ronna, protetto da un fossato e da una derivazione greca che circolavano nella bensì la ricostruzione interattiva di un porta fortifi cata. L’habitat è formato da Francia meridionale. Quello del battitore villaggio gallico del II secolo. capanne disperse tutte perfettamente di monete e solo una dei laboratori e L’intento non è quello di sedurre gli adattate all’ambiente e costruite con delle tante animazioni dell’Archeo sito specialisti (qualcuno magari potrà an- i materiali che erano a disposizione: gallico di Saint Julien dove sulle rive che storcere il naso) ma di far cono- legno, terra e paglia per i tetti. Le co- della Garonna, alle prime propag- scere quel periodo storico e cercare perture in segale, per chiunque abbia gini della catena pirenaica (non di dare una risposta alle domande presente quale diffi coltà ponga procu- lontano da Tolosa), il villaggio che spesso ci si pone. Il Parc culturel rarsi il materiale necessario, lasciano di Taranis ci riporta indietro Gaulais ricostruisce costumi e modi di stupiti. A Taranis si allevano animali, si di almeno 2.500 anni. vita concernenti il periodo celtico della tesse, si fondono i metalli, si fa il pane. Taranis, quasi omologo delle seconda Età del Ferro compresa tra I visitatori naturalmente sono coinvolti Zeus greco ma più guerriero, era il il 450 e il 52 a.C. Una popolazione, in queste attività e possono partecipare dio celtico del cielo e del tuono, quella gallica, intorno alla quale si sono direttamente. Il parco è di iniziativa nume supremo dei galli costruiti molti stereotipi e che non era privata e costituisce un’importante come Asterix ci ha inse- solamente litigiosa e poco civilizza- risorsa per una zona altrimenti molto gnato. A una delegazione ta come ci è spesso frettolosamente marginalizzata. di galati (nome greco dei presentata, ma portatrice bensì di una celti), Alessandro il Grande cultura originale, forse la prima vera L’archeoparco è aperto da metà aprile chiese cos’è che temessero cultura europea. I celti, o galli che dir si ad agosto tutti i giorni; in settembre, di più. La risposta fu che voglia, non costituivano la popolazione ottobre e novembre solo la domenica. l’unica cosa che li spaventa- originaria dell’attuale Francia ma il Sito internet: www.archeosite-gaulois. va “era che il cielo cadesse frutto di un’espansione iniziata verso asso.fr loro sulla per la collera di il IX secolo e ancora in corso quando 39 Torino, Via Giolitti 36 NOTIZIE Tel. 011 432 6354 – 6338 - 6307 – 6337 a cura di Emanuela Celona ([email protected]) Numero verde 800 333 444 www.regione.piemonte.it/museoscienzenaturali a cura di Elena Giacobino ([email protected]) OROPA, SECONDA BORSA DEL TURISMO DEVOZIONALE E CULTURALE Iniziative al Pubblicate le opere l’incontro tra gli Operatori pie- Giardino Botanico Rea di Mario Giacinto Peracca montesi e italiani, portatori del- l’offerta turistica-culturale rela- “Vita vegetale”, il program- do alla Natura della Sardegna”. È stato stampato dalla Society ta in inglese, delinea la vita di tiva ai siti devozionali, e i Tour ma espositivo che il Museo di Il primo percorso si snoda tra for the Study of the Amphi- Peracca, basandosi anche sulle Operator internazionali. Scienze dedica alla scoperta le collezioni all’aperto e nelle bians and Reptiles il volume sue lettere indirizzate a Bou- Quest’anno importanti Buyers sono giunti ad Oropa pratica- della vita vegetale, si arricchisce serre del giardino, alla ricerca anastatico completo delle ope- lenger e ancora oggi conser- mente da tutto il mondo: Europa e Paesi dell’Est, Canada, Stati di due nuove iniziative, presen- di piante nostrane ed esotiche, re del Conte Mario Giacin- vate a Londra. I 64 contribu- Uniti, Brasile, Giappone ecc. Novità particolarmente signifi ca- tate al Giardino Botanico Rea di funghi e alghe marine uti- to Peracca, assistente presso ti scientifi ci di Peracca sono tiva, l’arrivo di operatori provenienti dalla Cina. fi no al 30 settembre: “Le pian- lizzate come fonte di cibo nel- il Regio Museo di Zoologia quindi riprodotti fedelmente, L’appuntamento, organizzato da Regione Piemonte (settore Pro- te fonte di cibo” e “Uno sguar- la nostra e nelle altre culture; dell’Università di Torino fra con informazioni di carattere mozione Domanda Turistica e settore Pianifi cazione Aree Pro- mentre la seconda, presenta il 1887 e il 1923. tassonomico e storico. una selezione di tavole d’er- Dotato di una passione pro- tette), ATL del Biellese, Santuario di Oropa - Riserva del Sacro bario di piante rare ed esclu- rompente per rettili e anfi - Monte di Oropa, in collaborazione con Provincia e Comune di sive della Sardegna, una delle bi, Peracca arricchì il proprio Biella insieme, ha ottenuto i patrocini di Ministero per i Beni e aree del mediterraneo con più percorso personale con la de- le Attività Culturali, ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo e alto numero di specie fl oristi- scrizione di un gran numero TCI - Touring Club Italiano. che endemiche. di specie di tutto il Mondo, Cuore della manifestazione, il workshop ambientato nella gal- Le tavole d’erbario sono af- anche grazie al sostegno e al- leria