Georg Friedrich Händel

SIROE, RE DI PERSIA

Dramma per musica in tre atti

Libretto di Nicola Francesco Haym da

PERSONAGGI

Siroe Cosroe basso Medarse contralto Emira soprano Laodice soprano Arasse basso

Prima rappresentazione Londra, Kings Theatre, 17 febbraio 1728

Händel: Siroe - atto primo ATTO PRIMO

[1 - Ouverture] COSROE So ancor di più. Scena I° Fin del nemico Asbite so ch’Emira la figlia Gran tempio dedicato al Sole, con ara, e simulacro amasti a mio dispetto: del medesimo e mi rammento che sospirar ti vidi [2 - Sinfonia] nel dì ch’io tolsi a lui la vita e il regno. Recitativo SIROE COSROE Appaga pur, appaga quel cieco amor, che a me ti rende ingiusto. Figli, di voi non meno che del regno son padre. Chi sa? vegliano i Numi in aiuto agli oppressi. Io deggio a voi la tenerezza mia, ma deggio al regno un successore, (accennando Medarse) in cui riconosca la Persia un degno erede. La mia scelta fra voi gli animi accenda; Egli è secondo d’anni e di merti; ecco l’ara, ecco il Nume: e ci conosce il mondo. giuri ciascun di tollerarla in pace. COSROE SIROE Insino alle minacce, temerario, t’inoltri? (Che giuri il labbro mio? Ah no!) Io voglio...

MEDARSE MEDARSE Pronto ubbidisco. Ah padre! non ti sdegnare. (Il Re son io). COSROE [3 - Arioso Medarse] No, io per sua pena voglio che in questo dì suo Re t’adori, A te, Nume fecondo, voglio oppresso il suo fasto; Cui tutti deve i pregi suoi natura, e veder voglio, qual mondo s’armi S’offre Medarse, e giura a sollevarlo al soglio. Porgere al nuovo Rege Il primo omaggio. [4 - Aria]

Recitativo Se il mio paterno amore Sdegna il tuo core altero, COSROE Più giudice severo, Amato figlio! Che padre a te sarò. Al Nume, Siroe, t’accosta E l’empia fellonia, e dal minor germano ubbidienza impara. Che forse volgi in mente, Prima che adulta sia, MEDARSE Nascente opprimerò. (Ei pensa, e tace) Se il paterno, etc.

SIROE (parte) E vuoi ch’io giuri? Questa ingiusta dubbiezza abbastanza m’of- fende. Tu sai, di quante spoglie Siroe finora i tuoi trionfi accrebbe. 1 Händel: Siroe - atto primo Scena II° Scena IV° [5 - Recitativo] Emira, e Siroe Recitativo SIROE E puoi senza arrossirti fissar, SIROE Medarse, in sul mio volto i lumi. Bella Emira adorata...

MEDARSE EMIRA Olà! così favella Siroe al suo Re ben sai... Taci, non mi scoprir; chiamami Idaspe.

SIROE SIROE Troppo presto t’avanzi a parlar da monarca. Nessun’ ci ascolta, e solo a me nota qui sei. In su la fronte la corona paterna ancor non hai.

EMIRA Scena III° Siroe che fa? Emira in abito d’uomo col nome d’Idaspe, e detti Riposa stupido, e lento in un letargo indegno! e, allor che perde un regno, Recitativo quasi inerme fanciullo armi non trova. EMIRA SIROE Perchè di tanto sdegno, prencipi, vi accen- dete? Che posso far?

MIRA MEDARSE E Quant’odio in seno accolga vedilo Che puoi! tutto potresti. al volto acceso, al guardo bieco. A tuo favor di sdegno arde il popolo fedele. un colpo solo... EMIRA SIROE (a Medarse) Che mi chiedi, mia vita! Parti; non t’irritar; lasciami seco. EMIRA MEDARSE Un colpo io chiedo necessario per noi. Deh, tu lo placa, Idaspe: digli che adoro in lui il Sai qual io sia? mio sovrano. SIROE EMIRA Lo so: l’idolo mio, l’Indica Principessa, Emira Vanne… . sei.

MEDARSE EMIRA (Il trionfo mio non è lontano). Ma quella io sono, a cui da Cosroe istesso Asbite il genitor fu già svenato. (parte) Ma son quella infelice, che sotto ingrato ciel, priva del regno, erro lontan dalle paterne soglie, per desio di vendetta, in queste spoglie.

SIROE Oh Dio! per opra mia nella reggia t’avanzi, e giungi a tanto che di Cosroe il favor tutto 2 Händel: Siroe - atto primo possiedi. SIROE (Che nuovo stil di tormentarmi è questo!) EMIRA Ama Idaspe il tiranno, e non Emira. LAODICE Pensa, se tua mi brami, (a Siroe) ch’io voglio la sua morte. E potrei lusingarmi che s’abbassi SIROE ad amarmi, Prence illustre, il tuo cor? Ed io potrei da Emira esse accolto EMIRA immondo di quel sangue, e coll’ orror d’un parricidio in volto? Per te sicuro è l’amor suo

EMIRA SIROE Senti: se il tuo mi nieghi, è già pronto altro (piano ad Emira) braccio. Per lei! In questo giorno compir l’opra si deve; e sono io stessa premio della vendetta. EMIRA

SIROE (piano a Siroe) E sì gran pena, merta l’ardir d’averti amata? Taci spergiuro.

EMIRA LAODICE Assai m’è palese il tuo cor; no, che non m’ami. E rende amor sì poco il suo labbro loquace?

SIROE EMIRA Non t’amo! Sai che un fido amator avvampa, e tace.

