AMAP S.p.A.

AUTORIZZAZIONE PAESAGGISTICA PER OPERE E/O INTERVENTI IL CUI IMPATTO PAESAGGISTICO E’ VALUTATO MEDIANTE UNA DOCUMENTAZIONE SEMPLIFICATA

Comuni di e BY-PASS NUOVO ACQUEDOTTO DI TRA LE PROGRESSIVE 12.410 E 15.425 m (C.DA BURGITABUS E SCACCIAPIDOCCHI)

1. RICHIEDENTE: Arch. Maria Prestigiacomo - Presidente AMAP S.p.A.

persona fisica società impresa ente

2. TIPOLOGIA DELL’OPERA E/O DELL’INTERVENTO

L’intervento esecutivo By-pass nuovo acquedotto di Scillato tra le progressive 12.410 e 15.425 m (C.da Burgitabus e Scacciapidocchi) da attuare nel Comune di Cerda e Termini Imerese, è stato elaborato ai sensi del 1° comma dell’articolo 21 del D.P.R. n. 554 del 21 dicembre 1999 così come recepito dal 2° comma dell’articolo 1 della L.R. 7/2002.

L’intervento in progetto consiste, essenzialmente, nella realizzazione di un by-pass per il tratto di acquedotto Scillato che attraversa le contrade Burgitabus e Scacciapidocchi che appartengono ai comuni di Cerda e Termini Imerese. Il tracciato si sviluppa interamente sulla sponda sinistra del fiume Imera, per il primo tratto a monte dell’autostrada A19 PA-CT e nel secondo tratto nella fascia di terreno compresa tra il fiume e l’autostrada.

I lavori consistono nella posa di una condotta di adduzione in acciaio DN 900 interrata, e la realizzazione dei relativi pozzetti di linea, anch’essi interrati. L’intero tracciato si svolge su terreno naturale, ad eccezione del primo tratto di circa 200 m che interessa una strada comunale asfaltata e dei due attraversamenti dell’autostrada A19 PA-CT che verranno realizzati con una condotta in acciaio DN 1100 tramite la tecnica dello spingitubo.

Nuovo Scillato_1.6-rev2.doc I 3. OPERA CORRELATA A: edificio area di pertinenza o intorno dell’edificio lotto di terreno strade, corsi d’acqua territorio aperto infrastrutture idrauliche

4. CARATTERE DELL’INTERVENTO:

temporaneo o stagionale permanente o fisso

5.a DESTINAZIONE D’USO del manufatto esistente o dell’area interessata (se edificio o area di pertinenza)

residenziale ricettiva/turistica industriale/artigianale agricolo commerciale/direzionale altro;

5.b USO ATTUALE DEL SUOLO (se lotto di terreno)

urbano agricolo naturale non coltivato altro;

6. CONTESTO PAESAGGISTICO DELL’INTERVENTO E/O DELL’OPERA:

insediamento urbano centro storico area limitrofa al centro storico area di edificazione recente area di margine urbano

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insediamento rurale nucleo storico area limitrofa al nucleo storico area di margine casa sparsa

territorio rurale area naturale

7. MORFOLOGIA DEL CONTESTO PAESAGGISTICO:

costa (bassa) ambito lacustre/vallivo pianura versante(collinare/montano) altopiano promontorio piana valliva (montana/collinare) terrazzamento crinale

8. UBICAZIONE DELL’OPERA E/O DELL’INTERVENTO:

Segue relazione

Nuovo Scillato_1.6-rev2.doc III 1. PREMESSA

L’area interessata dall’intervento, sulla base delle linee guida del piano territoriale paesistico della Regione Siciliana, ricade nell’Ambito 4 - Area dei rilievi e delle pianure costiere del palermitano e nell’ Ambito 6 - Area dei rilievi di Lercara, Cerda e .

I dati desunti dalle indicazioni presenti nelle carte tematiche contenute nelle citate linee guida, hanno portato all’identificazione dei caratteri peculiari dell’area d’intervento.

Considerando l’ipotesi che il paesaggio è riconducibile ad una configurazione di sistemi interagenti che definiscono un modello strutturale (sistema naturale e sistema antropico), si è cercato di mettere in evidenza tali sistemi al fine di definire l’area d’intervento e le zone limitrofe.

2. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO

Termini Imerese fa parte della area metropolitana di Palermo, essendo il comune più importante della provincia dopo il capoluogo. Sorge sulla costa settentrionale della Sicilia presso la foce del fiume San Leonardo, alle pendici del monte San Calogero, ad ovest del Parco regionale delle Madonie.

Il paese era menzionato con il nome di Thermae Imerenses, dal greco Thermai hai Himeraiai. Era identificata con questo nome in relazione alla vicina città distrutta chiamata che sorgeva presso delle sorgenti calde, ossia presso delle Thermae. Con il tempo questa parte del nome fu confusa con termen, -inis (confine, termine).

Cerda, piccolo centro agricolo della provincia di Palermo, sorge in prossimità del monte San Calogero, sul litorale che separa il fiume Imera Settentrionale dal fiume Torto. A nord del centro urbano il territorio degrada verso le contrade Burgitabus, Signora e Cipollazzo fino alla piana dell’Imera.

La posizione geografica in cui si trova Cerda può essere presa a fondamento per sostenere l’ipotesi fatta circa l’origine del suo nome, infatti “certa” potrebbe essere il suo etimo intendendo questo termine come “sicura”, si narra infatti che nella notte dei tempi alcuni naufraghi abbiano trovato qui riparo considerando questo luogo come certo.