Sant’Eusebio del Santuario, dove ha avuto luogo l’incon- fi ancate da minerali e anima- la sincera amicizia con il cele- tro tra Buyers internazionali e Operatori dell’offerta piemonte- li tipici dell’isola, provenienti bre erpetologo inglese George se e italiana (tour operator e associazioni culturali, consorzi tu- dalle collezioni del Museo di Albert Boulenger, e fu fra gli La “Borsa dei Percorsi Devozionali e Culturali” ha fatto il bis e ristici e associazioni di categoria, enti pubblici, enti gestori e di Scienze torinese. ultimi studiosi a vedere in vita dal 21 al 24 giugno ha presentato le proprie numerose iniziative promozione turistica). Incontri di approfondimento il grande scinco di Capo Ver- arricchiscono l’iniziativa do- de (Macroscincus coctei), ora al Santuario e Sacro Monte di Oropa (Biella). A due anni dalla menica 17 giugno, 8 luglio, estinto. Molti degli esempla- prima edizione, la manifestazione fi nanziata dalla Regione Pie- Info: segreteria organizzativa, tel. 011 4325985 – 5977, 12 agosto. ri su cui basò la descrizione monte si è presentata come occasione privilegiata per favorire [email protected], www.borsaoropa.it Giardino Botanico Rea, via tassonomica sono ancora og- Giaveno 40, frazione San Ber- gi conservati nella collezione nardino, 10090 Trana (TO). erpetologica torinese, attual- PER EDUCARE UN BAMBINO Orario: da lunedì a venerdì 10- mente gestita dal Museo Re- CI VUOLE UN VILLAGGIO ESTATE NEI PARCHI 12 e 14-17; domenica e festivi gionale di Scienze. (Proverbio africano) (da maggio a settembre) 14-19. Il volume è stato redatto da Sabato solo gruppi organizzati, Franco Andreone ed Elena Ga- Fare educazione ambientale nelle Aree protette com’è stato fat- previo appuntamento. vetti, conservatori al Museo, to fi nora non basta più. Lo si è capito dopo anni di esperienza: Info: tel. 011 933150; www.re- con prefazione dell’erpetolo- un buon lavoro educativo può essere immediatamente vanifi cato gione.piemonte.it/museoscien- go fi orentino Benedetto Lan- da una pluralità di messaggi che vanno nella direzione opposta zenaturali/rea/index.htm. za. La parte introduttiva, scrit- da quella auspicata. Ma, in questo tempo di forti cambiamenti, nella società e nei territori come società locali, è più che mai ne- cessario rifl ettere su quale funzione educativa possano svolgere oggi le Aree protette per partecipare più consapevolmente agli Tutti come Ötzi: obiettivi regionali di miglioramento dell’ambiente e di promo- laboratorio di preistoria per grandi e piccini zione della sostenibilità. Per garantire qualità ed effi cacia sono necessarie coerenze tra Il Museo di Scienze e il Centro azioni diverse che, in modo progettato e concertato, contribui- di Archeologia sperimentale di Torino aprono nei fi ne settima- scano al raggiungimento di obiettivi comuni. Lo scorso marzo, na di giugno e luglio una serie a Pracatinat, è iniziato un percorso di rifl essione comune sulla di laboratori interattivi dedi- domanda: “Chi siamo?” Risposta: “Un gruppo di persone che cati a genitori e bambini, lega- operano nelle Aree protette (guardiaparco, educatori, presiden- ti all’esposizione “Ötzi. L’uomo ti e consiglieri) e persone che lavorano a livello regionale nel venuto dal Ghiaccio”. settore Pianifi cazione Aree Protette e nel Sistema regionale per Anche quest’anno I partecipanti saranno coinvolti l’Educazione ambientale della Regione Piemonte, di Federpar- le Aree protette piemontesi nella realizzazione di oggetti di chi e dell’Università. Ci aspetta un anno di lavoro per condivi- organizzano per il periodo estivo uso comune nell’età del rame dere linee e azioni. Ci accomuna un tema che abbiamo defi nito numerose iniziative per trascorrere attraverso la sperimentazione “Educare alla sostenibilità”. In altre parole: come possiamo, con simpatiche giornate a contatto di diverse tecniche impiegate la nostra esperienza, contribuire alla costruzione di un contesto dall’uomo del Similaum. L’ini- con la natura e il territorio. che sia educativo (dentro/fuori il parco), per accrescere il valore ziativa, gratuita, è aperta a tut- Il calebdario completo ti. Domeniche dal 10 giugno al e l’effi cacia dei parchi? Un ambito complesso da trattare, quasi e agggiornato delle iniziative su: 29 luglio; sabato 9 giugno e 17 una sfi da. Ma la passione che ha contraddistinto il nostro lavoro www.piemonteparchiweb.it luglio, ore 16 - 18,30. fi no a ora non è svanita. Torneremo sui prossimi numeri della Info: tel 011 4326354 - 6337 rivista con gli approfondimenti. Info: I parchi nel sistema INFEA piemontese, tel. 011 4323333 (Foto M. Camoni) 40 41 DAL MONDO DELLA RICERCA LALA TTERZAERZA SSCIMMIACIMMIA a cura di Claudia Bordese ([email protected]) a curacura didi GianniGianni BoscoloBoscolo ([email protected])([email protected]) w gabbiana Kengah: insegnare tà di realizzare il desiderio di a spiccare il volo alla picco- elevarsi. A volte il sogno ter- L’ingegneria genetica può contrastare la gabbianella incontrata, per mina nell’incubo della cadu- caso, in un bellissimo raccon- ta: espressione simbolica della to di Luis Sepulveda. realtà vissuta, degli insuccessi la fastidiosa zanzara? Nella