EMIRA LAODICE Ecco Laodice: ella, che gode l’amor tuo, lo dirà. Idaspe, e pur mi resta un gran timor ch’ei non m’inganni. SIROE Soffro costei sol per Cosroe, EMIRA che l’ama: in lei lusingo un potente nemico. Affatto condannar non ardisco il tuo sospetto. Ma nel fidarsi altrui non si teme abbastanza; il so per prova. Scena V° Rara in amor la fedeltà si trova. Laodice, e detti [6 - Aria Emira] Recitativo D’ogni amator la fede EMIRA È sempre mal sicura: Al fin giungesti a consolar Laodice, un fido Piange, promette, e giura; amante. Chiede, poi cangia amore; Facile a dir che muore, LAODICE Facile ad ingannar. L’afferma Idaspe, il crederò. E pur non ha rossore, Un dolce affetto obblia, EMIRA Come il tradir non sia Gran’ colpa nell’amar. Ti dirà Siroe il resto. D’ogni amator la fede, etc.

3 Händel: Siroe - atto primo (parte) Scena VII° Scena VI° Arasse, e detta. Siroe, e Laodice [9 - Recitativo]

[7 - Recitativo] ARASSE Di te, germana, in traccia sollecito ne vengo. LAODICE Siroe, non parla? LAODICE Or di chi temi? Ed opportuno giungi per me. Bramai di favel- Idaspe più presente non è; spiega il tuo foco. larti.

SIROE ARASSE Scorda un amor, ch’è tuo periglio, e mio. Cosroe, di sdegno acceso, vuol Medarse sul Se Cosroe, che t’adora, giunge a scoprir... trono. Svolgi, se puoi, lo sdegno; LAODICE ed in Siroe un Eroe conserva al regno. Non paventar di lui; nulla saprà. LAODICE SIROE Siroe un Eroe? t’inganni: Ma Idaspe... ha un alma in seno stoltamente feroce, un cor superbo, che solo è di se stesso LAODICE insano ammirator; ch’altri non cura, Idaspe è fido, e approva il nostro amore. e che tutto in tributo il mondo al suo valor crede dovuto. SIROE Non è sempre d’accordo il labbro, e il core. ARASSE Che insolita favella! e credi... LAODICE No, no. LAODICE E credo necessaria per noi la sua ruina. SIROE Dunque, ma ascolta ardo per altra fiamma; ARASSE io son fedele a più vezzosi rai; Condannerà ciascuno il tuo genio volubile, e non t’amerò, non t’amo, e non t’amai. leggero.

[8 - Aria Siroe] LAODICE Costanza è spesso il variar pensiero. Se il labbro amor ti giura, Se mostra il ciglio amor, [10 - Aria Laodice] Il labbro è mentitor, T’inganna il ciglio. O placido il mare Un altro cor procura, Lusinga la sponda, Scordati pur di me, O porta con l’onda E sia la tua mercè, Terrore, e spavento, Questo consiglio. È colpa del vento, Se il labbro amor ti giura, etc. Sua colpa non è. S’io vo’ con la sorte (parte) Cangiando sembianza, Virtù l’incostanza Diventa per me. 4 Händel: Siroe - atto primo

O placido il mare, etc. LAODICE Pur troppo è ver, (parte) Ma sola contro un figlio real che far poss’io?

Scena VIII° SIROE Camera interna di Cosroe con tavolino, e sedia. (Tutto il mondo congiura a danno mio!) Siroe con foglio. COSROE [11 - Recitativo] Anche in amor costrui rivale ho da soffrir! SIROE (siede, e s’avvede del foglio; lo prende e legge da Dall’insidie d’Emira si tolga il genitor. se.) Con questo foglio, di mentiti caratteri vergato, si palesi il periglio, ma si celi l’autor. Indegno, figlio! Se il primo io taccio, tradisco il padre, e se il secondo io svelo sacrifico il mio ben. LAODICE Così... ma parmi che il Re s’inoltri a questa (Stupido ei legge, e impallidisce!) volta. COSROE (posa il foglio sul tavolino) (s’alza) Oh Numi! meglio sarà celarsi. Da voi difesa sia Oh Numi! Emira, il padre, e l’innocenza mia.

LAODICE Scena IX° Che t’affligge, Signor? Cosroe, Siroe in disparte; e poi Laodice Recitativo Scena X° Medarse, e detti. COSROE Recitativo Che da un superbo figlio prenda leggi il mio cor! MEDARSE Commento cembalistico Padre, io ti miro cangiato in volto!

(vedendo Laodice) COSROE E quale, o cara, insolita ventura a me ti guida? Ah! senti, caro Medarse, e inorridisci.

LAODICE MEDARSE Un tuo figlio procura (Un foglio!) di sedure il mio amor: perch’io ricuso di renderlo contento, LAODICE minaccia il viver mio. (Che mai sarà?)

SIROE COSROE (Numi, che sento!) (legge) Recitativo secco COSROE Dell’amato Medarse esser colpo non può. “Chi credi amico, insidia la tua vita. Siroe è l’audace. In questo giorno il colpo ha da cader. Temi in ciascuno il traditor.

5 Händel: Siroe - atto primo Morrai, se i tuoi più cari dalla presenza tua tutti perciò Medarse in quel foglio scoprì l’empio non privi. desio. Chi t’avvisa è fedel; credilo, e vivi”. SIROE Recitativo (si scopre) LAODICE Medarse è un traditor; quel foglio è mio. Gelo d’orror! MEDARSE COSROE (Oh Ciel!) E qual pietà crudele è il salvarmi così? Da mano ignota mi vien l’avviso, e mi si tace il LAODICE reo! (Che veggio omai!)