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3. SISTEMA NATURALE

I fattori geologici, idrogeologici e geomorfologici, la vegetazione e i relativi processi sono i fattori che concorrono a determinare la genesi e la conformazione fisica e dinamica del territorio, costituendo quello che viene definito il sistema naturale, suddiviso in sottosistema abiotico e biotico.

3.1 SOTTOSISTEMA NATURALE ABIOTICO

Fanno parte di questo sottosistema la geologia, la geomorfologia e l’idrologia.

3.1.1 Componente geologia

L’area interessata dal progetto è stata oggetto di apposito studio geologico (All. 1.2) i cui risultati sono brevemente descritte di seguito.

Le indagini geologiche sono state principalmente finalizzate alla caratterizzazione geologica puntuale della fascia di terreno che sarà interessata dagli scavi per la posa delle condotte, con particolare riferimento ai diversi tipi litologici ed alle loro caratteristiche di consistenza, nonché ai loro reciproci rapporti di giacitura.

L’area interessata dalle opere in progetto interessa il settore centro settentrionale della Sicilia, compreso tra i Monti di Termini Imerese e le Madonie. Questa rappresenta un limitato settore della Catena Appenninico-Maghebride in cui diverse unità stratigrafico-strutturali, costituite da rocce carbonatiche, silico-carbonatiche ed argilloso-quarzarenitiche, di età compresa fra il Trias sup. e il Miocene inf.sud vergenti, coeve ma spesso in facies differenti, sono sovrascorse tettonicamente le une sulle altre. La deformazione tettonica rimette in posto sui terreni della Catena un complesso alloctono, noto in letteratura come “Complesso Sicilide” caratterizzato da argille varicolori inglobanti estesi lembi di rocce appartenenti a formazioni di diversa età e litologia. A partire dal Miocene medio sui terreni della Catena e sul Complesso Sicilide, si vengono a sovrapporre i terreni postorogeni, caratterizzati dai depositi della Formazione Terravecchia, di età Tortoniano-Messiniano inf., e dai terreni della serie evaporitica messiniano e dai depositi pleistocenici. Nell’area in studio, che interessa la parte settentrionale della valle del Fiume Imera, sono presenti in affioramento terreni argillosi appartenenti alla formazione delle Argille

Nuovo Scillato_1.6-rev2.doc 2 Varicolori, argilliti ed arenarie appartenenti alla formazione del Flysch Numidico; a questi si sovrappongono i terreni sabbioso-conglomeratici della Fm Terravecchia, seguono, infine, depositi alluvionali attuali e recenti terrazzati, presenti estesamente nell’area di fondovalle del Fiume Imera (All. 1 .2.2). Sulla base di quanto acquisito con i rilievi geologici di superficie, All. 3 scala 1:2000, l’area in studio è caratterizzata dalla presenza, lungo il versante sinistro della valle, di terreni argillosi appartenenti alla Fm. della Argille Varicolori e, per un breve tratto, di argilliti e arenarie appartenenti alla Fm. del Flysch Numidico. In corrispondenza dell’area di fondovalle tali terreni sono ricoperti da depositi alluvionali sabbioso-ghiaiosi.

3.1.2 Componente geomorfologica

Sotto il profilo geomorfologico l’azione delle acque meteoriche (selvagge e incanalate) è quella che ha condizionato l’attuale configurazione dell’area in studio. Tutta la zona esaminata è soggetta ad un tipo di modellamento fluvio-denudazionale alla cui azione è imputabile il paesaggio attuale. Come è noto, inoltre, gli aspetti geomorfologici di un’area dipendono dal tipo litologico, dal suo diverso grado di alterabilità fisica e chimica e dalle condizioni di giacitura. Nell’area in esame, infatti, la formazione delle argille varicolori è soggetta da parte degli agenti esogeni ad una rapida azione disgregatrice che comporta diffuse forme di dissesto superficiale e frane localizzate dal tipo colata o scorrimento. Gli accumuli di frana sono conseguenti a movimenti franosi e dissesti che interessano la formazione delle argille varicolori in sinistra del F. Imera Settentrionale. Lungo il versante sinistro del F. Imera Settentrionale, nel tratto compreso tra il Vallone Burgitados e la contrada Scacciapidocchi, il tracciato del “Nuovo Acquedotto di Scillato” attraversa un’area interessata da fenomeni di dissesto. In questo tratto la condotta è stata più volte danneggiata, nel corso degli anni, da movimenti franosi che interessano estesamente i versanti. Si tratta di fenomeni di dissesto superficiale diffuso per tutto il tratto di versante nel quale si evidenziano, altresì, fenomeni franosi ben delimitati che coinvolgono i terreni delle argille varicolori con meccanismi tipo colamento e scorrimento. I versanti mostrano morfologie tipiche con montonature e contropendenze dalle forme fresche, evidenziando uno stato di attività tuttora in corso con evoluzioni e riprese stagionali in più punti.

Nuovo Scillato_1.6-rev2.doc 3 Al fine di risolvere in modo definitivo il problema delle ricorrenti rotture che interessano la condotta a seguito dei movimento franosi, il presente progetto esecutivo prevede la realizzazione di una variante al tracciato dell’acquedotto, riposizionando la condotta poco a valle del tracciato dell’Autostrada PA-CT, interessando l’area di fondovalle del F. Imera Settentrionale, costituite da depositi alluvionali a morfologia sub-pianeggiante.