realtà, invece, Leonar- reali, conseguenza ineluttabile do da Vinci studiò il volo de- di un atteggiamento falso ver- È la colonna sonora dell’estate. le zanzare che trasmettono i pla- gli uccelli e stabilì la funzione so la vita. Ma, in fondo, esiste Quel ronzio fastidioso che impe- smodi della malaria, al genere Ae- dell’aria. Intuendo la forza che nel nostro inconscio il deside- disce di dormire, che fa prudere des quelle che veicolano i virus di l’aria applica all’ala quando è rio di un’ascensione sul piano e grattare prima ancora di esse- dengue e febbre gialla, al genere in moto, abbozzò un tentati- del pensiero o della moralità: re infi lzati da uno dei più sadi- Culex quelle portatrici del virus vo di elica leggera. Fu poi nel un’ascensione immaginaria, ci prodotti dell’evoluzione, l’ap- del Nilo. Solo la malaria colpi- 1873 che i fratelli Montgolfi er a volte velleitaria, che però, si parato succhiatore della zanzara. sce nel mondo ogni anno 500 riuscirono a raggiungere il cie- spera, essere almeno un poco Membro del grande gruppo degli milioni di persone, e ne uccide lo: un pallone aerostatico ad “concreta” rispetto ai bisogni insetti parassiti, in compagnia di oltre un milione, di cui la mag- aria calda toccò l’azzurro pri- reali della vita. pulci, cimici e pidocchi, la zanza- gioranza sono bambini. Quan- ma senza nessuno a bordo, poi ra accompagna da sempre l’uo- do nel 1900 il medico zoologo con una pecora, un’anatra e un mo, nei luoghi e nei tempi più Giovan Battista Grassi pubbli- galletto, e infi ne con un esse- caldi, poiché dal sangue degli es- cò le sue scoperte sul ruolo del- re umano. Da lì ebbe inizio la seri umani le femmine di zanza- l’anofele nella trasmissione della storia di elicotteri, aerei, prima ra traggono il nutrimento vitale malaria, la vittoria sulla malattia ideati per sport e divertimento, per lo sviluppo delle loro uova. sembrava prossima, e in effetti fu (Foto A. Mongrandi) Il mito di Icaro poi vere macchine da guerra. È un fastidio che possiamo com- grazie al suo lavoro che si avvia- Arrivò, poi, il tempo della Lu- battere con semplici precauzioni rono in Italia le grandi opere di na: il 20 luglio 1969 Neil Arm- (zanzariere, ventilatori, maniche bonifi ca che in alcuni decenni testo di Emanuela Celona Ma Icaro non lo ascoltò, ine- strong toccò per la prima volta lunghe al crepuscolo, eliminazio- liberarono il paese dal “paludi- briato com’era da quel magico la superfi cie lunare. ne dell’acqua stagnante da sotto- smo”. Ma non è stato così facile L’uomo e il suo desiderio di vo- volo, e non curante dei consi- Volare, per l’uomo, ha da sem- vasi, tombini e grondaie) e aiuti intervenire nel resto del mondo, lare. Un’aspirazione che si per- gli paterni, si avvicinò troppo pre signifi cato “riempirsi di un naturali (pesci rossi e gambusie, quello dimenticato, povero, lonta- de nella notte dei tempi. Volen- al sole tanto che il calore gli grande sogno”: lo sosteneva divoratori di zanzare, e bacillus no. Da oltre un secolo gli uomini done ricostruire la storia, non sciolse le ali e cadde, così, nel Angelo D’Arrigo, l’uomo con- thuringiensis, selettivo stermina- di scienza cercano una soluzione si può prescindere dalla simbo- mare in cui scomparve. dor che faceva nascere questi tore delle larve). Uno spray, un per questo fl agello e oggi, a cen- logia che ritroviamo nella let- Immagine delle ambizioni smi- rapaci in cattività per poi in- po’ di crema, tanta pazienza, e t’anni esatti dal Nobel del 1907 teratura, nell’arte, nella mito- surate dello spirito, simbolo segnargli la tecnica del volo. in fondo con le zanzare in Italia al medico francese Laveran per i logia, nei sogni. Dall’Antichi- dell’intelletto divenuto insen- Grande deltaplanista ha vola- possiamo anche convivere. suoi studi sul ruolo dei plasmodi tà al Rinascimento, l’umani- sato, dell’immaginazione de- to a 9.000 metri d’altezza senza Certo non era così cent’anni fa, nella trasmissione della malaria, tà ha manifestato il desiderio generata, il mito di Icaro rap- motore: primo uomo al mon- quando anche nel Bel Paese si da oltreoceano giunge notizia di di volare: azione impossibi- presenta il nevrotico e la sua do a sorvolare l’Everest in volo moriva per la puntura di una zan- un’importante scoperta. Grazie le o soprannaturale, e la leg- sorte, rappresentazione del- libero (2004), il primo ad at- zara, e purtroppo non è così nel- alle nuove tecniche di ingegne- genda di Icaro ne è l’emblema. l’eccesso e della temerarietà, traversare la Siberia per 5.300 la geografi a tropicale del mondo, ria genetica, il gruppo di ricerca (Foto A. Mongrandi) La mitologia racconta che De- dell’alterazione del giudizio chilometri, il primo a solcare nelle aree calde che lentamente di Mauro Marrelli della Johns dalo, ingegnoso ateniese e pa- e del coraggio, della mania di il Mediterraneo, il primo ad si avvicinano alle nostre privile- Hopkins University (Baltimo- nell’eterna lotta per la sopravvi- zione del parassita a questa por- dre di Icaro, accusato di omici- grandezza e di megalomania. attraversare il Sahara. Un uo- giate realtà territoriali. Perché le ra, USA) ha creato una zanzara