MEDARSE COSROE Quando giunge all’estremo il tuo cordoglio, Siroe, nascoso nelle mie stanze! non ho cor di tacerlo. È mio quel foglio. MEDARSE Il delitto è certo. SIROE (Ah! mentitor!) SIROE Ei mente. COSROE A te mi trasse il desio di salvarti. L’empio conosci, e ancor l’ascondi all’ira mia! Un core ardito ti desidera estinto, e sei tradito.

MEDARSE Scena XI° (s’inginocchia) Emira, sotto nome d’Idaspe, e detti. Padre adorato; Recitativo ah! non voler nel sangue di questo reo contaminar la mano. EMIRA Chi t’insidia, è tuo figlio, è mio germano. Chi tradisce il mio Re? Per sua difesa ecco il braccio, ecco l’armi. SIROE (Che tormento è tacer!) SIROE (Solo Idaspe mancava a tormentarmi.) COSROE

(lo leva da terra) COSROE Sorgi. (da il foglio ad Emira, la quale lo legge da se) A Medarse chi l’arcano scoprì? Vedi, amico, a qual pena mi serva il Ciel! MEDARSE LAODICE Fu Siroe istesso. (Che inaspettati eventi!) LAODICE EMIRA (Chi’l crederebbe?) D’onde l’avviso? E noto il reo? MEDARSE Ei mi volea compagno al crudel parricidio. (rende il foglio a Cosroe) In van m’opposi; la tua morte giurò: 6 Händel: Siroe - atto primo

MEDARSE In me diventa error. Medarse tutto svelò! La mia sorte tiranna, etc.

SIROE (parte) Il germano t’inganna Idaspe; io palesai l’arcano. Scena XII°

COSROE Cosroe, Emira, Medarse e Laodice Dunque, perchè non scopri l’insidiator? [13 - Recitativo]

SIROE COSROE Dirti di più non deggio. (alle guardie verso la Scena) Olà, s’osservi il Prence. EMIRA

Perfido! e in questa guisa EMIRA di mentita virtù copri il tuo fallo? Alla tua cura io veglierò fedele.

COSROE COSROE Così m’insidi il trono? Scuopri l’indegna trama, ed in Cosroe difendi un Re che t’ama. SIROE Difendermi non posso, e reo non sono. (parte)

MEDARSE MEDARSE E non è reo chi niega al padre un giuramento? Avresti mai creduto in Siroe un traditor?

LAODICE LAODICE Non è reo l’ardimento del tuo foco amoroso? Tanto infedele lo prevedesti, e temerario tanto? COSROE Non è reo chi nascoso io stesso ho qui veduto? EMIRA E qual viltade è questa d’insultar chi non EMIRA v’ode? Non è reo chi ha potuto recar quel foglio; e si sgomenta, e tace. MEDARSE Quando seco io ragiono? E tu fin ora non l’insultasti?

SIROE LAODICE Tutti reo mi volete, e reo non sono. Or qual cagion ti muove a sdegnarti con noi?

[12 - Aria Siroe] EMIRA A me lice insultarlo, e non a voi. La sorte mia tiranna Farmi di più non puo: [14 - Aria Emira] M’accusa, e mi condanna Un’empia, ed un germano, Vedeste mai sul prato L’amico, e il genitor. Cader la pioggia estiva? Ogni soccorso è vano, Talor la rosa avviva Che più sperar non so., Alla viola appresso; So che fedel son io, E che la fede, oh Dio!, 7 Händel: Siroe - atto primo Figlio del prato istesso [16 - Aria Medarse] È l’uno, e l’altro fiore; Ed è l’istesso umore, Chi è più fedele Che germogliar gli fà. Ritrova pene, Il cor non è cangiato, Perchè la speme Se accusa, o se difende; Ogn’or si turba, Una cagion m’accende Nè sa di che. Di sdegno, e di pietà. Tale il nocchiero, Vedeste mai sul prato, etc. Che non ben vede, Vela che riede (parte) Teme che venga Contro di se. Scena XIII° Chi è più fedele, etc. Laodice, e Medarse. [17 - Recitativo] [15 - Recitativo] Che pietà!

LAODICE LAODICE Gran mistero in que’ detti Idaspe asconde. Che difesa!

MEDARSE LAODICE Semplice, e tu lo credi? Non credo che sian finti d’Idaspe i sensi. A te dovrebbe esser nota la corte. È ver che non gli intendo; E di che gode del Prencipe il favor questo il Ma vo’, quando l’ascolto, costume, cangiando al par di lui voglia, e pensiero; di non essere altrui già mai sincero adom- nè so più che quel che temo, o quel che spero. brando co’ detti il suo pensiero. [18 - Aria Laodice]

Or mi perdo di speranza Or la speme torna invita, Spera, o core avrai pietà! Si mi dice la costanza, Ch’al mio petto, e si gradita, Ma non so se cangerà. Or mi perdo di speranza, etc.

(parte)

8 Händel: Siroe - atto secondo ATTO SECONDO

Scena I° SIROE Parco Reale. Questo da te domando, unico dono. Siroe, e poi Laodice. [2 – Aria Laodice] [1 – Arioso Siroe] LAODICE SIROE Mi lagnerò tacendo Deh! voi mi dite, o Numi! Del mio destino avaro, Se quale il mio fu mai Ma ch’io non t’ami, o caro, Core da tanti guai, Non lo sperar da me. E affani oppresso! Crudele! in che t’offende Se resta a questo petto Recitativo Il misero diletto Di sospirar per te? SIROE Mi lagnerò tacendo , etc. Dite... (parte) Ma qui Laodice! Scena II° LAODICE Amato Prence, così confusa io sono, Siroe, e poi Emira sotto nome d’Idaspe che non ho cor di favellarti. [3 - Recitativo]

SIROE SIROE Avesti però cor d’accusarmi Come quel di Laodice, potessi almen lo sdegno placar dell’idol mio. LAODICE Un cieco sdegno, figlio del tuo disprezzo, (vuol partire) persuase l’accusa. EMIRA Ah! tu perdona, perdona, Fermati, indegno! o Siroe, un violento amore. vai forse al genitore Io scoprirò l’inganno; a palesar quel che taceva il foglio? saprà Cosroe ch’io fui...