3.1.3 Componente idrogeologica

Sotto il profilo idrogeologico le caratteristiche generali dell’area interessata dalle opere in progetto sono date dalla presenza dei depositi alluvionali del F. Imera Settentrionale. Si tratta dei depositi alluvionale attuali e recenti terrazzati, costituiti di sabbia e sabbia grossa con ghiaia e blocchi poligenici a spigoli arrotondati con interposti livelli sabbioso- limosi ad andamento lenticolare. La permeabilità è variabile da bassa ad elevata in funzione della granulometria. I depositi alluvionali sono sede di una falda idrica di subalveo, soggetta ad escursioni stagionali in relazione al regime idraulico del corso d’acqua. Nell’area interessata dalle opere in progetto, il livello della falda di subalveo si localizza ad una profondità di circa 3-4 m dal p.c..

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3.2 SOTTOSISTEMA NATURALE BIOTICO

Interessa la vegetazione e le zoocenosi a essa connesse e i rispettivi processi dinamici.

3.2.1 Vegetazione

Le componenti del paesaggio vegetazionale, naturale di origine antropica, concorrono in maniera altamente significativa alla definizione dei caratteri paesaggistici, ambientali e culturali dell’area.

I territori comunali di Termini Imerese e Cerda sono caratterizzati prevalentemente da una vegetazione di tipo sinantropica, complesso di quelle piante spontanee o naturalizzate che si sono associate più o meno strettamente all’uomo, seguendo gli spostamenti ed i cambiamenti delle attività o delle abitudini nei luoghi dove vive e lavora, con coltivi che presentano vegetazione infestante (Secalietea, Stellarietea mediae) in zona urbana, con la sporadica presenza di formazioni termo-xerofile di gariga, prateria e vegetazione rupestre (Thero-Brachypodietea, Cisto-Ericetalia, Lygeo_Stipetalia, e Dianthion rupicolae) in zona extra-urbana. La presenza del M.te San Calogero al confine meridionale del territorio di Termini Imerese comporta anche la presenza di vegetazione di macchia ed arbusteto con boscaglie e praterie arbustate (Pruno-Rubion ulmifolii etc..).

3.2.2 Biotopi

Numerosi complessi di biotopi di interesse faunistico, floristico e vegetazionale sono stati identificati in Sicilia. Nell’area in esame, dalla carta dei biotopi estratta dalle linee guida del Piano Territoriale Paesaggistico Regionale, si evince che il territorio di Termini Imerese è caratterizzato prevalentemente da un biotopo di tipo rurale con paesaggi delle praterie termo- xerofile e delle rupi di bassa quota, ad eccezione delle aree a ridosso della zona costiera in cui si riscontra un biotopo comprendente habitat d’acqua dolce.

Il territorio di Cerda è caratterizzato prevalentemente da un biotopo di tipo rurale con paesaggi delle praterie termo-xerofile e delle rupi di bassa quota a margine del territorio urbano, con un paesaggio di boscaglia e prateria arbustata in prossimità del M.te San Calogero.

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4. SISTEMA ANTROPICO

Riguarda i fattori di natura biotica e abiotica che si relazionano nel sostenere la produzione agraria, zootecnica e forestale.

4.1 CENTRI E NUCLEI STORICI

Il sito in cui sorge il nucleo più antico della città, fu abitato sin dalla preistoria, grazie alla presenza di grotte e di ripari sotto roccia. Dopo la distruzione di Imera da parte dei Cartaginesi, nel 409 a.C., l’insediamento fu ricostruito due anni dopo (407 a.C.) a 12 km ad ovest del precedente, nel luogo dove oggi sorge Termini Imerese.

La continuità di vita attraverso il Medioevo ha probabilmente permesso la conservazione delle linee fondamentali dell’impianto primitivo. Il Foro corrispondeva probabilmente alla zona dell’attuale piazzale del Duomo (a nord della piazza Vittorio Emanuele), il “cardo” a via del Belvedere e il “decumanus” alle vie che conducono dal Duomo a San Giovanni.

Con la caduta dell’impero romano iniziò un periodo di decadenza della cittadina. Termini fu sede vescovile sino al XII secolo, anche se la serie dei vescovi presenta diverse lacune ed incertezze. Durante il dominio normanno divenne città regia e successivamente entrò a far parte delle città demaniali. Soprattutto dal medioevo e sino agli inizi del XIX secolo fu uno dei maggiori centri di raccolta ed imbarco del grano e di altre derrate che venivano stoccate e sottoposte a dazio in appositi magazzini (Regio Caricatore). La presenza del caricatore fece la fortuna della cittadina che divenne uno dei maggiori porti siciliani ed ebbe intensi rapporti commerciali con le repubbliche marinare di Genova, Pisa e Venezia e con i maggiori porti mediterranei ed atlantici. Alla fine del Settecento fu sede della sezione Ereina Imerese dell’Accademia Ereina di Palermo e poco dopo dell’Accademia Euracea. Nel XIX secolo la chiusura del Caricatore del Grano fu l’inizio di una profonda crisi economica che si attenuò solo alla fine del secolo quando si svilupparono attività artigianali e protoindustriali. Il calo demografico, legato soprattutto all’emigrazione verso le Americhe, fu compensato agli inizi del XX secolo da una immigrazione dall’Agrigentino, dal Messinese e dal Ragusano.