venza, hanno ottime probabili- ta chiusa. dio, riparò a Creta presso Mi- Ma sono molte le leggende che mo uccello tristemente mor- zanzare che tanto ci disturbano geneticamente modifi cata, nel- tà di spodestare le zanzare natu- In attesa di una sentenza defi - nosse, e per lui ideò e costruì il narrano di voli fantastici: Etana to in volo, cadendo da due- per quel po’ di prurito che cau- la quale il plasmodio non riesce rali. I test continuano a fornire nitiva che condanni la malaria Labirinto, luogo con inestrica- sovrano sumerico che volò sul cento metri d’altezza, come sano, hanno cugine in giro per più a riprodursi. Questi nuo- risultati incoraggianti, anche se al passato, accettiamo con mag- bili andirivieni dove venne rin- dorso di un’aquila; Alessandro passeggero su un aeroplano. il mondo portatrici di morte. Al vi individui resistenti sono an- molte sono ancora le questioni giore indulgenza i ronzi dell’esta- chiuso, insieme al suo fi gliolo, Magno che si fece trasportare “Spingendo quotidianamente genere Anopheles appartengono che più longevi e più prolifi ci e, da affrontare, non ultima la rea- te nostrana. dopo essere stato accusato di da uno stormo di uccelli… In i nostri limiti riusciamo, a pic- tradimento dallo stesso Mi- epoche più recenti, il barone di coli passi, a superare le paure nosse. Ma il geniale inventore Munchausen cavalcò una palla che ci vietano il possesso del- escogitò un sistema di fuga: ra- di cannone, Peter Pan poteva la nostra esistenza”, sosteneva dunate delle penne e della ce- volare, Jonathan Linvingston D’Arrigo. (Foto F. Tomasinelli) ra, le appiccicò sulle spalle di era un gabbiano che, abban- Il possesso della nostra esisten- Icaro per aiutarlo a volare via. donando la massa dei suoi si- za: questione angusta. Nei miti, “Ma stai attento, disse al fi glio, mili volatili, per i quali volare come nei sogni, il volo esprime a non accostarti troppo al Sole, non era che un semplice mezzo un desiderio di sublimazione, la perché si scioglierebbe la cera per procurarsi del cibo, impa- ricerca di un’armonia interiore, che tiene salde e unite le ali; e rò a eseguire il volo come atto di un superamento dei confl itti. non abbassarti troppo verso di perizia e intelligenza, fonte Volare è la possibilità di librar- J. Swart van Groningen, Il ratto il mare, perché l’umidità del- di perfezione e di gioia. E an- si come un uccello, ma anche di Ganime1535/45, The J. Paul l’acqua inzupperebbe le penne cora il gatto Zorba, che rega- la possibilità di una caduta nel Getty Museum; grifone in volo e non potresti più risalire…”. lò una solenne promessa alla vuoto, e quindi l’impossibili- (Foto D. Alpe) 42 43 SENTIERI PROVATI a cura di Aldo Molino ([email protected])

donata, si trascura la via che sale to, canto di sopravissuto, unico to. Si va a destra per pochi metri, si prosegue sino a Gentina e su per continuare a fi anco del tor- lui e canta e tutti son morti o son quindi a sinistra sino alle case di carrareccia si scende a chiudere Il Sentiero Augusto Monti rente. È questo il tratto naturali- partiti...”). Cordria luoghi dei soggiorni di l’anello. Il dislivello complessivo stico più interessante. Il torrente Si continua verso l’alto lungo la Monti. Seguendo le indicazioni è di circa 300 metri. testo e foto di Aldo Molino nastero Bormida nel 1881, lau- ce uomo tra uomini che di lette- svoltare a sinistra per Cumiana. scorre gagliardo incassato in una strada di accesso alla borgata. Rag- reato in lettere, ha insegnato in re nulla sapevano, ma che tutto Dopo qualche centinaio di me- gola rocciosa presentando picco- giunte le Case Nanot si va a de- Armirolo, Romarolo… torrente numerosi ginnasi e licei tra cui avevano imparato da una dura tri si svolta a destra (indicazio- le pozze e cascatelle dove d’estate stra sulla rotabile asfaltata sino a pressoché sconosciuto come le il D’Azeglio di Torino dove ebbe vita di lavoro e sacrifi cio, viven- ni) e poco più avanti ancora a si- è piacevole rinfrescarsi. Lasciata a Provonda. Superato il capoluogo sue borgate. Merlera, Provonda, come allievi e ne contribuì alla lo- do e rimuginando l’essenza del- nistra. Superato il ponte sul San- destra la variante che consente di della valle si prosegue sino al bi- Cordria… Piccola valle laterale ro formazione, personaggi come: la vita stessa”. gone, si trascura la ripida strada accorciare il percorso, si prosegue vio per Case Franza. Si sale sulla del Sangone in quel di Giaveno Pavese, Mila, Einaudi, Ginzburg, Il “Sentiero Augusto Monti” è un per Monterossino per continuare sempre lungo la sponda destra con sinistra e alla prima curva si con- che “commisurata alle altre è po- Paietta, Foà… Nel 1936 fu arre- percorso ad anello che richiede cir- verso Mollar dei Franchi. Al bivio percorso piacevole ma meno inte- tinua diritto. Si aggira sulla sini- co più di un fosso”. Alla sua testa- stato e condannato dal tribunale ca 4 ore di cammino e si sviluppa che conduce alla frazione si par- ressante, sino al ponte delle Case stra una casa con affresco e co- ta, il Colle del Besso che immette speciale fascista a cinque anni di su stradine, carrarecce e sentieri cheggia (600 m