SIROE SIROE Quel foglio in che t’offese? La tua ruina non fu la mia salvezza. io son creduto reo del delitto, e me l’ sopporto, e taccio. LAODICE E qual emenda può farmi meritare il tuo per- EMIRA dono? Ed io, crudel, che faccio qual or t’insulto? Assicurar procuro Cosroe della mia fè SIROE più per tuo scampo, Più non amarmi. che per la mia vendetta.

LAODICE SIROE Oh Dio! Ah! dunque, o cara, fa più per me. come potrei lasciar Perdona al padre; sì dolci affetti in abbandono? o almeno se brami una vendetta,

9 Händel: Siroe - atto secondo apri il mio seno. barbara, il verserò. L’animo acerbo pasci nel mio morir EMIRA Io confonder non so Cosroe col figlio. (tira la spada per uccidersi) Odio quello, amo te; vendico estinto il proprio genitore. Scena III° Cosroe senza guardie, e detti SIROE Recitativo E il mio, che vive, per legge di natura anch’io difendo. COSROE Che fai superbo? EMIRA A noi, a noi, che siamo figli di due nemici, EMIRA è delitto l’amor; (Oh Dei!) dobbiamo odiarci: cominci in questo punto

COSROE (in atto di partire) Contro un mio fido stringi il brando, o fellon? il nostro sdegno. Niega se puoi.

IROE S SIROE Mio ben, t’arresta. Tutto è vero, io son reo, tradisco il padre, son nemico al germano, insulto Idaspe: EMIRA mi si deve la morte. Ardisci di chiamarmi tuo bene? Ingiusto sei, se la ritardi addesso. Non curo uomini, e Dei: SIROE odio il giorno, odio tutti, odio me stesso. A torto l’amor mio... EMIRA EMIRA (Difendetelo, o Numi!) Taci! l’amore è nell’odio sepolto. COSROE Ola, costui s’arresti. SIROE Dunque così degg’io. (escono alcuna guardie) SIROE EMIRA Il mio tormento termini col morir. Sì, scordarti di me. COSROE SIROE Sarai contento. (vuol partire) Emira, addio. EMIRA Mio Re, che dici? EMIRA necessaria a tuoi giorni è la vita di Siroe. Sentimi, non partir. Ei non ancora i complici scoprì.

SIROE COSROE Che vuoi ch’io senta? È vero. Oh quanto deggio al tuo amor! Il mio sangue si chiede, Vegliami sempre al lato.

10 Händel: Siroe - atto secondo

SIROE MEDARSE Forse incontro al tuo fato corri così. (entra) Non può tradirti Idaspe? Signore.

EMIRA EMIRA Io tradirlo? (Oh Dei!)

SIROE MEDARSE In ciascuno può celarsi il nemico. Perche quel ferro, Idaspe? Ah! non fidarti. Chi sa l’empio qual è? EMIRA COSROE Per deporlo al suo piè. V’è chi ha potuto farlo temer di me. Ah ah ah ah, chietati, e parti. Troppo geloso io son dell’onor mio. [4 – Aria Siroe] Finchè non si scopra il vero, (pone la spada a piedi di Cosroe) SIROE Mi credi infedele; eccomi disarmato, Sol questo m’affana, e prigioniero. Chi sa chi t’inganna? (Che pena è tacer!) COSROE Sei padre, son figlio; (Che fedeltà!) Mi scaccia, mi sgrida: Ritorni per mia difesa Ma pensa al periglio, al fianco tuo la spada. Ma poco ti fida, Fra le Reali guardie le più fide tu scegli: Ma impara a temer. a tuo talento le cambia, Mi credi infedele, etc. e le disponi; e sia tuo peso di scoprir chi m’insidia. (parte con guardie) EMIRA Scena IV° Al Reggio cenno ubbidirò; Cosroe, ed Emira, e poi Medarse nè dal mio sguardo accorto potrà celarsi il reo. (Son quasi in porto) [5 - Recitativo] [6 - Aria Emira] EMIRA (Pensoso, è il Re!) Sgombra dell’anima Tutto il timor; COSROE Più non ti palpiti (Per tante prove e tante so che il figlio è infedel; Dubbioso il cor; Ma pur que’ detti...) Riposa, e credimi Ch’io son fedel. EMIRA Se al mio regnante, Se al dover mio (Siam soli: il tempo è questo. Per un istante Mancar poss’io, (snuda la spada per ferir Cosroe) Con me si vendichi La vittima si sveni al genitore.) Sdegnato il Ciel. Sgombra dell’anima; etc.

(parte) 11 Händel: Siroe - atto secondo Scena V° [9 - Recitativo] Cosroe, e Medarse SIROE [7 - Recitativo] Qui da Cosroe richiesto a lui ne vengo, e meco ancor non viene la crudel compagnia MEDARSE di mie sventure. Signor, per tua salvezza meglio è che Siroe appaghi, e lui sollevi al trono. COSROE Volentier gli abbandono la contesa corona. (entra, ad Emira) Andrò lontano per placar l’ira sua. Se questo è poco, sazialo del mio sangue: Veglia Idaspe all’ingresso; sarò felice appieno, se può la mia ferita e il cenno mio nelle vicine stanze Laodice render la pace a chi mi diè la vita. attenda.