Cerda nasce dal distacco dell’attuale territorio dalla Contea di Golisano di proprietà del conte Gilberto Centelles, il quale, autorizzato dallo stesso re, lo cedette al conte di Geraci

Nuovo Scillato_1.6-rev2.doc 6 Giovanni Ventimiglia. L’erede di quest’ultimo, Luciano Ventimiglia, nel 1453, vende il feudo ad Antonio de Simone Andrea, con diritto di riscatto entro 20 anni. Da questa data e per circa due secoli il feudo appartenente alla famiglia Bardi. Ed è il nipote Salvatore che, nel dicembre del 1526, ottiene dal re Carlo V l’autorizzazione a riunire gente, tramite bando, nei feudi di Calcusa e Fontanamurata, presso il "Fondaco nuovo". Ma la licentia populandi ottenuta rimase senza esecuzione. Un primo nucleo di case, con una chiesa e alcuni magazzini, è documentato solo nel 1626, come testimonia un atto di vendita rinvenuto. Un borgo, quindi, forse chiamato "Taverna nuova" o appunto "Fondaco nuovo", probabilmente per indicarne la funzione di stazione di sosta per coloro che dovevano inoltrarsi verso le Madonie o l’interno della Sicilia. Dalla famiglia Bardi il feudo passò alla famiglia San Esteban y de la Cerda di origine spagnola. Giuseppe Santostefano, capitano di ventura a riposo, fu nominato dal Re Filippo IV Marchese, ottenendo la "licentia populandi". I primi abitanti del paese furono contadini ed operai alle dipendenze del marchese, che costruirono le loro abitazioni, attorno al palazzo nobiliare. Nel 700 non superavano le 100 unità e così pure agli inizi dell’800. Ma subito dopo la popolazione cerdese ebbe un notevole incremento raggiungendo circa 2000 abitanti, che diventarono oltre 3000 intorno al 1860 e superarono le 4000 unità nel 1870 per attestarsi, negli anni successivi, sui 5000 abitanti. Ma nel secolo successivo a causa dell’emigrazione di molte famiglie in cerca di lavoro, si ebbe un freno all’aumento della popolazione, che si stabilizzò attorno a 5000 abitanti. Nel XIX secolo Cerda si elevava alla dignità di Comune.

4.2 ZONE ARCHEOLOGICHE

La zona archeologica di Himera è situata su tutta la piana di Bonfornello, al limite dell’area industriale di Termini Imerese e comprende anche parte del territorio situato ad Est del fiume Imera, in località Pestavecchia, Rocca d’Antoni e Garbinogara.

Fondata nel 648 a.C. da Greci di origine calcidese e dorica, Himera occupa una posizione particolarmente favorevole per lo sviluppo di una colonia greca, al centro di un ampio golfo, tra i promontori di Cefalù e di Termini Imerese, ed in prossimità della foce del fiume Imera Settentrionale, importante arteria di collegamento verso la Sicilia centrale. La città ebbe rapido sviluppo edilizio e demografico, documentato dai grandi impianti urbanistici realizzati a partire dalla prima metà del VI sec. a.C. e dalla monumentalizzazione del santuario di Athena nella parte alta della polis. Un’epigrafe rinvenuta a Samo ricorda momenti di tensione con le popolazioni indigene-sicane dell’entroterra, dissidi che

Nuovo Scillato_1.6-rev2.doc 7 probabilmente costrinsero gli Imeresi, intorno alla metà del VI sec. a.C., a chiedere aiuto a Falaride, tiranno di Agrigento. Anche con i Punici delle vicine città di Palermo e Solunto il rapporto non fu sempre pacifico. Agli inizi del V sec. a.C. il tiranno Terillo, espulso dalla città con l’ausilio di Terone tiranno di Agrigento, rifugiatosi a Reggio, chiese aiuto ai Cartaginesi, che inviarono in Sicilia un forte esercito. Una coalizione di Greci di Sicilia affrontò vittoriosamente i Cartaginesi in un’epica battaglia, combattutasi sotto le mura di Himera nel 480 a.C., in seguito alla quale fu edificato nella città bassa il Tempio della Vittoria. Negli anni successivi la città rimase sottoposta al controllo politico di Terone, che ne favorì il ripopolamento con genti doriche. Gli Imeresi riacquistarono ben presto l’indipendenza da Agrigento e non furono coinvolti in episodi rilevanti della storia dell’isola fino al 415 a.C., quando un contingente imerese prese parte alla battaglia dell’Assinaro, al fianco di Siracusa contro gli Ateniesi. E’ alla fine del V secolo che si compie il destino di Himera: nel 409 a.C., nell’ambito di un ennesimo scontro con i Cartaginesi, la città viene distrutta. La popolazione subì una sorte varia: alcuni si dispersero nelle campagne, altri parteciparono con i Cartaginesi alla fondazione di Thermai Himeraiai (Termini Imerese); un piccolo gruppo continuò, probabilmente, a vivere nel sito della polis, come dimostrano i resti di abitazioni edificate sugli strati di distruzione della città. Himera vantò tra i suoi cittadini uomini illustri come il poeta lirico Stesicoro e diversi atleti vincitori dei giochi Olimpici. Il sito fu abitato nelle successive Età, romana e medievale: una villa romana sorse nella parte più occidentale dell’abitato greco, mentre intorno alle rovine del tempio della Vittoria nel periodo Normano fu edificato un casale (Odesver).