circa). Il percorso Galletto. Lo si attraversa per sali- steggiato un pollaio ci si dirige nel solitario Gran Dubbione con carcere. La sua opera più impor- con qualche breve tratto di asfal- inizia pochi metri più avanti a si- re alla borgata (la bacheca ripor- verso il bosco. Il sentiero conti- i suoi carbonai e i misteriosi “Fra- tante è il romanzo autobiografi co to poco traffi cato. È interamente nistra della strada per Provonda. ta il bel brano dedicato al gallo: nua adesso pianeggiando, supe- massoni “ che forse non erano al- I Sansossì dove con prosa un po’ segnalato (va percorso nel senso A piedi si percorre l’ampio ster- “Hanno un gallo qui che gli vo- ra una zona di orti, poi attraver- tro che i socialisti di qua. aulica ma sempre piacevole, rac- proposto e non al contrario per- rato a tratti asfaltato che pianeg- gliono bene più che a una perso- sa un ruscello. Raggiunto un co- Un piccolo universo che Augu- conta la storia tra Langhe e Tori- ché non è predisposto per questa gia sinuoso nel bosco. Si giunge na: uno di quei galletti americani stolone si scende verso destra sino sto Monti ci racconta a colpi di no di suo padre. Nel quaranten- eventualità) con caratteristici se- così una radura dove si trova un belli e ben fatti, ma grossi come il a Pian Siva piccola area attrezza- pennello nel suo Val d’Armirolo, nale della scomparsa di Monti, gnavia di color verde ed è attrez- rustico e al suo termine si scen- pugno…ma succede talvolta che ta con tavoli e tettoie. Ai margini ultimo amore delizioso libricino Cai, Crc, Itc, Blaise Pascal, Comu- zato con 16 bacheche che oltre al de sulla sinistra (fontana all’in- mezzodì, sole a piombo sulle ca- della radura si riprende il sentie- nato dai soggiorni estivi del pro- ne di Giaveno, con il contributo tracciato del percorso riportano crocio), dallo stradello che sale a se, gente lontana nei campi,cortile ro che si percorre sino a un bivio fessore nella valle: “Ho sempre della Provincia di Torino, hanno brani signifi cativi tratti, oltre dal destra avverrà invece il ritorno. Il vuoto, la borgata deserta tutta per dove si prende a destra per giun- sognato da quando son uomo di scelto di ricordarlo con un lungo libro citato, anche da La corona viottolo nel fi tto del bosco giun- lui solo… si mette a cantare... Can- gere quindi nuovamente l’asfal- passar le vacanze d’estate a modo itinerario nella valle dove lo scrit- sulle ventitré e Lettere a Luisotta. ge ad attraversare il Romarolo e to di confi nato, canto di sperdu- mio: due stanze e una cucina in tore veniva “a rintanarsi non più Per raggiungere l’inizio del sen- continua lungo l’opposta spon- una casa di contadini, sola in de- come uomo di lettere, ma sempli- tiero bisogna salire a Giaveno e da. Costeggiata un’area attrezza- serta campagna”. ta della parrocchia semi-abban- Augusto Monti, pietra miliare della cultura piemontese è nato a Mo-

Per saperne di più: Augusto Monti, Val d’Armirolo ultimo amore, ArabaFenice, 2006

45 UN ALBERO AL MESE a curacura didi MilenaMilena OrtaldaOrtalda ([email protected])([email protected]) Associato da sempre anche alla sfera ses- Aspetto suale, forse per la forma da più punti di Appartenente alla stessa famiglia del vista evocativa, il fi co era sacro a Dioniso, gelso (Morus alba e nigra), le Mora- potentissimo dio della fecondità, che mu- cee, ne differisce innanzitutto tò in questa pianta l’amata ninfa Sica, e al per la parte considerata co- fi glio Priapo, protettore dei campi. Anche munemente il frutto, nella tradizione celtica utilizzare legno di che nel fi co non fi co nella costruzione di una casa era con- è una mora, siderato auspicio di fertilità. ma un sico- Giunto in Italia dal Mediterraneo orien- dove parrebbe essere nato, sino all’Africa Leggende nio: si tratta tale grazie ai mercanti greci e fenici - co- settentrionale, il fi co è da sempre protago- Figli illeciti di Marte e della casta vesta- Usi in realtà del me attesterebbe anche l’etimologia del no- nista delle mense e della letteratura. Spes- le Rea Silvia, due gemelli - uno dei qua- Pare che il termine “fegato” derivi diret- ricettacolo car- me, dal greco sykon (con mutazione del- so citato nei versi omerici, nelle mani di li futuro fondatore della città eterna - fu- tamente da fi catum, l’equivalente del foie noso, a forma di peretta - oblun- la s in f) - il fi co commestibile appartiene Catone fu la prova decisiva della eccessi- rono sottratti di nascosto a morte certa e gras nell’antica Roma, in relazione alla ga o appiattita secondo le va- alla famiglia delle Moracee tanto quanto va vicinanza di Cartagine, storica nemica affi dati in un cesto alle acque del Tevere, consuetudine di ingozzare le oche con un rietà - contenente i picco- le specie ornamentali note e diffuse in tut- di Roma: se un fi co colto sulle mura della che dolcemente li depose sotto le fronde pastone a base di fi chi per farne ingrossa- lissimi fi ori che si trasfor- to il mondo quali F. benjamina, F. elastica città africana poteva giungere ancor fresco del mitico “fi co ruminale” (da ruma o ru- re il fegato. A parte questa pratica un po’ mano nei veri frutti, mi- (il fi cus dei nostri