COSROE EMIRA Sento per tenerezza il ciglio inumidir. (si ritira in disparte) Caro Medarse, Ubbidirò

(lo abbraccia) COSROE in questo dì sarai tu mio compagno al soglio Siedi, Siroe, e m’ascolta. così abbatter saprò d’un reo l’orgoglio. (va a sedere) (parte) Io vengo, qual mi vuoi, giudice, o padre. MEDARSE Gran cose io tento, e l’intrapreso inganno, SIROE mostra il premio vicino: Il giudice non temo: il padre adoro. in mezzo a tanti perigliosi tumulti, io non pavento. (siede) Non si commetta al mar chi teme il vento. COSROE [8 - Aria Medarse] Posso sperar dal figlio ubbidito un mio cenno? In fin ch’io parlo, taci, Fra l’orror della tempesta e mostrami in questo il tuo rispetto. Che alle stelle il volto imbruna, Qualche raggio di fortuna SIROE Già commincia a scintillar. Fin che vuoi, tacerò, così prometto. Dopo sorte si funesta Sarà placida quest’alma, EMIRA E godrà tornata in calma I perigli a rammentar. (Che dir vorrà?) Fra l’orror della tempesta, etc. COSROE Scena VI° Di mille colpe reo, Siroe, tu sei. Un giuramento io chiedo Appartamenti terreni corrispondenti a’giardini, con per riposo del regno, e tu ricusi: sedie. ti perdono, e t’abusi di mia pietà. Siroe, e poi Cosroe ed Emira soto nome d’Idaspe. mi fa palese un foglio, che v’è tra miei più cari un traditore; io veggo te nelle mie stanze ascoso. Che più? Medarse istesso scopre i tuoi falli...

12 Händel: Siroe - atto secondo

SIROE EMIRA E creder puoi veraci... Non ti rammenti che il tuo cenno, Signor, Lao- dice attende? COSROE Serbami la promessa; ascolta, e taci. SIROE (Oh Dei!) EMIRA (Misero Prence!) COSROE Lo so, parti. COSROE Ognun di te si lagna; EMIRA tenti Laodice, e la minacci; Dirò fra tanto... Idaspe in fin sugl’occhi miei svenar procuri; nè ti basta. COSROE I tumulti a danno mio ne’ popoli risvegli... Di ciò che vuoi.

SIROE EMIRA Ah! son fallaci... T’ubbidirò fedele.

COSROE (a Siroe) Serbami la promessa; ascolta, e taci. (Perfido, non parlar.) Torniam, figlio, ad amarci: il reo mi svela; i complici palesa. SIROE Un padre offeso altra emenda non chiede dall’offensor, che pentimento e fede. (Quanto è crudele!)

EMIRA COSROE (Veggio Siroe commosso. Ah mi scoprisse mai!) Perchè quel turbamento?

SIROE SIROE Parlar non posso. Oh Dio!

COSROE COSROE Odi, Siroe. T’intendo: al nome di Laodice Se temi per la vita del reo, resister non sapesti. paventi in vano. Se quel tu sei, In questo ancora t’appagherò. nel confessarlo al padre Sol dalla trama ascosa assicurami, te stesso assolvi, e ti fai strada al trono. o figlio, e sia tua sposa. Se tu non sei, ti dono, pur che noto mi sia, salvo l’indegno. SIROE Ecco, se vuoi, la real destra in pegno. Sdegno Laodice, e favellar non deggio.

EMIRA COSROE (Ahime!) (s’alza) Perfido! al fin tu vuoi morir da traditor, SIROE come vivesti. Quando sicuri siano dal tuo castigo Solo, e senza soccorso già teco io son; i tradimenti dirò... via ti soddisfa appieno: disarmami, inumano, e m’apri il seno.

13 Händel: Siroe - atto secondo EMIRA Scena VIII° E chi tant’ira accende? Siroe, Elmira in periglio lasciarti a me non lice. [11] Aria Siroe COSROE SIROE Venga Laodice. Frà dubii affetti miei SIROE Risolvere non sò. Tu pensaci; tu sei Signor, L’arbitro del mio cor; se amai Laodice, Vuoi che la morte attenda? punisca il Ciel... La morte attenderò. Vuoi che per lei m’accenda? Scena VII° Eccomi tutto amor. Laodice, Emira e detti. Frà dubii affetti miei, etc.

Recitativo (Parte)

COSROE Scena IX° Non irritar gli Dei Emira e Laodice con novelli spergiuri. Recitativo LAODICE EMIRA Eccomi a’ cenni tuoi. (A costei che dirò?) COSROE LAODICE Siroe, m’ascolta. Abbi Laodice, e il trono, se vuoi parlar; Da’ labbri tuoi ma se tacer pretendi, in carcere crudel la morte Ora dipende, Idaspe, attendi. Il riposo d’un regno e il mio contento. Resti Idaspe in mia vece. A lui ti lascio; EMIRA e se il fulmine poi cader vedrai, Di Siroe, a quel ch’io sento, la colpa è tua che trattener nol sai. Senza noia Laodice Le nozze accetteria. [10 - Aria Cosroe] LAODICE Tu di pietà mi spogli, Tu desti il mio furor; Sarei felice. Tu solo, o traditor, Mi fai tiranno. EMIRA Non dirmi, no, spietato, Dunque l’ami? È il tuo crudel desio, Ingrato, no, non son io, LAODICE Che ti condanno. L’adoro. Tu di pietà mi spogli, etc. EMIRA (parte) E speri la sua mano?...

LAODICE Stringer per opra tua.

14 Händel: Siroe - atto secondo

EMIRA LAODICE Lo speri in vano. Siroe si perde.

LAODICE EMIRA Perchè? Il Cielo gl’innocenti difende.

EMIRA LAODICE Posso svelarti un mio segreto? E se la speme me pietosa ti finge, ella t’inganna. LAODICE Parla EMIRA Tanto ver me potresti esser tiranna? EMIRA Del tuo sembiante, LAODICE perdonami l’ardire, io vivo amante. La tua crudel sentenza insegna a me la tirannia.