4.2.1 L’abitato e le necropoli

L’organizzazione della città è uno degli aspetti più interessanti del mondo coloniale greco, cui Himera fornisce un contributo rilevante. Poco sappiamo sulla prima fase di vita (metà VII-inizi VI sec. a.C.); nella prima metà del VI sec. a.C. furono progettati due diversi e distinti impianti urbanistici regolari, caratterizzati da strade ortogonali che scandivano gli isolati, orientati in senso Nord-Sud in pianura, nella città bassa, in senso Est-Ovest nell’abitato in collina, città alta. Uno spazio privilegiato era riservato ai santuari. Il più noto, il Temenos di Athena, occupa la parte nord-orientale della città alta, mentre nella città bassa un grande santuario comprendeva il Tempio della Vittoria. All’interno del tessuto urbano sorgevano, poi, piccoli santuari di quartiere. L’intera area urbana era difesa da una cinta muraria. Le necropoli erano dislocate lungo i principali percorsi in uscita. Ben conosciuta è la

Nuovo Scillato_1.6-rev2.doc 8 necropoli orientale, situata presso la spiaggia, ad Est del fiume Imera, in contrada Pestavecchia. Quella sud si trova in località Scacciapidocchi, presso la strada per l’entroterra; ad Ovest, infine, sono note due aree di necropoli: alle pendici del Piano del Tamburino e sulla Piana di Buonfornello.

4.2.2 L’Antiquarium

Realizzato su progetto di Franco Minissi, l’Antiquarium fu inaugurato nel 1984; rimasto chiuso alcuni anni per lavori di ristrutturazione, è stato definitivamente riaperto al pubblico nel 2001. Vi sono conservati i reperti più notevoli rinvenuti negli scavi di Himera ed in altri siti ricadenti nel territorio della polis. Lo spazio espositivo, articolato su più livelli collegati da rampe, si sviluppa lungo un itinerario di visita che ripercorre le principali problematiche storiche e culturali della colonia greca e del suo territorio. Nella saletta d’ingresso pannelli didattici introducono alla storia e topografia del sito, mentre uno spazio espositivo è dedicato ad una gronda a testa leonina dal Tempio della Vittoria ed al medagliere. La visita procede nel “livello superiore” dove sono esposti elementi architettonici ed offerte votive dal Temenos di Athena, sulla città alta. Il “livello centrale” è dedicato agli oggetti di “cultura materiale” provenienti dagli scavi realizzati nei vari settori dell’abitato. Il “livello inferiore” accoglie una selezione di vasi e corredi dalle Necropoli; una sezione dedicata ad importanti siti del territorio quali Terravecchia di Cuti, Monte Riparato, Mura Pregne/Brucato, Cefalù ed una esposizione di reperti subacquei. La visita si conclude con il mosaico policromo, di tradizione africana, rinvenuto nella villa romana di Settefrati, situata su un costone a strapiombo sul mare, ad Ovest di Cefalù.

Per quanto riguarda le interferenze dell’opera in progetto con la zona archeologica si evidenziato quanto segue: soltanto il tratto terminale dell’adduttore in progetto, circa 900,00 m, ricade all’interno della zona archeologica definita ai sensi dell’art. 146/m del T.U. 490/99.

4.3 BENI ISOLATI

Sul territorio di Termini Imerese si trovano i resti di un monumento reduce dell’ antica città che si trova nella Villa Palmeri (o Municipale), subito dopo l’ingresso da porta Palermo. Si tratta di resti di un edificio in opera cementizia, con paramento a blocchetti. Non lontano è l’anfiteatro, uno dei tre conosciuti in Sicilia (oltre a quelli di Siracusa e di Catania); esso occupa la zona compresa tra via Garibaldi e via San Marco, dove un gruppo di case ne ha conservato la pianta. È in gran parte realizzato con paramento a blocchetti in opera

Nuovo Scillato_1.6-rev2.doc 9 cementizia, e presenta un doppio ambulacro, fatto notevole per un edificio così piccolo (m 98 x 75 circa). La cavea era in parte scavata e in parte costruita: resta una parte dell’ordine inferiore delle arcate, visibile sul lato occidentale (in via Anfiteatro). Non sappiamo se esistessero ordini superiori. L’anfiteatro, come gli altri simili della Sicilia, fu probabilmente realizzato in età augustea, in relazione con la deduzione della colonia.

Negli stessi anni, e nella medesima occasione, dovette essere costruito l’acquedotto, il più importante e meglio conservato dell’isola. Le sorgenti si trovano 5 km ad est della città, alle falde del Monte San Calogero. Qui, in località Brucato, si possono ancora vedere i resti delle due vasche di decantazione. Il passaggio del torrente Barratina avveniva in località Fontana Superiore. In un primo tempo dovette essere realizzato con un sifone lungo circa 600 m, del quale resta il castello di compressione a pianta esagonale. Su questa torre c’era un tempo una grande iscrizione, ora scomparsa: “aquae Cornealiae ductus p. XX”. L’ultima indicazione "venti piedi" corrisponde forse all’area di rispetto da mantenere ai lati dei manufatti. Più tardi sembra che l’acquedotto passasse più a valle, in contrada Figurella. La struttura, in opera cementizia con paramento in blocchetti, è la stessa dell’anfiteatro e della curia, e mostra d’appartenere allo stesso progetto edilizio, nel quale non si può identificare quello della colonia augustea.

A circa 8 km dal centro abitato di Cerda si trovano le "Tribune", ricordo della mitica Targa Florio, la gara automobilistica su strada più antica del mondo. La realtà architettonica è rappresentata da una delle più antiche costruzioni: il Palazzo baronale, chiamato palazzo "Marchese", databile intorno al 1626. L’edificio ha un impianto austero, tipico delle costruzioni del territorio madonita e mostra evidenti segni di rifacimenti. Interessante è anche la Chiesa Madre, dedicata a Maria SS. Immacolata, costruita tra il XVI e il XVII secolo e rimaneggiata nell’Ottocento. Altri palazzi di rilievo sono: il palazzo Russo ed il palazzo Coniglio. In particolare, all’interno di palazzo Russo, che sorge sul lato destro della piazza, si possono ammirare degli affreschi situati all’interno del salone delle feste, ancora in buono stato di conservazione, realizzati dai pittori Brusca e Cavallaro nel 1816, gli stessi che curarono, sotto le direttive dell’architetto Filippo Juvara, gli affreschi del Teatro Massimo di Palermo.