appartamenti), F. retusa nell’aula del Senato... Cartagine doveva es- men, mammella, forse la stessa radice di crudele, il fi co ben si sposa all’arte culina- nuscoli acheni inseriti (dalle spettacolari radici contorte, apprez- sere distrutta. Roma), ove furono poi allattati dalla cele- ria dei paesi mediterranei, dando origine a in una polpa morbida e zato per i bonsai), e alcune grandi parassi- Potrebbe essere un fi co piuttosto che una bre lupa. Ritenuto fausto e assai venerato, molteplici ricette spesso legate ai momen- zuccherina data dai re- te tropicali “strangolatrici” come F. virens. mela il frutto proibito di edenica memo- il fi co fu quindi sempre collegato alla fon- ti di festa. Impossibile non apprezzare i fi - sidui dei fi ori feconda- Non ha invece ovviamente nulla da spar- ria, mentre di sicuro non sarà stata una fo- dazione di Roma, e vari esemplari ne so- chi secchi, tradizionali a Natale: campione ti. I siconi della varietà tire con il “fi co d’India”, cactacea origina- glia di questa pianta, fotosensibilizzante e no attestati dagli storici dell’epoca nei siti mondiale di questa produzione è la Tur- sativa sono unisessuali ria delle Americhe per quanto naturaliz- dal lattice irritante, a coprire le parti inti- più importanti della città, generati vuoi da chia seguita da Grecia, California e Italia. e necessitano, per la fecondazione o “ca- Oroscopo celtico zata nell’area mediterranea. Dall’Anatolia me dei due biblici reietti: più adatta forse un virgulto del fi co ruminale stesso, vuoi Essiccati, caramellati o sotto spirito, fre- prifi cazione”, dell’ingresso nel ricettacolo e dalla Caria (da cui l’appellativo carica), una foglia di banano. da un fulmine o da altri eventi misteriosi. schi insieme al prosciutto o trasformati - attraverso un forellino opposto al piccio- L’albero del Fico (14/23 giugno - 12/21 in marmellata, i fi chi rappresentano co- lo, detto “ostiolo” - di un piccolo insetto, dicembre) porta abbondanti e delizio- munque in primo luogo un ottimo ali- diverso da specie a specie (per il F. carica si frutti ma necessita di cure per attec- mento. Prelibatezza poco nota è la lonza è un imenottero, la Blastophaga psenes). chire e di uno spazio protetto e caldo di fi co, tipico dolce marchigiano ottenuto Questa modalità comporta ovviamente per crescere al riparo dai venti. La per- dai frutti secchi triturati con anice, noci e una forte variabilità connessa alla diffu- sonalità di chi nasce in questo segno è mandorle e avvolti nelle foglie della pianta: sione dell’insetto, cui si è ovviato selezio- caratterizzata da un forte attaccamen- tagliato a fettine è ottimo anche con par- nando varietà partenocarpiche, che svi- to alla famiglia, sulla quale necessita di migiano o pecorino. luppano i siconi eduli anche in assenza potersi affi dare ma nei confronti della di fecondazione. Tali varietà sono ulte- quale saprà sempre essere benefi co, e da Farmacopea riormente apprezzate in quanto la polpa una costante esigenza di approvazione Non capita spesso che la bontà di un ci- è meno scura e si riduce il numero degli e di amore, che gli consente di mostra- bo corrisponda a tanti vantaggi per la sa- acheni, fastidiosi al palato. La produzione re i lati migliori del proprio carattere. lute, quali un alto potere energetico asso- suddivide i fi chi a seconda del colore della Grande vitalità ed energia, generosità ciato a facile digeribilità e assenza di gras- buccia (bianco-verdastro o nero-violetto) e disponibilità alla condivisione, forza si: tutto ciò vale invece per il fi co, che go- o del periodo di maturazione: “fi oroni”, d’animo e chiarezza di obiettivi, buona de sin dall’antichità di ottima fama come in tarda primavera; “forniti”, o veri fi chi, intelligenza pratica fanno del Fico una alimento adattissimo a bambini, convale- alla fi ne dell’estate; eccezionalmente, “ci- persona generalmente piacevole e so- scenti, anziani e donne incinte. I deliziosi maruoli” in autunno (che nel caprifi co si prattutto capace di trarre il meglio da frutti, delicatamente lassativi, contengono sviluppano sempre, sono detti “mamme” quanto l’esistenza potrà metterle a di- infatti zuccheri, minerali tra cui il calcio e ospitano durante l’inverno l’insetto fe- sposizione. Ricco di buone intenzioni, e il potassio, vitamine e enzimi digestivi; condatore). Grandi foglie rugose tri-penta- il Fico ha inoltre una natura schietta e migliorano l’assimilazione delle proteine lobate, corteccia liscia color grigio-cenere, sincera che lo porta a mostrarsi sempre e potrebbero addirittura contribuire ad una ramifi cazione ampia e rada e un vasto senza fi nzioni, con la gradevole autoi- una alimentazione preventiva del cancro. apparato radicale completano la descrizio- ronia di chi sa riconoscere e accettare Il gemmoderivato, ricco in particolare di ne della pianta, ben attrezzata per resiste- anche i propri limiti. Nelle inevitabi- fi cina, vanta proprietà antinfi ammatorie, re alla siccità delle aree in cui si insedia. li contrarietà del quotidiano potrebbe cicatrizzanti e regolatrici della motilità in- La scarsa resistenza al freddo invece, che invece emergere una certa tendenza a