LAODICE EMIRA Di me! Pazienza.

EMIRA LAODICE Sì. T’odierò finch’io viva; Chi mai puote mirar senza avvampar, e non potrai riderti de miei danni. quell’aureo crine, quelle vermiglie gote, le labbra coralline, il bianco sen, EMIRA le belle due rilucenti stelle? Saranno almen communi i nostri affani. Ah! se non credi qual fuoco ho in petto accolto, [14 – Aria Laodice] guarda, e vedrai che mi rosseggia in volto. LAODICE LAODICE L’aura non sempre E tacesti... Spira a favore Di nave ardita EMIRA Che scorre il mar. Il rispetto muto fin or mi rese. Così ad un core Non sempre amore LAODICE Dà forza e vita Per bene amar. Ascolta, Idaspe. Amarti non poss’io. L’aura non sempre, etc.

EMIRA (parte) Così crudele! oh Dio! Scena X° LAODICE Emira sola S’è ver che m’ami, servi a gli affetti miei. L’amato Prence con virtù di te degna a me con- [15 - Recitativo] cedi. EMIRA EMIRA Sì diversi sembianti per odio, Oh questo no; troppa virtù mi chiedi. e per amore or lascio, or prendo, ch’io me stessa talor nè meno

15 Händel: Siroe - atto secondo intendo. Ma chi nasce in regia cuna Più nemica ha la fortuna; [16 - Aria Emira] Che nel trono ascosi stanno E l’inganno ed il timor. Non vi piacque ingiusti Dei, Non vi piacque ingiusti Dei, etc. Ch’io nascessi pastorella; Altra pena or non avrei (parte) Che la cura d’un’agnella, Che l’affetto d’un pastor.

16 Händel: Siroe - atto terzo ATTO TERZO

Scena I° LAODICE Cortile Amore invan richiesi a lui, e con l’accusa tentai la mia vendetta. Cosroe, ed Arasse Si, Cosroe, ecco la rea: [1 - Sinfonia impetuosa] questa s’uccida, e l’innocente viva.

Recitativo COSROE Innocente chi vuol la morte mia? COSROE No, no; voglio che mora. LAODICE Abbastanza fin ora pietosa Cedi, o Signor. Sia salvo il Prence, per lui parlo natura. e poi uccidimi, se vuoi. Sarò felice, se il mio sangue potrà... ARASSE Ubbidirò con pena; COSROE ma pure ubbidirò. Parti, Laodice. Di Siroe amico io sono, è ver, Chiedendo la sua vita, colpa gli accresci, ma son di te vassallo; e il tuo pregar m’irrita. e sa ben la mia fede che al dover di vassallo ogn’altro cede. [2 – Aria Laodice]

(parte) LAODICE Se il caro figlio Scena II° Vede in periglio, Laodice, e Cosroe Diventa umana La tigre Ircana, Recitativo E lo difende Dal cacciator. LAODICE Più fiero core Mio Re, che fai? Del tuo non vidi; Freme alla regia intorno Non senti amore, un sedizioso stuol, che Siroe chiede. La prole uccidi; Empio ti rende COSROE Cieco furor. La sua morte è commessa; e forse adesso Se il caro figlio , etc. per le aperte ferite fugge l’anima rea. (parte) LAODICE Ahime, che intendo! Scena III° ah che ingannato sei! Cosroe, ed Emira sospendi il cenno. Nell’amor tuo giammai [3 – Recitativo] il Prence non t’offese; io t’ingannai. EMIRA Rendi, o Signor, il Prence al popolo sdegnato. COSROE Tu ancor tradirmi? COSROE Cresce dunque il tumulto?

17 Händel: Siroe - atto terzo

EMIRA COSROE In mille destre e mille splendono i nudi acciari. Oh Dio! più non resisto. Prendi, COSROE Se ancor pochi momenti l’impeto (gli dà l’impronto regio) si sospende, io più nol’ temo. Vola a salvarlo.

EMIRA EMIRA Perchè? (Io torno in vita.)

COSROE Scena IV° Già il fido Arasse corse a svenar per mio commando il figlio. Arasse, e detti. Recitativo EMIRA E potesti così?... EMIRA Revoca, oh Dio! la sentenza funesta: Arasse! nunzio n’andrò di tua pietade io oh Ciel! stesso... Porgimi il regio impronto. COSROE Ah! che turbato ha il ciglio. COSROE Vive il Prence? In van lo chiedi: la sua morte mi giova. ARASSE EMIRA Non vive. Quanto perdi in un punto! Ah! se ti scordi le leggi di natura, EMIRA un fatto sol tutti i tuoi pregi oscura. O Siroe! Deh, con miglior consiglio... COSROE COSROE Oh figlio! Ma Siroe è un traditor. ARASSE EMIRA Ei cadde al primo colpo; Ma Siroe è figlio: e l’alma grande disse pria di partire figlio, che di te degno, dalle paterne imprese difendi il padre: e poi fuggì dal seno. l’arte di trionfar si bene apprese; che fu bambino ancora la delizia di Cosroe, COSROE e la speranza. Deh! soccorrimi, Idaspe, io vengo meno.

COSROE EMIRA Che mi rammenti! Tu, barbaro, tu piangi! e chi l’uccise? EMIRA Mostro di crudeltà, furia d’averno, Ed or quel figlio istesso, vergogna della Persia, quello s’uccide: odio del mondo. e chi l’uccide? Il padre! COSROE Così mi parla Idaspe?