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4.4 VIABILITÀ

L’intero tracciato si svolge su terreno naturale, ad eccezione del primo tratto di 200 m circa che interessa una strada asfaltata comunale e dei due attraversamenti dell’autostrada A19 PA-CT all’altezza del Km 44+200 e del Km 41+700, che verranno realizzati con la tecnica dello spingitubo.

Nuovo Scillato_1.6-rev2.doc 11 5. INDIVIDUAZIONE DI EVENTUALI VINCOLI

5.1 VINCOLI DI CARATTERE IDROGEOLOGICO

La valutazione della presenza di eventuali problematiche di dissesto idrogeologico è stata effettuata sulla base dei dati desunti dal Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.) del Bacino Idrografico del fiume Imera Settentrionale approvato con Decreto Presidenziale 27 Marzo 2007 e pubblicato sulla G.U.R.S. n. 25 del 1 Giugno 2007, e dall’altro, dalla carta dei vincoli idrogeologici di cui al Regio Decreto n°3267 del 30 dicembre 1923.

L’analisi del P.A.I. non ha evidenziato alcuna interferenza delle opere in progetto con aree soggette a dissesto ovvero a rischio, dal momento che la scelta effettuata è stata dettata proprio da questa esigenza.

Per quanto concerne il vincolo idrogeologico di cui al Regio Decreto n°3267 del 30 dicembre 1923, questo non viene riscontrato ne all’interno del territorio del comune di Termini Imerese, ne all’interno del territorio del comune di Cerda.

5.2 VINCOLI PAESAGGISTICI

L’analisi della presenza di eventuali vincoli paesaggistici è stata effettuata sulla base delle carte dei vincoli a scala 1:25.000 redatte dall’Assessorato BB.CC.AA. e delle Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale.

Dalla predetta analisi è stata riscontrata la presenza di aree vincolate ai sensi dell’art. 146/a del TU 490/99 (territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia) individuate a nord, lungo tutta la fascia costiera del territorio comunale di Termini Imerese; aree vincolate ai sensi dell’art. 146/c del TU 490/99 (i fiumi, i torrenti e i corsi d’acqua iscritti negli elenchi di cui al T.U. delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici) localizzate in corrispondenza della vallata del fiume Imera Settentrionale che attraversa rispettivamente sia il territorio di Cerda che di Termini Imerese; aree vincolate ai sensi dell’art. 146/m del T.U. 490/99 (zone di interesse archeologico) individuate all’estremità nord-est del territorio di Termini Imerese, zona in cui ricade la parte terminale del tracciato in progetto.

Inoltre è stata riscontrata la presenza del vincolo fissato della L. 29 giugno 1939 n.

Nuovo Scillato_1.6-rev2.doc 12 1497 “Protezione delle bellezze naturali” localizzato a margine est sia del territorio di Termini Imerese che di Cerda.

L’area oggetto dell’intervento non interessa il centro urbano del Comune di Termini Imerese e di Cerda, inoltre la tipologia delle opere da realizzare e la loro ubicazione consente l’attuazione dei lavori nonostante la presenza dei vincoli sopra citati poiché la loro esecuzione non interferisce né con essi nè con i beni e le bellezze naturali presenti sul territorio, trattandosi di intervento di realizzazione di un by-pass e quindi della posa in opera di tubazioni ed opere interrate in territorio naturale.

5.3 VINCOLO SISMICO

L’area oggetto dell’intervento è classificata secondo l’O.P.C.M. n.3274 del 20 marzo 2003 come zona sismica di seconda categoria. Ciò implicherà prima dell’inizio dei lavori che interessano le strutture in c.a., progettate secondo le Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni emanate con il DM 14 gennaio 2008, la richiesta di attestazione di avvenuta presentazione del progetto ai sensi dell’articolo 17 della legge del 02/02/1974 n. 64, nonché il deposito degli elaborati strutturali ai sensi dell’articolo 4 della legge del 05/11/1971 n. 1086.

5.4 VINCOLI DI CARATTERE URBANISTICO

Le opere previste, consistenti nella realizzazione di condotte e manufatti interrati, non necessitano, ai sensi dell’art. 27 L.R. n°21/1985 e s.m.i., dell’attestazione di conformità urbanistica. E’ stata verificata in generale la compatibilità dell’intervento con le destinazioni d’uso dei P.R.G. comunali comunicate dai comuni di Cerda e Termini Imerese.