testinale: è quindi indicato in caso di ga- non consentirebbe al fi co di sopravvivere risolvere i problemi in modo ostinato, strite e ulcera gastroduodenale, ed effi cace sotto i -10 C°, può aumentare se si ha un tipico di chi mal sopporta di essere con- nella dolorosa sindrome del colon irrita- buon consolidamento della parte legno- traddetto, e un’eccessiva indipendenza … A me me butta bene! - pensa er Fico. bile, sempre più frequente in associazio- sa nei mesi estivi, quando grazie al calore di giudizio che su certi temi può scon- Io, co’ le foje mie, ne a stati di stress e cattiva alimentazione. i rami si disidratano arricchendosi invece fi nare nel moralismo preconcetto. La copro le porcherie de le persone... Il lattice dei fi chi, leggermente irritante e di linfa e amidi, effi caci antigelo. solidità fi sica e morale dei Pini e il fa- Che lavoro che c’è! Quanto fatico! caustico, era usato un tempo per estirpa- scino discreto e sicuro delle Betulle si Nun faccio in tempo a fa’ la spedizzione! re calli e verruche, mentre un decotto di riveleranno ideali per mantenere que- fi chi secchi può essere utile ancora oggi sto carattere nella amorevole sponta- Trilussa, Li pensieri dell’arberi come emolliente per la gola arrossata e Ficus carica var. sativa o Fico domestico neità che gli è propria. sedativo della tosse. Ficus carica var. caprifi cus o Caprifi co 46 47 LIBRI ERBE IN CUCINA ([email protected]) a cura di Enrico Massone ([email protected]) a cura di Gianna Tuninetti

Alta Valle Susa, che sulla base che riprende il lavoro realizza- di un’esperienza maturata in to dodici anni fa nello speciale Svizzera, hanno approfondito di Piemonte Parchi “Il tempo, le problematiche relative ai bo- l’uomo, la natura”. Piccoli frutti, schi di protezione e le loro pos- Nella prefazione, Bruno Fer- sibilità gestionali e selvicolturali rarotti afferma che “in questi (info: 011 4325317). momenti di vertiginosa e qua- grandi virtù si patologica innovazione tec- nologico-informativa ripen- sare all’esperienza del tempo testotesto e acquerelliacquerelli di Gianna TuninettiTuninetti potrebbe aiutare a non perde- re mai la memoria del passa- “Vergine“Vergine ancorancor lala terra.terra. NonNon puntopunto toccatatoccata dada rostrorostro e nonnon solca-solca- to per non avere mai, di con- tata dada aratro,aratro, dada sésé producevaproduceva ogniogni cosa:cosa: lietolieto ciascunociascuno didi ciòciò ch’el-ch’el- seguenza, la paura del futuro”. lala davadava senz’operasenz’opera alcuna,alcuna, lele fragolefragole didi montemonte coglieva….”coglieva….” - Ovidio,Ovidio, Distribuito gratuitamente a co- 1° liblibroro delledelle MMetamorfosi.etamorfosi. loro che visitano la mostra (in- Dolce,Dolce, piccolopiccolo fruttofrutto compagnocompagno dell’uomodell’uomo dada sempre,sempre, complicecomplice didi La salamandra di Lanza. Bio- fo: t. 0161 828642). romanticheromantiche “cacce”“cacce” nellanella frescurafrescura deldel sottobosco,sottobosco, dove,dove, da giugnogiugno a logia, ecologia, conservazione di settembre,settembre, è possibilepossibile raccoglierle.raccoglierle. LeLe fragolinefragoline didi boscobosco (Fragaria un anfi bio esclusivo delle Alpi di Quando sul monte si cuoceva ca sulla produzione del carbone vescavesca, amano restare un po’ appartate, i loro fi ori bianchi, piccini, Franco Androne, Paolo Eusebio il carbone di Silvia Olivari, ed. di legna sul monte di Portofi no, cedonocedono qquasiuasi ssubitoubito il ppostoosto ai falsi frfruttiutti rrappresentatiappresentati da un rricet-icet- Bergò, Vincenzo Mercurio, ed. Le Mani (t. 0185 730111) € 10, parte del progetto editoriale “le tacolotacolo carnosocarnoso e chiarochiaro cheche a maturazione,maturazione, assumeràassumerà la tipicatipica colo-colo- Fusta (Tel. 0175 249251) € 16, è una ricerca storico-etnografi - memoria del Parco”. razionerazione rosa/rosso,rosa/rosso, lala polpapolpa morbida,morbida, profumataprofumata e zuccherinazuccherina saràsarà è uno studio agile e aggiorna- punteggiata,punteggiata, nellanella parteparte esterna,esterna, didi minuscoliminuscoli “acheni”“acheni” duriduri e nera-nera- to che presenta i risultati delle stristri e leleggermenteggermente affaffossatiossati –i vverieri frfrutti.utti. ultime ricerche compiute. Pur Camelie dell’Ottocento. Vol. II. ProfumatissimeProfumatissime e bbuonissime,uonissime, ssonoono ddispensatriciispensatrici ddii ggrandirandi vvirtù.irtù. mantenendo un valido conte- Uno studio complesso e artico- ValleValle didi SusaSusa ddii SSer-er- GiàGià ll’andar’andar pperer bboschioschi e rriveive cconon qquietauieta ppazienza,azienza, ccercandoercando i ppiccoliiccoli nuto scientifi co, il libro realiz- lato tra Verbano e Canton Ti- giogio GGiobertoioberto e MMarile-arile- fruttifrutti vvermigliermigli è ffortementeortemente distensivodistensivo eded appagante.appagante. zato con il contributo del Par- cino, realizzato dall’Assessorato nana NNoro,oro, eed.d. ddelel GGraf-raf- NonNon bisognabisogna averaver fretta,fretta, néné metameta precisa.precisa. È girovagandogirovagando allaalla ricer-ricer- co del Po (tratto cuneese), ha regionale all’agricoltura e tutela fi o (tel.