18 Händel: Siroe - atto terzo che mai ti feci? [4 - Aria Cosroe] Gelido, in ogni vena EMIRA Scorrer mi sento il sangue: Empio, che mi facesti? L’ombra del figlio esangue Lo sposo m’uccidesti; M’ingombra di terror. per te padre non ho, E per maggior mia pena non ho più trono. Veggio che fui crudele Io son la tua nemica, A un’anima fedele, Emira io sono. A un innocente cor. Gelido, in ogni vena, etc. COSROE Che sento! (parte)

ARASSE Scena V° Oh meraviglia! Arasse, ed Emira prigioniera, senza guardie. [5 - Recitativo] COSROE Adesso intendo chi mi sedusse il figlio. EMIRA Che vuoi, d’un empio Re EMIRA più reo ministro? È ver, ma in vano di sedurlo tentai. forse svenarmi? Per mia vendetta, e per tormento tuo, perfido, il dico: ARASSE sappi, ch’ei ti difese dall’odio mio; No; vivi, ch’ei ti recò quel foglio; che innocente morì; e ti serba illustre Principessa, ch’ogni sospetto, ch’ogni accusa è fallace: al tuo gran sposo. Va, pensaci; se puoi, riposa in pace. Siroe respira ancor.

COSROE EMIRA Serba Arasse, al mio sdegno, Come! ma fra ceppi costei.

ARASSE ARASSE La cura d’ucciderlo accettai, (toglie la spada ad Emira, e la conduce seco - parte ma per salvarlo. con guardie) Pronto ubbidisco. EMIRA Andiamo. COSROE Ah vien Medarse! Ove son! Che m’avvenne! Pace non spero. ARASSE Ho nemici i vassalli, Non sbigottirti: io partirò; ho la sorte nemica; tu resta i disegni a scoprir il Cielo istesso del Prence infido. astri non ha per me, Fidati, non temer. che sian felici; ed io sono il peggior de’ miei nemici. EMIRA Di te mi fido.

(parte Arasse)

19 Händel: Siroe - atto terzo Scena VI° Scena VII° Emira, e Medarse Luogo angusto, e racchiuso nel castello destinato per carcere a Siroe. Recitativo Siroe, e poi Emira MEDARSE [Arioso Siroe] Tutto è in tumulto, Idaspe. SIROE EMIRA Son stanco, ingiusti Numi, di soffrir l’ira vostra. (Ignota ancor gli son) A che mi giova l’innocenza, e virtù? Dunque n’andiamo ad opporsi a’ribelli. Si opprime il giusto, s’inalza il traditor. Se i merti umani così bilancia Astrea, MEDARSE o regge il caso, o l’innocenza è rea. Altro soccorso chiede il nostro periglio. A Siroe io vado. [7 - Aria Siroe] Deggio morire, o stelle, MIRA E Nè all’innocenza mia E liberar vorresti l’indegno autor de’ nostri V’è chi contento dia, mali? Nè chi dia pace. Io son vicino a morte MEDARSE E ogn’un nella mia sorte, Eh eh, tanto stolto non son; corro a svenarlo. O mostrasi rubelle, O pur si tace. EMIRA Deggio morire, etc. Intesi che già Siroe morì. [8 – Recitativo] MEDARSE EMIRA Estinto, o vivo Siroe trovarmi giova. Arasse non mentì, vive il mio bene.

EMIRA SIROE Io ti precedo. Ed Emira fra tanti rigorosi custodi a me si De’ tuoi disegni avrai Idaspe esecutor. porta? (Scopersi assai)

(parte) Scena VIII° [6 – Aria Medarse] Medarse, e detti Recitativo MEDARSE Benchè tinta del sangue fraterno, EMIRA La corona non perde splendor. Quest’impronto real fu la mia scorta. Quella colpa, che guida sul trono, Sfortunata, non trova perdono. MEDARSE Benchè tinta del sangue fraterno, etc. Non temete, o miei fidi; il Re m’invia. (parte) EMIRA (Oh Numi!)

MEDARSE Idaspe è qui! Senza il tuo brando ti porti in mia 20 Händel: Siroe - atto terzo difesa? SIROE A questo segno ti son odioso? EMIRA In sull’ingresso mel tolserò i custodi. EMIRA Or lo vedrai, superbo, (guardando per la scena) se speri alcuni riparo... (Giungesse Arasse!) difenditi mia vita; ecco la spada.

SIROE (dà la spada a Siroe) Ad insultarmi ancora quì vien Medarse! MEDARSE e in qual remoto lido posso celarmi a te? Che fai? che dici, Idaspe? MEDARSE e mi tradisci, quando a te m’abbandono? (snuda la spada) Taci, o t’uccido! EMIRA Non più, non sono Idaspe; EMIRA Emira io sono. È lieve pena a un reo la sollecita morte. il bramo estinto, tu sai ch’è mio nemico, SIROE e che, stringendo contro di me (Che sarà!) fin nella reggia il ferro, quasi a morte mi trasse. MEDARSE Traditori! verranno ad un mio grido SIROE i custodi a punir... E tanto ho da soffrir? SIROE EMIRA Taci, o t’uccido. (guardando per la scena) (Giungesse Arasse!) Scena IX° Arasse con guardie, e detti. SIROE Recitativo E Idaspe e così infido, che unito a un traditor... ARASSE MEDARSE Vieni, Siroe. Taci, o t’uccido! MEDARSE SIROE Ah! difendi, Arasse, il tuo Signor. Uccidimi, crudel! Tolga la morte tanti oggetti penosi a gli occhi ARASSE miei. Siroe difendo.