Nuovo Scillato_1.6-rev2.doc 13 6. IL PROGETTO

L’intervento in progetto, ampliamente illustrato e giustificato nella Relazione Generale (All. 1.1) consiste nella realizzazione di un by-pass dell’acquedotto Nuovo Scillato necessario per poter ripristinare il normale funzionamento dello stesso, a seguito di alcune frane che ne hanno messo fuori servizio due tratti tra le contrade Burgitabus e Scacciapidocchi, nei territori dei comuni di Termini Imerese e Cerda. Il bypass, da realizzare in acciaio L355 DN 900 s = 10,00 mm di lunghezza di poco superiore a 3330 m, avrà origine in contrada Burgitabus (vedi alle.ti 2.3.1 e 2.3.2) all’altezza del cavalcavia autostradale al km 45+800 dell’Autostrada A-19 Palermo-Catania e terminerà in contrada Scacciapidocchi, poco prima del sottopasso autostradale posto al km 41+700. Il tracciato si svilupperà prevalentemente in affiancamento alla condotta dell’adduttore che collega l’Acquedotto Rosamarina Est al Potabilizzatore Imera, realizzato nel 2002 dall’A.M.A.P. SpA. In particolare, dopo l’innesto alla tubazione esistente in prossimità del picchetto di progetto A24i del Nuovo Scillato (progr. 12.410 m), il tracciato procederà verso l’autostrada A-19 sulla strada asfaltata comunale Burgitabus per circa 200 metri, quindi devierà verso Nord, subito prima del cavalcavia Burgitabus mantenendosi pressocchè equidistante da due edifici rurali e da un traliccio; dopo circa 400 m si affiancherà all’autostrada A-19 sino all’altezza del km 44+200 in cui verrà realizzato mediante uno spingitubo un sottopasso con camicia in acciaio DN 1100 s=12,5 e lunghezza pari a 65 m, per l’attraversamento del rilevato autostradale. Da questo punto, per i successivi 2.500 m circa il tracciato si svilupperà in affiancamento a quello dell’adduttore Rosamarina Est al potabilizzatore Imera, lungo una fascia di terreno compresa tra lo stesso e l’alveo del fiume Grande Imera. Infine il tracciato devierà di 90° verso Ovest per raggiungere ed attraversare nuovamente il rilevato autostradale, alla progressiva km 41+700, con un secondo sottopasso realizzato mediante spingitubo di lunghezza 60 m e caratteristiche analoghe al precedente, fino ad arrivare all’innesto con l’adduttore Nuovo Scillato. Il collegamento all’adduttore avverrà giusto a valle del pozzetto di scarico esistente (picchetto A29) alla progressiva 15.425 del Nuovo Acquedotto di Scillato. Nei punti di innesto iniziale e finale saranno realizzati blocchi di ancoraggio fondati su pali DN 600 L = 15 m.

Nuovo Scillato_1.6-rev2.doc 14 Lungo tutto il tracciato saranno altresì realizzati tre pozzetti di sfiato e due di scarico: i pozzetti saranno in opera con dimensioni interne 2,00 x 2,00 m.

Nuovo Scillato_1.6-rev2.doc 15 7. VALUTAZIONE TECNICA DI IMPATTO PAESAGGISTICO

L’analisi e la determinazione delle misure atte a ridurre o compensare gli effetti dell’intervento sull’ambiente previste dal comma 2° dell’articolo 29 del D.P.R. 21 dicembre 1999 n. 554, sono, nel caso in esame, da riferire alla fase di costruzione delle opere. Si tratta infatti della realizzazione di condotte e manufatti interrati che si sviluppano in ambito extraurbano, le cui caratteristiche tipologiche sono state individuate per assicurare la massima affidabilità di esercizio e durabilità. Nella fase di costruzione si verificheranno invece impatti sull’ambiente circostante, che come sarà illustrato in seguito, essendo tutti determinati da esigenze operative, sono classificabili come reversibili e di breve durata. Le scelte progettuali adottate sono comunque orientate proprio nel senso della attenuazione degli impatti sia in termini di intensità che di durata.

L’intervento in questione, come evidenziato nelle pagine precedenti, è poco invasivo sotto diversi punti di vista; la presenza di condotte e apparecchiature totalmente interrate implica l’assenza di impatti percettivi. Al termine dei lavori di posa dei singoli tratti di tubazione si provvederà al ripristino delle condizioni iniziali dell’ambiente circostante.

Nuovo Scillato_1.6-rev2.doc 16

8. STUDIO DI FATTIBILITA’ AMBIENTALE

L’analisi e la determinazione delle misure atte a ridurre o compensare gli effetti dell’intervento sull’ambiente previste dal comma 2° dell’articolo 29 del D.P.R. 21 dicembre 1999 n. 554, sono, nel caso in esame, da riferire alla fase di costruzione delle opere. Si tratta infatti della realizzazione di tubazioni e manufatti interrati che si sviluppano in ambito extraurbano, le cui caratteristiche tipologiche sono state individuate per assicurare la massima affidabilità di esercizio e durabilità. Nella fase di costruzione si verificheranno, invece, impatti sull’ambiente circostante, che come sarà illustrato in seguito, essendo tutti determinati da esigenze operative, sono classificabili come reversibili e di breve durata. Le scelte progettuali adottate sono comunque orientate proprio nel senso della attenuazione degli impatti sia in termini di intensità che di durata.

8.1 POTENZIALI FONTI DI IMPATTO E RELATIVE INTERAZIONI

8.1.1 Atmosfera

Con riferimento alla componente atmosfera, le potenziali interferenze ambientali connesse alla fase di costruzione sono quelle legate alla produzione di polveri ed alle emissioni dai motori dei macchinari utilizzati. In particolare, nella fase di costruzione il tipo di emissioni è prevalentemente legato alle lavorazioni di scavo, la cui realizzazione provoca emissioni nell’ambiente di natura solida, liquida e gassosa. Durante la fase di realizzazione degli scavi, il materiale di sterro prodotto verrà accumulato in prossimità delle aree di scavo per essere, ove risultasse idoneo, riutilizzato nei rinterri. Il materiale non riutilizzabile verrà smaltito in discarica nel rispetto delle norme esistenti ed in coerenza con la classificazione del materiale stesso, avendo cura di coprire il materiale di risulta durante la fase di trasporto a discarica.

Alla fase di movimentazione terra è legato il maggior livello di polverosità, che verrà tuttavia limitato nei momenti di massima criticità umidificando le zone interessate dai lavori.