(tel. 011011 9641007),9641007), caca didi frescurafrescura e profumi,profumi, possibilmentepossibilmente inin compagniacompagnia delledelle perso-perso- lo scopo di mostrare le pecu- della fauna e della fl ora in col- 7070 €. nene ccare,are, cchehe rriusciremoiusciremo a sscovarle.covarle. AAmanomano llaa ccompagniaompagnia e ““mettermetter liarità di questa specie faunisti- laborazione con il Dipartimen- PassatoPassato l’eventol’evento restaresta susu famiglia”famiglia” DaDa unauna sola,sola, isolata,isolata, piantinapiantina sisi propagherannopropagheranno diver-diver- ca endemica delle nostre Alpi, to di agronomia, selvicoltura e lala Valle:Valle: i paesi,paesi, l’al-l’al- sisi lunghilunghi stolonistoloni leggermenteleggermente squamosisquamosi e radicantiradicanti che,che, dandodando ori-ori- per favorirne la conservazio- gestione del territorio dell’Uni- tata vvelocitàelocità cconon llee ssueue ginegine a nuovenuove piantine,piantine, unun po’po’ perper voltavolta colonizzerannocolonizzeranno areearee estese.estese. ne grazie a una accresciuta co- versità di Torino, del Parco bo- promessepromesse “magnifi“magnifi - LeLe fragolefragole sonosono ricchericche didi zuccherizuccheri e salisali mineraliminerali (potassio,(potassio, calciocalcio e noscenza. tanico delle Isole di Brissago e cheche e progressive”,progressive”, lala fosforo),fosforo), e ddii vvitaminaitamina CC.. SSonoono uutilissimetilissime ccomeome rregolatriciegolatrici ddell’in-ell’in- la Compagnia del lago. velocitàvelocità modestamodesta deldel testino,testino, depurativedepurative rinfrescantirinfrescanti e rimineralizzanti….rimineralizzanti…. E sonosono didi unauna Il bel volume illustrato con fo- quotidianoquotidiano viaggia-viaggia- bontàbontà assolassoluta.uta. tografi e e disegni offre al letto- re,re, contandocontando i borghiborghi Se poi siamo dei pigri e le vogliamo a portata di mano, possono es- re strumenti conoscitivi utili ad cheche ssfifi lanolano lentilenti daldal fi - sere coltivate, fi tte fi tte, anche sul balcone di casa, in posizione non accrescere la consapevolezza e nestrino.nestrino. eccessivamente soleggiata.. la valorizzazione del ricco del RestanoRestano gligli angoliangoli didi I raffi nati ed esigenti continueranno a preferire quelle selvatiche. I patrimonio genetico che fi ori- naturanatura risparmiata:risparmiata: i più pratici potranno coltivarne varietà rifi orenti a frutto medio che sce sulle rive del lago Maggio- loroloro ccolori,olori, iill llorooro rre-e- fruttifi cano ininterrottamente da maggio ai geli. Alcune varietà so- re (info: 011 4324722). spiro, i loro ritmi “altri” dalla frenesia olimpica. no buonissime e profumatissime quasi quanto le fragoline sponta- Paesaggi splendidi, arte e architettura oltremodo ricche, un nee. Non meno bello andarli a cercare e raccogliere e non meno utili mondo non conosciuto, troppo spesso lasciato alle spalle alla nostra salute sono i mirtilli (Vaccinium myrtillus). Piccoli frutti nella fretta un po’ paranoica di arrivare in fondo, di pas- sferici (bacche) dal caratteristico colore blu-viola “impolverato” per sare direttamente dall’autostrada di asfalto alle autostra- effetto della pruina. de della neve. La Valsusa è un viaggio. È una piantina acidofi la molto rustica. La possiamo trovare nei sot- Oggi come un tempo. Nello spazio e nel tempo. Lo spa- toboschi di latifoglie, dove può diventare una vera e propria tappez- zio dei solchi laterali e dei boschi, assegnato a una natura zante. Ama la mezza montagna ma sale facilmente anche ai duemi- varia e multiforme. Il tempo dei mille transiti, di eserci- la metri. ti e di pellegrini, di monaci e contadini, di artisti, di pa- I suoi piccoli frutti devono essere raccolti, pazientemente, uno ad Selvicoltura nelle foreste di pro- stori, di sciatori… uno. Buonissimi freschi, nelle macedonie miste, con fragoline e mo- tezione. Esperienze e indirizzi Un viaggio intrapreso dagli autori, fotografi professionisti re di rovo, ottimi per ricoprire dolci crostate e perfetti nella realizza- gestionali in Piemonte e Val- di Torino, sulle ali della curiosità indagatrice, alla ricerca di zione di marmellate, sciroppi e liquori. La medicina popolare utiliz- le d’Aosta, è il frutto di un la- luci e di ombre, di albe e tramonti, di frammenti di pae- za il mirtillo come astringente antidiarroico e per combattere le in- voro svolto dai servizi forestali Il bel catalogo di cronostoria saggio. E raccontato come solo le immagini possono fare fezioni intestinali in genere. Un utilizzo sistematico di mirtilli aiuta delle due regioni, in collabora- Il Tempio del Tempio pubbli- in Valle di Susa. Un titolo sintetico per una ricerca davve- a combattere le fragilità capillari, le retinopatie…e pure le emorroi- zione con l’Ipla, il Dipartimen- cato dal Bosco delle Sorti del- ro approfondita. E una grafi ca molto curata. (t f) di. Di recente è stato provato che le sostanze contenute nelle bacche to Agro.Selvi dell’Università di la Partecipanza di Trino, è un dei mirtilli aumentano la percezione visiva con luce scarsa….picco- Torino e il Consorzio forestale volume didattico e divulgativo li frutti, grandi virtù. 49