EMIRA MEDARSE (a Medarse) Ah perfido! Dammi quel ferro: io svenerò l’indegno; ARASSE io svelerò quel core. (a Siroe) Io solo, io solo, basto di tanti a vendicar gli oltraggi. Dipende la città dal tuo cenno. 21 Händel: Siroe - atto terzo Andiam, consola con la presenza (parte) tua tant’alme fide. Scena XI° (parte Arasse, e restano le guardie) Siroe, Medarse, e guardie. Scena X° [10 - Recitativo] Emira, Siroe e Medarse MEDARSE Recitativo Siroe, già so qual sorte sovrasti a un traditor. Più della pena mi sgomenta il delitto. MEDARSE Al foglio ascendi; svenami pur senza difesa or Numi! sono. ognun m’abbandona. SIROE EMIRA Prendi; vivi, t’abbraccio (a Siroe) (gli renda la spada) Andiamo, o caro. Dell’amica fortuna non si trascuri il dono. e ti perdono. Siegui i miei passi; ecco la via del trono. [11 - Aria Siroe] Se l’amor tuo mi rendi, SIROE Se più fedel sarai, È pur vero, idol mio, Son vendicato assai, che non mi sei nemica? Più non desio da te. Oh Dio! che pene il crederti infedele! Sorte più bella attendi, Spera più pace al core, EMIRA Or che al sentier d’onore, E tu potesti dubitar di mia fe’? Volgi di nuovo il piè. Se l’amor tuo mi rendi, etc. SIROE Perdona, o cara: (parte con le guardie) tanto in odio alle stelle oggi mi vedo, che per mio danno ogni impossibil credo. Scena XII° Medarse, e Laodice [9 – Aria Emira] [12 - Recitativo] EMIRA MEDARSE Ch’io mai vi possa Ah con mio danno imparo Lasciar d’amare, che la più certa guida è l’innocenza. Non lo credete, Pupille care, Nè men per gioco LAODICE V’ingannerò. Quivi aperto è ogni passo; Voi foste, e siete Siroe non v’è? Le mie faville, Medarse sol qui trovo il suo più fier nemico E voi sarete, Ah! forse, o Numi, l’innocente perì! Care pupille, Il mio bel foco MEDARSE Fin ch’io vivrò. Bella t’inganni, Ch’io mai vi possa , etc. se il suo nemico in me veder tu credi, io dal germano appresi d’esser giusto ed 22 Händel: Siroe - atto terzo umano. Scena XIII° Gran piazza di Seleucia. Veduta del palazzo reale, LAODICE e con apparato magnifico ordinato per l’incorona- Ove si trova? zione di Medarse, che poi serve per quella di Siroe. Nell’aprir della Scena si vede una mischia tra i MEDARSE ribelli, e le guardie reali, le quali sono rincalzate, e Lo tolse Arasse a morte, fuggono. Si odono grida del popolo e al popol che lo vuol’ salvo lo rende; Sinfonia e in Idaspe si scopre Emira di lui amante. Cosroe, Emira, e Siroe l’uno dopo l’altro, con LAODICE ispada nuda; indi Arasse con tutto il popolo. Cosroe, Emira? difendendosi da alcuni congiurati, cade. oh Dio! dunque smarrita [15 - Recitativo] ogni mia speme io scorgo. COSROE MEDARSE Vinto ancor non son io. Ti consola, o Laodice; e uniti andiamo al fallir nostro, EMIRA ad impetrar perdono. Se tu perdi un amante, io perdo un trono. Arrestatevi amici; il colpo è mio.

(parte) SIROE Ferma, Emira; che fai? Recitativo Padre, son teco: non temer.

LAODICE EMIRA Chi si fida alla colpa, Empio Ciel! se nemico ha il destino, il tutto perde. Chi alla virtù s’affida, COSROE benchè provi la sorte ognor funesta, Figlio, tu vivi! pur la pace dell’alma almen gli resta. SIROE [13 - Aria Laodice] Io vivo, e posso ancora morir per tua difesa. Torrente cresciuto COSROE Per torbida piena, Se perde il tributo E chi fu mai che serbò la tua vita? Del gel, che si scioglie, Fra l’aride sponde ARASSE Più l’onda non ha. Io la serbai. Ma il fiume, che nacque Da limpieda vena, Scena ultima Se privo è dell’acque, Che il verno raccoglie, Medarse, Laodice, e detti. Il corso non perde Recitativo Più chiaro si fa. Torrente cresciuto, etc. MEDARSE Padre. (parte) LAODICE Signor. 23 Händel: Siroe - atto terzo

MEDARSE [16 – Aria Emira] Del mio fallir ti chiedo il perdono, o la pena. EMIRA LAODICE La mia speranza Anch’io son rea; vengo al giudice mio: Diceva al core, l’incendio acceso in gran parte io destai. Soffri le pene Che il caro bene Poi nel suo seno COSROE Ti stringerà. Siroe è l’offeso. Con la costanza Si vince amore, SIROE E chi non soffre, Nulla Siroe rammenta. Non goderà. La mia speranza , etc. (ad Emira) E tu, mio bene, [17 - Recitativo] deponi al fin lo sdegno. Ah! mal s’unisce con la nemica mia COSROE la mia diletta Ecco, Persia il tuo Re. o scordati l’amore, o la vendetta. Passi dal mio su quel crin la corona; io stanco al fine volentier’ la depongo. EMIRA Ei, che a giovarvi fu da’ primi anni inteso. saprà con più vigor soffrirne il peso. Più resister non posso. Io con l’esempio di sì bella virtù (Cosroe pone la corona sul capo di Siroe) l’odio abbandono. [18 – Soli e Coro] COSROE E perchè quindi il trono sia per voi di piacer TUTTI sempre soggiorno, Dolcissimo amore Siroe sarà tuo sposo. Ogn’alma, ongi core Tu inviti a goder. EMIRA E SIROE Tesor della vita, Oh lieto giorno! Delizia infinita, Immenso piacer. Dolcissimo amore, etc.

FINE DELL’OPERA

24