Nuovo Scillato_1.6-rev2.doc 17 La produzione di polveri (in verità piuttosto modesta) sarà invece, in ogni caso, circoscritta nelle zone di costruzione delle opere civili (manufatti di linea).

8.1.2 Ambiente idrico

In linea generale gli impatti sull’ambiente idrico possono riguardare sia le acque superficiali che sotterranee ed andare ad interessare sia l’aspetto qualitativo che quantitativo.

Per quanto riguarda le aree interessate dalla realizzazione del progetto, la falda idrica si rinviene a profondità superiori ai 3 m dal p.c. per cui le uniche lievi interferenze durante la fase di realizzazione dei lavori di scavo riguarderanno solo brevi tratti che necessitano di profondità di scavo maggiori. Per tale evenienza si prevede, da un lato l’esaurimento del tirante idrico all’interno dello scavo per mezzo di pompe di esaurimento, dall’altro la realizzazione di uno scavo con sistema di protezione a cassa chiusa.

8.1.3 Traffico veicolare

L’esecuzione del progetto non comporta alcun influenza sul traffico veicolare dei comuni di Termini Imerese e Cerda poiché l’intero tracciato ricade in zona extraurbana, su terreno naturale, ad eccezione di un breve tratto di 200 m di strada asfaltata percorsa all’inizio del tracciato e dell’autostrada PA-CT che verrà attraversata in due tratti, al Km 44+200 per una lunghezza di circa 65 m e al Km 41+700 per una lunghezza di circa 60 m, ma l’utilizzo della metodologia dello spingi tubo mitigherà l’effetto interferenza.

8.1.4 Suolo e geomorfologia

Le opere in progetto non hanno caratteristiche dimensionali e tipologiche tali da divenire fonte di possibili dissesti e di fenomeni erosivi particolari.

8.1.5 Vegetazione e fauna

Le opere previste non sono caratterizzate da interventi particolarmente invasivi anche se interessano per buona parte i paesaggi della macchia, degli arbusteti, della prateria e delle colture erboree, ciò nonostante si può ritenere che le interazioni con questa componente siano poco rilevanti, se non quasi assenti.

8.1.6 Aspetti socioeconomici e salute pubblica

L’impatto sull’ambiente socioeconomico è sostanzialmente positivo sia per le ricadute economiche ed occupazionali legate alla realizzazione del progetto sia per le migliorie che

Nuovo Scillato_1.6-rev2.doc 18 apporterà la realizzazione del progetto al sistema di distribuzione idrica Acquedotto Scillato che attualmente presenta notevoli criticità causate dalla scarsa natura dei terreni.

Nuovo Scillato_1.6-rev2.doc 19 INDICE

1. PREMESSA...... 1

2. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO ...... 1

3. SISTEMA NATURALE...... 2

3.1 SOTTOSISTEMA NATURALE ABIOTICO ...... 2 3.1.1 Componente geologia...... 2 3.1.2 Componente geomorfologica...... 3 3.1.3 Componente idrogeologica...... 4

3.2 SOTTOSISTEMA NATURALE BIOTICO ...... 5 3.2.1 Vegetazione ...... 5 3.2.2 Biotopi...... 5

4. SISTEMA ANTROPICO ...... 6

4.1 CENTRI E NUCLEI STORICI...... 6

4.2 ZONE ARCHEOLOGICHE ...... 7 4.2.1 L’abitato e le necropoli...... 8 4.2.2 L’Antiquarium...... 9

4.3 BENI ISOLATI ...... 9

4.4 VIABILITÀ...... 11

5. INDIVIDUAZIONE DI EVENTUALI VINCOLI...... 12

5.1 VINCOLI DI CARATTERE IDROGEOLOGICO...... 12

5.2 VINCOLI PAESAGGISTICI ...... 12

5.3 VINCOLO SISMICO...... 13

5.4 VINCOLI DI CARATTERE URBANISTICO...... 13

6. IL PROGETTO...... 14

7. VALUTAZIONE TECNICA DI IMPATTO PAESAGGISTICO...... 16

8. STUDIO DI FATTIBILITA’ AMBIENTALE...... 17

8.1 POTENZIALI FONTI DI IMPATTO E RELATIVE INTERAZIONI...... 17 8.1.1 Atmosfera ...... 17 8.1.2 Ambiente idrico...... 18 8.1.3 Traffico veicolare...... 18 8.1.4 Suolo e geomorfologia...... 18 8.1.5 Vegetazione e fauna...... 18 8.1.6 Aspetti socioeconomici e salute pubblica...... 18

Nuovo Scillato_1.6-rev2.doc 20 ALLEGATO A

PLANIMETRIA DEI VINCOLI

ALLEGATO B

DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA E PLANIMETRICA

ALLEGATO A

PLANIMETRIA DEI VINCOLI

ALLEGATO B

DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA E PLANIMETRICA

Foto n. 1: Tratto iniziale strada comunale

Foto n. 2: Strada campestre a monte dell’Autostrada

Foto n. 3: Attraversamento autostrada al km 44+200 con spingitubo

Foto n. 4: Tracciato condotta e pozzetto P3 nel tratto a valle dell’attraversamento autostradale

Foto n. 5: Tratto intermedio tra i due attraversamenti autostradali

Foto n.6: Tratto intermedio tra i due attraversamenti autostradali

Foto n. 7: Tratto intermedio tra i due attraversamenti autostradali

Foto n. 8: Tratto intermedio tra i due attraversamenti autostradali

Foto n. 9: Attraversamento Km 41+700

Foto n. 10: Innesto finale alla tubazione esistente